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logaritmi
<< Morgan, vedi niente? >>
domandò Tré Cool, urlando
dall’altro capo del corridoio.
<< Non vedo proprio una mazz... >> Poi Morgan sbatté la testa contro il muro
di mattoni, e quindi capì che anche quello era un vicolo cieco, che per giunta
faceva un male cane.
<< Ok Morgan, neanche qui va bene,
torniamo indietro e riproviamo! >> dichiarò il batterista dei Green Day, mentre l’altro uomo tornava sui suoi passi
strisciando, con otto cerottoni piazzati sulla testa tondiforme, ricordi di altri otto vicoli ciechi incontrati
nell’arco di mezz’ora.
I due avevano lasciato la festa alla
ricerca di Paolo e Mike, gli altri due membri della band di Tré
Cool, che esattamente non ricordava bene chi suonasse
cosa, o viceversa, e quindi cosa suonasse chi, ma erano dettagli, ne
sarebbero saltati fuori, prima o poi, con l’aiuto dell’orologio-bussola di
Topolino ne sarebbero certamente venuti a capo! Forse non quel giorno, forse
non quell’anno, ma un giorno!
<< Tré,
ma Paolo o Mike non ce l’hanno un cellulare? >> domandò poi Morgan,
mentre si sistemava il nono cerotto di Winnieh the
Pooh e Pimpi sulla nuca, colto da improvvisa
ispirazione.
In quel momento Tré
si bloccò in mezzo al corridoio, e Morgan andò a sbattere di nuovo contro la
sua testa, producendo un rumore fioco come di due biglie a contatto.
<< Morgan, questa sì che è un’idea! Dovrei avere i loro numeri, siccome lavoriamo insieme! >> esclamò tirando fuori dalla tasca il cellulare i-touch ultimo modello, e prendendo a scancherarci su << Dunque, Paolo, Poalo, Paolo... >> Morgan vide disegnarsi sulla faccia dell’amico un’espressione interrogativa << Non ho nessun Paolo in rubrica! >>
<< Prova con Mike! >>
<< Giusto! >> approvò l’altro, riprendendo a schiacciare lo schermo un po’ a random << Ok, qui va già meglio. >>
<< Visto? Chiamalo! >>
<< Meglio... Però ho diciassette Mike in rubrica! >>
<< E quel Mike come fa di cognome? >>
<< Che diavolo vuoi che ne sappia, non mi ricordo nemmeno il mio! >>
<< E quindi?! >>
<< Mi sa che li devo chiamare
tutti... >>
<< Giuro che appena li rivedo li
ammazzo tutti, mi calo nelle loro stanze e li strangolo nel sonno, poi li
trascino mezzi morti per i corridoi, poi li appendo alle torri per otto giorni,
poi li lascio marcire all’aria, poi li trasformo in parafulmini, poi li slego e
li congelo nel freezer, poi li taglio in tanti piccoli pezzettini e li
scongelo, poi li ricompongo con lo scotch, e poi li infilzo con tanti aghi, e
poi li vendo a un mercante di schiavi, poi li ricompro e li lascio morire di
fame... >> Questi e altre zuccherosi pensieri stavano vagando per la
mente della dolce bambolina, che finalmente stava ripercorrendo la strada del
castello. Dopo mesi e mesi di disgrazie e peripezie era riuscita a ritrovare la
strada di casa, salvandosi dalle sporche grinfie di quei marmocchi, e
soprattutto dalle parole stucchevoli e decisamente insensate di Cameron,
quell’infermiera che sarebbe stata capace di adottare un gorilla solo per non
fargli sentire la solitudine. Quando sarebbe tornata al castello, e si sarebbe
ricucita il vestitino e magari anche gli occhi, allora sarebbe tornata a farle
visita, e allora l’avrebbe operata lei!
Ma in primo luogo la sua tremenda
vendetta doveva abbattersi su quei tre deficienti dei Green Day,
perché la colpa era tutta loro se lei e i suoi compagni erano finiti sofferenti
e straziati all’ospedale, tra le mani da schizofrenico di House, nonché se il
Lord Signore Lidio Donato Domenico Guzman
Massimiliano eccetera stava rischiando l’esaurimento nervoso!
Altro che conquista del mondo, quando
sarebbero caduti nei fili intrecciati che componevano le sue manine si
sarebbero pentiti persino di essere nati! Ah, ma il Lord Signore sarebbe stato
felice di rivederla, purtroppo non aveva potuto salvare anche il lupo mannaro e
l’amico fantasma, né Chuck Norris
o il tizio con la motosega, ma sarebbe tornata a raccoglierli, una volta finito
di massacrare quei tre cantanti da quattro soldi, per giunta falsi!
La sua vendetta sarebbe stata atroce, OH
se lo sarebbe stata!!
Stava finalmente per varcare la soglia
del castello, spalancare le porte e avrebbe potuto riabbracciare il silenzio di
tomba e l’oscurità di cripta, e tutta quanta l’atmosfera cimiteriale che in
quella casa amavano tanto, casuccia bella e
accogliente, tombarola e solitaria...
<< VECCHIOOOOOOO!!! >>
sbraitò Michael Stipe, leader del famoso gruppo dei R.E.M.,
mentre sfoderava il suo antico slang metropolitano per elogiare le capacità
canore di Bono.
La bambolina ci rimase di sale.
Di fronte a lei c’era il casino più
totale. Una ressa infinita di persone che bevevano, ridevano, parlavano,
chiacchieravano, urlavano, fumavano, cadevano, volavano, appendevano, si
spogliavano, tiravano, sniffavano, abbaiavano, ragliavano, guardavano,
spiavano, mugolavano, sparavano eccetera eccetera,
una confusione assurda, gente mai vista prima che si dava alla baldoria tra le
secolari e spessissime mura di casa sua!
Il cagnetto di Paris
Hilton, debitamente agghindato con un sinistro tutù rosa, si avvicinò
barcollando, visibilmente sbronzo, e fumando un sigaro cubano, aveva le unghie
dipinte di un color rosso fiamma della Maybelline, lo
stesso colore delle mutande che sfoderava con estrema charme George Clooney,
che girava mezzo nudo offrendo Martini a tutti, accampando la scusa che senza
Martini non c’era il party, però gli altri avveduti avventori rispondevano il
più delle volte che era vero che senza Martini non si faceva il party, ma che
con
La bambolina si accasciò sulle povere
ginocchia un po’ sfilacciate, abbandonandosi ad una bambolesca
crisi isterica, piangendo batuffoli di lana colorata.
Billie Joe Armstrong
era felice. Aveva passato due settimane in vacanza senza fare un emerito
cavolo, con i suoi due migliori amici, era rinchiuso in una stanza con Mike,
che non aveva più intenzione di lasciare la band, non aveva più intenzione di
andare in Tibet, e quasi non aveva più intenzione di lasciarlo andare.
Cosa si poteva volere di più dalla vita?
...
Un’altra suonata?
Billie Joe Armstrong
ne dedusse di sì.
Si mise seduto sul pavimento, se quel
pavimento avesse potuto parlare ne avrebbe dette di oscenità, e guardò Mike,
che dormiva come un angioletto, rannicchiato al suo fianco, con i vestiti mezzi
strappati, i capelli spettinati, e l’espressione di uno che non era affatto
insoddisfatto dalla vita.
Billie Joe stava
vagliando l’idea di saltargli addosso e infilargli le mani più o meno ovunque,
quando sentì espandersi nell’aria la suoneria di un cellulare.
In quel mentre Mike si svegliò.
<< Chi è che sta suonando
l’organo? >> domandò il sagace musicista, massaggiandosi un gomito
dolorante, non sapendo neanche perché avesse un livido.
<< Il tuo cellulare. >>
rispose il cantante.
<< Oh, già... >> annuì il bassista, accorgendosi solo allora che solo lui poteva scegliere il canto dei sette nani come suoneria del telefonino << Pronto? >>
<< Mike, dove cazzo sei?! >>
sbraitò qualcuno all’altro capo.
<< Ehm, boh, è una cosa complicata da spiegare... >>
<< Ohohohoh,
Mike, ti devo troppo fare un indovinello!! >> esclamò l’altro
all’improvviso.
Mike rimase in silenzio per qualche
secondo.
<< Ehm, ok... >>
<< Quanti carabinieri ci vogliono per cambiare una lampadina?! >>
<< ... >>
Billie Joe guardava
l’espressione totalmente depressa del suo amico nonché suonatore, non
capendone tanto il motivo.
<< Non la sai, eh?! >>
<< No, mi sa che non la so...
>> mormorò il bassista chiedendosi quanto fumo si fosse aspirato Tré Cool.
<< Cinque! >>
<< Sono felice di saperlo, ma adesso noi vorremmo uscire... >>
<< UNO per svitare la lampadina... >> proseguì imperterrito l’uomo, mentre si trascinava dietro un Morgan che ad ogni vicolo si nascondeva e poi sbucava all’improvviso, tanto per spaventare il nessuno di passaggio << E gli altri quattro che lo ascoltano mentre si vanta di averlo fatto! >>
<< Bello, ora, ci potresti aiutare a... >>
<< Sì, è una figata, lo so, me l’ha insegnata quel tizio dei Tokio Hotel... O forse era Loredana Berté... >>
<< Machissene... >> sospirò il povero Mike, vagamente disperato << Tré, ci fai uscire?! >>
<< Sei lì con Paolo? >>
<< Paolo?! E chi è Paolo?! >>
<< Come chi è Paolo?! Non è il nostro batterista?! >>
<< Tré, sei tu il nostro batterista! >>
<< Oh... Allora Paolo è il tastierista! >>
<< Non abbiamo un tastierista! >>
<< Suona il flauto? >>
<< Tré, facci uscire! >>
<< E dove siete? >>
<< Questo non lo so... >>
<< Devo andare dal cattivo dei Pirati dei Caraibi? >>
<< Perché? >>
<< E’ lui che ha detto che per trovare un posto che non si sa dov’è bisogna prima perdersi! >>
<< Ah beh, allora salta il passaggio e perditi direttamente! >>
<< Grande idea Mike, io l’ho sempre detto che sei il più astuto! >>
<< Già, me lo dicevano sempre anche all’asilo... >>
<< Molto bene, allora io mi perdo, vi trovo, e poi vi salvo, ok?! >>
<< Ok... >>
Mike chiuse il telefono sospirando,
sperando ardentemente che Tré Cool
fosse abbastanza sobrio, o almeno abbastanza ubriaco, da riuscire a capire
qualcosa.
Tré Cool chiuse il telefono ridendo, girando qualche volta su
se stesso tanto per acuire la sensazione di perdersi, anche se non doveva
girare poi molto, lui non aveva mai capito granché dove si trovava!
<< Trééééé!! >> lo chiamò Morgan come un pargolo afflitto << Nessuno si spaventa! >>
<< Spaventati da solo, caro, vedrai che se hai fiducia in te stesso riuscirai in ciò che vuoi! >>
Morgan si illuminò, giudicando l’idea
veramente brillante, e si avvicinò di soppiatto ad una grande parete a
specchio, preparandosi a sferrare il suo attacco.
Fece qualche passo, lento,
silenziosissimo...
Pronto a spaventare la vittima...
<< Buh! >>
<< AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!!
>> urlò da solo dopo essersi spaventato.
Il fascinoso Bono Vox se ne stava beatamente
a bere un litro di Vodka e Rum, suggerimento di non si ricordava più chi,
mentre ora sugli spalti, cioè i tavoli ammucchiati, si stavano agitando i R.E.M., addobbati con dei graziosi abitini a fiori azzurri
e rosa, per il sommo gradimento della Nonna Pina e di Mamma Oca. Nell’enorme
sala parecchie persone erano stese a terra, nel tentativo di testare la teoria
della gravità di Newton, che si faceva sempre più pesante per ogni litro di
Daiquiri ingurgitato, Newton la sapeva lunga.
La bambolina vagava sconsolata tra i
corpi inerti e le persone fuori di testa che ballava e blateravano in sei
lingue diverse, che ovviamente i suddetti non conoscevano, confondendosi mica
poco. Non era ancora riuscita a trovare il Lord Signore Rocco Elenio Ludovico
Bartolomeo Monico eccetera, e chiedergli almeno
qualche spiegazione, era devastata dal lungo viaggio e stanca, l’unica nota
positiva era che almeno era riuscita a sfuggire alle grinfie di quei medici e
infermieri assatanati...
In quel mentre la grande porta venne
abbattuta con un calcio, e poi il possessore di quella gamba cadde a terra,
causa equilibrio precario.
<< Voi fate un party e non
invitate me?! >> sbraitò costui, mentre il suoi nero aiutante cercava di
rimetterlo in piedi porgendogli il bastone.
La bambolina, poveretta, svenne.
<< Dov’è il fumo, dov’è il mio Vicodin, dove sono le spogliarelliste, dov’è la televisione, ma soprattutto, dove diavolo li scarrozziamo i pazienti?! >>
Foreman, Chase
e Cameron gettarono nella stanza Chuck Norris, che oramai doveva seguire delle sedute
all’Alcolisti Anonimi perché aveva una seria dipendenza da cocktail di farmaci
e rum, portarono il fantasma a mo’ di palloncino, legato ad un filo di spago, e
lo legarono ad una sedia, così non scappava, e il lupo mannaro che ormai era
glabro e liscio come la zucca pelata di Collina, e le pulci ormai gli avevano
dato addio e avevano deciso di migrare verso animali un po’ più sicuri, come
Giuliano Ferrara. Il ragazzo con la maschera bucherellata invece era stato
scelto come centrocampista di sfondamento dalla Roma, prediletto di Totti, e
amante segreto di Ilary Blasi e anche di Kakà.
<< Molto interessante, Watssss... >> biascicò Charles Eppes, scendendo dal cubo dove stava ballando assieme a Spencer Reid, rimasti entrambi ormai con mutande con sopra disegnati gli aeroplanini, mentre i due geni stavano cercando di risolvere importanti quesiti << Dunque, io adesso direi che bisogna applicare il teorema di Swhuinkelfrnbaychinglereccetera, e pertanto fare il numero dei filippini presenti in questa stanza, lo sommiamo all’XYZ della quantità di Martini, poi facciamo il logaritmo di ##[patatine fritte] alla seconda, e mettere il tutto sotto radice, ricavarne la tripla frazione media del diagramma alfa, ridimensionare in scala 1:6575, poi fare la disequazione del numero di pagine che aveva Harry Potter e il Principe Mezzosangue, e metterlo in relazione tramite integrale con la quantità di sali minerali presenti nelle carote coltivate in Dakota, e il gioco è fatto... >>
<< Senti... >> replicò Reid << Ma se noi per giocare all’impiccato non tirassimo semplicemente le lettere a caso? >>
<< ... Il mio metodo però faceva
più figo! >>
<< Papi, ma tu te la ricordi la
mamma? >> domandò Robert Edward eccetera, mentre spruzzava del Vetril sulla collezione di cristalli, sotto la supervisione
del Lord Signore Agostino Battista Raimondo Nonnato Marfolio Peregreffio eccetera,
che intanto si stava scolando un barile di vino invecchiato, leggendo Topolino.
<< Certo certo, era bionda ma un po’ bruna, alta più o meno così, un po’ robusta ma molto sottile, con quegli occhi verdi coi riflessi blu e lo sfondo marrone, con quella profonda vocina stridula e roca... >>
<< Davvero? Io non l’ho mai vista. >> commentò Edward Robert Cullen eccetera, facendo cadere più cristalli di quanti ne stesse pulendo, camminando costantemente su cocci di vetro << Perché credi mi abbia abbandonato? >>
<< Misteri della vita, ragazzo.
>> sospirò il Lord Signore sentendo la sua collezione di Ming andare in
frantumi << Misteri della vita. >>
Indovinate un po’? Continua!
Sono
un po’ in ritardo, vero?
Ghghghghgh, vi prego di scusarmi umilmente, è che
in questi giorni tra lavoro, concorsi vari, viaggi e quant’altro non ho tempo
per un cazzo!D:
Comunque
grazie sempre e comunque a chi mi lascia un commentino, a chi legge e chi fa
tutto il resto!u.ù
Al
prossimo capitolo! :3