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Autore: JaneA    27/04/2012    4 recensioni
Come si può insegnare ad amare? Soprattutto, come si può insegnare ad amare a qualcuno che non sa, a qualcuno che è vuoto?
Jane è una bambina di 5 anni. Sarà proprio lei ad insegnare a Draco Malfoy ad amare? Tensione, rancore, assenze, tristezza porteranno a quello che è il fine, porteranno all'amore?
Ma soprattutto Draco Malfoy riuscirà a farsi amare?
Cerchiamo di scoprirlo in questa nuova fan fiction! Vi ringrazio immensamente sin da ora :)
Un abbraccio, JaneA
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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I was a heavy heart to carry
My beloved was weighed down
My arms around his neck
My fingers laced a crown
I was a heavy heart to carry
But he never let me down
When he held me in his arms
My feet never touched the ground.

Heavy in your arms – Florence and the machine

 

 

 

 

 

 

 

 

Si era abbandonata tra le braccia della sua migliore amica, ancora una volta. Solo con lei, o con il suo migliore amico Harry, riusciva a lasciarsi andare. Le lacrime scorrevano sul suo volto al solo pensiero di tutto quello che inevitabilmente stava accadendo, di tutto quello che la stava distruggendo a poco a poco.

Erano mesi che non riposava accuratamente. Erano mesi che non si curava di se stessa, che non si guardava allo specchio. Erano mesi che aveva smesso di vivere. Viveva forzatamente solo per la sua bellissima bambina.

Sentiva le dolci e affettuose mani di Ginny accarezzarla, stringerla, infonderle calore e coraggio.

Lei, Hermione Granger ne aveva sempre avuto di coraggio. Sin dai tempi di Hogwarts, ai tempi della dura battaglia con Voldemort. Ma ora come poteva lottare ancora? Come poteva lottare sapendo benissimo di poter perdere l’unica cosa che di davvero prezioso possedeva? Non riusciva a rassegnarsi. Come avrebbe mai potuto farlo?

Si distaccò dalla migliore amica, inspirando a fondo. Con il dorso della mano si asciugò le lacrime che si erano fermate al di sotto dei suoi occhi, incerte se scivolare ancora sino all’incavo del collo. Sorrise forzatamente in direzione della rossa.

“Perdonami Ginny.” Sussurrò guardandosi le mani.

“Smettila. Jane è la mia splendida figlioccia. E tu sei la mia migliore amica, ci sono sempre per voi. Lo sai.”

Hermione annuì a testa bassa. Le lacrime erano state ricacciate tutte in dentro. Era il momento di mettere da parte lo sconforto. L’avrebbe fatto ritornare solo a tarda sera, quando la sua bambina dormiva beatamente.

La voce di Ginny la ridestò dai suoi mille pensieri

“Allora, cosa indosserai per Malfoy questa sera?”

Hermione la guardò sbigottita.

“Non indosserò un bel niente per lui.” Sentenziò portandosi le braccia sotto il petto.

Ginny sorrise.

“Proporrei un bel vestito.” Le disse ammiccando

“Un vestito? Per Malfoy?”

“Esatto. Per Malfoy e per tua figlia che ne è innamorata persa.”

“Malfoy non baderà a me. Avrà di certo altre “donne” per la testa.”

“Da domani potrebbe avere te per la testa.” Le fece notare l’amica

“Non dire stupidaggini Ginny. Non sarò una delle tante donne di Malfoy. Non ne ho bisogno io, come di sicuro non ne ha bisogno lui. Né tantomeno mia figlia.”

“Hermione, non partire prevenuta. Certo, è Malfoy. Ma è cambiato. Se fosse stato quello di un tempo credi che si sarebbe anche solo fermato a parlare con tua figlia, che l’avrebbe abbracciata e accontentata? Che avrebbe addirittura scherzato con te? Il Malfoy che conoscevamo chissà dov’è sepolto. Ha perso tutto. Forse per lui è stato anche peggio. È partito per mesi, ha ripulito il suo cognome con le sue mani e la sua capacità di Magiavvocato. È ammirevole, per quanto si tratti di Malfoy.”

Hermione sbuffò.

“Mi accompagni a prendere un vestito? Jane ne sarà contentissima.”

La rossa la guardò e le sorrise dolcemente.

“Certo che ti accompagno, però prima ho voglia di un gelato al cioccolato.”

“Allora corriamo, non vorrei che il tuo primogenito nascesse con una bella enorme voglia di cioccolato.”

Dopo aver preso entrambe la loro roba uscirono assieme sorridendo.

Per un attimo, forse, Hermione avrebbe potuto far finta che tutto andasse bene.

 

 

 

 

 

 

-

 

 

 

La Granger aveva una bambina. E lui l’aveva addirittura abbracciata.

Era splendida. Quei boccoli castani che le cadevano sulle spalle, quegli occhi tanto simili a quelli della madre. Il suo sguardo truce. Sì, era la fotocopia della Granger quando l’aveva conosciuta.

“E così stasera vai a cena da lei.” Enunciò l’amico che lo scrutava.

“Smettila di ripeterlo Blaise. L’ho fatto per la bambina.”

“E da quando Draco Malfoy si abbassa al volere di una bambina, soprattutto se figlia della Granger?”

“Con tuo figlio mi abbasso ai suoi voleri.” Fece per svincolare Draco.

“Sì, certo. Solo perché altrimenti Daphne ti ammazza.”

“Non è vero.”

“Dai Draco, ammettilo. Ti piace la Granger.”

Draco strabuzzò gli occhi, rimanendo poi a bocca aperta.

Dinanzi agli occhi la figura della Granger che lo guardava prima torva e poi sorrideva ad una sua battuta.

“Non dire stupidaggini Blaise.” Disse alzandosi dalla poltrona e guardando fuori dalla finestra.

“L’ho vista qualche settimana fa in ufficio. È diventata davvero una bella donna.”

“Smettila.” Commentò Draco.

“Potresti farci un serio pensierino. No?”

“Ha una figlia, Dio Santo!” quasi urlò esasperato il biondo.

“Certo. Ma tu hai bisogno di una relazione stabile. E poi io e Daphne vogliamo che qualcuno esca con noi. E quelle oche che ti porti dietro di tanto in tanto a mia moglie non piacciono affatto. Dovresti saperlo.”

“Piacciono a me. Non devono piacere a tua moglie.”

“Ti piacciono solo per la lingerie che indossano? Per le loro urla che scateni? Sinceramente in loro non ci trovo niente. Se non un gran bel corpo e tanto trucco. La Granger sarebbe perfetta, stimolante.”

“Blaise smettila. O ti giuro che non ci vado a questa stramaledetta cena!” dichiarò esasperato il biondo.

“Non lo faresti mai. Hai dato la tua parola alla bambina. A proposito come si chiama?” domandò curioso il moro.

“Jane.”

“Jane? Bel nome.” Commentò

“Sì..” pronunciò sussurrando Draco, guardando ancora fuori dalla finestra. L’attenzione venne portata su due donne che camminavano a braccetto. Una rossa ed una con uno chignon.

La riconobbe subito. Sorrideva. Nonostante si trovasse ad un’estrema altezza riusciva a scrutare il suo viso. Era stanco. Ma sorrideva.

Blaise Zabini interruppe i suoi pensieri

“E il padre?”

“Non c’è.” Rispose non appena le due donne furono fuori dalla portata del suo sguardo.

“Te l’ha detto la Granger?”

“Blaise ti hanno mai detto che stressi le persone?”

“Io stresso solo te, mio caro.” Rise il moro.

“Certo. Perché se dovessi stressare qualcun altro, tipo tua moglie, questa ti manderebbe fuori casa a calci in culo.”

Blaise scoppiò a ridere immaginando la scena, subito dopo esplose in una risata anche il biondo.

“Hai pensato a un regalo da portare a Jane?”

Draco lo guardò scrollando le spalle.

“Potresti portarle un libro. Chissà è come la madre.”

Draco sorrise. Si sarebbe fermato a prenderle qualcosa mentre andava a casa della Granger.

“E alla Granger cosa porterai?”

“Eh?” domandò voltandosi verso l’amico che lo guardava curioso ammiccando.

“Cosa porterai alla Granger?”

“Nulla. Cosa dovrei portarle?”

“Andiamo Draco! Fiori! Una bottiglia di vino da bere quando la bambina si addormenta, sempre se si addormenta. Una scatola di cioccolatini! Inventati qualcosa dannazione! Come vorresti conquistarla questa donna? Lasciandoti guardare mentre mangi?” il moro ricadde pesantemente sulla poltrona.

“Conquistarla? Blaise ma hai perso il senno? È la Granger. Un topo di biblioteca!” dichiarò grattandosi la fronte il biondo.

“Sarà di certo la Granger amico mio. Ma di certo non è un topo di biblioteca, a meno che tu non abbia delle fette di prosciutto sugli occhi grandi quanto tutto il mondo! Insomma!”

“Io ora devo andare. Daphne mi aspetta per portare a cinema James. Portale una bottiglia di vino. I fiori sono troppo da primo appuntamento. Vestiti casual. Niente cravatta e giacca. Dovrai giocare con la bambina –disse il moro ammiccando- e mi raccomando non ci provare con la Granger subito! A fine serata, sempre che ci arriviate, chiedile di vedervi per un caffè, una passeggiata, qualsiasi cosa. Ti si legge negli occhi che ti interessa. Ciao! E buona fortuna!”

Il biondo sollevò una mano a mò  di saluto e tornò a guardare fuori dalla finestra.

Conquistare Hermione Granger.

Sorrise, se solo suo padre l’avesse visto in quel momento.

 

 

 

 

 

 

-

 

 

 

 

“Mamma, mamma! Sei bellissima!”

Jane la guardava seduta dinanzi a lei nel piccolo cucinino dove stava meticolosamente tagliando dell’insalata.

“Oh, grazie tesoro!” sorrise dolcemente sporgendosi per rubare un piccolo bacio alla sua bambina.

“Perché Draco non arriva?” chiese Jane con un piccolo broncio che le si piazzava sulla faccia continuando svogliatamente a colorare un album.

“Non è ancora ora, Jane. Arriverà tra mezz’ora.”

“E quanto tempo è mezz’ora?”

Hermione sorrise.

“Sei così impaziente?”

La bambina la guardò sorridendo e annuì esageratamente, facendo sorridere ancora la madre.

“E come mai vuoi così tanto vedere Draco?”

“Perché lui è bello!”

Hermione sbarrò gli occhi. Sua figlia aveva appena detto che trovava bello Draco Malfoy?

“E’ vero mamma? È bello?” le domandò impaziente.

“Oh si certo. Molto bello.” Sentenziò atona Hermione.

La bambina sorrise e tornò a prestare attenzione al suo album, mentre la strega tornava a condire l’insalata.

Un bussare sommesso le risvegliò.

Jane iniziò ad urlare frenetica.

“E’ lui! È lui! È Draco, mamma! Corri ad aprire!”

Hermione non ebbe il tempo di togliesi il grembiule da cucina che già Jane la spingeva con forza sino alla porta.

“Su apri mamma!”

La donna si guardò rapidamente allo specchio accanto alla porta, sistemò una ciocca dietro l’orecchio e aprì.

“Buona sera, Granger!”

Hermione rimase a bocca aperta. Era molto, molto bello.

Indossava una semplice polo bianca. Jeans fasciavano le sue gambe. Un giubbotto di pelle ricadeva sulle sue spalle.

“Spero di non essere in ritardo!” sorrise alla donna che era ancora imbambolata ad osservarlo.

“Mamma lascia entrare Draco!” una voce da dietro e poi due manine la fecero spostare.

Jane non appena vide l’uomo gli saltò ferocemente addosso

“Sei arrivato finalmente!”

“Avevi dubbi?” le chiese ammiccando

La bambina scosse il capo continuando a stare arrampicata sul giovane.

“Hai visto come è bella la mia mamma?” chiese ad un certo punto Jane guardando Draco.

Hermione si risvegliò improvvisamente a quelle parole.

“Jane!” quasi urlò

“Sì, è davvero molto bella. Ottima scelta Granger. Ti sta benissimo il blu.”

Hermione diventò improvvisamente di tutti i colori, maledicendo mentalmente sua figlia che di certo si sarebbe presa una bella punizione.

“Ehm, grazie” sussurrò “Vuoi darmi il giubbotto?”

Lui annuì

“Potresti aiutarmi? Ho una scimmietta sulla spalla.” Disse facendo ridere la piccola e sorridere Hermione che annuendo gli si avvicinò e lo aiutò a togliere la giacca.

Le sue mani percorsero la sua schiena muscolosa. La sua pelle fu pervasa da infiniti brividi. Un fresco profumo di menta l’avvolse facendole perdere il senso delle cose.

“Grazie, Granger.”

“Venite. Ehm, venite in cucina. Mancano pochi minuti ed è pronto.”

“Prima che io dimentichi –iniziò il biondo- Jane questo è per te.” Disse porgendo alla bambina un pacco che venne scartato immediatamente

“Mamma è un libro da colorare e leggere! Guarda c’è scritto qui! Vado a prendere i colori!” urlò svincolandosi dall’abbraccio del biondo e correndo su per le scale.

“Immaginavo che tu le avessi già insegnato a leggere e scrivere.”

Hermione sorrise.

“Perspicace, Malfoy.”

Lui sorrise di rimando.

“Questo è per te.” Disse porgendole una bottiglia di vino. “Spero ti piaccia quello rosso.”

“Certo. Grazie, non avresti dovuto.”

Draco scrollò le spalle.

“Deduco abbia preparato tu la cena?”

“Esatto, Malfoy” sorrise lei

“Posso aiutarti in qualcosa?”

“Sai cucinare?” chiese curiosa lei mordendosi un labbro.

“Non sono un cuoco, ma me la cavo.”

“Potresti versarci due bicchieri del vino che hai portato, ti va?” domandò scrutandolo

“Certo.”

La donna si fermò ad osservarlo. Osservò la curva delle spalle. Le braccia magre e leggermente muscolose. Poi risalì posando gli occhi sul suo viso. Su quegli occhi intenti e concentrati ad aprire la bottiglia che teneva tra le mani. Soffermandosi sulle sue labbra, all’apparenza così morbide.

“C’è qualcosa che non va?” l’interruppe lui.

Imbarazzata abbassò il volto.

“No, no. Tutto benissimo.”

 

Un rumore di piedini si sentì per le scale.

“Eccola che torna!” esclamò Hermione.

“Draco! –chiamò- ti va di vedere la mia stanzetta?”

Hermione sbiancò.

“No, Jane, è pronta la cena.” Disse atona

“Ti prego mamma! Due minuti! Ti prego!”

“Su Granger. Non ci mettiamo molto.”

Pallida in viso, Hermione annuì, facendo segno con le mani di procedere verso il piano superiore.

 

“Questa è la mia cameretta!”

Draco entrò nella camera. Sulle pareti vi erano vari disegni animati. Qualche foto che inquadrava la piccola Jane da piccola. Ma quello che realmente attirò l’attenzione del biondo fu la presenza di vari macchinari ospedalieri accanto al letto della piccola. Draco voltò il capo verso la donna che sostava a capo chino sulla soglia.

“Questa sono io, vedi?”

Draco annuiva, sorrideva senza essere davvero presente. Mille domande sorgevano nella sua testa. Negli occhi il volto della Granger privo di qualsiasi espressione. Spento. Era spenta.

 

Dopo varie insistenze scesero per la cena, che consumarono in silenzio con le varie domande della piccola Jane.

Alle 22 Hermione si scusò un attimo con Draco e dopo aver costretto la figlia a salutare il biondo l’accompagnò al piano di sopra attendendo sino a che non si fu addormentata.

 

 

 

-

 

 

“Sei riuscita a farla addormentare?” domandò non appena la vide scendere le scale.

L’attendeva sul divanetto beige che campeggiava nel salotto. Poi le porse un bicchiere di vino.

“Per fortuna sì. Grazie.”

Lui le sorrise.

“E’ una splendida bambina.”

La donna annuì, bevendo un sorso di liquido rossastro.

“Cosa c’è che non va, Hermione?”

Hermione spalancò gli occhi. L’aveva chiamata per nome?

“Mi hai chiamata per nome, Malfoy?”

Lui annuì serio.

La giovane strega tornò a posare lo sguardo sul bicchiere che stringeva tra le mani.

“Hermione?” la incitò Draco, stringendole poi una mano.

Hermione lo guardò ancora. Mentre una lacrima scivolava sul suo viso. Si premurò di asciugarla subito, con il dorso della mano.

“Jane è malata.”

Per Draco fu come una secchiata d’acqua gelida. Non poteva essere. Quella splendida bambina che lo venerava, non poteva essere.

“Cosa? Cosa ha?”

Hermione inspirò facendosi forza. Aggrappandosi a quelle mani diafane che erano strette alle sue.

“Ha..ha..ha la leucemia.” Disse prima di scoppiare in un pianto.

Vuoto, quello che sentì Draco. Aveva appena conosciuto quella bambina e ora comprendeva tutto questo.

Strinse a sé la donna, dimenticando che fosse Hermione Granger. Dimenticando che lui fosse Draco Malfoy. Dimenticandosi di tutto. Curandosi solo di stringerla a sè.

Dimostrando più a se stesso, che alla donna che aveva tra le braccia, di quanto fosse realmente cambiato.

La strinse ancora al suo petto. La cullò tra le sue braccia, per ore intere, senza mai stancarsi.

  
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