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Autore: Claudia Ponto    26/04/2012    2 recensioni
[Le avventure di Jackie Chan]Strikemaster Ice, DJ Fist and MC Cobra scappano dalla prigione nella quale erano detenuti grazie all'intervento inaspettato di una giovane ragazzina. Una volta tornati a San Francisco, assistono al ritorno di Drago, il demone che aveva quasi conquistato il mondo e di cui loro erano i suoi seguaci, scoprendo che esso è profondamente legato con la ragazza che li ha liberati.Proveniente dal cartone animato Le avventure di Jackie chan. *ATTENZIONE: la storia ha il rating Verde, ma si avvisa la presenza di parole pesanti e parolaccie*
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Capitolo 10: Braccati
 
<< Ok, nemmeno questo va bene. Proviamo un’altra volta. >>
<< Yo shrimp, non mi sento un granchè bene… >>
<< Stai tranquillo umanoide, stavolta non fallirò. Adesso state fermi che prendo la mira… >>
<< Whooooooo! Fermati! >>
L’incantesimo che Winter lanciò generò una specie di “valanga”, investì L’Ice Crew in un colpo solo proiettandoli nel mucchio di bidoni della spazzatura situati dietro di loro. La ragazza aspettò che la nuvola giallastra che aveva sprigionato si dissipasse per vedere se aveva funzionato secondo le sue aspettative, cercandovi in mezzo gli umani.
Quando finalmente li trovò, si rese conto che non aveva ottenuto ciò che voleva, ma in compenso potè farsi quattro risate.
<< Tu sei morta strega! >> urlò Strikemaster Ice, ricoperto da folta peluria dappertutto.
E non solo lui, anche DJ Fist e MC Cobra erano nello stesso stato.
<< Ehi, adesso siete molto più guardabili! Prima eravate così brutti che gli specchi si rompevano prima che vi poteste specchiare! >> gli disse Winter, tra una risata e l’altra.
 
Era ormai una settimana precisa che i tre gangster erano costretti a sottoporsi agli esperimenti folli di Winter.
Dopo gli eventi verificatasi durante l’ultima lotta con Lanet Kum, erano stati costretti a prendere provvedimenti per poter riattivare il Chi del Fuoco che si era disattivato, Winter era l’unica che aveva le referenze per aiutarli, ma fino a quel momento non aveva avuto successo. Non erano affatto felici di affidarsi alle sue mani, Drago purtroppo non si sentiva ancora in grado di eseguire nemmeno un misero incantesimo e dunque non avevano avuto altra scelta.
Il demone in questione assisteva allo spettacolo seduto sui sedili di una jeep scassata, era divertente, perfetto per ammazzare la noia della convalescenza. Il petto era ancora fasciato, la giacca nera appoggiata solamente sulle spalle, la ferita riportata non gli procurava più lo stesso dolore di prima però non poteva comunque fare sforzi eccessivi, anche perché sua sorella glielo impediva da “amorevole” infermiera rompiscatole. Ammise che con il suo metodo il cura era veloce ed efficace… essere però trattato con eccessiva attenzione era decisamente fastidioso.
Un’altra cosa che lo infastidiva era essere tornato nella discarica: ci era andato pesante con l’uccisione del mezzo demone, aveva distrutto quasi del tutto le rovine della San Francisco abbandonata, e quel gesto non era passato inosservato alle autorità locali intervenute sul posto per investigare. Erano ancora lì, un televisore gigante piazzato su uno dei grattacieli vicini alla discarica ne dava l’annuncio, non vedeva l’ora di andarsene da quello schifo e di tornare alle comodità, seppur rovinate, della città fantasma.
<< Che dite ragazzi, proviamo un altro incantesimo? >>
<< Fottiti! Ne abbiamo abbastanza per oggi! >>
Gli altri ancora discutevano quando riportò l’attenzione su di loro, si sdraiò sui sedili per stare più comodo, massaggiandosi leggermente la zona della lesione.
Winter si allontanò allegramente portandosi dietro i libri di magia, l’Ice Crew che ammirava inorridito il proprio aspetto. Lo show era terminato, giusto in tempo per potersi fare un pisolino.
 
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Nella San Francisco Abbandonata, la scientifica e le unità speciali sella Sezione 13 perlustravano interrottamente l’intera zona.
Era trascorsi 7 giorni dall’inizio dell’operazione e c’era ancora moltissimo lavoro da svolgere intorno a quello che era stato l’epicentro di un’esplosione di proporzioni spaventose, paragonabile ad un eruzione vulcanica.
Centinaia di operatori esaminavano l’ammasso di ferro, cemento, mattoni e plastica sciolto in un unico blocco informe, nessuno riusciva a capire cosa diavolo fosse successo, la causa era un potente calore va bene… ma da dove era scaturito?
Che cosa aveva sprigionato una simile fonte energetica?
<< Capitano! Capitano! >>
<< Che succede? >>
<< C’è un gruppo di persone che insiste nel voler entrare nell’area, li ho detto che è off limit ma non vogliono andarsene. >>
<< Nessuno può accedere senza permesso. >>
<< Dicono che hanno tutti i permessi, ma li mostreranno solo quando potranno entrare. >>
Il militare al comando dell’operazione si diresse scocciato all’ingresso della Vecchia San Francisco, era stressato a causa di tutto quel lavoro interminabile e non voleva altre seccature in mezzo ai piedi, oltre il cancello c’erano tre grossi fugoni neri col motore accesso e un uomo in giacca e cravatta davanti a tutti che camminava avanti e indietro impazientemente.
<< Signore, questa zona è sotto dominio militare, chiunque lei sia deve andarsene subito. >> disse il Capitano allo sconosciuto.
Questo, senza rispondergli, gli porse un mucchio di fogli bollati e con parecchie scritte rosse sopra, tutte riportanti un simbolo dorato che rappresentava un pugno che stringeva in mano una spada. Con riluttanza l’uomo cominciò ad esaminare i vari fogli, la scocciatura svanì di colpo con un sussulto e frettolosamente ordinò alle guardie di far entrare i camion all’istante, porgendo ripetitive scuse al tizio che aveva davanti a sé.
Gli agenti della Sezione 13 non capivano che cosa stesse accadendo.
Prima di fare domande, uno dei conducenti scese, e il suo aspetto fu la risposta ad ogni loro dubbio.
<< Santa madre di dio…! >>
 
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<< Yo D-man! Quella era l’ultima bistecca! >>
<< Lo so, per questa me la sono presa. >>
<< Rompiballe. >>
All’ora di cena l’atmosfera era tranquilla, l’Ice Crew aveva rubato da mangiare da un ristorante lì vicino e insieme a Drago si godevano l’ordinazione personalizzata tra patatine fritte, hamburger, insalate di pollo e altra roba. I grattacieli sembravano illuminati a festa, le luci dei fari delle macchine volanti delle lanterne che illuminavano il cielo scuro della sera, gli schermi televisivi intrattenevano la popolazione con programmi musicali o dirette televisive di partite sportive, i mezzi pubblici scarseggiavano a quell’ora e di tanto in tanto si udiva il rombo assordante di un aereo che passava sopra le loro teste.
<< Come siete riusciti a liberarvi da quella peluria? >> chiese Drago al trio, notando la totale assenza del pelo cresciuto eccessivamente.
<< Meglio che tu non lo sappia… >> gli rispose secco Ice, assumendo un’aria imbarazzata in simultanea con i suoi compagni.
Drago scoppiò in una sonora risata mezza soffocata dal cibo che stava al momento mangiando, gli altri fecero delle espressioni scocciate continuando a mangiare in silenzio. Winter apparve in quel momento all’improvviso, inseguendo un piccolo branco di ratti con la stessa energia di un gatto, muovendosi a quattro zampe e sibilando per la serpe che era; riuscì a prenderne uno prima che questo si infilasse nel radiatore di una Subaru insieme ai suoi simili, stringendolo con entrambe le mani per non farlo scappare. La piccola bestia squittiva stridulo cercando di sfuggirle, la mordeva e si divincolava disperatamente, Winter pose fine a quella tortura divorandolo, mettendolo in bocca tutto intero e cominciando a masticare energicamente con gusto sotto lo sguardo disgustato dei ragazzi.
Quando se ne rese conto non capì il perché di quella reazione.
<< Che c’è? Che avete da guardare? >> chiese con il boccone ancora in bocca.
<< Che diavolo stai facendo? >> le chiese Drago.
<< Mangio. >> rispose lei, con la coda del ratto che le uscì da un angolino delle labbra.
Fist smise di mangiare per trattenere il conato di vomito, gli altri invece distolsero lo sguardo con versi disgustati.
Winter si risistemò il pezzettino fuori posto e ingoiò, leccandosi le labbra. Annusò l’aria mettendosi nuovamente a quattro zampe, fece dei versi in mezzo alla montagna di rottami all’evidente ricerca di altri roditori, scodinzolando felicemente.
<< Yo shrimp, ma tu pasti normali non ne fai? >>
<< La carne di ratto è molto nutriente, dovreste provarla un giorno. >>
<< Neanche se ci mollavi un milione di dollari, you feel me? >>
<< Piuttosto Wikipedia, perché mangi schifezze? Fai diete alternative yo? >>
<< Veramente questa è la mia cena… nonché pranzo e colazione. >> rispose la ragazzina deliziata al solo pensiero.
Sorrise felice quando intravide il “bis” curiosare fuori dall’interno di una scatola di chiodi gettata lì vicino, stava per saltargli addosso quando improvvisamente venne levitata all’indietro verso i ragazzi, grazie a Drago e al Chi della Luna; atterrando proprio accanto a lui.
Il demone, con calma apparente, ripose la bistecca che stava divorando e mise un braccio intorno al collo della sorella.
<< Winter, noto con piacere che le mie lezioni di caccia hanno dato i loro frutti. Ma toglimi una curiosità: perché la sfrutti con i ratti? >>
<< Perché sono gli unici pezzi di carne allo stato brado che ho trovato da mangiare in città. >>
Scese il silenzio tra fratello e sorella, Winter non capiva la ragione di quella chiacchierata e sperava che fosse finita per poter tornare a mangiare. Drago le strinse leggermente la spalla, le dita dell’altra mano che tamburellavano sul tavolo improvvisato con una tavola da surf buttata via.
<< Da quant’è che non mangi qualcosa che sia più grande di una pantegana? >>
<< Altro cibo oltre i topi? Tipo? >>
Drago si aspettava una risposta del genere, si caricò Winter sulle gambe e tentò di infilarle in bocca un’enorme pezzo di aragosta grigliata.
<< Mi prendi per il culo?! Vuoi dire che ti fai fuori quei così ogni giorno?! >> le disse irritato Drago.
<< Che c’è di strano? A me piace la carne di ratto! >> replicò lei, tentando di sfuggire al fratello e al cibo indesiderato.
<< Questo spiega perché sei maledettamente magra! Mangia! >> le ordinò Drago, punzecchiandole il ventre con le dita aguzze.
<< No grazie, sono allergica ai crostacei. >>
<< Io invece sono allergico alle stronzate! Ho detto di mangiare! >>
Fu una battaglia persa per la ragazzina, il fratello la costrinse a mangiare il cibo davanti a loro mettendoglielo con la forza in bocca: per una ragione assurda, Winter fin da piccola non aveva mai mangiato il tipico cibo umano, si giustificò dicendo che non era allettante come i topi o gli insetti che costituivano il suo pasto quotidiano. Drago raccontò che ci fu un periodo in cui lui e sua sorella erano stati costretti a mangiare tutto ciò che trovavano di commestibile, in particolare i ratti, solo quando si erano avventurati nella civiltà dei mortali aveva cominciato a prendere sia per sé che per lei roba più nutriente e meno disgustosa… e a quanto pare Winter non aveva gradito dato che, come lei stessa svelò dopo tanti anni di “segretezza”, non si era entusiasmata in quel cambio di menù. Nessuno avrebbe mai detto che fosse così schizzinosa nel mangiare.
<< Capirei la tua riluttanza se parlassimo di verdure, ma tu sei un carnivoro è devi divorare qualsiasi cosa! >>
 Winter provò a replicare ma Drago le tappò la bocca in modo che prima fosse costretta ad ingoiare quel che stava mangiando. Solo fatto questo potè difendersi verbalmente:
<< Qualsiasi cosa? Guarda che sono un serpente, non un dragone! Il mio stomaco non è senza fondo come il tuo! E poi scusa, da quando in qua ti preoccupi per la mia dieta? Di solito te ne fotti di questo genere di cose! >>
<< Sei mia sorella e fai quello che ti dico io! >>
<< Tanto non cambio idea! Questa roba non mi piace! >>
<< La mangi lo stesso! >>
 
Il siparietto andò per le lunghe, gli umani da parte loro avevano finito di mangiare e si erano allontanati per non essere coinvolti nella guerra del cibo.
 
Non c’era molto da fare nella discarica, l’unico passatempo erano i rifiuti stessi che combinavano tra loro per realizzare assurdi macchinari senza senso o addirittura dei robot da distruggere in seguito per gioco. Gran parte di quella spazzatura era costituita da ferrivecchi futuristici, studiarne la complessa struttura rendeva interessante la permanenza, in particolare sperimentarla e vedere che genere di effetti speciali sapeva creare. L’ultimo “giocattolo” che trovarono era una specie di sfera stroboscopica capace di creare degli ologrammi incredibilmente realistici, la collegarono ad una vecchia Playstation con un gioco caricato dentro e l’effetto ottenuto su la materializzazione quasi vera dei personaggi virtuali intorno a loro. I gangster si intrattennero con quel giocattolo fino a quando la batteria di entrambi gli aggeggi non esplosero a causa dell’eccessiva potenza, proiettando i componenti ovunque.
<< Bene… di nuovo a romperci le palle! Almeno in quel tugurio di città ci si poteva divertire, giusto yo? >>
<< Yeah bro’, qua è peggio che sorbirsi un’intera giornata di scuola. Che si combina adesso? >>
<< Facciamo un giro dawg, c’è ne usciamo da questo buco e vediamo se becchiamo qualcosa di figo in questa specie di set cinematografico futuristico. >>
<< Siamo con te Ice-man. >>
Il trio era in comune accordo, si diressero verso l’uscita della discarica senza avvisare il loro capo.
Uno sparo interruppe la marcia, un secondo li fece nascondere dietro un cumulo di lamiere per nascondersi, udendone subito dopo molti altri.
La prima cosa che pensarono fu che la polizia avesse beccato i due demoni, forse quelli della Sezione 13 in incognito perché non sentirono alcuna sirena, ma nemmeno urla di soldati o qualsiasi altro genere di suono che ricordasse l’operazione in atto di una squadra militare, solamente spari assordanti. Nelle attuali condizioni loro non potevano fare niente per affrontare chiunque stesse sparando all’impazzata, non avevano la pellaccia da demone per scongiurare ferite da proiettile, ciò nonostante si diressero con cautela verso la fonte per scoprire cosa diamine stesse accadendo.
Erano a metà strada dal luogo in cui avevano mangiato quando incontrarono Drago e Winter, se ne stavano andando nella direzione opposta di soppiatto visibilmente allarmati; Drago fece segno di restare in silenzio proprio mentre ci furono altri spari nell’aria, susseguiti da un ringhio animalesco mescolato ad un guaito simile a quello di un cane ferito: qualunque bestia fosse ferita il suo respiro affannato accompagnava il guaito stavolta più indebolito, sentirono anche dei passi pesanti… molto pesanti… di uno che doveva avere degli stivali e dei piedi enormi.
<< Sayonara amico. >> disse una voce tonante.
Un ultimo sparo e poi tutto tacque.
I due demoni e i tre umani non ci stavano capendo nulla, chiunque ci fosse non osarono sbirciare per non finire sparati.
Preferirono andarsene invece di scoprire chi avesse invaso il loro territorio, se il tipo aveva il grilletto facile tanto valeva salvarsi le chiappe prima che li trasformassero in kebab, incrociando le dita perché ciò non avvenisse.
<< Ehi ragazzi, ve ne andate così presto? Non mi offrite nemmeno da bere? >>
 
Tutti e cinque imprecarono mentalmente, erano stati beccati…. da chi fu la cosa più impressionante.
 
Era un uomo, almeno in parte, la sua pelle completamente rossa dal capo ai piedi, sulla fronte aveva due strane rotondità levigate e la testa era in parte calva, i capelli rimasti erano neri e raccolti in un piccolo codino dietro la nuca, i suoi occhi di un accesso arancio erano piccoli ma penetranti, la mascella sporgente con folti basettoni e un minuscolo pizzetto sul mento. Indossava una larga e lunga giacca marrone provvista di numerose tasche, ciò nonostante si riusciva a capire la muscolatura possente delle braccia e delle spalle, la maglietta nera risaltava i pettorali, i pantaloni erano anch’essi neri e alla vita teneva un cinturone di cuoio con bordature dorate e la fibbia rossa rubino.
La mano sinistra teneva un accendino la cui fiamma brillava per accendere un sigaro cubano, la destra… la destra invece era il doppio dell’altra, ricoperta di crepe come la roccia, fino al gomito aveva una roba che sembrava un cilindro… una roba indescrivibile insomma…. la coda che saettava tra le gambe.
L’odore pungente del sigaro impregnò l’aria già malsana della discarica, il diavolo respirò una profonda boccata rilasciandola poco dopo dalle narici con tranquillità, scrocchiandosi il collo e ripulendosi la giacca da sospetti frammenti viola che parevano carne tritata.
<< Un goccio di birra mi tirerebbe su il morale, oggi è stata una giornata di merda. Anzi… dal mal di schiena direi che l’intera settimana è stata di merda… >> disse l’uomo in rosso, scrocchiandosi anche la schiena.
<< Allora? Nessuno di voi ha una lattina da passarmi? >>
L’unica cosa che il “rosso” ottenne fu una palla di fuoco dritta in faccia.
Drago era incredibilmente alterato, furioso addirittura, le pupille degli occhi ristrette come quelle di un gatto e le fauci completamente infuocate, trattenuto a stento da Winter anch’essa innervosita quanto lui.
<< Questo non mi è piaciuto. >> disse il “rosso”, fissando accigliato il sigaro incenerito.
<< D-man! Che cazzo hai fatto?! Ti si è fuso il cervello?! >> urlarono simultaneamente al demone, scioccati.
<< Tacete! Questa è una faccenda che non vi riguarda! >>
<< Ma ti rendi conto di che diamine hai fatto?! Hai appena colpito Hellboy! >>
Hellboy era il nome con cui era conosciuto l’individuo dalle sembianze demoniache davanti a loro.
La sua imponente figura era conosciuta in mezzo mondo, leggende più che altro che il governo insisteva nell’affermare fossero del tutto inventate come gli UFO o i fantasmi, eppure, a differenza di questi, le testimoniante apparivano concrete e non roba falsificata al computer. L’unico “mezzo” che era riuscito a far conoscere questo misterioso personaggio era un fumetto, un ridicolo e innocuo gruppo di fogli colorati che raccontavano le paranormali imprese di questo diavolo difensore del genere umano.
Già… perché di solito i diavoli preferisco ucciderla la gente, non salvarle la vita con roba tipo acqua santa e rosai.
Le storie sull’origine di Hellboy erano svariate e una più assurda dell’altra, alla fine non si sapeva quale svelasse la ragione per cui fosse diventato un eroe della razza umana…. Drago e Winter sembrava che lo sapessero dal modo in cui lo trattavano.
<< Rinnegato delle Tenebre! Figlio bastardo salvato dagli uomini! Avevo sentito della tua esistenza e non osavo credere che uno di noi avesse preso le difese dell’umanità! >> ringhiò furioso il demone.
<< Si, sono uno a cui piace incasinare le cose. >> rispose con un sorriso sornione Hellboy.
<< Quale assurdo incantesimo hanno usato su di lui per costringerlo a fare una cosa così contro natura? >> domandò Winter, incredula alla storia del diavolo in rosso.
<< Nessun incantesimo sorella, nessun trucco o lavaggio del cervello… si tratta solo di tradimento! Questo bastardo sa da dove viene e da cosa è stato generato, conosce la sua vera natura ma ha indecentemente deciso di seguire la via dell’uomo! >>
<< Ehi piccoletto, abbassa la cresta. Non mi faccio giudicare da un moccioso che puzza ancora di latte. >>
Drago tentò di colpire il “traditore” azzannandolo alla gola, ma il suo movimento fu troppo lento e questo lo notarono tutti, Hellboy riuscì a placarlo e lanciarlo alle sue spalle contro un cumulo di televisori rotti. Drago si rimise in piedi all’istante, lo caricò di nuovo come un toro, provando a staccargli la testa o trafiggerlo con gli artigli, il suo avversario riuscì ogni volta a parare i colpi mortali usufruendo spesso il braccio amorfo che utilizzava come una sorta di scudo. Scintille dorate scaturivano all’impatto con il materiale roccioso che formava l’arto di Hellboy, accecanti particelle di fuoco che incenerivano qualunque cosa su cui andassero a posarsi, sciogliendo il materiale come acido.
Improvvisamente Drago si fermò di colpo, piegandosi su se stesso e tossendo sangue, Winter gli andò incontro allarmata mentre, Drago cacciò la ragazzina in modo violento, non voleva l’aiuto di nessuno.
<< Che ti prende ragazzo? Ti manca il fiato? Ero convinto che volessi farmi fuori. >> gli chiese in tono strafottente Hellboy.
<< Fottiti stronzo! >> ringhiò Drago.
Winter tentò di attaccare il diavolo di sorpresa, a questo bastò bloccarla con la mano normale e tenerla a bada con una semplicità impressionante, un gesto che metteva chiaramente in rilievo l’immensa differenza di forza tra i due. La ragazzina, nonostante tutto, non si fermò, agitando i pugni in aria come una pazza, insultando a tutto spiano e sibilando sonoramente prima che lo stesso Drago l’afferrasse per uno dei corni e la lanciasse addosso al trio di gangster che la prese al volo.
<< Non ti intromettere! >> le urlò furiosamente.
Lei  lo guardò scioccata, tenendosi la testa.
Era ovvia la ragione per cui il rinnegato fosse lì presente: lo avevano chiamato per risolvere il caso delle rovine di San Francisco, segno che la Sezione 13 voleva a tutti i costi scoprire gli antefatti dell’esplosione che aveva sconvolto il suo americano. Erano fregati in parole povere, Drago era l’unico che poteva tenergli testa ma nel suo stato attuale poteva solo farsi prendere a calci nel culo, ed Hellboy questo l’aveva capito subito, si era reso conto che non aveva nulla da temere.
 << Adesso vediamo di darci una calmata gente, io qui sto solo lavorando, non sono in cerca di rogne. >>
<< Allora che cosa ti ha condotto qui? >>
<< Oh, niente di particolare: solo una gigantesca esplosione nel cuore della città vecchia. Voi non sapete niente di questa storia, vero? >>
Ovviamente nessuno rispose, una sola parola e sarebbero stati sbattuti in prigione.
<< Dì un po’ ragazzino, che cosa ti è successo? Hai una faccia che ricorda un morto. >>
Drago non rispose, si limitò a ruggire e a rimettersi in piedi, allontanandosi all’indietro.
L’enorme pistola che gli venne puntata contro li bloccò, la canna argentata era talmente grossa che poteva assomigliare ad un bazooka in miniatura, dall’impugnatura pendeva un rosario marrone e una delle dita di Hellboy era posizionata sul grilletto.
<< Non fare cazzate. >> disse il diavolo mentre tentava di accendersi un secondo sigaro.
<< Sei stato tu che hai fatto esplodere San Francisco, lo hai già fatto in passato, giusto Drago? >>
Il demone sgranò gli occhi: come faceva a conoscere il suo nome?
Fino adesso sua sorella e i suoi leccapiedi non lo avevano nominato… a meno che una sua conoscenza non avesse aperto bocca.
<< Si, io ti conosco ragazzino, il tuo caso mi era stato affidato all’epoca della tua “entrata in scena”, ma sei stato messo a cuccia prima che mettessi le cartucce al mio “Buon Samaritano”. Credevo che i viaggi nel tempo fossero roba da Star Trek, e invece nel tuo dossier mi trovo scritto che sei un viaggiatore nel tempo. Ammetto che questo caso mi aveva entusiasmato, ma sfortunatamente, per una serie di circostante, non ho avuto il piacere di conoscerti. >>
<< La delusione è reciproca: andando nel passato avevo ricevuto tue notizie e ucciderti mi allettava parecchio. >>
Ci fu uno scambio di risate tra i due, nonostante tutto non abbassarono la guardia, entrambi sarebbero potuti scattare l’uno sull’altro da un momento all’altro come dei leoni.
<< Il furgone è qua vicino, c’è lo facciamo un giretto? >>
<< Non frequento i rifiuti, io prediligo l’elite. >>
<< Vedrò di farti dare una cella in condivisione con uno dei nostri ospiti Vip. >>
<< Cella? Spiacente bastardo, non ho intenzione di sprecare altri anni in galera. >>
La dichiarazione di Drago non fu di sole parole, la voragine che creò fu la prova delle sue intenzioni. Hellboy vi sprofondò all’istante, risucchiato nel vortice di roccia e sabbia, imprecò a denti stretti nel tentativo di uscirne fuori e maledicendo tutti gli dei che gli venivano in mente. Drago urlò alla sorella e agli umani di correre prima che riuscisse ad uscirne, nessuno se lo fece ripetere e scapparono all’istante prima che il diavolo si scatenasse.
 
Si erano allontanati di pochi metri quando il concerto di spari riprese.
Tentarono di rallentare la corsa dell’inseguitore facendo crollare alle loro spalle le montagne di rifiuti, il fracasso prodotto dalla spazzatura arrugginita si confuse con l’eco degli spari e le maledizioni sia di Drago che di Hellboy. Il demone utilizzò ogni suo Chi, persino Winter diede fondo a tutte le arti magiche che conosceva per poter rendere la fuga più facile e il nemico meno pericoloso, ma con quest’ultimo si rese conto con orrore che era immune alla sua magia e il suo Ghiaccio si frantumava come delicatissimo cristallo quando era colpito da proiettili. Come se la situazione non fosse già abbastanza incasinata, quel traditore sembrava avere la stessa pellaccia dura di un demone poiché niente che gli cadeva addosso gli faceva battere ciglio, non un graffio, nemmeno con i Chi degli altri demoni.
Gli umani urlavano a ripetizione che sarebbero morti, fratello e sorella gli avrebbero tagliato la lingua pur di sfarli smettere di sbraitare come degli idioti, eppure nel loro attacco di panico ebbero la prontezza di prendere le loro cose e azionare le piccole bombe fabbricate “in casa” che lanciarono con una specie di piccolo lanciarazzi nella speranza di salvarsi il culo.
Per qual motivo avessero paura di Hellboy, anche se lo conoscevano solo come fumetto, non era molto chiaro.
Vedendosi messi alle strette, Winter tirò fuori la maniglia magica e urlò a tutti di piombarsi verso la prima porta che trovavano, quando la localizzò infilò l’artefatto al posto della maniglia e la girò completamente aprendo così l’ingresso e permettere a tutti di salvarsi prima che fosse troppo tardi.
 
Richiuse la porta prima che il cacciatore riuscisse a prenderli, il suo faccione sparì da dietro la porta di metallo e vi cozzò contro, l’urto la scardinò ma dietro di essa non c’era niente… solo un vasto giardino… e la stessa dicasi per Hellboy rimasto a San Francisco che ripresosi dal colpo non vide altro che l’interno disordinato dell’ufficio del guardiano della discarica.
 
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<< Io lo ammazzo quel figlio di puttana! >>
<< Yo Grande D, ma tu vuoi crepare sul serio! Quello lì che ci beccava ci ammazzava! >>
<< L’unico vero demone che dovete temere sono io! E dove cazzo siamo finiti adesso?! >>
Il nuovo panorama aveva un atmosfera aliena, hotel e lussuose ville troneggiavano nelle strade in un pesante stato di degrado, mescolati a negozi abbandonati della medesima categoria. Non c’era un’anima in giro, solo i cani randagi popolavano l’inquietante posto che presentava solo strutture adibite al turismo, nel cielo rannuvolato di grigie nubi di pioggia alcuni gabbiani litigavano in volo tra di loro starnazzando in modo fastidioso, coprendo in parte l’eco di quelle che sembravano onde del mare.
Il particolare più interessante fu notare che la tecnologia di quelle parti era praticamente preistorica, niente computer o bancomat, le macchine sui marciapiedi erano dei vecchissimi modelli che avrebbero fatto la felicità dei collezionisti, i televisori riversi sui banconi dei pub a raccogliere polvere erano di quelli grossi e tozzi con le antenne sulla testa. Riattivarono una vecchia utilitaria e a bordo di essa esplorarono i dintorni senza trovare vistosi cambiamenti, era tutto abbandonato e niente più, in balia delle intemperie della natura.
Trovarono finalmente un indizio grazie a un pacco di giornali ancora integro, gettato a terra vicino all’ingresso di un edicola con la mercanzia che emanava un tremendo tanfo di carta ammuffita, gran parte delle riviste erano state divorate dai topi che scapparono nelle tane sparse ovunque.
<< 1974? Cavolo, questo posto è più vecchio di quanto pensassi. Questo giornale risale all’epoca della sua ultima stampa, è una specie di testimonianza del passato. >>
<< Ma che cazzo…?! Yo shrimp! Testimone di cosa? Di questa merda? Questo schifo sembra uscito da una guerra o roba simile, you feel me? >>
<< Per una volta ci ha azzeccato biondino: siamo finiti a Varosha, un quartiere di Famagosta dell’isola di Cipro. è una vera e propria città fantasma che è stata abbandonata durante lo scontro avvenuto fra le tue etnie differenti della popolazione locale. >>
<< Una città fantasma? Cool! Credevo che solo noi Americani avessimo questi posti fighi. >>
<< A dire il vero non è una vera e propria città, bensì un centro turistico. Quando l’esercito arrivò tutti i turisti e gli abitanti sono scappati e da allora la zona è abbandonata, esiliata dal resto del mondo. >>
<< “Esiliata” è proprio la parola giusta. Staremo qui fino a quando le acque a San Francisco non si saranno calmate e quello stronzo di un “cacciatore di demoni” non avrà tolto le tende. >>
<< Yo D-man, è se Profondo Rosso ci becca anche qui? >>
<< Lo ucciderò. In quanto a te… >>
disse Drago a Winter, tirandole i capelli.
<<…Stavolta rimai al tuo posto. >>
 
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San Francisco, ore 00:00
 
Hellboy aveva appena finito di fumare il ventesimo sigaro.
Tutti i pacchetti, compresi quelli di scorta, erano esauriti.
Gettò via il mozzicone consumato e piegò la testa all’indietro, le gambe sistemate sopra la scrivania e le braccia a penzoloni lungo i fianchi, l’interno del camion-ufficio era avvolto da una coltre di fumo nauseante, solo entrandoci si poteva notare, dall’esterno i vetri delle finestre erano oscurati e nessuno ovviamente poteva sapere che cosa stesse accadendo dentro. A parte il fumo nell’ufficio, oltre alla scrivania che Hellboy usava come poggia gambe, si trovavano un numero incalcolabile di armi da fuoco e proiettili, reliquie sante e libri su cacciatori di demoni e prede sconfitte da questi. Hellboy aveva mollato quel lavoro da moltissimo tempo, si era stancato di nascondersi dal mondo intero, rimanere imprigionato nella struttura segreta BPRD e uscirne solo quando doveva ficcare un proiettile in testa a qualche brutta faccia. Per quanto gli piacesse incasinare ogni cosa, si era rotto le palle di essere un prigioniero, da quando aveva mollato il lavoro si sentiva finalmente libero dalle catene dell’oppressione.
Dal suo auto-licenziamento nessuno del vecchio staff lo aveva più cercato, poi un giorno vengono a bussare alla sua porta chiedendogli di aiutarli per una missione tanto delicata quando pericolosa. C’erano dei fascicoli sparsi ovunque in maniera disordinata nell’ufficio, tutti siglati con le lettere BPRD, foto e fogli che fuoriuscivano dalle custodie, tra queste c’era anche quella di Drago, l’unica che interessava l’ex cacciatore di demoni.
Drago per lui era solo un ragazzino viziato che voleva a tutti i costi un giocattolo, se quelli della Sezione 13 lo consideravano una minaccia era solo perché il moccioso poteva contare sulla roba proibita dei suoi esiliati parenti, senza di essi sarebbe solo una lucertola troppo cresciuta e nulla più. Anche lui era stato esiliato, eppure se l’era trovato di fronte, tutti gli agenti gli avevano detto che era imprigionato per sempre, nessuno dunque sulla faccia della Terra sapeva che si aggirava nuovamente per i continenti con i soliti vecchi propositi. Stava facendo tutto in segreto, non voleva attirare l’attenzione come già fatto una volta, un bel problema per i suoi vecchi carcerieri che non immaginavano di dormire sonni tranquilli con il loro giovane carcerato nei paragi.
Sfogliò con poco interesse tutte le pagine riguardanti lui, erano elencati i suoi punti forti e deboli, di solito non si interessava a certe cose e andava dritto al sodo con l’obiettivo da eliminare qualunque cosa fosse affamata di carne umana; il dossier citava anche i tre ragazzi insieme a lui e stranamente niente riguardante la ragazzina dai capelli azzurri, nemmeno negli altri fascicoli. Se ne sarebbe occupato in seguito, gettò via i documenti e si equipaggiò armato fino ai denti, uscì dal camion e urlò ai colleghi di prepararsi per il viaggio mentre una specie pendolo dondolava in tondo nella sua mano.
Era il momento di andare a caccia.
 
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Varosha, ore 05,00
 
L’Ice Crew non seppe dire cosa fosse più palloso in quel momento tra i latrati dei cani che si azzannavano tra di loro e le urla dei due demoni.
Non avevano fatto che litigare per tutta la notte, non avevano smesso di discutere nemmeno un secondo, impedendogli di dormire sugli scomodi letti dell’albergo scelto dove risiedere. Stavano per impazzire, un’altra notte in quella maniera e ad incazzarsi sarebbero stati loro…
…E anche se fosse successo a Drago e Winter non sarebbe importato.
 
Fratello e sorella stavano discutendo su quanto era avvenuto durante l’incontro con Hellboy: la ragazza non aveva gradito l’atteggiamento aggressivo del fratello maggiore nei suoi confronti quando aveva provato ad aiutarlo, quest’ultimo invece era furioso per questa sua azione che considerava un insulto alle sue capacità.
Avevano idee opposte a riguardo, sentimenti contrastanti che rendevano il loro rapporto molto complicato.
<< A differenza di te non mi sto attaccato al culo! >>
<< Sei un’idiota! La prossima volta lascerò che ti impalino visto che ci tieni a schiattare! >>
Winter se ne andò furiosa uscendo dall’ormai decadente salone d’albergo sbattendo la porta a vetri che andò in frantumi, il ghiaccio si formava rapidamente intorno a sé scaturito dall’ira del suo cuore; Drago era su uno dei vecchi divani rossi con la braccia conserte, il suo corpo che emanava vapori infuocati.
Trovava la discussione totalmente inutile e priva di ragione: lui era in grado di cavarsela benissimo da solo!
Era un disonore per un fiero dragone essere aiutato!
Winter doveva capire che i demoni, a differenza degli umani, non avevano bisogno di una vergogna simile tra di loro!
Sospirò profondamente, qualche fiamma fuoriuscì sia dalle narici che dalla bocca, si passò entrambe le mani sulle corna e frustò l’aria con la coda. Si alzò di scattò e andò dietro a Winter, gli seccava lasciare in sospeso un argomento di tale importanza, doveva insegnarle che le cose stavano così e basta, e lo avrebbe fatto sia con le buone che con le cattive. Sapeva dove trovarla, quando era incazzata si rifugiava in un posto a stretto contatto con la natura, e l’unico posto in quella giungla di hotel dove la natura non era contaminata dal cemento era la spiaggia, a poca distanza dal loro resort: la striscia di soffice terra che si inabissava nel mare appariva fredda e sporca, c’erano resti di ombrelloni, sdraio semi sepolte nella sabbia e soprattutto cuccioli di tartarughe marine che strisciavano verso l’acqua.
I piccoli acquatici si affannavano per gettarsi in mezzo alle onde, Winter aiutava i più lenti a congiungersi con il loro elemento; ogni tanto ne prendeva uno tra le mani e lo coccolava, accarezzandogli le pinne e la testa con la punta delle dita, aveva sempre avuto un debole per gli animali ma non le aveva mai permesso di tenerne uno, anche perché i demoni non provavano apprezzamento per nessuna creatura terrestre a meno che non la si dovesse mangiare. Drago la osservò a lungo, seguendola in silenzio senza rivelare la sua presenza, pensando a quali difetti doveva correggere… prima di allora non si era mai davvero preoccupato di dare una sorta di istruzione a sua sorella, fin dall’infanzia i demoni avevano già lo spirito del cacciatore e del divoratore di carne nelle loro vene, sapevano già cosa fare senza bisogno di essere accuditi o seguiti costantemente come nel caso dei bambini umani…. ma lei era un soggetto molto particolare.
Già, molto particolare.
 
Si pentì di non averle dato le dovute attenzioni.
Stava rischiando di perderla.
Di nuovo.
 
Una brusca frenata d’auto seguita da uno schianto lo distolse dagli obiettivi prefissati, del fumo lo guidò verso il luogo dell’incidente dove trovò un veicolo militare riverso su se stesso, i segni di frenatura sull’asfalto e alcuni frammenti di automobile sparsi ovunque. Winter aveva detto che Varosha era sotto dominio militare, quel convoglio dunque non era lì per caso, probabilmente in ricognizione.
La cosa non gli interessava particolarmente, però sarebbe stato un peccato lasciare tutta quella buona carne a marcire.
Sollevò l’auto rimettendola dritta, leccandosi le labbra, i corpi dei passeggeri erano ancora a bordo… decapitati.
Drago rimase sorpreso, ad un esame più attento si rese conto che il taglio del collo era seghettato, i muscoli e le ossa apparivano “tirati” all’infuori, strappati con la forza.
Quei due non avevano perso la testa a causa dell’incidente, gliela avevano divorata.
Si voltò in tempo per parare il morso del predatore, con una scossa elettrica lo uccise all’istante, ma… che razza di bestia era??! Assomigliava ad un cane ma era completamente spellato, i muscoli lo ricoprivano completamente, non aveva occhi e orecchie, i denti nel muso allungato che presentava due fori per il naso, le zampe erano tozze e lungo la spina dorsale spuntavano piccoli frammenti d’osso aguzzi.
Quell’animale era orripilante, da quale assurdo gioco allucinogeno era uscito fuori? Emanava un tanfo orribile, si diffuse rapidamente nell’aria che ne venne contaminata… troppo rapidamente… capì subito che quel cane non era l’unico esemplare.
Udì dei latrati lontani accompagnati a degli spari, il senso del pericolo alle stelle, subito si diresse alla spiaggia per raggiungere Winter e portarla via da lì, sperando che magari lei sapesse dare una risposta su ciò che stava accadendo.
Sembrava che Varosha non fosse così abbandonata.
 
La sabbia era fredda, il vento gelido.
Il mare cominciava ad agitarsi e delle piccole tartarughe non c’era più traccia.
La sorella fissava l’orizzonte con malinconia, non accortasi che lui la stava raggiungendo.
Trasalì quando Drago le prese un braccio, chiaro segno che fino a quel momento era persa nei suoi pensieri.
<< Lasciami in pace. >> disse secca.
<< Siamo incasinati, non fare i capricci proprio adesso. >> le rispose lui con lo stesso tono.
<< Se sono casini tuoi risolviteli da solo. >>
<< Fai come ti dico! >>
 
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MC Cobra non riusciva distogliere lo sguardo sul panorama desolato.
Odiava i luoghi disabitati, quando aveva detto che le città fantasma erano cool in realtà mentiva, li disprezzava a morte.
Gli facevano tornare in mente brutti ricordi.
Come se non bastasse in quel posto tirava una brutta aria, se ne sarebbe andato via all’istante se avesse potuto, invece era costretto a restare in quel tugurio con i suoi compagni. Aveva provato a rilassarsi con del Tai chi ma era fiato sprecato, era troppo nervoso per trovare l’equilibrio che lo aiutasse a ignorare il tormento del passato dentro di lui.
<< Yo bro’, scolati una birra. >> gli disse Strikemaster Ice, lanciandogli una bottiglia.
Cobra la prese al volo e usando un accendino la stappò.
Si sedette sul cornicione del balcone appoggiando la bevanda accanto a sé, le gambe a penzoloni sul vuoto che solo i gabbiani osavano sorvolare; tirando fuori dalla tasca dei pantaloni un pacchetto di sigarette leggermente rovinato da cui ne prese una, appoggiandola sulle labbra mentre tentava di accedere la fiammella dell’accendino.
<< Stressato? >> gli chiese il biondo.
<< Abbastanza. >> gli rispose l’altro, agitando l’oggetto di plastica per capire se fosse vuoto o no.
<< Non avevi blaterato di voler smettere? >>
<< Ho detto che preferivo fumare dopo essermi fatto una bella pupa. >>
DJ ridacchiò divertito, borbottando sottovoce qualcosa di simile ad un “illuso”.
Finalmente Cobra riuscì ad accendere la sigaretta e respirare profondamente l’essenza sprigionata dalle erbe macinate all’interno; il fumo fuoriuscì sottoforma di una nuvoletta sia dal naso che dalla bocca, gli effetti “benefici cominciavano a far subito effetto nel metabolismo del ragazzo che iniziava a sentirsi meglio, con l’aggiunta della birra l’effetto brio era assicurato. La cenere si disperdeva nel vento, il calore emanato dalla cartina era l’unico che riscaldava il giovane gangster che fissava ipnotizzato il mondo abbandonato.
<< Voglio sbaraccare da questo posto… >>
<< Yeah, è uno schifo. Non c’è modo per spassarsela, you feel me? >>
<< Non intendo quello yo. Io parlo di questo “futuro”… cazzo… all’inizio mi piaceva, era da sballo, ma adesso… è tutto fottutamente pesante da sopportare. >>
<< Parla chiaro Cobra, che cazzo ti passa per il cervello? >>
MC Cobra inspirò profondamente la sigaretta prima di parlare, consumandola a metà rapidamente.
<< Voglio mollare questo lavoro. Fare il demone è cool… ma questa roba si sta facendo seria. >>
<< Parli di D-man e Wikipedia? è roba che passerà non appena il boss si leverà dalle scatole la mocciosa. >>
<< Non me ne frega un cazzo di quei due! Non sono loro che mi rompono! Io…! Io temo che qui finiamo ammazzati! è stavolta sul serio… >>
<< Yo Cobra, stai sparando minchiate, vero? Non vorrai dirci che molli la banda? >>
 
Cobra non fece in tempo a rispondere, una freccia gli trafisse la spalla all’improvviso.
Il colpo gli fece perdere l’equilibrio, DJ fece in tempo a prenderlo prima che precipitasse dal palazzo e a tirarlo all’interno dell’appartamento mentre altre frecce sferzavano l’aria.
 
Il sangue fuoriusciva a fiotti dalla ferita, il ragazzo tremava violentemente urlando in preda al dolore, costretto con la forza a restare fermo per impedirgli di tirarsi via da solo il dardo infilzato nella carne da parte a parte. Udirono dei latrati di cani riecheggiare dall’esterno dell’appartamento, udirono anche delle voci umane ma non capirono la lingua, l’unica cosa certa era che dovevano sloggiare: assicurandosi che non ci fossero pericoli nel corridoio, DJ Fist e Strikemaster Ice si caricarono il loro compagno Cobra e corsero rapidamente verso le scale anti-incendio, scendendole rapidamente frattanto che l’abbaiare dei cani aumentava e le frecce riprendevano a sfrecciare addosso a loro. Schivarle fu maledettamente difficile, chiunque le stesse lanciando era davvero abile, solo un’improbabile dose di fortuna impedì ai due gangster di non fare la fine del loro collega che ancora imprecava per l’agonia.
La salvezza apparve chiara quando finalmente giunsero alla fine della rampa di scale, ma gli orribili quattro cani scuoiati che gli sbarrarono la strada cancellarono quella sensazione. Il branco si gettò su DJ Fist azzannandolo con selvaggia ferocia, il massiccio ragazzo lottò con tutte le sue forze per sopravvivere all’attacco mirato a togliergli la vita, i morsi facevano male ma non osò nemmeno pensare di fermarsi per contemplare il dolore, altrimenti l’unica cosa che avrebbe sentito dopo sarebbe stata la morte. Ad un tratto uno dei cani crollò a terra, la testa perforata da un colpo di proiettile, poco distante c’erano due tizi armati, forse i soldati dell’esercito menzionato da Winter, i quali fissavano con terrore e disgusto gli animali. I due ospiti improvvisi attirarono l’attenzione delle 3 bestie, allettate dalle nuove prede gli corsero incontro abbaiando, non fermandosi nemmeno quando colpiti dai proiettili. L’Ice Crew non rimase ad assistere all’imminente carneficina, approfittarono del momento per allontanarsi, usufruendo di un vecchio furgoncino che con difficoltà riuscirono ad avviare, sgommando via.
<< Yo Fist?! Sei ancora integro?! >> urlò Ice al compagno ferito mentre guidava.
Nonostante il fiatone e il sangue che gli ricopriva gran parte del corpo, il silenzio ragazzo riuscì a fare il segno dell’ok.
Chiamò anche Cobra, ma questo era quasi svenuto, pallido come un cadavere.
Ice imprecò ripetutamente, schiacciando furiosamente l’acceleratore.
Manco poco che investì i due demoni che comparvero in mezzo alla strada dal nulla, inseguiti dalle stesse bestie che avevano incontrato, frenando bruscamente. Drago e Winter saltarono a bordo incitando il giovane guidatore ad andare via subito.
<< Che cazzo sta succedendo Drago?! Cosa sono quei bastardi?! >> urlò il biondo scioccato.
<< Non fare domande e guida! >> gli rispose il demone, lanciando sfere di fuoco sui cani.
Nonostante la velocità, i mostri riuscivano a stargli dietro senza alcuna fatica.
Nel frattempo che Drago tentava di abbatterli, Winter si occupava della grave ferita di Cobra, iniettandoli antidolorifici e ricucendoli la pelle, tamponando ogni volta che usciva troppo sangue, per DJ era bastato qualche punto e una forte dose di adrenalina.
<< Che cosa lo ha colpito?! >>
<< Non lo so! Non lo so! Non ne ho la più fottuta idea! è successo all’improvviso! Noi eravamo per cazzi nostri è poi lui è crollato! >>
Winter era senza parole.
Pensò che l’umano fosse incredibilmente fortunato ad essere ancora vivo.
Se fosse stato colpito in un punto vitale come il cuore non ci sarebbe stata alcuna possibilità di salvarlo.
<< Siamo riusciti a seminarli! >> esordì Drago, quando non vide più gli inseguitori.
La piccola vittoria fu bruscamente cancellata.
Il furgone venne colpito di lato da una specie di bomba che lo fece ribaltare su se stesso, roteando su se stesso in una sfrigolante frenata tra scintille rosse e ferro incrinato. Il furgone si fermò solo quando cozzò contro un edificio, Drago e Winter furono i primi ad uscire, L’Ice Crew era ancora all’interno privo di sensi, leggermente contusi o feriti.
<< Scusate ragazzi, ma la vacanza è finita. >> esordì Hellboy, avvicinandosi al gruppo con appoggiato sulle spalle una grossa balestra d’acciaio, sulla schiena invece portava due sacche colme di frecce, una con normali punte di ferro e l’altra con punte dotate di piccole granate
<< Cacchio, siete ancora dei bambini ma avete coraggio da vendere. Mi avete sorpreso, lo ammetto. Quasi mi dispiace sbattervi in gattabuia, purtroppo però devo fare il mio dovere. >>
Sibilando sonoramente, Winter provò a colpirlo con una lancia di ghiaccio, ad Hellboy bastò pararlo con il braccio di roccia per mandarlo in frantumi.
<< Ehi signorina, non si gioca con la roba pericolosa. >>
<< So maneggiare la “roba pericolosa” meglio di te! >>
<< Che paroloni! Piccola e velenosa, proprio come una serpe. Stai attenta però o finirai schiacciata. >>
<< Sono sopravvissuta a bestioni molto più grandi di te! Più sono grossi i miei nemici e più provo piacere nel spezzargli il collo! >>
Hellboy rise alla determinazione della ragazzina, non la prendeva sul serio e questo la faceva infuriare. Con il Chi del Ghiaccio realizzò ogni sorta di arma che usò contro di lui: era offesa dal modo in la stava trattando… non era una bambina lei… era una demone proprio come gli altri! Perché non la consideravano come tale?!
Nonostante la carica che l’ira le dava non riusciva a prevalere sul diavolo, pochi colpi con l’arto gigante e due di balestra bastarono per ridurre completamente in pezzi il suo arsenale, cosa che alimentò la frustrazione.
<< Stai perdendo tempo ragazzina. >> la canzonò Hellboy.
<< Stai zitto! >> urlò Winter, sprigionando dal proprio corpo un vortice di ghiaccio tempestato di aculei.
 
Apparentemente sembrava che niente avrebbe potuta fermarla… eppure fu ciò che accadde.
 
In contrasto al suo turbine, uno di fuoco sciolse completamente l’energia che il Chi del Ghiaccio stava sprigionando.
Incredula, Winter si voltò verso Drago, il vapore e l’acqua la circondavano, generati dallo scioglimento del suo potere naturale.
<< Ti ho detto che non devi intrometterti! La testa del traditore è mia! >> le disse.
Winter urlò, prese un pezzo di ghiaccio non evaporato e glielo lanciò addosso, colpendolo in pieno viso.
<< Non sei tu adesso al centro dell’attenzione! è il mio onore che è stato insultato! Non il tuo! >>
<< Il tuo “onore”?! Sei solo una bambina!! Non sai nemmeno cosa voglia dire!! Quindi fatti da parte! >>
<< Ti sbagli! Il mio onore è marchiato quanto il tuo! >>
Il pugno che Drago diede a Winter la sbalzò a quasi 3 metri da terra, mandandola in fondo alla strada.
Il guerriero in rosso guardò entrambi con perplessità, confuso da quelle ultime parole pronunciate, frase che invece il demone sembrava aver compreso data la sua espressione di…. rimorso.
<< Senti moccioso, non sono uno che si intromette negli affari di famiglia, però se posso… >>
<< Taci. Tu non intrometterti in questa cosa. >>
<< Va bene, come vuoi. Allora questo vuol dire che siamo di nuovo io e te. >>
<< Solo io e te traditore. >>
Drago e Hellboy si avvicinarono l’uno all’altro, faccia a faccia.
Drago era totalmente concentrato su di lui, Hellboy invece stava all’erta su tutto ciò che c’era intorno a loro, pronto a reagire al minimo segno di pericolo per pugnalarlo a tradimento.
<< Hai paura bastardo? >>
<< Scherzi? Questo posto è un casino. Ci verrei ogni estate con i miei figli. >>
<< La tua tomba sarà l’unica cosa che visiteranno, se mai avranno dei resti su cui piangere. >>
L’attimo in cui cominciarono il loro secondo scontro fu talmente rapido che se ci fossero stati degli spettatori probabilmente non se ne sarebbero accorti. Era un duello corpo a corpo, niente pistole o Chi del Demone, il piacere della vittoria toccata con mano era così allettante che non lo si voleva perdere con i normali mezzi di combattimento.
Difficile dire chi avrebbe vinto, entrambi i contendenti si trovavano in perfetta parità.
Ma la natura demoniaca, si sa, spesso è imprevedibile.
Drago ad un certo punto, stanco di quella inutile perdita di tempo, fece ricorso al Chi della Terra per trafiggere con aculei di roccia l’avversario, inchiodandolo letteralmente al suolo; prese tutte le sue armi e le lanciò via in modo da assicurarsi che non le usasse ancora, approfittando solo allora per schiacciarlo con più brutalità.
<< Sei morto bastardo! >> annunciò vittorioso il dragone.
Cinque frecce trafissero la schiena di Drago simultaneamente, brillando di bianco per formare una stella, causandogli un dolore atroce che gli mozzò il respiro.
Era magia bianca, Drago l’avrebbe riconosciuta in qualsiasi momento.
La cosa più scioccante fu scoprire che tale magia e che quelle frecce erano state scagliate da Winter.
Nei suoi occhi completamente rossi leggeva la rabbia, le tremavano le mani nel reggere la balestra del suo nemico, dalla bocca colava ghiaccio liquido.
Era interdetto…. proprio lei l’aveva colpito alle spalle… lei che si era sempre impegnata ad aiutarlo nella realizzazione dei suoi progetti… lei che fino a quel momento aveva sempre fatto tutto ciò che voleva. Non l’aveva mai vista in quel modo… per la prima volta le fece paura… pareva essersi trasformata in un’altra persona.
La cosa più sconvolgente però fu percepire l’aura di magia bianca che fuoriusciva dal suo corpo.
E che razza di magia!
Il livello che percepiva poteva annientare un intero esercito di suoi simili, un potere del genere avrebbe fatto impallidire chiunque.
Come se non bastasse si ripresentarono di nuovo quei mostruosi cani, non gli saltarono addosso per divorarli, al contrario, si accucciarono ai piedi della ragazza con tranquillità, sbadigliando annoiati.
<< Diamine, ora capisco da dove vengono. Sono Mietitori Iracondi, li ha chiamati lei. >> disse Hellboy, riuscendo a liberarsi.
<< Cosa?! Lei non ha fatto niente! >> replicò Drago, costretto a stare piegato su se stesso, tentando disperatamente di rimuovere i dardi incantati.
<< Invece sì, visto che l’hai trattata di merda. >>
<< Di che cazzo stai parlando?! >>
Hellboy, data la situazione, muovendosi con cautela per non finire anche lui infilzato dalla ragazzina che apparentemente sembrava ipnotizzata o qualcosa del genere, cominciò a caricare una pistola fino a quel momento nascosta in uno stivale con dei proiettili argentati, pregando che lei non se ne accorgesse, spiegando nel frattempo ciò che sapeva.
<< Una volta mi sono ritrovato in mezzo ad una faida tra due stregoni, uno di loro era talmente incazzato con il suo rivale che le porte dell’inferno si sono aperte e ne sono usciti quegli animali. Hanno divorato l’altro stregone in 5 minuti, richiamati dalla rabbia del suo avversario che invece non hanno nemmeno annusato, poiché era stato lui a evocarli…. almeno fino a quando non ha recuperato la ragione…
Poi se ne sono andati in giro ad ammazzare gente che non c’entrava niente con loro, ne avrò fatti fuori una decina almeno. >>
<< Non è possibile! Mia sorella non è così potente da richiamare bestie simili! >>
<< Non è questione di potenza idiota! La tua sorellina è talmente alterata che è diventata una sorta di richiamo per questi stronzi! In questo stato non distingue i nemici dagli amici, lascerà che i suoi nuovi cuccioli facciano fuori chiunque, te compreso! Bisogna calmarla! >>
Calmarla?
Gli aveva piantato cinque frecce nella schiena!
In quale modo avrebbe potuto calmarla?!
<< Ma… visto che tra voi non scorre buon sangue, ciò significa che dovrò pensarci io. >> concluse il diavolo, puntandole contro l’arma ormai carica di proiettili.
Drago ruggì talmente forte che i Mietitori iniziarono ad abbaiare di risposta, alzandosi in piedi ma restando sempre vicino a Winter, impassibile alla scena.
<< Stai zitto! Vuoi diventare il loro spuntino?! >>
<< Non osare toccare mia sorella bastardo! Se l’ammazzi ti giuro che te la farò pagare! >>
<< Cosa?! Mi prendi per il culo?! Credevo che non te ne fregasse un cazzo di lei! >>
<< Non ho mai detto una cosa simile! >>
<< Le tue azioni hanno parlato per te ragazzo, lo hai dimostrato apertamente che di lei non hai cura! >>
Drago era pronto a replicare, la gelida presenza accanto a lui però lo costrinse ad ammutolirsi.
Winter gli stava puntando la balestra all’altezza della testa, i Mietitori sbavavano affamati.
Drago le disse di fermarsi ma non ottenne risposta, la ragazza era visibilmente sicura di quel che voleva fare.
 
Il demone per la prima volta si preoccupò: lo avrebbe ucciso davvero?
Non ottenne risposta, DJ Fist la colpì alla nuca con una sbarra di ferro che la fece svenire, prima che commettesse il temuto atto immaginato.
Hellboy in contemporanea sparò alle bestie demoniache, uccidendoli con rapidità.
<< Getta la pistola! >> gli urlò Strikemaster Ice, minacciandolo con una delle granate prese dal suo arsenale.
Imprecando a bassa voce, il diavolo gettò via l’arma e alzò le mani, mordendosi le labbra di frustrazione.
<< Yo D-man, sei ancora intero? >>
<< Non fare domande idiote… >>
<< DJ, accendi il motore e carica il capo a bordo insieme a Cobra. C’è ne andiamo da qui, ora. >>
<< Prendete anche mia sorella, non si sveglierà tanto presto. >>
<< Cosa?! Sei fuori di testa yo? Ti ha quasi fatto fuori! >>
<< Non discutere e fa come ti ho detto! >>
Non capendo il perché di quella cosa, Ice prese Winter e l’adagiò all’interno del veicolo mentre DJ aiutava Drago, cercando di tenere sempre d’occhio Hellboy rimasto fermo a guardare.
<< Ringrazia i tuoi dei ragazzo, per stavolta ti sei salvato. Ma non avrai per sempre qualcuno a salvarti le chiappe. Ricordalo bene. >> gli disse, prima che andassero via.
<< Riguardo la tua sorellina… prima o poi te la farà pagare per il tuo atteggiamento. >>


PERSONAGGI:
Hellboy:

Hellboy è il nome dato dal cattolico Prof. Trevor "Broom" Bruttenholm al demone Anung Un Rama, evocato sulla Terra il 23 Dicembre 1944 dallo stregone russo Grigorij Efimovič Rasputin per conto dei membri della Divisione Ahnenerbe delle SS con l'intento di cambiare le sorti della guerra ("Progetto Ragna Rok").
Hellboy viene strappato ai nazisti dalle forze alleate quando è ancora un cucciolo ed è cresciuto dal Prof. Bruttenholm come un figlio in una base dell'esercito degli Stati Uniti in Nuovo Messico. Da adulto, Hellboy diventa il miglior detective del BPRD. Hellboy, come i diavoli dell'iconografia cristiana, ha la pelle rossa, una lunga coda e due grandi corna che smussa periodicamente in modo da apparire più umano. Il suo braccio destro inoltre è stranamente ipersviluppato e costituito da una materia diversa rispetto al resto del suo corpo.


Spiegazione dell'episodio: Salve a tutti amici lettori :)
questa sezione presente a fine capitolo servirà a spiegare, soprattutto per chi non conosce tale cartone, alcune cose riguardanti l'origine della fiction dal cartone animato da cui è stato preso: Le avventure di Jackie chan (titolo originale: jackie chan adventure).
In questa settima parte spiegherò il perchè di Hellboy.

Volevo dare un taglio alla normale trama della fiction prima del finale, mi è balenata in testa questa idea di inserire Hellboy in un solo capitolo per farlo scontrare contro Drago.
In realtà volevo anche far qualcosa che svelasse alcuni elementi di Winter... non spiegati esplicitamente ma che per lo meno incuriosissero il lettore.
il rapporto tra Drago e Winter da questo capitolo in poi diventa molto più importante, un passo per scoprire quale sia la storia ( da me inventata ) tra fratello e sorella.
  
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