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Autore: missredlights    29/04/2012    0 recensioni
Il cellulare squilla, vedo che mi è arrivato un messaggio. Prendo il cellulare e lo leggo.
“ Hinata non ti dimenticare di portare la piastra! Dentro la mia valigia non ci entra!”
Sorrido. Ops che sbadata. Il mio nome è Hinata.. Hinata Hyuga. Ho diciotto anni e mi sono appena diplomata alla scuola superiore di Konoha. Io e le mie amiche stiamo per partire per i caraibi come regalo di diploma.
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA - WORK IN PROGRESS]
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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PUNTO DI VISTA DI TENTEN.

 

Mi alzai di scatto vedendo l’ora.

 

“ Cazzo! Sono le 07.45 e devo essere in facoltà alle 08.00!” dissi correndo verso il bagno. Feci una doccia e una colazione a tempo di record. Mannaggia a me e a quando vado a letto tardi per fare quegli stupidi disegni tecnici di palazzi. Presi dei vestiti a caso, li indossai, presi i disegni e la borsa e andai correndo in facoltà. Arrivai in cinque minuti, mi mancava il fiato. Senza forze mi accasciai sul banco.

 

“ Te la sei fatta di corsa come sempre?”

 

Non mi girai nemmeno in direzione di chi aveva parlato, sapevo benissimo che era Dimitri.

 

“ Voglio vedere te farti un’ora di strada a piedi in cinque minuti con rotoli di disegni e libri che pesano tonnellate” dissi scocciata. Dimitri si mise a ridere, non prima di avermi scombinato i capelli. Come una furia mi alzai e gli diedi uno schiaffo.

 

“ Non ci provare più a toccarmi i capelli” dissi furente.

 

“ Non mi dirai che hai un punto debole? Buono a sapersi, te li toccherò sempre” disse Dimitri andandosi a sedere. Tutti videro la scena in silenzio. La porta si aprì e il professore entrò in aula.

 

“ Voglio i disegni tecnici di ognuno di voi qui sulla mia cattedra. Adesso” disse il professore. Cinque minuti dopo cominciò a controllarli uno a uno, la tensione era palpabile. Se il professore dava il consenso a quel disegno, era mezza materia tolta. Guardai tutti i ragazzi che c’erano nell’aula, solo Dimitri sembrava quello tranquillo. Il professore mise l’ultimo commento e prese tutti i disegni. Cominciò a distribuirli in silenzio. Dalle facce potevi capire se avevano superato o meno mezza materia. Poggiò il disegno sul mio banco, avevo il cuore che mi batteva all’impazzata. Lessi solamente una parola:

 

“ Superato.”

 

Dentro di me stavo festeggiando! Il professore ci portò bruscamente alla realtà.

 

“ Solo trentasette di voi hanno superato questa prova, gli altri sessantatre tornino a casa a fare un lavoro decente immediatamente. Non ho intenzione di insegnare a un branco di capre che non sa fare un progetto. La porta è da quella parte.”

 

Appena se ne furono andati il professore cominciò a spiegare, mi aspettava una lunga giornata.

 

[…]

 

Dopo tre ore di inferno mi arrivò un messaggio, era di Neji!

 

“ Sono appena arrivato all’aeroporto. Sto venendo nella tua facoltà.”

 

Il cuore cominciò a battermi forte. Neji era qui! Qualcuno mi tirò un foglio.

 

“ Cosa ti è successo? Hai quello sguardo perso. Dimitri.”

 

Non risposi al messaggio, aspettai con ansia che il professore finisse questa benedetta lezione per andare dal mio Neji. Il professore continuò fino alle 12.30, tutti in quella stanza erano morti, me compresa.

 

“ Bene, ci vediamo oggi pomeriggio alle 15.30, faremo fino alle 18.00. Potete andare.” Ci fu un fuggi fuggi generale. Posai tutto e corsi fuori l’università. Ai piedi della scalinata c’era lui, bellissimo come una statua greca, il mio Neji. Gli saltai praticamente addosso e lui mi abbracciò stretta a sé.

 

“ Mi sei mancato tanto” dissi stringendolo ancora di più.

 

“ Tu molto di più, fidati” disse baciandomi con passione. Una voce, però, interruppe quel bacio. Lo odiai profondamente in quel momento. Neji lo guardò senza battere ciglio.

 

“ Hai bisogno di qualcosa?” chiese Neji a Dimitri.

 

“ No grazie, solo non pensavo che la nostra Tenten fosse fidanzata. Una così bella ragazza” disse Dimitri squadrandomi dalla testa ai piedi.

 

“ Mi dispiace per te. Dato che non hai bisogno di noi, noi andiamo” disse Neji prendendomi per mano e portandomi via. Lanciai un’occhiata fugace a Dimitri. Stava sorridendo.

 

“ Neji dove mi stai portando?” chiesi.

 

“ Il più lontano possibile da quello” disse non fermandosi ma andando sempre avanti, si fermò solo dopo dieci minuti, in prossimità di un parco. Entrammo e ci sedemmo in una panchina nascosta dagli alberi.

 

“ Dì la verità, era lui il ragazzo dell’aeroporto, non è vero?” chiese Neji guardandomi negli occhi.

 

“ Sì, ma non è successo nulla” gli dissi.

 

“ Lo so, mi da solamente fastidio, e poi tu sei mia” disse Neji voltandosi dall’altra parte. Mi alzai, mi misi di fronte a lui e lo feci sedere, mentre io mi sedevo sopra di lui, prendendo la sua testa e poggiandola sul mio seno. Gli accarezzai dolcemente i capelli.

 

“ Siamo uno dell’altra e nessuno ci potrà dividere” dissi. Lui mi strinse a sé. Passammo il pomeriggio presto in quel parco, ci allontanammo per andare a mangiare e poi quando dovevo tornare all’università per la lezione. Fortunatamente il tempo passò in fretta e poi con Neji tornammo a casa.

 

“ E così è questa la casa dove abiti” chiese abbracciando con uno sguardo l’intero appartamento.

 

“ Ti piace?” chiesi.

 

“ Carino” rispose Neji.

 

“ Ti va stasera di visitare la città?” chiesi.

 

“ Basta che non incontriamo quel tipo” disse Neji.

 

“ San Pietroburgo è grande” dissi cercando di convincerlo.

 

“ Va bene” disse Neji.

 

“ Sempre poche parole tu, eh? Io allora vado a fami una doccia e a cambiarmi” dissi. Andai verso il bagno, quando all’improvviso mi sentii sollevare e portare di peso in bagno.

 

“ Ma che cosa stai facendo?” dissi ridendo.

 

“ Ci facciamo la doccia insieme” disse Neji cominciando a spogliarsi e spogliando anche me.

 

C’era caldo, troppo caldo in quel momento.

 

Il getto d’acqua ci bagnò entrambi, mentre Neji mi spingeva verso la parete della doccia. Le nostre labbra erano avvinghiate tra loro, le mie mani percorrevano i suoi capelli per tutta la loro lunghezza, mentre le sue mani vagavano su per tutto il mio corpo. Era come se in quel momento il mio cervello si fosse disconnesso, lasciando spazio a tutte quelle sensazioni che ti portavano in un’altra dimensione.

 

“ Neji..” mi stupii pure della mia voce, era diversa. Neji staccò le sue labbra dal mio collo e mi guardò.

 

“ Stasera.. Stasera tu sarai mia” disse allontanandosi. Lo guardai stupita e non capii perché avesse smesso proprio in quel momento. Lui si mise a ridere vedendo la mia faccia.

 

Io non volevo che smettesse..

 

 Ci facemmo la doccia e poi andammo a vestirci. Per l’occasione indossai questo vestito:

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“ Non ti sembra un po’ troppo scollato?” chiese Neji incarnando un sopraciglio.

 

“ Mh, no!” dissi mettendomi le scarpe e sistemandomi i capelli. Cinque minuti dopo eravamo fuori.

 

“ Hai qualche preferenza?” chiesi.

 

“ Andiamo a mangiare qualcosa?” chiese Neji.

 

“ Vuoi mangiare qualcosa in particolare?” chiesi.

 

“ Una pizza in qualche ristorante. Andiamo” mi disse guidandomi. Era come se sapesse dove andare. Arrivammo davanti a un ristorante. Entrammo.

 

“ Buonasera signori. Posso fare qualcosa per voi?” chiese il primo cameriere.

 

“ Un tavolo per due” rispose Neji.

 

“ Prego, da questa parte” disse quello guidandoci verso un tavolo.

 

Ci sedemmo e ci portarono da bere del vino.

 

“ Qui costa tutto un occhio della testa” dissi vedendo i prezzi.

 

“ Di quelli non ti devi preoccupare” disse Neji ordinando subito dopo. Nel momento in cui il cameriere se ne andò arrivò Dimitri con un gruppo di amici. Mi si raggelò il sangue nelle vene.

 

“ Ma guarda chi abbiamo qui. Tenten stasera sei uno splendore” disse Dimitri mangiandomi con gli occhi. Neji non lo considerò completamente. Si sedettero al tavolo accanto il nostro e ordinarono. Per tutta la serata non mi staccò gli occhi di dosso, beveva il suo vino guardandomi e parlando con i suoi amici. Quando finimmo ci alzammo subito e uscimmo, ma come scoprii in seguito quando un ragazzo si invaghisce di te è difficile fargli capire che non ti interessa, anche se hai accanto a te il tuo ragazzo.

 

“ Hey, non è carino andarsene così in fretta. Mi togli una visuale mozzafiato” disse Dimitri abbastanza rosso in faccia.

 

“ Sarebbe?” chiese Neji alquanto nervoso.

 

“ Ma Tenten, è ovvio. E poi con quel vestito che indossa ti fa venire voglia di levarglielo” disse Dimitri ridendo sguaiatamente.

 

Neji aveva superato il limite di sopportazione, ma lo trattenni.

 

“ E’ ubriaco, lascialo perdere” dissi cercando di non far succedere una rissa.

 

“ Se tu fossi mia non ti dividerei con nessuno” disse Dimitri. Sentii il braccio di Neji scivolarmi tra le mani e lo vidi fiondarsi contro Dimitri.

 

Un pugno..

 

“ Basta fermati!”

 

Un altro pugno..

 

“ Hey qui fuori si stanno picchiando!”

Un altro pugno ancora..

 

Ero in mezzo a loro, fermai Neji e mi voltai verso Dimitri. Ci guardammo per qualche secondo e poi gli diedi uno schiaffo.

 

“ Non lo fare mai più” e con queste parole me ne andai trascinandomi Neji. Arrivammo a casa. Non sapevo nemmeno io come mi sentivo.

 

“ Perché lo hai picchiato?” chiesi dopo quelle che parvero ore di silenzio.

 

“ Cosa avresti fatto? Come avresti reagito se ti avessero detto quelle cose?” chiese Neji guardandomi negli occhi.

 

Capii che forse mi sarei comportata come lui. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Lui mi abbracciò con forza e ci buttammo nel letto.

 

“ Tu sei solo mia, unicamente mia” disse baciandomi e con una mano levandomi il vestito. Lo lasciai fare, forse perché in quel momento ne avevamo entrambi bisogno. Successe tutto all’improvviso, così in fretta che a stento mi resi conto di cosa stava succedendo. La mia mente era offuscata da tutte quelle sensazioni così nuove e così intense, tremavo al contatto con la sua pelle. Per tutta la notte gridai il suo nome..

   
 
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