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Autore: marmelade    01/05/2012    10 recensioni
“Ma come diavolo avete fatto a dimenticarvi tutti di questo giorno?!” esclamò, per poi guardarmi quasi furiosa, mentre io non riuscivo ancora a capire.
Nicole parve accorgersi del mio stato confusionale, e scosse ancora il capo, facendo muovere i suoi ricci, così simili ai miei.
“Cavolo Harry! Oggi torna Maya dalla Spagna!”.
[...]
Infondo, avevo paura, e la vecchia Maya cercava di prendere il sopravvento su quella nuova.
Ma non avrei mai permesso ciò.
Sarei stata forte, e avrei trascorso la mia vita serenamente anche lì, dimostrando a tutti chi ero diventata.
E non mi sarei fatta ingannare ancora.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I would love you better now.'
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Due anni dopo..
 
 

“Louis! Louis! Dio santo, ma perché sei sempre così pigro… LOUIS!”.
Il ragazzo aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi la figura di una Nicole stufata davanti a lui.
“Che cosa vuoi, Nicole, non vedi che sto dormendo?” disse con la voce ancora impastata dal sonno, coprendosi nuovamente con le coperte che la ragazza gli aveva tolto.
Nicole, intanto, aprì le persiane di quella camera buia, facendo passare aria e luce, che colpì gli occhi chiusi del moro, il quale cercava di riprendere sonno.
“Andiamo Lou, non fare il bambino!” disse, avvicinandosi nuovamente a lui  e al suo letto con passo svelto, levandogli nuovamente le coperte, facendo alzare di scatto il ragazzo.
“Ma cosa diavolo vuoi stamattina?!” chiese Louis sbuffando e stropicciandosi gli occhi, scrutando meglio la figura dell’amica, che aveva preso a mettere in ordine la stanza dove sembrava fosse passato un uragano.
A quella domanda, Nicole si voltò verso di lui, stringendo gli occhi in due piccole fessure, poi batté una mano sulla gamba, facendo rumore.
“Sei impossibile, Louis William Tomlinson! Ma come, non ti ricordi che oggi torna Maya dalla Spagna?!”.
Louis sgranò gli occhi e batté una mano sulla propria fronte alle parole dell’amica.
“L’avevo completamente dimenticato!” esclamò, alzandosi dal letto, rischiando di cadere, cosa che fece ridacchiare Nicole.
La mora roteò gli occhi al cielo, poi prese un cuscino e lo lanciò in direzione di Louis, buttandoglielo in faccia. Louis sembrò risvegliarsi da quel coma post “levataccia mattutina” dopo aver ricevuto quel soffice cuscino sul viso.
“Sei euforica, vero?” domandò Louis a Nicole, che continuava a mettere a posto freneticamente la stanza.
“No, cosa te lo fa pensare?” rispose velocemente la ragazza, facendo movimenti ancora più rapidi.
Louis ridacchiò alla vista dell’amica così agitata, e le lanciò il cuscino che lei gli aveva precedentemente tirato, colpendola su un braccio.
“Stai mettendo a posto da tre ore la stessa parte di questa stanza, sempre più velocemente” spiegò, facendo un sorrisino beffardo che fece irritare la mora.
Louis inarcò un sopracciglio, come per far capire di aver avuto ragione, e Nicole sospirò.
Non gli sfuggiva nulla, e lei non riusciva a nascondere i propri stati d’animo in sua compagnia.
Si gettò a peso morto su quella parte di materasso un po’ più ordinata del resto del letto, poi sorrise.
“E va bene, Louis! Si, sono euforica, contento?! La mia migliore amica torna a Londra dopo due anni, dopo che…” la ragazza bloccò il suo discorso sul nascere, portandosi una ciocca dei suoi capelli corti e ricci dietro l’orecchio destro, mordendosi il labbro inferiore per poi guardare Louis.
“Beh, sai a cosa mi riferisco…” concluse, alzandosi dal materasso e avvicinandosi alla finestra.
“Secondo te, cosa succederà quando May tornerà?” domandò Louis all’improvviso, dopo un po’ di silenzio.
Nicole si voltò verso di lui, incrociando le braccia al petto e sospirando, per poi scuotere il capo.
“Non lo so, ma spero il meglio…”
Sospirò anche Louis, e si avvicinò all’amica, appoggiandosi al muro nella sua stessa posizione.
“Già, lo spero anche io…”.
 
                                                                                                                           *
 
“Bene ragazzi, loro sono Maya e Nicole!” esclamò Harry sorridente, presentando me e Nicole ai suoi nuovi amici, che l’avrebbero accompagnato nel suo più grande sogno.
“Ciao!” dissi, leggermente imbarazzata, facendo un gesto di saluto con la mano.
“Piacere!” disse un ragazzo dai capelli castano chiaro, con un ciuffo alla Bieber e dagli occhi anch’essi castani, avvicinandosi a me e Nicole sorridendo.
“Io sono Liam! Harry ci ha parlato tanto di voi, soprattutto di te M…”.
“Okkei, Liam, basta così!” lo interruppe Harry, leggermente rosso in viso.
Era la prima volta che vedevo il mio migliore amico in imbarazzo.
Gli rivolsi una smorfia buffa, per poi riconcentrarmi sulle presentazioni del nuovo gruppo.
Un altro ragazzo dalla pelle color caffelatte e i capelli neri come la pece, si avvicinò tendendoci la mano.
“E’ davvero un piacere conoscervi, ragazze. Sono Zayn” disse, facendo un leggero occhiolino, che ci fece rimanere senza fiato, quasi facendo sciogliere Nicole.
“P-Piacere immenso e tuutto n-nostro, Zayn” rispose Nicole, balbettando come una cretina.
Io mi limitai ad annuire con il capo, come per affermare quello che aveva appena detto la mia amica, ancora con la bocca spalancata.
Dio, quel ragazzo era davvero una visione spettacolare!
“Ciao! Io sono Niall!” esclamò un ragazzo biondo e gli occhi azzurri come il cielo, dall’accento buffo ed irlandese. Sembrava simpaticissimo.
“Dov’è finito Louis?” domandò Harry, guardando a destra e sinistra nel giardino del bungalow del patrigno.
“Ehi, Harry! Questi cereali sono buonissimi! Puoi chiedere a tua madre dove li ha comprati?” chiese una voce che proveniva dalla porta d’ingresso del bungalow.
Ci voltammo tutti verso quella direzione, e io e Nicole scrutammo a fondo l’ultimo componente della band.
Aveva dei capelli lunghi e castani, che quasi gli coprivano gli occhi, e un viso simpatico.
Vidi il volto di Harry assumere un’espressione scandalizzata.
“Cacchio Louis! Quelli non sono cereali, sono i croccantini del gatto!”.
Il ragazzo moro sputò improvvisamente tutto quello che aveva in bocca, come accade solo nei film americani, e iniziò a strofinarsi la lingua con le mani.
Nicole non riuscì a trattenersi, e iniziò a ridere come una pazza, tanto da arrivare alle lacrime.
E io, non riuscivo a non ridere quando sentivo la sua risata.
Mi unì a lei, cadendo con le ginocchia sul prato, mantenendomi la pancia, e poco dopo la sentii accasciarsi su di me, continuando a ridere.
I tre ragazzi ci guardavano scandalizzati, ma improvvisamente, sentimmo una risata ancora più fragorosa di quella di Nicole unirsi a noi, e poi anche altre due.
Sentii anche Harry ridere e alzai lo sguardo, vedendo che anche il ragazzo “mangia croccantini” stava ridendo.
Ci alzammo da terra, asciugandoci quelle lacrime causate dalla risata.
“Almeno erano buoni i croccantini?” chiese Nicole, rivolgendosi al ragazzo, che fece una smorfia.
“Beh, si… non posso lamentarmi!” rispose il moro, per poi tenderci la mano.
“Comunque, sono Louis” si presentò, e noi facemmo lo stesso.
Louis si soffermò a guardarmi e scrutarmi a fondo, portandosi una mano sul mento.
“Allora sei tu Maya! Però, devo dire che Harry se le sceglie proprio bene le…”
“Le migliori amiche!” lo interruppe Harry, mettendogli una mano sulla bocca, impedendogli di parlare e finire quello che stava dicendo.
 
                                                                                                                          *
 

HARRY POV.
“Devi andare via per forza, amore?”.
Mi voltai verso Caroline, mentre infilavo i jeans tolti la sera prima.
Aveva i capelli arruffati e il viso senza il trucco, e mi guardava con un’espressione da cane bastonato.
Le rivolsi un sorrisino e mi avvicinai a lei, baciandola dolcemente sulle labbra.
“Per forza. L’altra volta Louis si è preoccupato, sai? Non l’avevo avvertito che rimanevo da te” dissi, e lei imbronciò ancora di più le labbra e il viso.
“Non capisco. Louis è per caso tua madre?” esclamò, e io sorrisi.
Infilai la maglietta e poi la guardai nuovamente, sorridendo ancora.
“Peggio. E’ il mio migliore amico”.
Caroline sbuffò, e si ributtò a peso morto sul materasso, poggiando la testa sul cuscino.
“Posso sapere perché non ti decidi a venire a vivere qui? Sarebbe tutto molto più semplice, tanto ormai tutti sanno di noi!” disse ancora, con lo sguardo rivolto verso il soffitto.
Sospirai, passandomi una mano tra i ricci e sedendomi accanto a lei sul letto.
“Te l’ho già spiegato, Caroline, è ancora troppo presto, ma sai benissimo che anche io voglio vivere con te…” e le lasciai un bacio sulla spalla nuda, per poi sentirla poco dopo con le labbra sulle mie.
“D’accordo, Harry, hai ragione. D’altronde, io sono una donna in carriera, e tu si può dire che hai appena iniziato a costruirti la tua. Però promettimi che ne riparleremo…” disse, avvicinandosi nuovamente alla mia bocca.
Le lasciai un altro bacio morbido sulle labbra, poi le sorrisi ancora.
“Te lo prometto, amore…” sussurrai, e lei sorrise.
Mi alzai di scatto dal letto, prendendo il borsone dal pavimento della camera da letto.
“Mi chiami appena arrivi, vero?” chiese Caroline, sedendosi tra le lenzuola.
Mi voltai verso di lei e le sorrisi.
“Certamente” risposi, e le lanciai un bacio accompagnandolo con una mano.
Lei fece finta di prenderlo per poi poggiarselo sulle labbra, sorridendo maliziosa.
Passai una mano tra i capelli e uscii dalla stanza, avviandomi verso la porta d’ingresso.
L’aria tiepida di metà Maggio mi colpì il viso una volta aperta la porta, misi meglio il borsone in spalla e mi avviai a piedi verso casa, dato che la sera prima ero andato via con Caroline con la sua macchina.
Il tratto era breve e sarei arrivato in cinque minuti camminando a passo svelto.
Sentivo di essermi dimenticato qualcosa, ma non riuscivo a ricordare.
Feci uno sforzo mentale, cercando di ricordare cosa mi fossi dimenticato a casa di Caroline, controllai anche nelle tasche dei jeans, ma il cellulare e le chiavi di casa erano lì.
Scrollai le spalle e colpii una lattina di coca cola sul marciapiede con la punta del piede, quasi come fossi un calciatore, e la lanciai lontano.
Presi le chiavi dalla tasca destra dei jeans e salii gli scalini fino ad arrivare al portoncino ed aprirlo, per poi entrare nell’ascensore e premere il pulsante dell’ultimo piano.
Quando arrivai sul pianerottolo, mi avvicinai alla porta del mio appartamento e sentii la voce di Louis che discuteva con qualcuno.
Sorrisi e scossi il capo, mentre giravo la chiave nella toppa e aprivo la porta.
“Ti muovi, Louis? Guarda che siamo in ritardo!”
“Non mi stressare, Nicole!”
“Io non ti sto stressando, sto solo… Harry!”.
La figura di Nicole, tutta presa a discutere con Louis, si accorse di me.
Ogni volta che vedevo Nicole, sembrava di rivedere me stesso, nonostante la conoscessi da anni.
Aveva i capelli corti, ricci e castani, gli occhi piccoli e verdi che però, si trovavano su un viso tondo e piccolo, diverso dal mio.
“Buongiorno” dissi entrando in casa, stropicciandomi gli occhi e chiudendo la porta dietro le mie spalle.
“Ti brego Harry…” disse Louis, mentre ingoiava l’ultimo boccone della sua colazione “mi spieghi perché le hai dato le chiavi di casa?!”.
Nicole roteò gli occhi al cielo e gli diede uno schiaffo dietro la nuca.
“Perché se no chi ti sveglia la mattina?!” rispose lei, mentre Louis si massaggiava il punto in cui era stato colpito.
Posai il borsone sul pavimento, stropicciandomi nuovamente gli occhi e sedendomi di fronte a Lou.
“Beh, c’è sempre Harry, no?” disse, mentre Nicole gli levava davanti la tazza in cui aveva appena finito di mangiare.
“Seh, Harry… ma se dorme sempre da quella baldr… carissima donna della sua ‘ragazza’!” esclamò Nicole, cambiando improvvisamente il tono di voce e l’espressione che stava per usare dopo una mia occhiataccia.
“Gelosa, Miller?” dissi sarcastico, mentre lei roteò gli occhi al cielo.
“Per niente. Sai benissimo che non vorrei essere nella tua situazione!” rispose lei, mentre posava la tazza di Louis nel lavandino.
“Non riesco a capire cos’hai contro Caroline, Nicole…” dissi flebilmente, cercando di rimanere il più tranquillo possibile.
Di pregiudizi ce n’erano stati anche troppi, e non mi andava che si unisse anche lei.
Roteò ancora una volta gli occhi al cielo e sbuffò, incrociando le braccia.
“Per caso…ti dicono niente quindici anni di differenza?! Lei una donna matura, tu un ragazzino con la bocca che puzza ancora di latte… matura, poi! Si veste ancora come un’adolescente e, la cosa che mi da più fastidio è che cerca anche di esserlo!”.
“In effetti, Nicole ha ragione…” s’intromise Louis, e lei rimase abbastanza sorpresa.
Da quando si conoscevano, non si erano mai dati ragione a vicenda.
Rivolsi un’occhiataccia anche al mio migliore amico, che alzò le braccia come per volersi giustificare.
“Non guardarmi così, Harry! E’ la pura verità! Caroline ha trentacinque anni suonati, ma si comporta come se ne avesse venti di meno!”.
Cercai di controbattere, ma Nicole se ne accorse e si avvicinò a noi, impedendo quella che si poteva trasformare in un’amichevole rissa.
“Okkei, okkei… basta così, ragazzi! Tu, riccioli d’oro, fatti una doccia perché puzzi peggio di uno scimpanzé in calore…” alle sue parole mi annusai sotto il braccio, e in effetti avevo un profumo che di certo non poteva essere considerato acqua di rose.
“E tu…” continuò Nicole, puntando un dito contro Louis “va’ a prepararti, che sei in un ritardo tremendo! Gli altri saranno qui tra poco e tu sei ancora in pigiama!”.
“Agli ordini capo!” rispose Lou, mimando il saluto militare, che fece scuotere il capo a Nicole.
“Sei in ritardo per cosa, Lou?” domandai, aggrottando la fronte.
La sensazione di essermi dimenticato qualcosa, intanto, cresceva sempre di più dentro di me, come se avesse avuto a che fare con quello che dovevano fare Louis e Nicole.
La mora, infatti, batté una mano sulla propria fronte e scosse nuovamente il capo.
“Ma come diavolo avete fatto a dimenticarvi tutti di questo giorno?!” esclamò, per poi guardarmi quasi furiosa, mentre io non riuscivo ancora a capire.
Nicole parve accorgersi del mio stato confusionale, e scosse ancora il capo, facendo muovere i suoi ricci, così simili ai miei.
“Cavolo Harry! Oggi torna Maya dalla Spagna!”.
Alle parole di Nicole, sgranai gli occhi e rimasi senza parole.
Ecco cos’avevo dimenticato!

                                                                                                                        * 
 
MAYA POV.
“Ha bisogno di qualcos’altro, signorina?”.
Tolsi l’unica cuffietta che mi era rimasta nell’orecchio destro, e mi voltai verso l’hostess dai capelli biondi, facendole un sorriso.
“No, grazie mille” risposi, e sorrise anche lei, per poi allontanarsi e rivolgere la stessa domanda a qualche passeggero seduto più avanti.
Infilai nuovamente la cuffietta nell’orecchio, e ripresi a concentrarmi su Clocks dei Coldplay, puntando lo sguardo fuori dall’oblò di vetro.
Aggiustai una ciocca di capelli castani che, come al solito, mi ricadevano ribelli sul viso, nonostante fossero corti.
Continuai a guardare fuori, scrutando le nuvole che passeggiavano serene e tranquille sotto l’aereo, soffici come cuscini di piume.
Quanto avrei voluto essere una nuvola, in quel preciso istante.
Senza cose inutili a cui pensare, senza cose inutili da dire.
Solo starmene tranquilla in un posto sereno.
Chiusi gli occhi e poggiai meglio la nuca sul poggiatesta del sediolino scomodo dell’aereo.
Prendere l’aereo per tornare a Londra, mi faceva sempre il solito effetto.
Quasi come se quell’effetto fosse paura di ricominciare qualcosa che avevo abbandonato per i motivi più orribili che potessero accadere.
Avevo paura.
Ma non l’avrei mai dato a vedere.
Avrei vissuto a Londra, avrei ricominciato daccapo e nessuno mi avrebbe illusa ancora una volta.
Avrei ripreso quella vita che, ormai, conducevo da due anni nella pazza e caotica Barcellona, dimenticandomi di quella che avevo trascorso precedentemente ad Holmes Chaples e di quella ancora più precedente, a Madrid.
Avrei continuato ad essere quella Maya che era nata pochi mesi dopo l’arrivo a Barcellona, dopo quell’orribile avvenimento, che forse mi aveva traumatizzata.
“Signori, il comandante vi prega di allacciarvi le cinture. Stiamo per atterrare”.
La voce metallica dell’hostess bionda attraverso un microfono, mi fece riscuotere dai miei pensieri, annunciando l’arrivo del mio volo, e della mia nuova vita.
Allacciai la cintura di sicurezza, come aveva consigliato l’hostess, e ritornai a concentrarmi su quel meraviglioso paesaggio, colorato di azzurro con qualche spruzzata di leggero e morbido bianco.
Tolsi le cuffiette e iniziai a torturarle tra le mani.
Infondo, avevo paura, e la vecchia Maya cercava di prendere il sopravvento su quella nuova.
Ma non avrei mai permesso ciò.
Sarei stata forte, e avrei trascorso la mia vita serenamente anche lì, dimostrando a tutti chi ero diventata.
E non mi sarei fatta ingannare ancora.
 
                                                                                                                             *
 
HARRY POV.
“Smettila di mangiare ed abbuffarti come un maiale, Niall, non sarai per niente presentabile quando arriverà May!”.
“Mba… Nicbole io… ho bfame!”.
Nicole si avvicinò a Niall spazientita, e gli levò dalle mani il pacchetto di patatine che il biondo stava ingurgitando.
“Ma se hai mangiato quattro muffin al cioccolato prima di venire qui!” intervenne Liam, dando una pacca sulla spalla di Niall.
“Si, ma io ho uno stomaco senza fondo!” disse quest’ultimo, puntando il dito in alto con fare saccente, quasi come se volesse ricordarcelo.
Sorrisi e scossi il capo, ravvivandomi i ricci.
Non sapevo nemmeno cosa ci facessi io lì.
L’aeroporto di Heatrow sembrava ancora più immenso di quanto non lo fosse già, ed era inutile dire che era pieno zeppo di gente che andava e veniva.
“Ma sai quanto se ne frega May se Niall è presentabile o meno?!” disse Louis, quasi scioccato “sarà sicuramente felice di vederci!”.
Nicole roteò gli occhi al cielo e sbuffò, senza dire più nulla.
Sicuramente, May non sarebbe stata felice di vedere me.
Erano due anni che, ormai, non sapevo più niente di lei, se non per qualche notizia superficiale da parte di Nicole, da mia madre e dal padre di May.
Ma non avevo mai ascoltato a fondo.
May apparteneva al mio passato, anche se era stata fondamentale per me.
Mi aveva aiutato ad inseguire il mio sogno, a spronarmi, e ho dovuto tutto a lei il mio successo.
Però adesso stavo con Caroline, che sapeva darmi la felicità che non avevo mai provato in vita mia.
D’un tratto, sentii la suoneria del cellulare di Nicole che squillava e, quando mi voltai verso di lei, era tutta intenta a scavare il cellulare dalla sua grande borsa.
“Dio, Nicole, una borsa più piccola no, eh?!” intervenne Zayn, che in tutto il tempo che eravamo lì, era la prima volta che lo sentivo parlare.
“Zitto tu” lo liquidò lei, rivolgendogli un’ occhiataccia, ancora lottando con la sua borsa.
“Oh, Zayn, lei ti dice sta’ zitto perché se dovesse essere quel super palestrato del suo ragazzo e lui dovesse sentire la tua voce, potrebbe arrabbiarsi ed ingelosirsi mooolto!” la canzonò Louis, e lei gli diede una gomitata nel fianco, che lo fece piegare in due.
“Pensa alla tua ragazza, tu, e fatti gli affaracci tuoi!” rispose lei, ancora molto infastidita.
Era palese che quei due provassero qualcosa l’uno verso l’altro, ma non erano mai stati in grado di ammetterlo, e adesso si ritrovavano entrambi fidanzati, senza poter fare nulla per il momento.
“Eccolo!” esultò Nicole, una volta preso il cellulare dalla borsa.
Guardò il display e fece un sorriso a trecentosessanta gradi e rispose immediatamente.
Era sicuramente il suo ragazzo.
“May! Dove cavolo sei?!” esclamò, non appena rispose al telefono.
Gli altri si avvicinarono immediatamente a Nicole e al cellulare per sentire meglio la loro conversazione, ma io rimasi al mio posto, senza sapere bene cosa fare.
Era una sensazione strana, che non riuscivo a spiegare.
Stavo per rivedere la mia ex ragazza; che precedentemente era stata la mia migliore amica; quella che mi aveva aiutato a raggiungere il mio sogno, dopo due anni di completo silenzio tra di noi.
D’un tratto, vidi Nicole alzarsi sulle punte e scrutare a fondo un punto indefinito davanti a lei, aggrottando la fronte e stringendo gli occhi.
Improvvisamente, sul volto di Nicole si aprì un sorriso ancora più ampio del precedente e lei iniziò a saltare sul posto, sbracciandosi come una pazza.
“Ti vedo May! Dimmi che ci vedi anche tu!” esclamò felice, mentre anche gli altri cominciarono a sbracciarsi.
Spinto dalla curiosità, mi avvicinai anche io agli altri, guardando dritto di fronte a me.
E rimasi scioccato, senza riuscire a muovere un muscolo.
Quella non poteva essere lei.
La ragazza di fronte a noi aveva i capelli castani corti a carré, con un ciuffo strano che le ricadeva sul viso mentre cercava di portare la sua valigia, che pesava molto più di lei, anche se sembrava non avesse problemi a portarla da sola.
Non era altissima e il suo corpo era ben delineato da delle curve, che venivano messe in risalto da una gonna a vita alta dal colore giallo, larga ed ampia e, sopra di essa, una camicetta a giro maniche bianca.
Non poteva essere lei.
La Maya che avevo lasciato due anni fa era completamente diversa.
Aveva i capelli lunghi, sempre legati in code alte o laterali, il suo corpo era piccolo e minuto, senza nessuna di quelle splendide forme che aveva la ragazza di fronte a me.
Rimasi senza dire nulla.
Ero certo che quella non fosse Maya, ne ero sicuro al centouno per cento.
D’un tratto, però, la ragazza fece qualcosa che mi fece cambiare assolutamente idea.
Sul suo viso, comparve quel sorriso che avevo ammirato per mesi, e che mi aveva dato la forza di andare avanti.
Su quel viso, comparve il suo sorriso, in tutta la sua bellezza.
E, finalmente, la riconobbi.
 
                                                                                                                             *
 
MAYA POV.
Me li ritrovai di fronte non appena voltai lo sguardo, dopo aver scrutato a fondo un punto alla mia destra.
Erano talmente tanto presi a sbracciarsi per farsi notare, che sembravano quei giganteschi omini gonfiabili fuori i centri commerciali.
Sorrisi e scossi il capo, posando il cellulare nella borsa.
Non erano cambiati affatto.
Iniziai ad avvicinarmi a loro, quando d’un tratto vidi Nicole posare la sua borsa tra le mani di Louis, e correre verso di me.
Presi anche io la rincorsa, per quanto mi fu difficile con quell’enorme valigia dietro di me, e raggiunsi la mia migliore amica.
Posai la valigia a terra quando le fui abbastanza vicina e aprii le braccia, nelle quali lei si catapultò qualche secondo dopo, rischiando di farmi cadere a terra.
“Ti prego, dimmi che non è frutto della mia immaginazione e tu sei tornata davvero!” disse, mentre mi abbracciava.
Mi staccai dal suo abbraccio e le sorrisi, aprendo le braccia.
“Sono tornata davvero!” esclamai, muovendo le mani.
Nicole lanciò un urlo che fece voltare mezzo aeroporto, e mi abbracciò nuovamente, molto più forte.
Ricambiai il suo abbraccio e poi iniziammo a dondolarci da sinistra verso destra, senza staccarci.
Dio, se mi era mancata!
Era bellissimo poterla riabbracciare in carne ed ossa, senza che nessun computer potesse impedircelo, dato che in quegli ultimi due anni ci eravamo viste e sentite solo tramite Skype ogni santissimo giorno.
“Non posso crederci che sei tornata sul serio! Adesso potremmo stare insieme tutti i giorni!” disse, una volta sciolto l’abbraccio.
“Oh beh, chiamala fortuna!” risposi, e lei mi rivolse un’occhiataccia, per poi ridere insieme a me.
Io e Nicole non eravamo mai state quelle migliori amiche sdolcinate.
La nostra amicizia poteva essere tranquillamente paragonata a quella tra due ragazzi, dati i continui insulti scherzosi e le risate.
Ma non mancavano i momenti dolci.
Sapeva ch poteva sempre contare su di me, qualunque cosa accadesse, come io sapevo che lei c’era sempre per me, anche se non ci dicevamo sempre di volerci bene.
Non avevamo bisogno di ripeterci in continuazione delle verità.
Lo sapevamo, e bastava solo quello.
E, soprattutto, durante quei due anni sapevamo ancora di più quanto tenessimo l’una all’altra, come se la distanza avesse intensificato il nostro rapporto.
“Cavolo, Nicole, non sei cambiata affatto!” dissi, guardandola meglio, adesso che potevo averla finalmente vicina in carne ed ossa.
Aveva sempre i soliti capelli ricci e castani e gli stessi occhietti verdi e vispi che risaltavano su quel suo viso tondo.
Lei sorrise, e mi guardò anche lei meglio.
“Beh, non posso dire lo stesso di te!” esclamò sorridente.
Feci anche io un sorriso.
In effetti, ero cambiata molto in due anni.
Non ero più quella sedicenne piccola, che nascondeva il suo corpo dietro enormi sciarpe e maglioni, che poteva ancora considerarsi bambina.
Ero una diciottenne con la voglia di vivere e di provare ogni giorno nuove esperienze.
Avevo imparato ad aprirmi con tutti, ad essere socievole ed estroversa, non più timida e impacciata.
“Già…” mi limitai a rispondere, per poi voltarmi verso il punto in cui si trovava Nicole prima di venirmi incontro come una bufala.
Dopo due anni, finalmente li rividi.
Sorridevano, dopo aver assistito alla scena mia e di Nicole, e Niall salutava come un bambino con un gesto della mano.
Presi la valigia e mi avvicinai di più a loro, che si aprivano man mano in un sorriso ancora più ampio.
“Ma guarda un po’… avete dei visi così familiari… per caso, ci siamo incontrati al supermercato qualche volta?!” dissi, non appena gli fui vicina, facendo un sorrisetto sghembo.
“Oh, sicuramente avrai incontrato lui al supermercato!” esclamò Zayn, indicando Niall “è la sua seconda casa!”.
Risi leggermente, poi rimanemmo un po’ in silenzio e li guardai ancora un po’.
“Oh, al diavolo gli scherzi, mi sei mancata May!” intervenne Liam, fiondandosi addosso a me ed abbracciandomi.
Risi e ricambiai il suo abbraccio, stringendolo forte.
“Anche tu, Liam!”.
“Si, però adesso non puoi abbracciarla solo tu, eh! Levati di mezzo!” esclamò Zayn, spostando brutalmente Liam e abbracciandomi.
“Cavolo Zayn, ti fai sempre più figo!” dissi, una volta sciolto l’abbraccio.
Lui fece un occhiolino e si aggiustò i capelli.
“Lo so, cresce costantemente!” rispose, facendomi ridere.
“Ma perché glielo fai credere, May?!” intervenne Niall “già ci basta che occupa il bagno ventiquattrore su ventiquattro!”.
“Oh, anche tu sei un figo, Niall!” esclamai, per poi abbracciarlo.
Lui rise di gusto, con quella sua risata fragorosa che non avevo sentito in quegli ultimi due anni.
“Ecco, volevo sentirmi dire proprio questo!”.
“Che dite, me la lasciate respirare?!” disse Louis, levandomi Niall da dosso e squadrandomi da capo a piedi.
“Mmmh, signorina Burton… non la ricordavo così in forma!”.
Aggrottai le sopracciglia e strinsi gli occhi, incrociando le braccia al petto.
“Io spero che sia un complimento il suo, signor Tomlinson…” risposi di rimando, guardandoci per un po’, per poi scoppiare a ridere.
Louis, come aveva fatto in precedenza il resto dei ragazzi, mi si fiondò addosso, abbracciandomi.
“Mi sei mancata, May…” sussurrò, così che potessi sentirlo solo io.
Lo stinsi più forte e chiusi gli occhi, godendomi quel momento.
“Anche tu, Lou…” sussurrai a mia volta, per poi lasciargli un bacio sulla guancia e staccarmi da lui.
Guardai di nuovo uno per uno i ragazzi.
Avevano cambiato il taglio di capelli, forse il modo di vestirsi, ma erano sempre gli stessi, e mi erano mancati da morire.
“Mi basta lasciarvi solo due anni, che vi ritrovo dei fighi assurdi! Ditemi che non siete fidanzati, vi prego!” dissi, facendoli ridere.
“E allora mi sa che dobbiamo darti proprio delle brutte notizie…” disse Liam, alzando le spalle.
“Siamo tutti felicemente fidanzati, tranne Niall!” esclamò Louis, e notai una piccola smorfia sul volto di Nicole.
Sorrisi e scossi il capo leggermente. Quella cotta non le era ancora passata.
“Allora vorrà dire che mi butterò su Niall!” esclamai, abbracciando il biondo.
“Per me va bene, ma ricordati che sarai la mia amante. Io ho già una relazione con il cibo!” .
Ridemmo tutti per quella stupidaggine, proprio come accadeva due anni fa.
“Ehi, ma dov’è andato a finire Harry?” domandò improvvisamente Liam.
A quelle parole, qualcosa dentro mi si rivoltò, procurandomi una strana sensazione.
Mi voltai verso Nicole, perché ero sicura che l’avesse fatto venire lei, e le rivolsi un’occhiataccia.
Lei fece finta di nulla, e continuò a torturarsi un riccio con l’indice, con gli occhi rivolti verso il basso.
“Ero andato a prendere una bottiglina d’acqua…”.
Al sol sentire quel tono di voce, tremai.
Era diverso dall’ultima volta che l’avevo sentito, eppure sembrava così dannatamente uguale.
Nicole se ne accorse, e alzò lo sguardo da terra, puntandolo verso di me.
Feci un sospiro enorme e mi voltai verso di lui.
Era strano rivederlo dopo due anni.
Lo scrutai a fondo, e lui fece lo stesso con me.
Era dimagrito e sembrava non avesse più quella pancetta adolescenziale di due anni fa, era diventato più alto e aveva i capelli più lunghi e i suoi ricci non erano voluminosi come quelli precedenti.
Erano sempre e costantemente in disordine, come al solito, ed ero sicura che il vizio di passarsi la mano attraverso di essi e scompigliarli ancora di più, non gli fosse passato.
Scrutai a fondo il suo viso, che sembrava ancora quello di un bambino.
Aveva delle piccole imperfezioni, cosa normalissima, che rendevano il suo viso ancora più perfetto di quanto non lo fosse già, ma le labbra erano sempre le stesse, il naso era sempre lo stesso, e gli occhi… gli occhi sembravano l’unica cosa che rendesse Harry riconoscibile ai miei.
Era cambiato tanto, ed era cresciuto, eppure quella luce che emanavano i suoi occhi era sempre la stessa, cosa che me l’aveva fatto riconoscere all’istante.
Gli sorrisi, cercando di essere il più cordiale possibile, a mi staccai dal braccio, posizionato sulle mie spalle, di Niall, avvicinandomi un po’ di più a lui, ma sempre mantenendo una certa distanza, come se non volessimo farci del male a stare troppo vicini.
“Ciao…” dissi flebilmente, forse un po’ imbarazzata.
Sorrise anche lui, quasi come se volesse lasciarsi andare e abbandonare tutta quella distanza che ci separava.
“Ciao…” rispose, anche lui leggermente imbarazzato.
Rimanemmo a scrutarci a fondo per un po’, senza saper bene cosa dire, mentre sentivo lo sguardo dei ragazzi su di noi, forse preoccupati che potessimo ammazzarci a vicenda.
“Come stai?” domandai, cercando di rendere quella situazione il meno imbarazzante possibile e il più normale agli occhi di tutti.
“Bene…” rispose lui, abbassando leggermente lo sguardo “e tu?”.
Quante cose avrei voluto dirgli in quel momento; cose che non potevo riassumere in una sola e stupida parola, che doveva sentire solo lui, e non anche gli altri.
“Bene…” dissi, facendogli un sorriso.
Rimanemmo nuovamente in silenzio, guardandoci negli occhi.
Fu come un colpo.
Quegli occhi erano ancora difficili da guardare, mi sembravano ancora così traditori, eppure non potevo farne a meno.
Scossi il capo e mi voltai verso i ragazzi, ancora sorridendo.
“Bueno, in questo preciso istante ho bisogno di sano e sporco cibo del McDonald’s!”.
“Oh, puoi assolutamente contare sulla mia compagnia!” esclamò Niall, posizionando il suo braccio sotto il mio.
Guardai gli altri uno per uno e loro annuirono soddisfatti, compreso Harry, ma leggermente più titubante degli altri.
Mi soffermai di più su di lui, che teneva lo sguardo basso, guardandosi la punta delle scarpe.
Quando lo alzò e posò il suo sguardo su di me, io distolsi il mio dalla sua figura e sorrisi agli altri, per poi voltarmi ed alzare le braccia.
“Vamos chicos!” esclamai, con gli altri al mio seguito e Niall e Nicole di fianco a me, mentre il povero Liam aveva preso la mia pesante valigia senza che io che glielo chiedessi.
Sentivo ancora lo sguardo di Harry fisso sulla mia schiena.
Sentivo i suoi occhi scrutare a fondo quella Maya che lui non aveva riconosciuto inizialmente, quella Maya che gli sembrava tanto diversa dalla vecchia.
Ma avrebbe imparato a conoscere e forse ad apprezzare quella nuova persona che si ritrovava davanti in quel preciso istante, se solo ne avesse avuto la voglia.
Conoscevo Harry meglio di me stessa, ed ero certa che ci avrebbe provato.
Ma, in quel momento, l’unica cosa che m’importava sul serio, era quella di iniziare di nuovo daccapo, senza commettere più errori e ricevere sofferenze.
Col tempo, tutti avrebbero imparato a conoscere quella nuova persona che avevo deciso di creare, molto più forte della precedente per evitare altre batoste.
Uscimmo fuori dall’aeroporto, ancora ridendo e scherzando, e mi ritrovai nuovamente fuori quella Londra lasciata due anni fa.
Rimasi immobile mentre gli altri si avvicinavano alle macchine, per guardare a fondo quella città.
Un piccolo sorriso spuntò inconsciamente sul mio viso.
Quella città avrebbe dato il via all’inizio della mia nuova vita.







Writer's Corner! :)
Hii people! 
Perdonatemi se non ho pubblicato qualche ora fa come avevo scritto sulla pagina, ma ho perso tempo a fare tuutta la valigia
e poi è venuta una mia amica a casa!
So, ho potuto aggiornare solo adesso! :D
Anyway, passando al capitolo...
ho un bel po' di cose da dire! (credo u.u)
Prima di tutto, questo sarà l'ultimo che pubblico prima della mia partenza (che avverrà domani mattina)
dato che, come sapete, partirò per la gita in Toscana e tornerò il 6 sera (per chi non lo sapeva, adesso lo sa u.u)
peerò, piccolissima pecca, è quella che dopo il 6 non so quando aggiornerò! :S
nel senso che il 2 capitolo l'ho anche iniziato a scrivere, ma non so quando troverò il tempo dato che il 7 ho già il compito di inglese -.-"
e l'8 l'interrogazione di psicologia :S (auguratemi in bocca al lupo, ne ho bisogno!)
quindi, inizio a scusarmi già da adesso per il mio futuro ritardo, e vi prometto che in gita cercherò di farmi venire un po' di idee, cosi che il capitolo dovrò solo scriverlo e pubblicarlo! :D
poooi, ancora un'altra cosa..
come avrete notato, avremo due punti di vista in questa FF
Quello di Maya e quello di Harry :D
adesso, dato che in questo capitolo sono presenti tutti e due i punti di vista, non so se dai prossimi farò un capitolo con un solo punto di vista o continuerò così (non so se avete capito, spero di essermi spiegata u.u)
vaabbè! 
e pppoooi, non saprei cos'altro dirvi!
ah, si...
quando entranno in scena le parti HOT, non so ancora se cambiare il raiting da arancione a rosso!
oddio, non sarà cose brutali o altro!
cose assolutamente normalissime, quindi non saprei!
ad ogni modo, avvertirò quando sarà un po' più rosso degli altri u.u
poooii, adesso credo proprio di aver parlato abbastanza! :D
devo ancora rispondere alle vostre recensioni dell'epilogo di Don't wanna be without you ç_ç
PERDONAAATEMII!
Giuro che lo farò! :D
Adesso, vado via... davvero!
Ringrazio voi che avete letto questa nuova FF, anche solo un rigo, e chi l'ha inserita tra le preferite e le seguite!
E, ovviamente, chi ha recensito! :D
Love youuu <3
Ppppoi, ringrazio la mia splendida moglie Bechs :D
Alessia, Chiara&Arianna :D
E Agnese&Federica!

Mi mancherete tantissimo in questi cinque giorni (se non di più!)
spero di trovare qualche rete WiFi libera, così da potermi connettere almeno sulla pagina o su twitter! :D
Vi voglio bene,
carrots! :)


Image and video hosting by TinyPic
Questi cinque idioti vi amano tanto!
HAHAH, e a me fa morire questa gif! :'D

#LotsofLove
-YoursM.

  
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