Mi alzai di buon'ora, mi
infilai sotto la doccia e mi vestii.
Avevo passato la giornata ad
allenarmi e cercare di recuperare il sonno perso della notte precedente. Sforzo
inutile, non avevo chiuso occhio.
Legai la spada al mio fianco e
nascosi pugnali e stelline ninja dappertutto nel mio corpo.
Con una Passaporta mi
materializzai a Grimauld Place, dove ero stato fino al giorno prima.
Erano passate ventinove ore
dall'annuncio di Lupin, ventinove lunghissime ore di tensione e angoscia, in
cui non avevo avuto pace nemmeno per un millesimo di secondo.
Non appena avevo udito che
Ginevra era stata rapita, ero stato sul punto di presentarmi al castello di
Voldemort e andarmela a riprendere, per poi uccidere chiunque avesse osato fare
tanto.
Ma ero stato trattenuto,
Silente mi aveva proibito di farlo, era troppo pericoloso agire subito: “la
salveremo domani sera...”, questo mi aveva detto, tenendomi fermo.
Avevo annuito, già progettando
di fuggire e fare di testa mia non appena ne avessi avuto l'occasione, ma era
stato impossibile, quel vecchiaccio era più astuto di quanto avessi immaginato.
Mi aveva trattenuto fino a
sera, per poi lasciarmi andare solo a condizione che Blaise venisse a dormire
al mio castello per controllare che non compissi “stupide azioni avventate, che
ammazzerebbero sia te che lei”.
O almeno, Blaise era stata
l'alternativa migliore, mi aveva proposto di portarmi a casa la Granger. No,
dico, la Granger!
Blaise si era dimostrato un
ottimo mastino, aveva preteso di dormire nel divanetto della mia camera e, a
ogni minimo rumore, si era svegliato a controllarmi.
Non ero riuscito nemmeno a
tirarmi addosso il lenzuolo senza che lui non se ne accorgesse.
E quando lo avevo quasi
pregato di lasciarmi andare a salvarla, lui mi aveva risposto categoricamente:
“Silente ha ragione, Draco. E' pericoloso, tu sei senza magia, vulnerabile e
accecato dalla paura di perderla... lo so e lo capisco, so cosa provi, ma devi
aspettare... non c'è altro modo se vuoi davvero riportarla a casa viva”
A niente erano servite le mie
accorate repliche, le mie urla rabbiose o le mie minacce, era rimasto
impassibile a tutto.
Tra l'altro, quel traditore
del mio amico, aveva ordinato categoricamente agli Elfi di non incantare alcuna
Passaporta, nemmeno se li avessi messi in guardia o ricattati, ricordandogli
che avevo diritto di vita o di morte su di loro. Assurdo!
Potrebbe aver bisogno di
me... potrebbe... no, Merlino, non voglio nemmeno considerare questa
possibilità!
Non mi ero curato delle
domande che mi avevano rivolto sbalorditi la Granger e Potter, non riuscivo
nemmeno a udirli, la mia mente era completamente altrove.
Non mi interessava che avessero
intuito i miei sentimenti, nulla importava ora che Ginny era nelle mani degli
assassini che una volta chiamavo compagni.
E ora lei è lì... Voldemort
si sarà voluto vendicare del mio tradimento? Oppure voleva completare la sua
collezione di Weasley morti?
-Sei sicuro di voler venire?-
mi chiese dubbioso Blaise, lo guardai di sbieco, -si insomma, so che hanno
preso la donna che ami, però... è pericoloso, sei vulnerabile... sei senza
poteri magici!-
-Non importa-
-Potresti morire...-
-Se non la salvo, allora
sì che perderò la mia vita!- mi calai il cappuccio e mi avvicinai a lui.
-Sei pronto?- aveva accettato
la mia risposta.
Pensai che probabilmente lui
avrebbe fatto la stessa cosa, se al posto di Ginevra ci fosse stata la sua
Gertie.
Tieni duro...
Mi figurai mentalmente Ginny,
-mai stato più pronto- afferrai il suo braccio e ci smaterializzammo.
Apparimmo in una collinetta
poco distante dal luogo in cui si ergeva in tutto il suo splendore il castello
dell'Oscuro.
Ero stato io a fornire
l'ubicazione esatta, ed ero stato sempre io a consigliare di usare questa
collina come luogo d'incontro prima della battaglia.
Sapevo che se fossimo apparsi
direttamente ai cancelli, le guardie avrebbero trovato il modo di avvisare gli
ospiti, e la folla si sarebbe dispersa.
Il piano era semplice, avremmo
mandato tre persone travestite, che con uno stratagemma si sarebbero fatti
aprire le porte, per poi trucidare le guardie.
-Inutile iniziare con i grandi
parole epiche- cominciò Silente, era il solito discorso d'incoraggiamento che
si fa ai soldati, prima di ogni battaglia, lo avevo sempre fatto anch'io, -le
parole di addio non mi sono mai piaciute... e per questo non dirò che è stato
un onore avervi come compagni, anche se vero, non dirò che guerreggiare
insieme, fianco a fianco- guardò me -si è rivelata un'impresa un po' meno ardua
del solito... voglio soltanto esprimervi la mia gratitudine per essere qui, per
aver trovato il coraggio e la forza di spirito per combattere questa guerra
sanguinosa e assurda.
Con la speranza insita in
tutti noi che sia l'ultima che combatteremo, e che non sia l'ultima che
rimpiangeremo.
Per la libertà, per i nostri
figli e figlie, che possano vivere, non giudicati dal loro sangue o albero
genealogico, ma dalle capacità che posseggono, dalla loro abilità di
trasformare qualcosa di scuro e tenebroso, in qualcosa di bello e lucente.
Non dimentichiamo mai i motivi
per cui ci battiamo, e saremo immortali!-
Tutti applaudirono, commossi,
e persino io mi lasciai andare a un leggero battito di mani.
Quello era senza dubbio un
buon generale, un uomo migliore di Lord Voldemort, in tutto e per tutto.
I tre soldati-attori furono
inviati a svolgere il proprio compito, e a noi non restò altro che aspettare.
Per ingannare l'attesa, cercai
di riflettere e immaginare i posti che avrei dovuto controllare per ritrovare
Ginevra.
Mi vennero in mente solo le
segrete e, non volli nemmeno prendere in considerazione queste ultime due
alternative, la Stanza delle Torture e le camere da letto di Voldemort.
Succedeva infatti, che il
Signore Oscuro si eccitasse nel torturare le belle donne e che, in seguito se
le portasse nelle sue stanze, e le violentasse brutalmente.
Se le hai fatto del male,
in qualsiasi modo, io ti ammazzerò senza alcuna pietà!
Finalmente i tre ci diedero il
segnale e, noi a gruppi di venti, entrammo nel castello.
Una volta dentro, imboccai
immediatamente la porta che conduceva alle prigioni, presi una fiaccola che si
accese automaticamente al mio passaggio, e mi feci strada nell'oscurità.
La luce non era per niente
forte, ma non importava, conoscevo bene
la strada, negli anni precedenti al mio cambiamento lo avevo percorso centinaia
di volte.
Stavo per scendere la terza
rampa di scale, le segrete erano sotto terra lì, quando sentii una mano
afferrarmi il braccio.
Con i miei riflessi felini
afferrai un coltello e mi voltai di scatto, pronto a colpire fatalmente chi
aveva osato fermarmi.
-Draco, sono io!- esclamò una
voce, nel panico.
Fermai il coltello proprio un
minuto prima che penetrasse le sue carni, riconoscendolo -Blaise, ma sei matto
ad afferrarmi così?! Avrei potuto ucciderti!-
-Lo stavi già facendo!-
-Ma che cosa ci fai qui?-
rinfoderai il pugnale nella custodia.
-Sono venuto a darti una
mano... sai, in caso qualcuno ti attaccasse e tu... beh, tu fossi troppo
lontano per colpirlo- si schiarì la voce, visibilmente in imbarazzo.
Noi Serpeverde non eravamo mai
stati abili con i sentimentalismi.
-Ce la posso fare, puoi andare
a combattere tu-
-Preferisco venire con te, non
si sa mai, potrei sempre servirti-
-Va bene... grazie- ripresi a
camminare.
Dopo pochi minuti arrivai alla
volta di un grosso portone blindato, bussai tre volte e una voce brusca mi
chiese cosa volessi.
-Il Signore Oscuro desidera
visitare i suoi prigionieri-
Quello aprì e subito Blaise lo
fece fuori, io gli presi il grosso mazzo di chiavi e iniziai a guardare, cella
per cella.
Infine trovai quella giusta,
mi fermai un attimo a osservare la ragazza che stava lì dentro, sentendo un
tuffo al cuore. Era lei! Era viva!
Era seduta su una lercia
panca, vestita di un minuscolo abito bianco altrettanto sporco, teneva il viso
nascosto tra le mani e le spalle erano scosse da leggeri singhiozzi, stava
piangendo.
Quando infilai le chiavi nella
serratura, sembrò risvegliarsi, mi guardò con odio e disse: -siete venuti per
prendere anche me? Non vi è bastato torturare mio fratello?!-
-Ginny... Ginevra sono io!
Sono venuto a salvarti. Dobbiamo andarcene- mi avvicinai e lei si strinse a
muro -fidati di me, sono io...-
Mi domandai quanto assurdo
potesse sembrare ciò che le avevo riferito, come poteva fidarsi di me? Ero io
la ragione per cui si trovava lì.
-Cosa? Io chi?- non aveva
riconosciuto la mia voce.
Questo mi ferì, io avrei
riconosciuto la sua tra mille, poi una volta avvicinatomi compresi il motivo,
dal suo orecchio sgorgava sangue.
Che cosa ti hanno fatto?
Mi tolsi il cappuccio e
illuminai il mio volto, poi mi strappai un lembo di camicia e le ordinai di
tenerlo premuto nell'orecchio.
-Oh mio...! Sei davvero tu?
Pensavo di non rivederti mai più! Pensavo che...- si fermò.
-Pensavi che non sarei venuto
a salvarti?- intuii.
-Non credevo ti saresti mai
messo contro Voldemort per me...-
-Oh Ginevra, se sapessi cosa
sarei disposto a fare per...- l'arrivo di Blaise mi interruppe, dovevamo
sbrigarci.
Avvolsi la ragazza nel mio
mantello, avrei voluto abbracciarla, ma avevo paura di spaventarla o di farle
del male, non sapevo in quali altri punti fosse ferita.
-Non vedo niente...- enunciò
lei impaurita.
-Prendi la mia mano, ti
guiderò io- lei lo fece.
Ripercorremmo a ritroso tutta
la strada e quando arrivammo all'ingresso, Ginevra capì.
-No! Devo salvare mio
fratello! E' con loro!- puntò i piedi e si rifiutò di proseguire oltre.
-Devo prima metterti in
salvo!-
-No! Senza mio fratello non
lascerò questo posto!- stava piangendo nuovamente -ti prego, lasciami andare a
salvare Fred... non sei costretto a venire con me se non vuoi... ti prego-
Guardai Blaise -portala fuori,
al sicuro, mi occuperò io di suo fratello-
-Ma non puoi rischiare da
solo... è pericoloso, lo sai!- obiettò lui.
-Blaise, ti prego, pensa a
quello che faresti per Gertie- gli lanciai uno sguardo supplicante, poi gliela
affidai e quello annuì, afferrandole la mano.
-NO! Lasciami venire con te!
Ti prego!- urlò lei mentre il mio amico la trascinava fuori -per favore! Fa'
attenzione!... voglio venire insieme a te!-
-Non preoccuparti, troverò tuo
fratello e te lo riporterò!- senza ulteriori esitazioni, mi avviai verso la
Sala delle Torture.
Non ero sicuro che potesse
essere lì, però dovevo provarle tutte e di solito era lì che portavano i
prigionieri.
Spalancai la porta, la stanza
era vuota, fatta eccezione di un uomo incatenato al soffitto con la schiena
grondante di sangue. Era lui, Fred Weasley.
Mi precipitai a liberarlo e
gli passai una borraccia d'acqua che mi ero portato dietro.
Lui vedendomi, rifiutò,
pensava fossi uno di loro.
-Senti, non voglio farti
niente. Voglio aiutarti, bevi- gliela porsi nuovamente.
-Certo, come no! Cosa c'è
dentro, dell'acido? Un veleno?- mi guardò bieco -non sono uno stupido- tossì.
-Dico sul serio, non voglio
farti del male. Ho liberato tua sorella, è sulla collina che ti aspetta, ci
smaterializzeremo nel mio castello. Lì sarete al sicuro-
-Ho già detto che non sono uno
stupido! Puoi torturarmi o uccidermi, ma non prendermi in giro!- urlò.
-E' la verità!-
-Perchè dovrei crederti?-
Sospirai -una volta hai
regalato un pupazzo di pezza a Ginny, quando era bambina, insieme al tuo
gemello George, poiché l'avevate fatta cadere nel fieno... questo pupazzo aveva
le sembianze di vostro fratello Percy, le raccontaste che volevate provare con
il vodoo- ricordavo perfettamente questa storia, come ogni cosa che mi aveva
detto Ginevra.
-E tu come diamine...?- era
attonito.
-Me l'ha raccontato un po' di
tempo fa Ginny-
Lui sgranò gli occhi, come se
avesse appena fatto una scoperta interessante -tu sei l'uomo del cimitero, non
è così?-
Non risposi, rimembrare quel
giorno era come mettere del sale sulle mie ferite.
-Si, sei tu...- continuò
quello.
-Che importanza ha?-
-Ti sei preso cura di lei e hai
pagato il conto dell'ospedale senza voler nulla in cambio... perchè? E,
soprattutto, chi sei?-
-Non è né il luogo né il
momento di fare questa conversazione- risposi, sbrigativo.
-Per la prima volta dopo
tantissimo tempo, sono d'accordo con te, figlio- enunciò freddamente una
voce alle mie spalle.
Non ebbi nemmeno bisogno di
girarmi, l'avevo già riconosciuta, era inconfondibile, la voce che mi aveva
sgridato, urlato e messo in testa idee balzane da tutta una vita.
-Io invece non credo d'esser
mai stato d'accordo con voi, padre- lo guardai.
Quello sorrise, di un sorriso
privo di allegria, di un sorriso che solo Lucius Malfoy sapeva fare.
-Quanto tempo... Draco-
-Draco?- udii il
bisbiglio stupefatto del Weasley accanto a me.
-Tanto... non vi siete neppure
degnato di venire a trovarmi al mio castello- gli rinfacciai.
-Gli ordini sono ordini-
Ordini... si trattava di
vostro figlio! Un figlio che avete impietosamente abbandonato!
-IO avevo bisogno di VOI!-
esplosi.
-Un Malfoy non ha bisogno mai
di nessuno!-
-I Malfoy sono delle persone!
Fatte di carne e sangue, proprio come tutti gli altri!- urlai -e io avevo
bisogno di mio padre, di un padre che mi consolasse e non mi lasciasse da solo
con i miei problemi!-
-Sei diventato davvero
patetico, mi vergogno di te, sei un disonore-
-Voi siete un disonore padre,
e io mi vergogno per voi- al suo posto, visto che lui non si rende
minimamente conto di ciò che è -io vi biasimo-
-E' stata quella puttanella a
metterti in testa questo tipo di idee?- mi canzonò.
Strinsi i pugni, non doveva
osare -state attento...- gli intimai.
Lui come era facile prevedere,
non mi diede retta -sai, l'ho torturata io stesso sta notte... è stata una vera
goduria sentirla gridare dal dolore!- rise.
Quello era troppo, sentivo il
sangue salirmi al cervello, d'un tratto, non compresi nemmeno come avevo fatto,
ma la mia spada gli trapassava la spalla e lo inchiodava a muro.
Non avevo colpito un punto
vitale, però era una parte che doveva fare molto male, come dedussi dalla sua
espressione.
Gli tolsi la bacchetta e lo
guardai negli occhi.
Quegli occhi del mio stesso
colore, che mi avevano giudicato, intimato di tacere, di cui avevo avuto tanta
soggezione.
-Avanti, che cosa aspetti?
Uccidimi!-
Malgrado la rabbia che provavo
nei suoi confronti, non riuscii a non trovare una piccola parte che voleva
salvarlo.
Anche se sapevo perchè era lì,
era venuto per togliermi la vita, e lo avrebbe fatto se io non l'avessi colpito
per primo.
Io non sono come lui... realizzai esterrefatto.
Me l'ero ripetuto molte volte,
ma senza crederci molto, mi rispecchiavo in lui in tutto e per tutto, questo
prima di conoscere la mia coscienza... prima di innamorarmi di Ginny.
Ecco, questo era quello che mi
differenziava da mio padre, io amavo... lui non aveva mai amato nessuno, forse nemmeno
se stesso.
-Non lo farò- gettai lontano
da me il pugnale che stringevo -io non sono come voi...-
-Che vergogna, non riesci più
a fare nemmeno la cosa più semplice del mondo-
Voi avete sempre e solo
saputo far questo, padre... questa è la vostra condanna...
-Vi condurrò al cospetto degli
Auror, vi arresteranno e subirete un processo... se sarete fortunato subirete
il bacio dei Dissennatori...- indietreggiai -io me ne lavo le mani di voi-.
E per la prima volta in vita
mia, vidi mio padre senza il suo cipiglio altezzoso, senza la sua espressione
severa, era semplicemente un uomo. Un uomo disperato.
Raggiunsi nuovamente Fred
Weasley e lo aiutai ad alzarsi, ci incamminammo verso la sala dove sapevo si
stesse svolgendo la battaglia.
A metà corridoio mi fermai,
incontrando un paio di occhi che mi fissavano, degli occhi del colore del
sangue. Ebbi un brivido.
-Vai da qualche parte, Draco?-
la sua voce era derisoria.
-E' finita Voldemort, avete
perso- finsi una sicurezza che ero ben lungi dal provare.
Calcai sulla parola avete, cosicchè
capisse da che parte stavo.
Sapevo che avremmo vinto, ma
sapevo anche che avrebbe potuto esserci l'eventualità che Potter, stolto
com'era, avesse fallito.
-Avrete anche vinto la guerra,
ma le piccole battaglie sono quelle che contano... le vendette- sorrise
schioccando le dita.
Io non capii, ma
all'improvviso vidi una grossa ombra avvicinarsi, alla luce realizzai attonito.
Il cuore mi mancò di un
battito, non riuscivo a credere ai miei occhi, come era possibile?
Blaise stringeva Ginevra in un abbraccio soffocante, tenendole premuta la bacchetta contro la giugulare.
NON ci sono scuse per giustificare la mia prolungata assenza, lo so e chiedo umilmente venia per questo, ma a causa di gravi problemi personali che non sto qui a raccontarvi, non ho potuto continuare la storia ... adesso che le acque sono un po' più calme, sono tornata e vi prometto che una cosa del genere non capiterà mai più. Gli aggiornamenti, pochi dato che siamo quasi alla fine, saranno fatti in maniera regolare tra la domenica e il lunedì.
Vi ringrazio per avermi seguita nonostante tutto.
PRISHILLA: ti ringrazio di cuore, sono contenta di aver trovato un'altra appassionata di questa incredibile storia (mi riferisco alla Bella e la Bestia, non certo alla mia ;D ) e come vedi sono tornata e ho tutte le intenzioni di restare con voi a tediarvi fino alla fine ;)
Little Flamer: grazie, sono contenta che ti sia piaciuta... ti confesso che quella è stata anche la mia parte preferita, farlo finalmente rendere conto della grandezza dei suoi sentimenti :)
funnybee: si, della serie "le disgrazie non arrivano mai da sole" XD spero che continui a seguirmi e ad apprezzare l'evolversi della storia :)
Koe: ti ringrazio, non sapete quanto le vostre recensioni siano apprezzate ;) comunque eh si, Draco sta provando gli effetti del detto "chi semina raccoglie" e lui, ahimè, non è stato un buon contadino. XD
hermione59: esattamente ahahahahah beh ti posso soltanto dire che... in un modo o nell'altro avrà la sua vendetta... poi basta non posso più parlare, altrimenti ti rivelerei tuttoo ;)
Detto questo vi auguro un buon fine settimana e vi do appuntamento alla prossima volta (presto, ve lo giuro!) e ne approfitto anche per fare un po' di auto pubblicità, che non fa mai male, e chiedervi di dare un'occhiata alla mia nuova Draco/Ginny "Timeline - L'amore ai tempi della caccia alle streghe"