Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Iris Fiery    30/04/2012    10 recensioni
"E ora che salgo con loro, vedo lo spazio attorno a me, perché i miei tratti scuri e duri non assomigliano a quelli dei classici ragazzini di qua, i cui occhi spesso assomigliano a specchi d’acqua e i capelli riccioluti a quelli di un angelo appena nato. Il mio comportamento, modo di camminare e chissà che altro non è come quello dei giovani usciti dai corsi di buone maniere, neanche il mio modo di vestirmi lo è: no, perché io vengo dalla periferia, perché io sono uno straniero."
Una ZaynXHarry, scritta con un pò di insicurezza^^ Spero possa piacere, sappiatemi dire eh *_*
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Get outta control
Get outta control

Image and video hosting by TinyPic


~ZaynWord

<< Chiariremo solo e poi me ne andrò. >>
<< Sei proprio un idiota, sai che non sarà solo così. >>
<< E quindi? Se io volessi soffrire? >>
<< Non venire poi a piangere da me. >> Dopo queste poche parole lo vedo alzarsi, in procinto di andarsene.
Mi avvicino e gli stringo il polso, prima di tirarlo a me, abbracciandolo con forza, una stretta che ben presto viene ricambiata: Niall ha solo paura che io stia male, come sempre. Tra noi due è lui quello adulto, perché io sono solo l’idiota che fa tutto di testa sua: lo vedo sospirare prima di staccarsi, mettendo a posto la maglietta bianca che indosso e passandomi la camicia di varie tonalità da mettere sopra. Mi guarda e sorride appena.
<< In realtà sai dove abito, se andrà male… >>
<< Sì, grazie. >> Annuisco, finendo di allacciare i pantaloni beige ed esco da casa mia, mentre lui si allontana poco dopo nella via opposta.
Conosco queste strade a memoria ormai e il mio corpo va da solo verso la metropolitana, mentre il buio inizia ad inglobare questa città la cui vita notturna è proporzionata a quella del giorno: le luci iniziano ad infuocare le strade che diventano man mano che mi avvicino al suo quartiere sempre più gremite e larghe. I miei occhi spiano i passanti, ma oggi non sono in vena di fissarli troppo, perché sento il cuore leggermente stanco, e la mia discussione con Harry stanotte lo distruggerà: non ho intenzione di farmi mettere i piedi in testa da lui, e so che il mio stupido orgoglio farà di tutto per distruggerci e farci litigare. Forse sarà un bene, perché non penso che siamo destinati a stare insieme: troppe cose che io ritenevo futili ci dividono, e purtroppo ci fanno del male.
Non siamo cresciuti nella stessa maniera, non abbiamo gli stessi obiettivi o le stesse idee: siamo differenti su tutto, e se dicono che gli opposti si attraggono, forse con noi questa elementare legge chimica non è molto giusta. Perché gli opposti si arrabbiano, litigano, sbagliano e soffrono, e io sono stanco di stare male per gente per cui io sono nulla: se davvero mi voleva bene, ora non sarebbe in dubbio. Che poi, se gli piace lui, gli chiedo come diavolo faccia a piacergli anche io: penso sia qualcosa di meramente fisico, visto che caratterialmente io e quel borghesotto siamo opposti.

Sospiro, facendo leva sui muscoli e supero facilmente la cancellata, saltando al di là: atterro sulle gambe molleggiate così da non farmi male e mi avvio. L’aria sembra più fredda del solito, il cielo più scuro e la casa mi pare un enorme costruzione che vuole solo inglobarmi: è come se volesse mangiarmi, farmi del male ancora più di quello che già mi ha fatto Harry con delle semplici parole. Perché si, sono quelle che mi fanno del male: il fatto che sia stato costretto, a cui ora credo poi poco, a stare con lui non era un problema, perché ora sarebbe tornato mio. Ma il fatto che è indeciso… mi fa schifo.
Salgo velocemente sulla costruzione davanti la sua finestra e busso due volte: il cielo tuona, immagino stia venendo una pioggia bella forte e io mi riparo il meglio possibile, sebbene qualche goccia mi colpisca ugualmente.
Il vetro  poco dopo si apre e io salto dentro senza tanti complimenti: sospiro, passando le mani tra i capelli, che si alzano ancora più di quello che sono e guardo Harry, poco distante da me. I bei capelli riccioli mostrano il viso contratto, mentre indossa solo un baio di boxer blu e una maglia bianca con sopra una stampa: sembra ancora più piccolo ora.
Mi abbraccia ma io rimango immobile e lo sposto poco dopo da me, sfilandomi la camicia sopra, rimanendo in maglia.
<< Quindi? >> Chiedo poco dopo, guardandolo negli occhi verdi smeraldo che ora fissano in terra, insicuri.
<< Zayn… io… ti amo. >>
<< Si bella scusa. >> Mi metto a ridere, scuotendo la testa, infastidito dalla tanta ipocrisia e falsità in lui. << Tu non sai che vuol dire amare, Harry. Non lo sai, perché non puoi amarmi e poi dire che ti piace Louis. >> Mi avvicino e lo fisso negli occhi, mentre lo sento indietreggiare. Ha paura di me, ora? Che diavolo di lavaggio gli ha fatto Louis?
Non sa cosa dire, perché sa che ho ragione: probabilmente mi dice questo solo per la paura che io me ne vada o altro, non lo so. Forse farei bene ad ascoltare Niall.
Si sfila la maglia, rimanendo col bel petto nudo e glabro davanti a me: mi prende poi una mano, poggiandosela sul petto, sorridendo come un bambino.
<< Sì… ti amo… e voglio essere tuo… >> La testa bassa, lo sguardo triste e il resto mi fanno capire che qualcosa non va.
Forse sono anch’io un debole, probabilmente lo sono, ma giusto ora me n’accorgo: ritiro la mano e scuoto la testa, mentre decido di accendermi una sigaretta.
<< Tu non mi ami, Harry. Non me ne andrò se dirai la verità, me ne vado se continui a mentirmi. >> Mi avvicino alla finestra e nei suoi occhi passa un lampo di terrore, ma quando capisce che sono qui solo per non far entrare il fumo si rilassa.
Si butta a sedere violentemente sul letto, con le mani strette intorno allo stomaco, e lo sguardo ancora più triste.
<< Io… >>
<< Niall mi ha detto di quello che vi siete detti. >> Sorrido ora con rabbia, mentre lo guardo: la sua testa si alza velocemente e i suoi occhi si svuotano. << Non voleva, ma vi ho visti parlare e l’ho costretto. Quindi io non ti soddisfo. >>
<< Zayn… >>
<< Forse non ne ho avuto tempo, non pensi? >> Mi avvicino a lui e gli alzo il viso verso di me, con una parte ancora cattiva nel mio sorriso. << Sai, non sono come voi, non ho la possibilità di non fare un cazzo tutto il giorno, perché io me lo devo meritare il mio posto in questa terra, nulla mi è stato regalato. >> Mi siedo affianco a lui e lo tiro sulle mie gambe, mentre lo vedo poggiare le mani sulle mie spalle: i nostri occhi si perdono gli uni negli altri.
Trema, come un bimbo che ha rotto qualcosa ma non vuole dire nulla alla mamma: ma ora la mamma lo ha scoperto, e non sa cosa fare.
<< Scusami, Zayn, ho detto una stupidata dopo l’altra. >> Inizia, mentre scende una lacrima sulla guancia: mi avvicino a lui e lascio un bacio su quel punto in cui ora la lacrima muore tra le mie labbra. << Voglio stare con te… ma ho paura, perché io non sono nulla in confronto tuo, o di Helena… >>
<< Helena? >> Chiedo poco dopo, mentre lo guardo negli occhi accigliato e lui annuisce dolcemente.
<< Sì… lei è bellissima e… >>
<< Se tra noi è finita, forse non voglio un suo altro clone, non credi? >> Mi sembra una cosa ovvia, ma gli do una speranza in più, ora.
Mi sorride e annuisce appena.
<< Scusami… scusami per tutte le stupidate che ho detto… >>
<< Non sarà così facile, Harry, perché pensavo anch’io di amarti ma… ora non ne sono certo. >> Sono una persona sincera, anche a costo di fargli del male: ma è meglio essere chiari, così da poter solo migliorare il discorso. << Voglio però continuare a stare con te, perché ti sento mio, perché ti voglio. >>
<< Grazie Zayn… >> Sussurra, stringendosi con le braccia attorno a me.
Poggio il volto nell’incavo tra la spalla e il collo e inizio a mordicchiarlo, inizialmente pian piano, poi con maggiore intensità: succhio leggermente e le sue mani si stringono nei miei capelli, probabilmente gli piace assai questa cosa.
Quando mi stacco, un segno violaceo è ora impresso sul collo chiaro: glielo lecco appena, prima di guardarlo negli occhi.
<< Sarà difficile stare insieme per noi, lo sai. >>
<< Ma sono pronto. >> Dice, e ammetto di non aver mai sentito una voce così sicura da lui. << Sono pronto ad andarmene da qui, se proprio devo. >>
In effetti non sarebbe una cattiva idea: è maggiorenne oramai, o vi è vicino, e se stesse direttamente con me, potremmo vederci sempre.
Qualcuno bussa alla porta e stringo la mia presa su di lui.
<< Harold, perché la porta è chiusa? >> Sento dire da una voce femminile, che riconosco essere quella della madre.
<< Ho da fare mamma. >> Dice con voce risoluta, e dei passi mi dicono che se ne è andata. << Zayn… mi dispiace tanto per tua madre… >> Sussurra poco dopo, poggiando la fronte alla mia. << Ora cosa fa? >>
<< Va a pulire gli ammalati che non possono muoversi. >> Sorrido appena, mentre vedo i suoi occhi intristirsi ancora di più di quello che già erano. << Ma è felice, e sta bene: un giorno vorrebbe rivederti ha detto… >>
<< Quando vuoi, verrò da te. >>
Sospiro, sdraiandomi sul letto con lui affianco e lo stringo a me: tengo il petto contro il suo per qualche attimo prima di scende e poggiare la testa sul petto piccolo e magrolino. Tengo gli occhi chiusi, mentre mi accarezza i capelli.
<< Hai detto che Louis ti tocca meglio di me. >> Sorrido, alzando il volto verso di lui. << Semplicemente, io non mi voglio approfittare e lo farò solo quando lo sento… >>
<< Lo so Zayn, l’ho capito solo ora. Perché averti tra le mie braccia, mi sta facendo tornare in vita…  Perché io ti amo. >>
<< Amare me comporta molta fatica. >>
<< Sono pronto a scalare montagne a piedi. >> Sussurra e io ora ci credo, mentre mi addormento in quella maniera, ora tranquillo.

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Iris Fiery