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Autore: Svampi    01/05/2012    0 recensioni
Capelli castani, mossi, ribelli..danzano intorno al suo volto. Privo di lentiggini. Niente occhi chiari. Com'è possibile che sia una Weasley? La chioma color fiamma è un loro marchio. E lei non ha neanche una piccola ciocca rossa. Eppure Abigail è parte della famiglia. L'ultima figlia per la precisione, insieme alla piccola Ginny. Due gemelle. Due ragazze diametralmente opposte.
Storia ambientata nel quinto libro della Rowling..premetto che ho cambiato un po' la storia originale, compresa l'insicurezza di Ginny, che si fa ancora sentire nonostante nel libro sia scomparsa in questo episodio della saga.
Buona lettura..;)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Hogsmeade

 

-Dici che ci hanno dato buca?-

-Bah, vedi tu, le stiamo aspettando solo da una mezz’oretta! Certo che ci hanno tirato il bidone!- sbraitò Michael, scagliando le braccia al cielo. –Un giorno mi spiegherai come riesci a rimanere tanto calmo!- sbottò nuovamente dopo poco, rivolgendo uno sguardo torvo all’amico, seduto tranquillamente sui gradini dell’ingresso del castello. Tom non riuscì a trattenere un sorriso divertito, ripensando alla stessa scena avvenuta il giorno prima, solo che questa volta i ruoli erano decisamente invertiti.

-Mike, non so se hai presente il soggetto di cui stiamo parlando, Abigail è riuscita a farsi mettere in punizione quattro settimane di fila, non credi sia abbastanza probabile che si sia ficcata in un altro guaio e abbia trascinato con se anche Ginny?-

 

 

***

-Fermatevi, fermatevi, discolacce che non siete altro!- Gazza sbraitava sguaiato alle spalle delle due fuggitive che, prive degli ingombranti mantelli, stavano per svoltare l’angolo e sparire tra i tanti corridoi della scuola.

-Non così in fretta.-  al suono di quelle parole strascicate, le ragazze si fermarono agghiacciate, per poi tornare lentamente sui propri passi, ritrovandosi sotto il naso adunco di Severus Piton.

-Ripulirete il disastro che avete combinato.-

-Ma professore, dobbiamo andare a Hogsmeade!- si lamentò Abigail,  guardando truce la sorella, quando quest’ultima le rifilò una gomitata non particolarmente gentile.

-Ho detto che ripulirete TUTTO, ovviamente senza magia.- proseguì Piton, una sorta di luccichio sadico negli occhi scuri.

-Sequestrerò le vostre bacchette, ho il forte presentimento che se ve le lasciassi potreste escogitare un diabolico e quanto mai avventato piano per sbarazzarvi del signor Gazza.-

Abigail sostenne fieramente il contatto con lo sguardo dell’uomo, anche se non poté impedire che un debole rossore le si diffondesse sulle guance per pochi secondi.

-Le bacchette.- Piton tese la mano destra, aperta e rivolta verso l’alto. Ginny estrasse in fretta la sua, poggiandola mestamente sul palmo del professore. Abigail, in uno dei suoi soliti slanci di sfida, rimuginava sulle conseguenze di un suo possibile rifiuto di eseguire l’ordine impostole.

-Weasley, non ho tutta la giornata per stare ai tuoi porci comodi.-

La ragazza, riluttante, fece ricadere la sua bacchetta nella mano di Piton, ripromettendosi di disinfettarla non appena gliel’avesse restituita.

-Quando le potremo riavere?- domandò Abigail a bruciapelo. -Signore?- si costrinse ad aggiungere, suo malgrado.

-Questo dipenderà solo da voi, e dalla vostra capacità di pulire pavimenti..Chissà che non scopriate un’innata qualità, vi sarebbe senz’altro utile per decidere del vostro, certamente brillante..futuro. Fossi in voi, ringrazierei chi mi avesse dato una così grande opportunità..- e sorridendo beffardo, l’uomo si allontanò da loro, sparendo con il turbinare del suo mantello nero.

 

-Ci ha detto senza mezzi termini che finiremo a fare le donne delle pulizie!- sbottò Abigail indignata, immergendo il suo moccio nel secchio pieno d’acqua.

-Non che io abbia niente contro di loro, ma..- si morse il labbro inferiore, pensierosa.

-Beh, sta di fatto che i miei voti non sono poi così tragici! La verità è che quell’uomo è solo un misero fallito, si diverte immensamente a torturare chiunque non appartenga alla sua lurida casa! Non so se hai notato l’espressione appagata di quando ci toglie dei punti! Pensa, che bella soddisfazione, rendere infernale la vita di un branco di ragazzini! Niente da ridire, ha davvero raggiunto il massimo a cui si possa aspirare!-

-D’accordo Abby, credo anch’io che tu abbia ragione, ma adesso calmati per favore, e riprendi a sfregare quel pavimento, altrimenti rimarremo qui fino a stanotte! Inoltre non oso immaginare quanto possa essere arrabbiato Micheal..e Tom, povero ragazzo! Non sarei sorpresa se ci facessero una piazzata quando li raggiungeremo..-

La mora sbuffò, attaccando a strofinare con foga le lastre di pietra.

-Non ci sarà nessunissima piazzata, Ginny, perché se ne saranno di sicuro già andati! E tutto per colpa di quel razza di pipistrellaccio zitellone di Piton!-

-Abigail!- esclamò Ginny in tono di rimprovero, facendo un cenno verso il vecchio custode, abbandonato poco più in là su una scalcinata sedia di legno.

-Sta dormendo della grossa, e poi, anche se fosse sveglio, non capirebbe, è più stupido di un Troll di montagna!-

La sorella si limitò ad alzare le spalle, e a girarsi verso l’inizio de corridoio, dove erano appena comparsi tre ragazzini, probabilmente del secondo anno, che si lanciavano un boomerang zannuto.

-NON OSATE PASSARE DI QUA!- tuonò Abigail minacciosa, brandendo il moccio come una spada.

-O ci penso io a farvi un lavaggio completo!- i tre indietreggiarono intimoriti, incespicando nelle proprie vesti, poi si voltarono velocemente e scapparono via, gridando selvaggiamente.

-Piccole canaglie urlatrici!-  Gazza si era svegliato di soprassalto, rischiando quasi di cadere dalla sedia. Con gli occhi ancora gonfi di sonno si mise a rincorrerli con Mrs Purr alle calcagna.

-Bene. Direi che abbiamo finito.- annunciò Abigail con un sorriso soddisfatto sulle labbra, trascinando spazzolone e secchio contro il muro.

-Ma cosa dici!? Non abbiamo pulito nemmeno metà del corridoio!- protestò Ginny contrariata.

-Senti, dove abbiamo urtato e rovesciato il secchio prima? Qui. Dove stava pulendo Gazza? Qui. Nessuno ci ha ordinato esplicitamente di lustrare l’intero piano..C’è bisogno di aggiungere altro?-

Prima che la sorella potesse ribattere, Abigail spiccò una corsa verso le scale e a Ginny, rassegnata, non restò altro che seguirla.

***

Stava quasi per abbandonare le speranze anche lui quando erano arrivate. Ansanti, i capelli scompigliati. Michael si era magicamente tranquillizzato non appena aveva visto Ginny, e i due senza dire una parola si erano incamminati per mano verso il villaggio. Tom, che fino a quel momento aveva sorriso felice alla vista degli effetti miracolosi che provocava la piccola rossa sull’amico, assunse un’espressione preoccupata, mormorando a mezza voce: -E lui mi avrebbe dovuto aiutare, bell’amico che mi sono scelto..-

 –Scusa, potresti ripetere?-

Tom sorrise imbarazzato, accorgendosi che Abigail l’aveva sentito, fortunatamente non aveva parlato troppo forte.

 –No, niente, lascia perdere..andiamo?-

 La ragazza annuì convinta, precedendolo per la strada acciottolata. Tom dovette allungare il passo per riuscire a starle dietro, e dire che lui era alto, ma sembrava quasi che Abigail avesse inserito il turbo. Dopo pochi passi si bloccò bruscamente, voltandosi verso di lui.

–Senti, scusa. Per l’ennesima volta scusa. Ho dimezzato anche questo, che avrebbe dovuto essere il primo appuntamento, con il mio enorme ritardo, e in più non ti ho ancora detto che fra meno di due ore dovremo andare alla Testa di Porco per una riunione, e io non posso mancare, e vorrei che ci fossi anche tu, perché è importante per..- la voce di Abigail si spense, soffocata dalla mano del ragazzo, lo guardò smarrita.

–Ab, è tutto ok. Certo che verrò, andrò ovunque tu vorrai. Farò persino l’immenso sforzo di entrare da Madama Piediburro se me l’ordinerai..- tolse la mano dalla bocca della ragazza, spalancata in una risata divertita.

–Oh Tom, neanche per tutti i galeoni della Gringott ti ci porterei!-

 -Sai, contavo che l’avresti detto..- sorrise, facendole l’occhiolino.

-Ora andiamo! In marcia, soldato. Ho bisogno di una burrobirra formato gigante per ricaricare le energie..In effetti, non avevo idea di quanto fosse faticoso pulire pavimenti..-

Tom assunse un’aria stranita, ma prima che potesse indagare sull’ultima osservazione di Abigail, si sentì afferrare per un braccio e trascinare in una corsa scomposta giù per il sentiero.

-Mi era..sembrato..di capire..che..fossi stanca..- cercò di articolare,qualche secondo dopo, piegato sulle ginocchia, tentando di riprendere fiato.

 -Già, l’ho detto. Ma vedi il lato positivo, ora abbiamo recuperato un pochino del tempo perduto! E poi..- Abigail fece una pausa, mettendo le mani sui fianchi e piazzandosi di fronte al ragazzo.

-Lei non dovrebbe essere più in forma,mister Revee, in quanto membro di una delle squadre di Quidditch più forti del campionato?-

Tom si rimise diritto, esibendo un sorrisetto sghembo:

-Signorina Weasley, ma io sono in formissima.- e prendendola per mano corse veloce, facendosi largo tra i passanti allibiti, fino a ad arrestarsi bruscamente di fronte alla porta cigolante del Paiolo Magico.

-Dopo di lei, madamoiselle..- declamò, con voce aristocratica, accennando un lieve inchino.

-Per la barba di Merlino, figliolo, non ho tutto il giorno da perdere!- Tom abbassò lo sguardo, notando solo in quel momento un minuscolo ometto dalla barba bianca che tentava invano di entrare nel locale, frenato dalle loro gambe, lunghe tanto quanto lui.

-Vogliate perdonarmi, signore, il mio valletto qui non deve aver capito che l’epoca in cui il tempo era infinito è passata da un pezzo ormai. Le donne ora le porte, se le devono aprire da sole.-

-Oh, beh, signorina, a dir la verità questo giovanotto è stato molto cortese, non ci sono più i galantuomini di una volta. Mi creda, lei è davvero fortunata ad essere la sua fidanzata. Non avrà pensato sul serio che io abbia creduto che fosse il suo valletto!- borbottò in risposta l’uomo buffo, sparendo tra la calca all’interno del pub. Abigail rimase qualche secondo frastornata, poi girò lo sguardo verso Tom, ridendo.

-Entriamo, su, prima di bloccare il passaggio ad un gigante affamato. Sono quasi certa che lo troveremmo molto meno simpatico del nostro nuovo minuscolo amico.-

Tom seguì la ragazza, cercando di non perderla di vista in quella marea di maghi, streghe e studenti intontiti da qualche bicchiere di burrobirra di troppo. Riuscirono a trovare un tavolino libero, e ad ordinare senza troppa fatica.

-Sai, non penso ancora di riuscire a crederci, è tutto vero? Sono seduto sul serio ad un tavolo a Hogsmeade con Abigail Weasley, o sto solo sognando?-

Abigail si raddrizzò sulla sedia e, sporgendosi verso il ragazzo, allungò una mano, pizzicandogli lievemente il braccio.

-D’accordo, d’accordo. Ricevuto il messaggio, sono sveglio.-

La Grifondoro sorrise furbescamente.

-Ma ora non pensi che mi meriti il resoconto delle tue vicissitudini prima dell’appuntamento?-

Abigail arrossì leggermente, fissando un punto indefinito oltre la testa del ragazzo.

-Devo proprio?- domandò con il tono di una bambina costretta a raccontare la propria marachella.

-Oh, su Ab, che cosa potrà essere successo di tanto catastrofico?- ribatté il ragazzo, divertito.

La ragazza sospirò sonoramente, e arrotolatasi una ciocca di capelli su un dito, iniziò a raccontare.

***

-Michael, Tom sapeva della riunione, non è vero? Perché sono sicura che Abigail, sbadata com’ è, potrebbe anche essersi dimenticata che dovevamo andarci insieme.- domandò Ginny, guardando preoccupata il ragazzo moro di fronte a lei.

-Ma certo. Non tormentarti troppo, e poi Abby e Tom sanno dov’è la Testa di Porco, possono arrivarci benissimo per conto loro.-

-Ok, Mike, ma questa riunione è importante, capisci!? Non può saltarla, non può. Abigail conosce un sacco di persone, potrebbe riuscire a trascinarle nel progetto se venisse!-

-Quale progetto, Ginny?-

La ragazza girò il volto di scatto, come per sottrarsi allo sguardo scrutatore del giovane.

-Ginny?- Micheal le posò una mano sul viso, costringendola a voltarsi con delicatezza.

-Io, l’ho sentito accennare da Ron e Hermione..ma non ho ascoltato di più, penso che oggi sapremo tutto.-

-Va bene.- il ragazzo decise di non indagare oltre.

-Se per te è tanto importante li andremo a cercare, d’accordo?-

Ginny annuì con il capo, e insieme si inoltrarono nel caotico vociare di Hogsmeade.

***

Abigail stava ancora parlando, e Tom avrebbe potuto ascoltarla per ore. Soprattutto adesso, con le guance leggermente arrossate dal freddo, gli occhi brillanti, la risata allegra che spezzava il racconto di tanto in tanto, al ricordo di una scena particolarmente buffa. Era come se fosse immerso nella bolla di Abigail, lo aveva fatto entrare, e lui si sentiva felice. Felice come non lo era mai stato prima, o forse si, ma in quel momento non se ne ricordava.

-Tom! Abigail!-

I due ragazzi in questione si ritrovarono catapultati nella realtà, si guardarono intorno, smarriti, quasi sorpresi di trovarsi in un pub pieno di gente.

-Ragazzi, sarà almeno mezz’ora che vi cerchiamo! Muovetevi forza, siamo in ritardo!- gridò una voce maschile, sovrastando il cicaleccio del locale. Non seppero neanche loro come, ma appena qualche secondo dopo camminavano per le strade gremite di Hogsmeade: Tom e Abigail in mezzo, affiancati rispettivamente da Michael e Ginny, che li incitavano ad aumentare il passo.

-Cavolo, come ho fatto a scordarmi di una cosa del genere!?- sbottò Abigail, prendendo a correre come una forsennata, seguita a ruota dagli altri tre.

Arrivarono alla Testa di Porco completamente affannati, la grifondoro si gettò sulla porta d’ingresso spalancandola con foga.

-Merlino, scusate..il..ritardo..- riuscì ad articolare, cercando di riprendere fiato.

-In ritardo per cosa, Ab?- domandò Hermione, incuriosita, andandole incontro.

-Beh, non..la riunione..- si guardò intorno spaesata.

Il locale era completamente deserto, se non per il proprietario intento a strofinare una bottiglia lurida, con l’unico risultato di sporcarla ancora di più, altri due avventori non meglio identificati e Harry e Ron, seduti ad un tavolino poco distante.

-Ma, la riunione non è nemmeno cominciata!- commentò Abigail, aggrottando la fronte.

-Certo, Abby. Sono appena le due e mezza, la riunione inizia alle tre.- spiegò Hermione in tono leggermente preoccupato, fissando l’amica stranita.

-Ginny! Ti detesto!- proruppe Abigail, girandosi per fulminare la sorella con lo sguardo.

-Anche io se è per questo, ma almeno, non siamo arrivati in ritardo.-

 

***

-Beh, direi che è andata piuttosto bene.- disse allegra Hermione, uscendo dalla Testa di Porco con Harry e Ron.

-Eravamo davvero tanti. Naturalmente molti non sarebbero venuti se non ci fosse stata Ab, e anche Ginny devo dire che ha aiutato. Gli amici di Michael Corner si sono presentati solo perché esce con lei.-

-Che COSA!?- esclamò Ron, fermandosi di botto in mezzo alla strada.

Hermione scosse la testa, prendendo l’amico per un braccio e trascinandolo avanti.

-Si frequentano da un po’ ma si sono messi insieme giusto l’altro giorno.- spiegò tranquillamente la ragazza, avvicinandosi alla vetrina del negozio di piume Scrivenshaft.

-Mm, credo che mi comprerò una piuma.- entrò seguita da Harry e Ron.

-Ma quel tizio è un pallone gonfiato! Ed è più grande di due anni!-

-Oh, Ron, quanto sei bambino. Cosa vuoi che siano due anni di differenza a quest’età!?-

Ron mugugnò qualcosa d’incomprensibile, ci pensò su qualche secondo, e riprese, animato:

-E poi a Ginny piace Harry!-

-Errore. Le piaceva, ma ha lasciato perdere diversi mesi fa. Naturalmente ti vuole ancora bene, Harry.- aggiunse con gentilezza, rivolgendosi all’amico, che a dirla tutta non era particolarmente interessato all’argomento. Poi Harry si rese conto di una cosa che in effetti non aveva registrato fino a quel momento.

-E’ per questo che ora parla davanti a me?- domandò ad Hermione.

-Prima non lo faceva mai..-

-Esatto.- rispose la ragazza, pagando la sua nuova piuma di fagiano.

-E, Ronald, smettila di borbottare come un calderone in ebollizione. Le cose stanno così, punto e basta.-

Il ragazzo sbuffò, aggiungendo corrucciato: -Per lo meno Abigail non pensa nemmeno a cose come queste.-

Hermione, sulla soglia del negozio, si voltò verso il ragazzo, fissandolo, indecisa se parlare o meno.

-Hermione, cosa c’è?-

-Beh..O insomma. Io te lo dico. Sarà meglio per tutti. Abigail esce con Tom Penfold. Oggi pomeriggio era seduto accanto a lei. Però non si è ancora capito che cosa Abigail voglia fare di quel povero ragazzo.-

Una volta detto questo, decisamente più tranquilla, la ragazza uscì in strada, raggiunta subito dai due amici.

Ron era scarlatto, teneva i pugni ben stretti, quasi stesse per fare a botte con qualcuno.

-Io li distruggo quei due esseri immondi!- ruggì, marciando furioso davanti ai due compagni.

-Poi chiediti perché sei sempre l’ultimo a sapere le cose, Ron. Non è possibile che tu debba sempre fare di tutto una tragedia!- lo rimproverò Hermione, spazientita.

-Non ne sto facendo una tragedia! No, proprio per niente!- bofonchiò lui, continuando a brontolare fra sé.

Hermione rivolse ad Harry un’occhiata esasperata, poi gli sussurrò sorridendo:

-A proposito di coppie..Che mi dici di te e Cho?-

Harry divenne paonazzo, e domandò noncurante, cercando di celare l’imbarazzo:

-In che senso?-

Hermione fece un sorriso ancora più smagliante: -Beh, non riesce a toglierti gli occhi di dosso, no?-

Prima che Harry potesse anche solo pensare a ciò che Hermione aveva appena detto, Ron esplose nuovamente, facendo sobbalzare parecchi passanti:

-Io li ucciderò, miseriaccia, li ucciderò!-

Hermione e Harry si guardarono, sconsolati. Ron era fatto così.

 

 

 

 

 

 

  
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