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Autore: Lyra Snape    26/04/2012    4 recensioni
Cosa succederebbe se Draco Malfoy fosse costretto, suo malgrado, a conoscere usi e costumi del mondo Babbano? Ve lo posso dire io cosa: una catastrofe dalla quale nessuno uscirà vivo. O senza qualche cicatrice.
«Per evitare che spiacevoli manifestazioni di disprezzo nei confronti dei Babbani si ripetano, la corte ha deciso che il signor Draco Malfoy debba imparare le loro abitudini. La signorina Hermione Granger si prenderà la responsabilità di istruirlo».
Era difficile dire chi, tra i due, fosse stato il più scontento.
«Io ho aiutato Harry a salvare il mondo, perché il Ministero ha deciso di punirmi?» si era lamentata Hermione con Ginny, che aveva fatto spallucce.
«Possono anche cadere diciotto Signori Oscuri uno dietro l’altro, ma il Ministero continuerà a prendere decisioni del cavolo»

La raccolta è iniziata partecipando ad un contest, e ora ho deciso di continuarla utilizzado i promt della Big Damn Table.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Scritta per la Challenge 12 mesi di fanfiction!, indetto da BS.
Ogni mese, la giudiciA ci darà un tema su cui
dovremo scrivere la nostra storia,
scegliendo il giorno in cui pubblicarla.
Ho scelto il 26 perché a Settembre è il giorno del mio compleanno,
perciò ho pensato che mi potesse portare fortuna.
Il promt di questo mese è Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera (Neruda)
(062. Primavera nella Big Damn Table)
.

NOME AUTORE: Lyra_weird (forum) Lyra Snape (EFP)
TITOLO DELLA STORIA: Io odio la primavera!
PERSONAGGI: Draco Malfoy
RATING: Verde
GENERE: Commedia
AVVERTENZE: One-shot
NdA: continuo con la storia di Draco e i bambini: sarò perseverante, e davvero immaginarmelo mentre è alle prese con un'intera classe di bambini Babbani mi fa sempre spisciare. Specialmente quando mostrano misteriosi capricci senza spiegazione che solo i bambini possono tirare fuori. xD
Mmmm... sì, il titolo è davvero stupido, ma non mi veniva in mente niente che non rovinasse la super sorpresa finale (ok, sì, vabbe), e questo è davvero l'unico che mi sia venuto in mente. Vabbe, ora vi lascio leggere, al mese prossimo!



Io odio la primavera!



Se a  qualcuno fosse mai venuta la malsana idea di chiedere a Draco: «Allora, come va con i tuoi bambini?» avrebbe sicuramente assistito a una scenata isterica della peggior specie, molto probabilmente seguita da un Avada Kedavra che avrebbe reso fiero persino Voldemort.
Secondo il suo modesto parere, i bambini erano orribili: si sporcavano, non facevano mai quello che veniva loro detto a meno che non li si minacciasse di privarli della merenda, e piangevano con una tale frequenza da fargli temere che prima o poi si sarebbero disidratati.
La cosa peggiore di tutte era che non riusciva a trovare nessuno con cui lamentarsi: Hermione sbuffava spazientita e gli rispondeva che settanta bambini sarebbero stati meno faticosi di lui, Ginny  si limitava a ridere come una perfetta idiota e non faceva che ripetere che in fondo quel lavoro doveva piacergli, visto che i bambini lo adoravano, Harry e Ron ridevano e basta.
I suoi genitori si limitavano a scrollare le spalle, dire che lavorare in un asilo era sicuramente meglio di Azkaban, e che comunque quello era un buon allenamento per quando avesse avuto dei figli (come se non avesse scartato immediatamente l’idea di averne dopo tre giorni in quell’inferno); Pansy Parkinson lo guardava comprensiva con una faccia che gli dava profondamente sui nervi, Goyle non capiva cosa fosse un asilo e Theodore non lo ascoltava nemmeno; una volta aveva provato a parlarne persino con Luna, ma quando lei gli aveva risposto di cercare il nido di Gorgosprizzi che impediva ai bambini di essere buoni aveva deciso di rinunciare.
Una cosa, però, la doveva ammettere: per quanto orribili fossero, non poteva negare che i bambini fossero pieni di sorprese.
Era sorprendente che riuscissero a credere fermamente che una sbucciatura non sarebbe guarita, se mentre li medicava non cantava la canzone della bua.
Era sorprendente come riuscissero ad assimilare qualsiasi cosa venisse loro detta: Brian era stato in grado di ripetere parola per parola la storia della Bella Addormentata nel Bosco dopo averla sentita una sola volta.
Era sorprendente il loro intuito imbarazzante: li aveva osservati abbastanza da capire che nessuno di loro era magico e che erano tutti tragicamente Babbani, ma Lucy una volta gli si era avvicinata con aria cospiratoria e gli aveva detto: «Lo sappiamo che sei un mago, ma non lo diremo a nessuno».
A quelle parole, Draco l’aveva guardata basito, e si era limitato a rispondere: «Ma che dici? Non lo sono affatto! Quel tipo che è venuto l’altro ieri e ha fatto i giochi con le carte, lui è un mago!»
Lucy aveva scosso la testa. «Ma va, lui era solo un pret… un pret…»
«Un prestigiatore!» era accorsa in aiuto Lizzie, per poi aggiungere: «Tu invece non fai dei trucchi, quella che fai tu è vera magia».
Draco aveva preferito non indagare su come l’avessero scoperto, visto che era stato attentissimo a non lasciarsi scappare anche il più piccolissimo incantesimo involontario: aveva intuito che, talvolta, i bambini capiscono le cose e basta, mostrando un impressionante spirito di osservazione che ormai lui aveva perso. In più, Babbani o no, credevano nella magia, e molte delle innumerevoli storie che Draco aveva letto in quei mesi mostravano che c’erano anche adulti che vi credessero: certo, le storie dei Principi Azzurri che sconfiggevano streghe senza usare la magia erano incredibilmente stupide, e non aveva mai sentito parlare di fate che fossero in grado di impugnare una bacchetta (anche perché era più grande la bacchetta di loro), ma certe volte il realismo delle favole era impressionante. Gli unicorni erano descritti con una precisione millimetrica, i draghi anche, e nella gita al museo di storia naturale aveva persino visto un
Diriclaw* impagliato: checché ne dicesse il Ministero, la magia era davvero il segreto peggior custodito del mondo.
La cosa più sorprendente dei bambini, comunque, era che talvolta perdevano completamente la testa senza apparente motivo, e talvolta impazzivano per giorni: Draco se ne convinse del tutto quando, un giorno di aprile, vide Johnny calpestare violentemente tutte le margherite che erano appena fiorite nel prato.
«Che diavolo stai facendo?» disse, prendendolo per mano e cercando di trascinarlo via.
«Fermo la primavera!» strillò Johnny con gli occhi che gli lacrimavano, riuscendo a divincolarsi e tornando alla sua opera di distruzione delle aiuole.
Draco decise di non commentare sull’assurdità di quell’affermazione, sollevò Johnny di peso e lo portò in classe. «Che stupidaggine» borbottò poi, rinunciando al silenzio. «Non si può fermare la primavera».
«Beh, io ci voglio provare!» sbottò il bambino. «Stupida primavera, la odio!»
Arrivati in classe, Draco lo mise giù e lo guardò stralunato: da quando era nato, non aveva mai sentito nessuno che odiasse la primavera. Certo, non era un romanticone che andava in estasi quando vedeva le primule in fiore e per quello che lo riguardava i fiori potevano anche bruciare tutti, ma chiunque poteva trovare un aspetto positivo nella primavera: per lui, per esempio, significava belle giornate e buon tempo da Quidditch. Probabilmente nemmeno Voldemort odiava la primavera, e Voldemort era uno che odiava qualunque cosa piacesse alla gente normale.
«Non è possibile, nessuno odia la primavera» disse infatti.
Johnny tirò sul col naso, lo guardò sdegnato e borbottò: «Io invece sì» prima di girarsi e raggiungere i suoi compagni.
«Maestro Draco, perché Johnny piange?»
«Perché odia la primavera, Lizzie».
«Ma nessuno odia la primavera!»
«Lui invece sì» disse Draco scrollando le spalle.
Lizzie lo guardò pensosa, poi corse dalle compagne e cominciò a confabulare. Draco decise che non aveva voglia di sapere cosa stessero combinando, si sedette e come sempre cominciò a pregare che anche quella giornata finisse presto.

Il giorno dopo, entrato in aula, si convinse di avere sbagliato posto. «Ma che diavolo…»
«Abbiamo deciso di far vedere a Johnny com’è bella la primavera!» strillò Lizzie, sbucando da chissà dove. «Così abbiamo decorato l’aula» aggiunse, guardandosi intorno orgogliosa.
La suddetta aula era straripante di fiori, veri, disegnati o di plastica, disseminati ovunque e in una tale quantità da far pensare a Draco che avessero dovuto rastrellare tutte le aiuole di Hyde Park per riuscire a trovarne così tanti.
«Ma che, ehm, che meraviglia!» disse, assolutamente sconcertato. «Sembra che sia esplosa una bomba che invece di distruggere tutto distribuisca fiori».
Lizzie e le altre bambine sorrisero radiose, anche se Draco non era del tutto sicuro che quello che aveva detto potesse essere considerato un complimento; si girò per cercare la cattedra, ma l’aula era un tale tripudio di fiori che non riuscì a trovarla: l’unico posto in cui ci si potesse sedere era il pavimento.
«Ma che schifo!»
Da Johnny in effetti poteva solo aspettarsi una reazione simile. Comunque, decise che non era il caso di offendere. «Non dire così» lo sgridò. «Le tue compagne hanno voluto farti una sorpresa per farti vedere com’è bella la primavera».
«Ma io odio la primavera!» ripeté Johnny per l’ennesima volta, con gli occhi che avevano ripreso a lacrimare.
Lizzie lo guardò, incredula. «Nessuno odia la primavera, Johnny».
«Io sì» rispose il bambino, starnutendo fragorosamente. «Sono allergico al polline».



*il Diriclaw compare nel libro "Gli animali fantastici: dove trovarli", pubblicato dalla Rowiling qualcosa come settemila anni fa. Per chi non lo sapesse, è una creatura magica che i Babbani conoscono con il nome di "dodo", e che credono estinto per la sua capacitàdi smaterializzarsi quando si sente in pericolo.
  
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