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Autore: Mabelle    28/04/2012    6 recensioni
Gli astrofisici le definiscono "stelle gemelle".
Le stelle gemelle sono fisicamente legate tra loro, non si possono separare con nessuno strumento. La stella più luminosa della coppia è chiamata Primaria, mentre la più debole, Secondaria. Queste due stelle si girano intorno in un movimento orbitale, la loro luce è 70 volte superiore a quella del Sole. Si illuminano a vicenda, ma la stella più forte tenderà piano piano a prendersi la luce dell'altra stella, portandola così a "morire".
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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6. Capitolo sei.

 

- If i should die before i wake,

it's cause you took my breath away.
Losing you is like living in a world with no air. -
{No Air - Jordin Sparks ft. Chris Brown.


E le piaceva per il semplice motivo che la faceva sorridere.

 

«Amélie, ci sei?» Harry sventolò una mano davanti ai suoi occhi per richiamare la sua attenzione. La ragazza scosse la testa, richiudendo l’armadietto e si voltò nuovamente verso di lui.

«Sì, scusa.» rispose imbarazzata, molto probabilmente arrossì e il riccio se ne accorse perchè rise leggermente. Le sue gote presero un colorito più acceso, avvampò.

«Tra un po’ suona la campanella, meglio che tu vada.» lo congedò velocemente, cercando di distrarlo dal suo viso. Harry le sorrise, ancora una volta. Amélie abbassò lo sguardo e il ragazzo ne approfittò per rubarle un bacio sulla guancia. 

«Ci vediamo oggi pomeriggio a casa mia alle 15:00. Puntuale, mi raccomando.» la guardò un’ultima volta e poi se ne andò.

Amélie sospirò, toccandosi la guancia dove pochi minuti prima erano appoggiate le labbra di Harry. Chiuse gli occhi, pensierosa.

Sentì una mano afferrarle il braccio e strattonarla violentemente, portandola in un luogo più appartato dato che le voci dei ragazzi si fecero sempre più ovattate.

«Chi era?» le domandò Jason, impaziente.

«Nessuno. Lasciami, mi fai male!» si divincolò dalla presa del ragazzo con molta fatica, infine si massaggiò il braccio per il dolore.

«Non importa, per ora. Ho qualcosa per te.» il ragazzo sfilò dalla tasca una bustina contenente della polvere bianca e una cannuccia, glieli porse.

«Jason, smettila. Te l’ho detto: ho chiuso con quella roba. E il tuo stupido scherzo alla festa non mi è piaciuto.» lo rimproverò la ragazza, cercando di essere il più convincente possibile ma, forse, la persona che doveva convincere era proprio se stessa.

«Lie, perchè ti ostini a trattarmi così? Ti sto solo dando quello di cui hai bisogno. Gratis.» enfatizzò l’ultima parola, avvicinando i due oggetti alla mano della ragazza.

«E’ solo per svago. Quando non saprai come divertirti, ti farai una dose.» sorrise maliziosamente, prese una mano della ragazza e al suo interno ci appoggiò la bustina e la cannuccia, la richiuse.

«Ci vediamo in giro, Lie.» le scoccò un bacio sulla guancia, proprio nello stesso punto dove l’aveva baciata Harry. Guardò gli oggetti che stringeva nella mano destra e li infilò nella borsa. 

La campanella suonò. Si sentì mancare l’aria. Aveva bisogno di fumare. 

Decise che avrebbe saltato le lezioni. Uscì in cortile ed estrasse una sigaretta, aspirandola  avidamente. Ne fumò un’altra. Un’altra ancora. Era nervosa. Continuava a mordersi il labbro inferiore e a spostare lo sguardo verso la sua borsa. Si sedette per terra, sperando di non essere vista da nessuno. Si sentiva una tale stupida, ma non riusciva a resistere. C’era qualcosa dentro di lei che la intimava a continuare, a non fermarsi. Prese la bustina e la cannuccia. Fece tutto con molta calma, ricordando i passaggi che non aveva mai dimenticato. Infilò la cannuccia ed aspirò. Tossì un po’ di volte, infine appoggiò la testa contro il muro e chiuse gli occhi. 

 

Stava sbagliando, lo sapeva.

 

L’effetto si manifestò dopo pochi minuti, creando in lei una sensazione di benessere e di distacco con il mondo esterno. Era pronta per le allucinazioni che l’avrebbero accompagnata durante le prossime ore. Aveva una voglia matta di ridere, ma si trattenne. Cercò di rilassarsi e godersi quel momento. Non l’avrebbe più fatto, no.

 

 

 

 

 

 

 

Harry allungò il passo, fino a correre. Voleva arrivare puntuale, non doveva farla aspettare. Avevano perso così tanto tempo. La trovò appoggiata al cancello con i capelli biondi graffiarle dolcemente il viso. Sorrise.

«Amélie!» gridò, la ragazza alzò lo sguardo sorridendo. Le corse incontro e non riuscì a resistere. Appoggiò le sue labbra sulle sue. La fece entrare. I ragazzi erano fuori e non li avrebbero disturbarti. Notò che la ragazza aveva gli occhi arrossati, come la sera della festa.

«Tutto okay?» le domandò, la bionda annuì. Amélie si guardò intorno, la casa ormai la conosceva. Aveva bisogno di andare in bagno.

«Credo tu sappia dov’è - Harry sorrise - intanto io preparo qualcosa da mangiare. Ti vanno bene pane e nutella?» la ragazza annuì ancora una volta. Il riccio notò che aveva la voce un po’ roca, ma non ci diede molta importanza. 

Amélie salì le scale, dirigendosi verso il bagno. Chiuse la porta a chiave. Appoggiò la borsa a terra, tirando nuovamente fuori la bustina. 

 

Aveva bisogno di quella sensazione. Aveva bisogno della droga.

 

Trattenne le lacrime, non doveva piangere. Poteva smettere quando voleva, almeno così pensava. Aspirò velocemente. Tossì di nuovo. Continuò a tossire. Non riusciva a respirare. Stava avendo una crisi respiratoria. Sentì il sapore metallico del sangue in gola a causa del continuo tossire. Cercò di bere un po’ di acqua dal rubinetto e la situazione migliorò. 

«Amélie, stai bene?» la voce di Harry la rincuorò. Voleva rispondergli, ma non riusciva a spiccicare parola. Si sentiva debole, tuttavia l’effetto della droga alleviava questa sensazione.

«Amélie, tutto okay? Rispondimi, per favore.» continuò il ragazzo. Nessuna risposta. 

La bionda si avviò verso la porta, girò lentamente la chiave.

 

Stava male.

 

Harry era di fronte a lei, lo sguardo preoccupato e la mandibola serrata.

«Abbracciami, ti prego.» sussurrò, cercando di respirare. Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte. La strinse a sé, non voleva lasciarla andare, non ora, né mai.

Guardò oltre la soglia e capì tutto. L’eroina e la cannuccia.

«Perchè?» le domandò, continuando ad abbracciarla.

«Non lo so. Ci sono cascata, nuovamente. Non mi lasciare, per favore.»

«Ora ci sono io.» mormorò.

Ora erano lei e lui contro tutto. Aveva paura, troppa. 

Si staccò dalla sua stretta e lo guardò negli occhi, sperando che le dicesse ancora qualcosa. Sorrise. 

 

E le piaceva per il semplice motivo che la faceva sorridere.




 


Eccomi con il capitolo numero sei, kgjngrgnre. :D
Amélie ha, per la prima volta dopo aver smesso, fatto uso di droga ed Harry l'ha scoperto. La sua reazione ha comunque sorpreso la ragazza. Hazza è dolce quando vuole. LOL
Io vi ringrazio, come sempre, delle bellissime recensioni che mi lasciate. :D
Recensite, mi raccomando. <3
Un bacio. xx
  
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