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Autore: MissCherie    26/04/2012    4 recensioni
Lei lo odiava con tutto il suo cuore, lo aveva amato ... Lui la stuzzicava in tutti i modi possibili , ma l'avrebbe amata .. Da una scommessa era nato l'inimmaginabile, da un bacio era scoppiato il desiderio. Due vecchi amici, divisi dall'odio, ma che con il passare dei giorni valicheranno ,in un Estate focosa , il filo di quello che noi chiamiamo Amore ... 
“Perché quello era un bacio rubato dal passato, un bacio privato dei ricordi perché troppo perfetto, un bacio rubato perché aveva completamente ammaliato il mio cuore […] In quell’estate, avevo imparato ad amare proprio lui, il ragazzo che odiavo con tutto il cuore, ma che era diventato il centro di ogni mio pensiero … "
 
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tornata dopo un lungo periodo di assenza >.< I’m sorry! Quindi non mi resta che augurarvi una buona lettura e spero che questa volta mi lasciate un po’ di recensioni, per sapere un vostro parere! JTengo a ricordarvi che l’altra mia storia “ … All’Ultimo Respiro … ” è momentaneamente  sospesa, ma riprenderà più avanti! Buona lettura e al prossimo capitolo! :D
 

Capitolo 10
 

 
Continuavo a dormire accoccolata accanto a Alessio. Sentivo il suo dolce respiro infrangersi contro i miei capelli, mentre le sue braccia mi circondavano la vita teneramente. Eppure, anche se continuavo a carezzargli i capelli, i miei pensieri erano rivolti verso un’altra persona. Alzai lo sguardo e lo vidi.  Era disteso sul telo da mare con la pancia in giù. Gli occhiali da sole Ray-Ban gli coprivano gli occhi e non mi facevano vedere i suoi bellissimi occhi che ero sicura in quel momento mi stavano fissando. Il leggero vento faceva muovere i suoi capelli sbarazzini bagnati dalla salsedine mentre il sole sbatteva contro la pelle abbronzata della schiena e delle gambe muscolose. Ricordavo ancora i suoi occhi guardarmi mentre le mie labbra toccavano peccatrici quelle  screpolate di Alessio. Ricordavo le sue mani stringersi in forti pugni lungo i fianchi. Ricordavo le sue labbra leggermente dischiuse e sorprese per quell’avventato bacio. Non se n’era andato. Era rimasto lì a guardarmi come se quello che stavo facendo era un errore, uno stupido sbaglio. Insensato, ridicolo, da bambina … Eppure non era così. Avevo baciato Alessio perché lo volevo non perché volevo infastidire Federico. D’altro canto la sua gelosia nei miei confronti era insensata. Non ero la sua ragazza, non mi amava, non mi voleva e non mi aveva voluta in passato. Quindi … perché? Cosa stavo facendo di sbagliato tanto da non rendermi conto di ciò che mi circondava? Sospirai e proprio in quel preciso istante, vidi Federico alzarsi velocemente dal telo e, con un cenno della testa, invitarmi a seguirlo. Non me lo feci ripetere due volte. Se dovevamo chiarire, beh, meglio farlo a quattr’occhi. Così mi alzai anche io, attenta a non svegliare Alessio,  e lo seguì. Svoltò verso i bagni e, prima che potessi dire qualsiasi cosa, con uno scatto repentino afferrò il mio polso e mi trascinò in uno sgabuzzino malconcio. Appena entrati soltanto la luce fioca e ormai consumata della piccola lampadina che penzolava al centro di quella stanza illuminava i nostri volti. Mi resi conto di trovarmi in uno sgabuzzino di tavole da surf e sdraie, così piccolo e ingombrante tanto che sentivo il fiato mancarmi. Ma non era in se per se a causa del magazzino, bensì del corpo di Federico così caldo e invitante a pochi millimetri dal mio petto. Alzai imbarazzata lo sguardo e incontrai il suo, liquido e peccaminoso nel mio. Ci si domandava spesso cosa voleva dire parlare con lo sguardo e Dio in quel momento, il suo, lo leggevo perfettamente. Così desideroso, così sicuro di sé … Come se quello che stava per fare non avrebbe avuto nessuna respinta. E aveva ragione. Si. Perché in quel preciso momento se soltanto mi avrebbe sfiorata, sapevo che mi sarei sciolta tra le sue braccia forti e muscolose. Chiusi gli occhi deglutendo per darmi una calmata. Troppe emozioni, troppi pensieri mi assillavano e solamente perché lui continuava a guardarmi trasmettendomi le sue parole con lo sguardo.

<< Qual è lo scopo di questo incontro? >> chiesi flebilmente e alzai lo sguardo pronta a ricevere qualsiasi risposta bella o meno che sarebbe uscita dalle sue labbra che in quel momento mi attiravano come il miele attirava le api. Dischiuse, carnose, rosse e sensuali da morire. Desideravo da anni baciarlo e non ne avevo mai avuto il privilegio. Quella sera in discoteca avrei potuto, ma la mia parte razionale mi aveva frenata. Ora in quello sgabuzzino malconcio e stretto sapevo che non mi sarei tirata indietro perché c’ero dentro fino al collo, perché dopo la mezzanotte la scommessa sarà finita e tutto ritornerà come prima. Una monotona vita. Sussultai quando la sua mano calda sfiorò il mio fianco nudo e sentì la pelle d’oca formarsi al passaggio delle sue carezze lascive e provocanti. Sentì il suo ginocchio insinuarsi in mezzo alle mie gambe e trattenni il respiro quando la sua pelle leggermente bagnata venne a contatto con la mia sensibile e fragile. Sentivo le palpebre pesanti e avrei voluto soltanto poggiare le mie labbra sulle sue per placare quel cavolo di desiderio nascosto che da tempo mi logorava. Vidi il suo viso perfetto avvicinarsi al mio e trattenni il respiro mentre le mie labbra si dischiudevano pronte ad un contatto. Subito i suoi occhi si persero a guardarle e ansimai sul suo mento vedendo quegli occhi così liquidi soltanto per me mentre la sua gamba si strusciava tra le mie. E le sentì … per la prima volta sentì le sue labbra sulla pelle del mio collo. Non labbra dolci e premurose, bensì labbra voraci e passionali che in un solo secondo mi stavano facendo vedere le stelle. Baciava, succhiava, leccava e mordicchiava ogni singolo centimetro della mia pelle mentre io mi sentivo morire dentro, mentre un languore al basso ventre incominciava a farsi sentire. Le sue mani con lascive carezze, risalivano il mio corpo soffermandosi sotto il mio seno e fremetti aspettando un contatto che invece non arrivò perché quando le sue labbra incominciarono a lasciare baci più passionali sulla mia pelle, le sue mani mi artigliarono fortemente e mi lasciai travolgere da quell’abbraccio passionale e sensuale che mi lasciò scappare un sospiro estasiato mischiato ad un gemito roco. Il suo bacino si scontrò contro il mio e sentii perfettamente quanto in quel momento mi stava desiderando . Le mie mani, da prima inermi lungo i fianchi, si risvegliarono e andarono a circondargli il collo stringendo tra le dita i suoi soffici capelli. Volevo di più, cercavo di più … La sua pelle calda contro la mia, il suo respiro che si spegneva contro il mio collo bollente dai suoi baci, le sue mani che non lasciavano in pace il mio corpo con le proprie carezze sensuali che lasciavano una scia di calore al loro passaggio. No, volevo di più. Non sapevo quanto, ma di più … Ero insoddisfatta, ma altrettanto eccitata, ero incapace di intendere, ma totalmente capace di agire. Mi alzai in punta di piedi e strinsi con forza le braccia attorno al suo collo cercando di fargli capire cosa volevo e mi assecondò. Le sue mani si chiusero attorno alle mie cosce e mi sollevarono mentre le mie gambe, dotate di vita propria, gli circondarono la vita. Sentivo il suo corpo a pochi centimetri dal mio, ma osai . Lo spinsi contro il mio corpo e lo sentii completamente, tant’è che un gemito roco sfuggì ad entrambi. Era una voglia peccaminosa, una voglia sbagliata ma che entrambi cercavamo di raggiungere perché la volevamo enormemente.

<< Stai con lui per dimenticarti di me? >> sussurrò roco contro il mio collo ormai bollente,ormai sazio delle sue labbra che volevo sentire sulle mie per placare quel languore che sentivo al bassoventre … Era una di quelle domande dalle quali cercavo di scappare da tempo.

Si, cazzo. Sto con lui perché non voglio toccare la tua pelle così perfetta e desiderosa di attenzioni, sto con lui perché mi fa male sentire i tuoi occhi nei miei e non poterti avere, sto con lui perché sei il mio passato e devi rimanere ciò anche se il mio cuore non vuole, anche se il mio corpo non vuole …        

Presi tra le mani il suo viso  costringendolo a guardarmi negli occhi e un’altra fitta allo stomaco si impadronì di me. Lo volevo, lo volevo da impazzire … Sentivo prepotente e provocante il suo respiro battere contro le mie labbra leggermente dischiuse. La sua pelle che bruciava contro la mia.

 Il respiro nel respiro rendeva il momento magico,
pelle contro pelle rendeva quel momento un peccato sfuggevole, ma che entrambi cercavamo di raggiungere …

<< Sto con lui per dimenticare quanto la tua presenza mi fa male, ancora … >> sussurrai mentre il mio sguardo continuava  a vagare dai suoi occhi alle sue labbra. E fu un momento. Un lunghissimo momento interminabile e deciso, che sentii le sue labbra sfiorare le mie in un casto bacio. Il mio cuore non poteva reggere tutti quei battiti frenetici eppure lo fece. Forse per il fatto di non volersi perdere quel bacio o forse perché anche lui aspettava di poterlo provare.

<< Non dimenticarti di me … non sfuggirmi tu questa volta >> mi sussurrò contro le labbra e automaticamente le dischiusi. Era la cosa più sbagliata, illogica e desiderata che stavo per fare. Primo perché era irrispettoso nei confronti di Alessio e secondo … perché sapevo che dopo quel bacio non lo avrei dimenticato. Avrei capito che il mio cuore aveva continuato ad aspettarlo per anni e che finalmente lo aveva avuto. Non me lo  sarei lasciata scappare per nulla al mondo in quel momento. Soli, uno sgabuzzino era partecipe del nostro atto sbagliato, il suo respiro contro il mio, la sua pelle calda contro la mia, il suo bacino che sfregava lentamente contro il mio in una specie di leggera danza che dava sollievo ad entrambi. Entrambi che aspettavamo frementi di un contatto più intimo … e finalmente le sue labbra si posarono sulle mie decise e possessive. Piccoli e casti baci continuava a lasciare la sua bocca ed io, eccitata e piena di desiderio, gli morsi il labbro inferiore dischiudendoglielo e lasciando che la mia lingua lo assaporasse pienamente. Chiusi gli occhi quando percepì che il bacio si stava per fare serio, ma …

<< Charlie? Charlotte? >> … sentii la voce di Alessio chiamarmi e imprecare debolmente. La bolla di passione che fino  a pochi minuti fa si era creata, si dissolse velocemente ed io arrossì. Federico continuava a sbattere le palpebre leggermente confuso, come se si era appena svegliato da un sogno e ,arrabbiato per quell’interruzione, mi lasciò scendere dal suo corpo lentamente. Appena le mie gambe toccarono terra, le sentii molli e pesanti. Feci per uscire da quello sgabuzzino intenta a dimenticare tutto, intenta a sprofondare dalla vergogna, ma la sua mano mi bloccò il polso costringendomi a girarmi. I suoi occhi trattenevano ancora dentro quel liquido che mi aveva fatto perdere il lume della ragione e la sua mano … Dio, non osavo immaginare  nemmeno quello che mi stava provocando dentro, perché lo sentivo bene. Sospirai.

<< Non ti lascio andare ancora una volta Charlie … non dopo quello che è successo. Promettimi … >> iniziò e lo vidi mordicchiarsi le labbra indeciso o meno se dirmi quella cosa.

<< Cosa? >>.

<< Promettimi che in questo presente, mi darai una chance. Perché, Dio, il solo vederti … mi fa venire voglia di baciarti, di averti … >> mi sussurrò e constatai che si era avvicinato. Quelle parole mi colpirono duramente. Lui … voleva avere una chance con me, con il mio squallido corpo. Strattonai il braccio furente e vidi i suoi occhi sgranare.

<< Tu vuoi soltanto il mio corpo, soltanto una sana scopata! Sei sempre il solito, diamine! >> urlai furente e vidi delle ragazze girarsi incuriosite verso di noi. Federico scosse la testa addolorato.

<< Ma perché rigiri sempre le parole, cazzo? >> sbottò lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi sbigottito. Ridacchiai mentre sentivo dentro di me un fuoco accendersi, mentre sentivo il mio stomaco contorcersi e le farfalle che svolazzavano lì, formare un uragano.

<< Perché non mi fido più di te! >> urlai e Federico si immobilizzò guardandomi sorpreso e allo stesso tempo … deluso.  Sentivo le lacrime cercare di uscire dai miei occhi, ma le ricacciai indietro. Decisa a non fargli vedere quanto mi faceva stare male.

<< Non dopo che mi hai rifiutata, non dopo che hai senza motivo chiuso la nostra amicizia, non dopo che avevo bisogno di te e tu te ne sei fregato! Non dopo che … che hai incominciato a provare odio verso di me … Non .. posso … >> sussurrai mentre le mie parole venivano spezzate da rari singhiozzi e lo vidi abbassare lo sguardo affranto. Sembrava che le mie parole lo avevano colpito, ma sentirsi dire da lui che adesso mi voleva mi aveva fatta stare male. Non dopo che se n’era andato, non dopo che mi aveva disprezzata, presa in giro e fatta innamorare. Che sciocca che ero stata! Così, senza dire nulla, girai i tacchi e con le lacrime agli occhi tornai dai miei amici cercando di dimenticare le emozioni che avevo provato e che sapevo non mi avrebbero lasciata respirare in futuro … Vidi Alessio guardarsi intorno e, quando i suoi occhi nocciola incontrarono i miei, lo vidi sorridere. Mi raggiunse febbricitante e pronto a baciarmi, ma si fermò quando individuò calde lacrime sulle mie guance abbronzate. Mi prese il viso tra le mani e mi guardò preoccupato. Asciugava dolcemente con il pollice quelle piccole lacrime amare che avevano solcato inconsapevolmente il mio viso. Lacrime dovute ad un ragazzo che non si meritava la mia sofferenza. Abbassai gli occhi colpevole di quel gesto che poco prima mi aveva resa partecipe di un tradimento e arrossì ripensando alle sue labbra sulla mia pelle, alle sue mani sul mio corpo … a lui che senza baciarmi mi aveva fatto desiderare di volere di più. Quel più che era totalmente sbagliato e insensato, quel più che dentro di me desideravo da quando ero un adolescente.

<< Cosa è successo? >> mi chiese teneramente il mio ragazzo ed io scossi il capo sospirando. Alzai gli occhi e lo vidi. Indifferente rideva con i suoi amici, indifferente stringeva a se un altro corpo femminile e una fitta allo stomaco mi pervase.

Succede che il mio cuore si sta risvegliando dal suo tepore iniziale, succede che mi sto innamorando di nuovo del mio migliore amico …

Come potevo essere stata così imprudente da far commettere una cosa del genere un’altra fottutissima volta?

Perché d’altronde è lui quello che ho sempre voluto, è lui quello che mi fa stare bene e non è corretto nei tuoi confronti, Alessio …

E fu un momento. Un millesimo di secondo nel quale vidi il mio ragazzo intercettare il mio sguardo e girarsi, scoprendo la causa delle mie lacrime. E non riuscì a fermarlo, non riuscì a placare la sua ira perché non ne avevo la forza. Urlavo il suo nome, ma le mie braccia lo toccavano vanamente. E poi un pugno. Un pugno che aveva lasciato basito Federico, il quale si toccava dolorante e incredulo la guancia prima di spostare lo sguardo su di me. Quei bellissimi occhi velati ormai da delusione e rammarico …

<< Perché diamine lo hai fatto? >> urlò alzandosi contro il mio ragazzo e lo sovrastò con la sua altezza, avvicinandosi pericolosamente al suo viso. Alessio rimase fermo a guardarlo e un sorrisino gli si formò sulle labbra.

<< Tu prova a toccare la mia ragazza e lo rifarò di nuovo,Molinari >> sussurrò digrignando i denti Alessio. Federico subito spostò lo sguardo verso di me e mi guardò incredulo. Non poteva credere che io avevo detto ad Alessio di quello che era successo nello sgabuzzino ed effettivamente non era uscita una parola dalle mie labbra. Ma il mio ragazzo lo aveva capito dal mio sguardo e su questo non potevo farci nulla. Alcune volte gli occhi dicevano la verità mentre le parole dicevano sempre false bugie. Lo guardai e scossi la testa.

<< La tua ragazza l’ho già toccata e a lei non è dispiaciuto … >> disse ghignando ed io spalancai la bocca incredula. Incredula che quelle parole erano uscite dalle sue labbra. Così cattive, così … non da lui. Alessio sgranò gli occhi stupito da quella confessione e si girò verso di me scrutandomi con gli occhi. Cercava di scovare la verità, ma Dio, quello che aveva detto era reale. Perché si, le sue carezze, i suoi baci mi erano piaciuti più del dovuto e tutto  era stato totalmente sbagliato.

<< Che cazzo sta dicendo, Charlotte?! >> disse sconfitto prendendomi le mani tra le sue ed io scoppiai a piangere abbracciandolo calorosamente cercando di farmi perdonare tramite quell’abbraccio. Ma sapevo di non avere poteri … Non avevo nulla in mano, nemmeno l’amore. Mi sfuggiva sempre, sembrava che mi odiava. Non riuscivo a prenderlo. Forse ero vaccinata, forse per me l’amore non sarebbe mai stato perfetto. Aprì gli occhi e vidi quelli di Federico riversarsi nei miei. Dal suo volto capì che quello che aveva detto prima era stata una cazzata. Alessio non sapeva nulla e lui gliel’aveva rivelato semplicemente su due piedi. Ma subito il mio ragazzo si staccò da me e girandosi colpì di nuovo con un pugno Federico che questa volta contraccambiò colpendolo a sua volta. Urlai cercando di fermarli mettendomi in mezzo, ma Veronica mi aveva presa per un braccio portandomi contro di lei. Marco cercava di allontanarli, ma nulla. Continuavano ad insultarsi, a prendersi a pugni davanti a tante persone che cercavano di accorrere per fermare quella specie di rissa. Io li guardavo e un strizza al cuore mi aveva pervasa. Tutto per causa mia. Io che non riuscivo a frenare il desiderio di avere Federico, io che volevo bene ad Alessio, io che … non sapevo più cosa volevo. E quando si staccarono ansanti l’uno dall’altro, vidi Federico voltarsi e andarsene  mentre le sue mani erano chiuse a pugno. Quei pugni insanguinati e vittime della gelosia sfrenata verso di lui. Feci per andare verso di lui, ma Veronica mi trattenne imponendomi con gli occhi di rimanere lì e di lasciargli sbollire la rabbia. Aveva ragione. Io non potevo fare nulla perché la vittima di tutto questo ero io, non Alessio o Federico. IO. E a causa di questo cominciavo a sentirmi una persona orribile … Una persona che faceva soffrire la gente perché non sapeva cosa voleva. Era ora di mettere un punto a quello che io desideravo e dovevo capirlo. Forse con il tempo … forse parlando con Alessio. Forse … forse aprendo un po’ del mio cuore e accorgermi dell’evidenza …

*****************


<< Ahio! Charlie, piano! >> sbottò Alessio al mio secondo tamponamento sul suo sopracciglio. Alzai gli occhi al cielo e sbuffai scocciata dai suoi modi bambini.

<< Vuoi stare fermo? >> dissi alzando la voce e cercai di avvicinare l’ovatta bagnata al punto dolente, ma lui mi fermò mettendo una mano sul mio polso e costringendomi a guardarlo in volto. Un volto violaceo, un volto segnato da cicatrici che forse gli sarebbero rimaste per sempre. A quella visione sentii una lacrime scivolare lungo la mia guancia, ma venne catturata dalle dita di Alessio che, sorridendomi teneramente, mi carezzò il volto cercando di farmi stare bene.

<< Mi ha pestato bene, è? >> disse lui ridacchiando ed io lo colpì sul braccio duramente. Diamine! Non poteva scherzare su queste cose!

<< Smettila, ti prego … >> sussurrai sfinita e amareggiata. Quella giornata non voleva concludersi ed io avevo voglia soltanto di dormire e lasciare alle spalle quello che era successo. Eppure sapevo che ormai io e lui dovevamo parlare di quello che era accaduto e non potevo scampare a quel discorso.

<< Stiamo insieme da … 24 ore? E già un ragazzo geloso mi ha rotto al faccia >> disse ed io scossi la testa alzandomi da lui arrabbiata e delusa dai suoi atteggiamenti. Ma prima che potessi uscire dalla cucina di casa mia, lui prese il mio polso costringendomi a voltarmi e a sedermi di nuovo sulla sedia davanti a lui.

<< Ascoltami. La colpa non è tua, ok? Tu … sei ancora innamorata di lui e lo capisco. Conosco la storia, me l’ha raccontata Marco … >> disse ed io feci per aprire bocca, ma lui mi bloccò sul nascere << … non interrompermi! Sapevo dall’inizio che con quella stupida scommessa sarebbe successo un vero macello. Ne ero consapevole, ma ho voluto provarci e … ora l’unica cosa che voglio è che tu capisca cosa vuoi e anche io devo capire ciò. Possiamo continuare a stare insieme e vedere come va … >> mi disse mentre le sue mani carezzavano le mie delicatamente. Alzai lo sguardo e lo guardai rendendomi conto della  bella persona che avevo davanti. Sorrisi e sporgendomi in avanti, gli lasciai un tenero bacio sulla guancia in segno di gratitudine per avermi compresa e capita. Per aver perdonato il mio errore … E eravamo rimasti così, stretti in un caldo abbraccio a sussurrarci i nostri errori e le nostre paure rendendoci conto che molte cose ci accumunavano. Forse era proprio questo che ci rendeva forti da andare avanti, forse era la passione per la vita a farci sorridere liberamente. Ormai la scommessa era finita, il periodo di convivenza forzata non c’era più … ed ora il mio cuore era solamente in mano al destino …

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Piccolo Spoiler Capitolo 11!

"E lo vidi sorridere dopo due settimane nelle quali mi aveva ignorata, ma …
non sorrideva a caso, sorrideva tenendo per mano una ragazza.
E in quel preciso momento sentì il mio cuore sgretolarsi  un’altra volta … "

  
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