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Autore: givemenicholas    27/04/2012    5 recensioni
Misi il telefono in tasca e continuai a parlare con lei “Posso chiederti una cosa Niall?” mi chiese lei “Tutto quello che vuoi!” le sorrisi e le accarezzai una mano “Tu mi odi?” alzai un sopracciglio e la guardai confuso “Perché dovrei?” lei abbassò lo sguardo “ho sempre pensato che tu mi odiassi, perché magari mi comportavo male, ti stavo antipatica, perché i tuoi genitori sarebbero diventati anche i miei..” le alzai il mento e le baciai il naso “io credevo che tu ce l’avessi con me, per questo ti stavo lontano, avevo paura che tu mi potessi respingere e che io potessi in qualche modo farti del male,comunque no TI VOGLIO BENE SORELLINA”.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Leggimiiii...
Allora ecco a voi questo capitolo, è brutto e corto, ma fatemi capire che ne pensati..
fatemi capire se ne vale la pena di mettervi il prossimo.. 
comunque beh se non vedo TRE  recensioni non continuo, in quello scorso addirittura 5..
IO VI AMO DONNE..
vorrei ringrazire quelle che la leggono, chi l'ha messa tra le preferite e chi nelle seguite.. 
Spacialmente grazie a voi che recensite sempre.
Un bacione. <3



Andrea {POV}

Era più o meno passata una settimana da quando avevo baciato Zayn, una settimana che mi sentivo
terribilmente in colpa, una settimana che io sapevo che non avrei rivisto i ragazzi per un po’.
"Allora Amore cosa mi devi dire?" mi chiese mia madre sorridendo e sedendosi sulla poltrona
"Ti ricordi, quando avevo mandato quella lettera per fare il provino come modella?" il suo
sorriso si spense, "si!" disse semplicemente "mi hanno chiamata, hanno visto delle mie foto, mi vogliono per delle sfilate.."
continuai abbassando lo sguardo "Ma è fantastico!" disse lei abbracciandomi "in America."
dissi asciugandomi una lacrima "che cosa? No Andrea, non.." ci pensò su e poi mi guardò
"è il tuo sogno, non sono nessuno per impedirtelo!" disse facendo un sorriso amaro, la guardai "la partenza è domani, devo dare una
risposta entro oggi, la lettera mi è arrivata una settimana fa, non sapevo cosa fare, sei la prima a saperlo. Non voglio lasciarvi, ma non
voglio neanche rinunciare al mio sogno, volevo provare e vedere come andava! Non durerà molto giusto un mesetto, la scuola la finirò
qui, salterò solo il mese d'aprile, ma credo che questo sia l'ultimo problema"
mia madre mi sorrise, entrò mio padre, ne parlai anche con lui,
subito non era d'accordo ma dopo averlo convinto mi fece gli auguri e mi disse che per qualsiasi cosa la porta di casa sarebbe stata sempre aperta.
Presi il cellulare e composi QUEL numero "Salve, sono la signorina Horan, volevo informarla che accetto, domani partirò!" dissi sorridendo
"perfetto, siamo felici abbia accettato, non ci speravamo più!" disse quella voce
"si mi scusi se ho chiamato solo adesso ma ho avuto molte cose per la testa!" dissi pensando a ciò che avevo passato in
quella settimana, i miei amici, il ragazzo che mi faceva battere il cuore, la mia migliore amica, i miei genitori, una lacrima mi rigò il volto,
ma subito l'asciugai "Non si preoccupi, allora ci vedremo domani all'aeroporto! salve signorina!" detto questo la chiamata terminò.
Adesso dovevo fare il passo più grande dirlo a Kate, presi il cellulare e scrissi in messaggio:


TI DEVO PARLARE. TRA 10 MINUTI TI VOGLIO A CASA MIA.

Uscii di casa dei miei e mi diressi verso quella dei ragazzi, entrai in casa, "Ehi Piccola Horan dov'eri?" chiese Harry, quel ragazzo
riccioluto che mi aveva dato quello stupido soprannome "A casa mia!" dissi freddamente, due mani mi cinsero i fianchi "che succede?"
mi chiese quella voce, quella dannata voce che avrei dovuto lasciare, staccai le sue mani, suonarono la porta senza dire niente
andai alla porta “ehi che succede?” mi chiese quella voce, le indicai di entrare e andare in camera mia, appena entrammo mi sedetti sulla
poltrona “domani parto per l’America!” dissi sussurrando “che cosa?” disse urlando “mi hanno chiamato per quel provino di modella,
hanno visto delle mie foto, domani parto, scusa ma ho scelto di partire oggi, una settimana fa mi era arrivata la lettera,
ma avevo bisogno di pensare, di schiarirmi le idee. Non starò via tanto, solo un mese poi tornerò qui. Passerò li le vacanze di pasqua!”

dal suo viso cominciarono ad uscire fiumi di lacrime e lo stesso dal mio,
“non puoi Andrea, non puoi farmi questo, cazzo sei la mia migliore amica, non te ne puoi andare anche te, ti prego!” mi chiese
inginocchiandosi, scossi la testa, lei delusa uscì dalla mia camera sbattendo la porta.


POV ESTERNO

Kate uscì di casa sbattendo la porta, i ragazzi avevano sentito le urla e si stavano chiedendo che cosa stava succedendo,
dalle scale corse giù una figura femminile “Kate, Kate cazzo aspetta!” urlava in preda dalle lacrime, ma oramai era troppo
tardi l’amica se n’era andata, Andrea si lasciò scivolare contro la porta, dando il via libero a singhiozzi, lacrime, urli.
Non ci poteva credere, non voleva lasciare la sua migliore amica così.

Niall si avvicinò alla sorella “Che è successo?” chiese alzandole il viso, lei tolse la mano del fratello dal suo viso e
si alzò “Lasciami stare. Sono una delusione per tutti. Io me ne vado.” Disse lei andando verso le scale ma fu
fermata da due mani, Liam e Zayn non capivano “Non dire stupidaggini, non sei una delusione, e non dire neanche
per scherzo quelle cose!”
dissero insieme, Zayn e Andrea erano diventati grandi amici, ma tra i due batteva più di una
semplice amicizia, invece con Liam c’era un legame meraviglioso, si capivano solo con uno sguardo.
Lei strattonò il suo sbraccio e si liberò di quella presa. Andò su in camera sua, il padre sarebbe passato a
prenderla per le quattro di notte, aveva chiesto di non dire niente ai ragazzi,  non voleva essere fermata, cominciò a
preparare la roba, o meglio le valigie, non prese molta roba, tanto sapeva che da lì a poco, avrebbe cominciato a comprarsi abiti firmarti con il suo lavoro.

La vennero a chiamare per la cena, scese giù ma non toccò cibo, tornò in camera e si mise sul letto,
prese macchina fotografica, cellulare, Ipod, computer, mise tutto dentro la valigia. Si chiuse a chiave in modo che nessuno potesse entrare.
Le quattro di notte arrivarono subito, la casa era silenziosa, prese un foglietto e cominciò a scrivere..


Sapete perché Kate è uscita di casa così? Beh, perché gli ho dato una brutta notizia, me ne vado, non per sempre, ma vado ad inseguire il mio sogno, magari un giorno ci rivedremo lo spero perché oramai siete essenziali, scusate se non ve l’ho detto, non volevo creare problemi anche per voi. Ho deciso di partire in piena notte, mentre voi state dormendo. Vi voglio un bene dell’anima ragazzi non dimenticatelo, per uno di voi anche qualcosa in più.
Non è un Addio ma un Arrivederci..
-Vostra.. Andrea.


E così quella ragazza, ribelle, pazza che aveva rubato i cuori a quei cinque cantanti se ne andò.
Appena arrivata in macchina trovò suo padre giù di morale, lo consolò, quando arrivarono a destinazione lo salutò, e si imbarcò.
Appena salita sull’aereo mise le cuffie: partì la sua playlist Demi Lovato, Avril Lavigne, Adele, Madonna, insomma tutte canzoni
che in quel momento rispecchiavano il suo stato d’animo. Dopo cinque o dieci canzoni, non lo sapeva aveva perso il conto, tra
le lacrime, si era addormentata. La mattina fu svegliata dall’Hostess . era arrivata a New York, appena uscì andò a ritirare i bagagli e
andò verso l’uscita dove un ragazzo aveva un cartello in mano con su scritto il suo nome. Si avvicinò e sfoderò un sorriso “Piacere Andrea!”
il ragazzo le sorrise, era un bellissimo ragazzo e la ragazza era la prima cosa che aveva notato “Piacere Manuel, allora nuova collega
com’è Londra?”
disse raggiante il ragazzo “o sei un modello? Comunque è fredda, piovosa, ma dannatamente perfetta!” disse sorridendo,
parlarono del più e del meno, cominciarono a conoscersi, quel ragazzo era simpatico sapeva tirare su il morale, appena furono in
macchina in ragazzo, la guardò “sei bella, ma prima che tu ti innamori di me, sono Gay!” disse sorridendo, lei ci rimase di stucco
poi si riprese e lo guardò “stai scherzando? Che spreco di ragazzo!” disse Andrea facendolo scoppiare a piangere.
Prese il cellulare e inviò un messaggio 


SONO ARRIVATA, NON PREOCCUPATEVI, VI VOGLIO BENE. BACIO ANDRE.
Mise il telefono in tasca, ed insieme a Manuel si diresse in albergo, era enorme, l’accompagnò in stanza “la mia è accanto alla tua!” disse sorridendo,
era enorme, letto matrimoniale, salotto tv, bagno “Ok grazie, adesso cosa dobbiamo fare?” chiese cordialmente lei, sperando in un sei libera
“Ti aiuto e poi ce ne andiamo da Starbusck ed infine andiamo in ufficio che ti vogliono vedere!” disse raggiante il ragazzo,
lei sorrise e mise apposto la sua roba, si fece una doccia e si vestì , uscirono dall’albergo e si diressero a prendere un bel frappuccino
al cioccolato. “Allora cosa mi racconti?” chiese lei mentre si dirigevano all’ufficio con la loro consumazione in mano “ma che sono bello,
faccio impazzire le ragazze, no va beh, sono un modello, è sempre stato il mio sogno, sono Italiano!”
disse ridendo “wow, ecco perché sei
così bello! La bellezza Italiana non la batte nessuno!”
disse Andrea ridendo. “te che mi racconti?” disse il ragazzo aprendo la porta
dell’edificio alla mora “che ho dovuto lasciare la mia vita, la mia migliore amica, il ragazzo che mi piace e tutti i miei amici, con un
biglietto, ho fatto davvero la parte della codarda!”
disse abbassando lo sguardo.


Andrea {POV}

“eccoli qui, allora Andrea non sei bella solo nelle foto!” disse una signora sulla quarantina avvicinandosi e presentandosi
“Piacere sono Charlotte, ma chiamami Charlie, sono la direttrice, allora cara hai conosciuto Manuel, è stato educato?”
chiese sorridendomi e portandomi in sala trucco “si non si preoccupi, è stato un tesoro!” dissi, sedendomi su una sedia,
dove poco dopo fecero il loro ingresso dei truccatori che truccarono sia me che Manuel “meno male, allora cara, dammi del tu,
comunque hai stile mi piace come ti vesti! Comunque arrivando a noi, oggi faremo delle prove!”
disse porgendomi del vestiti.
Ok il mio sogno era iniziato, ma avevo paura, paura che non ce l’avrei fatta, la mia testa era sempre altrove, era rimasta e Londra con la mia vecchia vita.

Cominciammo a provare vestiti su vestiti, ci fecero una marea di foto, dicevano che sarebbe finite sulla copertina di un giornale,
ero esaltata all’idea, ma ero preoccupata di non piacere “Allora ragazzi per oggi abbiamo finito, potete andare, Andrea vieni un secondo qui!”
disse Charlie, tutti i lavoratori scomparvero dietro una grande porta, rimanemmo solo io e lei “Allora cara, sei perfetta, domani ti voglio qui
per le undici, ti farò conoscere una ragazza, è una modella come te ed ha la tua età, avevo pensato di farvi fare un set fotografico
insieme, giusto per prendere confidenza per la prossima sfilata!”
disse raggiante, quella donna, aveva i capelli neri corvino, due
occhi azzurro ghiaccio, facevano impressione, aveva un animo gentile, era disponibile, spigliata.. almeno per quanto l’avevo potuta conoscere
“Si certo non c’è problema!” dissi gentilmente, andai a cambiarmi ed insieme a Manuel mi diressi all’albergo, avevo bisogno di riposare,
di mangiare non se ne parlava, lo stomaco mi si era chiuso da quando avevo lasciato la mia città. “Allora Buona notte ci vediamo domani
mattina, alle dieci e mezza! Che ne dici andiamo a fare colazione insieme?”
mi chiese felice quel ragazzo
“certo, allora a domani mattina, buona notte Manuel!” lo salutai con un bacio nella guancia che prontamente lui ricambiò.
Entrai in camera, presi il mio pacchetto di sigarette e cominciai a fumare, fumavo per non piangere, persi il conto delle sigarette e mi addormentai.

La mattina seguente fui svegliata dalla sveglia che avevo prontamente messo la sera prima, amavo dormire e in quel momento avrei voluto rimanere li al caldo,
ma il lavoro chiamava, mi lavai e appena uscita dal bagno mi infilai una maglietta corta che scopriva il piercing all’ombelico, dei pantaloncini blu della tuta,
misi le scarpe da tennis e dopo essermi sistemata, presi cellulare, borsa ed uscii, appena chiuso la porta mi ritrovai il petto di Manuel davanti,
ci andai a sbattere infatti, quel ragazzo era bellissimo, c’ero rimasta un po’ male quando mi aveva detto che era Gay,
tanto il mio cuore batteva per un certo ragazzo moro che in questo momento forse stava cercando di capire perché
me ne ero andata, ma specialmente dove ero andata, presi il cellulare e vidi:

SONO PRESENTI 5 MESSAGGI NELLA SEGRETERIA TELEFONICA, 50 MESSAGGI E 100 CHIAMATE..

Ok, io credevo che sarei mancata a qualcuno ma non così tanto cavolo, misi il cellulare in tasca e insieme al mio nuovo
collega entrai da Starbusck, presi un caffè espresso con panna, per tirami su e svegliarmi completamente, cominciammo
a girare per le vie di New York, a quell’ora c’era molta vita, si vedevano tanti vecchietti per la strada che passeggiavano,
persone che correvano, studenti che marinavano, insomma qui la vita non era molto diversa da quella di Londra.
Arrivammo in ufficio e appena entrammo visi una ragazza bionda che parlava con Charlie
“OH eccola la nostra Andrea, allora Jane lei è Andrea, Andrea lei è Jane!” ci presentammo “Piacere di conoscerti!” mi
disse abbracciandomi “Piacere Mio!” dissi raggiante, quella ragazza aveva un non so che di simpatico, forse il viso acqua e sapone
che mi trasmetteva sicurezza e sincerità, forse quegli occhi color cielo, e quei capelli biondi che la facevano sembrare una bambola,
si lo ammetto quella ragazza era bellissima. Cominciammo a parlare del più del meno, mentre i truccatori e gli stilisti ci preparavano
“sai che il mio secondo nome è Jane?” dissi ridendo, lei mi guardò ridendo “davvero?” mi chiese incredula “Si si, giuro!”
dissi ridendo. Passammo così la mattinata, tra risate, scherzi, scatti fotografici.

Se questa era la mia nuova vita, beh non mi potevo lamentare era bellissima.
   
 
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