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Autore: a Nap in the Cave    27/04/2012    4 recensioni
Una piccola, corta fanfiction con cui ho vinto il contest 'Musica e parole' del 'The Hunger Games Official Italian Fan Club' :)
Dalla storia:
"Rimango solo con il buio e la fiamma tremolante della candela quasi finita.
È una scena a cui ormai sono abituato. Mi sveglio dagli incubi e li ritrovo qui, nel buio. A volte, come adesso, mi siedo per terra appoggiando la schiena contro il muro, guardando fisso il muoversi della fiamma. Vi scorgo tutto, da figure umane a quelli che ricordano dei grossi lupi. O bacche. Ma soprattutto un viso, che davvero non riesco, neppure con tutta la mia buona volontà, a non relazionare al fuoco.
Katniss entra a prepotenza nella mia testa, facendo sbattere le porte del mio cervello, lasciando tutto in disordine. Non dovrebbe stupirmi più di tanto. È da anni che ha la chiave."

Missing Moment fra Hunger Games e Catching Fire / La Ragazza di Fuoco... ispirata dalla canzone della soundtrack Tomorrow will be kinder, The Secret Sisters!
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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--PEETA--
 
Today I've cried a many tear
And pain is in my heart
Around me lies a somber scene
I don't know where to start
But I feel warmth on my skin
The stars have all aligned
The wind has blown but now I know
That tomorrow will be kinder

 
- Dovresti pensare di chiudere la porta sul retro, ogni tanto. Non tutti sono sempre animati da buone intenzioni come te.
Mio padre entra senza preavviso nella mia stanza accendendo la luce, e sono costretto a proteggermi gli occhi dal biancore accecante della lampadina. Preferisco dipingere a luce spenta, solo una candela ad illuminare la tela.
- Ho vinto gli Hunger Games, non dovrebbe bastare per far paura ai ladri?
Sorride e mi porge uno dei sacchetti marroni della panetteria. – Un regalo – dice. Dentro c’è una manciata dei dolcetti alla cannella che prepara sempre mia madre. Dubito che li abbia fatti appositamente per me, comunque. Probabilmente sono gli scarti, bruciati sotto. Ringrazio e torno a rivolgermi alla tela, dove mi concentro sul riflesso della luce distorta dalla pioggia sulle pareti di pietra che sto dipingendo.
La caverna.
 
- Stamattina è passata Katniss.
Davvero non se ne era ancora andato? Sono venti minuti che dipingo in silenzio ormai. E’ stato immobile tutto questo tempo, a studiare i movimenti della mia mano, del polso.
- Penso sia preoccupata, ma troppo orgogliosa per ammetterlo.
- Grazie della visita, papà. – lo interrompo – Davvero. Ma dovrei, sai, concentrarmi. – Fingo un sorriso. So di essere un bravo attore, o perlomeno questo è quello che dice Haymitch; tuttavia, suppongo che 17 anni in compagnia di mio padre siano bastati a fargli imparare quando mento oppure no. Lo vedo annuire, l’espressione un po’ più scura, e voltarsi per uscire spegnendo di nuovo la luce.
 
Rimango solo con il buio e la fiamma tremolante della candela quasi finita.
È una scena a cui ormai sono abituato. Mi sveglio dagli incubi e li ritrovo qui, nel buio. A volte, come adesso, mi siedo per terra  appoggiando la schiena contro il muro, guardando fisso il muoversi della fiamma. Vi scorgo tutto, da figure umane a quelli che ricordano dei grossi lupi. O bacche. Ma soprattutto un viso, che davvero non riesco, neppure con tutta la mia buona volontà, a non relazionare al fuoco.
Katniss entra a prepotenza nella mia testa, facendo sbattere le porte del mio cervello, lasciando tutto in disordine. Non dovrebbe stupirmi più di tanto. È da anni che ha la chiave.
Quando finalmente riesco a riprendere il controllo di me stesso, non so da dove cominciare a raccattare i pezzetti di me che ho sparso in giro. Un po’ di lacrime sono scivolate fin sopra a uno schizzo a carboncino, trasformando quella che una volta era Clove in un alone nero. Infondo alla stanza deve esserci  il pennello che stringevo quando sono scivolato fin qui giù; ora è sparito.
Il pezzo mancante del mio petto l’ho perso da tempo, non mi metto neanche a cercarlo.
Eppure… Eppure. Nonostante tutto sento ancora quel calore sulla pelle. Sul mio viso, che lei ha sfiorato, accarezzato, baciato, sento come un solco lasciato dalle sue dita, dalle sue labbra. Ed è caldo. Forse è davvero la ragazza di fuoco.
Forse è quel caldo, unito a quello tenue della candela accanto a me, ma non riesco a non provare un briciolo di speranza. So che non potrò mai smettere di amarla. Lo so, l’ho già visto. Ho visto come mio padre guarda la madre di Katniss. C’è ancora un pezzo di lei nei suoi pensieri e nel suo cuore di fornaio. Per quanto voglia bene a mia madre, lei non potrà mai fare altro che sostituire la ragazza della farmacia.
E, allo stesso modo, ho raccolto abbastanza informazioni su come la morte del marito avesse gettato quest’ultima nell’oblio. È impossibile semplicemente scordarsi una persona che si ama. Dubito di riuscirci, anche adesso che mi sento vuoto e quasi sfruttato.
E lei non è solo la persona che amo. È Katniss. La bambina con le trecce e il vestito a quadretti che, cantando, ammutolì le ghiandaie imitatrici. La ragazzina che moriva di fame nel mio giardino. La ragazza che mi dava un bacio sulla guancia dopo la sfilata dei carri. La donna, perché tale era diventata grazie alla durezza dei Giochi, che si stringeva a me nelle mie notti di delirio nella caverna.
Sento che devo tornare al lavoro sul quadro lasciato a metà. Manca qualche dettaglio.
 
Mezz’ora dopo scendo in cucina per preparare del tè. Dalla finestra scorgo una luce; viene da casa di Katniss. Le tende di una stanza al piano terra non sono tirate, e la vedo al telefono. Gioca con il filo dell’apparecchio, arrotolandolo attorno al dito. Suppongo parli con Cinna, oppure con Madge. Non ridacchia, né sorride; è sempre Katniss, in fondo.
Ed il sorriso scappa a me, che la guardo dalla finestra, con in mano una tazza di tè bollente. A forza di pensare a lei un pochino a fuoco ci sono andato a mia volta, immagino. O perlomeno, in questo momento la mia lingua, la mia mano ed il mio tè lo sono.
 
Le stelle in cielo sono di nuovo visibili. Domani non ci sarà neanche una nuvola.
 
Al piano di sopra, dal quadro della caverna, Katniss sorride.
Sono un inguaribile ottimista.
 
 

 
A brighter day is coming my way
Yes tomorrow will be kinder.

  
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