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Autore: Rubber Soul    01/05/2012    4 recensioni
"Se non vi piacciono gli sfigati,non continuate a leggere. Anzi,se non siete anche voi un po’ sfigati,qua decisamente sforate dal vostro territorio."
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Molto spesso mi capita che la gente mi guardi con un misto di compassione e non so quale tipo di sentimento cattolico.
Anzi no,i cattolici hanno compassione di me. I miei coetanei hanno noia a stare con me o vattelappesca.
Si,fratello,non puoi essere come me ed essere considerato normale allo stesso tempo. Ti considerano una razza d’indemoniato,di drogato,di fottuto,di nonsoche.
Non è che a me interessi molto,voglio dire. Ma mi urta terribilmente che qualcuno possa pensare che io abbia bisogno di aiuto.
Mi sembra opportuno che ognuno abbia la libertà e il diritto di chiedere aiuto prima che qualcuno glielo possa offrire. E non lo dico perché sono orgoglioso. Lo dico perché non ho bisogno di aiuto.
Ciò che penso è che questa gente crede che io abbia bisogno di aiuto perché mia madre si è dileguata quando avevo dieci anni. Credono che io sia così strano perché sono praticamente cresciuto senza mia madre.
Perché sono cresciuto con un tipo come papà. Reputano strano anche lui,che credete.
Mia madre mi disse che doveva andare via,ma non so perché. Non mi ricordo di aver assistito a litigi particolarmente forti di lei con papà,né di essermi trovato davanti a scene di violenza di qualsiasi tipo. Il ricordo che ho dei miei genitori insieme è abbastanza sereno.
Tutto ciò che conservo di quel giorno è che io ero appena tornato da scuola con una B+ al tema del corso infantile di scrittura creativa,e pioveva. Mia madre mi fece una tazza di tè e mi fece sedere. Mi disse che era giusto che lei andasse via perché a casa non stava bene. Ricordo che papà mi sorrideva,e ogni tanto lui e mamma si scambiavano dei grandi sorrisi sinceri.
Mia madre se n’è andata,e da sette anni non la vedo né la sento più. Mai,nemmeno una volta. Come credo neanche papà. Adesso io sto bene,senza lei.
Anche se appena se n’è andata ho rischiato quasi la morte. Ho preso a pugni la credenza sfracellandomi tutte le mani. E’ comprensibile che a un bambino di dieci anni saltino tutte le rotelle dell’encefalo quando sua madre gli ha appena detto devo andare via da casa.
In ogni caso,mi feci un male bestia. E la mano destra me la ruppi pure. Voglio dire,anche oggi,in determinati momenti, mi fa male.
La reazione di  mio padre fu quella di coccolarmi il più possibile. Non mi ricordo che si alterò in qualche modo. Dopo quel giorno in cui ruppi a pugni la credenza,il suo comportamento fu quello di sempre. A parte il fatto che ingaggiò una specie di psicologo a tempo pieno. Cioè,io tornavo da scuola e tutti i giorni trovavo questo signore con la barba lunghissima e due grandi occhi blu che mi aspettava. Stava seduto,assieme a papà,davanti al camino,e bevevano tè verde. Poi andavamo insieme in salotto,mi faceva stendere sul sofà e mi faceva domande strane. Mi ricordo che una volta mi chiese se stavo bene,ed io risposi che senza la mamma stavo benissimo; e quando papà lo venne a sapere si fece una grassa risata ed io ci rimasi un po’ male. Credo che si mise a ridere per non turbarmi,ma io mi turbai ugualmente.
Questa situazione andò avanti fino a quando non ebbi tredici anni. Un giorno lo psicologo mi diede un foglio scritto fitto fitto,e mi disse di leggere la frase evidenziata cioè il ragazzo è al sicuro e non ha più bisogno di psicanalisi. Poi lo diede anche a papà, che sorrise e lo abbracciò e ringraziò infinite volte. 
Fu in questo periodo che iniziai a scavare reperti archeologici in salotto. Trovai cassette di papà risalenti al decennio precedente,i famigerati anni sessanta. Infinite file di cassette col dorso imbrattato di scritte come The Beatles,Pink Floyd,Rolling Stones,The Who,Jimi Hendrix,The Doors,Led Zeppelin,Bob Dylan. Le teneva tutte in un mobile con vetrata,in modo che fossero in bella vista per tutti.
Fu in questo periodo che scoprii Sticky Fingers degli Stones. Successe verso il 1977. Sticky Fingers era del ’71. In quegli anni andava a palla roba come Springsteen,era ritornato il rock’n’roll stampo americano. Ma io mi fissai così tanto con sticky fingers che non mi accorgevo di altro fenomeno sonoro. Non ricordo con precisione quanti anni avevo,credo comunque tredici o quattordici. Fu un trauma sapere che Brian Jones era già morto da otto anni e che Mick Taylor era uscito dal gruppo nel ’75. Tanto c’era Ron Wood che pensava a tutto. Ma mi dispiaceva un sacco che Brian fossemorto in circostanze misteriose,come si diceva all’epoca,con quei meravigliosi capelli che si ritrovava.
Fu in questo periodo,affascinato dall’ego e dalla pettinatura di Brian Jones,che scoprii la fortuna di avere un padre che ti vuole a tutti i costi con frangetta e caschetto. Mi diceva sempre,e me lo dice tutt’ora,che ci somiglio,a Brian. 
E fu in questo periodo che papà iniziò a dire frasi come quella sui Pink Floyd che vi dicevo prima. Per lui è automatica l’associazione sesso-rock,me lo ha detto esplicitamente. Perché,sapete com’è,quando due uomini  si ritrovano a vivere ventiquattro ore su ventiquattro nella stessa casa,finisce che parlano sempre e solo di sesso.
  
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