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Autore: LicantropoBianco    29/04/2012    0 recensioni
IL fimbulwinter era, secondo gli antichi nordici, un inverno di sei anni durante il quale, i primi tre anni, lupi e animali della notte attaccherebbero le città, e durante gli altri tre si sfalderebbero i legami familiari nel sangue e nella violenza. e se per caso questo inverno fosse causato da qualcosa o... da qualcuno?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un po’ che la battaglia infuriava nella strada, si sentii un ululato provenire da lontano, un ululato minaccioso che conoscevo molto bene da quante volte lo avevo sentito, era il messaggio di un assalto, si stavano organizzando per attaccare la città.

Vinces mi guardò stranito, forse era la prima volta che lo sentiva.

“Rafael”

mi voltai. Nahdo correva verso di me con la doppietta in mano e alcuni fasci di cartucce messi a X sul petto, più una sfilza di caricatori che gli scendeva lungo la coscia.

“ lo hai sentito?” disse Nahdo ansimando

“ si, e non mi piace per niente”

“ tieni, fissalo alla cintura, è molto più veloce che estrarre i caricatori da una borsa no?” disse lui passandomi i caricatori.

“ Rafael che sta succedendo?” disse Luna

“ porta i tuoi amici al sicuro” dissi io mettendo un caricatore nella pistola

“ Perché? Perché avete quelle armi?”

“ Luna muoviti, vatti a nascondere”

tutti andarono tranne Alex e Vinces che rimasero con noi a braccia incrociate.

“ ci dovete delle spiegazioni” disse Vinces.

Alex invece si presentò più diretto, mostrando un braccio ibrido spezzò in due un palo vicino e se lo mise in spalla.

“ ululano, quindi sono lupi no? Un palo basta e avanza”

si, lupi di due metri che ti possono staccare un braccio con un morso pensai io.

“Rafael, noi prendiamo tempo, vai a casa a prendere gli altri pezzi di equipaggiamento, con solo le pistole non potrai fare un granché”

mentre i ragazzi correvano verso gli ululati io corsi verso casa con la pistola in mano, con mia sorpresa scoprii che i lupi mannari erano già arrivati in città, in quattro di loro erano davanti alla casa .

sparai quattro colpi e i licantropi colpiti presero fuoco e diventarono polvere, entrato in casa presi a croce e squartando l’involucro vidi una delle più grandi spade che avessi mai visto, era lunga quanto me e era fatta con uno strano materiale nero, o almeno, la fodera era fatta in materiale nero, la lama era bianca pallida e appena toccai l’impugnatura sentii una scarica elettrica attraversarmi il corpo, esitai, ma poi estraendo la spada vidi che in se per se era leggerissima, fatta con un materiale semi trasparente, quasi vicino al colore di una sottile lastra di ghiaccio, larga almeno quindici pollici e sull’impugnatura c’era una serie di simboli strani, che si ripetevano per tutta l’elsa.

Improvvisamente un odore di cane bagnato misto a sangue impregnò l’aria, senza nemmeno voltarmi sparai un colpo che centrò il lupo in mezzo agli occhi trasformandolo in un cumulo di cenere, non era solo però, altri, della sua stessa razza stavano girando intorno alla casa in cerca di prede, che in quel caso era solo una, in quel caso la preda ero io.

Uscito di casa mi trovai davanti altri quattro lupi che mi stavano ringhiando contro, ero con le spalle al muro , e in casa non potevo rientrare.

“ Rafael” sentii urlare “stai fermo”

vidi i cinque lupi saltare e cadere a terra divisi in due , e dietro di loro Nahdo con una falce seghettata.

“ Nahdo!”

“ visto ganza la falce?” disse lui roteandola

“ dove sono gli altri?”
” sono dall’altro lato della città, anche se per essere poco attrezzati se la cavano egregiamente.

Roteai la spada ancora nella fodera e scagliai due lupi mannari contro un muro, decapitati dopo da Nahdo.

Ci ritrovammo con gli altri due poco fuori dalla città, Vinces e Alex erano ricoperti di morsi e graffi, ma niente di grave.
”in effetti qualche arma la prossima volta potrebbe tornarci utile” disse Alex mostrando quello che rimaneva del palo, una spranga di ferro non più lunga di un metro “ Rafael voglio una spada come la tua la prossima volta”

Tutti ridemmo, quando un pioppo si infranse contro il muro di una casa.

“ da quando in qua i pioppi volano?” disse Vinces con una voce a metà tra lo sconforto e la risata.

“ da quando ci sono besti come quello laggiù in giro” disse Nahdo indicando con la falce la boscaglia, dove si ergeva un ibrido di animali e uomini.

“ che cosa è quello?” disse Vinces

“ sembra un grosso licantropo, ma ha il manto tigrato”

“ potrebbe essere un weretiger Nahdo?” chiesi io “eppure mi ricordo che si uccise noi l’ultimo”

“ no, no, Rafael, chiamalo con il nome vero”

“ quello è un wendigo?”

“ si Rafael, e anche parecchio arrabbiato”

i wendigo erano come noi licantropi un unione tra uomo e animale, più precisamente tra un uomo e una tigre, ma certe bestie erano estinte già da tempo, e al massimo si trovavano in zone fredde, molto fredde, inabitabili per l’uomo.

“ se quello non era l’ultimo, beh, questo sicuramente lo sarà”

“ pino a ore tre” urlò Vinces

un pino si schiantò alla nostra destra, il Wendigo corse verso di noi ruggendo e mostrando le sue zanne, quasi il doppio delle nostre.

“ ragazzi questo necessita della trasformazione” dissi io lanciando al suolo la spada

ci trasformammo velocemente e con le armi in mano corremmo verso il Wendigo che stava sradicando qualsiasi albero trovava per poi lanciarcelo addosso.

Uno degli alberi fu fermato da un pugno di Alex, che scoprii essere un licantropo nero incursore, per via delle unghie lunghe affilate come lame, per poi essere rimandato al mittente con un calcio di Vinces, un licantropo rosso poco più piccolo di Nahdo.

La bestia non si fermava, l’albero che Vinces gli aveva scagliato contro si rivelò inefficace contro la massa del mostro, che preso Vinces per la testa gli fece fare un volo di quindici metri prima di farlo schiantare contro un albero.

“ Nahdo”

“ Rafael”

corremmo verso il wendigo da due parti diverse, riempiendolo di pallottole, e arrivati vicino gli conficcai la spada, sempre rinfoderata nello stomaco e la falce di Nahdo lo colpì in pieno petto, la bestia urlò ma non cadde, anzi, ci prese e ci scagliò lontano.

“ un nemico più è grosso più fa rumore quando cade” si sentii gridare dall’alto, Alex stava cadendo a bomba sul wendigo, con gli artigli estratti al massimo.

“ goodbye weretiger”

ci fu un silenzio tombale, Alex perforò con gli artigli la testa del wendigo che cadde a terra morto in un mare di sangue.

“ è morto?” disse Nahdo punzecchiandolo con la falce “ che noia, non era così forte allora”

“ torniamo indietro” disse Vinces “qui non c'è più nulla che ci trattiene”

“ aspettate” dissi io annusando l'aria “ questa è Luna”

La ragazza distava pochi passi da noi, aveva il fiatone, e gli occhi sgranati verso di noi, vedere uno schieramento di quattro licantropi non era una cosa che si vedeva tutti i giorni.

“ Ra...Rafael...”

Luna cadde a terra, stava andando in ipotermia, era gelida e pallida, sembrava morta.

“ dobbiamo ucciderla” disse Nahdo “ ha visto cosa siamo in realtà”

“ chiunque la tocchi lo ammazzo” urlai io verso gli altri tre.

“ Rafael...”

“ Nahdo, so cosa stò facendo, lei, si proprio questa ragazza è l'albina, quella che ci ha steso

nel bosco, anche se non sembra, sono sicuro che è una di noi”

Nahdo rimase sconvolto, in effetti non so cosa mi prese in quel momento, la volevo difendere, non volevo che morisse, le parole mi uscirono dalla bocca senza che io le pensassi, cosa era successo?

“ Rafael sono d'accordo con te” disse Nahdo “ però è meglio portarla nella casa non credi qui si congelerà anche prima”

presi la ragazza e insieme al mio amico ci avviammo fuori dal bosco

“ ehi ragazzi ci pensate voi all'occultamento di quella cosa?” urlai mentre saltavo lontano

“ stai tranquillo ci pensiamo noi”

non riconobbi la voce di chi lo disse, ma di quei due ci si poteva fidare, qualcosa in me lo diceva.

“ muoviamoci Rafael” disse Nahdo “ non voglio avere sulla conoscenza l'ultimo licantropo femmina della specie, sempre che sia ciò che hai detto”

“ Nahdo amico mio, ci conosciamo da tanto tempo e ancora non ti fidi di me?” dissi sorridendo

“ non so cosa mi è preso prima, ma ho quest'impressione”

“ scommetto un centone che lei non è ciò che hai detto”

“ scommessa accettata, però se vinco il centone me lo dai”

“ ovvio” disse Nahdo “ Rafael amico mio, ci conosciamo da tanto tempo e non ti fidi di me?”

“ non mi rubare le battute” dissi ridendo

  
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