Salve
a tutti!
Mi scuso per aver saltato l'aggiornamento della scorsa
settimana.
Il
capitolo era pressoché pronto, ma non mi piaceva. Ho
aspettato, sperando nell'illuminazione divina, ma... niente.
Quindi, eccolo qui.
Personalmente non mi piace, non mi soddisfa
per niente, ma magari voi la penserete diversamente. In ogni caso vi
ricordo che le Recensioni esistono per un motivo preciso – sia
chiaro, non voglio elemosinare apprezzamenti; semplicemente, gradirei
sapere che cosa ne pensate. E poi sì, c'è l'orgoglio
ferito da tenere in conto.
Non è molto carino vedere il
numero di recensioni calare capitolo dopo capitolo.
Per motivi personali gli aggiornamenti avverranno ogni due settimane, salvo imprevisti, come sempre di domenica.
Athanasia Efp – profilo facebook; per chi avesse voglia di conoscere l'autrice, oltre alla storia.
L'altra metà dell'amore – gruppo facebook; riguarda tutte le mie storie, non lo nego, ma penso che sarebbe più veloce avvisare qui per eventuali ritardi (piuttosto che mandare un messaggio privato a tutti) o semplicemente per qualche spoiler. Inoltre, sarebbe perfetto per i “botta e risposta”, ma anche per darmi i vostri consigli o le vostre critiche (purché siano costruttive e non campate per aria).
Poison - La Genesi – per chi non avesse letto la one-shot che precede questa long.
Closer – one-shot pubblicata ieri, sempre sulla coppia Draco/Hermione.
Buona lettura.
Poison
Between Feeling and Fury -
IV
“Witchcraft's
rest” conservava il suo aspetto lugubre e spettrale anche in
piena estate. Il più famoso cimitero magico di Londra, per sua
fortuna, era privo di qualsivoglia presenza umana quel mattino di
metà giugno. Draco apprezzò la cosa tra sé e sé.
Non gli piaceva vedere orde di ragazzini aggirarsi lì intorno:
disturbavano la sacra quiete che lo permeava quando aveva la
possibilità di sentirsi nuovamente vicino a sua madre. Con
innata grazia depose un mazzo di orchidee bianche sulla tomba di
marmo e si inginocchiò in religioso silenzio.
Rimase
immobile per ore, gli occhi fissi sull'incisione della lapide.
Narcissa
Black in Malfoy
23 febbraio 1955 – 12 gennaio 2003
Madre.
Quando sua madre era morta suo padre aveva espressamente chiesto che a scrivere l'epitaffio fosse lui. Non aveva dormito per giorni, pensando a come poter descrivere la meravigliosa donna che l'aveva cresciuto – e amato, e confortato, e supportato – in pochi versi. Nel perdere ogni speranza, aveva finalmente trovato la parola che cercava: madre. L'emblema di tutto ciò che era stata in vita.
Mentre ripercorreva il vialetto sporco e spartano del cimitero, un lampo d'ira passò nel suo sguardo. “È tutta colpa di quella maledetta sanguesporco” - pensò.
* * *
Mezzosangue,
sono
costretto a scriverti per comunicarti
che il matrimonio si terrà
il 27 luglio.
Ti invierò i dettagli in seguito.
Stammi male.
Hermione strinse gli occhi con rabbia, appallottolò la pergamena e si sedette sul divano con stizza. Ginny, compostamente seduta difronte a lei, si stupì. Non era da Hermione avere degli scatti di rabbia così palesi. Era famosa nella combriccola per essere quella giudiziosa, razionale – anche troppo! – e giusta. Ma sopratutto per essere quella dalla calma glaciale. Qualcosa non andava.
«Hai voglia di parlarne?» chiese.
«È una storia lunga, Ginny.»
«Ho tutto il tempo del mondo.»
«Allora mettiti comoda.»
* * *
«Non ce l'hai con me?» domandò stupita Hermione.
«Perché dovrei? È inutile piangere sul latte versato. E, anche se mi duole ammetterlo, Malfoy ha sempre avuto un discreto fascino.»
«Non mi sembra tutta questa bellezza.»
«Non ho parlato di bellezza, tesoro, ma di fascino. É il classico ragazzo che può accenderti i sensi con lo sguardo, sebbene resti uno stronzo furetto spelacchiato.»
«Ma dai, è successo al quarto anno!»
Risero.
«Almeno è messo bene?» chiese interessata Ginny. Dacché Hermione ne avesse memoria, infatti, la rossa era famosa per essere piuttosto diretta.
«Ginny!»
«Era solo un'innocente domanda.»
«Sì»
«Sì cosa?»
«È messo davvero bene.»
Quando la Weasley si alzò velocemente, rischiando un capogiro, e la invitò a cambiarsi, Hermione sospettò che avesse in mente una delle sue idee bislacche.
* * *
«Dove mi stai portando?» chiese Hermione.
«Lo vedrai.»
* * *
Sono
lieto di annunciarti che mi sposo.
Bada bene, non sono innamorato
della ragazza,
ma
ho fatto la pazzia di passarci una notte insieme
e dimenticarmi di
recitare l'incantesimo contraccettivo.
Potrai
certamente tirare le tue conclusioni.
Tuttavia i problemi maggiori sono ben altri.
Lei
è Hermione Granger.
Il che ci conduce al secondo
problema,
il bambino sarà un mezzosangue.
Immagino che
tu ora sia svenuto dall'orrore,
quindi ti lascio il tempo di
riprenderti e
assimilare la notizia.
A
presto,
Draco.
Lucius
Malfoy dovette reggersi saldamente al bordo del letto per non cadere
in avanti. Draco gli aveva appena comunicato, con poche parole, la
sua rovina.
Tralasciando il dettaglio – poco trascurabile – che
la futura moglie del suo erede fosse una mezzosangue, il peggio era
costituito dal fatto che il suo unico figlio non si sarebbe sposato
per amore. Non
voleva che ripercorresse le sue orme anche in quel frangente;
con il tempo aveva imparato a volere davvero bene a Narcissa –
che dal canto suo era innamorata di lui fin da quando era al primo
anno –, ma sentiva che il sincero affetto che provava per lei
non aveva niente a che vedere con l'amore decantato da scrittori,
poeti e musicisti1.
In conclusione, Lucius sperava di svegliarsi e trovare mutate le parole vergate con calligrafia elegante sulla pergamena recante lo stemma della famiglia Malfoy.
* * *
Questo
posto mi da i brividi,
pensò Hermione entrando al “Moonlight's pub”.
Ginny
doveva aver perso quel poco buon senso che possedeva, se pensava che
un locale simile potesse piacerle. Entrarono, ed Hermione non poté
che emettere un gemito di disapprovazione. È
ancor peggio del posto dove sono finita a letto con Malfoy, decretò
fra sé e sé. La stanza era immersa nell'oscurità,
fatta eccezione per il piccolo palco, illuminato da strane e
fluorescenti luci blu.
«Posso portarvi qualcosa?» domandò loro un cameriere dopo che si furono sedute su uno degli squallidi divanetti di pelle nera.
«Del Wisky Incendiario» rispose prontamente Ginny.
«Una menta con latte» aggiunse Hermione.
«Che razza di cosa è?» chiese Ginny.
«Sono incinta Ginny, devo limitare l'alcool.»
Il ragazzo – vestito in maniera estremamente ridicola – si dileguò, e improvvisamente una musica bislacca, composta di sospiri respiri e sussurri, invase l'aria intorno a loro. Sul palco le luci s'intensificarono e uscirono sette ragazzi mezzi nudi che iniziarono a ballare, togliendosi progressivamente tutti i vestiti fino a rimanere con solo un paio di slip argentati.
«Mi hai portato in un locale di spogliarellisti?»
«Oh andiamo, Hermione. È il tuo addio al nubilato!»
«Signorine, i vostri drink.»
Nell'ombra
una figura sorrise.
* * *
Daphne Greengrass era famosa per essere l'unica Purosangue della sua generazione a non essere mai entrata nelle questioni di sangue dei Mangiamorte. Era sempre stata una ragazza tranquilla, solare e sostanzialmente discreta.
Vivi e lascia vivere – era il suo motto.
Ma
quel giorno si era resa improvvisamente conto di non poter
semplicemente lasciarsi scivolare le cose addosso, fredda e
impassibile come era sempre stata.
La visita della sua amica Pansy
– in lacrime davanti a lei per la prima volta – dopo
tanti anni di lontananza l'aveva turbata; si era chiesta per ore,
mentre sorseggiavano un tè e l'altra non sembrava avere
intenzione di raccontare il perché della sua angoscia, cosa
potesse mai essere successo. La ricordava felice al braccio di
Blaise, felice come forse era stata solo poche volte in vita sua.
Dunque,
cos'era mai accaduto?
Indispettita
dal mutismo cui si era rinchiusa l'amica, decise di passare alle
domande.
«Non nego di essere felice della tua visita, Pansy. Ma quel che mi chiedo è... perché? Sono anni che non passiamo un po' di tempo insieme e non mi sei mai sembrata così “addolorata” dalla nostra lontananza» iniziò.
«Daphne...» mugugnò l'altra, nuovamente sull'orlo delle lacrime.
«Pansy ho bisogno di una spiegazione» insistette Daphne.
«B-Blaise mi ha... tradito» sussurrò infine Pansy, scoppiando nuovamente a piangere. Daphne osservò per un attimo le lacrime che si rincorrevano sulle guance pallide della moretta, trattenendo a stento la rabbia.
Avevano
perso i contatti, era vero, ma restava comunque il fatto che, come
non lo sopportava ad Hogwarts, continuava a non tollerare chi la
facesse soffrire.
Scoprire
di volerle ancora così bene
fu un duro colpo al cuore.
La abbracciò.
La abbracciò cercando di regalarle più conforto possibile.
«Cosa farai?» chiese dopo che l'altra si fu un poco calmata.
«Non ne ho idea. Io lo amo così tanto, Daphne! So che ciò che ha fatto è ignobile, ma per il momento non riesco neanche a pensare alla parola divorzio.»
«Potresti stare un periodo qui da me. La casa è grande e io sono tutta sola da quando mia sorella è partita...» propose Daphne.
«Mi farebbe davvero tanto piacere. Ma dimmi, cosa è successo ad Asteria?» chiese Pansy, ora sorridente.
«Quando Draco ha sciolto il contratto di matrimonio con lei era davvero distrutta. Così, ha fatto le valigie ed è andata in Francia. È quasi un anno che non la vedo.»
«Pensavo si amassero.»
«Sì molto, ma Draco era sconvolto dalla morte di sua madre. Non voleva parlare neppure con lei.»
«Narcissa Malfoy è morta?»
«Sì, Azkaban non faceva per lei.»
1- odio vedere un Lucius a senso unico; credo che, nonostante sia un Mangiamorte, abbia coltivato altri interessi, oltre la “caccia al babbano”. Penso, inoltre, che nel mondo magico vi siano scrittori, poeti e musicisti come in quello babbano, e che anche essi parlino perlopiù di amore.