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Autore: Eloise_elle91    02/05/2012    2 recensioni
Trama: Settimo libro. La notte in cui Harry, Ron e Hermione vennero fatti prigionieri e portati al Manor Malfoy dai Ghermidori. E se non fosse stato Dobby a salvarli quella notte? Se Hermione avesse tenuto battaglia durante le torture di Bellatrix? I pensieri di Draco alla vista della giovane Mezzosangue torturata lottano tra il guardarla li impotente o intervenire per salvarle la vita. Scoprirà di provare un sentimento che da temeva di aver perduto per sempre.
La storia poi si sposta sul presente e varie vicende daranno inizio ad una storia d'amore tra i due. Inoltre ci sarà un TRIANGOLO AMOROSO *-* Se vi interessa vi invito a leggere e a seguire questa mia storia :)
Spero che vi possa interessare!
Ely
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Sorpresa | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Salve a tutti e buona sera! Eccomi con il secondo capitolo che dovevo pubblicare domani, ma ho finito prima e ho deciso di pubblicarlo stasera :)
Voglio ringraziare le quattro persone che hanno recensito il primo capitolo e tutte le persone che hanno inserito la storia fra le seguite, ricordate e preferite *---*
Da qui la storia inizia a svilupparsi un pò, ma più avanti ci saranno molti intrecci e per ora non vi dico altro :P
Il titolo del capitolo è una frase della canzone dei Florence & The Machine "Cosmic Love" che poi è anche il titolo della storia :)
Spero che il capitolo vi piaccia, lasciatemi qualche recensione ok?
Il terzo capitolo arriva domenica sera :D
Ely







                                                  Capitolo 2: A Falling Star Fell From Your Heart.

Quattro mesi dopo.

Hermione Granger, eroina del mondo magico insieme ad Harry Potter, se ne stava nella sua stanza o meglio sul tetto della sua stanza in una calda serata di fine luglio e seduta li ad osservare le stelle scriveva nello stesso tempo il suo primo diario.

“Caro diario,

di solito è così che si dice, vero? Non avevo mai scritto un diario in vita mia, è la prima volta che lo faccio, ma come direbbero in giro, non è mai troppo tardi! Allora da dove posso cominciare?
In questi mesi sono successe tantissime cose, la guerra è finalmente finita. Abbiamo vinto. Harry ha vinto, ha salvato tutti noi. Il mio migliore amico è salvo e io sono così orgogliosa di lui. Ho pianto per lui, ho riso per lui. Gli ho dato tanto abbracci in questi mesi. Ne aveva bisogno, come io avevo bisogno della sua presenza. Non so descrivere il rapporto che ho con Harry, è speciale. Non ho altro da dire. La mia vita non avrebbe molto senso senza di lui e devo ammettere che lui senza di me non andrebbe da nessuna parte! Non voglio prendermi il merito di niente, ma la cosa funziona così. Io sono una parte di lui e lui è una parte di me...

Ma ti starai mica innamorando di Harry? No, assolutamente no. Non potrei mai, anche se volessi.

 Ho lasciato Ron, a dire la verità lui non voleva proprio saperne di staccarsi da me, ma io non ce la facevo più. Purtroppo mi sono resa conto di non amarlo come avrei voluto e così per non fargli pesare la mia decisione mi sono allontanata e sono partita per cercare i miei genitori in Australia. Li ho ritrovati, li ho liberati dall’incantesimo e li ho riportati qui a casa con me dopo avergli spiegato tutto quello che era successo.

 Poi sono partita per l’America. Volevo staccare ancora un po’ la spina e Harry è venuto con me. Si, lui è sempre stato con me quest’estate, l’ho già detto vero? Ginny lo ha tradito. È stato un duro colpo per lui. Una sera me lo sono ritrovato sulla porta di casa completamente ubriaco. Non era da lui. Cosa le era saltato in mente a quella? Tradire Harry! Un ragazzo come lui non va perso neanche per scherzo! Il giorno dopo mi ha sbattuto la porta in faccia dicendomi che Harry non era abbastanza per lei, che ora che la guerra era finita non voleva imbattersi in una relazione troppo seria e accusandomi anche di essere stata io la causa della loro rottura! Sapevo che non sarebbe durata... l’ho sempre saputo dentro di me. Eppure lei si professava così innamorata di lui, ma evidentemente aveva conosciuto il vero Harry, quello che al di fuori della guerra si preoccupa per te giorno e notte. Forse a lei non stava bene, ma io avrei pagato oro perché Ron fosse così protettivo verso di me...

Ma niente, ora lui sta bene. È tranquillo, sereno, il solito Harry! Ha rimodernato Grimauld Place, abbiamo guardato tanti film insieme. Io e lui ci divertiamo sempre. E poi, dicevo, me lo sono portato in America! Li ho rincontrato la mia migliore amica, Eden  Pelpingon. Si, il suo cognome è davvero stano, ma la cosa più divertente è... rullo di tamburi... lei è una strega! Proprio come me. Solo che la sua è una antica famiglia di streghe, insomma è Purosangue, ma lei non ci ha mai badato e nemmeno la sua famiglia. Insieme abbiamo deciso di iscriverci a Hogwarts, io per completare la mia istruzione e lei per vedere com’è studiare in un’accademia di magia. Ho cercato in tutti i modi di convincere anche Harry, ma il nuovo ministro gli ha offerto un buon colloquio con il capo dipartimento degli Auror e seguirà un corso di formazione con loro in Nuova Zelanda. La cosa mi dispiace non poco, ma moltissimo. Non voglio perdere il mio migliore amico, anche se mi ha promesso che sarebbe tornato presto.

Per quanto riguarda Ron, so che dopo un po’ se ne è fatto una ragione, sul fatto che io non tornerò mai più con lui, e ha deciso di seguire suo fratello in Romania per studiare i Draghi. Mi resta solo Ginny da fronteggiare e sinceramente non capisco perché ostenti così tanta freddezza nei miei confronti. Eravamo ottime amiche, le ho rivelato tutti i miei segreti e tutti i trucchi per conquistare Harry...

Credo che Hogwarts quest’anno non sarà la stessa. A parte i lavori di ricostruzione, tante persone mancheranno all’appello, ma spero lo stesso di divertirmi e di godermi finalmente quest’ultimo anno.

Chissà che fine ha fatto Malfoy, chissà se ritornerà a scuola?

Va bene, devo lasciarti. Ah però! Ho scritto un bel po’ per essere il mio primo diario!”

                                                                                              ***

Il giorno dopo.

Hermione era davanti allo specchio e guardava la sua immagine riflessa; indossava un pantalone bianco con una camicia azzurra molto semplice. Era cambiata, non era più la sedicente Hermione che non faceva altro che studiare tutti i giorni a tutte le ore del giorno. La guerra gli aveva insegnato che ogni istante della sua vita poteva essere l’ultimo vissuto e poi ne sapeva abbastanza di libri, fatture e incantesimi per cominciare il settimo anno. Poteva tranquillamente godersi l’ultimo mese di vacanze in piena serenità e poi con Eden che le girava sempre attorno era difficile, pur volendo, prendere un libro in mano e sfogliarlo. Lei aveva la capacità di farle dimenticare tutto ciò che la circondava, proprio come faceva Harry...
Harry, chissà cosa stava facendo in Nuova Zelanda?! Immaginarlo in mezzo ad un gruppo di abili Auror era sempre stato quello che Hermione si era prefissata per lui, ma anche immaginarlo accanto a lei non sarebbe stato affatto male...

“Ma che dici?!” disse Hermione ad alta voce davanti allo specchio improvvisamente riportata alla realtà.

“Ma che dici, tu?” disse una voce. Eden era appena entrata in camera sua.

“Ciao Eden, niente ero sovrappensiero...”

“Me ne sono accorta...” disse l’amica sedendosi sul bordo del letto. Eden era una ragazza molto allegra e gioiosa. Era alta, capelli biondi e occhi azzurri. Un fisico da modella, ma anche il cervello di un piccolo ranocchio! Non era stupida, solo un po’ tonta. Almeno così amava definirla Hermione, ma era sempre pronta ad aiutare, anche se in certi momenti i suoi atteggiamenti erano quelli di una perfetta Barbie. Vestiva sempre all’ultima moda, non le mancava mai una borsa o un paio di scarpe, rigorosamente con i tacchi, firmate. E non le faceva mancare neanche alla sua amica, anche se non metteva mai niente di quello che le regalava perché troppo distante dal suo modo di vestire.

“Ma sei cambiata, amica mia. Ammettilo! C’è un ragazzo di mezzo!”

“Eden, ma cosa farnetichi? Non c’è nessun ragazzo. Ho da poco chiuso con Ron...”

“Appunto! Stacca la spina. Ora sei una vera donna e sei famosa. Puoi permetterti di tutto!”

“Non esageriamo... non mi monterò mai la testa!”

“Liscia o riccia?”

“Liscia! Non li porto più ricci o meglio, non li porto più da quando ho il mio nuovo taglio!”

“Che, tra parentesi, ti rende una strafiga!”

Hermione ridacchiò. Era vero, non portava più quei lunghi e pesanti capelli ricci e crespi. Li aveva sfoltiti e sulla sua fronte ricadeva una leggera frangia. Aveva inoltre fatto uno speciale trattamento per quegli orrendi ricci e il risultato è stato ritrovarsi con i capelli più lisci che avesse mai voluto desiderare. Tutto ciò esaltava ancora di più il suo colore naturale, un castano che entrava in un leggero alone di marrone. Un filo di trucco ed era pronta, finalmente.

“Allora, dove mi porti stamattina?” aveva chiesto Eden.

“Prima di tutto, visto che hai avuto il permesso di iscrizione, andiamo a Diagon Alley a fare compere, così ti mostro una parte del meraviglioso mondo che ti aspetta!”

“Il nome già mi piace! Ma ti avverto, non metterò mai uno stupido mantello lungo fino ai piedi. È già tanto se metterò l’uniforme!”

“Ok... possiamo smaterializzarci, che ne dici?”

“O potremmo arrivarci a cavallo, ma non lo hai ancora venduto?”

Hermione abbassò leggermente lo sguardo. Sapeva a cosa si riferiva la sua amica, ma sapeva anche il perché lo aveva tenuto, in fondo gli aveva salvato la vita.

“Lo affidato a una scuderia, non ho avuto più notizie di Malfoy e pur volendolo restituire non so come arrivare al Manor. Non so nemmeno se abita ancora li. E poi fino ad ora non si è mai lamentato quel cavallo, non è neanche mai scappato. Non potrei mai venderlo!”

“Cosa ti lega a lui?”

“Al cavallo?”

“No al proprietario, stupida stolta! Non hai una sua foto?! Me lo hai descritto tanto ma...”

“Forse...nell’annuario!” rispose Hermione arresa.

“Si!” disse Eden agitando le braccia in aria, mentre Hermione prendeva da un grosso scatolone una specie di album. Lo aprì e lo portò a Eden.

“Eccolo” disse indicando un ragazzo biondo sulla foto che si muoveva. “Questo è tutto il gruppo dei Serpeverde del sesto anno e quello biondino che ti ho appena indicato è Draco Malfoy...”

“Che figo!” disse subito Eden.

“Eden!”

“Ma tu scherzi, vero? È bellissimo! È non dirmi che non lo è, non ti azzardare...”

“E’ un Serpeverde e per giunta un Purosangue e ha solo manifestato in tanti anni di scuola come odia la mia discendenza Babbana...”

“E se se, ma è un, oddio non so come definirlo!”

“Perché non ci provi se mai si farà rivedere a Hogwarts?” disse Hermione irritata.

“Gelosa, amica mia?”

“No! Non me ne importa un fico secco!”

“Ma vuoi sapere perché ti ha salvato la vita! Un motivo deve pur esserci se uno dal cuore duro come un iceberg decide di salvarti la pellaccia, no?”

“Può darsi, che ne so! È solo Malfoy! Chi lo conosce?!” disse Hermione uscendo dalla sua stanza lasciando Eden da sola a rotolarsi dalle risate.

“Eh, amica mia... qui gatta ci cova!”
                                                                                                         ***

Diagon Alley era ritornata splendente e affollatissima come lo era sempre stata in tutti gli anni in cui Hermione ci aveva messo piede. Tutti i negozi avevano riaperto, compreso Olivander e infatti quel giorno, la prima cosa che Hermione avrebbe fatto, sarebbe stata comprare subito una nuova bacchetta visto che la sua l’aveva persa al Manor dei Malfoy e non aveva intenzione di usare ancora quella appartenuta alla ormai defunta psicopatica Bellatrix Lastrange. Fare acquisti con Eden non si era rivelata un’impresa facile, infatti la ragazza aveva difficoltà ad orientarsi e Hermione fu costretta ad accompagnarla ovunque a comprare gli occorrenti giusti per iniziare l’anno scolastico. Era una strana sensazione quella che Hermione provava tutte le volta che entrava in un negozio. Ogni anno aveva comprato i suoi occorrenti insieme a Harry e Ron, con tutta la sua famiglia. Quell’estate le era sembrata così diversa, anche se la signora Weasley non faceva altro che mandarle lettere e invitarla a pranzo da loro, ma Hermione si era rifiutata ogni volta mettendo in mezzo la scusa di voler passare il maggior tempo possibile con i suoi genitori.
In realtà affrontare quella famiglia era l’ultimo dei problemi della giovane Grifondoro, la cosa più urgente era trovare le parole giuste da dire a Ron il giorno in cui lo avrebbe rivisto. Erano stati amici per tanto tempo e ora che la loro storia era finita, non voleva che ciò rovinasse quello che ci era stato prima. Insomma Hermione voleva recuperare i rapporti con Ron, sapeva di potercela fare, ma aveva bisogno di tempo e di certo la lontananza di Harry non la aiutava molto.

“E quello cos’è?” chiese Eden all’improvviso indicando i Tiri Vispi Weasley.
“E’ il negozio di scherzi dei gemelli Weasley...”
“Oh si, me ne avevi parlato. Ci voglio fare un giro!”
“Eden io non me la sento, magari entra tu. Sarà difficile non innamorarti di tutte le cose che ci sono li dentro. Io aspetto fuori.”
“Ne sei sicura?”
“Si, se ci fosse stato Harry probabilmente sarei entrata, ma da sola non me la sento...”
“E’ come se mancasse una parte di te, vero?”
“Io e Harry abbiamo un legame speciale. Capisco quando lui sta male, lui fa lo stesso con me. Noi non abbiamo bisogno di parole. Ma credimi, niente che vada oltre la semplice amicizia...”
“Guarda che non ci sarebbe niente di male ad innamorarsi anche di lui...”
“Ma tu vuoi farmi diventare una poco di buono? Dai entra! Io aspetto qui dietro l’angolo, vado a prendermi un gelato.”

“Ok...!!” disse Eden entrando di corsa nel negozio dove, Hermione lo sapeva bene, non sarebbe uscita prima di un’ora. Sapeva che anche Ginny doveva tornare a scuola e doveva fare compere a Diagon Alley, così decise di togliersi dalla strada e di andarsi a prendere un gelato da Fortebraccio e dopo si sedette su una panchina dietro l’angolo ad aspettare la sua amica. Dopo quelli che le parvero cinque minuti, Hermione si accorse di una figura che le dava le spalle. Aveva l’aria familiare. Lo conosceva di sicuro. Ma chi era?

“Malfoy?” disse Hermione in un sussurro, ma bene udibile dalla figura che si voltò lentamente.
Era proprio Draco Malfoy, anche se un po’ cambiato. Aveva sempre i suoi unici capelli biondi, ma gli erano cresciuti un po’, cosa che lo rendeva inevitabilmente attraente. I suoi occhi erano sempre i suoi soliti grigio argento, anche se non la guardavano con la solita aria sprezzante, ma avevano qualcosa di diverso.

“Granger” ribatté in tono freddo. In quello non era per niente cambiato.
“Cosa ci fai qui?”
“Secondo te? Faccio compere, no?” disse lui sempre in tono freddo. Era chiaro che Hermione aveva preso solo un grande abbaglio.
“Ok, non c’è bisogno di essere così scortesi sai?”

Lui la guardò senza risponderle, ma prese a camminare verso di lei e alla fine si sedette sulla panchina affianco a lei.

“C’è posto anche per me?”

“Certo, mica è mia questa panchina?”
Lui ghignò come suo solito.
“Allora” disse Hermione. “Come... va?”
“Bene, sai mio padre è ad Azkaban, mia madre si è trasferita in Scozia e io sono rimasto qui da solo a godermi tutta la mia solitudine.”
“Ok, sono stata invadente.”
Lui non rispose.
“Ritornerai a scuola, allora?”
“E cosa te lo fa pensare?”
“Beh, sei qui, insomma... voglio dire... uff!”
“Sei senza parole, Granger?”
“No! Cioè tu devi darmi una risposta!”
“Ah si?”
“Si? Perché?”
“Chiedimelo domani.”
“Oh Malfoy non ho tempo per i tuoi giochetti!” disse Hermione alzandosi e avviandosi verso il vialetto, ma Eden non era ancora uscita dal negozio. Ora non sapeva cosa fare.

“Non sai cosa fare?”

Hermione si voltò verso di lui.

“No. Non voglio entrare in quel negozio. Non da sola.”
“Eppure sei qui.”
“Ho accompagnato un’amica. Sai ci iscriviamo per completare l’ultimo anno.”
“Capisco. Devi dirmi qualcosa? Altrimenti io devo andare...”
“No! Cioè si! Si. Devo dirti una cosa.”
“Ascolto.”

“Ho ancora il tuo cavallo. Sai volevo restituirtelo subito finita la guerra, ma non sapevo dove trovarti e non sapevo neanche se vivevi ancora al Manor. Me ne sono presa cura, lo affidato a una scuderia. All’inizio mi hanno fatto un po’ di domande e io ho trovato delle scuse assurde, ma lo trattano bene. È tranquillo, non è mai scappato. Si lascia cavalcare. Insomma, credo però che sia giunto il momento di ridartelo.”

Quando finì di parlare si rese conto che Malfoy aveva assistito a tutto il suo monologo con un mezzo sorriso stampato in viso.

“So di aver fatto un monologo. Anzi mi stupisco che tu non mi abbia ancora chiamata Mezzosangue...”
“Si chiama Fulmine.”
“Cosa?”
“Il cavallo, si chiama Fulmine, ho dimenticato di dirtelo quella notte, ma sono sicuro che gli avrai trovato un nuovo nome...”
“Oh no. No, io lo chiamo con un fischio e lui è felice.”
“Bene, lo addestrato bene allora.”
“Direi di si, quella notte mi ha salvato la vita. Anzi, tu mi hai salvata.”

Silenzio.

“Allora, quando posso ridartelo, dimmi dove e io ci sarò.”
“Conosci la foresta dei salici verdi?”
“Si”
“Ok, domani pomeriggio alle cinque va bene? Non tardare Granger.”
“Ci sarò. Non arrivo mai in ritardo Malfoy.”

“Hermione! Dove sei?” era la voce di Eden.

“Credo che qualcuno reclami la tua presenza. Ci vediamo domani Granger.” Disse Draco smaterializzandosi e lasciando Hermione ancora disorientata e con il gelato ormai sciolto.

                                                                                                   ***

Malfoy Manor era completamente deserto e Draco se ne stava seduto su una poltroncina nell’enorme terrazza del suo giardino, curato impeccabilmente dai pochi elfi che erano rimasti. L’incontro a Diagon Alley con la Granger lo aveva turbato non poco. Non si aspettava di vederla proprio li, ma cosa diceva? Certo che si aspettava di vederla lì visto che conoscendola sarebbe tornata a Hogwarts per finire gli studi. In qualche modo aveva fatto in modo di incontrarla, dalla notte in cui le aveva salvato la vita non aveva avuto il coraggio di andarla a cercare. Non aveva avuto il fegato di andare da lei e renderle almeno la sua bacchetta. La verità era che Draco non aveva il coraggio di ammettere ad alta voce di essersi innamorato di una...

Mezzosangue!

Granger!

Hermione!

Niente. Non era riuscito a reprimere l’enorme sentimento che provava nei confronti di quella ragazza che non lo avrebbe mai visto. Una ragazza che non l’avrebbe mai accettato, una ragazza che non lo voleva. Una ragazza che però non lo aveva denunciato per tutto quello che le aveva fatto.

Lei aveva coraggio non lui.

Rivederla lo aveva spiazzato.

 Era cambiata, eccome se lo era! Era più bella di quanto se la ricordasse. Cosa le fosse successo non lo sapeva. Le era sembrata una vera donna e per la prima volta l’aveva guardata come tale e non come una Mezzosangue.

In fondo cos’era il legame di sangue?

 Cosa contava nei fatti? Niente, ma lo aveva capito troppo tardi. Non c’era modo per rimediare a tutti gli errori che aveva commesso. Forse doveva lasciare quel posto. Si, avrebbe lasciato l’Inghilterra con la speranza di dimenticare tutto il male che aveva causato e soprattutto per dimenticare lei. Lei aveva una vita diversa dalla sua. Era felice, lui no. Amava quel Weasley, non lui. Aveva una famiglia, lui no. Avrebbe creato una famiglia assieme a quella piattola, non con lui.
Cosa gli rimaneva? Andare via. Incontrarla per l’ultima volta e poi sparire dalla sua vita per sempre.
Decise di avviarsi, chissà se avrebbe mai trovato il luogo dell’incontro, ma si parlava di Hermione Granger. Lei trovava sempre tutto e tutti e poi c’era Fulmine con lei. L’avrebbe portata da lui. Avrebbe sentito il suo richiamo. Avrebbe trovato la strada e l’avrebbe condotta da lui.

Aspettava. Draco appoggiato ad un albero aspettava dove sapeva che sarebbe arrivata, dove sapeva che Fulmine l’avrebbe portata. La aspettava appoggiato all’albero dove la prima volta aveva detto ad alta voce che le interessava, dove a bassa voce l’aveva chiamata Amore, dove dentro di se era diventata un pensiero fisso, dove dentro di se sapeva che lei lo odiava.

Eccola che arrivava in sella al suo fedele destriero. L’aveva portata a destinazione. Era bellissima, il vento le scompigliava i capelli. Era fiera, una vera leonessa. A volte si chiedeva come avesse fatto a farsela sfuggire così...
“Sei arrivata” disse Draco senza ostentare neanche un sorriso. Non doveva essere gentile con lei. Doveva sforzarsi di non esserlo. Tanto non avrebbe fatto alcuna differenza.

“Già, eccomi qui. Lo so sono in ritardo di due minuti, ma...”

“Non sapevi la strada...” completò Draco per lei avvicinandosi per aiutarla a scendere da Fulmine. Le diede una mano e la prese per un fianco per evitare che cadesse a terra. Gli occhi ambrati di lei si incontrarono con quelli grigio argento di Draco. Si guardarono per qualche istante. Poi le si staccò da lui.

“Si, ma lui la conosceva e tu lo sapevi” disse lei con fare saccente.

Draco si limitò a ghignare come al suo solito.

“E’ molto bello qui, non avevo mai sentito parlare di questo posto...”
“In realtà è solo una semplice foresta, il nome me lo sono inventato per rendere la cosa epica...”

Lei sorrise. Lo aveva capito.

“Beh, ci sei riuscito perché non riuscivo a staccare gli occhi da questo panorama tutto verde. Poi siamo in estate e i colori sono più nitidi e belli.”
Draco non la ascoltava, apparentemente, era troppo occupato a salutare Fulmine. Gli accarezzava la criniera bianca e gli stava sussurrando:
“Bravo bello, sei stato proprio bravo!”
“In effetti non si è mai lamentato...”
“Lui lo sa che non deve farlo e poi credo che con te non si sarebbe mai lamentato.”
“Perché?”

Perché gli ho parlato così tanto di te che ormai ti conosce.

“Perché è fatto così lui.”

Hermione si avvicinò a lui e si mise di fronte così che i loro visi si incontrassero in un unico sguardo.

“Allora, ora mi dici perché mi hai salvato la vita?”

“E’ così importante per te saperlo?”

Lei abbassò lo sguardo.

Si lo era.

“No, era semplice curiosità. Insomma tu mi hai sempre odiato...”

No.

“Se fossimo stati a Hogwarts mi sarebbe anche piaciuto vederti soffrire così, perché la scuola ti rende stupido, bullo, non ti fa vedere le cose. Semplicemente quella notte ti ho salvata perché non c’era motivo di vederti soffrire.”
“Non può essere.”

“Perché?”

Non mi credi?

“Sappi che anche io avrei fatto lo stesso. Secondo te me la sarei cavata anche senza il tuo aiuto?”
“Perché lo vuoi sapere? Non puoi concederti il beneficio del dubbio?”
“E tu non potresti semplicemente rispondermi?”

Doveva dirle la verità? Quello che pensava? Che non voleva vederla morire senza dirle prima quello che provava per lei?

“Io credo di si. Sei brava con le armi.”
“Ho imparato a tirare con l’arco quando ero piccola, è una dote naturale e poi è un’arma che mi appartiene. Mi completa in qualche modo... ma a te non interessa.”
“Cosa te lo fa credere? Hai appena risposto alla mia domanda, ricordi?”

Si.

“Cosa ti è successo Granger?”
“Credevo che la mia vita sarebbe stata migliore dopo la guerra e invece non è così. Tutte le persone che amo si stanno allontanando da me. Harry è partito per la Nuova Zelanda, diventerà un ottimo Auror. Ho litigato con quella che credevo fosse la mia migliore amica. Ho lasciato Ron...”

Lo ha lasciato. Non lo ama.

“Anche la mia non è che sia migliore.”
“Beh, dovresti riprenderti. Tu non hai fatto nulla di male...”

La senti? Non ti incolpa di niente, lei non ti incolperà mai di niente.

“Non è facile, ora sono solo.”
“Ora ci sono io. Se ti va, posso venire a trovarti qualche altro giorno, così ti riporto anche l’arco...”
“Quello puoi tenerlo, ma se vuoi venire...”

Forza, parla!

“... allora vieni.”
“Magari possiamo incontrarci sempre qui. Ho imparato la strada ormai.”

Vuole venire. Ti vuole vedere. Cosa aspetti?!

“Ok, Granger. Allora tregua?”
“Direi di si. Ce la meritiamo entrambi.”

Hermione tese la sua mano. Draco la guardò per un po’, poi tese anche la sua e la strinse in segno di pace. Proprio in quel momento un tuono annunciò l’arrivo imminente di un temporale. La dolce Grifondoro alzò lo sguardo per osservare il cielo che piano diventava sempre più grigio, mentre Draco d’istinto la trascinò con se sotto l’albero al quale era appoggiato prima che lei arrivasse. La tirò, involontariamente, così forte che la ragazza si ritrovò a pochi centimetri dal viso del bel biondo. Qualche istante dopo cominciò a piovere, una leggera pioggerella d’estate. I due ragazzi erano ancora sotto l’albero e Hermione, che stringeva ancora la mano di Draco, si staccò subito da lui e si guardò intorno.

“Fulmine?”
“Oh, lui è abituato alla pioggia e poi è un animale, sa badare a se stesso, no?” disse Draco un po’ infastidito, ma allo stesso tempo dentro di se provava una gioia immensa, cosa che non gli succedeva da tempo.
“Giusto” disse lei imbarazzata. “Io devo tornare a casa...”
“Sotto la pioggia?”
“Mi smaterializzo e poi” disse Hermione, che con un colpo di bacchetta fece apparire un ombrello. “A cosa serve avere una bacchetta altrimenti?” concluse con un mezzo sorriso.
“Ok, Granger, non voglio trattenerti oltre.”
“Non fraintendermi.”
“Non lo sto facendo, volevo solo evitare che ti bagnassi.”
“Pensiero gentile...”
“Ah si?” disse lui nel suo solito tono malizioso.
“Devo andare” si affrettò a dire Hermione. “Ci vediamo domani? Sempre qui? Se ti va ovviamente...”
“Certo. Ti aspetto Granger.”

“Ok, ciao... Malf... Draco.” E si smaterializzò, lasciandolo solo con Fulmine che aspettava di essere montato per ritornare a casa.

Draco non curante della pioggia si sentiva la persona più felice della terra per la prima volta in diciotto anni. Non gli importava della pioggia che per quanto leggera gli ricadeva addosso bagnandogli il viso e tutto il corpo. Non gli importava di averla trascinata al riparo sotto quell’albero stringendola a se, l’importante era stato che lei non si era allontanata da lui. Non lo aveva respinto, non lo aveva rifiutato. Lo aveva chiamato per nome prima di andarsene via. Gli aveva chiesto di rivederlo il giorno dopo. Gli stava dando la possibilità di cambiare.

E ora devi farlo o lei non si accorgerà mai di te.

Si stava fidando di lui.

Ti fiderai di me.

Continua...

Angolo autrice:
Ecco, se sei arrivato fin quaggiù che ne dici di lasciarmi una piccola recensione? Scherzo! :P
Il personaggio di Eden Pelpingon è puramente inventato da me e quindi soggetto ai diritti d'autore :)
Ci vediamo domenica con il 3 capitolo!
Baci!


 

  
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