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Autore: missredlights    29/04/2012    0 recensioni
Lo seguì, eravamo al centro esatto del cimitero, la mezzanotte sarebbe scoccata tra un minuto esatto. I nostri corpi si stavano trasformando piano piano, i suoi occhi scuri divennero smeraldo, il suo viso divenne più bello che mai, i suoi canini crebbero e così anche i miei.
Mancavano trenta secondi a mezzanotte. La luna venne coperta da una nuvola passeggera. Io e lui rimanevano abbracciati durante la trasformazione…20 secondi, il suo fiato sul mio collo…10 secondi, le sue mani che mi stringevano…3 secondi, le sue labbra che mi baciavano…Mezzanotte. La nuvola andò via e fummo bagnati dal chiaror della luna. Continuammo a baciarci, a stringerci sempre più forte.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Ormai era inevitabile nascondere la pancia. Erano passati quattro mesi da quando avevo visto per l’ultima volta Julius. Dedicavo tutta me stessa all’allenamento, ma ormai non potevo sforzarmi molto. Alsir non disse nulla, non alzò la voce, mi disse solamente che mi sarebbe stato accanto e così gli altri. Era strano portare delle creature in grembo, era una sensazione bellissima ma allo stesso tempo preoccupante. Che mamma sarei stata per mio figlio o per i miei figli? Premurosa? Severa? Paziente? Non avevo idea. Tutti volevano sapere di chi erano quei figli, ma non riuscivo a dirlo. Non era paura la mia, era solo che quel segreto era mio e di nessun’altro. Quante volte andavo in una finestra qualsiasi a guardare il cielo stellato, la luna, la mia amata luna che mi bagnava del suo chiarore, e quante volte guardavo il cielo per vedere se qualche stella aveva il suo volto, quante volte chiedevo alla luna come stava, se era felice con quella vampira che me lo aveva portato via. Domande che non avevano risposta se non quelle rare lacrime amare che uscivano ormai a stento dagli occhi.

 “ Lilia?”

 “ Oh, ciao Sirius, come stai?”

 “ Tutto bene, grazie. Alsir mi ha mandato a cercarti, non so per cosa di preciso.”

 “ Grazie Sirius, vado subito.”

  Scesi le scale, attraversai vari corridoi e mi trovai nella famosa stanza dove Alsir mi ricevette per la prima volta.

 “ Ciao Lilia, come stai?”

 “ Bene Alsir, come sempre.”

 “ Vuoi fingere anche con me? Ti considero come una figlia e so per certo che la creatura che porti in grembo è l’incrocio proibito. Dimmi è stato un vampiro?”

 “ Si, Alsir. E’ quel famoso ragazzo di cui ti parlai all’inizio, quel ragazzo che è stato trasformato in vampiro. Scusami, ci vedevamo di nascosto, mi mancava quando non era con me, non me ne pento perché lo amo, mi interessa il suo bene anche se ora sta con una vampira per paura di essere scoperto. Ecco ti ho detto quello che volevi sapere.”

 “ Immaginavo. Ti sei comportata nello stesso identico modo di mio figlio. Vuoi sapere il continuo del libro?”

 “Si.”

 “ Devi sapere che dopo la morte della principessa, io, mio figlio e tutta la nostra razza siamo fuggiti, ormai eravamo nemici giurati, e poi per cosa? Perché due giovani si erano innamorati ma erano di razze diverse. Mio figlio si riprese dalle ferite che gli avevano inferto, ma non da quella che gli avevano ucciso l’amata davanti agli occhi. L’amava molto, sai si erano pure sposati di nascosto, l’ho scoperto in seguito. Impazzii dal dolore sai? Si uccise una sera lasciando i ciondoli uno accanto all’altro. Le lotte fra i vari clan diventavano sempre più violente, i licantropi venivano uccisi a dozzine, divenimmo inferiori di numero, ma più pericolosi. E fra 1000 anni succederà di nuovo. Mi dispiace di averti trasformato in una di noi, mi dispiace per quello che è successo con quel ragazzo.”

 “ E’ tutto ok, Alsir, tranquillo.”

 “ Piccola mia, voglio sapere come sta la creatura che porti in grembo. Abbiamo dei dottori bravi, ne ho chiamato uno per farti visitare.”

  C’era una donna vicino a lui, con un’altra ragazza, mi disse di stendermi in quel lettino che avevano messo prima che venissi e Alsir andò fuori. Rimasi sola con la dottoressa e l’infermiera per modo di dire.

 “ Tu devi essere Lilia, io sono la dottoressa Blizzard, vieni, accomodati, non aver paura, non ti farò del male.”

 Mi stesi in quel lettino, mi alzarono la maglia e incominciarono a spalmarmi sul basso ventre una pomata gelida e poi incominciarono a spalmarmi la pomata con un marchingegno. In un marchingegno accanto si vedevano delle immagini.

 “ Ecco, in questo momento questo è il tuo utero e quelle che vedi sono due bimbi. Aspetti due gemelli mia cara, vuoi sapere di che sesso sono?”

 “ No, non voglio saperlo. Mi basta sapere che stanno bene.”

 “ Oh, per stare bene stanno bene, sono in ottima forma. A quanto pare sei all’inizio del quinto mese di gravidanza. Dimmi il padre lo sa?”

“ No.”

 “ Ah, capisco. Beh adesso puoi scendere dal lettino, la prossima visita te la farò al settimo e all’ottavo mese di gravidanza, per vedere se è tutto ok.”

 “ Va bene.”

  Scesi e mi pulii con un pezzo di carta dalla pomata gelata. L’infermiera aprì la porta e Alsir e tutti gli altri entrarono nella stanza. Che confusione! Dissi solamente che erano due gemelli, ma il sesso no, non lo sapevo neanche io e non volevo saperlo. A me bastava che stavano bene.

Dopo dieci minuti andammo a tavola, era anche tardi, ma non importava. Era strano come nessuno dei presenti non pensasse a quella guerra che ci sarebbe stata, era come se fosse lontana. Si, forse era così, ma per quanto lo sarebbe stata? Quella sera cenammo con la terrazza aperta, venivamo bagnati dallo spicchio di luna.

 E poi mi ritrovai li, in quel cimitero, con i ricordi amari che inondavano la mia mente, guardavo tutto tristemente, come se fosse passato un’eternità dall’ultima volta che mi trovai li, invece erano passati solo quattro mesi. Com’era bello quella sera il cielo! Nero come la pece, nessuna stella, solo la luna che illuminava tutto.

Mi voltai e lo vidi, non lo avevo sentito arrivare.

 “ Ciao Lilia, è tanto che non ci vediamo, come stai?”

 Io stavo zitta, li, immobile. Le parole non uscivano, restavano in silenzio in gola.

 “ Non vuoi più parlarmi?”

 “ Perché non dovrei parlarti?”

 “ Lo sai il motivo.”

 Non resistetti e scappai, si scappai da lui, dalla sua vista, da quello sguardo che mi era tanto mancato, dalla persona in se.

 “ Ehi, dove stai correndo?????”

  Prese ad inseguirmi. Purtroppo scoprì dopo che stavo correndo dalla parte sbagliata, stavo correndo dritto dai nemici. Julius correva più veloce di me e mi raggiunse prendendomi per mano.

 “ Dove stai correndo? Sei impazzita? Vuoi che ti uccidano?”

 Un rumore di passi lo fece zittire subito e mi spinse verso la caverna, quella caverna dove lui stette quel breve tempo, mi spinse appena in tempo.

 “ Con chi stavi parlando Julius?”

 “ Con nessuno, Michelle, sono solo.”

 “ Meglio così.”

 Si avvicinò a lui e incominciò a baciargli il collo, a morderlo.

 “ No, Michelle, non mi va.”

 “ Di cosa hai paura? Che qualcuno ci veda?”

 “ No, non mi importa che ci veda qualcuno, solo che non mi va e basta.”

 “ Strano, di solito quando mi vesto così non mi resisti. Pazienza. Se vuoi sai dove trovarmi.”

  E andò via. Io guardavo la scena da dentro la caverna, da quella caverna che mi proteggeva col suo buio. Julius non si mosse da dove era finché lei non se ne fosse andata del tutto. Poi entrò dentro.

 “ Ehi, c’è mancato poco che ci scoprissero. Tu devi essere pazza. Ma mi vuoi rispondere?”

 “ Per dirti cosa?”

 “ Quello che vuoi.”

  Non dissi una parola.

 “ Ti ricordi quando venivamo qui? Che tu avevi paura che ci vedesse qualcuno e ti mettevi nell’angolo in fondo e io che ti abbracciavo? Cosa è cambiato?”

 “ Il fatto che avevi paura, paura che ti scoprissero che stavi con me. Il fatto che hai preferito un’altra a me. Vuoi che continui?”

 “ No, ti sei espressa chiaramente. Mi porti rancore. Volevo parlare da amici, cazzo!”

 Uscì senza rispondere. Cosa avrei dovuto dirgli? Che lo amavo ancora? No, non era il caso.

 “ CAZZO RISPONDIMI QUANDO TI PARLO, NON TI CHIEDO TANTO. NON VOLEVO CHE FINISSE COSI’. RISPONDIMI!”

  E mi abbracciò per poi staccarsi subito spostando gli occhi verso la mia pancia.

 “ Te ne sei accorto ora?”

 Non disse nulla.

 “ SI, SONO INCINTA. OGGI HO SCOPERTO CHE SONO DUE GEMELLI. SONO AL QUINTO MESE, VUOI SAPERE ALTRO? BEH NON TI POSSO DARE RISPOSTE. VAI DALLA TUA MICHELLE E LASCIAMI IN PACE”

  Le gridai queste parole, con tutta la rabbia che avevo nel corpo, ma cosa serviva gridare? Le lacrime dopo tanto tempo incominciarono a scendere giù, non me ne vergognavo, avevo solo amarezza. E lui li, che mi guardava, in silenzio, che non faceva niente.

 “ Vuoi dirmi qualcosa? Devi dirmi altro?”

 Non mi rispose, aveva solo lo sguardo abbassato, non mi guardava neanche.

 “ Il silenzio dice tutto. Ciao.”

  Me ne andai, passando per quel bosco che vidi una volta, me ne andai con la speranza che lui mi fermasse e mi abbracciasse, ma non lo fece, era li, fermo. Arrivai al cimitero, davanti quel loculo dove avvenne tutto e dove tutto finì. Li, dove due vite incominciarono a nascere dentro di me.

Due braccia incominciarono ad avvolgermi in un abbraccio, una mano spostò i miei capelli di lato, sentivo un respiro sul mio collo.

 “ Mi dispiace, mi dispiace davvero. So che ormai il danno è fatto, so che hai sofferto, e non so più se mi ami o meno. Non ti ho vista e sentita per quattro mesi. Sono sembrati un’eternità. Mi sei mancata, non sapevo più come stavi, non sapevo niente di loro, non sapevo più niente. Lilia, io ho capito una cosa, e tu avevi ragione. Io avevo paura, si è vero, paura di essere scoperto, di essere ucciso, ma la mia paura più grande è stata quando hai corso dritto verso la strada che conduce ai vampiri, li a morte certa. Il cuore ha incominciato a battere a più non posso, e quando è arrivata Michelle, sapendo che tu eri li. A me non mi importa niente di loro, di lei, mi interessa solo di te, e forse l’ho capito troppo tardi, quando molto probabilmente già ti ho persa. Ti amo.”

 Il cuore andava veloce, il mio e il suo, andavo sincronizzati.

 “ Baciami, come sta facendo la luna su di me con il suo chiarore, sono tua, come sono di essa, che ci unisce stasera sotto di essa. Fa del male al mio corpo che ha sofferto la lontananza del tuo, fammi male come quando mi mordi.”

  Lo baciai su quel collo che conoscevo, le mie mani strette sui suoi capelli mentre lui baciava me stringendomi forte a lui.

 “ Dimmi che non mi lascerai di nuovo, ho bisogno di sentirmelo dire.”

 “ No, non ti lascerò. Brucia la mia pelle come fa il sole che tanto amavo quando ero umano. Brucia la mia anima che ti ho dato, mordimi, voglio sentirti dentro di me. Tuo, tuo per sempre.”

 Quanto mi erano mancati quei baci, il corpo, il suo sapore, lui. Quella sera eravamo sotto un unico cielo stellato, li abbracciati, soli.

 “ Restiamo qui stasera, non si accorgeranno della mia assenza, ci sono abituati e poi devo fare la guardia. Ti amo.”

 “ Ti amo anche io, non ho smesso.”

  Quella sera rimanemmo li, abbracciati a guardare la luna che ormai faceva parte di noi.

 

   
 
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