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Autore: apochan kenshiro    30/04/2012    1 recensioni
Una mattinata, delle persone, un patto: costringere con la forza i due sweeper più testoni del Giappone a dichiararsi! Riuscirà la banda di personaggi più pericolosi e scalmanati dell'universo di Hojo Tsukasa a far ragionare i loro altrettanti scalmanati amici? Non vi resta che scoprirlo ...
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Siamo in trappola …

“Sia … sia … siamo chiusi dentro ...”

Si irrigidì.

“Kaori, stai scherzando vero? Se è così, è uno scherzo di pessimo gusto …”

Nel mentre diceva queste parole, numerose goccioline cominciarono a costellare la sua fronte, tradendo un minimo di nervosismo.

Lei si riscosse, indispettita.

“Non è uno scherzo! Guarda!”

Strinse con maggiore forza la maniglia, cominciando a girarla con più foga e convinzione.

Dopo pochi secondi mollò, frustrata ma al tempo stesso convinta delle sue parole.

“Visto?!”

Sul volto di Ryo comparve un'espressione di sufficienza che per poco non stuzzicò Kaori.

“Tzè … probabilmente sono le tue braccia che sono troppo deboli, non sei nemmeno in grado di aprire una porta ...”

Commentò caustico mentre la frase faceva il suo effetto.

“GRRRR ...”

La rabbia riaffiorava libera in Kaori, che fremente cercava un'arma sotto cui seppellire il socio.

Tastò a lungo nelle sue tasche, ma niente … la ricerca si fece più frenetica, ma niente, nemmeno un martellino. Si guardò intorno, ma non aveva nemmeno un soprammobile da sfruttare.

Ryo la guardava leggermente in ansia. Com'è che la sua punizione tardava ad arrivare?

Stava seriamente per mettersi a ridere, quando Kaori sbuffò sonoramente, limitandosi a dargli un doloroso pizzicotto sulla guancia.

“Ahio!”

“Visto che fai tanto il saputello, perché non provi tu ad aprire la porta, eh?!”

“Con piacere ...”

Con noncuranza Ryo scansò la donna, facendola arretrare leggermente. Afferrò quindi la maniglia e cominciò ad esercitare pressione. Sentì dopo un po' uno scatto ed esultò internamente, esibendo però un sorriso ebete. Kaori era allibita … eppure …

Quando però fece per tirare verso di sé, constatò che la porta non si era mossa di un millimetro. Rimase interdetto, registrando solo il cigolare dei cardini. Aggrottò le nere e folte sopracciglia, trovando il tutto di pessimo gusto. Da quando in qua la loro misera porta di casa faceva i capricci?!

Riprese a scuotere con violenza la maniglia, sentendo addirittura il legno cigolare, ma quella non si smuoveva di un millimetro. Ora il suo sguardo era terribilmente serio.

“Qui ci vogliono le maniere forti ...”

Si allontanò di appena un metro, poi presa la rincorsa, cominciò a prendere a spallate il legno massello, ripetutamente. Piccole schegge si levarono nell'aria, e Kaori coprì il suo volto con le braccia, mentre Ryo continuava il suo inutile assalto.

Dopo alcuni minuti spesi invano, si interruppe ansando lievemente. Ma che diamine stava succedendo?! Quella situazione era veramente ridicola!!

Sentì le mani prudergli ed il suo volto contrarsi; la sua socia sussultò, vedendo che gli era comparsa in volto un'espressione allucinata.

Avvicinò una mano ai pantaloni – stranezza più, stranezza meno … - e fece per estrarre la pistola.

“Kaori, allontanati per piacere ...”

La voce era lievemente alterata, tanto che lei fu attraversata da un brivido.

Affondò la mano nella tasca, scoprendo con sua gran sorpresa che non c'era niente … stava per farsi prendere seriamente dal panico, quando rifletté.

Strinse allora una mano a pugno e la batté con leggerezza sul palmo aperto dell'altra. La sua espressione era nuovamente mutata, quasi candida come quella di un bambino.

Kaori rimase allibita, non sapendo più che pensare. Le sue domande si moltiplicarono, quando il suo socio cominciò a ridere nervosamente.

“Eheheheh … Ho lasciato la pistola in camera!”

Trillò come se nulla fosse, mentre lei scivolava a terra accompagnata da uno stormo di corvetti gracchianti.

La replica tagliente di lei non si fece attendere.

“Muoviti!!”

“Sìsì!!”

Ryo schizzò nuovamente in camera sua come un fulmine, prendendo subito a perlustrare la zona vicino al letto. Lo sguardo cadde appena sulle pareti vuote e represse un moto di rabbia. Una ramanzina a Kaori non gliela avrebbe tolta nessuno, ma ora le priorità erano altre …

Perlustrò palmo a palmo il comodino, ma niente. Cercò allora sotto il cuscino, ma vuoto anche lì. Come una furia aprì di nuovo il suo armadio, cercando quel poco di riserva che teneva in casa. Buttò tutti i suoi abiti sul pavimento, cercando anche nell'angolo più insignificante, ma pure quella ricerca dette esito negativo …

Ora stava seriamente cominciando a preoccuparsi … che diavolo stava succedendo? Prima Kaori nel suo letto, loro due entrambi vestiti come il giorno prima, poi i martelli finiti dopo nemmeno venti minuti, e armi e poster mokkori spariti …

C'era qualcosa dietro, anche se gli sfuggiva effettivamente cosa … dei nemici? Beh, solitamente cercavano di fargli saltare la casa e di portare via Kaori, non di chiuderlo dentro a chiave!!

Scosse la testa, cercando di risalire la corrente. Ora intanto doveva provare ad aprire quella porta …

Fece mente locale: cosa poteva usare se la forza bruta era inutile? Vagò con lo sguardo nella stanza, vedendo che le terribili armi di tortura della sua socia erano ancora lì … ma certo!

Afferrò ridacchiando il temibile konpeito, dirigendosi al piano di sotto, ormai sghignazzante. Se quei cosi riuscivano a conficcarlo ovunque sarebbero andati bene anche per la porta di ingresso.

Una volta giù vide Kaori che spazientita muoveva nervosamente il piede destro sul pavimento.

“Ma dove eri finito?”

La sua espressione divenne indecifrabile quando vide il suo konpeito nelle mani dell'uomo.

“Ehm, Ryo, cosa vorresti fare?”

Un ghigno assurdo si espanse su tutto il viso dello sweeper.

“Eheh … a mali estremi, estremi rimedi! Butto giù la porta con questo!”

Kaori parve perplessa, quasi preoccupata.

“Ehm, Ryo, non credo ...”

Non fece in tempo a finire che era già andato all'attacco.

Kaori si coprì istintivamente le orecchie, mentre il konpeito si ripiegava su sé stesso, creando un fragore assordante.

Ryo allibito osservò l'esito della carica. Si accigliò contrariato, ma non aveva per niente intenzione di arrendersi.

“Non la avrai vinta porta!!”

Urlò fuori di sé, mentre Kaori veniva assalita da uno stormo di libellule. Ma perché non la ascoltava?

“Ehm, Ryo ...”

Troppo tardi. Era nuovamente scomparso al piano superiore, macchinando sicuramente qualcosa.

Tornò giù in un baleno, portando con sé le altre due terribili armi, che lo avevano precedentemente reso un tutt'uno con la tappezzeria.

“Ryo ...”

Niente. Urlando come un ossesso brandiva il martello d'acciaio, diretto al suo obiettivo.

Fallì di nuovo, miseramente, trovandosi un groviglio di lamiera fra le mani.

“Grrrr ...”

Kaori provò a richiamarlo di nuovo, ma non fece ancora in tempo. Il suo socio già brandiva l'altro martello e con esso aveva già colpito, ritrovandosi in mano solo un manico spezzato.

“AHHHHHHHHHH! Ma possibile che questi affari non funzionino? Quando me li tiri addosso, mi disintegri, mentre questa porta di legno non fa una piega!!! Ed io sono più duro di quella porta!!!”

Ryo piagnucolava come un bambino a cui era stato sottratto il suo giocattolo preferito.

La donna, chiamata malamente in causa, sentì le mani pruderle.

“Ryo stammi a sentire!!”

Sibilò lei con rabbia.

Quello nominato si fece piccolo piccolo, mentre una goccia scivolava sulla sua tempia.

“Ehm, sì Kaori?”

“Sono due ore che cerco di dirti una cosa importante!!”

“Sarebbe?”

Il momento era saliente, si poteva tagliare la tensione con un coltello.

Kaori si ricompose in fretta e furia, poi, improvvisamente imbarazzata, cominciò a giocherellare con i suoi indici.

Ryo inarcò il sopracciglio osservando quello strano comportamento … sentiva che non gli sarebbe piaciuto sentire quello che la donna aveva da dirgli.

“Ebbene, Kaori?”

Ora aveva assunto l'ennesimo sguardo di sufficienza nei confronti di lei.

“Ehm, quei martelli ed il konpeito ...”

“Sì?”

“Sono …”

“Sono?”

“Sono usa e getta ...”

Ryo si ribaltò spiazzato sul pavimento, mentre corvi gracchiavano allegri in tutta la stanza.

“E non potevi dirmelo prima?!”

Urlò schizzando in piedi.

“Era quello che stavo tentando di fare, idiota, ma tu non mi hai neanche degnato della tua attenzione!!”

Replicò lei a denti stretti, le labbra che le tremolavano per il nervosismo.

“Beh, potevi alzare la voce!”

Disse ancora saccente lui.

In quel momento sbottò. Quella situazione allucinante li stava facendo ammattire.

“Grr, basta non ti sopporto più!! Devi sempre avere la ragione, dannato!”

“Io ho sempre ragione!”

“RYO!!!”

Fece per tirargli uno schiaffo, la lui la scansò abilmente. Continuarono con questo attacca – e – schiva per interminabili minuti.

“Senti Kaori, per quanto dobbiamo andare avanti?”

Ryo si espresse con non – chalance, mentre la sua socia lo attaccava con furia.

“Fino a quando non ti avrò conciato per le feste!!”

“E se ti dicessi che ho un'idea?”

Lei si fermò di colpo e la rabbia scemò.

“Davvero?”

La risposta fu un sorriso sornione.

“Dove tieni i tuoi martelli?”

Kaori sbatté le palpebre, incredula.

“Beh, nel mio armadio, ma ...”

Un lampo di genio la colpì. Ma certo! Nel suo armadio teneva quelli più resistenti e tremendi! Sicuramente sarebbero riusciti a buttar giù quella dannata porta.

Kaori rispose di rimando con un sorriso quasi malefico.

“Buona idea socio.”

Presero dunque tutti e due a correre nella stessa direzione, verso la camera di Kaori.

Ryo arrivò per primo, esibendosi in uno studiato inchino da chauffeur.

“A lei l'onore ...”

Kaori ridendosela entrò in camera sua, precipitandosi verso l'armadio. Ryo rimase fuori, appoggiato allo stipite, attendendo un segnale.

La donna cominciò a rovistare ovunque nell'armadio, scostando capi, borse e scarpe, ma più procedeva con la ricerca, più si rendeva conto che non saltava fuori nulla.

Deglutì, colta da un pessimo presentimento, mentre era arrivata addirittura ad aprire lo scomparto segreto: vuoto … il gelo e l'orrore presero campo.

“UARGGHHHHHH!”

Ryo, richiamato dall'urlo, si precipitò all'interno, preoccupato.

“Che succede?!”

Kaori, piagnucolante indicava l'armadio da lei messo sottosopra, con la mano che le tremava appena.

“I miei … i miei martelli sono spariti!!!!”

Ryo cominciò a metabolizzare … no, la sparizione dei suoi preziosi poster non poteva essere opera di Kaori …

Non fece in tempo a continuare il suo ragionamento che sentì un sinistro cigolio provenire dal piano di sotto. Pochi secondi ed un tonfo sordo lo seguì.

Kaori e Ryo si guardarono in volto e seri uscirono dalla stanza. Percorsero attentamente il corridoio, poi studiarono millimetro per millimetro il soggiorno e l'ingresso … Nessuno …

L'uomo stava per rilassare i muscoli quando un gridolino di Kaori lo fece sobbalzare sul posto.

“Ryo!! La porta!!”

Seguì lo sguardo della socia. La porta era in terra scardinata e scheggiata. Un sorriso si stampò in faccia ai due sweeper.

“Ce l'abbiamo fatta!!”

Fecero allegramente, saltellando insieme. Poi si precipitarono all'ingresso.

Quando arrivarono di fronte alla carcassa della porta, però, volgendo lo sguardo verso l'architrave, scoprirono che non c'era il vuoto e la vista del corridoio. Un enorme portone blindato in acciaio si stagliava davanti a loro: senza alcun appiglio e ben saldato alle pareti di cemento, sembrava inespugnabile.

Allibiti, scivolarono entrambi a terra, mentre i capelli arruffati, sembravano prendere vita propria.

Kaori pensò decisamente che quello fosse un incubo, il peggior incubo che avesse mai fatto ad occhi aperti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed ecco il terzo capitolo!

È ufficiale: Ryo e Kaori sono davvero in trappola ù.ù come risolveranno la situazione? Riusciranno a convivere in questo clima tesissimo? A voi scoprirlo! ;)

Ringrazio tantissimo chi ha letto in questi giorni e particolarmente per la recensione Anna Veronica (grazie ^^).

Vi saluto, alla prossima, baci!

  
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