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Autore: The Half Mad Muggle    28/04/2012    5 recensioni
Severus ricorda la sua Cerimonia di Smistamento, e rimane con più domande che risposte.
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Hola! Sono FRC Coazze, e questa storia non è mia, ma di The Half Mad Muggle (potete trovare la sua pagina e tutte le sue storie qui). Io sono soltanto la traduttrice.

Ancora non posso evitare di ringraziare The Half Mad Muggle per avermi consentito di tradurre le sue storie, tutte una più bella dell'altra. 

Potete trovare la storia originale in inglese qui. Buona lettura!!!




Sorted

 

 
 
“Non sono così codardo.”

“No”, concordò Albus, e la sua voce era quasi dolce. “Tu sei un uomo molto più coraggioso di Igor Karkaroff. Sai, a volte penso che smistiamo troppo presto…” Sorrise a Severus, prima di voltare le spalle e allontanarsi.

Severus rimase lì dov’era, deglutì osservando il preside con un’espressione di colpita incredulità. Lo sapeva? Il preside sapeva ciò che il Cappello gli aveva detto, tanti anni prima? Sapeva che il Cappello Parlante era stato indeciso?
 

***

Nervoso quasi al punto di sentirsi male. Così eccitato che il suo corpo era un budino tremolante. Desideroso di imparare, determinato a raggiungere i suoi scopi, pregustando un futuro libero dal suo terribile padre e dalla sua amara situazione familiare.

Chiamarono il suo nome, e lui avanzò. Camminò verso lo sgabello e vi si sedette, sollevato dal non dover più stare in piedi. Era arrivato a pensare che le sue ginocchia avrebbero ceduto.

Il cappello magico fu posto sul suo capo, e lui aspettò.

Ci fu una pausa, e lui si chiese se ci fosse qualcosa che non andava. Poi una voce, tranquilla, parlò vicino al suo orecchio.

“Interessante.”

A Severus non piaceva la parola ‘interessante’; suggeriva davvero troppe cose ed era ambigua. Deglutì e rimase ad ascoltare.

“Dove ti colloco? Vedo un interessante futuro davanti a te, Severus Piton.”

Severus quasi sobbalzò, sorpreso che il Cappello conoscesse il suo nome.

“Coraggioso - sì, sei coraggioso. Lo vedo. Ti ergeresti forte a difesa dei tuoi amici in un momento di crisi? Non posso dire - perché non hai avuto nessuno nella tua vita da proteggere, non è vero, signor Piton?”

Severus aggrottò la fronte, chiudendo gli occhi. “Ho protetto mia madre.” Rispose, facendo attenzione a non lasciare che le parole cadessero dalle sue labbra, e concentrandosi per comunicarle mentalmente.

“E’ così. Eppure la tua intelligenza e il tuo potenziale mi intrigano. Forse i Corvonero potrebbero essere i tuoi veri amici; gli studiosi? Ti piace studiare?”

“Sì.” Gli piaceva perdersi nei libri. Gli piaceva creare cose nuove, fare le cose a regola d'arte…

“Eppure, sei difficile da collocare. Perché sei ambizioso. Molto ambizioso. Potresti fare grandi cose. Preferisci lavorare da solo. Preferisci essere solo.” Continuò a considerare il Cappello. “E poi, ovviamente, c’è la tua lealtà. La percepisco, nel profondo dentro di te. Quando scegli un amico o un mentore, rimani a lui fedele fino alla morte.”

Un undicenne non era certo avvezzo a parlare della sua morte…  per questo non rispose.

“La tua via non è chiara. Potresti diventare grande, sì, ma ciò dipende dalle tue scelte. Potresti essere un eroe – forse Grifondoro?”

Pensò ai ragazzi che aveva incontrato sul treno, e a come non gli fossero piaciuti per niente. Scosse il capo, quasi involontariamente. Ma il Cappello lo notò. “Ah. Così, non Grifondoro, eh? Peccato… saresti stato molto bene lì.”

Eppure, ancora non era convinto.

Ci fu di nuovo silenzio, poi il Cappello prese la sua decisione finale. “In questo caso… e ascoltami ora, signor Piton, perché è importante. La Casa in cui scelgo di collocarti ha modelli e pregiudizi che durano da generazioni – ma ci sono sempre quelli che non si conformano alla tradizione. Ci sono sempre quelli che possono spezzare i legami che li uniscono al passato.” Un momento, e poi, “Serpeverde!”
 

***

Severus stava ancora meditando sul ricordo mentre si dirigeva verso l’ufficio di Albus due giorni dopo. Si chiedeva se Cappello avesse avuto ragione – se fosse stato collocato da qualche altra parte, magari non sarebbe stato condannato al sentiero che stava percorrendo ora. Perché non aveva avuto la forza di sfidare quegli stereotipi. L’idea che tutti i maghi Serpeverde diventavano malvagi. L’attrazione verso l’oscurità era così potente quando c’era ambizione e desiderio e solitudine.

Erano state le parole del Cappello Parlante che avevano incoraggiato Severus a chiedere la posizione di Capo Casa quattordici anni prima. Capiva le pressioni che tutti gli studenti Serpeverde affrontavano, e voleva essere lì per guidarli… così come lui non era stato guidato.

“Scarabei a grappolo”, ringhiò al gargoyle, e quello balzò da parte. Salì la scala a chiocciola, ancora perso nei suoi pensieri.

Il Cappello aveva, ovviamente, ragione. Severus era diventato leale – a due padroni in passato, anche se solo per uno di quelli sarebbe stato disposto a morire. Ed era il suo attuale preside, mentore, e la sola persona che Severus considerasse un vero amico. Aveva dato prova del tratto di cui si vantava la maggior parte dei Tassorosso.

Si sedette nell’ufficio, abbassando lo sguardo sulla scrivania. Il preside non era ancora arrivato per il loro incontro settimanale, così aveva qualche momento per riunire i pensieri.

“Pensi che ti abbia messo nella Casa sbagliata, signor Piton?”

Si voltò verso la voce. Il Cappello Parlante si trovava in cima  ad un armadietto di fronte a lui. Lo osservò per un momento. “Non lo so.”

“Se fossi stato collocato da un’altra parte, saresti dove sei ora?”

Severus rifletté. “Mi sono rivolto al Signore Oscuro perché sembrava essere la via di fuga più facile dal mondo in cui vivevo. Non so se, fossi stato a Corvonero o Tassorosso, avrei seguito lo stesso cammino.”

Il Cappello rimase pensieroso per un momento, “Ancora non consideri la nobile Casa di Grifondoro nei tuoi calcoli?”

“I Grifondoro sono degli sciocchi. Non sanno nulla di nobiltà o lealtà.” Ribatté Severus acidamente. Sospirò lentamente.

Il Cappello non rispose.

Severus decise di parlare di nuovo. “Pensi di avermi messo nella Casa giusta?”

Il Cappello parve esaminarlo. “Se dico di no, cosa cambierebbe, signor Piton?”

Severus si strinse nelle spalle. “Non lo so.”

“Rimango fermo sul fatto che sei stato difficile da sistemare, e saresti stato bene in qualsiasi Casa. Comunque, concordo con la mia decisione: sei stato uno dei primi a dimostrare che non tutti i Serpeverde sono maghi oscuri.”

Severus voltò il capo quando Albus entrò, “Mi dispiace di essere in ritardo, Severus, sono stato trattenuto da un inconveniente che implicava Pix, Minerva e un cesto di frutta.”  Non offrì ulteriori spiegazioni e si sedette di fronte a lui. “Ora. Cominciamo.”
 

***
 

L’incontro fu piuttosto piacevole – Severus, nonostante fosse restio ad ammetterlo, apprezzò abbastanza il tempo trascorso col preside, che fece un notevole sforzo per ascoltare i pensieri e le opinioni del giovane mago. Ora, entrambi erano scesi in un confortevole silenzio, a cui Albus pose fine quando si sporse in avanti. “Penso che sia tutto per stasera. Mi sembri stanco, mio caro ragazzo.”

Severus si alzò e chinò il capo in rispetto al suo mentore. “Buonanotte, preside.”

Come fece per voltarsi, Albus parlò. “Il Cappello Parlante mi ha messo a Corvonero, lo sai.”

Severus rimase congelato. Si voltò. “Supponevo tu fossi stato collocato a Grifondoro.” Sapeva che il suo tono suonava leggermente incredulo.

“La maggior parte delle persone lo pensa. E non sono lontani dalla verità – il Cappello ha dovuto pensare molto riguardo a me.” Albus sorrise, “Ma scelse Corvonero perché pensava che Grifondoro avrebbe potuto causare problemi per me in futuro.”

Severus aggrottò la fronte. “Perché ha scelto Corvonero?”

“Per via del mio intelletto superiore, ovviamente!” Rispose Albus con tono gioviale.

Severus sollevò un sopracciglio. “Buonanotte, preside…”

“Posso immaginare che il Cappello abbia avuto difficoltà a collocare te, Severus. Sei un individuo piuttosto complicato – se posso dire.”

Severus appoggiò una mano sulla porta. “Dove mi avresti collocato, preside?”

Albus congiunse le punte delle sue dita. “Che domanda interessante.” Valutò. “In base a ciò che conosco di te? Il coraggioso e nobile individuo che sei?”

Severus era ben consapevole di essersi voltato per affrontare il preside, sinceramente incuriosito e interessato da quale sarebbe stata la risposta.

“Ti avrei lasciato dov’eri, perché non desidero cambiarti in alcun modo. Buonanotte, Severus.”
 

 

*******

 

Note alla traduzione.

Il titolo può essere reso come "Smistato". L’ho lasciato in inglese in quanto in italiano non suona così bene, non credete?

Ho deciso di utilizzare la versione italiana dei nomi dei personaggi. Non c’è un motivo preciso, diciamo che sono affezionata ai nomi italiani e, benché ovviamente quelli inglesi siano i veri nomi, ancora mi trovo male con loro.

La traduzione non è sempre esattamente letterale, ogni tanto ho sostituito qualche parola con un sinonimo, o ne ho inserita un’altra per far filare la frase. Per il resto, è il più fedele possibile all’originale.

Se trovate errori segnalatemeli, mi raccomando.
 

Ciao a tutti.

FRC Coazze

 
  
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