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Autore: Isabriel    29/04/2012    2 recensioni
Fan Fiction sul XIII Apostolo un po' "sopra le righe" scritta da due fans nel tentativo di colmare il vuoto che questa serie ha lasciato con la sua "fine".
E' stata scritta immaginando perchè Claudia abbia chiesto alla sua segretaria di annullare tutti gli
appuntamenti della settimana
Insomma,nessuno di voi moriva dalla voglia di chiedere a Claudia PERCHE'?!
La storia,dopo i primi tre capitoli si evolverà in un modo completamente diverso,buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gabriel era ormai di fronte a sua madre.
Non sapeva come salutarla,doveva chiamarla mamma? Dopo tutto quello che gli aveva fatto,come
poteva far finta di nulla e salutarla come se niente fosse mai successo con un semplice "Ciao Mamma"?
No,questa volta non avrebbe messo da parte l'orgoglio,non l'avrebbe nemmeno salutata.
Si limitò così a un semplice cenno con la testa.

Clara:"Dobbiamo parlare"
Gabriel:"Cosa ci fai qui?Come facevi a sapere di questa casa?E' Serventi che ti manda?"
Clara:"Gabriel,risponderò ad ogni tua domanda,però ora è meglio se entriamo..."
Gabriel in tono ironico:"Hai paura che ci spiino?"

Entrano nel pianerottolo,salutano il portiere e decidono che forse è meglio entrare
nell'appartamento,intanto ormai la copertura era stata scoperta,almeno lì forse non ci sarebbe stato davvero nessuno ad ascoltarli.
Entrati nell'appartamento Gabriel accende la luce,sua madre si siede su una poltrona; mentre lui, per
mantenere un certo distacco, rimane appoggiato al muro.

Clara:"Gabriel,penso sia giunto il momento di svelarti alcune cose."
Gabriel:"Lo penso anche io...ma fino a che punto potrò crederti?"
Clara:"Non sono qui per conto di Serventi. Sono qui perchè l'amore di una madre per un figlio viene
prima di tutto. Puoi pensare che è tardi,che forse avrei dovuto pensarci anni fa...ma no,io non mi pento
di quello che ho fatto in passato. L'ho fatto per una bona causa,che presto o tardi dovrà essere portata a
termine. Sono qui perchè ho rischiato di perderti un'altra volta e questo non lo posso permettere. Ti ho
visto,ti ho visto lottare contro Serventi;ti ho visto soffrire, piangere per Claudia...ero lì,ero in ospedale e ho visto tutto. Serventi si è
lasciato prendere un po' troppo la mano,non
posso rischiare oltre,non permetterò che succeda qualcosa, neanche a Claudia."
Gabriel:"Vai avanti,voglio conoscere tutta la storia."

Gabriel si passa la mano sulla barba ormai incolta e poi sugli occhi,era stanco,non ricordava l'ultima volta in cui era
riuscito a dormire per più di cinque ore
di fila.

Clara:"Siediti Gabriel,non può succedere niente,siamo soli."

Gabriel allora prende una sedia dal tavolo e la avvicina alla poltrona dove si trovava sua madre.

Gabriel:"Purtroppo non abbiamo i pasticcini"
Clara:" ... Da quando ti sei scontrato con Serventi,io non l'ho più ne visto,ne sentito...non so che fine
abbia fatto. L'unica cosa che so è che l'hai indebolito
molto e lui questo non se lo aspettava. Si sarà ritirato da qualche parte per farsi curare,per rimettersi in
sesto prima del suo ritorno. Gabriel, quando Serventi ritornerà,più che essere infuriato,vorrà studiare i
tuoi poteri e lascierà sicuramente da parte la profezia e questo non è quello che voglio.
Dobbiamo prepararci,dobbiamo essere pronti a fermarlo. Non modificherà il tuo destino,non manderà
all'aria il lavoro di tanti anni!"
Gabriel:"Allora non sei qui solo per proteggermi,sei qui per proteggere quella maledetta profezia!"
Clara:"No Gabriel! Quella volta in cui sono venuta in chiesa a confessarmi da te,quando tu hai capito
che quella che ti stava parlando era tua madre e sei uscito dal confessionale cercandomi...io ero lì
Gabriel,non me ne ero andata,ero rimasta lì ad osservarti in silenzio. In tutti questi anni Serventi
mi ha aiutata,ha affinato il mio controllo della mente. Tutti noi possediamo delle capacità,dobbiamo
solo rendercene conto e svilupparle. Io posso entrare nella mente degli altri e cambiare la loro visione
delle cose,è per questo che tu non mi hai vista. Così come non ti sei mai accorto della mia presenza in
ospedale,a parte questa mattina,quando ho pensato che mi avessi sentita piangere..."
Gabriel:Allora non me lo sono immaginato! c'era davvero qualcuno li con me!"
Clara:"Si Gabriel,sono sempre stata con te,te l'ho detto...ti prego,ora ascoltami
bene,collaboriamo,vogliamo tutti in parte la stessa cosa,non potrei mai tradirti."
Gabriel:"Non puoi tornare da me solo quando ne hai bisogno e pretendere la mia fiducia...non puoi chiedermelo,però ci saresti d'aiuto,lo devo
ammettere...spero di poter tornare a fidarmi di te,vedremo come andranno le cose."

Clara guarda Gabriel e gli sorride,finalmente potrà stare accanto a suo figlio,finalmente potranno
combattere per qualcosa insieme.
Mentre Clara e Gabriel si stavano avviando verso l'esterno del palazzo,a Gabriel suona il cellulare.

Gabriel:"Isaia?"
Isaia:"Gabriel,vieni in congregazione,abbiamo del lavoro da sbrigare."

***

Mezz'ora dopo Gabriel si trova di fronte all'ingresso della congregazione. Scende dalla moto, toglie il
casco e si avvia per il lungo corridoio diretto all'ufficio di Isaia.

Bussa alla porta.

Isaia: “Avanti!”

Gabriel apre la porta ed entra nello studio. Lascia la borsa e il casco nell'appendiabiti e si avvicina alla
scrivania.

Gabriel: “la casa è bruciata...mia madre ha scoperto dove porteremo Claudia.”

Isaia, allibito posa la penna e fissa Gabriel.

Isaia: “Scusa?...aspetta credo di non aver compreso bene, come ha fatto a saperlo?”

Gabriel si siede sulla poltroncina sconfortato. Potrà fidarsi di sua madre? Avrà in mente qualcosa contro
di lui? Lo tradirà per Serventi?...

Gabriel: “Ha anche lei i poteri, Isaia. Avrei dovuto aspettarmelo, anzi avrei dovuto saperlo! E' pur
sempre nella setta, no?...non so cosa pensare...ha detto che è dalla nostra, che non ci tradirà.”

Isaia rimane immobile a fissare il vuoto, non si aspettava questo colpo.

Gabriel: “Se portiamo Claudia in quella casa potrebbe essere in pericolo, se non la portiamo capirà che
non ci fidiamo di lei...”
Isaia: “Tu ti fidi di lei?”
Gabriel: “Non lo so. So che è mia madre, ma so anche quello che ha fatto...comunque,
Claudia rimarrà in ospedale ancora per un po', abbiamo qualche giorno per pensarci. Dimmi del caso,
dove andiamo?”
Isaia: “Noi da nessuna parte, i nuovi dove vanno se mai...”
Gabriel: “Sono già arrivati?...ma non dovevano arrivare tra qualche giorno?”
Isaia: “Qualche giorno fa dovevano arrivare tra qualche giorno, ora qualche giorno è passato e sono
qui...ti ricordo che fra la tua ripresa e l'ospedale è una settimana che vivi fuori dal mondo...”
Gabriel: “Si scusami, me ne ero scordato...comunque di che si tratta?”

Isaia recupera dei fogli, dentro una cartelletta di pelle, da un cassetto della scrivania.

Isaia: “Allora, sono scomparse delle persone, due uomini sui 45 anni e un ragazzo di 23 anni nella zona
nord di Roma, in aperta campagna. I parenti non si spiegano la cosa, persone tranquille, erano usciti di
casa per lavoro o semplicemente per fare un giro, e...”
Gabriel: “E allora? Non siamo la polizia....”
Isaia: “Fammi finire!...nella stessa zona nell'arco degli ultimi 20 anni sono sparite periodicamente altre
trentadue persone, tutti uomini e più o meno dell' età dei nostri scomparsi. Ma,
ecco il fatto più strano per cui dobbiamo indagare, sono stati rinvenuti dei corpi in un bosco poco
distante e sulle ossa sono stati trovati dei simboli, ho qui delle foto...”

Isaia porge le foto a Gabriel che le osserva e il suo sguardo inizia a farsi cupo.

Isaia: “Ho controllato, ma non riesco a risalire a nulla...”
Gabriel: “Ho già visto questi simboli...”
Isaia: “Sai cosa significano?”
Gabriel: “No...però sono sicuro di averli visti...devo controllare”
Isaia: “A parte i simboli, in zona si racconta una storia, da quel che ho capito abbastanza vecchia, su
una villa disabitata che si troverebbe all'interno di un bosco e, così narra, chi mette piede in questo
posto non fa più ritorno. Guarda caso i corpi sono stati ritrovati proprio in un bosco...è una leggenda,
una storia popolare, probabilmente non c'entrerà nulla, ma sempre meglio dare un'occhiata.”
Gabriel: “Si si, va bene...ma sei sicuro che quelli se la sapranno cavare? Li conosco?”
Isaia: “Quando abbiamo iniziato noi si sono fidati no?...Veramente non li conosco neanche io...”
Gabriel: “Fammi capire, noi stiamo dando i nostri casi a due perfetti sconosciuti?...”
Isaia: “Oggi non c'è verso di farti fidare di qualcuno?”
Gabriel: “Oggi credo proprio di no, ritenta sarai più fortunato!”

Pochi minuti dopo, Gabriel sta sempre silenzioso sulla sedia mentre Isaia è intento a compilare delle scartoffie.
Isaia sa che c'è qualcosa che non va, che Gabriel ha bisogno di tempo per pensare, per schiarirsi le idee
e, ovviamente, la congregazione non è decisamente il luogo adatto.

Isaia: “Fila, vai fuori di qua. E muoviti prima che cambi idea, ovviamente non so dove andrai e se ti
cercano io dirò sempre la magica frase 'Non lo vedo da ieri'...”

Gabriel preso alla sprovvista rimane seduto sulla sedia ancora qualche istante.

Gabriel: “Grazie Isaia!...sei un amico”
Isaia: “Sparisci...”

Gabriel recupera casco e borsa e si allontana dall'ufficio.

***

Poco dopo è di nuovo da Claudia. L'ha lasciata da solo tre ore, ma a lui sembrano un'eternità. Alonso è
seduto sulla sedia di fianco al letto di lei, i due stanno parlando.
Gabriel apre silenziosamente la porta.

Gabriel: “E' permesso?” un piccolo sorriso gli compare sulle labbra.
Claudia: “Se ti dicessi di no?” sorride.

Per Gabriel il suo sorriso conta più di cento parole. Sente il cuore più leggero, lei sta guarendo e
soprattutto è li con lui, viva.
Per un attimo, subito dopo averla vista immobile su quel letto, era arrivato a pensare di
non poter vivere senza di lei, aveva finalmente capito quanto lei contasse per lui. La cosa che più lo
preoccupava era che aveva anche pensato di poterla seguire. Se lei lo avesse lasciato avrebbe trovato un
modo per farla finita e questo suo pensiero lo turbava e lo faceva sentire in colpa. L'avrebbe veramente
fatto? Avrebbe trovato un modo per togliersi la vita? Ne avrebbe avuto il coraggio?...
In un attimo scaccia questi pensieri, lei ha bisogno di lui in questo momento e non può permettersi certi
sensi di colpa.
Appoggia la sua roba sul tavolino e si avvicina al letto.

Gabriel: “Come va?” Le stringe la mano fra le sue.
Claudia: “Come quando te ne sei andato, forse un filo meglio...”
Alonso: “Ragazzo che brutta cera!!! Da quanto non dormi? Anche tu devi riposare!”
Gabriel: “In effetti non ho dormito molto, ma è tutto ok...sto bene...”
Alonso: “Sei sicuro? Vai a riposarti un po', sono qui io...”
Claudia: “Potete andarvene tranquillamente tutte e due, io non scapperò da qui e per qualche ora starò
benissimo anche senza nessuno che mi controlli 24 ore su 24...”

Gabriel avvicina la sedia e si siede vicino a lei stringendo ancora forte la sua mano.

Alonso: “Ho capito....vi lascio soli...”
Gabriel: “Alonso, grazie di tutto...”
Alonso: “Non mi devi ringraziare, ci vediamo. Ciao Claudia, guarda che ti voglio vedere in forma
presto!”
Claudia: “Ciao...contaci”

La porta di chiude e la stanza rimane nel silenzio tranne qualche piccolo rumore
metallico che filtra dal corridoio.

Claudia: “C'è qualcosa che no va vero?...te lo si legge in faccia...”
Gabriel: “Si...no...non so che pensare e soprattutto non so che fare...”
Claudia: “Cosa è successo?”
Gabriel: “Ho trovato mia madre sotto l'appartamento che Isaia ha preso per nasconderti...”
Claudia: “Tua madre? E come...”
Gabriel: “E' proprio questo il punto! Ha anche lei dei poteri...anzi potrebbe essere qui anche in questo
momento e noi non possiamo vederla.”
Claudia: “Fammi capire, è invisibile?...”
Gabriel: “Una cosa del genere...”
Claudia: “Cosa faremo?”
Gabriel: “Ancora non lo so...ora rilassati, dormi un po'. Abbiamo tempo per pensare.”

Gabriel allunga una mano per accarezzarle il volto. A poco a poco Claudia stava riprendendo colore e
forza, ora poteva muoversi molto lentamente, anche se provata ancora un po' di dolore.

Claudia: “Voglio alzarmi da questo letto...voglio camminare...”
Gabriel: “Ancora qualche giorno, devi solo aspettare qualche giorno. Ti stai riprendendo bene, ci vuole
pazienza...”
Claudia: “Lo sai che io non ho pazienza...”
Gabriel: “Lo so...ora faresti meglio a riposarti un po'”
Claudia: “...anche tu dovresti...vieni qua con me...”

Gabriel indeciso non sa che fare, sa che il letto è troppo piccolo per due, ma ha troppa voglia di
stringerla nelle sue braccia, è troppo tempo che lei è lontana da lui, è troppo tempo che non la sente
così vicino. Lei lo guarda, poi si sposta leggermente di lato facendogli posto.
Si avvicina e si stende sul lettino molto delicatamente per paura di farle male, le passa un braccio sotto
la testa e le dà un bacio in fronte.
Pochi minuti dopo i due si addormentano uno fra le braccia dell'altro.

**

Ore 20.30

Un cellulare suona.
Gabriel si sveglia e cerca il suo telefono.
Gabriel: “Pronto?”
Isaia: “Gabriel, dove sei???”
Gabriel: “...hem...io”
Isaia: “Si va bhe, lascia stare...comunque vieni in congregazione ci sono delle novità.”
Gabriel: “Si, arrivo...mezz'ora sono li...”
Isaia: “Mezz'or....”

Gabriel chiude la conversazione.
Claudia apre gli occhi ancora appannati dal sonno.

Claudia: “Devi andare?”
Gabriel: “Si, Isaia mi cerca, stiamo seguendo un caso...anzi i nuovi stanno seguendo un caso. Come
va?”
Claudia: “Un po' meglio...”

Gabriel scende dal letto il più delicatamente possibile.

Gabriel: “Faccio in fretta...”
Claudia: “No, fai con calma. Io starò bene ok?..”
Gabriel: “Devo chiamare Alonso?...ti farebbe compagnia”
Claudia: “Tranquillo starò bene e non scomodare tutti quelli che conosci perchè devi andare e non vuoi
lasciarmi sola...vai, tranquillo...”
Gabriel: “Sicura?”
Claudia: “Sicurissima...”

Si avvicina per darle un ultimo bacio sulla fronte, poi si gira, recupera la sua roba ed esce dall'ospedale.

**

Isaia: “Sei arrivato!”
Gabriel: “Novità?”
Isaia: “Si e dovresti sentirle dai due in questione...”
Gabriel: “I nostri sostituti sono qui?...”
Isaia: “Si e hanno anche scoperto delle cose interessanti...ti anticipo che si tratta di Serventi.”
Gabriel: “Serventi?...allora è vivo. Dov'è?...”
Isaia: “Vieni...”
I due si avviano per delle scale che portano a un ufficio, Isaia apre la porta e si trovano all'interno di
una magnifica stanza arredata e affrescata. Due ragazzi si trovano sulle sedie di fronte alla scrivania.
A Gabriel ricordano lui quando ha iniziato a lavorare per la congregazione, sono passati anni ormai.
Isaia: “Gabriel, ti presento Samuele e Damiano."
Gabriel: “Piacere di conoscervi.”

I due fanno un piccolo cenno col il capo.

Isaia: “Hanno trovato diverse cose interessanti sul caso di cui ti parlavo ieri e penso che dovresti
sentirle da loro in persona...”

Samuele: “Siamo andati nel posto che ci avete indicato, il bosco è praticamente un cimitero, ma soprattutto
abbiamo trovato la villa. Fino all'ultimo credevamo fosse una leggenda, ormai erano ore che
camminavamo nel bosco senza trovare nulla, poi a un certo punto è come se ci fosse comparsa davanti
agli occhi.”
Gabriel: “C'era qualcuno? Avete trovato qualcosa?”
Damiano: “Non c'era nessuno, la villa era deserta. L'abbiamo visitata da cima a fondo e non abbiamo
trovato nessuno. Però abbiamo trovato questo...”

Il ragazzo aveva un pc portatile acceso sulla scrivania, muove il mouse e apre una cartellina con
all'interno delle fotografie.

Damiano: “Sembrano strumenti medici, ma sono vecchissimi, probabilmente hanno più di cento anni. Ma
la cosa più strana è che sembrano essere stati usati di recente...”

Gabriel: “Aspetta un attimo, torna indietro...cos'è quello? Riesci a zoomare?...”

Samuele: “Non ci avevo fatto caso, sembra una specie di foglio con degli appunti, dei disegni...scusate se
lo dico ma Frankenstein...”
Gabriel: “Appunto quello che mi preoccupa...Isaia, puoi venire un attimo con me?”

I due escono e si allontanano dallo studio fino ad arrivare a un piccolo cortiletto. Escono e si
mettono dietro a una colonna per riuscire ad avere una visuale completa dell'ingresso ed evitare di
farsi sentire.

Gabriel: “Se quello che penso è vero dobbiamo prepararci al peggio...”
Isaia: “Cosa c'è ora?”
Gabriel: “Ti ricordi la foto del padre di Muster?...Serventi era seduto proprio di fianco a loro,
esattamente come lo vediamo noi oggi...e quanti anni sono passati da quella fotografia? Muster era un
bambino...”
Isaia: “Dove vuoi arrivare?”
Gabriel: “L'idea me l'ha data quel ragazzo quando ha nominato Frankenstein...”
Isaia: “Scherzi vero?”
Gabriel: “Non sono mai stato più serio di così!”
Isaia: “Tu sei pazzo...”
Gabriel: “Ma pensaci!!! Serventi non invecchia da quel che sappiamo noi, rimane sempre lo stesso...ma
a quanto pare quando si fa male ha bisogno di qualche 'pezzo di ricambio'...e guarda caso in quella
villa sembra abitarci o ci abitava un medico e i ferri sono stati utilizzati di recente, ferri di oltre cento
anni fa...in contemporanea spariscono tre uomini in circostanze misteriose, casualmente nella stessa
zona della villa...un caso?”
Isaia: “Ok, mettiamo che tutto questo sia vero...mi sento un pazzo solo a pensarlo, ma facciamo che sia
così...che senso ha incidere le ossa con quei simboli?”
Gabriel: “Non lo so...è l'unica cosa che non riesco a capire..”

Alcune persone entrano nel cortiletto per passeggiare, i due non si sentono più al sicuro a parlare e si
allontanano.

Isaia: “Ne riparliamo...intanto io rimando quei due sul posto.”
Gabriel: “Non una parola su Serventi, vediamo cosa scoprono...”
Isaia: “Ti fidi così poco anche di me?...”
Gabriel: “Sai che mi fido di te.”

**

10 giorni dopo.

Dottore: “Signorina lei è ufficialemente dimessa.”
Claudia: “Grazie dottore.”
Dottore: “Mi raccomando però, riposo assoluto, niente sforzi e si rilassi il più possibile. E' ancora molto
debole e deve andarci cauta.”
Claudia: “Starò attenta”
Dottore: “Arrivederci allora...fuori di qui però si spera!”
Claudia: “Arrivederci”
Il medico si allontana lasciandola sola con Gabriel.
Gabriel: “Allora, pronta per andare nella tua nuova casa?”
Claudia: “Alla fine hai deciso di portarmi la comunque?”
Gabriel: “Proviamo a fidarci?”
Claudia: “Non credo sia cattiva e non credo che ci tradirà...”
Gabriel: “Se lo dici tu...”
Claudia: “Proviamo a fidarci.”
   
 
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