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Autore: Serpentina    29/04/2012    3 recensioni
Faith Irving è una giovane londinese non tanto normale dalla vita monotona con una grande passione per la musica e amici stravaganti. Tutto cambia quando conosce i fratelli Cartridge ed entra a far parte di una scalmanata band che movimenterà la sua vita più di quanto avrebbe potuto mai immaginare.
Dal capitolo 4:
"- Come sempre la tua sfiducia è commovente!- sospirò Brian, più divertito che offeso o preoccupato- E se invece portassi buone nuove?
- Tsk! Impossibile!- soffiò Faith, con le palpebre quasi completamente chiuse che davano al suo volto un che di serpentesco- Da quando ti ho conosciuto hai sempre fatto parte di eventi della mia vita che vanno dall’imbarazzante al deprimente, quindi…
- Dovresti essere meno diffidente, sai? Avere fiducia nel prossimo allunga la vita- asserì Brian inzuppando un biscotto nella cioccolata di Faith, che lo lasciò fare, limitandosi a fissarlo accigliata, per poi ribattere, perfida - Non se il prossimo sei tu!"
dal capitolo 7:
"Bramosa di vendetta ringhiò tra i denti e sibilò – Quale parte di “non toccare Puffy” non ti è chiara?
Brian, per niente intimidito dall'atteggiamento aggressivo della ragazza, sorrise e rispose tranquillamente – Ci annoiavamo! Tu eri di là con Abigail, ci avevi abbandonati ed... E' successo! Mi è praticamente saltato addosso, F, non ho potuto resistere! Mica è colpa mia se hai pupazzi maniaci omosessuali!
Faith, rossa dalla rabbia, gonfiò le guance e sbraitò – Puffy non è... E' una femmina, idiota!
Oh- esclamò Brian, palesemente divertito dall'ira della brunetta – Questo spiega molte cose- dopodichè, vedendo che Faith non smetteva di fissarlo con espressione truce prese il peluche e lo posò sul comodino, infine asserì serio – Puffy, sono stato bene con te, ma tra noi non può funzionare. Conserva il ricordo dei nostri momenti felici e... Addio-"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'United Kingdom of Faith'
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Ta- dah! Rieccomi qua! Ho impiegato un pò più del solito, ma meno del previsto, ad aggiustare questo capitolo, ho soltanto ritoccato lo stile, la storia l'ho lasciata esattamente com'era, a parte alcune new entries che spero piaceranno.

Grazie a chiunque leggerà e/o commenterà (sapere che ne pensate della storia mi aiuterà a migliorarla, perciò bando alla pigrizia, recensite!). Buona lettura!

 

Capitolo 5: Romance and cigarettes, fears and fists

 

Mancavano tre giorni alla festa più zuccherosa dell’anno, San Valentino, con somma costernazione di Faith, anti-romantica convinta, la quale, da quando aveva subito la prima delusione amorosa all’età di undici anni, lo definiva ‘la festa di ogni cretino che sogna di essere amato e invece resta a casa spaiato a ingozzarsi di gelato’.

Faith odiava quella ricorrenza non tanto per cinismo, quanto perché la trovava poco democratica e diseducativa, così come la festa delle donne: secondo lei il fatto che gli innamorati e le donne fossero categorie che non corrispondevano numericamente alla popolazione generale non significava che si dovesse trattarle da minoranze in via d’estinzione dedicando loro una festa, inoltre così facendo si dava un’ulteriore scusa ai maschi per trattare l'altro sesso da schifo il resto dell’anno ( tanto c’erano San Valentino e l’8 marzo per rimediare).

“Porca miseria, non possono sfogare i loro ormoni in privato?” pensò mentre schivava l’ennesimo paio di teenagers eccessivamente espansivi che pomiciavano davanti scuola: avrebbe preferito assistere a una decapitazione piuttosto che all’annuale sfilata delle coppiette in amore.

Come se l’atmosfera mielosa non fosse sufficiente ad alimentare l’ira di Faith, quell’anno si era messo in mezzo anche Ben Cartridge, reo di essere diventato il ragazzo di Abigail, la migliore amica di Faith, che la coinvolgeva ogni anno in una serata anti-valentino durante la quale mandavano a fanculo la festa (e la linea) mangiando gelato e godendosi film su single esuberanti dal carnet fornito di fauna maschile molto, molto, molto sexy, e dalla vita amorosa decisamente ‘claudesca’.

Faith, consapevole di essere rimasta sola, al pensiero di ingollare solitarie cucchiaiate di gelato seduta in poltrona, perchè non era il caso di stare da sola sul divano, l'avrebbe ulteriormente depressa, sospirò con aria triste e sibilò a denti stretti - Odio San Valentino!-.

Sebbene il suo atteggiamento potesse apparire egoista Faith fondamentalmente non lo era: non le dava fastidio che Abigail fosse felicemente fidanzata perchè lei non lo era, anzi, anche se non poteva soffrire quel ‘biondino insipido che la chiamava profana’ era sinceramente contenta per la sua amica; non l’avrebbe mai ammesso, ma Abigail e Ben formavano una bella coppia, e lui pareva seriamente affezionato a lei. Quello che la mandava in bestia era l’assoluta certezza che fino al 14 Abigail si sarebbe trasformata in una di quelle mentecatte che consideravano sprecato ogni minuto passato senza parlare di posti romantici, regali romantici, scenari romantici, e, soprattutto, del proprio romanticissimo ragazzo allo scopo di far deprimere chi ne era priva, come lei.

Per un attimo l’aveva persino sfiorata il pensiero di chiedere di uscire al primo che avesse incontrato per strada, della serie 'adesso esco e vado col primo che incontro', poi, fortunatamente, era giunta alla conclusione che avrebbe fatto meglio a conservare la dignità per qualche altra festa.

Si trascinò alle prove straordinarie della band con il morale a terra; la sua unica consolazione era che, grazie al cielo, la sera del 14 avevano un concerto, almeno parte della giornata non scolastica avrebbe avuto un senso!

Quando mise piede nel garage erano già tutti lì ad aspettarla: Brandon, Axel e Brian che spettegolavano come femmine, e Jack… Avvinghiato a una rossa che Faith non rammentava di aver mai visto prima.

Scandalizzata e furente Faith marciò verso di loro sbuffando, li separò con una violenza che stupì lei stessa, e sbraitò - Ma bravo! Complimenti, Casanova!- Jack tentò di replicare, invano – Prima ci fai una testa così sulla tua meravigliosa ragazza, Allison di qua, Allison di là, la prima di cui sia veramente innamorato, la donna della mia vita… E poi le tiri un colpo basso del genere?- Jack tentò una seconda volta di aprir bocca senza riuscirci, la parlantina di Faith era inarrestabile - La tua ragazza lo sa che nel tempo libero ti sbaciucchi con questa testa di carota? Immagino di no! Povera Allison, non la conosco ma dubito si meriti che le metta le corna!

- Oh, a questo si rimedia facilmente- riuscì finalmente a dire Jack, per poi aggiungere, alla vista dell’espressione perplessa comparsa sul volto di Faith - Faith, ti presento Allison. Ally, lei è Faith

- Oh, si, certo, come no! Sul serio ti aspetti che ci creda? Se fosse davvero Allison l’avrei vista al nostro primo concerto, non ti pare?

- Ehm.. Ecco.. Forse non mi hai riconosciuta perché al concerto non ci hanno presentate... E avevo i capelli lisci… E indossavo un cappello... E non si è vista molto la mia faccia, dato che ho passato quasi tutto il tempo a, ehm.. Beh, con Jack- mormorò la rossa scrollando le spalle

Faith, resasi conto che la “testa di carota” era veramente Allison balbettò - T-tu… T-tu s-sei... Oddio, che stupida! Scusascusascusa!- avvampando dalla vergogna, Allison ridacchiò, fece segno con la mano che non se l’era presa, infine, senza smettere di ridacchiare sotto i baffi (che non aveva.. Dettagli!), si rivolse a Jack e gli chiese - La donna della tua vita? Addirittura? Non ti sapevo tanto romantico!

- Nemmeno noi!- esclamarono in coro con voce sarcastica Brian, Axel e Brandon, lanciando tre identiche occhiate canzonatorie al povero Jack, che arrossì furiosamente e desiderò ardentemente sparire inghiottito nelle viscere della Terra - A quando la dichiarazione in grande stile? Faresti bene a sbrigarti a mettere l’anello al dito alla donna della tua vita, amico, ora che l’hai accalappiata!- dopodiché scoppiarono in una fragorosa risata collettiva, alla quale si unirono anche Faith e Allison, che pigolò - Spero non ti dispiaccia se mi fermo ad assistere alle prove… E’ l’unico modo che ho per stare con Jack, non lo vedrò fino a venerdì

- Certo che no- rispose Faith, sorridendole in segno di scuse- Anzi, avere pubblico fa sempre piacere! Avanti, voialtri, al lavoro!-

Allison sorrise contenta e, mentre gli altri sistemavano gli strumenti, e Jack che non si faceva scrupoli a baciare appassionatamente la sua ragazza al cospetto di altri, non perse tempo: la strinse a sé per farle una dichiarazione d'amore interamente non verbale.

”Cavolo, Dio li fa e poi li accoppia… Certo, questo assortimento in particolare è alquanto discutibile” pensò Faith sarcastica, guardandoli: Jack aveva la testa rasata, gli occhi costantemente celati dietro due lenti da sole, l’orecchino all’orecchio sinistro, indossava sempre t- shirt o camicie bianche o nere e seriosi pantaloni o jeans neri, mentre Allison, con la criniera pel di carota, gli occhi azzurri, le lentiggini, i pantaloni di velluto e la maglia patchwork, sembrava l’incarnazione dello stereotipo della cantante folk di un pub irlandese, senza contare che, a giudicare dalle apparenze, era sorridente e gentile, al contrario di Jack, che se non ti mandava a fanculo a metà conversazione dovevi considerarlo un complimento

- Ah, l’amore! Un mistero ineffabile del quale tutto ciò che sappiamo è che per noi è tutto!- disse Brandon con un entusiasmo, se possibile, maggiore del consueto

- Ha ingoiato una scatola di cioccolatini con tanto di bigliettini?- chiese Faith, preoccupata per la salute mentale del suo bassista

- No, è semplicemente affetto da “valentinite”: ha racimolato un appuntamento all’ultimo minuto- rispose Axel, i cui profondi occhi scuri, notò Faith con dispiacere, erano spenti, come due tunnel bui, privi della luce malandrina che li caratterizzava

- Dai Brand, non tenerci sulle spine, dicci tutto della tua nuova vittima!- esclamò Brian torcendosi le mani, come sua abitudine quando passava tante ore senza fumare

- Non è una vittima, idiota! Per chi mi hai preso, Jack the Ripper?- ribattè Brandon

- E' una puttana?- domandò Brian, aggrottando le sopracciglia

Brandon rimase di stucco, poi rispose - Ma quale puttana! Come ti salta in mente?

- Beh, hai nominato Jack the Ripper, e ho pensato...

- Pensa di meno, allora, non ti fa bene- sbottò Brandon, offeso, per poi aggiungere, in tono leggermente addolcito - Si chiama Daisy, sta nel mio corso… E’ molto carina… La vedrete al concerto, non c’è altro da aggiungere

- Una cosa si, invece, fondamentale: che misura porta di reggiseno?- chiese Brian accendendosi una sigaretta

- Non credo siano affari tuoi, Brian- replicò Brandon con sussiego

- Significa che ancora non la conosci... Beh, vedi di concludere qualcosa, l'occasione è propizia! Da esperto posso dirti che il segreto è essere gentili: mostrale il tuo lato tenero, se non ne hai uno inventalo, e vedrai che aprirà le gambe!

- Brian, sei disgustoso!- sputò Faith

- E tu una sfigata!- ribattè Brian- Ah, sfigatella, salutami la scatola di cioccolatini che ti terrà compagnia a San Valentino

- Meglio trangugiare cioccolatini che uscire con qualcuno che pensa solo alla mia misura di reggiseno!- sbraitò Faith, furibonda

- Rassegnati, piccola Heidi, è più facile che una capretta ti faccia ciao che non che trovi un uomo che quando incontra una che gli va a genio non pensi a come portarsela a letto il più in fretta possibile. I romantici sono solo quelli che sanno nasconderlo meglio temporeggiando e blaterando quelle frasi da idioti che tanto vi piacciono- rispose Brian- A proposito, tutto questo parlare di tette mi ha fatto sorgere una curiosità… Che taglia porti di reggiseno?

A quel punto Faith e Axel urlarono in contemporanea: - BRIAN, SEI UN MAIALE!- e - Brian è una cosa orribile da dire!-, rispettivamente, ma Brian non si scompose, anzi, il suo sorriso si allargò e disse - E’ orribile perché è vero! Ma non preoccuparti, amico mio, quando avrai studiato approfonditamente l'anatomia di miss nessuno senza interferenze di sorta la penserai esattamente come me!

- Non credo proprio- si girarono tutti: era stata Faith a parlare, e non finì lì- Sei talmente egocentrico da credere che tutti siano come te. Beh, non è così, tu non ne sarai capace, ma gli altri esseri umani provano sentimenti, oltre che sensazioni

- Faith, fa un favore all'umanità- rispose Brian- Smettila di sparare stronzate

Faith lo fulminò con lo sguardo, poi decise che aveva perso anche troppo tempo dietro a Brian e ai suoi capricci: Axel aveva bisogno di lei, e lei non negava mai il suo aiuto a un amico.

Per scoprire il motivo dell’infinita tristezza di Axel, però, Faith dovette aspettare la fine della sessione di prove, perché, non appena gli si era avvicinata, Brian, per qualche oscura ragione, li aveva richiamati all’ordine, impedendole di parlargli.

Attese che Brian fosse fuori portata d’orecchi e chiese ad Axel, sedendoglisi accanto - Sei triste, Ax, come mai?

- No, non sono triste

- Si che lo sei. Sei triste e pure bugiardo, se ti ostini a mentire a ME. E' vero, spesso sono scontrosa e indelicata, e non siamo amici da tanto, ma almeno riconoscimi una sfera emotiva più ampia di quella di Brian, cazzo!

Axel stiracchiò le labbra in quello che avrebbe dovuto essere un sorriso, e disse - La questione è alla portata anche di una sfera emotiva come quella di Brian: la mia.. Insomma, quella con cui... 'Miss nessuno', ecco, mi aveva promesso che avremmo passato San Valentino insieme, poi, al 'terzultimo minuto'... Ha preferito quello zotico del suo fidanzato a me. Che vuoi farci? C’est la vie!

Faith gli rivolse un sorriso mesto: anche se la cotta per lui era ormai morta e sepolta Axel era comunque suo amico, gli voleva bene, e vederlo soffrire le dispiaceva, perciò gli accarezzò un braccio con fare consolatorio e disse - Non prendertela, quella vacca decerebrata non merita che sprechi tempo a pensare a lei, e poi si tratta soltanto di una sera, non dare tutta questa importanza a una stupida cazzata di festa messa in piedi per far buttare soldi agli accoppiati e disperare i single!

Brian, comparso all'improvviso, asserì sprezzante - Lo dici soltanto perché non hai trovato nessuno abbastanza sfigato da uscire con te, Faith. Quanto a te, Ax, non capisco come possa tollerare di fare ancora una volta la figura dello zerbino: scusa, tu e questa miss nessuno state insieme? NO! Allora perchè cazzo ti dai tanta pena per lei? Vuole stare con il suo fidanzato? Bene, benissimo, trovati un'altra con cui uscire e, magari, se non è chiedere troppo alla tua ferrea moralità, scopare, in modo da far ingelosire la tua amata, che capirà di che pasta è fatto Axel Hawthorne! Non dovrebbe essere tanto difficile raccattare uno straccio di ragazza sotto San Valentino, quando, si sa, le donne sono così disperate che uscirebbero con chiunque pur di far veder che non sono tristi e sole come un gambo di sedano!

Faith lo guardò malissimo, e la sua mano istintivamente si chiuse a pugno; respirò profondamente per impedirsi di colpire Brian, raccattò frettolosamente la sua roba, salutò velocemente e se ne andò.

Stava camminando verso la stazione quando sentì che qualcuno la stava seguendo, allora infilò il tirapugni, regalo dei ragazzi della band, e rallentò il passo finchè il qualcuno in questione non la raggiunse. Il misterioso qualcuno era Brian.

Rivoltagli l'occhiata più assassina del suo repertorio gli chiese - Mi stai seguendo?

- No. Devo incontrare una persona in un pub vicino alla stazione, ecco tutto - rispose lui con semplicità, per poi accendersi una sigaretta

- Bene - sbottò Faith - Perché tu che mi segui sarebbe stata la ciliegina sulla torta di una giornata di merda

- Ti sei sconvolta tanto solamente perchè ti ho messa di fronte a una verità scomoda? Andiamo, Faith, non mi dirai che ti illudi che le tette non contino!- Faith sbuffò e gli tirò un pugno, che non impedì a Brian di continuare col suo monologo (dopo essersi acceso un'altra sigaretta, naturalmente, visto che quella di prima era caduta a terra) - Contano, contano eccome. Non sto dicendo che è giusto o sbagliato, sto dicendo che è così che funziona il nostro cervello: come una macchina che va a testosterone, e non è nascondendo la tua femminilità dietro maxi t-shirt e pugni che cambieranno le cose!

- Io non... Vaffanculo!- abbaiò Faith, punta sul vivo

- Quello che voglio dire è che...- esordì Brian, per poi bloccarsi, ponderando bene le parole da usare mentre espirava fumo grigiastro dalla bocca - Non nego che l'amore esista, ma è qualcosa che viene dopo, e, soprattutto, non aspettarti che nasca da uno sguardo, o un bacio dato sotto la pioggia, o al parco, o chissà dove... E' l'eventuale evoluzione dell'attrazione fisica, senza quella non può esistere, ergo, fossi in te, comincerei a tirare fuori la tua... Ehm.. Prorompente fisicità

- Mi stai dicendo che secondo te per trovare qualcuno che mi voglia devo fargli vedere le tette e per capire se sono innamorata di lui devo scoparmelo?- esclamò Faith, incredula - Sei più disgustoso di quanto pensassi, il che, credimi, è tutto dire!

- Umpf! Perchè travisi tutto ciò che dico?- sbottò Brian, offeso - E' un discorso più complesso!... Come spiegartelo... Gli uccelli, di, ehm, qualunque genere...

- Uccelli di...? Qualcuno mi uccida, per favore - gnaulò Faith, esasperata

- Sono fatti per, ehm, volare, no?- proseguì lui, ignorandola - Andare in giro... Di, uhm, fiore in fiore, diciamo così... L'unico modo per trattenerli a lungo nello stesso posto è.. Si, insomma... Metterli in gabbia. E quale gabbia migliore di..

- Per il bene della mia salute psichica non finire la frase, ti prego!- ruggì Faith, coprendosi le orecchie con le mani

- Non offenderti, ma devo chiedertelo: che motivo hai per tenertela così stretta? E' forse d'oro?- sibilò perfidamente Brian, facendo arrossire la povera Faith

- Per quanto ne sai potrebbe benissimo esserlo... Non l'hai mai vista!- rispose lei, sconvolgendo Brian a tal punto che gli cadde di bocca la sigaretta.

Ripresosi dallo shock Brian sbuffò e asserì - Dovresti prendere la vita meno sul serio, te la goderesti di più. Tutta questa serietà alla tua età... Non è normale

Faith sbuffò e replicò - La normalità la lascio agli idioti. Quanto al resto, ti pregherei di farti i cazzi tuoi, la darò a chi dico io quando lo dirò io, è chiaro?

- Accetta un consiglio: non sei una bellezza mozzafiato, e con il passare del tempo la situazione non farà che peggiorare. Se vuoi trovarti un ragazzo mollala, è l'unica attrattiva che hai- asserì Brian, accendendosi l'ennesima sigaretta

- Grazie, ma il tuo fottutissimo consiglio puoi ficcartelo su per tutti i buchi del tuo corpo: ho 18 anni, non mi sveglierò domattina rugosa come una mela cotta. Inoltre, sebbene non sia quella che quando passa fa venire il torcicollo a tutti gli esseri dotati di pene in cui si imbatte, ho altre doti, oltre ai miei genitali dorati, e rispetto per me stessa, e mi illudo che tra fare sesso e fare l'amore ci sia differenza, e non sarà uno stronzo come te a disilludermi!

Brian sbuffò, riempiendo l’aria di fumo, e disse - Povera, innocente verginella: mi fai così pena che non ho manco cuore di riderti in faccia!

- Sei un maledettissimo bastardo, Brian Cartridge, e maledico il giorno che ti ho incontrato!

- Io invece sono felice di averti incontrata...- replicò Brian, stupendo Faith, che lo fissò a bocca aperta... Finché non terminò la frase - Non si incontra tutti i giorni una diciottenne vergine, l'età media di debutto sessuale in questo Paese è 13-14 anni, sei... Una creatura mitologica!

- Ripeto: maledico il giorno che ti ho incontrato. Ci vediamo domani alle prove- concluse Faith, per poi dirigersi al binario.

Salita sul treno scelse il vagone più deserto e il posto più lontano da occhi indiscreti: le parole di Brian l'avevano ferita, e avevano riaperto vecchie ferite mal rimarginate, per cui sentiva che da un momento all'altro sarebbe scoppiata a piangere come una fontana, e non voleva essere vista.

Per quanto, però, i suoi occhi fossero gonfi e le ghiandole lacrimali sul punto di scoppiare le lacrime non vennero, ma Faith, invece che sollevata, si sentì uno schifo, poggiò la testa contro il finestrino e pensò: “Non riesco nemmeno a piangere. Sono un mostro. Non sono normale. Sono un mostro”.

Solamente la voce metallica dello speaker che annunciava l'arrivo alla stazione di King's Cross la distolse da quei pensieri.

Mrs. Irving, dotata di quel peculiare intuito tipico di molte madri, comprese che qualcosa non andava non appena Faith la salutò con un “ciao, mamma” e un sorriso più glaciali dell'Antartide d'inverno; senza porre domande, da donna discreta e rispettosa dell'altrui privacy quale era, rivolse a Faith un sorriso materno e la strinse in un abbraccio di quelli che solo le mamme sanno dare quando i figli, anche cresciuti, hanno bisogno di essere rassicurati, un abbraccio di quelli capaci di far dissolvere tristezza e paure come d'incanto.

Faith stava cullandosi in quel meraviglioso limbo di protezione, dove nessun Brian Cartridge poteva farle del male, quando squillò il telefono; seccata, Faith riacquistò la solita grinta e rispose - Pronto? Abby, che diamine vuoi?

- E’ una tragedia, F, una tragedia. Ben...- piagnucolò l'amica all'altro capo del telefono

- Ti ha lasciata?- chiese Faith, sperando che Abby non notasse il suo tono di voce, ben poco dispiaciuto per la notizia

- No, peggio- piagnucolò l'altra

- Lo hai beccato con un’altra? Brutto stronzo fedifrago, io lo…

- No, molto peggio

- E’ finocchio? Checca maledetta, io lo..

- Non. E'. Gay- sillabò Abigail, risentita

- Oh... E’ finito all’ospedale?

- No

- Ha una malattia incurabile?

- No

- Prima era una donna?

- No

- Deve trasferirsi in Patagonia?

- No

- ALLORA COSA?- abbaiò Faith, esasperata

- Eravamo a casa sua, io e lui da soli…- cominciò a raccontare Abigail, prontamente interrotta da Faith, che sbraitò - Ti ha pressata per fare sesso? Ha messo le mani dove non doveva? Brutto stronzo maniaco, io lo..

- MI FAI PARLARE, PORCA DI UNA MISERIACCIA INFAME?- urlò Abigail - Niente di tutto ciò… E' successo che... Oddio, che vergogna, che figura!

- Si può sapere che cazzo è successo?- sbottò Faith, giunta al limite di sopportazione - Stai facendo un casino assurdo, manco avessi fatto saltare in aria il palazzo del Parlamento!... Per inciso, non provarci, una Bonfire Night basta e avanza!

- Ecco... Oh, cielo, è così imbarazzante... Stavamo, ehm, coccolandoci... Niente di sessuale, eh, sai che non... Però eravamo in... Ehm, una... Una posa... Equivoca, ecco... E, dal nulla, all'improvviso, chi ti arriva? I suoi genitori!

- Vi siete fatti beccare da Lord Presuntuoso Senior e signora a pomiciare sul divano? Ma allora è un vizio! Siete due esibizionisti!- esclamò Faith, la quale, non avendo colto l'angoscia dell'amica, la buttò sul ridere

- Faith, cerco conforto, non dileggio. E’ una tragedia!- piagnucolò Abigail, per poi blaterare frasi senza senso su Ben che l'avrebbe lasciata, sobillato da sua madre che l'avrebbe considerata una poco di buono, indegna di frequentare suo figlio

- Ok, Ab, calmati, fai un bel respiro... Magari due... Altrimenti finisce che iperventili e vai in fibrillazione, e Axel è troppo lontano per intervenire!- esclamò Faith in tono spiccio.

Non riusciva proprio a comprendere le seghe mentali dell'amica: l'avevano beccata in pieno pomicio, e allora? Questo non bastava certo a qualificarla come troia alla Claude! Ok, forse farsi sorprendere a sbaciucchiarsi non era l'optimum per entrare nelle grazie dei genitori del proprio ragazzo, ma se questi erano dotati di un minimo di senso critico sarebbero giunti alla conclusione che era normale, a diciotto anni, slinguazzare a destra e a manca, probabilmente anche loro lo avevano fatto, e al successivo incontro ci avrebbero riso su per stemperare l'imbarazzo. Secondo lei come l'avevano concepito Ben i signori Cartridge? Guardando i cartoni animati? Oddio, vista la sua ‘nipponofilia’ forse un anime di sottofondo, magari di quelli per adulti, ci poteva anche stare, ma comunque avevano fatto l'amore, sesso, si erano accoppiati, avevano scopato, ci avevano dato dentro, si erano dati da fare, avevano fatto esplodere i fuochi d'artificio, o come altro dir si voglia, come tutti gli esseri umani!

Abigail, schiaritasi rumorosamente la voce per riportare sulla Terra Faith, domandò - Che c’entra Axel?... Aspetta, Axel è quello che suona la batteria, giusto? Quello inquietante con il piercing al sopracciglio?

- Si, è il batterista... E non è inquietante!- strillò Faith con voce innaturalmente acuta: potevano toccarle tutto... Quasi tutto, ma non Axel! Una volta ripresasi dall'attimo di rabbia, aggiunse - E comunque, anche se può non sembrare, studia Medicina!

- Non sarà mai il mio medico, sappilo!- rispose Abigail

- Perché? Io lo trovo molto..

- Sexy?- tentò Abigail

- Stavo per dire rassicurante, ma, ora che me lo fai notare, sexy rende meglio l'idea- asserì Faith

- Eheh. Ti conosco, F, è dal concerto che ho intuito che ti piace!- trillò Abigail in un tono che lasciava trasparire un notevole compiacimento

- E' vero, lo confesso: Ax è bono e fino a poco tempo fa mi piacicchiava, ma adesso siamo solo amici

- Ah.. Ok... Ora condividi la mia angoscia!- latrò disperata Abigail

- Impossibile, Abbyna cara, perchè non c'è ragione di angosciarsi: non è successo nulla di irreparabile- rispose l'altra - Al prossimo incontro farai una battuta sull'accaduto e finirà lì, piantala di fare tanto rumore per nulla, non vi hanno mica sorpresi a mettere in cantiere un nipotino!

- Sai che non l'avrei mai fatto!- esclamò Abigail, scandalizzata- Faith, sicuro che non mi odiano? Ci tengo tanto a Ben, e mi piacerebbe fare una bella impressione sui suoi genitori

- Tranquilla, se suo padre somiglia a Brian e ti ha visto il culo hai sicuramente fatto colpo!- rispose Faith ridacchiando

- FAITH! SMETTILA IMMEDIATAMENTE O E' LA VOLTA BUONA CHE TI FACCIO FUORI!- ruggì Abigail, fuori di sé, facendo sbellicare dalle risate l'amica, che si piegò in due dal ridere, e non smise neanche alle altre minacciose minacce di morte che l'altra le rivolse

- Eddai, Abby, stavo scherzando!

- Lo spero per te, o ne pagherai le conseguenze... No, vabbè, dai, non posso essere tanto cattiva adesso, ti punirò dopo San Valentino. Ah, non ti ho detto che Ben mi ha detto che ha organizzato un programmino speciale solo per noi... Prima del concerto, ovvio, non ci perderemmo mai un'esibizione degli Aluminia! Il nostro primo San Valentino insieme, ci pensi? DEVE essere in-di-men-ti-ca-bi-le!

”Lo sapevo che prima o poi avrebbe attaccato con la tiritera di San Valentino! Che palle! Voglio un uomo usa e getta, voglio seguire il consiglio di Brian!” pensò tristemente Faith, che mormorò qualcosa che somigliava a “buon per te”, augurò la buonanotte ad Abigail e riattaccò.

Faith non fece in tempo ad andare in camera sua che il cellulare squillò una seconda volta. “E' Axel”, notò, leggendo l'identità del chiamante sul display, “cosa vorrà a quest'ora?”, accettò la chiamata e rispose - Pronto?

- Ciao, Capitan F! Che combini?

- Axel? Sei tu?- chiese Faith, sorpresa

- In carne.. Cioè, voce e… Si!- rispose lui

- A cosa devo la telefonata? E’ successo qualcosa?- domandò Faith

- No, no, è tutto a posto... Non stavi cenando, vero?

- No, sono tornata da poco. Tu che fai?

- Niente di che, riposo un po' prima di mettermi a studiare... Ti supplico: niente predica alla Brian, lo so che esagero, ma manca pochissimo all'esame e..

- Ax, vuoi darti una calmata, per piacere?- sbraitò Faith - Non sono Brian, non ho il vizio di giudicare tutto e tutti dall'alto del mio piedistallo! Mi riguarda, invece, il motivo della tua chiamata, perciò, se potessi farmi il favore di dirmelo...

- Ecco, vedi, pensavo... Si, insomma, di... Ecco.. Seguire il consiglio di Brian, e...

- Alt, stop, frena - lo interruppe Faith - Non so cosa Brian ti abbia detto riguardo il mio bisogno di mollarla, ma ti assicuro che non è vera neanche una parola, non te la darò così, tanto per aiutarti a far ingelosire la tua miss nessuno!

- Di che diavolo stai parlando? Non ho intenzione di... Ho ammesso di voler seguire il consiglio di Brian, ma solo la prima parte, te lo giuro! Usciremo insieme e basta... Sempre che tu sia d'accordo, ovviamente...

Faith, dandosi della deficiente per la figura di merda appena fatta, spinta dal senso di colpa per aver trattato male Axel, acconsentì ad uscire con lui prima del concerto, naturalmente come amici, gli augurò una buona serata e riattaccò, soddisfatta: aveva il suo uomo usa e getta, adesso! Avrebbe tenuto all'oscuro di tutto le sue amiche, però, moriva dalla voglia di godersi le espressioni che sarebbero comparse sui loro volti quando l'avrebbero vista in compagnia di Axel.

Il 12/02 mattina, seduto sulle scale della Elizabeth I School Ben Cartridge fumava in compagnia del suo amico Kyle Riley, al quale, nelle pause tra un tiro e l'altro, descrisse nei minimi dettagli i progetti romantici per il giorno di San Valentino.

Terminata la minuziosa cronaca, chiese - Che ne pensi? Se fossi una ragazza lo considereresti il programma della serata perfetta?

- Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, prima o poi- sospirò Kyle in risposta

Ben gli rivolse un'occhiata perplessa ed esalò - Non posso crederci: Abby non è la mia prima ragazza, e non ho nemmeno l'ansia da prestazione, tanto so che non dovrò farci sesso a fine serata, figurati se, castigata com'è, me la darebbe mai dopo neanche due mesi insieme, eppure mi sento nervoso all'idea di uscire con lei.... Davvero, sono più teso di cavo dell'alta tensione! Sono ossessionato dal timore di deluderla: è il nostro primo San Valentino, DEVE essere in-di-men-ti-ca-bi-le!

- Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, prima o poi- ripeté Kyle, agitando una mano per allontanare da sé la nuvoletta di fumo emessa dalla sigaretta di Ben

- Che giorno?

- Il giorno in cui ti saresti rincoglionito per amore. Spero che questa Abby sia carina, almeno- soffiò Kyle

- Carina? E' bellissima, Kyle!... Dico sul serio!- esclamò Ben, la cui espressione, in seguito alle malcelate risatine dell'amico, era passata dal sognante all'irritato

- Si, si, come no... Tanto non batterà mai le mie gemelle... Loro me la danno!- ribattè Kyle, e Ben, scrollate le spalle, finì la sigaretta, dopodiché ne accese un'altra.

Intanto, sul sedile anteriore di un'automobile parcheggiata poco lontano dalla scuola un ragazzo coetaneo di Ben stava sorbendosi, senza però ascoltarle, le raccomandazioni di sua madre. Per la gioia del suddetto ragazzo la madre, quel giorno, non si limitò ai quotidiani “fa il bravo” e “mi raccomando, segui in classe così faticherai meno a casa”, ma, terminato il repertorio consueto, aggiunse - A proposito, cambio di programma: dopodomani tuo fratello andrà alla festa di compleanno di una sua... Beh, diciamo... ‘Amichetta del cuore’, perciò hai la serata libera per poterti dare alla pazza gioia, contento?

L'interessato scrollò le spalle con aria indifferente, mentre suo fratello minore, di tredici anni, seduto dietro di lui, incrociò le braccia e protestò- ‘Amichetta del cuore’? Mamma, quanti anni credi che abbia, cinque? E' la mia RAGAZZA quella che dà la festa!

- V- Vyv, t-tu... N- Non p-puoi già... Hai soltanto tredici anni!- balbettò la madre, sotto shock

- Vyvyan, porta rispetto a nostra madre quando le parli, la tua inutile vita la devi a lei- sbottò il maggiore- Tra l'altro ha perfettamente ragione: hai tredici anni, non sei un po' troppo giovane per avere una ragazza?

- E tu non sei un po' troppo vecchio per non averla?- ribattè Vyvyan, facendo ridacchiare suo fratello, che esalò - Touchè- scompigliandogli amorevolmente i capelli, e, augurata una buona giornata alla madre, scappò a scuola.

Non appena scorse Ben, circondato da un alone di fumo, come al solito, e Kyle, avanzò verso di loro,venendo agguantato dall'amico, che esclamò - Kalimera, Riccioli d'oro... O preferisci Apollo?

- Preferisco Cyril- rispose l'altro, sbuffando, passandosi una mano nei ricci biondi perfettamente inanellati che non avrebbero sfigurato nella pubblicità di un balsamo e che, non a caso, gli erano valsi il soprannome di 'Riccioli d'oro'.

- Nah, Cyril è troppo comune- replicò Kyle, e Cyril sbuffò

Ben, per appagare la propria curiosità, e stroncare sul nascere la discussione tra i due, chiese a Cyril - Come mai Drew non è con te?

- Mi ha chiamato ieri per dirmi che sarebbe venuto con Pru- rispose l'altro laconicamente, attorcigliandosi un riccio intorno al dito

- Pru? Prudence Dobson? Non posso crederci!- esclamò sconcertato Ben

- Neanche io!- intervenne Kyle- Che razza di nome è Prudence?

Ben alzò gli occhi al cielo e si spiegò - Intendevo dire che non posso credere che Drew esca con Pru!

- Oh! Oh... Quello nemmeno io, però anche il nome.. Che razza di nome è Prudence?

- Non lo so, ma credo sia l'ultimo dei problemi di Drew- asserì Cyril prendendo posto accanto a Ben - Ok avere qualcuno per scaldare il letto, ma sarà il caso che non si faccia fare un pompino da quella lì, con i dentoni da castoro che si ritrova rischierebbe di staccarglielo a morsi!

I tre risero della battuta e Kyle esclamò - Grande, Cy! Avevo pensato la stessa cosa, però non ho avuto il coraggio di dirla, mi sembrava troppo crudele! Dammi un cinque alla tua perfidia!- Cyril ridacchiò e batté il cinque a Kyle, che gli chiese - E tu, Riccioli d'oro? Da chi ti farai scaldare il letto?

- Nessuno- rispose Cyril, quindi aggiunse, per non sminuire la propria virilità - Non che non me l'abbiano chiesto, eh, figuriamoci, però fino a stamattina sapevo di dover fare da baby-sitter a mio fratello, per cui ho rifiutato tutti gli inviti

- Se ora sei libero hai ancora tempo per racimolare una piacevole compagnia da sfoggiare come un trofeo- osservò Kyle - Hai già qualcuna in mente?- domandò poi, fissando Cyril con un'espressione che a quest'ultimo non piacque affatto.

- Beh... Ecco.. Io.. Pensavo..- balbettò lui, passandosi una mano tra i capelli per darsi coraggio - Che... Forse... Potrei... ChiederediuscireconmeaSam- concluse talmente veloce che Ben e Kyle dovettero chiedergli di ripetere perchè non avevano capito. Cyril fece un respiro profondo e ripeté, stavolta a velocità normale - Ho detto che, forse, potrei chiedere di uscire con me a Sam

Sam, al secolo Samantha Weston, era la ragazza più bella e ambita della scuola, come fece notare Kyle, il quale, cingendo le spalle di Cyril con un braccio, asserì - E così ti piacerebbe un 'tette- a- tette' con Sammy... Non posso darti torto, Riccioli d'oro, è veramente sexy!... Solo mi sorge un dubbio: se vuoi uscirci, perchè cazzo non glielo hai chiesto?

- Perchè.. Beh- boccheggiò Cyril, che stava tingendosi di un'adorabile rosso ciliegia - Perchè sanno tutti che sbava dietro a Mr. Codino!- sbottò puntando l'indice contro Ben, il quale, per la gioia di Abigail, si era fatto crescere i capelli, che adesso teneva legati un codino.

Kyle sbuffò e rispose - Vero, però questo non le ha impedito di darla a mezza scuola, compreso il sottoscritto, quindi perchè non dovrebbe darla a te? Non ti manca niente!... Almeno.. Nelle parti dove batte il sole!

Cyril assunse un'intensa colorazione violacea, ma poi si disse che l'amico aveva ragione, si alzò, e dichiarò solennemente che avrebbe parlato con Sam non appena l'avesse incontrata; Ben e Kyle batterono le mani, poi quest'ultimo disse - Ti conosco, vecchio mio, sei troppo timido per riuscire in questa impresa senza un aiuto.. Non preoccuparti, Cristiano, sarò il tuo fido Cyrano. Sam non sospetterà nulla: mi apposterò vicino a voi fingendo di leggere...

- Kyle Riley che legge di sua spontanea volontà un libro non scolastico? Questo si che è poco sospetto!- lo interruppe Cyril fulminandolo con lo sguardo, Kyle sbuffò e replicò - Fottiti, allora... Tanto mi sa che , di questo passo, non potrai fare altro!

Contrariamente alle previsioni di Kyle, Cyril ebbe un colpo di fortuna: Samantha arrivò poco dopo, li salutò con fare da gran diva, e stava dirigendosi in classe quando Cyril, raccolto tutto il coraggio a sua disposizione, la chiamò, invitandola a fermarsi; la ragazza si voltò e chiese - Cosa vuoi dirmi, Cyril?-

- I-Io... Ecco, io...

- Si? Qualunque cosa per uno con dei capelli tanto perfetti! Non è che mi sveleresti il tuo segreto? No, perchè i miei sono naturalmente mossi, ma anche con il ferro arricciante non vengono mai belli boccolosi e inanellati come i tuoi!- squittì Samantha, agitando la sua lunga chioma castana spruzzata di colpi di sole

- I-Io... Ehm...- “No, fatemi capire, di tutto questo bendiddio le interessano i capelli? Fa niente, in fondo anche a me di lei interessano solamente due parti del corpo.. Dai, puoi farcela... Non vorrai dare soddisfazione a Riley!” - Volevo chiederti se non hai impegni per il 14, dopodomani- esalò Cyril tutto d'un fiato

- Oh, accidenti, ce li ho eccome!- trillò la ragazza, dopodiché estrasse dalla borsa un'agenda, la sfogliò, si grattò una guancia con fare pensoso e aggiunse - Ma non posso dirti di no, non resisto ai tuoi ricci perfetti e al tuo fascino efebico

“Efebico IO? Ha una minima idea del significato di questa parola?” pensò Cyril con acrimonia, digrignando i denti nello sforzo di trattenersi dall'offendere Samantha come il suo cervello superiore gli stava suggerendo di fare

- Senti- aggiunse la ragazza, che non aveva notato la reazione dell'altro - Se proprio non puoi rimandare al 15 ho un buco tra le 4 e le 4:15 p.m, altrimenti, se sei uno che dura tanto, dovrai attendere la fine dei turni, alle 11p.m... Dipende anche da quando hai casa libera, perchè in macchina o in altri posti da puttana non se ne parla!

- C-Che c-cosa?- balbettò Cyril allibito, e anche leggermente offeso per essere stato definito efebico.

- Non penserai di essere l'unico a voler venire a letto con me!- squittì Samantha, arrabbiata - C'è letteralmente la fila, così per non scontentare nessuno mi sono organizzata in turni di quindici minuti ciascuno... Tanto Ben ormai è andato, sta con quella sottospecie di suora laica...- aggiunse, mesta

Cyril, il cui orgoglio superava di gran lunga l'attrazione che provava nei confronti di Samantha, rispose, senza sforzarsi di nascondere la delusione - Sai che ti dico, Sam? Lascia perdere- infine, emesso uno sbuffo contrariato, andò in classe, dove Kyle e Ben, prima, e Drew, poi, lo tormentarono rinfacciandogli l'impulsività del suo agire.

Sinceramente triste per la cocente delusione subita dall'amico Ben accolse con favore l'appello di Abigail di racimolare un qualsiasi essere umano di sesso maschile da appioppare a Faith per il 14. Conscio che Cyril, orgoglioso com'era, non avrebbe mai accettato un appuntamento al buio, fu costretto a mentirgli. Lo avvicinò nel cambio dell'ora e gli disse - Cy, ti andrebbe di venire a un concerto, dopodomani? La band è strepitosa, credo potrebbe piacerti, e tu sei di gusti difficili… E poi chissà, potresti conoscere qualcuno di interessante...

Cyril, che non era stupido, avendo notato che la proposta era partita dopo che Ben aveva ricevuto un sms, fece due più due e rispose - Non offendere la mia intelligenza. Lei chi è?

Ben dapprima boccheggiò, esalando che si stava sbagliando, che non aveva secondi fini, poi, però, quando l'amico lo obbligò a guardarlo dritto negli occhi, vacillò e crollò - Un'amica di Abby. Scusami, non volevo mentirti, ma era l'unico modo per non farti rifiutare a priori

- Grazie, Ben, ma non ho bisogno della campagna umanitaria della tua nuova fiamma per non passare da solo San Valentino... Che poi chi se ne strafrega di quella cazzo di ricorrenza, per me è soltanto ‘la festa di ogni cretino che spera di essere amato e invece resta a casa spaiato a ingozzarsi di gelato’!

- E' che... Non lo so, mi sento... In colpa.

- In colpa per cosa? Ben, per l'amor del cielo, non puoi addossarti tutte le colpe di questo mondo. Se avessi voluto avrei potuto passare un quarto d'ora di fuoco con Sam, ma ho preferito conservare la mia dignità, è stata una mia decisione- sbraitò Cyril, irritato dall'atteggiamento vittimista di Ben

- Ok.- si arrese l'altro- Dirò ad Abby che non se ne fa nulla, ma non le piacerà: Faith è la sua migliore amica, ci teneva tanto a..

Faith? Sarà mica Faith Irving? Si, deve essere per forza lei, non è un nome molto comune.. Certo che il mondo è piccolo. Chissà come sarà cambiata in questi cinque anni la balenottera..” pensò Cyril, la cui mente vagò tra i ricordi fino a quello dell'ultima volta che aveva visto Faith:

Erano usciti i risultati degli esami finali delle medie, e stava crogiolandosi nella dolce consapevolezza che fino a settembre non avrebbe dovuto aprire libro, ma soprattutto che i suoi genitori lo avrebbero viziato da morire come premio per la sua sua impeccabile pagella.

Si era seduto su un gradino in attesa che sua madre finisse di chiacchierare con la madre di un suo compagno di classe quando ecco arrivare Faith, trafelata e ancor più terribilmente simile del solito alla reduce di un disastro aereo: ciocche brune sfuggivano dal cerchietto, il sudore e la fatica della corsa le aveva reso la pelle arrossata e lucida, i brufoli più evidenti e appiccicato i capelli alla faccia, e gli abiti che indossava erano talmente fuori moda da non sfigurare in un museo.

Incapace di starle lontano le si era avvicinato e le aveva detto, storcendo il naso- Irving, non ci sono specchi in casa tua?

- Ho corso, idiota, prima ero a posto- aveva risposto lei

Risentito per essere stato chiamato idiota, aveva replicato caustico- A che ti è servito correre a scuola a vedere con che voti sei passata? Lo sapevano pure i sassi che avresti preso il massimo in tutte le materie, non c'era bisogno che ti scomodassi!

- Potrei dire lo stesso di te. E ora lasciami in pace!- gli aveva ringhiato contro Faith con le mani sui fianchi e le palpebre quasi completamente chiuse, facendolo ridacchiare, e commentare su quanto poco le donasse quell'espressione rabbiosa, il che, con suo grande divertimento, aveva reso Faith ancor più furente.

Improvvisamente aveva sentito sua madre che lo chiamava, le aveva risposto che sarebbe arrivato subito, si era voltato verso Faith e le aveva sibilato- Irving, dato che probabilmente non ci vedremo più lascia che ti dica cosa penso davvero di te: saresti una persona piacevole se non ti comportassi da stupida ragazzina immatura che si crogiola nelle sue insicurezze. Per l'amor del cielo, cresci!- dopodiché aveva raggiunto sua madre, senza vedere le lacrime che avevano solcato il viso di Faith, che da quel giorno non avrebbe pianto più per anni.”

- Cy, stai bene?- gli chiese Ben, distogliendolo dai suoi pensieri

- Si, Ben, non preoccuparti, stavo solamente riflettendo- rispose lui, si schiarì la voce e disse - Ho cambiato idea: sei stato molto gentile a pensare a me come accompagnatore per l'amica di Abby, sarei tremendamente scortese a rifiutare... Sarò lieto di uscire con questa Faith

- Oh... Ok. Bene. A- Avverto Abby. C-Ci vediamo a mensa- balbettò Ben, incredulo di cotanta fortuna, prima di andare in classe saltellando... Aveva raccattato un appuntamento per Faith! Abigail non lo avrebbe scuoiato vivo e, chissà, con un pizzico di fortuna extra magari gli avrebbe persino permesso di infilare le mani sotto il vestito!

Quando lesse l'sms di Ben Abigail per poco non svenne. Felice come una pasqua bisbigliò all'orecchio di Faith - Pss! Faith! Cosa risponderesti se ti dicessi che ti ho trovato qualcuno con cui uscire dopodomani?

“CHE COSA? MA IO HO GIA' DETTO DI SI AD AXEL! Stupida sfiga: quando niente e quando troppo!” - Ti risponderei che..- “Che cosa? Che cazzo le rispondo? Dovrei dirle di Axel?...No. Non devo dirle di Axel, ho una scusa migliore” - Sei stata davvero gentile a preoccuparti tanto per me, ma sono costretta a declinare l'invito, venerdì ho il concerto, se ben ricordi, non posso tener compagnia a questo tizio- rispose Faith senza staccare gli occhi dalla lavagna

-No problem- sussurrò Abigail in tono pratico - Dirò all'amico di Ben di venire al Mìchiko al concerto, vi incontrerete dopo

“Cazzo, mi ha fregata!... Oh beh, due è meglio di uno, no? E poi con Ax usciamo da amici, con quest'altro...” - Allora va bene... Spero solo che il mio appuntamento al buio non scappi dopo avermi ascoltata cantare! Posso almeno sapere il suo nome?- bisbigliò

- Un attimo, lo chiedo a Ben, tanto adesso ha Storia dell'arte, può tranquillamente messaggiare- rispose Abigail, per poi aggiungere, non appena ebbe notizie da Ben - Si chiama Cyril Wollestonecraft

Quelle due parole ebbero su Faith un effetto incredibile: la ragazza, non appena le udì, impallidì, sudò freddo e prese a tremare e iperventilare, poi, quando non resistette oltre, scappò in bagno, dove afferrò il bordo di un lavabo sforzandosi di non vomitare, mentre ripeteva in mente come un mantra negativo “Cyril Wollestonecraft”, il nome del suo incubo peggiore. Alzò lo sguardo allo specchio, e tornò indietro nel tempo a sette anni prima, quando una ragazzina di undici anni, piuttosto alta per la sua età, eccessivamente in carne e con le guance paffute costellate di brufoletti e punti neri, era corsa in bagno per sfuggire alle battute di scherno dei suoi compagni, in particolare uno.

Era il primo giorno di scuola, e si sentiva un pesce fuor d'acqua: superava in altezza tutte le sue compagne e la maggior parte dei suoi compagni, per non parlare della larghezza, inoltre i vestiti che sua madre l'aveva obbligata a indossare la facevano pentire di non aver fatto pressione affinchè i suoi genitori la iscrivessero a una scuola privata, dove avrebbe avuto una divisa e non avrebbe dovuto subire lo shock di trovarsi circondata da sue coetanee strizzate in minigonne e toppini graziosi e femminili che lasciavano intravedere le forme acerbe, mentre lei, in carne ma piatta come un asse da stiro, teneva addosso una t-shirt enorme con un coniglietto e dei pantaloni verdi che avrebbe volentieri dato alle fiamme.

Cercando di sorridere, nonostante non ne avesse voglia, aveva scrutato l'aula per trovare un posto libero, fingendo di ignorare risatine e commenti sarcastici rivoltile dagli altri mentre passava. Aveva individuato un posto libero accanto a un ragazzino dai ricci biondi di media lunghezza; gli si era avvicinata cautamente e gli aveva chiesto, titubante - Scusa... Ti spiace se mi siedo qui?

Quello aveva alzato la testa per guardarla meglio, poi, dopo averla esaminata da capo a piedi, aveva risposto, indicando con un cenno del capo e uno sbuffo derisorio il suo sedere - A me no, ma forse alla sedia si... Sai, non credo sia grande abbastanza da contenere i tuoi galleggianti

Ciliegina sulla torta, erano intervenuti anche altri due seduti nei banchi davanti a dargli man forte dicendo - Non ha tutti i torti- e – Galleggianti! Ahahah, gran bella battuta, amico!

- Come vi permettete?- aveva sibilato, per poi andarsi a rifugiare in bagno, dove giurò al suo riflesso odio eterno per quei deficienti.”

Arrivò la pausa pranzo, e Faith era in fila a mensa, quando ecco tornarle in mente un altro episodio spiacevole:

Cyril l'aveva invitata alla sua festa di compleanno, e, sebbene tentata dal restare a casa, su consiglio di sua madre ci era andata. Come il primo giorno di scuola aveva subito una cocente delusione: le altre, molte delle quali già sviluppate, erano truccate, e in gonna o vestitini, alcune persino sui tacchi, mentre lei aveva un viso infantile acqua e sapone e portava, sempre su consiglio di sua madre, una camicetta a quadri che pareva ottenuta da una tovaglia da pic- nic, un paio di jeans sdruciti e le Converse consunte che adorava, ma che in quel momento, comprese, erano inadatti all'occasione. Dopo un'epocale figura di merda si era rintanata in un remoto angolino della stanza e stava meditando se andarsene o meno quando Cyril l'aveva raggiunta per informarla che suo cugino Carter stava ridendo di lei con i suoi amici, al che gli aveva risposto per le rime, facendo sbuffare Cyril, che aveva sbottato, punto sul vivo - Ehi, mica è colpa mia se a mio cugino piacciono le ragazze, non i boscaioli! Non sai che in questo Paese cosiddetto sviluppato le femmine possono comprare vestiti in posti chiamati negozi di abbigliamento e centri commerciali, e i trucchi in altri posti chiamati profumerie?

Irata aveva sibilato - Vaffanculo- scoprendo i canini, quasi nella speranza che potessero emettere veleno, quindi aveva aggiunto, tentando di assumere un contegno sdegnoso- E comunque, per tua informazione, ho pensato non valesse la pena sprecare soldi per comprarmi qualcosa per la tua festa, visto che ti detesto

Cyril aveva riso, e risposto -Si, come no! Scommetto invece che non ti stava nessuno dei vestiti che hai provato perchè sei troppo grassa. Dovresti mangiare meno.”

“Mangiare meno... Troppo grassa...” rimbombarono nella testa di Faith finchè una delle arcigne comari della mensa sbraitò - Muoviti, non ho mica tutto il giorno! Che vuoi?

- Una.. Mela, per favore- rispose Faith, che andò a sedersi insieme alle sue amiche con una fitta allo stomaco unita a una sgradevole sensazione di deja-vu.

Fissò la mela, domandandosi quante calorie contenesse: il suo cervello rispose, con la voce di Cyril, “troppe”, per cui Faith la allontanò da sé storcendo il naso; Abigail, fissatala con apprensione, le chiese - F, quella miseria sarebbe il tuo pranzo?

- Si- fu la secca risposta di Faith, al che Abigail, mordicchiatasi nervosamente le unghie, chiese ancora - Stai bene? Sei così pallida...

- No, Ab, non sto bene- rispose Faith alzandosi da tavola - Credo proprio che andrò a casa. Fai le mie scuse alla professoressa Salib, non ce la faccio- prese la borsa e se ne andò.

Una volta a casa Faith si stese sul divano, e stava per tornarle l'appetito quando la voce di sua madre echeggiò nel corridoio - Faith? Sei tu? Come mai a casa così presto?

- Non c'era lezione oggi pomeriggio- mentì

- Oh.. Bene, più tempo per studiare!- esclamò Mrs. Irving, per poi chiederle - Hai già pranzato? Spero di no, ho preparato i Cornish Meat Pies che ti piacciono tanto!

“E che ti farebbero diventare della taglia di un cetaceo adulto solamente guardandoli” sbuffò la voce interiore, cui Faith diede ascolto; - Ho già pranzato, purtroppo- mentì - Se non hai bisogno di me andrei a riposare.

Quel giorno, come il seguente, Faith saltò pranzo e cena, rimase tutto il giorno, escluse le ore di lezione, in camera sua, a studiare e scovare difetti veri e presunti nel suo riflesso, suscitando la preoccupazione di sua madre, alla quale rifilò la scusa che era tesa per un imminente compito in classe.

Il 14 mattina Faith si svegliò con la testa che le girava, fortunatamente meno del giorno precedente: a quanto pareva il suo organismo stava abituandosi al digiuno.

Andò a scuola con un borsone al posto della borsa normale perchè si sarebbe cambiata in bagno al termine delle lezioni, in quanto non sapeva se avrebbe fatto in tempo a tornare a casa dopo l'appuntamento con Axel.

Accolse la campanella come una leggiadra melodia di salvezza e si trascinò in bagno, sperando che Abigail non avesse intenzione di seguirla anche lì per ripeterle la tiritera: “sei preoccupante: sei pallida e non mangi, non è normale”.

Indossò, non senza difficoltà, data la ristrettezza del cubicolo, i pantaloni di pelle nera che aveva abbinato alla maglia portafortuna, quella rossa ricoperta di fili neri disposti a formare tante ragnatele, e gli stivali del primo concerto; non si truccò: aveva messo la trousse in borsa, ci avrebbe pensato dopo, al locale, non voleva rischiare di arrivarci col trucco sbavato. Quel pensiero fece riaffiorare l'ennesimo ricordo triste:

Cyril l'aveva ferita nel profondo, al punto da farla piangere; era appena uscita dal bagno asciugandosi le lacrime quando si era trovata di fronte proprio l'ultima persona al mondo da cui avrebbe voluto farsi vedere in quello stato: Cyril.

Lui l'aveva osservata accigliato, le aveva chiesto se avesse pianto, poi, di fronte al suo cenno di assenso, le aveva porto un fazzoletto, soffiando, in risposta alla sua occhiata incredula- Umpf! Invece di fissarmi pulisciti la faccia, non vorrai che ti scambino per un panda!.. La stazza è quella!”

Dandosi un'ultima controllata allo specchio Faith sbuffò una risatina priva di allegria e pensò: “Nemmeno l'unica volta che è stato carino con me è riuscito a non offendermi... Non vedrò l'alba di domani”. Se Abigail fosse stata a conoscenza dell'odio profondo che legava Faith e Cyril avrebbe sicuramente ordinato a Ben di annullare l'appuntamento e picchiare quel piccolo bastardo, ma Abigail era all'oscuro di tutto, per cui Faith avrebbe dovuto sopportare Cyril con il carico di brutti ricordi che avrebbe portato con sé: aveva deciso di non raccontare ad Abigail dei suoi trascorsi con il biondo perchè parlarne la faceva ancora star male, perchè non voleva apparire debole o suscitare la compassione dell'amica, sarebbe morta piuttosto che fare pena a qualcuno, e perchè era convinta che la cosa riguardasse esclusivamente lei e Cyril, e nessun altro.

Nonostante il terrore per l'approssimarsi del randez- vous con Riccioli d'oro Faith si divertì moltissimo con Axel, che la fece sbellicare riferendole per filo e per segno la reazione a dir poco ridicola della sua amata miss nessuno alla notizia che sarebbero usciti insieme mentre bighellonavano per l'orto botanico (Faith, da convinta animalista quale era, si era categoricamente rifiutata di mettere piede nello zoo) mangiando hamburger e patatine, Axel, e bevendo acqua, Faith, il cui stomaco non accennava a riaprirsi, l'incubo di Cyril era un anoressizzante troppo potente.

Quando anche le piante carnivore ebbero perso ogni attrattiva Axel e Faith andarono al locale, arrivando per primi; decisero di cazzeggiare un po’ nel guardaroba in attesa degli altri, e Faith, per non starsene con le mani in mano, pensò bene di truccarsi e mettersi gli accessori.

Orecchini e collana li mise da sola senza problemi, ma per l'ultimo particolare necessitava di un aiuto esterno.

- Ax, mi dai una mano con queste?- chiese Faith tendendogli un paio di manette con i polsini ricoperti di piumette rosse che facevano tanto burlesque

- Certo che sei un'impedita!- sbottò Axel, scocciato, salvo poi aggiungere - Ma… Dove diavolo si chiudono?

- Per questo ti ho chiesto una mano: devi avvitarle! Viti e cacciavite sono nella mia borsa- fu la secca risposta di Faith, che sbuffò mentre Axel rovistava nella borsa alla ricerca del necessario per chiudere le manette.

Mentre avvitava Axel chiese con notevole interesse- Dove diavolo le hai pescate 'ste diavolerie piumate?

- Me la ha prestate Bridget- rispose Faith con semplicità

- Quella ragazza non finisce mai di sconvolgermi!- esclamò Axel, scuotendo la testa, Faith di piegò in due dal ridere e, quando Axel ebbe finito di avvitare le manette, scherzando gli mise intorno al collo la catenella che le teneva unite, fingendo di strangolarlo.

In quel momento arrivò Brian, il quale, alla vista di Faith e Axel in una posa a dir poco equivoca, impallidì, quindi si avvicinò con aria sdegnosa e li salutò con un freddo - Buonasera

- Ciao- risposero gli altri due; Faith, cercando di smuoverlo un po’ disse - Perché quella faccia da funerale, Brian? La piacevole attività fisica di oggi pomeriggio non è stata abbastanza piacevole? Vuoi aiutarmi a strangolare Axel per tirarti su il morale?

- No, grazie- rispose lui freddamente - Vedo che ve la cavate benissimo da soli, vado un po’ di là..- e girò sui tacchi.

Faith lo fissò incredula, poi domandò - Ma che gli prende?

- Non ne ho la più pallida idea... Spero non sia nulla di grave..- rispose Axel, poi, liberatosi dalla presa di Faith, raggiunse Brian per scoprirlo.

Poco dopo arrivarono Brandon e Jack, in giacca e cravatta nere e occhiali da sole, mano nella mano con Allison, e Faith non potè trattenersi dal prendersi gioco di lui - Jack! Che figurino! Quasi non ti riconoscevo!

- Non so se ringraziarti del complimento o mandarti a fanculo.. Ok, ho deciso: vaffanculo!- rispose lui, guadagnandosi una sentita alzata di dito medio da parte di Faith, la quale, a meno di un minuto dal loro turno, sbirciò nella saletta sperando di non scorgere Cyril tra il pubblico... Speranza vana.

Cyril era lì, inconfondibile, nonostante il bambino bassino e mingherlino dal viso da angioletto avesse lasciato il posto a un ragazzo alto e slanciato che di mingherlino aveva ben poco: i ricci biondi, il naso all'insù e l'espressione annoiata e snob non erano cambiati di una virgola.

Arretrò nell'ombra con le gambe che minacciavano di cedere da un momento all'altro, tremante, ansante, con lo stomaco sottosopra e il cuore a mille, e stava valutando ogni possibile via di fuga quando avvertì una mano posarsi sulla sua spalla, stringendola in una salda presa rassicurante; convinta fosse Jack, desideroso di farle espiare la precedente presa in giro Faith si girò, intenzionata a cantargliene quattro, invece rimase a bocca aperta nel constatare che si trattava di... Brian, che le rivolse un sorriso talmente dolce che Faith si sentì sciogliere, riuscì a calmarsi e ad emettere un sospiro di sollievo mentre fletteva un braccio per stringere con la sua mano quella di Brian, il quale le sussurrò, prima di salire sul palco - Chiunque lui sia la peggiore punizione che puoi infliggergli è sbattergli in faccia quanto sei mitica. Fagli vedere i sorci verdi, rossi e gialli, Capitano!... Io sarò dietro di te a guardarti le spalle.

Rincuorata da quelle parole Faith seguì Brian sul palco e, scoccata a Cyril un'occhiata ricolma del più profondo disprezzo, iniziò a cantare: avrebbe dato il meglio di sé, quello stronzo si sarebbe reso conto di che pasta era fatta Faith Beatrix Irving!

Il pubblico mostrò di gradire la performance degli Aluminia, addirittura Abigail afferrò Elizabeth e Ashley, che si trascinò dietro Bridget per farle smettere di bere, spingendole fin sotto il palco, perché la folla che riempiva l’angusta saletta non le permetteva di vedere la band da seduta.

Estasiata, esclamò - F sta davvero benissimo stasera, vero?

- Non saprei- rispose Elizabeth, che come al solito aveva qualcosa da ridire - Se avessi il fisico di Faith non metterei pantaloni di pelle, così fascianti, poi!

Abigail la fulminò con lo sguardo, quindi, rivoltale un'occhiata di sufficienza, replicò, mettendola definitivamente a tacere - Ma non hai il fisico di Faith, quindi..-

Al termine del concerto Faith, liberatasi delle manette, notò parecchi particolari che non quadravano: Ben, invece di tubare con la sua ragazza, parlottava con Cyril, che la stava fissando con un'espressione calcolatrice che non le piacque affatto, Bridget, invece di amoreggiare con il suo buzzurro o una brocca di sake, stava bisbigliando qualcosa ad Abigail, la quale, non appena la vide, le chiese - F, sai se qualcuno ha un posto libero in macchina?

- No- rispose lei, chiedendosi il perchè di quella domanda, dato che sapeva che Ben avrebbe riportato a casa Abigail, quindi si rivolse ad Axel - Ehi, Ax, sai se qualcuno ha un posto vacante in macchina? Abby ha bisogno di un passaggio

- Nella mia c'è posto- disse sorridendo ad Abigail, che lo ringraziò, poi, avvicinatasi all’orecchio di Faith, le sussurrò, prima di seguire Axel - Sarà pure gentile, ma lo trovo ugualmente inquietante!.

Assicuratasi che Abigail fosse arrivata sana e salva fino all'automobile di Axel, Faith rientrò nel Mìchiko e scolò tutta d'un fiato un'intera brocca di sake: per affrontare Cyril doveva spegnere il cervello, e stordirsi con dell'alcool era il modo più rapido per farlo. Siccome a parlare del diavolo spuntano le corna non fece in tempo ad avvertire lo stordimento desiderato che Cyril apparve dietro di lei, commentando perfido - Irving! Incredibile! Non sei cambiata di un etto!... Credevo che in tutti questi anni ti fossi degnata di perdere qualche chilo!

Forse l'alcool già entrato in circolo, oppure, più probabilmente, il livore accumulato in quei cinque anni e fatto riaffiorare dal commento canzonatorio di poco prima, tramutarono in rabbia il timore di Faith, che si girò di scatto ruggendo- TU! MALEDETTO. STRONZO. CYRIL. WOLLESTONECRAFT!- spingendolo sempre più vicino all'uscita di emergenza ad ogni parola, infine, non paga, avanzò verso di lui e lo schiaffeggiò- QUESTO E' PER AVER DEFINITO GALLEGGIANTI LE MIE CHIAPPE! QUESTO E' PER AVERMI DATO DEL CESSO PUBBLICO! QUESTO E' PER AVERMI TORMENTATA PER L'ACNE! QUESTO E' PER AVERMI CHIAMATA PALLA DI LARDO! QUESTO E' PER LE BATTUTE SUI MIEI VESTITI! E QUESTO- aggiunse, sferrandogli un pugno con tutta la forza messale a disposizione dall'ira- E' PER TUTTI GLI ALTRI MODI CON I QUALI MI HAI RESO LA VITA UN INFERNO!- lo osservò steso sul pavimento con il naso e, non si sa come, il labbro sanguinanti, e concluse- NON OSARE AVVICINARTI DI NUOVO A ME, O GIURO CHE FARO' DI TE UN EUNUCO, CAPITO?- infine gli voltò le spalle e se ne andò, sollevata e soddisfatta.

Cyril si risollevò, aiutato da Ben, che gli diede del ghiaccio per il naso e la guancia, divenuti color melanzana, si sedette su un pouf ed esalò - E' venuta su bene: oltre che baleniforme è pure psicopatica!

- Uh? Hai detto qualcosa, Cy?- chiese distrattamente Ben

- Si, che col senno di poi avrei fatto meglio a prenotarmi per quindici minuti di sesso torrido con Sam!

Intanto, in strada, Faith, appoggiata a un muro, alternava sospiri di sollievo a lacrime di gioia; all'improvviso vide un fulmine squarciare il cielo, seguito a ruota da un tuono, e, prima che potesse anche solo aprire la borsa per cercare l'ombrello venne giù un temporale.

Mentre guardava la pioggia torrenziale cadere, sentendo la rabbia scivolare via insieme ad essa, comparve Brian, munito di ombrello, ridacchiò e disse - Altro che sorci verdi, hai fatto vedere le stelle a quel poveretto!

- Poveretto un corno! Ha avuto quel che si meritava! Tu... Non hai idea di cosa mi ha fatto..- ribattè Faith abbassando lo sguardo

Brian sorrise e rispose - A dire il vero ce l’ho. Nonostante la foga del momento hai scandito ottimamente le parole mentre gli riversavi addosso il tuo rancore.... Ha veramente definito galleggianti le tue chiappe? Ha un disperato bisogno di una visita oculistica! Le tue chiappe non batteranno mai le tue tette ma sono di tutto rispetto, proporzionate al resto del corpo e perfettamente nella norma come dimensioni... E io di culi e tette me ne intendo- notato che finalmente sul volto di Faith era affiorato un sorriso Brian sorrise di rimando, le tese una mano e aggiunse - Vieni, ti riporto a casa

Faith annuì, si aggrappò a lui per ripararsi sotto il suo ombrello e non mollò la presa finchè non fu all'asciutto nell'abitacolo opportunamente riscaldato.

- Grazie del passaggio- mormorò, approfittando di un attimo di stallo del traffico per osservare il lungofiume illuminato

- Te lo sei meritato- disse Brian - Gran bell'incontro di boxe quello tra te e il tuo amico... Picchi duro, Capitano! Quali altri segreti nascondi?

- Uno, ma non posso rivelartelo, altrimenti dovrei ucciderti- asserì Faith sforzandosi di non sorridere

- Correrò il rischio- rispose Brian, Faith contorse i lineamenti in un'espressione fintamente contrariata, si avvicinò al suo orecchio, poggiando la testa sulla sua spalla, e bisbigliò - Non ce l'ho d'oro...

- Chissà perchè, l'avevo intuito

- Ce l'ho di platino!- concluse lei ridacchiando, seguita ben presto da Brian, il quale, riconquistato il self control, replicò - Sai, anche io ho un segreto inconfessabile

- Oh. My. God. Non ci credo! Quale?- chiese Faith con palpabile interesse, fissando Brian con gli occhi spalancati, in trepidante attesa di una risposta, che non tardò ad arrivare: Brian si girò verso di lei, represse l'istinto di annullare totalmente la distanza tra loro, e sussurrò con fare cospiratorio - Nemmeno io ce l'ho d'oro...

- Chissà perchè, l'avevo intuito- ridacchiò Faith

- Ce l'ho di diamante!- concluse lui annuendo vigorosamente per avvalorare le sue parole, sicuro che Faith si sarebbe scompisciata dalle risate, invece lei aggrottò le sopracciglia e borbottò - Perchè proprio di diam.. Oh, ma certo: il materiale più duro al mondo!- fece una smorfia sarcastica - Hai un'alta opinione del tuo arnese, non c'è che dire!

- Se l'è meritata in anni di fedele servizio- ribattè Brian spingendo in avanti il bacino, per quanto gli fu concesso dalla cintura di sicurezza

Faith sbuffò una risata, ma rimase in silenzio finchè non arrivarono sotto casa Irving, allora, resasi conto di trovarsi a pochi centimetri dal viso di Brian, seguì l'istinto di baciare quel ragazzo stronzo fuori e dolce dentro, irritante quanto eccitante, che riuscì a stupirla ancora una volta: invece di attirarla a sé per approfondire il bacio, e magari tentare di convincerla a passare la notte insieme, la allontanò, per poi commentare, imitando i giudici di un talent show televisivo - Decisamente superiore alle mie aspettative. Ti do... Uhm... Otto su dieci: ho apprezzato lo spirito d’iniziativa e l'abilità tecnica, meno il sapore di sake, la prossima volta che vorrai baciarmi dopo averlo bevuto ficcati in bocca una mentina, prima!

- Ti hanno mai detto che sei spoetizzante?- sbottò Faith a braccia conserte

- Qualche centinaio di volte, perchè?- chiese lui senza scomporsi

- Curiosità- sibilò Faith, contrariata: ma come? L'aveva baciato, andando contro ogni singola fibra morale del proprio corpo, e lui la ripagava con del sarcasmo squallido?

- Se lo dici tu... Buonanotte- disse Brian mentre Faith scendeva dall'auto. Se si fosse limitato a questo, si sarebbe potuta considerare una serata perfetta, invece, sfortunatamente, Brian non fu capace di impedirsi di aggiungere - Se mi eleggerai protagonista dei tuoi sogni lo sarà di sicuro- con tanto di movimento pelvico alla Elvis, rovinando l'atmosfera, con indicibile disappunto di Faith, che gli mostrò il dito medio, prima di voltarsi e sparire dietro il portone, lasciando Brian a fregarsi le mani esclamando – Eccellente… Il lato tenero funziona sempre!.

 

Spero di non avervi fatto venire il diabete, anche se mi pare che, escluso il titolo, in questo capitolo non abbondi il romanticismo ( al contrario di sigarette, paure e pugni XD), se si escludono Brandon con gli occhi a cuoricino (tenero! <3) e Ben e Abigail versione piccioncini tubanti (ancora più teneri *.*). Faith, invece, dopo un iniziale attacco di panico, perchè, anche se può sembrare incredibile, anche Faith Irving ha le sue debolezze, ha affrontato le sue paure e insegnato a Riccioli d'oro che la vendetta è un piatto che va servito freddo, soprattutto se a servirlo è una Faith Irving incazzata come una iena (così si fa, Faith u_u)... E Brian? Beh, lui... Sta ancora annaspando in alto mare, ma forse “qualcuno” gli tirerà un salvagente, chi può dirlo?

Brevi note di fine capitolo: 1)la frase di Brandon è una parafrasi dell'aforisma di Emily Dickinson “che l'amore è tutto è tutto ciò che sappiamo dell'amore” ; 2) non sono omofoba, né lo è Faith, il suo linguaggio volgare è dettato semplicemente dalla rabbia del momento(chi non lo sarebbe se scoprisse che il ragazzo della sua migliore amica in realtà è gay?); 3) per rispondere al commento di AryYuna: credo tu sia una delle poche a pensare che il basso fa figo, di solito sono i meno notati della band... Non che non ci siano bassisti interessanti, eh!

Fine del poema, alla prossima! 

   
 
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