Crossover
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Autore: Justice Gundam    28/04/2012    1 recensioni
Crossover: I Wanna Be The Guy / Puella Magi Madoka Magica. Seguito di "I Wanna Be The Fanwriter". The Kid è da pochi mesi riuscito a diventare The Guy... ma qualcosa di insolito turba la pace che ora regna nel suo mondo, quando cinque ragazze molto particolari appaiono dal nulla, portando con sè problemi che il piccolo eroe non si sarebbe mai immaginato...
Genere: Avventura, Demenziale, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Videogiochi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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IWBTPM-003

I Wanna Be The Puella Magi

Una fanfiction crossover (I Wanna Be The Guy – Puella Magi Madoka Magica) scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 3 – Attacco al castello

 

“Woooow… The Kid, ma questo castello è fantastico! Lo si vede soltanto nelle favole, un posto come questo!” esclamò ammirata Madoka, mentre lei e le sue amiche entravano nel grande castello guidate da The Kid, che stava mostrando loro la sua dimora con espressione fiera. Anche Kyoko e Homura, che fino a quel momento non erano sembrate per niente interessate a quel posto, sgranarono gli occhi per un attimo alla vista di quel luogo incredibile: l’entrata era un gigantesco arco di trionfo in marmo bianco, talmente lucido da sembrare brillare alla luce del sole, e preceduto da un lungo tappeto di raso rosso, che portava ad un grande portone di legno scuro, affiancato da diverse statue di alcuni The Guy precedenti. Le ragazze ebbero anche modo di riconoscere qualcuno di essi – Kenshiro, Paperon de’ Paperoni, Bowser (della serie di Super Mario). E c’era anche una statua di un personaggio che assomigliava molto ad una versione adulta del loro nuovo amico, cosa che risvegliò la curiosità di Mami…

Ad accogliere The Kid e le sue nuove compagne al loro arrivo, e a spalancare il portone davanti a loro, c’erano un gruppo di Tipitimidi e di altre creature provenienti da videogiochi di ogni tipo, che si inchinarono in segno di deferenza, e mostrarono alle Puellae Magi e a Madoka la via d’ingresso.

“Grazie, ragazzi!” esclamò The Kid, ringraziando i Tipitimidi. “Ora potete anche mettervi a riposo… ben, ragazze, questa è la mia casetta! Spero che… la troverete di vostro gradimento! Mi rendo conto che è un po’ grandicella… hehehehee…”

“Wow, ma è fantastico! Sembra un castello di una di quelle storie fantasy che a me piacciono tanto!” esclamò Sayaka, guardandosi attorno con meraviglia mentre The Kid conduceva il gruppo lungo l’enorme corridoio principale. “Questo è… esattamente il posto dove si riunirebbe un gruppo di paladini della giustizia!”

The Kid ridacchiò divertito. “Beh, Sayaka, diciamo che questo è in pratica il centro di questo mondo!” affermò, mentre altre buffe creature si affacciavano lungo il corridoio per vedere chi fossero le nuove arrivate. “Non posso dire di essere un gran paladino della giustizia, ma faccio quello che possso per mantenere un po’ di equilibrio in questo mondo!”

“Beh, mi fa comunque piacere!” rispose la Puella Magi dai capelli blu, che era risaputa avere una certa passione per la giustizia. “Anche noi Puellae Magi, a modo nostro, facciamo qualcosa di simile! Se non ci fossimo noi, le Streghe avrebbero campo libero per fare tutto quello che vogliono…”

“Ma… com’è che si diventa Puella Magi, giusto per sapere?” chiese incuriosito The Kid. “Ve ne sento parlare, ma ancora non so niente di come funzionano le cose el vostro mondo, e di come fate ad avere questi poteri. Spero che non vi disturbi se ve lo chiedo…”

Homura prese un bel respiro e poi sospirò, immaginando che a questo punto non fosse più il caso di evitare il problema. “E va bene… visto che ci tieni tanto a saperlo, vorrà dire che te lo racconterò.” Affermò la più anziana delle guerriere magiche. “Ti ricordi che, quando ci siamo incontrati, io ho detto che pur non fidandomi di te, ti preferivo comunque a Kyuubey?”

“Sì, l’hai detto… Homura, giusto?” rispose The Kid, un po’ perplesso. “E in effetti, mi stavo chiedendo chi, o che cosa, fosse questo Kyuubey. Da come ne parli, mi sembra di capire che nutri per lui il più totale disprezzo.”

“Tch… non sai quanto hai ragione…” mormorò Homura, guardando per un attimo verso il pavimento di piastrelle levigate. “Comunque, giusto per rispondere alla tua domanda… Kyuubey è l’essere che ci ha dato i poteri. Lui ha fatto di noi delle Puellae Magi, in cambio di un desiderio che noi abbiamo espresso, e ora siamo costrette a combattere contro le Streghe che minacciano il nostro mondo.”

“Capisco…” rispose The Kid, ancora un po’ dubbioso circa il modo di fare scontroso di Homura. Era una ragazza piuttosto reticente, e non stava rivelando tutto quello che sapeva. Forse perché la cosa le faceva in qualche modo dispiacere. “E quindi… immagino che dover combattere contro quelle mostruosità sia una vera tortura, non è così?”

Con sua sorpresa, Homura alzò le spalle. “A dire la verità… non eccessivamente. Se si trattasse soltanto delle Streghe, sarebbe un prezzo ragionevole da pagare. Ma… ogni volta che fai un contratto con Kyuubey, c’è sempre qualche particolare in più.”

“Hmmm… comincio ad immaginarlo.” Affermò The Kid. “Intendi dire che questo Kyuubey mente su certi aspetti dell’accordo? E’ questo che vuoi dire, Homura?”

“No.” Fu la risposta di Homura, che fece fare una faccia ancora più sorpresa al giovane eroe. “Kyuubey non mente mai. Non so per quale motivo, forse perché è impossibilitato a farlo per sua natura… ma quel piccolo essere spregevole dice sempre la verità. No, non è mentendo che ti inganna… piuttosto, lo fa tralasciando dei particolari importanti oppure, se costretto a rivelarli, dice la verità in modo da renderne ambiguo il significato. Se per caso tu te ne lamenti con lui, la sua risposta tipica è… che non ti ha detto nulla perché tu non hai chiesto nulla.”

“Accidenti…” rispose The Kid con una smorfia. “Da come me lo descrivi, Homura, questo Kyuubey è davvero un pessimo elemento.”

“Già… ed è anche uno che sa come usare le parole per infinocchiarti…” mormorò Sayaka storcendo il naso. “Una delle tante cose che lui si è… dimenticato… di dirci, per esempio, è che noi Puellae Magi diventiamo tali quando le nostre anime vengono separate dai nostri corpi… e piazzate in un oggetto chiamato Soul Gem, che deve restare sempre con noi, se non vogliamo afflosciarci a terra come gusci vuoti. Certo, in compenso otteniamo riflessi e resistenza sovrumani… ma non è tutto qui!”

“Davvero? E che altro c’è, allora?” chiese The Kid con un brivido. Adesso sì che si spiegava come mai Kyoko potesse mangiare quel Frutto Delizioso senza conseguenze… chiaro, il suo organismo era immunizzato a qualsiasi veleno perché non c’era più un’anima da far uscire dal corpo. Il concetto, per quanto sicuramente comportasse degli ovvi vantaggi, era piuttosto terrificante…

“Beh, diciamo che le Gemme dell’Anima funzionano in maniera molto particolare… man mano che combattiamo le Streghe, le Gemme dell’Anima assorbono la corruzione insita nelle Streghe stesse e si contaminano sempre di più.” Spiegò Homura. “Una volta che la gemma è completamente riempita di corruzione…”

La Puella Magi fece una pausa, e The Kid deglutì, immaginando che ciò che sarebbe venuto dopo sarebbe stato ancora più spaventoso di quello che aveva già sentito. “La Puella Magi… muore, vero?” chiese, dicendo la prima cosa che gli veniva in mente.

La verità si rivelò essere ancora peggiore della sua ipotesi peggiore. Homura scosse la testa e terminò il discorso. “No. Peggio ancora.” Affermò. “Quando questo succede, l’anima della Puella Magi viene infettata dall’energia corruttrice delle Streghe, e la ragazza… diventa una Strega a sua volta.”

The Kid sgranò gli occhi, incredulo e disgustato. “Che cosa? Quindi… in altre parole… se non riesce a trovare un modo di purificare la Gemma dell’Anima, una Puella Magi si trasforma nello stesso orrore contro cui combatte!” esclamò. “E Kyuubey… ovviamente non vi dice niente di tutto questo, eh?”

“Certo non lo dice chiaro e tondo.” Affermò Kyoko con espressione menefreghista. “Come ha detto la mia collega qui presente, quella specie di batuffolo di peluche non dice nulla se non gli viene chiesto esplicitamente, e anche se glielo chiedi, lui dirà la verità in modo da trarti in inganno, senza mentire mai. In altre parole… se ti fidi di lui, sei fregato.”

“C’è un solo modo di evitare di diventare una Strega…” affermò Sayaka, terminando il discorso che Homura aveva iniziato. “Ovvero, una volta distrutta una di esse, bisogna usare il Grief Seed che la Strega si lascia dietro per eliminare l’energia corruttrice dalla propria Soul Gem. A dirla così sembra facile, lo so… ma prima o poi, si finisce sempre per cadere nella trappola, e si diventa delle Streghe. Noi… abbiamo cercato, sotto consiglio di Madoka-chan, di mettere da parte le nostre differenze e cercare di sfuggire a questo destino.”

“E avete fatto bene…” affermò The Kid. “Diamine, se toccasse a me una cosa del genere, andrei da quel Kyuubey e lo riempirei di buchi…”

Homura alzò le spalle. “Per quello che può servire…” mormorò tra sé.

“E non è tutto qui…” continuò Madoka, dopo essersi schiarita la voce. “Il fatto è… che per qualche motivo, Kyuubey vuole che io stringa un contratto con lui e diventi anch’io una Puella Magi. Homura-chan mi ha trovata per prima, ed è riuscita a convincermi a non stringere un patto con quell’essere infido, ma… da quel giorno in poi, gli attacchi delle Streghe sono diventati più frequenti, fino a quello che ci ha portato nel tuo mondo.”

“E’ opera sua, ne sono sicura!” ringhiò Homura, mettendo la parte la sua facciata stoica per un attimo mentre stringeva una mano a pugno. Ormai, nonostante la conoscesse solo da poche ore, The Kid aveva capito più che bene l’odio che la mora provava nei confronti del misterioso esserino dal viso costantemente sorridente. “Lui vuole in qualche modo metterci all’angolo, in modo che Madoka-chan sia costretta ad esprimere un desiderio e diventare una Puella Magi… ma io non gli permetterò di fare come vuole! A costo di metterci tutta una vita… io gli impedirò di trasformare Madoka-chan in una di noi! Lo giuro…”

“Homura-chan…” mormorò la ragazzina dai capelli rosa, un po’ spaventata dal tono aggressivo e feroce della sua amica.

The Kid sospirò di nuovo. Sembrava che, per qualche maleficio, parlare della storia delle Puellae Magi e di Kyuubey avesse fatto scendere un’ombra di inquietudine su di loro… e adesso, era il caso di distrarre un po’ le ragazze e fare in modo che, almeno per il momento, si rilassassero un po’. Dopotutto, finchè erano nel suo castello, erano praticamente al sicuro da qualunque nemico, e se quel Kyuubey si fosse arrischiato ad entrare li dentro, avrebbe saputo come accoglierlo!

“Comunque… per ora lasciamo da parte questi pensieri, che ne dite, ragazze?” propose il giovanissimo eroe di quel mondo computerizzato. “In questo posto… ci sono ancora un sacco di posti che meritano e che ancora non vi ho fatto vedere! Prego… se volete seguirmi… poi vi condurrò alle vostre camere e vi lascerò riposarvi un attimo!”

“Grazie, The Kid… mi fa piacere sapere che abbiamo almeno un posto sicuro, da queste parti!” affermò Mami, riavviandosi un po’ i suoi lunghi capelli biondi mentre guidava le guerriere magiche verso un altro corridoio, le cui pareti erano di un vivace colore rosso e davano un’impressione di minor lusso ma di maggiore praticità rispetto alle parti del maniero in cui erano stati. “Questa sezione del mio castello… è quella in cui sono conservati tutti gli omaggi ai videogiochi di altri tempi, e ai vecchi giochi da tavolo!

“Hmm, questa è una parte che a me potrebbe interessare…” affermò Kyoko , tenendo la sua lancia dietro le spalle con entrambe le mani, mentre le ragazze si addentravano nel nuovo corridoio…

 

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“Hehehee… questo posto comincia davvero a piacermi! Ora, se solo ci fosse qualche macchinetta di Dance Dance Revolution, sarebbe tutto a posto!” disse Kyoko con un sorriso soddifatto, mentre il resto delle ragazze guardava sbigottito una riproduzione nel vecchio gioco dei mattoni – Arkanoid, per l’esattezza. E quando si parlava di riproduzione, si intendeva una riproduzione in carne ed ossa: una intera camera dai muri trasparenti, con una piattaforma che fluttuava a pochi centimetri da terra, cercando di acchiappare una sfera rimbalzante che andava a cozzare contro le pareti… e contro alcuni mattoncini colorati che fluttuavano a mezz’aria, disposti in strane formazioni!

“Certo che questo posto è strano.” Affermò Homura, senza cambiare troppo la sua espressione facciale. Certo, se era una come lei a dirlo, la frase acquuisiva un significato molto più profondo… e anche le altre ragazze erano molto stupite, e per molti versi anche meravigliate, di vedere cose del genere in un castello che da fuori sembrava abbastanza ordinario. Quel mondo in cui si erano ritrovate riservava davvero una sorpresa dietro l’altra…

The Kid ridacchiò gentilmente nel vedere Kyoko che si guardava attorno, già acclimatata al nuovo ambiente in cui si trovava. Tuttavia, in quel momento era chiaro che erano tutte un po’ stanche per la lunga giornata, in particolare Madoka che non aveva poteri da Puella Magi come le altre… e decise che per il momento era anche il caso di lasciarle riposare un po’! “Beh, ragazze… in effetti, il mio castello è un posto enorme, e credo che non basterebbe un’intera giornata per farvelo vedere tutto. Comunque… se volete possiamo interrompere qui, per adesso, e intanto vi porto alle vostre camere! In fondo, dopo una giornata come questa, è anche giusto chevi riposiate un po’, vero?”

“Hmmm… in effetti io comincerei a sentirmi un po’ stanca…” commentò Madoka sgranchendosi un po’ la schiena. “Non so te, Homu-chan, ma riposarmi un po’, in questo momento, è proprio la cosa di cui ho più bisogno…”

“E credo che anche le altre siano d’accordo…” rispose Homura, che in quel momento sembrava essersi tranquillizzata almeno in parte su The Kid, e non vedeva certo di mal occhio l’idea di potersi riposare un po’ senza che qualche strega potesse minacciarle. “E va bene, The Kid. Per il momento, immagino di potermi fidare di te. Ma… ti consiglierei di tenere sempre gli occhi aperti. Non mi stupirebbe se quella dannata bestiolina apparisse tutt’a un tratto e cercasse di perpetrare un altro dei suoi complotti a nostre spese. Non lo sottovalutare, è un abile manipolatore, e sa come mettere su un discorso convincente. Non farti raggirare.”

“D’accordo, Homura!” rispose il giovanissimo eroe. “Come ho detto, se dovesse apparirmi davanti, lo tratterò come merita. Okay, ragazze… seguitemi pure, ci sono due camere in cui potrete sistemarvi!”

“Ottimo! Grazie per l’ospitalità, The Kid, cercheremo di sdebitarci, in qualche modo!” affermò Mami, anche lei ansiosa di potersi finalmente prendere un po’ di relax, dopo tutte quelle battaglie con le Streghe…

 

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“Wow… certo che anche le nostre stanze sono molto belle! Grazie, The Kid, stai davvero facendo più del dovuto!” ringraziò Madoka, mentre entrava nella stanza che The Kid aveva riservato per lei, per Homura e per Mami. Sembrava fatta apposta per riprodurre quella che doveva essere la stanza di una normale studentessa giapponese, e aveva in effetti un’atmosfera che ad Homura, ormai abituata a non avere più un posto a cui tornare, dava un certo sentore di nostalgia, anche se la mora Puella Magi non lo avrebbe mai ammesso esplicitamente.

“Tranquille, ragazze, è mio dovere!” rispose The Kid con una strizzata d’occhio, invitando anche Kyoko e Sayaka ad entrare nella stanza e dare un’occhiata. Come forse si addiceva alla rossa Puella Magi, era una stanza priva di fronzoli, anche se comunque comoda… e anche Sayaka, mentre precedeva la sua compagna all’interno della stanza, doveva ammettere che sembrava fatta apposta per accoglierle come si doveva. In effetti, restare in quello strano mondo non doveva essere poi tanto male, una volta che si fossero abituate alle regole un po’ diverse che vigevano in quella dimensione. Per quanto la ragazzina dai capelli azzurri fosse comuque decisa a trovare il modo di tornare indietro per riprendere a difendere la sua città dalle Streghe…

“Intanto, mettetevi comode e riposatevi un po’… passerò più tardi a vedere se va tutto bene, okay? E magari vi porterò anche qualcosa da mangiare…” affermò The Kid, apprestandosi ad andarsene… almeno, prima che un suono roboante riecheggiasse nel corridoio, facendo fare un salto a lui, a Madoka e a Mami, e un piccolo terremoto scuotesse il terreno sotto i loro piedi.

“Hey, ma che diavolo…” esclamò Kyoko, subito in allerta. “Che succede, un terremoto?”

“Cosa? Impossibile, questa non è certo una zona sismica!” esclamò The Kid sbigottito. “C’è qualcosa che non va qui… ragazze, state attente! Ho idea che stia per accadere qualcosa di molto brutto…”

“Guardate là! Sta succedendo qualcosa! Delle strane cose si stanno avvicinando al castello!” esclamò Mami, guardando da una finestra la strada che le aveva portate al castello di The Kid. Il cielo si stava scurendo, e in lontananza si vedeva arrivare un piccolo gruppo di creature strane che la bionda Puella Magi non riconosceva, e non era in grado di descrivere da quella distanza. Sembravano delle macchie blu e rosse che si muovevano con velocità allarmante sul terreno attorno al castello, avvicinandosi sempre di più, ma senza mai allontanarsi troppo da una strana sfera violacea che fluttava a pochi metri dal terreno, emanando degli stranissimi bagliori. C’era qualcosa di terribilmente strano e alieno in quella sfera… e per le Puellae Magi, non era certo difficile capire il perché…

“Cosa?” esclamò Sayaka. “Maledizione, non posso crederci… Kyoko-chan, quello non è il “territorio” di una Strega? Com’è possibile che ne esistano anche in questo mondo?”

“Non… non ne ho la più pallida idea!” esclamò Kyoko. “Ma… scommetto la cena di stasera che qui dietro c’è lo zampino di qualcuno che Homura conosce molto bene…”

La mora Puella Magi storse il naso. “Kyuubey… maledetto! Già, non mi stupirebbe se fosse stato lui ad organizzare tutto questo per prenderci in trappola! Ma… quelle cose che stanno attorno al “territorio” della Strega, non dovrebbero essere i suoi familiari? Come mai riescono a muoversi liberamente tutt’attorno?”

“E guardate quanti ce ne sono… sembra che non finiscano mai!” commentò Mami, ora che quelli che sembravano essere i familiari della Strega si erano avvicinati abbastanza. A quella distanza, la bionda Puella Magi riusciva a vedere, pur in confuso, degli umanoidi simili a cani mastini che stavano in piedi sulle zampe posteriori, tutti armati di lance, con gli occhi rossi e vitrei, e la pelliccia di colore blu notte o rosso acceso. Erano abbigliati come predoni, con armature rugginose e stracci raffazzonati, e davano l’impressione di essere una marea selvaggia e disorganizzata… il che contrastava molto con il comportamento rigoroso ed ordinato che stavano esibendo in quella particolare occasione!

“Moblin…” affermò The Kid. “Ma… come mai così tanti, e soprattutto perché mi sembrano così disciplinati? Di solito sono come delle locuste… si gettano in battaglia a testa bassa, e chi si è visto si è visto! Adesso invece… che sia opera di quella sfera?”

“Quando si ha a che fare con le Streghe, tutto è possibile…” affermò Sayaka, sfoderando il suo fioretto. “Ma è inutile stare qui a pensarci su. Dobbiamo respingere quelle bestiacce, se vogliamo salvare noi stesse e il castello di The Kid!”

Homura annuì. “Va bene. Tu, The Kid, restane fuori. E’ una Strega, non è certo un avversario che possa essere sconfitto da un comune essere umano!”

“Hey, aspetta un momento!” esclamò The Kid, tirando fuori la pistola dal mantello. “Io sono pure diventato The Guy superando un sacco di pericoli! Non mi faccio certo mettere paura da un branco di Moblin e da una specie di… di…  palla da discoteca fluttuante! E poi, ho detto che vi avrei dato una mano, no? Ed è quello che farò!”

“Per me va bene, basta che non ti metti in mezzo.” Tagliò corto Kyoko.

“E va bene…” disse Sayaka. “Ragazze, The Kid… andiamo a sistemare quella Strega!”

 

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I moblin, sotto il controllo della Strega, avevano preparato un ariete rudimentale da un grosso tronco d’albero, sgrezzandolo e facendone una punta in modo da sfondare il portone d’ingresso del castello di The Kid, e fare irruzione all’interno. Un colpo ben assestato fece tremare i cardini, seguito da un secondo e da un terzo che scossero ulteriormente le assi… e le creature canine si prepararono a sferrare un altro colpo…

Quando all’improvviso, il portone si spalancò davanti a loro, e i Moblin furono costretti ad indietreggiare, vedendosi arrivare contro una graziosa ragazzina dall’aspetto carino ma letale, vestita di blu, con in mano un fioretto minaccioso, e seguita da altre tre ragazze molto simili. Una di queste, una tipa dai capelli rossi e dall’aria feroce, ghignò ferocemente mentre puntava la sua lancia contro gli uomini-cane, mentre altre due, una bionda e una mora armate di pistole, si preparavano ad aprire il fuoco… affiancate dall’attuale The Guy, che non aveva l’aria di aver gradito molto quell’intrusione!

“Molto bene, ragazze…” affermò The Kid. “Facciamo del nostro meglio!”       

         

         

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