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Autore: schwarzlight    28/04/2012    2 recensioni
*Partecipante alla [Original Challenge 1]La Scala e... la Drabble indetta da Eylis sul forum degli Original Concorsi*
Raccolta di triple-drabble aventi come filo conduttore la figura di un misterioso prestigiatore, che di magico potrebbe avere più di quanto non si creda, accompagnato dalla fedele assistente K.
Ambientazione ottocentesca tendente allo steampunk, e in futuro sovrannaturale.
01. Seconda Partenza. - Mai scalata fu più difficile per lui. Nemmeno quella sociale.
03. Scacco Matto - "Mia fata, dove corri?"
06. Stranieri - La cacciatrice era diventata preda.
07. Cavoli e Alambicchi - Era un posto quantomeno strano. Una metafora della vita del prestigiatore.
08. Meglio di Munchausen - Di tutti i posti che aveva visitato, quello era il più straordinario.
11. Un gentiluomo prima di tutto - "Signore. Solitamente non alzo le mani..." "Già, solitamente - sussurrò K - ci penso io." "Anche quando non dovresti." borbottò di rimando il Prestigiatore.
12. Quell'orribile, orribile giorno - La modernità. Che cosa brutta.
Genere: Avventura, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La montagna e la cacciatrice
Titolo: Stranieri
Tipologia: triple-drabble, parole: 319, conteggiando anche la parte sotto spoiler 371 u_ù
Binomio: La montagna e la cacciatrice
Genere: sovrannaturale
Avvertimenti: /
Rating: verde
Credits: /
Note dell'autore: Nella mia testa, la carovana cargo è un mezzo simile al vagone di un treno, ovviamente ridimensionato e adattato alle strade, a trazione anteriore. A vapore, of course. Carovana perché si possono avere più "vagoni", cargo perché, in questo caso, si tratta di un mezzo di trasporto merci.
Potrebbe essere che l'elemento montagna non risalti come dovrebbe, ma per come la vedo io è davvero importante, dal momento che si tratta di ciò a cui la cacciatrice anela tutto il tempo.
Introduzione: La cacciatrice era diventata preda.









STRANIERI




Camminava per le nebbiose vie di Londra, perdendosi nella sera, eludendo la fioca luce dei lampioni.
Per un qualche motivo, il prestigiatore si trovava a suo agio nella solitudine delle sue passeggiate notturne, durante le quali poteva osservare la frenesia diurna scemare in una pigra indolenza, in un silenzio sussurrato dai pochi coraggiosi che osavano metter piede fuori casa.
C'era stato un incidente qualche giorno prima: la cisterna di una carrozza a vapore era esplosa - dicevano che la valvola del regolatore di pressione fosse difettosa - coinvolgendo pure una carovana cargo, che si era rovesciata facendo fuggire il suo contenuto.
Da quel momento era stato istituito un coprifuoco, la sera, e perfino di giorno era sconsigliato aggirarsi per strada da soli, mentre gruppi di guardie armate di proiettili anestetici pattugliavano le vie a tutte le ore. L'instancabile Londra sembrava un'altra città.
Anche lui ricercava qualcosa, ma non un contenuto, bensì qualcuno. Qualcuno spaventato e solo, che desiderava solamente tornare a casa. E doveva trovarlo prima degli altri, o sarebbe stato tutto molto più complicato.

Sentì un rumore, un quasi impercettibile tonfo. Si inoltrò nel vicolo da cui era pervenuto, un po' guardingo, ma attento a rimanere tranquillo. E lì la scovò.
Due occhi color dell'ambra si fissarono nei suoi, pronti a rilevare ogni movimento sospetto, mentre dalle possenti fauci socchiuse proveniva un rantolo minaccioso. Dal buio della notte, la tigre lo osservava.
Le si avvicinò lentamente, con calma, fino a trovarsi a meno di un passo da lei. Poi allungò la mano, e attese.
La tigre sembrò studiarlo qualche istante, poi si mosse e lasciò che la mano dell'uomo si posasse sul muso.

- Ti manca casa, vero? Siamo entrambi stranieri, qui, in questa città di uomini.

Lo scenario attorno a loro si modificò: le mura degli edifici si trasformarono nelle sconfinate e selvagge foreste della Malesia, le strade si tramutarono nei ripidi fianchi della montagna dove l'animale regnava libero.

- E' questo il mondo a cui appartieni.

Ritirò la mano e si trovò ancora una volta nei vicoli di Londra. La tigre non c'era più.
La cacciatrice non era più preda.





"Ancora a piede libero la tigre fuggita durante il trasferimento allo zoo di Londra. Si raccomanda di non..."

- Pensi che la ritroveranno? - chiese K ascoltando distrattamente l'annuncio della radio
.

Il prestigiatore ripiegò il giornale che stava leggendo, e con un sorriso enigmatico mormorò di rimando:

- Credo che ormai abbia lasciato la città.









- Ulteriori note dell'autore -

C'è un conteggio doppio per le parole perché l'ultima parte, che funge da breve epilogo, sarebbe tranquillamente cancellabile, visto che non altera il senso del tutto.
Ma mi piace troppo, quindi no, non la eliminerò.
E' giusto per farvi vedere quanto delle frasi così brevi siano in realtà lunghe in quanto a parole D:
Ed era anche un po' che non scribacchiavo per la challenge, in seguito a impegnucoli più o meno trascurabili. (un corno trascurabili.)
Ma ora vedrò di recuperare il tempo perso =)
Grazie per aver letto, alla prossima!=D








   
 
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