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Autore: Occlumensia    02/05/2012    2 recensioni
Harry ha commesso un errore, che gli farà sopportare una visita nel più profondo dell'essere che è Severus Snape: nel bene e nel male.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Ronald Weasley era un giovane uomo di sedici anni, rosso, povero di beni ma ricco di cuore, un po'  privo di finezza e dallo stomaco esponenziale, ma una cosa lo caratterizzava più di questo, la sua amicizia fraterna con Harry James Potter. Perché difatti il rosso aveva per il bruno un amore tale che dal momento in cui lo avesse guardato, avrebbe capito che suo migliore amico aveva qualcosa che non andava, e con poche  parole ne avrebbe indovinata la ragione, motivo per il quale Harry lo fuggiva.
Il bruno sapeva che il rosso avrebbe impiegato pochi secondi a capire che Severus Piton era la ragione delle sue disgrazie e non aveva realmente voglia di spiegarsi chiaramente in merito.

« Harry! »

Il ragazzo si voltò, stringendo la mascella e i pugni prima di correre nei corridoi, inseguito dal suo migliore amico che ne gridava come un pazzo il nome. Il moro estrasse la bacchetta, girandosi a metà per lanciare un raggio turchese che si schiantò contro un muro proprio accanto a Ron, mancandolo con la sua fattura gambemolli.

« HARRY JAMES POTTER!» Gridò Ronald sguainando anch'egli la bacchetta, essendosi reso conto che il suo migliore amico aveva tentato di lanciargli un incantesimo.

Harry corse ancora più veloce, mordendosi il labbro alla sua idiozia. La sua corsa si interruppe quando inciampò su un bastone che il suo migliore amico aveva fatto apparire sotto i suoi piedi. Si rotolò per terra cadendo a faccia in giù di fronte a due stivali neri. Con un sospiro esasperato sulle labbra, alzò gli occhi verso l'uomo che aveva già riconosciuto, Severus Piton.

« Buon giorno professore. »

« Ecco dove è il suo posto, Potter... ai miei piedi. »

Harry ebbe un sussulto scioccato mentre Ronald arrivava a braccia alzate e urlando vincitore:

« Ti ho preso piccolo Sopravvissuto! Io, Ronald Bilius Weasley, ho messo a terra Harry James Pot... oh... buongiorno professore... »

Severus guardò il bastone al suolo, le gambe ingarbugliate di Harry e lo sguardo indispettito di questo ultimo, ed il suo spirito calcolatore comprese velocemente la situazione. Aprì la bocca, ebbe un ghigno amaro prima di lanciare un sguardo di apprezzamento a Ron che sobbalzò arretrando lentamente, accorgendosi che il professore non aveva l'aria arrabbiata nonostante avesse lanciato degli incantesimi nei corridoi, e per di più sul sopravvissuto, il nemico preferito di quell'uomo oscuro.

« Signor Weasley, le chiederei di essere un poco più discreto quando compie degli atti che potrebbero esserle rimproverati. »

« Non mi mette in punizione, professore? » l'interrogò il rosso aiutando il bruno a rialzarsi.

« Perché dovrei farlo? Non ha attaccato un Serpeverde »

Ronald sollevò un sopracciglio interrogativo, tic che aveva prese osservando e mimando Malfoy nel tentativo di innervosirlo, ma che purtroppo era diventato velocemente un'abitudine. Il rosso volle pizzicarsi il braccio per essere certo di non sognare. Chiese allora stupidamente :

« Ma... non vi disturba che attacco Harry? »

« Perché dovrei infastidirmi che Potter raccolga i frutti del suo insuccesso? La celebrità non può fare tutto, non dispensa dall'odio e non crea l'amicizia... Ci rivedremo a lezione, non arrivi in ritardo o sarò obbligato a punirla, Signor Weasley. »

Ron annuì a bocca aperta osservando Severus andare via, poi si girò verso Harry che aveva gli occhi puntati al suolo e le guance solcate dalle lacrime. Il rosso tentò di prendergli il braccio, ma il moro era già partito correndo, la mano sulla bocca.
Ron prese il suo tempo per andare in bagno, la sua mente rivedeva la scena che aveva appena avuto davanti agli occhi. Cercava inutilmente di capire ... poi si rassegnò e si disse che avrebbe compreso una volta che il suo migliore amico si fosse deciso a spiegargli. Questo fu probabilmente il motivo per cui ci mise un bel po', il naso arricciato mentre Harry si vomitava anche l'anima; quando il suo amico ebbe finito, sorrise colpendosi la fronte col palmo della mano, ridendo stupidamente.

« Oh! Penso di avere appena capito! Mettendo in ordine gli eventi nella mia testa ho appena realizzato che ... in effetti, non ho voglia di giocare al gatto e al topo in tutta Hogwarts, perché ... penso di esser cresciuto da quando avevo undici anni ... e ... non c'è bisogno di giocare a nascondino per fuggire da un amico quando l'amico vuole solo aiutarti. Harry, mi eviti da giorni! Pensi che siccome stai lontano da me non capisco che stai male? Non so esattamente perché, ma grazie a Piton posso intuire che è per via di quella storia del Pensatoio e della visita all'interno di Piton! »
 
Ron si fermò, aggrottando i sopracciglia, un'aria disgustata sul viso.
 
« Una visita interna a Piton », soffiò, « è disgustoso! »
 
Harry ebbe un riso leggero mentre si avvicinò al suo migliore amico che gli diede una pacca amichevole nella schiena. Uscirono dai bagni dirigendosi verso il lago dove Harry poté raccontargli tutto ciò che era accaduto con Severus. Senza sorpresa, il rosso prese le notizie per il verso storto, prossimo a scagliarsi sul professore per fare dei reclami, poi il suo spirito grifondoro si fece da parte in favore di uno più serpeverde.
 
Quale era la cosa per la quale Severus Piton avrebbe sacrificato tutto?
 
La vita di Harry James Potter, certamente.
 
Dei sorrisi calcolatori si delinearono sulle labbra dei due Grifondoro dalla mente contorta.
 
  
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