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Autore: Keepy    29/04/2012    0 recensioni
spezzoni della vita di Delisha, principessa di un mondo immaginario, di Erik, guerriero valoroso e dongiovanni di quello stesso mondo, e di Lein, l'amore di Delisha e il migliore amico di Erik.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Lein era seduto su un tronco, dentro la foresta, si sentivano i rumori del ruscello che vicino scorreva e degli animaletti che zampettavano sul terreno. Delisha era tra le sue braccia, con la sottoveste imbrattata di terra, ma con la pelle al calore del sole. Qualche metro più in là, Erik era appoggiato ad un albero che emetteva un'ombra pazzesca, non era mai stato un amante del sole. Preferiva di gran lunga le notti e le stelle alle mattinate solari e alla brezza estiva.
Lein era di pessimo umore. Lo aveva chiarito con ogni fibra del suo corpo.
«Non ti preoccupare, noi staremo assieme. Qualunque cosa accada» gli aveva detto Delisha. Qualunque cosa... Beh, forse erano parole un po' troppo grosse. Delisha sapeva in fondo che c'erano pochissime possibilità che il padre, Re August, il sovrano di WistonVille, scegliesse Lein come sposo della figlia.
Lui era intelligente, bellissimo, con quegli occhi neri e dal taglio delicato. Era un intellettuale, e sebbene non fosse ciò che preferisse fare, era sempre andato in guerra per il popolo e ne era sempre tornato vincitore. Inoltre suo padre era il comandante in seconda dell'esercito del regno e la sua famiglia era ricca e prosperosa da generazioni. In più aveva anche tre fratelli maschi più piccoli ed una sorellina, e tutti e 5 assieme passavano molte ore durante le giornate estive. E questo dimostrava la bontà del suo cuore. Ma tutti hanno un punto debole, che sia grande o piccolo, che sia segreto o che lo conoscano tutti. E quello di Lein era il suo migliore amico, il suo compagno di giochi e il suo futuro superiore nell'esercito del regno: Erik.
Erik era ciò che ogni uomo del popolo desiderasse essere. Futuro comandante dell'esercito, figlio della dinastia più ricca di WistonVille, ben voluto dal Re, amato dai suoi soldati e, anche se poteva sembrare superficiale come cosa, indescrivibilmente bellissimo. Erik era senza dubbio stupendo, avevi i capelli lunghi e biondi che arrivavano alle spalle, erano perfettamente lisci e li portava accostati dietro le orecchie. Il fisico era risultato di 17 anni (questa era la sua età all'epoca), sembrava scolpito nel marmo, e quasi si vedeva brillare la sua pelle abbronzata e senza imperfezioni. Anche gli occhi erano i più belli del regno: sfumature nere che si congiungevano alla pupilla, e senza nessuna gradazione diversa da quel verde smeraldo che li faceva brillare.
Insomma, era meraviglioso. Ciò che invece lasciava a desiderare Delisha, era il suo carattere. Ai più piaceva il suo carattere deciso e senza inibizioni. Ma la principessa lo considerava solo un presuntuoso, arrogante, fin troppo consapevole della sua bellezza, senza un'ombra di umiltà e con un sorriso che ricordava quanto si sentisse superiore a tutti. Anche se lei lo consoceva un po' meglio degli altri. Lei, quando avevano entrambi 4 anni, lo aveva visto piangere tra le sue braccia. Sapeva qual'era la sua musica preferita, il suo cibo preferito. Sapeva tante cose su di lui, sapeva che la sua sensibilità era maggiore a quella che mostrava.
Erik disse « Andiamo» con l'aria di chi era infastidito da qualcosa. Delisha diede un bacio sulla fronte a Lein. Lein si alzò in piedi e si rivolse a Erik dicendo «Inizia a camminare, ti raggiungiamo dopo». Ma Erik rispose guardandolo dritto in faccia «Io e Delisha dobbiamo arrivare assieme. Sarebbe strano se la figlia del Re arrivasse alla cerimonia con... un soldato».
«Io non sono un semplice soldato!». Mentre Lein iniziava ad alzare la voce, Erik usava un tono calmo e tranquillo, si stava divertendo.
«Per ora non sei un soldato. Per niente. E anche quando lo sarai, sarai sotto di me».
«Vi prego, smettetela ragazzi» chiese esausta Delisha.
«Allora dì ad Erik che vi vedrete a momenti».
«Lein, sai che...» Delisha era molto a disagio. Lein sapeva che lui era un futuro semplice soldato, e che invece Erik era già un soldato ed un futuro comandante e che Delisha doveva arrivare alle cerimonie ufficiali con lui. Ma voleva che andasse contro suo padre, contro il suo popolo.. per lui.
Come poteva?
Sentì qualcuno che le stringeva la mano, pensava fosse Lein ma quando alzò lo sguardo e vide Erik che la portava fuori dal bosco.
«Lasciala!» urlò Lein.
«Lein, non abbiamo tempo da perdere. Non mi interessa quanto sei incazzato, fratello».
Delisha respinse per un poco la forza di Erik, ma rendendosi conto che era inutile, lasciò perdere. Stavano attraversando il bosco e Delisha aveva perso Lein dalla sua vista.
«Non avremmo dovuto lasciarlo così» disse più a se stessa che ad Erik.
«E' davvero un bambino».
«L'hai fatto arrabbiare, apposta. Come al solito, Erik».
«Lein non si interessa più di quello che dico o che faccio io. Lo sai, non siamo più amici. Non più da quando tuo padre ha deciso che il tuo futuro marito sarebbe stato uno dei migliori soldati dell'esercito».
«Sapeva già all'epoca che non sarebbe stato scelto» sussurrò Delisha di risposta.
Attraversato la zona verde, Erik lasciò la mano di Delisha ed entrambi corsero a cambiarsi.

Prima di uscire dalla camera, Delisha si diede uno sguardo allo specchio. Aveva i capelli ondulati che le ricadevano ordinatamente sulla schiena, mentre due ciocche che partivano dalle tempie, erano legati in due ordinate trecce che si univano sulla nuca. L'abito che la sua governante aveva scelto per lei, era magenta, con le maniche talmente lunghe da toccare a terra, e che non arrivavano sulle spalle ma si fermavano all'altezza del corsetto.
I nastri del vestito erano alternati tra l'oro e il bianco. La gonna era lunga e ampia e ondeggiava ad ogni suo movimento. Le decolleté erano bianche e l'anello che indossava sull'anulare della mano sinistra era dorato con uno zaffiro al centro ( quello era il gioiello dei figli della corona ).
Delisha si sarebbe voluta dare una pacca sulla spalla, era proprio bella. Ma avrebbe anche lei potuto scegliere quel vestito, non c'era bisogno che decidesse tutto la sua balia. Ormai aveva 17 anni! Era grande ormai, a 21 anni avrebbe dovuto acquisire il potere della corona! Ed era prossima alle nozze...
Quest'ultimo pensiero la rattristò non poco. Sebbene a Lein avesse cercato di nasconderlo, era ovvio che lei era stata promessa ad Erik. Lui era l'unico che avesse tutti i requisiti richiesti da suo padre August.
Una lacrima scese giù per il viso mulatte di Delisha. Glielo aveva tenuto nascosto! Non aveva detto a Lein che il Re aveva parlato in privato sia ad Erik che a lei!
Ricordava ancora la discussione avuta due mesi precedenti come fosse appena successa. Era nel balcone della sua camera, dove il sole batteva forte, mentre riposava all'aria aperta, con la dolce brezza di primavera. Fu svegliata dalla figlia della sua balia, Alinette, nonché sua amica. «Delisha, principessa, il Re desidera vederti».
Quando Delisha si recò nel grande salone, accompagnata da Alinette, vide una scena che fin troppo spesso aveva visto di quei tempi. Re August, nonché suo padre, che parlava con Erik. In maniera del tutto tranquilla e serena, e le loro conversazioni erano accompagnate da risate e pacche sulle spalle. In poche parole erano diventati migliori amici. Ma in maniera così incostante, così subdola, così nascosta, che a Delisha parve aver aperto gli occhi su di loro per la prima volta.
«Delisha, sei meravigliosa questa mattina» aveva commentato il Re. Ed Erik voltandosi, ed esprimendo un sorriso che avrebbe fatto arrossire il ghiaccio, aggiunse «Siete bellissima» (dando comunque un voi che non usava se non in presenza del Re).
«Oh, su via figliolo! Dalle del tu! Da ore te lo puoi permettere!» disse il padre con un immenso sorriso. Delisha accorciò la distanza che li separava, avvicinandosi e nel mentre chiese «Cos'è successo padre?».
«Nulla di cui ti debba preoccupare, anzi c'è da far festa» disse Erik sorridente.
«Ossia?» chiese Delisha, che stava iniziando ad agitarsi. L'ultima volta che Erik era stato così felice, fu quando dovette andare in guerra per la prima volta ed era tornato un eroe-assassino. Cosa che terrorizzava non poco la principessa.
«Oggi Erik, mi ha dato nuova prova del suo potenziale, sarebbe davvero un grande Re, Delisha». A quelle parole Delisha rabbrividì.
«In che senso padre?». Il Re non rispose subito, lanciò alcuni sguardi ad Erik e poi disse «Tuo padre sarebbe ben lieto di lasciarti il trono! Ma sai che il regno non vede di buon occhio una donna sola al potere».
«Oh, Padre! Non ti devi preoccupare. Ti prometto che a tempo debito utilizzerò la tua saggezza per scegliere l'uomo più adatto a me, tra i tanti soldati dell'impero» sorrise amabilmente, ma sapevano tutti e due che la discussione non era finita, piuttosto Erik sembrava pronto ad intervenire.
«Perché perdere tempo figliola? Non credi che Erik sarebbe un ottimo spasimante?». Per quanto quella discussione fosse prevedibile, per quanto Delisha già sapesse cosa ne pensava il padre, quella discussione, avuta solo due mesi prima era un segreto. Un orribile segreto tra lei, suo padre ed Erik. Ed ovviamente, suo padre era il complice che la infastidiva di meno.
Detestava avere segreti con Lein. Ma soprattutto detestava avere segreti con Lein, che riguardassero lei ed Erik. Si sentiva terribilmente in colpa.
Sentiva fuori dalla sua stanza l'euforia, le risate e le musiche della festa che aspettava solo … lei ed Erik. Formulare quel pensiero fu doloroso, per il suo già leso senso di colpa.
«Delisha, che abito stupendo!» esultò Alinette sulla soglia della porta. Delisha sussultò e Alinette chiese subito perdono per il suo comportamento.
«Sua Maestà mi ha mandata a chiamarti. Vedo che sei pronta. Sei davvero bellissima» disse con gli occhi celestini che brillavano.
Uscirono dalla stanza e si addentrarono nel pieno dei festeggiamenti, al di fuori del palazzo, dove tutto il popolo festeggiava. Tutti al passaggio di Delisha fecero un inchino e lei si diresse verso il suo trono, quello accanto al Padre che aveva ai lati lei e sua madre. Spesso si vergognava di ciò che pensava, ma non portava per sua madre nessun rispetto. Era come una figura di cartone, non tanto fasulla quanto vuota. Priva di idee, di personalità, nulla se non il riflesso antico di una bellezza ormai persa. Quando si sedette, poté vedere i guerrieri più forti allinearsi davanti all'altare della famiglia reale. Al centro Erik sorrideva maestoso, come un leone pronto ad addentare la gazzella, che dava alla sua vittima l'ultima possibilità di vedere qualcosa degno di nota. Alla sua destra Lein era teso, non sorrideva e sembrava pronto a collassare da un momento all'altro. Alla sua sinistra Norce, il fratello di Alinette e il figlio della badante. Il Re si alzò dal trono ed urlò « Sapete per cosa siamo qui oggi!». Ed al suo urlo il regno intero iniziò ad urlare come fosse in preda all'eccitazione.
«Mia figlia, la principessa Delisha un giorno prenderà questa corona!». Il Re si levò la corona e l'alzò sopra la sua testa, sentendo un altro grande boato da parte della gente.
«E cosa rende una donna degna di diventare Regina?!» urlò sopra la furia del popolo.
«Un Re!» e con l'accompagnamento del regno, i guerrieri, con in mano le lance e gli scudi con raffigurato lo stemma di WistonVille (un'aquila stilizzata decorata da due nastri che giravano intorno le ali e con una corona sopra) issarono le lance, e chi con il sorriso, chi con la ferocia, strillarono... anzi ruggirono al Re.
«Allora, popolo! Chi dovrebbe sposare mia figlia?! Chi dovrebbe sposare la luce dei miei occhi e la stella più luminosa dell'impero di WistonVille?».
Un coro di voci iniziò a gridare il nome dei guerrieri, e come Delisha si aspettava i più erano per Erik e Lein. Delisha guardò in direzione di Erik. Si era voltato un attimo verso Norce e stavano ridendo entrambi di qualcosa che gli altri ignoravano. Erik si voltò verso Delisha e fece un debole inchino. Dopodiché strizzò l'occhio con grande fascino. Fu un momento in cui, senza sensi di colpa o inibizioni, Delisha si sentì arrossire. Forse per una qualche complicità che in fondo il loro segreto aveva creato, forse per la pura e semplice attrazione che Erik emanava verso qualsiasi ragazza incontrasse. Fatto sta che Delisha gli sorrise ed Erik ricambiò amabilmente.
Quel piccolo, innocente incantesimo venne spezzato quando Delisha intercettò lo sguardo di Lein che aveva intercettato il suo. Fu come sentire qualcosa spezzarsi. Abbassò lo sguardo, sentendosi impotente sotto quello di Lein.
«Rispondete popolo! Chi è il migliore del regno?!» la domanda di sua maestà era ovviamente relativa. Già tutti guardavano Erik che aveva un sorriso da stregatto sul volto e che si stava godendo la scena del regno che gli si prostrava ai piedi.
«Stratford! Stratford! Stratford!» gridavano le persone, che era il cognome di Erik.
«Allora, Figlia Mia! Vuoi accontentare il popolo?!» chiese il Re. Si voltò verso Delisha e mentre tutti urlavano lei si alzò, e fece una riverenza verso Erik. Il pubblico, perché non era altro che questo, si zittì per due interminabili minuti.
  
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