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Autore: Jude16    03/05/2012    4 recensioni
Siamo in viaggio per trovare questi stupidi Horcrux da cui dipende la mia vita. Detta così però non suona abbastanza tragica, diciamo che se non li trovo tutti... muoio.
Già, il Prescelto, il Bambino-Che-è-Sopravvissuto ora è costretto ad andare a zonzo per mezzo pianeta per cercare quei benedetti pezzi di anima che servono per uccidere definitivamente quell'animale che ha stroncato la vita ai miei genitori quando ancora ero in fasce. Voldemort.
Nella mia storiella, troviamo Harry Ron ed Hermione alle prese con la ricerca degli Horcrux. Mi sono basata un po' al film per alcuni pezzi. Spero possa piacervi, grazie mille a chi legge e chi recensisce.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Pov Harry
 
 
Sono passati parecchi anni da quel terribile giorno, la scuola è finita, ho perso molte cose a me care, tanti amici, un amore ed i segni della sofferenza li porto sempre con me: tagli, cicatrici, rughe sono un modo per ricordarmi chi ero e che cosa ho fatto, cosa ho dovuto sopportare per poter avere un minimo di tranquillità nella mia vita.
-Papà, papà!- mio figlio Albus Severus mi corre incontro arrossato.
-Cos'è successo figliolo?-
-Lily mi ha fatto male con un incantesimo- piagnucola imbronciato.
-Com'è possibile? Tu porti il nome di due uomini molto coraggiosi e potenti della storia dei maghi, devi sapertela cavare e non correre dal tuo papà- lo stuzzico scherzando.
Vedo il suo sguardo assottigliarsi goffamente, cercando di fare l'uomo, riparte verso la direzione da cui è venuto e si sentono delle leggere esplosioni nell'altra stanza: un sorriso di beatitudine mi contorna il viso, mi avvio verso la loro stanza e trovo James Sirius che dorme beatamente nel suo letto azzurro.
Resto a fissarlo per un po' dopo di che faccio marcia indietro, devo andare a cercare quelle pesti.
Esco in giardino dopo aver spulciato ogni centimetro della casa e li trovo al limitare del boschetto che circonda la mia tenuta, si danno battaglia a colpi di bacchetta, instancabili: sarà l'eccitazione del primo giorno di scuola.
Come passa in fretta il tempo, hanno già raggiunto tutti e tre undici anni e domani partiranno per Hagworts, ristrutturata e ritornata al suo vecchio splendore e alla sua rinomata imponenza di un tempo.
-Ora basta ragazzi, lasciatene qualcuna per quando sarete a scuola!- li richiamo bonariamente, beandomi della vista dei miei figli che mi corrono incontro felici ed esausti.
-Li stenderò tutti a scuola papà, mi farò rispettare!- afferma Lily correndo dentro impettita ed orgogliosa, tutta sua madre.
Mi giro verso Albus e noto che ha lo sguardo distante, triste, come se temesse qualcosa di imminente.
-Cos'è quell'espressione afflitta?-
-Ho paura... - sussurra.
-Di cosa?-
-Di finire tra i Serpeverde- abbassa lo sguardo intimorito.
-E perchè mai avresti paura di una cosa del genere figliolo?-
-Voglio essere un Grifondoro- esclama convinto.
-Lo sarai allora- mi rivedo in lui, più di qualunque altro mio figlio, ovviamente voglio bene a tutti e tre in egual misura, ma lui mi somiglia in una maniera impressionante, sembra un me in miniatura.
-Come fai a dirlo... - delle piccole lacrime iniziano a scendergli lungo il volto.
-Lo so figliolo, anche io il giorno dello smistamento ero agitato come te, avevo paura che mi mettessero nella casata dei Serpeverde ed io non ci volevo assolutamente andare, così ho chiesto al Cappello Parlante se poteva mettermi in tutte le case apparte quella e alla fine mi ha ascoltato- concludo con un sorriso, ricordando.
Mio figlio ascolta rapito le mie parole.
-E, se per caso dovessi venire abbinato ai Serpeverde, bhe avrebbero un grande e potente mago tra le loro fila. Uno dei due nomi che porti e di un grandissimo mago, coraggioso che apparteneva ai Serpeverde-
Sembra sollevato dalle mie parole, mi sento soddisfatto.
-Ora vai dentro che tra un po' dobbiamo andare a letto, domani sarà una giornata impegnativa- sorrido.
-Certo papà, grazie!- mi sorride teneramente e corre dentro.
Non lo seguo, mi fermo a guardare il cielo contornato da miliardi di piccole stelle, la luna troneggia in quel mare blu rischiarando con la sua luce tutte le cime degli alberi, uno spettacolo meraviglioso.
-Harry! Harry! Oh finalmente sei qui, non riuscivo a trovarti da nessuna parte- la voce di mia moglie mi giunge alle orecchie e, come ogni volta, una fitta violenta mi trapassa il cuore: mi sento un verme, quando facciamo l'amore, quando mi accarezza, quando la guardo dormire accanto a me, il più lurido dei vermi.
Lei lo sapeva come stavano le cose, sapeva che amavo e avrei sempre amato Hermione, dal profondo della mia anima, eppure eccola qui, accanto a me nonostante tutto quello che è successo, mi giro a guardarla osservandone i contorni sinuosi e i suoi capelli lisci e lunghi che si muovono sinuosi grazie alla leggera brezzolina presente nell'aria.
La guardo eppure mi manca qualcosa, è bella certo, intelligente, attraente, dolce, una buona madre ma non è Lei. Nessuno sarà mai Lei.
-Dimmi Ginny, che cosa c'è?- domando il più serenamente possibile, non le ho mai dato la possibilità di cogliermi nei momenti di dolore e di assenza della ragazza che amo, ma sospetto che lei lo sappia e mi abbia visto e non lo da a vedere mai, l'ho detto che è intelligente.
-E' ora di andare a letto anche per noi, domani dobbiamo accompagniarli e sarà una giornata intensa di emozioni per tutti e poi anche tu devi andare a lavorare caro- mi parla tranquillamente, ma nei suoi occhi lo vedo, il rimpianto, la delusione e la tristezza per la situazione: le voglio bene e mi piange il cuore per questo, non le potrò mai dare tutto l'amore che si merita da un uomo.
Alla fine ho scelto lei anche per egoismo, la mia ragazza era morta, avevo appena fatto fuori il fratello, la sua famiglia era disperata per la perdita di due dei loro figli così, per placare un minimo il senso di nausea e di colpa sono andato da lei, sperando che tutti mi perdonassero, che io mi perdonassi: chi ci ha rimesso ovviamente è Ginny, non se lo merita per niente.
La mattina dopo ci svegliamo tutti di gran carriera, la casa sembra la stazione nell'ora di punta, chi passa di là con un gufo, chi corre di qua con una valigia.
Io mi affretto a far colazione mentre mi sistemo la cravatta, sinceramente non so come ci riesco, è il primo giorno di lavoro anche per me, dopo tanti anni ritornerò lì da insegnante di Difesa Contro Le Arti Oscure, la cattedra maledetta durante tutta la mia permanenza nella scuola: la McGranitt ormai anziana mi ha chiesto di sostituirla poichè insegnava due materie molto pesanti ed in più doveva svolgere il lavoro di preside della scuola, a me ha assegnato la materia più bella secondo il mio punto di vista ancora un po' fanciullesco, mentre Trasfigurazione l'ha assegnata a Neville... sì Neville, non sto prendendo in giro nessuno, quel ragazzino che non sapeva fare niente tranne Erbologia, un po' impacciato e buffo ora insegna la materia madre della McGranitt ed è anche bravo da quello che ho sentito, incredibile come cambiano le cose.
Arriviamo alla stazione contranquillità poichè Ginny ci ha fatti svegliare tutti due ore prima del dovuto, ma già la gente incomincia ad arrivare trafelata e piena di bagagli: i ragazzi del settimo e del sesto anno sono i più tranquilli mentre quelli del primo e del secondo sono i più agitati.
In pochissimo tempo il binario nove e trequarti si riempe di genitori, ragazzi, gufi, bauli e chi più ne ha più ne metta, puro caos.
Salutiamo tutti Ginny calorosamente e prendiamo posto nella prima carrozza libera: durante tutto il viaggio rimaniamo in silenzio, loro per la paura da primo giorno mentre io per i ricordi che già incominciano a investirmi la mene ed il cuore, mi sento quasi soffocare dalla pressione.
Alzo lo sguardo dalle mie mani e Hogwarts mi appare in tutto il suo vecchio splendore, ci sono cresciuto dentro a quelle mura, ho fatto le mie prime esperienze, sono diventato grande, quella è la mia casa e sempre rimarrà tale.
-Siete pronti ragazzi?- domando per distrarmi dai miei pensieri.
-Sì!- rispndo in coro mentre si infilano i loro mantelli.
-Harry!- mi giro e fuori dalla cabina vedo Neville con Luna e un bambino biondissimo, la mia espressione si allarga in un sorriso.
-Ehi amico, come stai?- domando battendogli una pacca sulla spalla -E tu Luna? Ti trovo in gran forma- l'abbraccio.
-Grazie Harry stiamo tutti benissimo e vedo che anche tu non sei da meno, ti presento nostro figlio Lorcan è il suo primo anno-
-Ma dai, anche i miei figli devono affrontare lo smistamento- ammicco nella loro direzione prendendomi gioco della loro paura e mi rispondo con una linguaccia, al che rido di gusto -te li presento: lei è Lily Luna, lui James Sirius ed infine lui è Albus Severus- concludo orgoglioso dei miei bambini.
-Wow, che nomi importanti che ci sono qui, sono contenta di rivederti Harry- mi guarda, senza aggiungere altro ed io capisco che lei sa tutto, come sempre.
-Bene noi andiamo a trovare una cabina ancora libera... -
-State qui con noi, tanto è grande e ci stiamo- non lo lascio finire e lo invito con un sorriso. Accettano di buon grado.
Qualche ora dopo vediamo passare davanti alla nostra "stanza" un bambino biondo con i capelli laccati che mi ricorda molto qualcuno.
-Quello è il figlio di Draco e Astoria Greengrass, Scorpius- mi informa Neville.
Lo osservo e noto tantissime somiglianze con il padre.
Finalmente arriviamo a destinazione e, immancabile come sempre, Hagrid con una lanternona in mano che chiama a gran voce i ragazzini del primo anno.
-Papà ma dobbiamo andare da quel signore barbuto e grosso, ho paura!- si lamenta Lily un po' spaventata.
-Lui è la persona più buona del mondo e più leale che conosca, un grande amico, affiderei la mia stessa vita ad Hagrid- lo guardo con affetto ed ammirazione mentre svolge il suo lavoro. Altri ricordi mi invadono gli occhi, sospiro e li lascio impossessarsi di me.
-Dai su, ora andate da lui che vi aspetta una bella visita- obbediscono e vanno via insieme a Lorcan mentre io Neville e Luna restiamo a guardarli.
-Luna, ma perchè sei qui?- domando all'improvviso, facendo anche la figura dell'idiota.
-La McGranitt mi ha assegnato la cattedra di Cura Delle Creature Magiche visto la mia esperienza con tutti i tipi di animaletti, anche i più strani- conclude sorridendo.
Sono contento, almeno non sarò da solo a fare l'insegnante in un posto che mi ha lasciato così tante ferite, non solo fisiche: potrò svagarmi e divertirmi un po' con loro due al mio fianco.
Noi professori siamo destinati a delle carrozze che in teoria si tirano da sole, ma al quinto anno ho scoperto che non è così, sono i Thestral a portarle e quella volta solo io e Luna potevamo vederli poichè avevamo visto la morte con i nostri occhi, ora anche Neville è in grado di osservarli.
Dopo un breve viaggio arriviamo a destinazione però non entro subito mi dirigo nell'unico posto in cui adesso vorrei essere: il cimitero.
-Ehi Neville, Luna, dite che sono andato un attimo a salutare una persona-
Capiscono senza chiedere ed entrano nel castello.
Mi avvio verso la mia destinazione, vicino alla Foresta Proibita, apro il cancelletto ed inizio a cercarla: tantissime lapidi scorrono ai miei piedi, tantissime vite spezzate, un fortissimo groppo in gola mi blocca il respiro e poi eccola lì, la trovo, forse più grossa e diversa delle altre, forse uguale e vicino a quella di Fred: mi inginocchio e faccio scorrere il dito sui rilievi del suo nome, lentamente, quasi assaporandoli, chiudo gli occhi e rivedo tutta la nostra vita, le nostre avventure, la nostra prima volta, la mia proposta, la sua morte... riapro gli occhi con una fortissima tachicardia, le lacrime iniziano a rigarmi le guance, sembra che tutto si sia fermato per assistere a questo momento.
Alzo gli occhi verso il cielo ed osservo la luna, bella come te.
-Oh Hermione quanto mi manchi, sei la ragione più profonda di ogni mio gesto, sei il primo mio pensiero che al mattino mi sveglia, l'ultimo desiderio che la notte mi culla, so che ho Ginny e tre fantastici bambini e che devo essere grato sempre per ciò che mi è stato dato ma... mi manchi, ti amo- le lacrime fuoriescono selvaggie -ti ho sempre amato e ti amerò sempre, sarai sempre tu, presto ti raggiungerò così potremmo stare insieme per sempre- una leggera brezza si alza e mi solletica il viso, so che sei tu e sorrido beatamente del tuo messaggio -ti amo Hermione- sussurro un ultima volta.
Mi alzo, resto ancora un po' a guardare il tuo nome e la tua foto per poi girarmi e andarmente via, ogni passo lontano da te è un pezzo di cuore che si spezza in me, deglutisco e mi avvio verso il castello: mi fermo ma non mi giro.
-Tornerò sempre a trovarti-
A passo deciso rientro nel castello per vedere lo smistamento dei miei figli ed il discorso della McGranitt non me lo voglio perdere.
Sono passati diciannove anni e la cicatrice non mi ha fatto più male, andava tutto bene.





Ciaooooo! Mi piange il cuore perchè è finita la mia prima long-fic, sì ci ho messo un po' ma ne vado fiera. 
Spero che questo finale vi soddisfi e se c'è qualcosa che deve essere corretto oppure se avete qualcosa da dirmi in generale commentate pure, ne sarei davvero felice :D
Grazie mille come sempre a chi legge e a chi recensisce, davvero.
Un bacio.
  
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