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Autore: Rosie Bongiovi    01/05/2012    2 recensioni
"Teneteli" disse, lasciando nelle loro mani un ciondolo. Un simbolo della loro amicizia, solida come una costruzione di acciaio, delicata come un castello di sabbia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jon e Chelsea arrivarono velocemente davanti alla casa in cui abitavano Heather e Ava. La ragazza aveva detto di doversi preparare e che ci avrebbe impiegato solo dieci minuti, vista la situazione particolarmente delicata.

“La prossima volta guido io” borbottò Chelsea, sistemandosi la cintura di sicurezza.

“Che c'è che non va con il mio modo di guidare?” replicò Jon, prima spalancando i suoi occhioni azzurri e poi aggrottando la fronte.

“Non lo so, chiedilo alla signora che stavi per investire” disse la donna, ridacchiando. Il cantante era pronto a vendicarsi con del solletico, un'arma da sempre efficace sulla povera Chelsea; non appena i Bon Jovi scoprirono questo suo punto debole, non smisero mai di ottenere vendetta in quella maniera, con lei. Non poté passare all'azione: nel suo campo visivo apparve una donna bionda di cinquant'anni che ne dimostrava parecchi di meno.

Heather.

“No dannazione, ora che ci ha visti che cosa le diciamo?” mormorò Chelsea, pronta a prepararsi un centinaio di scuse da utilizzare con una madre protettiva come lei. Era vero, erano in buoni rapporti, nonostante fosse la migliore amica dell'uomo che l'aveva tradita.

Il problema era Jon..

 

No, no e ancora no. Io non ci salgo sul pullman con quella iena”.

Jon, santissimo Paradiso, qual è il problema?”.

Lei è il problema, la sua voglia di comandare, di fare la prima donna e la sua incredibile capacità nel rompere le scatole a tutti. Non è mica il manager!”.

La band doveva partire per New York, si sarebbero dovuti esibire la sera successiva. Era il 1995, Richie e Heather si erano sposati da solo 6 mesi e Jon non riusciva a sopportarla.

Ci sono alternative?” chiese Chelsea, sbuffando. Francamente non riusciva a capire quale fosse il problema del ragazzo biondo nei confronti della signora Sambora.

Sì. Lei rimane a casa, staccata da Richie. Tanto le faranno compagnia le sue manie di protagonismo!” sbottò incrociando le braccia. Chelsea non poté fare a meno di ridere, stava facendo tutti quei capricci per una sciocchezza.

Sei forse geloso del tuo Rich?” azzardò, inarcando un sopracciglio e mostrando un sorrisetto furbo.

Jon non rispose, sbuffò nuovamente, scocciato come prima, e si diresse a passi lunghi e ben distesi verso il conducente del pullman.

Sbaglio o è un tantino nervoso?” chiese David, osservando il cantante.

Tanto per cambiare” rispose Tico accennando una risata amara.

E si può sapere il motivo?” continuò il tastierista, osservando Jon mentre litigava animosamente con il povero conducente.

Lei” disse Chelsea, facendo un gesto allusivo con la mano verso Heather. Stava accarezzando la guancia di Richie, mentre lui la guardava con due occhi a forma di cuore.

Era una bella immagine..

Ahi-ahi-ahi” dissero tastierista e batterista all'unisono e seguì una risata.

Oh, grazie! Visto? Non è stato così difficile!” esclamò Jon, tornando da Chelsea. “Viaggeremo su due pullman differenti. Ringraziatemi!” disse infine, rivolgendo loro un grosso sorriso soddisfatto.

Non commenteremo Bongiovi. Tu viaggi sul tuo pullman, noi ce ne andiamo con il nostro” dissero i tre, allontanandosi e lasciando solo il cantante.

Grazie mille eh!” strillò, avvilito.

Heather gli lanciò uno sguardo poco raccomandabile, mentre Richie lo squadrava perplesso, domandandosi per quale motivo non stesse salendo con il resto della band sul pullman.

Ah, lui e il suo orgoglio..

 

“Jon, da quanto tempo che non ci vediamo” disse Heather, dopo che fu costretto da Chelsea ad abbassare il finestrino della sua auto.

“Hetty.. Già, non sei cambiata di una virgola. Purtroppo”. Farfugliò, cercando di non far sentire l'ultima parola.

“Noto che la vecchiaia sta cominciando ad avere la meglio anche sul tuo bel faccino. Guarda un po' questi zigomi ed il collo. Ti danno un'espressione così.. Anziana e particolarmente vissuta. Ti ricordavo più giovane, Jon caro”.

Una vena cominciò a pulsare sul collo del biondo, segno di grandissimo nervosismo. Chissà per quale motivo tra i due non era mai scorso buon sangue.

“Io invece ti ricordavo più formosa, invece noto che i fianchi si sono allargati e beh, del resto te ne accorgi anche da sola” replicò l'uomo. Heather chiuse velocemente la vestaglia che aveva indosso, coprendosi dal collo fino alle ginocchia.

“Ava avrà da fare, stamattina” replicò stizzita. Chelsea rivolse uno sguardo killer al biondo: avevano bisogno di Ava e lui, con la sua solita 'simpatia' spassionata per Heather, aveva rovinato tutto.

“E lei se la sente a passare tutto il giorno con te? Wow, che coraggio!”.

“Buona giornata, Chelsea” concluse la donna bionda, allontanandosi dopo aver incenerito Jon con lo sguardo.

“Altrettanto, Hetty..” mormorò in risposta. Il cantante, ovviamente, non rispose. Si mise gli occhiali da sole e riaccese il motore, imboccando quella strada che l'avrebbe portato a casa di Richie.

Chelsea continuava a guardarlo scuotendo la testa.

“Beh, che c'è? Hai visto come ha fatto??” sbottò.

“Sei peggio di un bambino. Muoviti ad andare a casa di quel disgraziato e non voglio sentire altri commenti su Heather” concluse la donna, poggiando la testa sul sedile e sbuffando.

“Tanto so di avere ragione io..” borbottò Jon, assumendo un'espressione offesa, alla quale Chelsea non fece il minimo caso.

In quel momento stava pensando a come distruggere l'appuntamento tra Richie e Denise e, soprattutto, ad una maniera per entrare a casa del chitarrista senza destar sospetti e far scattare i vari allarmi.

Non sarebbe stata un'impresa molto semplice, questa volta si trattava di dover intrufolarsi in una villa e, senza Ava, sarebbe stato ancor più difficile.

“Eccoci” annunciò Jon, interrompendo il flusso dei pensieri di Chelsea. Si ritrovarono di nuovo davanti a quella casa ormai vista mille volte.

“Abbiamo bisogno di un piano ben organizzato, sappiamo come comportarci all'interno di casa sua. Il problema ora sta nel disattivare gli allarmi alla porta principale e alle finestre e..”. Entrambi sobbalzarono: nel silenzio più totale, qualcuno aveva bussato sul vetro dell'auto di Jon. Si voltarono di scatto alla loro sinistra, il suono proveniva da quel finestrino.

“Ava! Che ci fai qui?” domandò Chelsea, respirando profondamente per riprendersi dallo spavento, dopo essere scesa dalla Camaro.

“Mia madre è convinta che io stia facendo un bel bagno rilassante” rispose con nonchalance per poi salutare Jon con un sorrisetto.

“Bene, ora che c'è Ava è tutto sistemato. Immagino tu sappia cosa devi fare” mormorò il cantante, mentre la ragazza annuiva.

“Distrarre mio padre?”.
“Esattamente” risposero i due adulti, in coro.

“Un gioco da ragazzi” replicò, prendendo il cellulare e componendo il numero di Richie. Avrebbe dovuto sfruttare al meglio le sue doti di attrice tramandatele dalla madre. “Papà, scusami se ti disturbo ma volevo parlare un po' con te.. Sono qui fuori casa, potresti scendere dieci minuti? Sì sì, non voglio rubarti tanto tempo.. Un gelato? Sì, non sarebbe una cattiva idea. Grazie, ti voglio bene anch'io” riattaccò, pienamente soddisfatta di se stessa. “La casa di mio padre sarà a vostra completa disposizione tra dieci minuti” concluse, facendo un piccolo inchino.

“Ti meriteresti l'Oscar” commentò Chelsea, scoccandole un grosso bacio sulla guancia.

Era arrivato il momento di mettere in atto il piano A.

 

“Ava è stata chiara, abbiamo a disposizione un quarto d'ora, non un minuto di più. Dobbiamo darci una mossa” disse Jon, allarmato, mentre saliva velocemente le scale insieme a Chelsea.

I due si ritrovarono nella camera di Richie, collegata direttamente ad un ampio bagno dal pavimento di marmo ed i muri rigorosamente bianchi, senza una minima imperfezione, nessuna ombra di muffa o di crepe. C'era poi un mobile di dimensioni modeste, sul quale c'erano una decina di asciugamani, ognuno di un colore differente. Sembravano estremamente soffici, facevano venire voglia di lavarsi le mani solo ed esclusivamente per poterli utilizzare.

Alla destra dei due c'era una grande doccia, parecchio spaziosa e con tutti i comfort possibili e immaginabili, dalla possibilità di sedersi e godersi l'acqua calda, alla presenza di una radio sintonizzata sulla propria stazione preferita.

Chelsea entrò nella doccia e prese la confezione di shampoo che Richie teneva nel portaoggetti azzurro.

“Jon, ora” disse rivolta al cantante, che aveva appena sfilato dalla sua tasca un colorante per capelli azzurro.

“C'è scritto che dura una settimana, indipendentemente dal contatto con l'acqua o con altri prodotti” aggiunse il cantante, leggendo quel che c'era scritto sulla boccetta di vetro che teneva tra le mani.

“Perfetto direi” esclamò Chelsea, rovesciando nello shampoo tutto il contenuto.

“Questo annullerà ogni suo impegno per i prossimi sette giorni. Dici che c'è bisogno di fare altro?” domandò Jon, pensieroso.

Chelsea ci rifletté su qualche istante.

“Direi che tutte le idee che abbiamo avuto potremo utilizzarle quando i suoi capelli torneranno ad essere castani. Ora dobbiamo solo sperare che Ava faccia ciò che le abbiamo consigliato di fare..” rispose infine. Jon annuì.

“Direi che possiamo andare” concluse, dirigendosi verso l'uscita.

 

“Allora piccola, che cos'è successo?”. Richie osservava la figlia, mentre guardava un punto non ben precisato del parco nel quale erano andati.

“No, nulla papà.. Sono solo un po' pensierosa per la scuola e.. Per un ragazzo..” rispose, sedendosi su una panchina e incrociando le gambe. Rich non fece in tempo a fare lo stesso, che una figura vestita di nera e con un passamontagna in testa, prese in fretta e furia la borsa di Ava, strappandogliela dalle mani, e cominciando a correre alla velocità della luce.

“Papà, papà! La mia borsa! C'è il portafoglio di mamma, le chiavi!” esclamò la ragazzina. Richie non ci pensò più di due secondi. Si alzò di scatto e cominciò a inseguire il ladro per due minuti buoni, prima che questo lasciasse cadere a terra la borsetta firmata Valentino e si dileguasse tra i ragazzi presenti dal lato opposto del parco. Ava prese il cellulare che aveva nella tasca del jeans grigio chiaro che indossava.

Scrisse un messaggio a Chelsea e lo inviò non appena vide il padre tornare con la borsa tra le mani e mille goccioline di sudore sul viso.

- Missione compiuta. Ora ha decisamente bisogno della doccia. -.  

 

Salveeeeeeeeeee! Grazie a tutti per aver letto questo capitolo! Vi invito a lasciare una recensioncina, tanto per farmi sapere se faccio tanto schifo o se la storia vi sta piacendo :') Mando il solito bacio a tutti i miei lettori e recensori! 

 

Alla prossimaaaaaaaaa!!!!

 

Rosie

  
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