Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: noceur    30/04/2012    6 recensioni
"Passare un'intera estate in un paesino piccolo e sperduto come Mullingar può sembrare estremamente noioso e sconcertante. Ma chiunque lo pensi si sbaglia di grosso. Può cambiarti la vita." mi dissero un afoso giorno di luglio.
E avevano ragione.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Karen


Mi stiracchiai per l'ennesima volta quella mattina, cacciando un lungo sbadiglio, seguito da quelli di mia madre e mia cugina, rispettivamente in piedi - o meglio, barcollante - affianco al mio armadio, e affianco a me sul letto, con le gambe incrociate.
«Okay, con molta calma, cosa mi metto sta sera per la festa?» domandai tutta su di giri, risvegliandomi da quello stato rem in cui mi trovavo.
Entrambe si girarono verso di me con sguardo assassino, ma fu solo mia cugina a parlare «Cioè, fammi capire: tu, ci hai svegliate all'alba per discutere su ciò che dovrai metterti alla festa di stasera?! - io annuii sicura, ricevendo un'altra occhiataccia, anzi, due. - Io ti ammazzo di botte, cugina.» mi minacciò Winnie, fingendo di venirmi addosso, per tirarmi un pugno. Alzai le mani in segno di difesa, e le riabbassai assicurandomi si fosse calmata. Winnie appena sveglia era inavvicinabile, non le si poteva domandare nulla, men che meno chiederle di cose futili. Ma comunque la questione "vestito per la festa" non era futile, giusto?
«Meglio il vestito rosso, o questo qui bianco. Entrambi li abbinerei alla maschera nera che aveva portato papà da Venezia, qualche anno fa.» mi alzai in piedi, avvicinandomi i vestiti al petto, alternandoli.
«Penso che dovresti mettere quello bianco, risalta di più le tue forme, ed è meno volgare.» mi consigliò  mia madre.
«Ma io preferisco quello rosso!» piagnucolai, delusa dalla sua risposta.
«E allora cosa ce lo hai chiesto a fare?!» chiese mezza isterica mia cugina. Era diventata di un colore rosso peperone dall'arrabbiatura, le succedeva sempre anche quando la mettevano in imbarazzo, o solitamente davanti a Liam, che in pratica era la stessa cosa.
«Per avere un vostro parere.»risposi, e ributtai gli abiti sul letto, facendo sussultare Winnie. penso fosse la terza occhiataccia malvagia in meno di cinque minuti, un record! Che cugina suscettibile, mamma mia!
«Tua madre ti ha detto il suo parere!» ribatté lei, quasi strillando.
«Ma era un parere superfluo.»  appurai, socchiudendo gli occhi.
«Basta, ci rinuncio!» sbuffò mia madre, uscendo dalla mia camera, per poi sbattere la porta.
«No ti prego, zia. Non lasciarmi da sola con questa pazza.» sussurrò Winnie, sorridendo verso di me.
«Ora seriamente, quale indosso?» chiesi seria. Lei senza nemmeno rispondermi si alzò dalla sua comoda postazione, e spalancò il mio disordinatissimo armadio. Metà dei vestiti le caddero addosso, travolgendo la sua poco sviluppata altezza. Si libero da un jeans invernale che le copriva completamente la faccia, insieme ad un maglione di lana, così caldo che nemmeno un russo in costume in pieno dicembre lo avrebbe usato, per non rischiare di smaterializzarsi.
Iniziò a cercare qualcosa a me ignoto nei vari cassetti e scompartimenti, e pochi minuti dopo, urlò trionfante «Alleluja! Finalmente l'ho trovato!» mi lanciò un vestito giallo, di cui non mi ricordavo nemmeno l'esistenza.
«Emh, sì, carino» ammisi, senza far trasparire troppo entusiasmo. Non mi piaceva il fatto che mia cugina avesse avuto un'idea migliore della mia, ma soprattutto ce l'avevo con lei per il fatto che andasse alla festa con Liam. Non che Liam mi piacesse, nemmeno lontanamente, ma possibile che mia cugina, di tre anni in meno di me avesse un accompagnatore ed io no? Capivo che mia Winnie fosse "la ragazza perfetta" e tutto ciò mi infastidiva, ero sempre stata gelosa, di lei, dei suoi occhi caramello, dei suoi capelli ricci che in confronto ai miei lisci come spaghetti erano l'ottava meraviglia del mondo, e del suo corpo perfetto, anche se lei non la pensava così.
Devo ammettere che la sera precedente aveva mangiato con più gusto, assaggiando persino la torta al cioccolato di mia madre, lasciandoci stupite e naturalmente io, curiosa come al mio solito, mi ero fatta raccontare tutto. Ero davvero felice per lei, e del fatto che l'unica persona che poteva aiutarla a cambiare idea lo aveva fatto, e di tutto il resto, a parte che per l'invito. Non si dovrebbe mai essere gelosi di nessuno, tanto meno di un familiare, ma era più forte di me.
Scossi la testa per far andare via tutti i brutti pensieri o gelosie, e le sorrisi calorosamente, in segno di ringraziamento.

Stavo ancora girovagando per la mia stanza in cerca di un paio scarpe adatte, e del make-up perfetto, quando sentii qualcosa colpire il vetro della mia finestra, e poi ancora per un paio di volte, fino a quando non mi affacciai e notai Emily proprio sotto alla quercia secolare del giardino di casa mia con alcuni sassolini in mano, pronta a lanciarne l'ennesimo.
«Tu sei completamente matta!» le urlai, dopo aver aperto la finestra e aver rischiato di ricevere un sasso in faccia.
«Scusami tantissimo Karen, ma devo dirti una cosa… inimmaginabile!» urlò di rimando, fra l'esaltato e la soglia del manicomio.

«Stai scherzando?!» squittii, sconvolta, dopo essermi portata una mano alla bocca.
Lei scosse la testa, divertita, ma quasi più sconvolta e incredula di me «Seriamente, Niall mi ha invitato alla festa di Spencer. Io e lui. Insieme. Lo avresti mai detto?» domandò retoricamente.
«Quindi, provi interesse per lui.» affermai, intravedendo i suoi occhi assumere la forma di cuore.
«No, assolutamente.» rispose sicura, socchiudendo le palpebre.
Inarcai le sopracciglia «E allora perché tutto questo euforismo?» ero confusa. Molto confusa ad essere sinceri.
«Beh, il fatto è questo: andare ad una festa accompagnata da qualcuno popolare come lui mi renderà desiderabile agli occhi degli altri ragazzi, e ciò aumenterà la mia autostima.» sbatté le palpebre, e iniziò a giocherellare con i tasti della sveglia sul mio comodino.
«Sei proprio una stronza, Ems - dissi sarcasticamente e scoppiai a ridere - Niall è un ragazzo sensibile, lo sanno tutti, e tu vuoi illuderlo in questo modo?» a pensarci bene quando avevo detto che era una stronza non ero proprio sarcastica, ma meglio non dirglielo.
«Ma guarda che anche lui mi sta 'usando'. Lui mi ha invitato solo perché pensa di non avere possibilità con la ragazza che gli piace, e vorrebbe farla ingelosire, quindi siamo pari.» sollevò le sopracciglia col suo fare sicuro, e prese a camminare su e giù per la camera.
«E non ti è passato per la testa di coccio che ti ritrovi che la ragazza che gli piace sia tu, e che stesse cercando una scusa per dichiararsi?» domandai e vidi il suo sorriso diventare più una smorfia di disgusto.
«Sono un mostro.» strillò nel panico, passandosi una mano fra i capelli. Poco lunatica la ragazza, già.
«Non è vero - le accarezzai una spalla - solo che tu sei la persona che può capire meglio come potrebbe sentirsi Niall a scoprire che lo hai solo usato. Capisci? O devo ricordarti tutti i tuoi precedenti ragazzi?»
Ah, tagliatemi la lingua. Il mostro sono io pensai appena dopo aver pronunciato quella frase, ma più che triste la sua espressione mi sembrò arrabbiata, quindi il danno non era grave, tutto sommato.


Spencer


«Non posso crederci. Dimmi che è un sogno, o meglio, un incubo.» ripetevo continuamente come un disco inceppato, cercando di 'svegliarmi'.
«No, Spence. E' la realtà.» ruotai leggermente la testa verso Ivy, seduta affianco al letto dove io ero sdraiata in balia della disperazione. Notai un'espressione infastidita sulla sua faccia, molto simile alla mia in quello stesso istante.
«Verrà alla festa con Emily? E' impossibile!» cercai di trattenermi dallo strillare per la rabbia, con scarsi risultati.
«Lo so, anche io fatto fatica a crederci quando Winnie me l'ha raccontato dopo averlo sentito che ne parlava con sua cugina. Ma non credo sia uno scherzo.» oh, ma che parole di conforto da parte della mia migliore amica.
«E se lo fosse, sarebbe di pessimo gusto.»  aggiunsi.
Ci fu un lunghissimo silenzio, disturbato solo dal rumore della pallina da tennis che mi ostinavo a lanciare per aria e a riprendere, per sfogarmi. Ivy sembrava anche più disperata di me, vedermi così non la faceva stare molto bene, suppongo fosse per quello. A meno che anche lei non avesse una cotta per Niall, ma se così fosse stato non sarei qui a parlare di lei, per non rischiare di finire in galera per uso improprio di una pallina da tennis.
«No, non posso vederti così per il resto della nostra esistenza al college, quindi - si avvicinò, appoggiandosi affianco a me sul materasso - tu ti farai bellissima per la festa, che, fra l'altro sarà stupenda perché organizzata da me e te, e ti divertirai a ballare con tutti i ragazzi presenti, e lui si renderà conto ci cosa si perde a non uscire con te, okay?» io annuii, e mi alzai dal letto molto lentamente. «Ora è meglio andare al supermercato a prendere qualcosa per la festa, non credi? Cosa daremo da mangiare a tutta quella gente che per smaltire la sbornia epocale dovrà mangiare come maiali?» sorrisi sollevata, mi infilai un largo felpone rosso sopra solo una canottiera e un paio di pantaloncini corti, e legai i capelli in una veloce treccia a coda di pesce. Presi 'in prestino' il portafoglio che mia madre lasciava sempre a casa anche quando partivano per sicurezza, e uscimmo in fretta e furia sotto un caldo sole di giugno.

«Tieni, prendi al volo!» urlai a Ivy che si trovava dall'altra parte del reparto deserto di dolciumi, tirandole un pacchetto di orsetti gommosi dritto in faccia. Lei si girò di scatto, ma non fece in tempo ad indietreggiare di pochi passi, che le caramelle l'avevano colpita, e per di più era inciampata nel cestino abbandonato da qualche vecchia signora. Sarebbe probabilmente caduta come una pera cotta, facendosi anche molto male, se non fosse stato per qualcuno, che la tenne in piedi. Zayn Malik, apparso da non si sa dove. Il reparto non era poi deserto come sembrava.
Vidi il suo viso rilassarsi per un secondo, prima di mettere a fuoco chi l'aveva salvata e diventare del colore della mia felpa. Si tirò su di colpo, tossendo, e balbettando qualcosa che a quella distanza sembrava un 'grazie' o uno 'scusa'. Lui si stava palesemente trattenendo dallo scoppiare a ridere, mentre lei evitava di uccidermi per lo sguardo solamente perché ancora emotivamente instabile.
Corsi alla cassa per non riderle in faccia, pagando le poche cose che ci erano sembrate adatte per festeggiare, possibilmente evitando di attirare l'attenzione dei servizi sociali. Pagai, e uscii dal negozio, e solo dopo pochi minuti vidi uscire Ivy e Zayn insieme, lui con alcune buste della spese, e lei che si guardava le mani, torturandole. Probabilmente era ancora imbarazzata dalla sua non troppo fine figura.
«Ciao Spencer - mi salutò il moro, baciandomi sulla guancia, il che fece sollevare lo sguardo di Ivy dalle sue tanto interessanti mani. Mi nascondeva qualcosa, già - allora, vi va di venire a mangiare qualcosa? Io ho una fame, è l'una e ancora non ho mangiato.» Zayn, a differenza di come poteva sembrare ad una prima occhiata, era un ragazzo molto loquace e per nulla vanitoso come molti avrebbero potuto pensare. Sì, aveva un'innata passione per lo specchiarsi, e farsi foto a petto nudo per poi metterle tranquillamente sul web, ma tutto sommato era quasi normale.
Io risposi per entrambi, accettando il suo cortese invito.

In pochi minuti, dopo essere arrivati all'unico fast food in paese, la situazione si era ribaltata: Zayn e Ivy non smettevano di parlare e ridere fra di loro, trattandomi come se fossi stata invisibile, e non sapevo proprio cosa fare per togliermi da quella situazione imbarazzante. Ivy sembrava essersi pienamente ripresa, dopo che Zayn le aveva cinto le spalle per tutto il tragitto, per  non 'rischiare di farla cadere nuovamente'.
Alla fine optai per la via più semplice possibile, anche se un po' sfacciata «Eh, io mi sento un po' il terzo incomodo.» annunciai, prima di posare il tovagliolo sul tavolo, dopo un ultimo morso al mio panino, e alzarmi, per dirigermi verso la porta. Ivy ci mise un po' ad accorgersene, perché apparse fuori dal locale quando io ero già un po' lontana.
«Spencer, torna qua!» urlò, facendomi un gesto con la mano.
Ripercorsi i pochi metri che avevo appena fatto e le dissi «Non volevo disturbare, dovresti ringraziarmi, no?» chiesi, un po' brusca.
«No, ti prego, non lasciarmi da sola, con lui!» esclamò, prendendomi per mano.
«Perché no? Sembra che ti stia divertendo molto, e poi non è un vampiro, non ti morde. Sta' tranquilla.» mi girai verso casa, ma lei mi fermò.
«Ma ho appena fatto la figuraccia che potrebbe essere premiata ai grammy e tu vuoi lasciarmi con lui che probabilmente non farà altro che fare battutine sulla mia faccia sconvolta?» chiese preoccupata.
«Ma perché ti preoccupi tanto? Vi conoscete da una vita, e probabilmente ti ha visto anche nuda mentre le vostre mamme vi cambiavano nello stesso fasciatoio, perché ti fai così tanti problemi ora?» probabilmente aveva capito dove volevo andare a parare, che volevo sapere se c'era qualcosa che non mi aveva detto, come ad esempio… una cotta?!
«Ma neanche se ne ricorderà di quando avevamo qualche mese, ora è abbastanza grande da ricordarmi a vita come 'la ragazza che non sa stare in piedi.'» spiegò, con occhi di supplica.
«Ma si ritorna al discorso di prima - ero convinta a farglielo dire, a tutti i costi, che le piaceva almeno un po' - che ti frega di…»
«…Quel figo di Zayn Malik? Beh, forse a te non te ne frega niente, ma a me sì.»
Colpita. E affondata.
Si portò lentamente una mano alla bocca quando si rese conto di aver fatto una discreta figura di merda. Arricciai le labbra per trattenermi dal ridere come una matta, ma con scarsi risultati, e iniziai a ridere, facendola arrossire fino alla punta dei capelli.
«Smettila - si lamentò, tirandomi una sberla sul braccio, ma sorridendo anche lei - non ho detto niente di male!»
«No, assolutamente. Tranne la stronzata delle - diedi uno sguardo al mio orologio - 2 e 47.» feci un sorrisetto divertito e la abbracciai forte. «Io vi lascio soli, allora…» ridacchiai, facendo per allontanarmi.
«Non vorrai mica lasciarmi qui da sola, con lui?» sibilò, preoccupata.
«E che male c'è? - ridacchiai - mi sembrava vi steste divertendo anche da soli. Dai, è la tua grande occasione, cerca di farti invitare alla festa, ti cadrà ai piedi col bel vestito turchese di mia madre addosso.» conclusi, schioccandole un bacio sulla guancia.
«Il vestito turchese di tua madre? Non si arrabbierà?» chiese, con aria da bimba indifesa.
Sollevai le sopracciglia, per farle capire che non se ne sarebbe nemmeno accorta, poiché lei e papà sarebbero stati via almeno per altri tre giorni. Mi voltai, con la mia borsa a fiorellini in spalla, e sorrisi amareggiata.
Sapevo che lui l'avrebbe invitata, e in parte grazie a me, che gli avevo fatti scontrare al supermercato, e invitati a pranzo insieme, ma io? Sarei stata sola, come un cane, alla mia stessa festa.

˜
 

hoooola!
Da quanto tempo che non ci si vede ahahah se pensavate fossi morta, mi spiace per voi, ma no AHAHAHAHAH mi sono presa una pausa di riflessione meglio conosciuta come 'blocco dello scrittore', anche se io scrittrice non sarò mai lol volevo farvi sapere che beh, questo è il nuovo capitolo (#capitanovvio) orribile tra l'altro e in cui non succede molto çç ma il prossimo sarà il capitolo che anna tanto aspetta ahahah e che tra poco posterò una one shot su quella figona di @accioron, che forse conoscete come @horansfood su twitter uu
Comunque spero di non aver deluso le vostre aspettative, e non ho riletto quindi se ci sono errori pardone uù
a presto (spero lol)
un bacione,
mars xx

(se mi cercate su twitter per essere avvisate quando posto, scrivetemi a @criminiall)

 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: noceur