Capitolo
Cinque
Da
quando aveva fatto ritorno da Londra, non aveva potuto fare altro che
concentrarsi sul lavoro.
Aveva
guadagnato discretamente in quegli ultimi mesi, ma la cosa non era riuscita a
sollevargli il morale.
Cosa
se ne faceva dei soldi se non riusciva nemmeno a capire perchè uno come lui, un
ex playboy, avesse d’improvviso così tanti problemi con le donne?
I
soldi non facevano la felicità, ormai se n’era reso conto da tempo.
In
fondo era comprensibile che Rebecca l’avrebbe rifiutato.
Come
aveva potuto pretendere per un solo momento che lei gli avrebbe detto di
ricambiare i suoi sentimenti?
Al
cuore di una donna non si comandava.
Soprattutto
a quello di una donna come Rebecca.
Lei
era sempre stata particolarmente difficile da capire.
Ormai
non pensava più a lei come alla donna della sua vita.
Certo,
aveva passato settimane a chiedersi dove avesse sbagliato e se valesse la pena
di soffrire così tanto per lei, ma il peggio era passato.
Non
doveva abbattersi così per il rifiuto di Rebecca.
Non
era forse un duro?
Lo
era stato di certo, in passato.
O
almeno era stato convinto di esserlo.
Sansone
sbadigliò all’improvviso.
La
stanchezza cominciava già a farsi sentire.
Ed
erano appena le quattro del pomeriggio.
La
giornata lavorativa non era ancora finita, e lui era già stanco.
“Mi ci vuole un
po’ di riposo. Di questo passo mi verranno le occhiaie e finirò per somigliare
ad Hanson!”
pensò l’uomo tra sé, portando l’ennesimo cliente della giornata a destinazione.
“Devo smetterla di
pensare al passato. Devo prendere una boccata d’aria al più presto.”
L’immagine
di una ragazza bruna e dagli occhi azzurri gli comparve per un attimo nella
mente, mentre Sansone tornava con la memoria all’ultima volta in cui aveva
incontrato Marie a Londra.
Sorrise
senza quasi rendersene conto.
Incredibile.
Gli sembrava di non vederla da secoli, piuttosto che da soli quattro mesi.
Ricordava
perfettamente quello che lei gli aveva scritto nell’ultima lettera, risalente
ad alcune settimane addietro.
A
quanto pareva la ragazza non vedeva l’ora di rivederlo.
Sottolineava
più volte come si divertisse e si sentisse bene in sua compagnia, oltre al
fatto che ripensava spesso ai momenti trascorsi insieme.
Sansone
si rese conto che era lo stesso anche per lui.
Ricordava
le parole, i gesti e i sorrisi di Marie come qualcosa di molto piacevole in
mezzo a tanti problemi e alla monotonia della quotidianità…
Sì,
decisamente aveva voglia di rivederla.
Stare
con lei per un po’ gli avrebbe fatto bene.
Era
sempre così allegra.
Chissà
se era cresciuta ancora.
Di
sicuro era diventata ancora più bella di quanto ricordava.
Si
era accorto di una cosa soltanto in quel momento.
Quando
pensava a Marie, tutto il resto sembrava scomparire.
Persino
l’immagine di Rebecca diventava ancora più sbiadita nella sua mente, come se
appartenesse ad un’altra vita o a un sogno fatto troppo tempo prima, per essere
ancora nitido nei suoi ricordi.
**
“Sansone!”
Marie
agitò una mano per attirare l’attenzione dell’uomo alto e con gli occhi azzurri
che era appena arrivato alla stazione di Marsiglia e si stava guardando in giro
con aria spaesata.
Lui
si voltò immediatamente, sentendosi chiamare dalla voce argentina e così
familiare di Marie.
Le
andò incontro facendosi strada tra la folla, portandosi dietro un piccolo
bagaglio.
“Quanto
tempo! Non vedevo l’ora di rivederti!” esclamò Marie al colmo della felicità,
gli occhi che brillavano di gioia.
Sembrava
una bambina che avesse appena ricevuto il più bello dei regali…
Sansone
aprì la bocca e fece per dirle che anche lei gli era mancata quando la ragazza
lo abbracciò costringendolo ad abbassarsi, lasciandolo di stucco.
Perché
si sentiva così agitato? Non era la prima volta che succedeva.
In
fondo Marie stava facendo la cosa più naturale del mondo… stava abbracciando… un
amico.
“Caspita,
che accoglienza calorosa! Mi sei mancata anche tu, piccola Marie!” rise l’uomo
quando lei lo lasciò andare e si diressero insieme verso l’uscita della
stazione.
La
ragazza gli rispose con un sorriso, e annuì più volte con il capo, i capelli
bruni che rilucevano di riflessi ramati alla luce del sole di mezzogiorno.
“Sì,
mi sembra che sia passato un secolo dall’ultima volta! E comunque guarda che
non sono più tanto piccola! Tra pochi mesi compirò diciassette anni!” esclamò
Marie fingendosi offesa.
“Hai
ragione! Sei proprio cresciuta, da quando ci siamo visti a Londra…”
“E diventi più
bella a vista d’occhio” pensò Sansone per chiedersi un attimo dopo che diamine gli stesse
saltando in testa.
Lui
era venuto per stare con un’amica… non era questo, per lui, Marie?
“Andiamo
a casa! Sarai sicuramente affamato! Mia zia non vede l’ora di rivederti, sai
bene quanto ti adora!” stava dicendo la ragazza, sentendosi fremere dentro.
Sansone
a casa sua…
Avrebbe
trascorso con lui un’intera, indimenticabile, meravigliosa settimana!
Non
le sembrava possibile…
Avrebbe
avuto il suo Sansone tutto per lei…
Il
suo Sansone?
“Stai calma,
Marie… lui ti vede solo come un’amica… è venuto qui per amicizia, non è questo
quello che provi per lui?”
“Sei
troppo gentile a offrirmi ospitalità a casa tua… con quello che costano oggi le
camere di albergo… e poi sono felice di rivedere tua zia! E’ una donna in
gamba, e quello che è certo è che cucina molto meglio di…”
S’interruppe.
No,
non doveva pensare a Rebecca.
Non
adesso, mentre era con Marie e stava andando a casa sua…
“Ad
ogni modo non vedo l’ora di mettere qualcosa sotto i denti” rise Sansone,
passandosi una mano sui capelli castani.
La
ragazza accanto a lui sembrò rabbuiarsi per un momento.
Quell’allusione
a Rebecca non le era certo sfuggita.
Sansone
pensava ancora a quella donna.
Ma
non importava.
Dopotutto
ora si trovava con lei, no?
Marie
sorrise, contenta al pensiero della settimana che le si prospettava davanti…
Fine quinto capitolo
**
Ciao a tutti! Ringrazio Blustar, Marty87 e Maggie per i commenti, spero che la storia continui a piacervi! Per eagle88: non credo che Jean e Nadia compariranno, ma ciò non toglie che potrebbero apparire alla fine, chi lo sa…