Quando due ore più tardi Quoll
tornò in camera da letto, scoprì che l’ospite si era messo più a suo agio
levandosi le scarpe e la felpa precedentemente incriminata.
Dormiva.
< Ilumi… > lo chiamò
esitante.
Il ragazzo mugolò qualcosa
raggomitolandosi sul fianco come un gatto.
< Ilumi. > disse più deciso,
ma sempre leggermente timoroso… infondo era un assassino addestrato fin dai
primi anni di vita, non era saggio svegliarlo di
soprassalto.
< ‘ncora shinque minuti… >
biascicò il giovane, ancora profondamente immerso nei suoi
sogni.
Questo era peggio di Hisoka quando
si sentiva al sicuro… per svegliarlo al mattino di solito doveva usare un
emissione di hatsu e poi beccarsi minacce di morte per il resto della giornata,
finché al sopraccitato non era passata la luna. Peccato che ora non potesse più
emettere nen con intenzioni omicide…
Si avvicinò quindi al letto
appoggiandoci sopra un ginocchio e scosse leggermente Ilumi per una spalla, <
Ilumi, svegliati… >.
Il ragazzo gli afferrò il polso e
lo tirò a sé con facilità, il viso nascosto sul suo petto, sussurrò < ‘soka
dai… un minuto e poi mi alzo… > .
< Ilumi, non sono Hisoka.
Svegliati. (possibilmente senza uccidermi…)> disse cercando di scrollarselo
di dosso.
Se questa l’avesse raccontata non
gli avrebbe creduto nessuno.
Il rampollo degli Zoldick gli si
strinse di più addosso, poi alzò il viso fino a guardarlo negli occhi mezzo
addormentato.
< Hai fame? Sto per ordinare
cinese. > gli disse Quoll, cercando di rimanere più serio
possibile.
Ilumi si sfregò un occhio con
espressione assonnata e sbadigliando rispose < Riso al curry e pollo ai
gamberi e bambù. >
< Ok, allora se vuoi che
telefoni dovresti prima lasciarmi andare. > constatò l’uomo dato che l’altro
si era lasciato ricadere pesantemente sul suo petto e non accennava a
muoversi.
< Ilumi! > esclamò in tono
lamentoso, spingendolo via. Il ragazzo mugugnò risentito e si voltò dall’altra
parte, gli occhi già richiusi.
Quoll sospirò, conosceva le
abitudini di Hisoka e da quello che aveva visto dello Zoldick cominciava a
dubitare che quei due, in un letto, potessero fare qualcosa di diverso dal
dormire come sassi.
Il cibo arrivò poco dopo e, al
posto di finire nuovamente tra le braccia dello strano ospite nel tentativo di
svegliarlo, l’uomo pensò bene di sventolargli sotto il naso la sua porzione di
gamberi.
Ilumi aprì immediatamente gli
occhi, < Che schifo! - disse facendo una faccia disgustata e piuttosto buffa,
ricomponendosi la chioma setosa – Ora mi puzzeranno tutti i capelli…
>
L’altro rise, < Vieni dai, io
metto la roba nei piatti. >
Il ragazzo lo raggiunse in cucina
quasi subito, grattandosi un braccio con fare assonnato e trascinando i piedi
nudi sul parquet. Hisoka adorava camminare scalzo e casa sua era piena di
morbidi tappeti e legno.
Si sedettero sugli sgabelli alti
del bancone, uno da una parte e l’altro dall’altra e non parlarono molto durante
il pasto, erano entrambi abbastanza silenziosi.
Ilumi aveva piluccato qualche
boccone giocherellando svogliatamente col cibo, ed ora si limitava ad affondare
più volte le bacchette nel riso con lo sguardo perso ed
assente.
< Non è buono? > chiese
Quoll, rompendo per primo il silenzio.
L’altro lo guardò sorpreso, come
accorgendosi solo ora della sua presenza, poi sospirò rimestando con più foga la
povera pietanza < No, è che non ho fame… >.
< Ah… > fece
l’uomo.
< Non te l’ha detto lui, vero?
> chiese all’improvviso l’assassino con una vocetta flebile, Quoll corrugò le
sopracciglia senza capire. Ilumi sospirò e si chiarì < Della neve, intendo.
>
L’altro distese le labbra in un
sorriso e gli rispose in modo calmo e pacato < No, ho trovato una foto…
all’inizio non sapevo fossi tu. >.
Il ragazzo annui ancora
pensieroso, poi sorrise guardando il suo interlocutore, < Grazie. > disse
sincero.
Quoll ricambiò il sorriso, non
sapeva perché gli avesse detto la verità… forse perché all’improvviso Ilumi gli
era sembrato fragile e ferito, non aveva niente contro di lui, e sapeva quanto
potesse essere stronzo Hisoka, non c’era bisogno di calcare la
mano.
Lo Zoldick si appoggiò con le mani
sul ripiano sporgendosi fino a posargli un bacio sulla guancia, e rispose a
quello sguardo interrogativo dicendo < Prima lo sapevo che eri tu, Hisoka ha
un odore diverso. >
< Perché l’hai fatto allora?
> chiese confuso, proprio ora che gli sembrava di averlo minimamente
inquadrato.
Ilumi scrollò le spalle, sembrava
un bambino curioso, con il broncio sulle labbra e gli occhi scuri troppo
aperti.
< Sapevi anche che non era
stato Hisoka a parlarmi della neve… - aggiunse Quoll pensieroso, poi sorrise
furbescamente – Mi stai studiando anche adesso, vero? >
Il ragazzo non abbandonò la sua
espressione < Deformazione professionale. – rispose semplicemente – Comunque
è vero che non ho fame. >
< Ma che- > iniziò l’uomo ma
un rumore nell’altra stanza lo distrasse.
< Quoll…! > lo chiamò una
voce maschile e vellutata, sembrava quasi divertito. Hisoka sputava fuori le
parole come se fosse una scocciatura rivolgersi a qualcuno, eppure
inevitabilmente queste gli rotolavano sulla lingua con grazia, assumendo un tono
scanzonato ed ammaliante.
< Perché hai frugato tra i miei
vestiti? > chiese entrando in salotto, gli occhi nocciola fissi sulla felpa
nera che si rigirava tra le mani.
< Ilumi! > disse bloccandosi
a guardare il giovane seduto al bancone, l’altro non rispose si limitò
semplicemente a volargli tra le braccia.
< Piano, ti sporcherai tutto!
> lo ammonì sorridendo, allontanando il proprio viso da quello del moro, una
dolcezza che Quoll non aveva mai visto prima nei suoi modi.
Hisoka sorrise sfregandogli il
pollice sulla fronte per togliergli la macchia di cerone, < Ti sei imbiancato
anche i capelli… >.
Ilumi scosse la testa con gli
occhi chiusi ed un sorriso sereno, < Non importa… > disse
tenero.
Quoll tossicchiò per ricordare ai
due della sua presenza. Hisoka lo guardò con un espressione fintamente
preoccupata < Che c’è? Stai male? Non è che mi muori prima del tempo… eh?
>
L’altro brontolò qualcosa ed Ilumi
lo guardò sornione < Credo sia geloso… >
< Oh… - fece il padrone di casa avvicinandosi al
bancone, - c’è niente da mangiare? >.
< Se ti va puoi finire la mia
roba, che io non c’ho voglia... > rispose il ragazzo come un bambino
capriccioso.
< Che schifo, Ilumi! – disse il
mago spostando con le bacchette qualche pezzo di zucchina ed afferrando un
gamberetto – Hai pasticciato di nuovo col cibo…? >
L’interessato fece una faccia
colpevole e l’altro si rabbonì, cominciando a pranzare
comunque.
< Geloso? – chiese finalmente
Hisoka dopo cinque minuti, guardando Quoll che infilava i piatti nella
lavastoviglie, per poi rivolgersi di nuovo allo Zoldick – Di me o di te?
>
Il giovane alzò le spalle,
sedendosi sullo schienale del divano < …Secondo te?>
< Dici? > domandò ancora
senza troppo interesse, infilandosi in bocca un po’ di
riso.
< La volete smettere di parlare
di me come se non fossi qui? > sbottò Quoll perdendo la pazienza, le guance
leggermente colorite. I due scoppiarono a ridere ed Hisoka quasi si strozzò:
< Ma allora è vero! Sapevo di essere affascinante… ma che ci cascasse anche
Mister Gli-amici-mi-chiamano-Capo…
>
< Non. É. Affatto. Vero. >
scandì l’uomo piccato, cercando di mantenere la calma nonostante ormai avesse
raggiunto una gradazione di rosso considerevole.
< Secondo te è emotivamente
stitico? > chiese Ilumi all’amico, gli occhi spalancati e
curiosi.
Hisoka rise fra sé e sé <
Probabile… non l’ho mai visto con nessuno… >
< Neanche io ti avevo mai visto
con nessuno! > protestò Quoll che ormai aveva perso anche l’ultimo brandello
di dignità.
L’altro gli rispose con uno
sguardo seducente, di quelli che gli riuscivano così bene, < E con questo? Io
non sembrerei frigido neanche vestito da prete… - disse accarezzandosi i
capelli, acconciati verso l’alto a formare quasi una fiamma. – è normale che tu
ti senta attratto da me, Quollino caro. >
Ilumi scoppiò a ridere mentre
l’uomo divenne quasi violaceo, ci mancava anche questa.
Ci fu ancora qualche scambio di
battute mentre Hisoka finiva di mangiare, poi il rosso annunciò < Per quanto
tirare per il culo Luciphul sia divertente, io muoio dalla voglia di farmi una
bella doccia calda… >.
A queste parole il ragazzo saltò
su, < Ti faccio compagnia… dato come si sono conciati i miei capelli… >
disse scuotendo la chioma nerissima.
< Sì, si, i capelli…! – lo
sfotté bonario l’altro tirandogli scherzosamente una ciocca, per poi rivolgersi
all’uomo – Tu che scusa hai Quoll? >
< Io non voglio fare la doccia
con voi! > urlò l’uomo, al limite della crisi isterica.
Hisoka si avviò ghignante verso la
camera, avvolgendo un braccio attorno alle spalle del compagno e sussurrandogli,
abbastanza forte però da essere udito da entrambi, < Forse hai ragione… avrà
qualche blocco psicologico… >.
Ilumi sorrise, reggendogli il
gioco, e rispose con la stessa tonalità di voce < … o magari ce l’ha
piccolo... >
Quoll non rispose, era così livido di rabbia che si sarebbe mangiato le mani e se avesse potuto usare il nen li avrebbe uccisi seduta stante, in preda alla follia omicida. Di colpo si trovò a pensare che il bastardo con la catena gli avesse posto quel vincolo solo per impedirgli di aprire in due il suo complice… maledetto biondino!
***
NdA: Visto che Neve272 ha commentato (grazie, grazie!!! ^___^), mi sono decisa a pubblicare il capitolo 2... Hisoka non è bellissimo? *__* (lo adoro XD)
Va beh... ho ancora un capitolo già pronto e potrei anche tenerlo come finale (non perchè la vicenda sia realmente finita, ma perchè concluderebbe il quadro)
Il fatto è che sono pigra ed ho in ballo altre storie, in più mi scoccia scrivere se nessuno legge! Ok, fine sfogo... ciau, lasciate un commento se vi va!
*baci* Lem