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Autore: NadyaTompsett    29/04/2012    1 recensioni
La FF che leggerete è ispirata a un GdR a cui ho preso parte da ormai 4 anni e parla di alcuni dei miei personaggi principali. Vedrete anche alcuni dei personaggi originali della saga di Harry Potter, e faccio inoltre presente che tutti i nomi, caratteri e storie al di fuori della saga di HP sono originali ed inventati da me (alcuni da altre persone che mi hanno concesso l'utilizzo).
"Una piccola, timida Cloe si teneva stretta alla madre, il volto rigato dalle lacrime: per la prima volta in vita sua aveva un papà, un papà che le voleva bene, un papà che l'aveva ospitata in casa sua con sua madre."
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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1° ANNO – INCONTRO SULL'ESPRESSO
 
Primo settembre, binario 9¾.
“Mamma... io non...”
Una piccola, timida Cloe si teneva stretta alla madre, il volto rigato dalle lacrime: per la prima volta in vita sua aveva un papà, un papà che le voleva bene, un papà che l'aveva ospitata in casa sua con sua madre.
Per la prima volta in vita sua si sarebbe trovata sola, senza la compagnia di sua madre, unico punto di riferimento che aveva avuto per undici anni prima che Alan Tompsett ospitasse le due in casa sua.
Sarebbe andata ad Hogwarts, non avrebbe mai più rivisto nessuno dei suoi amici Babbani con i quali aveva frequentato le scuole elementari a Glasgow. Ci sarebbe stato James con lei, James Tompsett, il fratellastro maggiore, un Serpeverde che non faceva altro che guardarla in malo modo ad ogni occasione.
Susie McKinley si inginocchiò di fronte alla bambina, mentre Alan cercava con lo sguardo suo figlio James, probabilmente già sul treno senza averlo salutato.
“Cloe tesoro, ti scriverò ogni giorno. E potrai tornare a casa per Natale, questo lo sai benissimo. Avrai tanti nuovi amici, imparerai un sacco di incantesimi...”
“Ma io non voglio stare con i maghi!” esclamò con forza la bambina.
Alan la osservò un momento, prima di accarezzarle il viso candido:
“Cloe, i maghi non sono poi tanto diversi dai babbani, sai? L'unica differenza è che noi abbiamo delle bacchette magiche con cui possiamo fare un sacco di cose. Ma credo di poter dire che siamo simpatici quanto loro.” commentò con una leggere risatina.
La biondina tenne lo sguardo puntato sul viso abbronzato del padre, prima di assumere un'espressione vagamente rassegnata ed annuire debolmente.
Susie le sorrise incoraggiante, prima di farle segno di salire sul treno.
“E poi c'è sempre Haley!” le ricordò Alan: “Vi conoscete ancora poco, ma è pur sempre tua cugina. Sono certo che vorrà passare un sacco di tempo con te.” la rassicurò.
La madre di Cloe fece per accennare ad un saluto, ma quello che disse fu sovrastato da un forte fischio della locomotiva che si avviava.
Gli sportelli del treno si chiusero di colpo e la bambina dovette mettersi in punto di piedi per guardare fuori dal finestrino e salutare con un frettoloso gesto della mano i genitori.
Quei pochi istanti parvero interminabili, mentre qualcosa pareva stringersi attorno al cuore di Cloe, la quale quella mattina non avrebbe voluto saperne di allontanarsi in quel modo da sua madre... e l'uomo che finalmente poteva chiamare papà.
Il treno seguì la curva dei binari, e così la banchina sparì alla vista della piccola Cloe che si adagiò per un momento alla parete tremolante del treno.
Passò un minuto, o forse due, poi la ragazzina si mise in cerca della cugina. La trovò, finalmente, in una delle ultime carrozze.
Aprì la porta dello scompartimento, con un gesto deciso ed un sorriso stampato in viso.
“Ciao Haley, posso sedermi qui con te?” domandò, ma un ragazzo dai riccioli castani seduto di fronte ad Haley rivolse un'occhiata tremenda a Cloe.
“No, noi qui non ti vogliamo.”
James Tompsett, il fratello di Cloe, la stava cacciando in quel modo dalla scompartimento.
“Non fare lo scemo, James!” replicò la giovane Sanders parecchio stizzita per via del comportamento del cugino: “Cloe può restare, e si può sedere dove le pare!”
Ma Cloe era rimasta immobile sulla porta dello scompartimento:
“No, me ne vado.” replicò subito dopo, prima di richiudersi la porta dello scompartimento alla spalle e riavviarsi lungo il corridoio con espressione triste ed il passo svelto.
Sentì i due cugini battibeccare, e le voci di altre due ragazzine, probabilmente la bionda e la rossa che aveva visto sedute con i due, intromettersi un paio di volte, poi le voci dei quattro si persero nella confusione dei diversi scompartimenti.
Arrivò nell'ultimo scompartimento del treno: era completamente vuoto, ad eccezione di un ragazzino, probabilmente anche lui del primo anno, seduto accanto al finestrino.
Aveva un aspetto molto fragile, era pallido e mingherlino, tanto che Cloe pensò che potesse bastare un soffio di vento per farlo volare a terra.
Aprì la porta con un gesto incerto ed osservò la reazione del ragazzino con attenzione:
“Posso sedermi qui?” domandò, indicando il posto di fronte a lui.
Il giovane alzò lo sguardo su di lei: parve osservarla a lungo prima di rispondere con un timido e molto debole:
“Sì, certo.”
Cloe andò a prendere posto: una delle prime cose che notò del ragazzino, furono i suoi occhi scuri e praticamente impenetrabili. Aveva un'espressione triste in volto, come se si sentisse una sorta di incompreso o addirittura spaesato, come se fosse stato catapultato lì e quel mondo gli fosse del tutto estraneo.
Cloe si schiarì un poco la voce, prima di parlare.
“Mi chiamo Cloe, Cloe Tompsett. Tu chi sei?” gli chiese.
“Victor Craine.” rispose lui, con lo stesso tono timido di prima e la voce bassa, tanto che Cloe lo sentì a stento sopra lo sferragliare del treno.
“Sei del primo anno? È la tua prima volta ad Hogwarts?” provò ad insistere la ragazzina.
Victor annuì, mentre le sue guance assumevano un leggero colorito rossastro.
“Io... i miei non sono Maghi. Non so ancora niente di Hogwarts.” si decise a dire.
Sul viso di Cloe comparve immediatamente un'espressione entusiasta.
“Sei cresciuto con i Babbani?” domandò eccitata.
“Sì.” rispose lui, leggermente intimidito dal tono di lei.
“Ma è fantastico! Anche io sono cresciuta con i Babbani, anche se la mia mamma è una strega. Io sono cresciuta a Glasgow, ma mi sono trasferita nel Suffolk da qualche mese, e tu?”
“Io sono cresciuto vicino a Edimburgo.”
“Accidenti, anche tu scozzese... mi sa che ci siamo mancati di poco!” ridacchiò Cloe, decisamente entusiasta per quella conoscenza.
Mentre parlavano, Victor parve rilassarsi di ora in ora, finchè finalmente verso sera riuscì a mantenere un certo dialogo con la sua nuova amica.
Le raccontò del suo entusiasmo per l'aver ricevuto la lettera di Hogwarts, ma anche di come suo padre lo avesse squadrato da capo a piedi quando il professor Silente in persona aveva spiegato all'uomo e alla madre di Victor che il loro unico figlio fosse un mago e che sarebbe cresciuto come tale.
Cloe lo guardò con un leggero velo di tristezza in viso.
“Oh... a tuo padre non piace la Magia?” domandò.
Per un momento, a Cloe parve di vedere un luccichio di rabbia negli occhi del ragazzino.
“A mio padre non piace niente che vada contro quello che è lui.”
 
La stazione di Hogsmeade, l'attraversamento del lago sulle barche...
Cloe e Victor restarono l'uno vicino all'altra per tutto il tempo, venendo poi raggiunti da Haley Sanders, la cugina di Cloe, ed altre due ragazzine, una dai lunghi capelli biondi di nome Luna Lovegood ed una dai capelli rossi, Ginny Weasley.
“Io ho sentito un ragazzo parlare di... Case. Di cosa si tratta?” domandò Victor, senza riuscire a nascondere un leggero timore nel suo tono.
“Oh, ci sono quattro case qui a Hogwarts.” prese a spiegargli Haley con fare saccente: “Corvonero, Grifondoro, Tassorosso e Serpeverde. In ognuna di queste ci finiscono persone con diverse caratteristiche... o talenti che dir si voglia.”
“Ma come veniamo divisi in queste case?” replicò Victor all'istante: “Dobbiamo superare dei test, o...”
“C'è la cerimonia dello Smistamento. Il Cappello Parlante deciderà in quale casa metterci.” cercò di rassicurarlo Ginny, ma purtroppo il ragazzino parve ancor più confuso di prima.
“Probabilmente ci smista a seconda di quanti Gorgosprizzi abbiamo in testa.” intervenne la ragazzina di nome Luna, con aria leggermente sognante.
Cloe si voltò a fissarla aggrottando la fronte:
“Che cos'è un... Gorgocoso?” domandò, sicura di aver frainteso le parole di Luna.
“Ti entrano nella testa e ti confondono le idee.” rispose lei con lo stesso tono, mimando il gesto di qualcosa di invisibile che le svolazzava attorno alle orecchie.
Victor la fissò sollevando un sopracciglio: nemmeno lui sembrava ritenere credibili le teorie della Lovegood.
Nell'ingresso della scuola, li accolse una strega dall'aspetto severo: si presentò come Minerva McGranitt, la Vicepreside di Hogwarts ed insegnante di Trasfigurazione.
Victor pareva decisamente spaesata in quel posto, e Cloe poteva capirlo: per lo meno lei aveva sempre saputo dell'esistenza di Hogwarts, ma lui era cresciuto credendo che la magia fosse solo un'invenzione per le favole da leggere ai bambini prima di andare a letto.
Vennero condotti nella Sala Grande, dove quattro lunghi tavoli già occupati da una moltitudine di studenti li attendevano, ed ogni ragazzo presente in sala li osservò uno ad uno, mettendoli ancor più a disagio.
Uno sgabello ed un vecchio cappello da infilare in testa: era questa la “prova” da superare per essere smistati in una delle quattro case. Cloe percepì un leggero sobbalzo da parte di Victor quando il Cappello Parlante prese a cantare, aprendo così la cerimonia dello smistamento.
“Ma com'è possibile?” sussurrò quasi terrorizzato.
Haley gli sorrise incoraggiante al suo fianco, tirandogli leggermente una manica e facendolo chinare leggermente per potergli spiegare qualcosa sulla storia di come Godric Grifondoro avesse imposto un Incantesimo su quel cappello.
Il ragazzo fu uno dei primi a venire chiamato per lo smistamento, e il cappello quasi non lo aveva ancora toccato che già aveva urlato a tutta la sala “Corvonero!”, facendo così in modo che il tavolo ad una delle due estremità della sala desse in grida di giubilo per il giovane membro della loro Casata.
Cloe non potè sapere che nel momento in cui toccò a lei mettere in testa il cappello, il giovane figlio di Babbani aveva tenuto le dita incrociate nella speranza di averla come compagna di Casa, ma così non fu: Cloe andò ad unirsi al tavolo dei Grifondoro, accanto ad un ragazzo dai capelli corvini e gli occhiali tondi ed altri tre giovani dai capelli rossi come quelli di Ginny, che un attimo dopo corse ad abbracciare Cloe con enorme entusiasmo.
Victor quasi non si accorse di avere accanto e di fronte a sé Haley e la giovane Lovegood e non si rese nemmeno del tutto conto di quanto fosse incredibilmente gustosa la cucina di Hogwarts: la sua prima vera amica era già, in qualche modo, lontana da lui.
  
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