Hogsmeade
-Dici che ci hanno dato buca?-
-Bah, vedi tu, le stiamo aspettando solo da una
mezz’oretta! Certo che ci hanno tirato il bidone!- sbraitò Michael, scagliando
le braccia al cielo. –Un giorno mi spiegherai come riesci a rimanere tanto
calmo!- sbottò nuovamente dopo poco, rivolgendo uno sguardo torvo all’amico, seduto
tranquillamente sui gradini dell’ingresso del castello. Tom non riuscì a
trattenere un sorriso divertito, ripensando alla stessa scena avvenuta il
giorno prima, solo che questa volta i ruoli erano decisamente invertiti.
-Mike, non so se hai presente il soggetto di cui
stiamo parlando, Abigail è riuscita a farsi mettere in punizione quattro
settimane di fila, non credi sia abbastanza probabile che si sia ficcata in un
altro guaio e abbia trascinato con se anche Ginny?-
***
-Fermatevi, fermatevi, discolacce che non siete
altro!- Gazza sbraitava sguaiato alle spalle delle due fuggitive che, prive
degli ingombranti mantelli, stavano per svoltare l’angolo e sparire tra i tanti
corridoi della scuola.
-Non così in fretta.- al suono di quelle parole strascicate, le
ragazze si fermarono agghiacciate, per poi tornare lentamente sui propri passi,
ritrovandosi sotto il naso adunco di Severus Piton.
-Ripulirete il disastro che avete combinato.-
-Ma professore, dobbiamo andare a Hogsmeade!- si
lamentò Abigail, guardando truce la
sorella, quando quest’ultima le rifilò una gomitata non particolarmente
gentile.
-Ho detto che ripulirete TUTTO, ovviamente senza
magia.- proseguì Piton, una sorta di luccichio sadico negli occhi scuri.
-Sequestrerò le vostre bacchette, ho il forte
presentimento che se ve le lasciassi potreste escogitare un diabolico e quanto
mai avventato piano per sbarazzarvi del signor Gazza.-
Abigail sostenne fieramente il contatto con lo
sguardo dell’uomo, anche se non poté impedire che un debole rossore le si
diffondesse sulle guance per pochi secondi.
-Le bacchette.- Piton tese la mano destra, aperta
e rivolta verso l’alto. Ginny estrasse in fretta la sua, poggiandola mestamente
sul palmo del professore. Abigail, in uno dei suoi soliti slanci di sfida,
rimuginava sulle conseguenze di un suo possibile rifiuto di eseguire l’ordine
impostole.
-Weasley, non ho tutta la giornata per stare ai
tuoi porci comodi.-
La ragazza, riluttante, fece ricadere la sua
bacchetta nella mano di Piton, ripromettendosi di disinfettarla non appena
gliel’avesse restituita.
-Quando le potremo riavere?- domandò Abigail a
bruciapelo. -Signore?- si costrinse ad aggiungere, suo malgrado.
-Questo dipenderà solo da voi, e dalla vostra
capacità di pulire pavimenti..Chissà che non scopriate un’innata qualità, vi
sarebbe senz’altro utile per decidere del vostro, certamente brillante..futuro.
Fossi in voi, ringrazierei chi mi avesse dato una così grande opportunità..- e
sorridendo beffardo, l’uomo si allontanò da loro, sparendo con il turbinare del
suo mantello nero.
-Ci ha detto senza mezzi termini che finiremo a
fare le donne delle pulizie!- sbottò Abigail indignata, immergendo il suo
moccio nel secchio pieno d’acqua.
-Non che io abbia niente contro di loro, ma..- si
morse il labbro inferiore, pensierosa.
-Beh, sta di fatto che i miei voti non sono poi
così tragici! La verità è che quell’uomo è solo un misero fallito, si diverte
immensamente a torturare chiunque non appartenga alla sua lurida casa! Non so
se hai notato l’espressione appagata di quando ci toglie dei punti! Pensa, che
bella soddisfazione, rendere infernale la vita di un branco di ragazzini!
Niente da ridire, ha davvero raggiunto il massimo a cui si possa aspirare!-
-D’accordo Abby, credo anch’io che tu abbia ragione,
ma adesso calmati per favore, e riprendi a sfregare quel pavimento, altrimenti
rimarremo qui fino a stanotte! Inoltre non oso immaginare quanto possa essere
arrabbiato Micheal..e Tom, povero ragazzo! Non sarei sorpresa se ci facessero
una piazzata quando li raggiungeremo..-
La mora sbuffò, attaccando a strofinare con foga
le lastre di pietra.
-Non ci sarà nessunissima piazzata, Ginny, perché
se ne saranno di sicuro già andati! E tutto per colpa di quel razza di
pipistrellaccio zitellone di Piton!-
-Abigail!- esclamò Ginny in tono di rimprovero,
facendo un cenno verso il vecchio custode, abbandonato poco più in là su una
scalcinata sedia di legno.
-Sta dormendo della grossa, e poi, anche se fosse
sveglio, non capirebbe, è più stupido di un Troll di montagna!-
La sorella si limitò ad alzare le spalle, e a
girarsi verso l’inizio de corridoio, dove erano appena comparsi tre ragazzini,
probabilmente del secondo anno, che si lanciavano un boomerang zannuto.
-NON OSATE PASSARE DI QUA!- tuonò Abigail minacciosa,
brandendo il moccio come una spada.
-O ci penso io a farvi un lavaggio completo!- i
tre indietreggiarono intimoriti, incespicando nelle proprie vesti, poi si
voltarono velocemente e scapparono via, gridando selvaggiamente.
-Piccole canaglie urlatrici!- Gazza si era svegliato di soprassalto,
rischiando quasi di cadere dalla sedia. Con gli occhi ancora gonfi di sonno si
mise a rincorrerli con Mrs Purr alle calcagna.
-Bene. Direi che abbiamo finito.- annunciò Abigail
con un sorriso soddisfatto sulle labbra, trascinando spazzolone e secchio
contro il muro.
-Ma cosa dici!? Non abbiamo pulito nemmeno metà
del corridoio!- protestò Ginny contrariata.
-Senti, dove abbiamo urtato e rovesciato il
secchio prima? Qui. Dove stava pulendo Gazza? Qui. Nessuno ci ha ordinato
esplicitamente di lustrare l’intero piano..C’è bisogno di aggiungere altro?-
Prima che la sorella potesse ribattere, Abigail
spiccò una corsa verso le scale e a Ginny, rassegnata, non restò altro che
seguirla.
***
Stava quasi per abbandonare le speranze anche lui
quando erano arrivate. Ansanti, i capelli scompigliati. Michael si era
magicamente tranquillizzato non appena aveva visto Ginny, e i due senza dire
una parola si erano incamminati per mano verso il villaggio. Tom, che fino a
quel momento aveva sorriso felice alla vista degli effetti miracolosi che
provocava la piccola rossa sull’amico, assunse un’espressione preoccupata,
mormorando a mezza voce: -E lui mi avrebbe dovuto aiutare, bell’amico che mi
sono scelto..-
–Scusa,
potresti ripetere?-
Tom sorrise imbarazzato, accorgendosi che Abigail
l’aveva sentito, fortunatamente non aveva parlato troppo forte.
–No,
niente, lascia perdere..andiamo?-
La ragazza
annuì convinta, precedendolo per la strada acciottolata. Tom dovette allungare
il passo per riuscire a starle dietro, e dire che lui era alto, ma sembrava
quasi che Abigail avesse inserito il turbo. Dopo pochi passi si bloccò
bruscamente, voltandosi verso di lui.
–Senti, scusa. Per l’ennesima volta scusa. Ho
dimezzato anche questo, che avrebbe dovuto essere il primo appuntamento, con il
mio enorme ritardo, e in più non ti ho ancora detto che fra meno di due ore
dovremo andare alla Testa di Porco per una riunione, e io non posso mancare, e
vorrei che ci fossi anche tu, perché è importante per..- la voce di Abigail si
spense, soffocata dalla mano del ragazzo, lo guardò smarrita.
–Ab, è tutto ok. Certo che verrò, andrò ovunque tu
vorrai. Farò persino l’immenso sforzo di entrare da Madama Piediburro se me
l’ordinerai..- tolse la mano dalla bocca della ragazza, spalancata in una
risata divertita.
–Oh Tom, neanche per tutti i galeoni della
Gringott ti ci porterei!-
-Sai,
contavo che l’avresti detto..- sorrise, facendole l’occhiolino.
-Ora andiamo! In marcia, soldato. Ho bisogno di
una burrobirra formato gigante per ricaricare le energie..In effetti, non avevo
idea di quanto fosse faticoso pulire pavimenti..-
Tom assunse un’aria stranita, ma prima che potesse
indagare sull’ultima osservazione di Abigail, si sentì afferrare per un braccio
e trascinare in una corsa scomposta giù per il sentiero.
-Mi era..sembrato..di capire..che..fossi stanca..-
cercò di articolare,qualche secondo dopo, piegato sulle ginocchia, tentando di
riprendere fiato.
-Già, l’ho
detto. Ma vedi il lato positivo, ora abbiamo recuperato un pochino del tempo
perduto! E poi..- Abigail fece una pausa, mettendo le mani sui fianchi e
piazzandosi di fronte al ragazzo.
-Lei non dovrebbe essere più in forma,mister
Revee, in quanto membro di una delle squadre di Quidditch più forti del campionato?-
Tom si rimise diritto, esibendo un sorrisetto
sghembo:
-Signorina Weasley, ma io sono in formissima.- e
prendendola per mano corse veloce, facendosi largo tra i passanti allibiti,
fino a ad arrestarsi bruscamente di fronte alla porta cigolante del Paiolo
Magico.
-Dopo di lei, madamoiselle..- declamò, con voce
aristocratica, accennando un lieve inchino.
-Per la barba di Merlino, figliolo, non ho tutto
il giorno da perdere!- Tom abbassò lo sguardo, notando solo in quel momento un
minuscolo ometto dalla barba bianca che tentava invano di entrare nel locale,
frenato dalle loro gambe, lunghe tanto quanto lui.
-Vogliate perdonarmi, signore, il mio valletto qui
non deve aver capito che l’epoca in cui il tempo era infinito è passata da un
pezzo ormai. Le donne ora le porte, se le devono aprire da sole.-
-Oh, beh, signorina, a dir la verità questo
giovanotto è stato molto cortese, non ci sono più i galantuomini di una volta. Mi
creda, lei è davvero fortunata ad essere la sua fidanzata. Non avrà pensato sul
serio che io abbia creduto che fosse il suo valletto!- borbottò in risposta
l’uomo buffo, sparendo tra la calca all’interno del pub. Abigail rimase qualche
secondo frastornata, poi girò lo sguardo verso Tom, ridendo.
-Entriamo, su, prima di bloccare il passaggio ad un
gigante affamato. Sono quasi certa che lo troveremmo molto meno simpatico del
nostro nuovo minuscolo amico.-
Tom seguì la ragazza, cercando di non perderla di
vista in quella marea di maghi, streghe e studenti intontiti da qualche
bicchiere di burrobirra di troppo. Riuscirono a trovare un tavolino libero, e
ad ordinare senza troppa fatica.
-Sai, non penso ancora di riuscire a crederci, è
tutto vero? Sono seduto sul serio ad un tavolo a Hogsmeade con Abigail Weasley,
o sto solo sognando?-
Abigail si raddrizzò sulla sedia e, sporgendosi
verso il ragazzo, allungò una mano, pizzicandogli lievemente il braccio.
-D’accordo, d’accordo. Ricevuto il messaggio, sono
sveglio.-
La Grifondoro sorrise furbescamente.
-Ma ora non pensi che mi meriti il resoconto delle
tue vicissitudini prima dell’appuntamento?-
Abigail arrossì leggermente, fissando un punto
indefinito oltre la testa del ragazzo.
-Devo proprio?- domandò con il tono di una bambina
costretta a raccontare la propria marachella.
-Oh, su Ab, che cosa potrà essere successo di
tanto catastrofico?- ribatté il ragazzo, divertito.
La ragazza sospirò sonoramente, e arrotolatasi una
ciocca di capelli su un dito, iniziò a raccontare.
***
-Michael, Tom sapeva della riunione, non è vero? Perché
sono sicura che Abigail, sbadata com’ è, potrebbe anche essersi dimenticata che
dovevamo andarci insieme.- domandò Ginny, guardando preoccupata il ragazzo moro
di fronte a lei.
-Ma certo. Non tormentarti troppo, e poi Abby e
Tom sanno dov’è la Testa di Porco, possono arrivarci benissimo per conto loro.-
-Ok, Mike, ma questa riunione è importante,
capisci!? Non può saltarla, non può. Abigail conosce un sacco di persone,
potrebbe riuscire a trascinarle nel progetto se venisse!-
-Quale progetto, Ginny?-
La ragazza girò il volto di scatto, come per
sottrarsi allo sguardo scrutatore del giovane.
-Ginny?- Micheal le posò una mano sul viso,
costringendola a voltarsi con delicatezza.
-Io, l’ho sentito accennare da Ron e Hermione..ma
non ho ascoltato di più, penso che oggi sapremo tutto.-
-Va bene.- il ragazzo decise di non indagare
oltre.
-Se per te è tanto importante li andremo a
cercare, d’accordo?-
Ginny annuì con il capo, e insieme si inoltrarono
nel caotico vociare di Hogsmeade.
***
Abigail stava ancora
parlando, e Tom avrebbe potuto ascoltarla per ore. Soprattutto adesso, con le
guance leggermente arrossate dal freddo, gli occhi brillanti, la risata allegra
che spezzava il racconto di tanto in tanto, al ricordo di una scena particolarmente
buffa. Era come se fosse immerso nella bolla di Abigail, lo aveva fatto
entrare, e lui si sentiva felice. Felice come non lo era mai stato prima, o
forse si, ma in quel momento non se ne ricordava.
-Tom! Abigail!-
I due ragazzi in
questione si ritrovarono catapultati nella realtà, si guardarono intorno,
smarriti, quasi sorpresi di trovarsi in un pub pieno di gente.
-Ragazzi, sarà almeno
mezz’ora che vi cerchiamo! Muovetevi forza, siamo in ritardo!- gridò una voce
maschile, sovrastando il cicaleccio del locale. Non seppero neanche loro come,
ma appena qualche secondo dopo camminavano per le strade gremite di Hogsmeade:
Tom e Abigail in mezzo, affiancati rispettivamente da Michael e Ginny, che li incitavano
ad aumentare il passo.
-Cavolo, come ho
fatto a scordarmi di una cosa del genere!?- sbottò Abigail, prendendo a correre
come una forsennata, seguita a ruota dagli altri tre.
Arrivarono alla Testa
di Porco completamente affannati, la grifondoro si gettò sulla porta d’ingresso
spalancandola con foga.
-Merlino,
scusate..il..ritardo..- riuscì ad articolare, cercando di riprendere fiato.
-In ritardo per cosa,
Ab?- domandò Hermione, incuriosita, andandole incontro.
-Beh, non..la
riunione..- si guardò intorno spaesata.
Il locale era
completamente deserto, se non per il proprietario intento a strofinare una
bottiglia lurida, con l’unico risultato di sporcarla ancora di più, altri due
avventori non meglio identificati e Harry e Ron, seduti ad un tavolino poco
distante.
-Ma, la riunione non
è nemmeno cominciata!- commentò Abigail, aggrottando la fronte.
-Certo, Abby. Sono
appena le due e mezza, la riunione inizia alle tre.- spiegò Hermione in tono
leggermente preoccupato, fissando l’amica stranita.
-Ginny! Ti detesto!-
proruppe Abigail, girandosi per fulminare la sorella con lo sguardo.
-Anche io se è per
questo, ma almeno, non siamo arrivati in ritardo.-
***
-Beh, direi che è
andata piuttosto bene.- disse allegra Hermione, uscendo dalla Testa di Porco
con Harry e Ron.
-Eravamo davvero
tanti. Naturalmente molti non sarebbero venuti se non ci fosse stata Ab, e
anche Ginny devo dire che ha aiutato. Gli amici di Michael Corner si sono
presentati solo perché esce con lei.-
-Che COSA!?- esclamò
Ron, fermandosi di botto in mezzo alla strada.
Hermione scosse la
testa, prendendo l’amico per un braccio e trascinandolo avanti.
-Si frequentano da un
po’ ma si sono messi insieme giusto l’altro giorno.- spiegò tranquillamente la
ragazza, avvicinandosi alla vetrina del negozio di piume Scrivenshaft.
-Mm, credo che mi
comprerò una piuma.- entrò seguita da Harry e Ron.
-Ma quel tizio è un
pallone gonfiato! Ed è più grande di due anni!-
-Oh, Ron, quanto sei
bambino. Cosa vuoi che siano due anni di differenza a quest’età!?-
Ron mugugnò qualcosa d’incomprensibile,
ci pensò su qualche secondo, e riprese, animato:
-E poi a Ginny piace
Harry!-
-Errore. Le piaceva,
ma ha lasciato perdere diversi mesi fa. Naturalmente ti vuole ancora bene,
Harry.- aggiunse con gentilezza, rivolgendosi all’amico, che a dirla tutta non
era particolarmente interessato all’argomento. Poi Harry si rese conto di una
cosa che in effetti non aveva registrato fino a quel momento.
-E’ per questo che
ora parla davanti a me?- domandò ad Hermione.
-Prima non lo faceva
mai..-
-Esatto.- rispose la
ragazza, pagando la sua nuova piuma di fagiano.
-E, Ronald, smettila
di borbottare come un calderone in ebollizione. Le cose stanno così, punto e
basta.-
Il ragazzo sbuffò,
aggiungendo corrucciato: -Per lo meno Abigail non pensa nemmeno a cose come
queste.-
Hermione, sulla
soglia del negozio, si voltò verso il ragazzo, fissandolo, indecisa se parlare
o meno.
-Hermione, cosa c’è?-
-Beh..O insomma. Io
te lo dico. Sarà meglio per tutti. Abigail esce con Tom Penfold. Oggi pomeriggio
era seduto accanto a lei. Però non si è ancora capito che cosa Abigail voglia
fare di quel povero ragazzo.-
Una volta detto
questo, decisamente più tranquilla, la ragazza uscì in strada, raggiunta subito
dai due amici.
Ron era scarlatto,
teneva i pugni ben stretti, quasi stesse per fare a botte con qualcuno.
-Io li distruggo quei
due esseri immondi!- ruggì, marciando furioso davanti ai due compagni.
-Poi chiediti perché
sei sempre l’ultimo a sapere le cose, Ron. Non è possibile che tu debba sempre
fare di tutto una tragedia!- lo rimproverò Hermione, spazientita.
-Non ne sto facendo
una tragedia! No, proprio per niente!- bofonchiò lui, continuando a brontolare
fra sé.
Hermione rivolse ad
Harry un’occhiata esasperata, poi gli sussurrò sorridendo:
-A proposito di coppie..Che
mi dici di te e Cho?-
Harry divenne
paonazzo, e domandò noncurante, cercando di celare l’imbarazzo:
-In che senso?-
Hermione fece un
sorriso ancora più smagliante: -Beh, non riesce a toglierti gli occhi di dosso,
no?-
Prima che Harry
potesse anche solo pensare a ciò che Hermione aveva appena detto, Ron esplose
nuovamente, facendo sobbalzare parecchi passanti:
-Io li ucciderò,
miseriaccia, li ucciderò!-
Hermione e Harry si
guardarono, sconsolati. Ron era fatto così.