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Autore: imNatsu    30/04/2012    5 recensioni
Storia ambientata durante i Magic Games; nel testo originale era presente una lunga introduzione sul mondo, sulla trama e sui personaggi principali di Fairy Tail, ma presumentdo che tutti qui sappiano già queste cose, ho evitato di riportarle. In questa prima parte Natsu potrebbe apparire forse un po'OOC, ma non saprei dire con certezza. Progettata per contenere intrecci sentimentali (com'è giusto che sia; Mashima, muoviti!) anche se si sviluppano poco per volta. In questa prima parte inoltre sono poco in rilievo gli altri personaggi, ma spero di riuscire a dargli il dovuto spazio nel susseguirsi della vicenda. E'la mia prima storia, anzi, è la prima cosa che scrivo che non sia un tema di scuola visto che ho scoperto da poco che mi piace davvero un sacco scrivere, è ben accetto qualunque tipo di critica o consiglio così da migliorare il mio stile e scrivere racconti sempre più piacevoli. :D
[Titolo da definirsi, per ora è un semplice gioco di parole]
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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2. Corri, Fairy Tail, corri!


 

Il giorno seguente si svegliarono tutti molto presto, si ritrovarono per fare colazione nonostante fossero ancora assonnati; soprattutto il dragon slayer sembrava patire quel risveglio più degli altri.
- Stavo dormendo così bene… come vorrei essere ancora nel letto. – si lamentò lui, non prestando attenzione a dove metteva i piedi.
Finì per andare a sbattere la testa contro lo stipite di legno di una porta dell’albergo cadendo poi a terra e  suscitando le risate dei suoi compagni.
In realtà avrebbe solamente voluto che il sogno che lo aveva cullato per tutta la notte non terminasse e che ci fosse un modo per farlo continuare.
Infatti il suo subconscio aveva immaginato e rielaborato una situazione vissuta tante volte, ma comunque un po’diversa dal solito: aveva sognato di essersi intrufolato come suo solito in casa di Lucy e di essersi sdraiato sul suo comodo letto. Lucy, invece di mettersi a strillare in direzione del suo nakama dai capelli rosa come era consueta fare, si limitò, dopo un attimo di confusione per la presenza del ragazzo sul suo letto, a sorridergli con tutta la dolcezza di cui era capace e si sdraiò vicino a lui.
Così era passata quella notte nella mente di Natsu: lui e Lucy che si addormentavano l’una tra le braccia dell’altro e nascosti ad occhi indiscreti dal sottile velo di oscurità offerto dalla notte, squarciato solo dai raggi lunari che filtravano attraverso le tende e illuminavano il volto dei due ragazzi.
Come biasimarlo se in quel momento desiderasse solamente continuare a essere circondato dalle immagini e dal confortevole tepore che gli regalava quel sogno?
“Ma cosa mi succede in questo periodo? Non posso iniziare anche a sognare queste cose!” pensò Natsu fa sé e sé, scrollando la testa più volte con veemenza.
Dopo circa dieci minuti di marcia, giunsero di buon’ora nel luogo dove si sarebbe tenuta la competizione. Ormai le Grandi Olimpiadi della Magia erano approdate alla terza giornata di gare e tutti avevano iniziato a capire il funzionamento di quel torneo: erano messe alla prova le abilità di un mago a trecento sessanta gradi.
La giornata di gare era divisa in due parti: una prova di abilità che variava da giornata in giornata e le cui regole sarebbero state esposte ai partecipanti solamente un momento prima di iniziare; la seconda parte invece consisteva in uno scontro uno contro uno, in cui si affrontavano gli sfidanti senza esclusione di colpi.
La sfida della terza giornata sarebbe consistita in una gara a obiettivi: i contendenti avrebbero dovuto percorrere le vie principali della città di Crocus, premurandosi di fermarsi in quattro tappe prestabilite dove avrebbero dovuto timbrare un foglio per confermare il loro passaggio in quel punto.
L’unica regola in vigore vietava di rubare il foglio timbrato ai propri avversari: tutto il resto era consentito.
-Yo, Erza, hai già deciso chi parteciperà per il nostro team? Voglio farlo io! Voglio farlo io! Mi sento tutto un fuoco! – Natsu, che nel frattempo sembrava essersi ripreso dallo stordimento mattutino, scalpitava all’idea di un altro giorno di sfide, anche se in realtà tutti sapevano che avrebbe solo voluto fare a botte con qualcuno.
- Ehi, dannato! Perché ci devi andare proprio tu?! Pure io voglio prendere parte alla gara, e non permetterò ad uno scemo come te di soffiarmi il posto! – era evidente che anche Gray condivideva lo stesso stato d’animo del suo compagno.
L’atmosfera era familiare: i litigi tra Nasu e Gray ricordavano a tutti i membri della gilda l’aria di casa.
- Se partecipa Gray-sama allora anche Juvia vorrebbe partecipare. Juvia farebbe qualsiasi cosa per Gray-sama! – si intromise Juvia portandosi le mani all’altezza delle guance in modo da nascondere il rossore dovuto all’imbarazzo.
- Su, su, ragazzi, non fate così. – Lucy cercava di calmare gli animi, quando all’improvviso vide Erza risoluta nel prendere in mano la situazione.
- Parteciperò io. – disse con voce lapidaria la maga delle armature, che nel contempo fece finire ogni sorta di litigio.
- Cosaaaaa?!?! – sia il mago del fuoco che quello del ghiaccio erano rimasti letteralmente a bocca aperta sentendo quell’annuncio.
- Oh? Davvero parteciperai, Erza? Se è così si fa interessante! Parteciperò anch’io! – Laxus era sinceramente curioso di gareggiare contro una maga del calibro di Titania, anche se non aveva nulla da invidiarle.
- Bene, ma vedi di vincere. – concluse sorridendo Gajeel, che pensava soprattutto alla vittoria.
I concorrenti per Fairy Tail sarebbero dunque stati Erza Scarlet per il team A e Laxus Dreyar, il nipote del maestro che era stato da poco riammesso nella gilda, per il team B.
Anche le altre gilde avevano scelto i membri che avrebbero partecipato alla gara della mattina: Eve e Leon prendevano parte alla sfida rispettivamente per la gilda di Blue Pegasus e per quella di Lamia Scale; le sirene di Mermaid Heel schieravano ancora una volta la piccola Beth Vanderwood mentre per i selvaggi Quatro Cerberus partecipava Novally non avendo maghi abbastanza veloci tra i loro ranghi.
Le gilde più pericolose, quelle a cui prestare maggiore attenzione, rimanevano Sabertooth e Raven Tail: per i campioni in carica avrebbe gareggiato Rogue Cheney, mentre per i corvi di Iwan Dreyar avrebbe partecipato lo spietato Kurohebi. Le abilità di questi ultimi maghi erano conosciute solo superficialmente, ma tutti concordavano nell’affermare che erano davvero degli avversari temibili.
Dopo essere stati presentati dal commentatore, i contendenti prendevano posto sulla linea di partenza, aspettando con impazienza l’inizio della gara.
Anche Jason, il mago-reporter della rivista “Sorcerer” era impaziente (forse anche più dei partecipanti) che iniziasse la gara, mentre continuava a ripetere sproloqui del tipo: - Partecipano Erza, Laxus e addirittura Rogue! FIGOOOOOO!!! –
L’Annunciatore principale dell’evento, Chapati Lola, una volta introdotto al pubblico il suo ospite abituale, Yazima-san, passò a presentare l’evento della mattina.
- Eccoci qui pronti ad iniziare questa terza giornata delle Grandi Olimpiadi della Magia! La sfida mattutina consisterà in una corsa a tappe obbligate; i concorrenti devono timbrare un foglio in ognuno dei quattro checkpoint situati nei punti principali della città! Non è assolutamente ammesso prendere il foglio di un altro concorrente: pena la squalifica! Mi dica signor Yazima, come pensa che potrà essere la gara quest’oggi? – concluse poi l’annunciatore passando la parola al co-conduttore dei giochi.
- Penso che sarà una sfida interessante. Sono tutti maghi molto abili e potenti, ci sarà da divertirsi. – rispose pacato Yazima-san.
- E tu Jason, come pensi che sarà questa gara? –
- Beh, si, certo, con tutti questi maghi straordinari a contendersi la vittoria sarà una gara davvero FIGAAAAAAAA!!! – rispose eccitato più che mai il giornalista.
- Bene, i concorrenti sembrano essere pronti, concentrati e disposti sulla linea di partenza! Adesso non ci resta di aspettare l’inizio della corsa. E… Partiti! Sarà uno spettacolo entusiasmante! –
Non appena diedero il segnale che sanciva l’inizio della gara, dalla linea di partenza si alzò un polverone in cui si riuscì solo ad intravedere Laxus, che avvolto dalla sua elettricità, scompariva con la velocità dei fulmini che era in grado di creare; lo seguiva a ruota Rogue, il dragon slayer dell’oscurità di Sabertooth, anch’egli molto veloce grazie alla rapidità di propagazione delle sue ombre.
Dopo poco tempo Erza aveva già occupato il terzo posto: dopo aver riequipaggiato l’armatura del ghepardo che aumentava nettamente la sua velocità, aveva guadagnato molte posizioni superando i propri avversari fino a raggiungere la coppia di dragon slayers che occupava le prime posizioni.
A seguire si trovavano Kurohebi e Leon, indaffarati in una faticosa rincorsa ai corridori che li precedevano.
Il rappresentante di Raven Tail, una volta distaccato Leon e raggiunti Rogue ed Erza, non esitò ad attaccare a sorpresa la rossa utilizzando la sua magia, Mimic, e copiando l’attacco elettrico del Dio del Fulmine mise in seria difficoltà la spadaccina, che presa alla sprovvista dall’assalto improvviso dell’avversario, dovette frenare di colpo per schivare l’attacco.
Laxus vide la sua compagna in difficoltà, e dopo aver messo al tappeto Kurohebi con uno dei suoi potenti fulmini, raggiunse la spadaccina.
- Ohi, Erza! Cos’è, ti sei rammollita? – disse con un ghigno ironico dipinto in faccia.
- Laxus! Non sono affatto rammollita! Ora vedi! – replicò Erza a quello che era stato il suo rivale di sempre, insieme a Mirajane.
- Tieniti forte. – si limitò a dire Laxus prendendo la rossa per la vita e scomparendo con un bagliore giallo.
I due erano di nuovo in testa al gruppo: solo Rogue di Sabertooth era in grado di tenere il loro passo.
I concorrenti raggiunsero la prima tappa segnata sul percorso, che consisteva nel pittoresco mercato cittadino, e fecero timbrare tutti.
Kurohebi, una volta rinvenuto, si ritrovò in fondo al gruppo.
Questa volta utilizzò il suo versatile incantesimo per riprodurre l’armatura del ghepardo di Erza, recuperando così terreno prezioso.
Rogue, Laxus ed Erza si contendevano le prime posizioni, Leon li inseguiva non molto distante in quarta posizione; Eve di Blue Pegasus era quinto, seguito a ruota da Beth e Novally; infine all’ultimo posto si trovava il serpente nero di Raven Tail, che però mostrava rapidi segni di ripresa del ritmo di gara.
Eve, una volta raggiunto il mago di Lamia Scale, non esitò ad attaccarlo con la sua magia della neve per cercare di rallentarlo.
- Pensi davvero che la neve possa funzionare su un mago del ghiaccio? ICE MAKE: APE! – a quelle parole apparve alle spalle di Leon una gigantesca scimmia di ghiaccio robusto e trasparente che riuscì facilmente a ripararlo dall’incantesimo di Eve.
“Argh! E’ diventato più forte di quanto pensassi in questi sette anni! Ma anche io mi sono allenato duramente… devo solo riuscire a rallentarlo.”
- Snow storm! – gridò il mago di Blue Pegasus facendo apparire alle sue spalle una bufera di neve diretta verso il suo avversario.
- Non funzionerà! ICE MAKE: WALL! – Leon riuscì con la sua magia alchemica a ripararsi velocemente dietro ad un muro e a sferrare il contrattacco, sperando così di distanziare quel mago fastidioso.
- E ora… ICE MAKE: FLOOR! –
Il pavimento si ghiacciò all’improvviso, facendo cadere Eve e permettendo all’allievo di Ul di distaccarlo.
“Bene, ora pensiamo a raggiungere quei tre davanti!” penso Leon aumentando l’andatura.
La corsa arrivò presso il palazzo reale di Mercurius: al suo esterno era allestito un banco dove i concorrenti potessero apporre il timbro che provasse il loro passaggio.
Leon ormai aveva quasi raggiunto i tre maghi al comando della corsa, mentre Eve lo inseguiva a grandi falcate. Beth e Novally arrancavano nelle retrovie incapaci di reggere il ritmo degli altri, mentre Kurohebi sopraggiungeva a ritmo veloce.
- Toglietevi di mezzo! SANDSTORM! – il mago di Raven Tail sbaragliò coloro che lo precedevano, facendogli perdere tempo prezioso in una tempesta di sabbia creata dai palmi delle sue mani.
Kurohebi riuscì a prendere la sesta posizione e, quando ormai la corsa era giunta a metà della terza tappa, stava velocemente raggiungendo Eve di Blue Pegasus.
“Cavolo, se mi raggiunge non durerò molto, quello sembra un avversario forte.” Pensò tra sé Eve-kun.
- E va bene! SNOW PROPULSOR! – la velocità del mago aumentò molto grazie alla spinta fornitagli dalla neve che sprigionava dalle sue mani: in poco tempo raggiunse Leon e i due si trovarono di nuovo a competere per il quarto posto.
- Sei di nuovo qui? Cavolo, sei proprio insistente! – disse Leon un po’scocciato.
- Certo, non ti lascerò di certo il quarto posto senza fare nulla. –
- Beh, sembra che tu non sia il solo a volere la mia posizione –
Kurohebi era proprio alle loro spalle, e procedeva a gran velocità. Aveva copiato l’incantesimo del fulmine di Laxus per ritornare in corsa.
“ Devo fermarli in qualche modo, non posso farmi soffiare punti importanti!”
Ai pensieri di Leon seguirono i fatti.
- ICE MAKE: GEYSER! –
Del ghiaccio fuoriuscì dal terreno riuscendo a rallentare la corsa dei due inseguitori.
“Ce l’ho fatta! E ora devo sbrigarmi a raggiungere quei tre davanti!”
- Dannazione! Stupido moccioso! – Kurohebi era decisamente infuriato, ma aveva già utilizzato gran parte del suo potere magico per copiare gli incantesimi dei suoi avversari.
- Merda! Ormai devo tenermi questa posizione schifosa… Non posso crederci.
I partecipanti erano in dirittura della terza tappa, quando Rogue decise di liberarsi della concorrenza: il suo corpo venne avvolto da un velo di potere magico nero, che si concentrò fino ad esplodere con un fragoroso boato. Il colpo fu devastante: gli unici che riuscirono a resistere furono Leon, Eve e i due membri di Fairy Tail, che furono capaci di schivare o parare quel colpo tremendo.
I tre avevano comunque perso molto tempo nell’evitare quell’incantesimo, mentre nel frattempo Rogue era scomparso nel suo alone nero, distaccando di molto i suoi inseguitori. Gli altri concorrenti, non essendo più in grado di continuare la sfida, vennero considerati come ritirati.
I quattro maghi ancora in gara diedero fondo a tutto il loro potere magico per aumentare la loro velocità: giunsero in fretta al porto di Crocus, dove era prefissata la terza tappa del percorso; timbrarono ancora una volta il foglietto, gareggiando tra le navi ormeggiate: ancora un piccolo sforzo e sarebbero arrivati al traguardo, che coincideva con l’arena dove si tenevano i giochi.
- Cosa diavolo era quell’esplosione nera, Laxus? – chiese Erza, visibilmente preoccupata per l’attacco di prima.
- Non ne sono sicuro, ma visto che il nostro avversario è un dragon slayer, penso che potesse essere un soffio del drago. –
- Non è possibile! Il soffio del drago non ha tutta quella potenza! –
- Beh, Erza, la potenza del soffio dipende dal potere magico usato per lanciarlo. Dobbiamo prestare molta attenzione a quel tizio… Ora pensiamo ad arrivare in fretta al traguardo! – Laxus ostentava un atteggiamento sicuro, ma in realtà anche lui era rimasto impressionato dalla potenza di quell’incantesimo.
- Si! – rispose la maga rossa, riprendendo a correre con maggiore convinzione.
Ormai la classifica era segnata: Rogue era troppo lontano per essere raggiunto, mentre Erza e Laxus correvano ad un ritmo talmente elevato che Leon non aveva alcuna possibilità di raggiungerli.
Gli altri concorrenti erano tutti svenuti dopo aver incassato un’esplosione di quella portata: la maggior parte di loro non aveva avuto abbastanza potere magico per scansare quell’attacco, e ne era rimasta coinvolta.
Il primo ad arrivare sulla linea del traguardo fu Rogue di Sabertooth, poco dopo arrivò anche Laxus che andava a guadagnare otto punti importanti per il team Fairy Tail B; a seguire arrivò Erza classificandosi terza e subito dopo anche Lyon di Lamia Scale.
- E’ stata davvero una corsa eccezionale! Rogue è primo, Laxus secondo, Erza terza, e, per finire, Leon quarto! Gli altri concorrenti purtroppo si sono dovuti ritirare! – disse con entusiasmo l’annunciatore, ancora emozionato per il susseguirsi dei colpi di scena.
- Yo, Erza! Sei stata grande! – urlò Natsu dalle tribune.
- Bravissima, Erza! – aggiunse sorridendo Lucy, che aveva guardato la corsa in piedi di fianco al ragazzo dai capelli rosa.
- Aye! -
-Andiamo, FAIRY TAIL! – gridò all’unisono tutta la tribuna della gilda di Magnolia.
Dopo che l’annunciatore avesse letto l’aggiornamento della classifica, la gioia si diffuse tra i membri di Fairy Tail: da ultimi erano riusciti a superare Mermaid Heel, Quatro Cerberus e Blue Pegasus, conquistandosi il quarto e il quinto posto nella classifica del torneo.
Nel pomeriggio si sarebbero svolti gli incontri: la vittoria valeva dieci punti, il pareggio cinque, mentre ovviamente la sconfitta non avrebbe fatto guadagnare alcun punto al team.
Le fate si ritrovarono tutte in una taverna non distante dall’arena per pranzare e prepararsi per il pomeriggio.
Il clima solitamente gioioso della gilda quel giorno era addirittura euforico, a causa dei brillanti risultati di entrambi  i team ottenuti per merito di Erza e Laxus.
Dopo numerosi  brindisi e bevute, il master salì su un tavolo, accingendosi a tenere uno dei suoi soliti discorsi. Tutti all’improvviso fecero silenzio per prestare orecchio alle parole di quel vecchio basso e dall’espressione buffa.
- Ragazzi, – esordì Makarov  - questo è un grande giorno per la nostra gilda. Oggi è il giorno in cui noi di Fairy Tail, dopo sette lunghi anni in cui i nostri amici e compagni hanno aspettato sperando nel nostro ritorno a casa, sopportando le umiliazioni e la tristezza, oggi è il giorno in cui Fairy Tail rinasce proprio per i nostri compagni, per riscattarli di tutto quello che hanno sopportato.  FAIRY TAIL ESISTE ANCORA! CONTINUIAMO AD ANDARE AVANTI! –
Quasi tutti i membri della gilda erano con le lacrime agli occhi, e ,dopo essersele asciugate, tutti insieme alzarono i boccali per festeggiare quel momento.
Natsu, invece, se ne stava seduto ad un tavolo in disparte, con la testa immersa nelle preoccupazioni che lo avevano tenuto sveglio buona parte della sera precedente. Nonostante la mattina fosse trascorsa senza problemi, continuava a ronzargli in testa una sensazione di pericolo, come un sesto senso che lo avvertiva che di lì a poco sarebbe accaduto qualcosa.
Tutti si erano accorti dell’insolito comportamento del dragon slayer, però, tranne il master, nessuno aveva capito da cosa era causato il suo turbamento.
Ad un trattò Lucy, stanca di vedere il suo compagno in disparte, si sedette vicino a lui sorprendendolo.
- C’è qualcosa che non va, Natsu? – disse la bionda con tono dolce.
-Lu… No, non è niente, non ti preoccupare. – rispose ermetico Natsu, ben consapevole di non poter dire nulla proprio a lei. Cosa poteva dirle d’altronde?
 “Cara Lu, dei tizi pericolosi vogliono rapirti per attuare non so bene quale piano e strapparti via da me.”
Di certo non poteva dirglielo in questo modo. Di certo non poteva dirglielo e basta.
“Ho promesso di proteggerla, non di farla preoccupare!”
- Natsu… non prendermi per una stupida! E’ due giorni che te ne stai solo e in disparte con la testa fra le nuvole. Si può sapere che cos’hai? – rispose Lucy un po’stizzita da quel ragazzo dai capelli rosa stranamente taciturno.
-E’ solo che… Non è nulla. Vieni, torniamo dagli altri! – disse il ragazzo sforzandosi di sorridere e comportarsi normalmente  per non far preoccupare la compagna.
- Sai, le tue parole dicono che è tutto a posto, ma i tuoi occhi mentono. Natsu, dimmi la verità… -
Natsu la guardò quasi sconcertato.
 I suoi occhi mentivano… Già, i suoi occhi. Non avrebbe mai pensato che Lucy fosse in grado di vedere la verità dietro ai suoi occhi verdi.
Il loro legame era talmente forte che ormai la ragazza riusciva a capire anche quello che lui stesso non aveva il coraggio di dire.
In quel momento Natsu sentì un senso di calore che si propagava in tutto il corpo, come quando nel mezzo di una fredda sera d’inverno, il fuoco del camino e il tepore delle coperte ti scaldano a tal punto da farti dimenticare che fuori, in realtà, nevica e si gela.
Non aveva potuto evitare di stirare le labbra in un sorriso sincero in direzione di Lucy.
- E’ solo un presentimento… Ma non preoccuparti, non allontanarti da me e andrà tutto bene. Dai, torniamo dagli altri! –  
“Non allontanarti da me… “  pensò Lucy, mentre le sue guance arrossivano al suono di quelle parole.
“Non lo farei mai… Mi hai cambiato la vita sin da quando ti ho incontrato per caso ad Hargeon. Non potrei più allontanarmi da te ormai, Natsu…”.
 I due tornarono insieme tra gli altri membri della gilda, che erano ancora impegnati in brindisi e festeggiamenti. In mezzo agli schiamazzi il dragon slayer riuscì a distinguere una voce familiare.
- Ohi, fiammifero! Dove diavolo ti eri cacciato, si può sapere?! –  Gray era in vena di fare a botte, e si riusciva chiaramente a capire cosa sarebbe successo in seguito.
- Fatti gli affari tuoi, ghiacciolo che non sei altro! –
- Cos’è cerchi rogne, eh? –
- Vieni qui che ti do una bella lezione! – disse Natsu, facendo scrocchiare sonoramente le nocche.
- Non toccare Gray-sama! –
Anche Juvia era intervenuta nel loro scontro: non era molto incline a questo genere di cose, ma per il suo Gray avrebbe fatto davvero di tutto.
- Uoooh! Una rissa! E’ una cosa da veri uomini! Partecipo anch’io! – Elfman non poteva ovviamente mancare in una delle risse iniziate da Natsu e Gray. A quel punto Evergreen lo colpì duramente sulla testa per cercare di farlo tacere: aveva un’espressione davvero spaventosa!
 – Ahia! Maledetta! Perché l’hai fatto, Ever?! –
- Perché hai rotto, ecco perché! “E’ una cosa da uomini, virile, virile”, dacci un taglio, idiota! E non chiamarmi Ever, solo i Rajinshuu possono chiamarmi così! – rispose la donna davvero furente.
- Una rissa?! Era ora che questo posto si movimentasse un po’! –
Anche Gajeel era pronto a buttarsi, quando sentì una vocina dolce e strillante dietro di sé.
- Non andare, Gajeel… Dai, resta ancora un po’con me. – lo pregò Levy
- Ma se stai leggendo senza rivolgermi nemmeno la parola! Non cambia nulla se sto qui o meno! –
 – Ma con te qui mi sento al sicuro – disse regalandogli un dolce sorriso.
- Uff, e va bene. –
Gajeel si lasciò convincere facilmente da quella piccola ragazza dai capelli blu.
“Cavolo, tutte queste stronzate sull’amicizia, sulla felicità e pure questa ragazza… Sto diventando un mollaccione.”  
Nessuno era ancora riuscito a capire come facesse una ragazza dolce, intelligente ed attraente come Levy ad essere tanto affezionata ad un uomo del calibro di Gajeel.
Una voce spaventosa si alzò in mezzo a quella baraonda.
- Per caso state litigando? – disse Erza con uno sguardo assassino. Natsu, Gray e gli altri si fermarono immediatamente sentendo quelle parole.
- N-no E-Erza, c-ci stiamo a-abbracciando, n-non v-vedi? – Gray era spaventato a morte da quella donna così intransigente, tutti lo erano.
In un attimo si ristbilì l’ordine.
“Certe cose non cambiano mai” pensò ridacchiando Lucy.
- Bene ragazzi, io vi saluto! Passo in albergo che ho un paio di cose da sbrigare. Ci vediamo più tardi all’arena. -  con queste parole Gray si congedò dai suoi compagni uscendo dal bar.
“ Cosa? Gray-sama se ne sta andando? Questa è l’occasione giusta per Juvia di passare un po’di tempo sola con Gray-sama!”
Juvia sgattaiolò furtiva fuori dall’edificio e si mise a pedinare prudentemente il suo Gray, facendo sporgere ogni tanto la testa dagli angoli delle strade con atteggiamento sospetto per controllare i suoi movimenti.
Dopo alcuni minuti Gray, e a sua insaputa anche Juvia, arrivarono all’albergo.
Il mago del ghiaccio salì le scale e si diresse verso la sua stanza.
Aveva lasciato la locanda per avere il tempo di farsi una doccia prima di dirigersi all’arena.
Preparò tutto il necessario, si tolse i vestiti ed andò sotto l’acqua.
Juvia aprì la porta della stanza con la mano tremolante ed entrò di soppiatto.
- G-Gray-sama? S-sei qui? –
Juvia era una ragazza molto timida, soprattutto quando si trattava di parlare con Gray.
Si era innamorata di Gray tanto tempo prima e da quel giorno la sua vita era completamente cambiata.
La pioggia che l’aveva sempre accompagnata durante la sua vita insieme alla tristezza, si trasformò all’improvviso in un sole raggiante, e la tristezza lasciò il posto alla felictà.
- G-Gray-sama? –
Juvia pensava che non avesse sentito, ma subito dopo si accorse del rumore della doccia proveniente dal bagno.
“G-Gray-sama si s-sta facendo la d-doccia?”
Juvia arrossì visibilmente pensando al suo corpo nudo e bagnato dall’acqua: per poco non svenì a quel pensiero.
Si mise pazientemente ad aspettare sul letto pensando a cosa dire appena fosse arrivato. Quando non sentì più scendere l’acqua, il suo corpo si irrigidì completamente fino a sembrare di marmo.
Gray entrò nella stanza con un asciugamano bianco legato al bacino ed un altro in mano con cui si stava asciugando i capelli bagnati.
- Juvia! Cosa ci fai qui? – disse con tono sorpreso il mago del ghiaccio.
- G-Gray-sama! E-ecco J-Juvia si c-chiedeva s-se… E-ecco s-se… G-Gray-sama… I tuoi vestiti!!! –
Juvia era ormai caduta sul pavimento priva di sensi per l’emozione.
- Ohi! Ohi, Juvia! Stai bene? –
- S-si… -
- Beh? Perché sei qui? – chiese Gray un po’spazientito.
- I-io p-pensavo che… B-beh e-ecco, p-pensavo che… p-potevamo f-fare una p-passeggiata per la c-città p-prima di a-andare a-all’arena… - Juvia ormai era rigida come il tronco di una quercia, la tensione aveva preso il sopravvento sulla sua buona volontà e poteva solo aspettare la risposta di Gray.
- Mh… Si, perché no?  Su, andiamo! –
Juvia aveva la mente completamente in subbuglio per l’emozione: i suoi occhi erano sbarrati e increduli, la gola era secca per la tensione, e le sue labbra si distesero in un raggiante sorriso che lasciava trasparire tutta la sua felicità.
- V-va bene… Però, G-Gray-sama… I tuoi vestiti!!! –
- ARGH! Cavolo! Mi metto subito qualcosa addosso, aspetta! –
I due camminarono a lungo attraverso le vie di Crocus, che, accostate da alberi rigogliosi e fiori di ogni colore, apparivano ancora più belle.
Passarono un primo momento in un silenzio piuttosto imbarazzante: d’altronde nessuno dei due era bravo a rompere il ghiaccio nè tantomeno a fare la prima mossa.
Arrivarono nei pressi del mercato che si trovava al centro della città che era stato usato la mattina come checkpoint della corsa magica. Il mercato era principalmente costituito da bancarelle che si trovavano sotto variopinti gazebo; era contenuto in una grande piazza con al centro una fontana di splendido marmo bianco con finiture verdi ed era circondato da una cornice di alberi in fiore: era davvero un luogo molto suggestivo, in grado di intenerire anche gli animi più duri.
All’improvviso l’attenzione di Juvia venne catturata da qualcosa che non fosse il suo Gray: gironzolando qua e là, aveva notato sul banco di un fioraio una rarissima begonia di un finissimo colore azzurro chiaro.
- Ohhhh… E’… E’ bellissima. –
- Uh? Cosa è bellissima, Juvia? –
- Quella… Quella begonia azzurra… E’ davvero splendida. –
Juvia amava il blu e le sue sfumature: il blu è il colore dell’acqua, della sua pioggia, mentre l’azzurro è il colore del ghiaccio, e quindi per estensione rappresentava anche Gray.
Infatti appena aveva posato gli occhi su quel fiore, aveva pensato che fosse proprio come lui: bellissimo e gentile, ma troppo raro e difficile da trovare.
Ma lei, lei aveva avuto la fortuna di trovarla, la sua begonia azzurra.
- Non pensavo fossi il tipo di ragazza a cui piacessero i fiori… - sghignazzò Gray.
- Beh, in fondo ad ogni ragazza piacciono i fiori… E poi questo è speciale… Non pensi anche tu che sia bellissimo? –
- Certo, di sicuro è bello… Però so fare di meglio! – disse il mago del ghiaccio, mentre imponeva le mani in modo da utilizzare il suo incantesimo alchemico.
Improvvisamente dalle sue mani si formò un mazzo di begonie di ghiaccio che assomigliavano molto a quella che era esposta sul banco.
Juvia rimase di stucco a quella vista.
- Allora, ti piacciono? Sono molto meglio di quella originale, no? – esordì Gray, ammirando il suo lavoro.
- Io… Sono… Sono davvero splendide! Questa è la più bella magia che tu abbia mai fatto! –
Juvia non aveva potuto fare a meno di stirare le labbra in un sorriso grande e sincero vedendo quel gesto.
Adesso il cielo era più sereno che mai e il sole brillava alto in quel mare celeste.
Gray rimase colpito: non aveva mai visto Juvia sorridere in quel modo.
Doveva ammetterlo, era davvero carina quando sorrideva così.
- Umpf, dobbiamo andare all’arena, è quasi ora. –
- Si! – gli rispose Juvia felicissima di quel tempo passato con lui.
Per tutto il tragitto il ragazzo dai capelli neri rimase assorto nei suoi pensieri, limitandosi a qualche scambio di battute con la maga.
Lo sapeva, era dagli episodi dell’isola di Tenrou che il loro rapporto era leggermente cambiato.
Aveva sempre saputo che Juvia avesse una cotta per lui, ma su quell’isola, quando lei non faceva ritorno e il timore che le fosse successo qualcosa gli annebbiavano la mente, capì che anche lui aveva iniziato a vederla sotto una luce diversa.
Del resto, anche il più freddo blocco di ghiaccio, se rimane esposto ai raggi di un sole radioso che lo illumina e riscalda con la sua presenza, presto o tardi finirà per sciogliersi.





Bene bene; sono di nuovo qui con un altro capitolo, ma non penso che il terzo arriverà a breve. Infatti se di questo avevo già un'idea e avevo già iniziato a lavorarci sopra, mentre per il terzo devo farmi venire in mente un paio di cose e poi curare l'aspetto formale.
Mh, che dire? Beh, è un capitolo davvero davvero davvero lungo. Sono addirittura ben sette pagine di un documento word. Spero solo che non risulti noioso data la sua lunghezza... è solo che non mi sembrava affatto giusto che un capitolo avesse due pagine striminzite e stop. E poi così racconto un sacco di cose in più.
Natsu e Lucy tenuti un po'da parte ma a fin di bene in fondo.
Nulla, spero che vi piaccia questo secondo capitolo e cercherò di farmi risentire il prima possibile per il terzo, anche se sarà dura!
 

  
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