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Autore: Sibilla Delfica    02/05/2012    1 recensioni
Nel mio mondo esistevano tre regole importanti: la prima era, mai cedere alla tentazione, come se non l'avessi già fatto, la seconda diceva di non lasciarsi trasportare dalla passione carnale per una persona e terza mai avere rapporti con gli umani.
Naturalmente accompagnate da quelle più ovvie non uccidere e non rivelare la propria vera natura agli umani.
Non sono umano.
Sono un Angelo, la creatura più bella che esista nel intero universo, io sono la tentazione vivente per ogni umana esistente sulla terra.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov Giada


Il Regno Supremo, il Regno dei cieli... luminoso, bellissimo, un diamante dal valore inestimabile che durerà veramente per sempre, come Bryan che ora potevo vedere nella sua eterea bellezza che non era minimamente paragonabile con quella che potevo vedere con gli altri occhi.

Le ali candide erano chiuse e all'apparenza sembravano morbide, ero tentata a toccarle per verificare la consistenza, ma probabilmente non era il momento migliore, il suo corpo era coperto solo da un paio di pantaloni bianchi che svolazzavano flessuosi davanti ai miei occhi e il suo petto era nudo e scolpito nell'ebano, provai invano a non alzare lo sguardo verso il viso, ma non ci riuscii, il mio cuore partì veloce la sua corsa sfrenata: le labbra carnose, il naso perfetto e i suoi occhi neri e profondi dove giuro di aver potuto scorgere la mia anima.

Poi il suo odore... la luce che adesso grazie ai miei occhi più intensa lo avvolgeva... era ciò di più bello potesse esistere.

Un'altra luce più forte mio malgrado mi fece spostare gli occhi davanti a me, li sbarrai intimorita.

Dopo pochi secondi la luce parlò, dapprima rimasi un attimo stupita, poi la luce stessa mi spiegò che era Paride, e che era un Serafino, e aggiunse che i Serafini sono composti interamente di luce.

Io a mia volta mi presentai e allungai il braccio come d'abitudine per stringergli la mano, ma Paride cortesemente rifiutò la stretta spiegandomi che non avrei mai potuto toccarlo.

Detto ciò il Serafino volse il suo sguardo verso Bryan, il quale lo fissava divertito, Paride lo rimproverò per non essere subito venuto nel Regno.

Non trovai giusto che solo Bryan si prendesse tutte le colpe allora parlai e dissi che il ritardo era soprattutto colpa mia, ma Paride ribatté dicendo che la maggiore responsabilità era di Bryan.

Mi sentii offesa, io ero lì esistevo non ero soltanto un'umana nelle mani potenti di Bryan, io potevo e dovevo prendermi le mie responsabilità in questa storia, non potevano portarmi in questo Regno solo come soprammobile, lo sapevo di essere debole, ma sapevo anche che dovevo capire ciò che non potevo fare...

Stavo per aprire bocca quando Bryan fece una strana domanda -Paride ci stavi ancora spiando?- come spiando, Paride ci guardava anche mentre... Arrossii all'istante.

Paride rispose in modo calmo e diligente, ma non potevo rimandare il mio monologo quindi lo interruppi -Paride, tu hai aiutato Bryan ed io ti ringrazio per questo, ma vorrei dirti che esisto sono qui, io devo capire ciò posso e ciò che non posso fare, io voglio prendermi le responsabilità che mi spettano!- ero convinta al cento per cento di ciò che stavo dicendo, non capivo bene se Paride mi stesse guardando o quale espressione avesse sul viso, ma il punto interrogativo sul viso di Bryan mi fece capire che forse non avrei dovuto interrompere il Serafino così bruscamente.

-Giada hai ragione, tu sei qui esisti e devo rispettarti, quindi voglio dirti: niente più rapporti intimi! I baci li tollero...- sbottò all'improvviso Paride sempre mantenendo un tono di voce molto professionale, gli sorrisi caldamente per aver esaudito le mie richieste.

-Paride grazie- risposi sentendo l'irremovibile imposizione del mio cuore di esprimere il mio ringraziamento a parole, ma non solo per quel momento, ma per tutto ciò che aveva fatto fino ad ora per noi.

-Giada all'interno di quella cavità c'è Ambra, ti vuole salutare so che siete diventate amiche!- la scusa di Paride era ovvia, voleva parlare da solo con Bryan, d'altronde non potevo certo pensare che si sarebbe subito aperto con me.

-Sì la rivedo volentieri- dissi e andai verso la cavità che mi era stata indicata, mimando con le labbra, rivolta verso Bryan, un ”Dopo mi racconti”.

Bryan annuì, e mi immersi nella cavità colorata da tantissime pietre preziose incastonate nelle pareti.

Ambra anch'essa stupenda, era girata di spalle, potevo vedere benissimo le sue grandi e maestose ali partire dalle scapole, chissà se le poteva aprire?

L'Angelo si girò appena sentì i miei passi sicuri che si avvicinavano , mi sorrise appena arrivai davanti a lei e mi abbracciò dolcemente, e incredibile quanto quel tocco leggero e delicato assomigliasse a quello della mia defunta mamma.

-Ciao Giada, come stai?- mi chiese lasciandomi andare dalle sue braccia.

-Ciao Ambra tutto bene, tu piuttosto spero che non ti sia beccata una sgridata da Paride- le dissi sorridendo.

-Paride sembra impostato e duro, ma è molto buono, poi lui voleva che ti raccontassi tutto, ma le richieste di Bryan erano ben precise e le voleva rispettare- mi annunciò sorridente. - e poi tu hai chiamato Bryan, conosci la frase vero?- mi chiese curiosa.

-Sì, e scusami non volevo ingannarti, ma non potevo stare a casa senza fare niente- pronunciai queste parole a testa bassa, mi vergognavo per averla ingannata.

-Non ti devi preoccupare... qualcosa avevo capito...- con una mano accarezzò i miei capelli.

Il suo sorriso riusciva sempre a indurmi serenità e tranquillità, mi sembrava di ritornare bambina quando cadevo e mi facevo male, solo il sorriso della mia mamma riusciva a farmi smettere di piangere e a farmi ritrovare la calma.

Le sorrisi e la riabbracciai forte.

Quando mi staccai i pensieri tornarono su Bryan che era con Paride a discutere di qualcosa di importante.

-Ambra cosa sta succedendo?- domandai, il sorriso di Ambra si spense all'istante, quindi era qualcosa di veramente serio e preoccupante.

-Giada non è il momento, sono sicura che Bryan te ne parlerà, adesso ti devo sistemare- non so cosa intendesse per “sistemare”, però mi fidavo di lei.

-Cosa devo fare?- chiesi speranzosa di ottenere una risposta chiara, e non enigmatica.

-Tu niente, anzi devi stare ferma- mi immobilizzai come una statua – L'odore umano è inconfondibile, forse dovrei cambiarti di abito, per il resto non credo di avere abbastanza poteri, mi sa che ci dovrà pensare Paride...- mormorò Ambra quasi parlasse con se stessa.

-Voglio vestirla con un abito simile al mio- abbassai di istinto gli occhi sul suo abito, portava una tunica candida legata da una corda oro al disotto del seno, le maniche erano lunghe e a pipistrello la gonna arrivava fino alle caviglie e sia le maniche che la gonna svolazzavano mosse da un venticello di provenienza ignota, i piedi erano scalzi.

Neanche il tempo di capire ciò che mi stava accadendo, che mi ritrovai vestita più o meno allo stesso modo di Ambra, l'unica differenza era che la mia veste era di colore rosa pastello.

Osservai il mio corpo, coperto da quella veste, assomigliavo molto di più di quello che pensassi ad una creatura angelica.

-Questo è tutto ciò che posso fare...Ora tocca a Paride...Credo che tra qualche minuto sarà qui- Ambra sparì, lasciandomi sola nel cunicolo a vicolo cieco, nell'attesa che arrivasse Paride.

Non sapere mi stava logorando, cosa mi avrebbe fatto Paride? Perché mi stavano conciando in questo modo?

Le domande si sarebbero risolte solo con il suo arrivo sicuramente seguito dal mio amore.

  
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