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Autore: orphan_account    28/04/2012    11 recensioni
Secondo la società, Lisa è una ragazza ribelle, violenta e menefreghista.
Ma per ogni ragazzo nel carcere minorile di Londra, lei è una divinità.
Secondo la società, loro cinque sono persone per bene, ragazzi da prendere come modelli.
Ma per ogni ragazzo nel carcere minorile di Londra i One Direction sono, per mancanza di termini più fini, froci.
*****
Il martelletto del giudice sbatté due volte contro il tavolo: “Per aver distrutto un edificio pubblico con atti vandalici, aver ferito Francisco De La Cruz con un coltello durante una rissa e aver fatto uso di sostanze stupefacenti, io condanno Lisa Jane Parker ad un anno nel carcere minorile. La sentenza è decisa.” il giudice si fece affaticato per un momento, “Di nuovo.” aggiunse con un sospiro.
Lanciai un'imprecazione urlata: “Porco Dio, sono uscita una settimana fa! Non mi potete sbattere dentro di nuovo.” Sentii la familiare sensazione delle manette che si chiudevano attorno ai miei polsi, e Tim, la guardia, che mi riportava al fresco. Tanto c'ero così abituata che perfino le guardie mi chiamavano per nome, sarebbe stato un po' come tornare a casa dopo una breve vacanza. Mi lasciai scappare un ghigno ferale a quel pensiero.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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La campanella che indicava la fine della mezz'ora a disposizione per il pranzo mi trillò fastidiosamente nelle orecchie, seguita dallo stridio di sedie che venivano spostate all'indietro.
Feci una smorfia infastidita alla cacofonia di suoni che mi avvolgeva. Senza curarmi di andare a buttare il vassoio su cui avevo messo il pranzo, mi feci spazio tra le masse di adolescenti con quell'orrida tuta arancione, spingendone via alcuni che mi ostruivano il passaggio.
Mi alzai in punta di piedi, guardando attorno alla ricerca della testa pelata di Ethan.
Ethan era forse l'unico ragazzo in tutto il carcere con cui avessi stabilito un rapporto di amicizia. O quasi, comunque.
Diciamo che potevamo definirci comodamente scopa-amici. Il che era molto di più della solita scopata con gli altri carcerati o con le guardie per racimolare qualche sigaretta o l'occasionale canna.
Sì, qua si faceva di tutto pur di campare decentemente.
A me piaceva chiamarlo un rapporto di prendere e dare, ma in sostanza era prostituzione.
Di solito tutti quelli che dovevano sfogare i loro impulsi sessuali venivano da me, perché era considerata la ragazza più brava a letto di tutto il carcere, e in cambio mi davano un pacco di sigarette. Ma che fosse ben chiaro, io non la davo mica a cani e porci! Spesso succedeva che io mi rifiutassi di farlo, o perché il tipo non era abbastanza carino, o perché non era abbastanza dotato.
Con Ethan era iniziato tutto in un altro modo. Era il mio primo giorno dentro, quando avevo dodici anni. Ethan, invece, ne aveva quattordici ed era stato sbattuto al fresco l'anno prima, e a quei tempi era considerato il 'boss' del carcere, per vari motivi.
Era finito dentro a tredici anni per aver ucciso tutta la sua famiglia: padre, madre, zio, la sorella di tre anni, il gatto e il canarino. E, oltre ad incutere terrore a tutti i piccoli delinquenti che erano dentro per aver cercato di rubare qualche orologio alla Rolex, era anche stupendamente bello. Certo, non bello nel modo tradizionale, ma a modo suo lo era. Completamente pelato, i suoi occhi neri che sembravano le penne di un corvo, la faccia ricoperta di piercing e le braccia di tatuaggi satanici. E si rifiutava categoricamente di indossare la tuta arancione, l'unico che avesse mai avuto il permesso di non metterla oltre a me.
In solo un anno era riuscito a scalare le vette della gerarchia sociale della prigione.
E quando io ero entrata, tutti i ragazzi mi avevano vista come una piccola verginella che non si sarebbe fatta problemi a dargliela.
Anche perché la popolazione femminile del carcere non bastava minimamente a soddisfare tutti i maschi.
Beh, sul fatto che fossi vergine avevano ragione, ma se non fosse stato per Ethan non l'avrei mai data a nessuno.
Però Ethan aveva messo gli occhi su di me, e a quel punto tutti gli altri ragazzi avevano dovuto abbandonare i loro intenti di possedermi.

Ciao bellezza.” disse il ragazzo con un occhiolino, sedendosi tranquillamente sulla sedia di fronte alla mia, dall'altro lato del tavolo rotondo su cui stavo facendo un solitario.
Alzai lo sguardo dalle carte, guardando il ragazzo: “E tu saresti?” chiesi, socchiudendo gli occhi con diffidenza. Nonostante avessi solo dodici anni, ne avevo passate abbastanza da sapere di non fidarmi mai degli sconosciuti. Ma anche degli amici, tanto prima o poi mi avrebbero voltato le spalle. Come dimostrava il fatto che io adesso ero qua, e i miei compagni erano ancora fuori che si godevano l'aria pulita e il sole.

Ethan, e tu?” chiese, con un sorrisino arrogante.
Lisa.” dissi con cautela, non facendo trasparire niente più del necessario.
Il suo sorriso crebbe: “Lisa... Un bel nome.” disse, come sovrappensiero, “E dimmi, Lisa, quanti anni hai?”
I miei occhi si ridussero ancora di più, diventando simili a spilli, mentre mi domandavo il perché di tutte quelle domande: “Dodici.”

Oh, molto loquace, vedo.” disse sarcasticamente, alzando un sopracciglio, “Perché sei dentro?” era una domanda, ma formulata in modo tale che sembrava un ordine.
Io incrociai le braccia al petto: “Affari miei.”

Senti un po', o me lo dici ora, o me lo dirai dopo che avrò finito di insegnarti una lezioncina.” minacciò violentemente, avvicinando il suo volto al mio con una smorfia di disgusto e i suoi occhi che lampeggiavano.
Istintivamente mi tirai indietro, un po' spaventata, anche se non l'avrei mai ammesso: “Spaccio di eroina.” mormorai, abbassando lo sguardo.
Ethan si appoggiò allo schienale della schiena, contento della risposta: “Non mi sembri una drogata però. Denti bianchi, pelle perfetta, sguardo lucido-”

Non lo sono.” tagliai corto.
E allora perché spacci?” mi domandò, ma come se sapesse già la risposta. Perché in fondo la risposta era una sola: i racket.
Lo ignorai, tornando a dedicarmi al mio solitario. Ma la sua presenza dall'altra parte del tavolo mi stava uccidendo.
Aspettai un paio di minuti, ma non accennava a muoversi.

Ma si può sapere cosa vuoi da me?” sbottai, sbattendo il mazzo sul tavolo e dandogli tutta la mia attenzione.
Ethan ridacchiò, facendomi innervosire ancora di più: “Lo sai cos'è il sesso?”

Mi prendi per scema?” domandai, con la voce che grondava veleno da tutti i pori.
Lui sollevò le braccia arrendevolmente: “Calmina bimba, era solo una domanda.” Se avesse continuato ancora a lungo a prendermi per i fondelli l'avrei preso a calci.
La mia voce uscì più tagliente di quanto avessi previsto: “Bimba? Non mi sembri molto più grande di me.”
Lui fece un verso noncurante ed alzò le spalle: “Dettagli. Comunque, li vedi tutti quei ragazzi che ti stanno guardando come avvoltoi?” puntò alla massa di ragazzi con la mia stessa tuta arancione addosso.
Mi venne la pelle d'oca guardando i maschi guardarmi con quelle facce. Era inquietante.

Cosa vogliono da me?” domandai a mia volta, maledicendo l'evidente tremore nella mia voce.
Ethan sospirò melodrammaticamente: “La stessa cosa che voglio io.”

Cioè...?” cercai di spingerlo a spiegarsi meglio, perché non avevo capito cosa intendesse con quella frase.
Ethan mi lanciò un'occhiata divertita: “Non è ovvio? Vogliamo te.”
Sentii freddo a quelle due parole. Mi alzai di scatto dalla sedia e corsi fuori dalla sala ricreazione, terrorizzata.
Attraversai il labirinto di corridoi che conduceva alla mia cella, una piccola stanzetta sporca.
Mi nascosi dentro la mia camera, con il cuore che batteva a mille.
Non era certo la prima volta che qualcuno ci provava con me, in fondo avevo davvero un bel corpo, ma era la prima volta che a farlo era un ragazzo e non un quarantenne drogato.
Per non dire che quell'Ethan mi incuteva terrore, con i suoi modi di fare a dir poco spaventosi.
Mi sedetti sul letto duro, passandomi una mano tremante tra i capelli.
Due respiri profondi non bastarono per calmare il mio cuore impazzito.

Cucù!”disse una voce, e la faccia di Ethan sbucò dalle sbarre della cella. Saltai in piedi con un urletto, battendo al testa contro il bordo del letto sopra il mio.
Mi portai una mano alla testa, gemendo. Mi piegai in due, rintronata dalla botta che avevo preso.

Porco cane, che male.” sussurrai, mentre un'Ethan ridacchiante si avvicinava a me.
Appena mi fui ripresa abbastanza, mi rialzai e lo trucidai con lo sguardo: “Ma non si usa qua bussare?”
Questo provocò la reazione ilare del ragazzo: “No... non si chiedono nemmeno per favore e grazie se è solo per questo.”

Oh, beh, la cosa mi rincuora!” borbottai, acida, mentre ancora mi massaggiavo la testa dolorante.
Lascia, faccio io.” disse più seriamente Ethan, spostando la mia mano dalla testa per sostituirla con la sua.
Cominciò a massaggiarmi delicatamente il bernoccolo, facendomi rabbrividire.

Sai, oltre ad avere un bel corpo sei pure simpatica.” mi mormorò nell'orecchio.
Pur volendo allontanarmi dal suo tocco, mi imposi di restare ferma: “Guarda che non riuscirai a convincermi a venire a letto con te.”
Sentii il suo fiato sul mio collo: “Potremmo metterci d'accordo.”

Cosa vuoi dire?” chiesi, infastidita dalla sua vicinanza e a disagio per le sue parole.
Sentii le sue labbra appoggiarsi delicatamente sul mio collo, lasciando una scia umida. Rabbrividii, facendolo sorridere contro la mia pelle sensibile.

Dico che facciamo un patto. Tu mi lasci fare, e io in cambio ti terrò sotto la mia ala protettrice. Il che significa che nessuno ti toccherà senza il tuo permesso.” sussurrò furbescamente, passando al mordermi delicatamente l'orecchio.
No, non esiste. Fermati.” ma non ero convinta io in primis, e lui se ne accorse.
Sai quante comodità ti porterà questo accordo? La mia cella è molto più grande e comoda, per non dire che ti porterò direttamente in cima alla scala sociale. In pratica diventerai la mia allieva. E chi lo sa, forse un giorno l'allieva supererà il maestro.”
Scossi la testa, cercando di restare coerente alle mie scelte. Io non ero pronta per fare sesso a soli dodici anni, per non dire con un completo sconosciuto!
Lui mi abbracciò da dietro, premendo piano il suo corpo contro il mio: “Lisa, io non ho mai stuprato una ragazza, né mai lo farò.” mi disse, più serio di quanto lo avessi visto fino ad ora.
Forse il suo tono, o forse proprio le sue parole, mi portarono a cedere, borbottando un assenso poco convinto.

Tanto ti convincerò presto.” lo sentii dire mentre mi sorrideva, o forse me l'ero solo immaginato.

Cerchi qualcuno?” mormorò una voce vellutata dietro di me, e una mano si attorcigliò attorno ai miei fianchi.
Mi girai di scatto verso la persona, facendo un sorriso enorme nel vedere gli occhi neri di Ethan.

Ethan!” urlai, abbracciandolo e dandogli un bacio a fior di labbra. Per noi era tipico salutarci con un bacio, perché in prigione quando si faceva sesso non era perché si amava la persona con con cui lo stavi facendo, ma per sfogare la tensione sessuale, e i baci erano considerati simbolo di amore. Di conseguenza, il bacio per noi era considerato il più grande pegno che due si potessero fare.
Ethan era l'unica persona che avessi mai baciato mentre facevo sesso, tutte le altre volte erano un paio di spinte e via, giusto quanto bastava perché venissero.

Lisa...” mormorò contro le mie labbra, “cosa ci fai dentro dopo così poco?” mi domandò, sollevando un sopracciglio e staccandosi da me.
Io sospirai. Era la centesima volta che qualcuno mi faceva quella domanda oggi, e mi stava innervosendo non poco.
Presi per mano Ethan, cominciando a camminare nella direzione della sala ricreazione, dove dovevamo passare il nostro tempo da fine pranzo alle quattro, poi cominciavano i corsi riformatori, che erano
essenzialmente una seduta di terapia di gruppo e qualche corso assurdo di falegnameria, arte o teatro.
La sala era, come tutto il carcere, fredda, con le mura bianche scrostate e i tavolini di plastica trasparente.
All'inizio mi metteva in soggezione, ma ormai mi ci ero abituata. Anzi, avevo imparato che se minacciavo i ragazzi qua dentro faceva anche più effetto del normale.

Ti ricordi Francisco De La Cruz?” domandai, andando ad occupare con lui uno dei tavolini appartati in un angolo.
Con un solo sguardo, tutti i ficcanaso smammarono, lasciandoci soli nel raggio di cinque metri.

Certo che me lo ricordo, quel figlio di buona donna.” sbuffò lui, incrociando le braccia e appoggiandosi arrogantemente allo schienale della sedia, come era sua abitudine.
Ecco.” feci una smorfia, sciogliendo la coda, che era fatta veramente alla cavolo.
Lui aggrottò le sopracciglia, passandosi una mano dietro il collo: “Hai cominciato a frequentare quel tipo?”

No! Mi ha incastrata.” dissi velocemente, togliendo ogni dubbio.
Ethan sbatté il pugno contro il tavolo, alzandosi in piedi. Ogni carcerato nella stanza si girò a guardarci.
Sapevo istintivamente che presto, se le guardie non fossero intervenute a sedare l'attimo di confusione, la sala si sarebbe divisa in tre gruppi.
Il primo composto da tutti i ragazzi che aspiravano a diventare un qualcuno nel carcere, che speravano in un'impossibile incrinatura nei nostri rapporti.
Il secondo da tutti quelli che avevano solo voglia di rompere la vita monotona della prigionia con una bella botta di adrenalina.
E il terzo da tutti quelli a cui non gliene sarebbe potuto fregare di meno neanche se il mondo stesse andando a fuoco.
Scattai in piedi anch'io e gli lanciai un'occhiata che stava a significare di stare tranquillo, che lui ignorò.

Giuro che se ha fatta del male, se ti ha anche solo toccata, io lo castro. Ti giuro che lo faccio.” ringhiò.
Alzai gli occhi al cielo, anche se all'interno stavo gongolando del fatto che stesse prendendo le mie difese: “Madonna santa, stai buono che non è successo niente di grave. Ero fuori dalla discoteca e mi stavo facendo una canna. È arrivato lui e ci ha provato, l'ho respinto e lui è passato alle mani.” mi fermai un secondo quando vidi le sue mani contrarsi in un pugno alle mie parole, “Ma ora è in ospedale perché l'ho ferito alla spalla quando l'ho attaccato con il coltellino svizzero.” terminai, fissando tutta la sala con sfida, quasi ad avvertire i nuovi arrivati che con me non c'era da scherzare.
Ethan si accasciò contro la sedia, sbuffando rumorosamente: “Cristo, Lisa, mi hai fatto prendere un infarto.”
Stavo per tornare a sedermi anch'io, quando mi ricordai di una piccola incombenza che ancora avevo.

Ethan, volevo andare a fare conoscenza con i miei nuovi compagni di cella, vieni?” gli domandai con il mio miglior sorriso lezioso. Sbattei le ciglia con un'espressione innocente, ma allo stesso tempo piegandomi in avanti per far risaltare le tette, cercando di attizzarlo. Tanto il minimo gesto poteva provocare una reazione in quei ragazzi così spesso in astinenza.
La sua faccia si trasformò in una di sconforto, e si portò una mano sul pacco: “Ringrazia il cielo che abbia addosso dei jeans stretti.” mormorò, alzandosi a seguirmi attraverso lo sciame di ragazzi in arancione, alla ricerca dei cinque ragazzi che avevo visto prima di sfuggita.
Ridacchiai, mettendogli una mano nella tasca posteriore e palpandolo. Lui fece un mugugno insoddisfatto, facendomi sorridere ancora di più. Era stupendo sapere di avere quel genere di potere su di lui.

Dopo mi fai un pompino?” mi pregò, con la voce tirata.
Gli feci l'occhiolino e strinsi leggermente il suo labbro inferiore tra i miei due: “Anche un bocchino se vuoi.”

Porca... lo sai che mi stai eccitando, vero?” domandò retoricamente, ricevendo uno sguardo molto divertito in risposta.
Questo perché noi donne non pensiamo con i nostri genitali.” mormorai, facendo attenzione a non farmi sentire da Ethan.
Adocchiai quella matassa di capelli ricci che apparteneva a quel tipo lì, come diavolo si chiamava. E con lui il ragazzo con la pelle ambrata, il biondo e gli altri due.
Mi avvicinai al loro tavolo a braccetto con Ethan, notando che stavano parlando con Jennifer, un'innocua sedicenne che era stata sbattuta dentro per prostituzione.

Ciao Jenn.” la salutai con un sorriso affettato. Quella ragazza proprio non mi faceva ne caldo ne freddo, ma visto che eravamo due delle poche ragazze lì dentro ci conoscevamo un po'.
Ehi, Lisa, Ethan. Ma non ti avevano appena fatta uscire?” domandò, distogliendo l'attenzione dei ragazzi per guardare noi.
Sì, ma mi hanno ricacciata dentro per una colluttazione finita male. Senti, ti dispiace se ti rubo questi ragazzi per un attimo?” in realtà l'avevo detto solo per sembrare civilizzata davanti a quei cinque estranei, ma non era come se si sarebbe mai rifiutata di obbedire ad un mio ordine se ci teneva alla vita.
Jennifer si allontanò come un fulmine, lasciandomi lì a guardare quei cinque ragazzi uno ad uno.
Erano carini, dai, non i soliti tipi di ragazzi che c'erano qua, più educati e perfettini. L'avrei data tranquillamente a tutti e cinque, specialmente il pakistano, lui aveva la faccia di uno che a letto ci sapeva fare.

Lisa. Lui invece è Ethan.” ci presentai, aspettando che mi dicessero i loro nomi. Si scambiarono un'occhiata veloce, facendomi innervosire.
Allora, come vi chiamate?” domandai, cominciando a rotolare il piercong sulla lingua contro il palato.
Il riccio mi lanciò un sorriso nervoso: “Io sono Harry. Loro sono Louis, Niall, Zayn e Liam.” disse puntando i tipi intorno a lui, che si girarono a sorridermi.

Tu e tu.” dissi, puntando prima il tipo Zayn o come diavolo si chiamava e poi il ricciolino.
Loro si girarono a guardarmi, tra il perplesso e l'incuriosito.

Siete i miei compagni di cella.” li avvertii, guardandoli attentamente, “Ci sono tre regole da rispettare se volete uscire vivi da qua.”
Sarebbero?” domandò Zayn con una punta malcelata d'ironia.
Io ringhiai a bassa voce, con Ethan che dava manforte di fianco a me: “Prima regola: non mi dovete interrompere se sto facendo sesso con qualcuno. Seconda, non mi dovete disturbare, toccare o infastidire in alcun
modo. E terzo, se provate anche solo a guardare la mia roba, vi ammazzo.”
Il pomo d'Adamo di Harry fece su e giù, facendomi ghignare per il suo evidente disagio: “È tutto chiaro?”
Senza dare il tempo di nessuno di pormi qualche obbiezione, e già io continuai il mio discorsetto: “Ah, sì, e a chiunque di voi due ci fosse nella cuccetta superiore, ora è mia.” dissi.
Gli occhi di Harry slittavano da me ai suoi compagni, incerti su dove posarsi: “Oh, va bene.” mormorò flebilmente.

Ottimo, è stato un piacere conoscervi.” dissi con falsa allegria, “Ora, se non vi dispiace, dovrei andare a prendermi cura di un certo problemino.” sghignazzai, passando una mano sul pacco di Ethan, che sussultò per
l'evidente sorpresa.
Mano in mano con Ethan, mi incamminai verso la mia cella, nel silenzio generale della stanza, che aveva appena assistito all'ennesima prova del mio potere.
Amavo quell'attenzione.

 

'Sera :)
È tardi e sono stanca, quindi la tirerò corta.
Vi ringrazio immensamente per le 8 bellissime recensioni per quel prologo scrauso, spero che il capitolo vi sia piaciuto! Credo che questo sia il capitolo più spinto che io abbia mai scritto in vita mia... Mi sento tanto una pervertita °-°
Ditemi cosa ne pensate di Ethan. A me personalmente piace come personaggio, ma non so voi XD
So che l'unica parte in cui spuntano fuori le vostre amate 'carote' sono le battute finali, ma mi serviva un capitolo per spiegare meglio la storia di Lisa ed Ethan.
Che dire... Ah, sì! Per quelle che chiedevano, c'è un motivo per cui i 1D sono finiti in prigione, e si scoprirà tra poco, nel prossimo capitolo se tutto va secondo i piani :)
Grazie ancora, mi farebbe davvero piacere se mi lasciaste una piccola recensione, anche se è corta corta, giusto per farmi sapere se vi piace o meno!
Baci,
Ele :)
P.s. Ho tolto le righe e rimpicciolito il carattere ;)

   
 
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