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Autore: Jodie Roses    03/05/2012    1 recensioni
Jodie, una ragazza dai capelli rosso sangue, una ragazza come tante altre, niente di speciale (o almeno così pensa lei) in una città come Los Angeles negli anni del grande rock'n'roll.
Axl, il cantante della band più in voga del momento, che tutte amano e tutte desiderano (o almeno così pensa lui) a cui nessuno può resistere.
E se un giorno incontrasse quella ragazza che non si concederà così facilmente a lui? Si arrenderebbe altrettanto facilmente? E comincerà a credere al detto "gli opposti si attraggono"?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo molto violentoh, spero non faccia cagare C: Il titolo è preso da una canzone degli U2 C: e alcune frasi dei pensieri di Axl sono tratti da una canzone dei Nirvana C: forse qualcuno li riconoscerà C:Buona lettura C:

Los Angeles, 29 Luglio 1987

Ore 00.30

 
 

Axl stava vagando per le strade del centro, senza sapere dove andare, come uno zombie.
Era ormai mezzanotte passata,e lui era ubriaco, ma si sentiva ancora troppo in sé per i suoi gusti. Si fermò un attimo a un incrocio, tentando di orientarsi per l'ennesima volta. E per l'ennesima volta non capì dove diavolo era. Fece un lungo sospiro e si diresse verso una panchina. Si sedette e cercò di schiarirsi le idee.
Si portò alla bocca una bottiglia di birra quasi finita e fece per bere...ma poi si bloccò, osservò la bottiglia. La fissò a lungo, poi in uno scatto di rabbia la rovesciò, la svuotò e la prese per il manico, scagliandola verso terra, spaccandola in mille pezzi. Prese un coccio di vetro e se lo rigirò fra le mani, poi se lo avvicinò alla pelle e cominciò a inciderla, ferendosi, cominciando a sanguinare. E mentre si tagliava cominciò a piangere. Si sentiva nella merda, si sentiva una merda. Ma tutta quell'ansia non sapeva come sopportarla. E se il disco non avesse venduto abbastanza copie? E se non fossero riusciti a diventare famosi? E se non fossero stati all'altezza?
Odiava sentirsi così, e odiava il modo in cui stava trattando Jodie, ma non riusciva impedirselo...era il suo unico modo per sfogarsi. Continuò a tagliarsi, senza smettere di piangere, sporcandosi tutto di sangue. Pensare che stava facendo soffrire l'unica persona che amava gli faceva venir voglia di morire..forse se fosse morto, non avrebbe più creato problemi a nessuno, nessuno avrebbe più dovuto preoccuparsi di lui, nessuno avrebbe più dovuto star male per lui.. 


Dopo aver riflettuto su queste e altre cose, tutte di questo genere, pensò che comunque rimanere lì seduto a deprimersi non aveva senso. Si alzò, si asciugò le lacrime e decise che era inutile continuare a vagare senza sapere dove andare. Così chiese indicazioni alla prima persona disposta a rivolgergli la parola. In effetti un ragazzo di 25 anni mezzo ubriaco e pieno di sangue come lui non doveva ispirare fiducia a prima vista.
Comunque aveva già deciso che non sarebbe tornato a casa. Non avrebbe sopportato di vedere di nuovo quell'aria ferita negli occhi di Jodie. Ogni volta provava a scusarsi, ma le parole gli restavano incastrate in gola. In più si era di nuovo tagliato, quindi figurarsi. No, sarebbe andato a casa sua. Probabilmente avrebbe dovuto sentire le solite prediche di Izzy o Duff, che solitamente gli facevano venir voglia di spararsi in bocca. Questa volta però sarebbero state più che meritate, quindi aveva già deciso che avrebbe subito tutto in silenzio e senza protestare.

Continuò a camminare, seguendo le indicazioni che una donnina per bene gli aveva fornito, nonostante fosse probabilmente schifata da lui, a giudicare da come l'aveva guardato quando le si era avvicinato. Di sicuro doveva aver pensato che fosse uno stupratore che cercava di attaccar bottone con una scusa qualunque, e quando aveva finito di spiegargli si era voltata senza aggiungere altro, quasi di corsa.

Mentre vagava per le strade, cercando di capire se la donna le avesse tirato o no un pacco, osservò i cittadini di Los Angeles ancora alzati, che ancora erano in giro a far festa. Se tutto fosse stato normale, se il disco non fosse uscito, probabilmente anche lui adesso sarebbe stato uno di quelli..
Sembravano tutti così felici...era davvero così facile esserlo? Gli tornò in mente come doveva stare Jodie in quel momento, per lui, e si sentì di nuovo male. “Non ti infastidirò mai, non ti prometterò mai, non ti seguirò mai, non ti infastidirò mai, non ti dirò mai più una parola, striscerò via per sempre” pensò “me ne andrò via di qua, non sarai più spaventata, nessuno ci aveva pensato, ma io ho sempre saputo che saremmo arrivati a questo, le cose non sono mai state tanto intense, e io non l'ho mai capito bene...” Dolore. Dolore. Dolore “Sai di aver ragione, sai di aver ragione...”

Basta. Non ne poteva più. A casa sperava di trovare Izzy, che come al solito l'avrebbe aiutato a riprendersi...era l'unico che riusciva a capirlo fino in fondo..e poi sarebbe andato da Jodie, e avrebbe fatto di tutto pur di farsi perdonare quel comportamento di merda...

All'una e mezza finalmente arrivò a casa, barcollando. Era stanco morto, e la ferita al braccio gli faceva più male che mai. Stava per suonare, invece qualcosa gli disse che era meglio non farlo, per non rischiare di svegliare il chitarrista che probabilmente stava dormendo. Tirò fuori la sua copia di chiavi e aprì. Si tolse la camicia sporca di sangue e andò in camera, per controllare se Izzy fosse effettivamente a casa o no. Socchiuse la porta per far entrare un filo di luce, che illuminò il viso del moro, appoggiato al cuscino, beatamente addormentato. Axl tirò un sospiro di sollievo. Per fortuna almeno lui c'era. Gli lanciò un'altra occhiata, e questa volta notò qualcosa che prima non aveva visto...c'era un'altra figura distesa vicino al ragazzo. Izzy non era il tipo che si portava spesso a letto le groupie...ok sì lo era, ma non tanto quanto lui. Aprì ancora un po' la porta per cercare di vedere meglio la ragazza, e quando la riconobbe gli mancò il fiato. Jodie? Si sentì girare la testa e gli venne di nuovo da piangere. Jodie, la sua ragazza? La sua fidanzata..la sua Jodie? Rimase lì a fissarli per non so quanto tempo, sentendosi montare la rabbia dentro. Lui passava le notti a tagliarsi pensando a quanto la faceva stare male e lei nel frattempo, invece che preoccuparsi per lui, andava a letto con il suo migliore amico? Axl strinse i pugni, preso dall'improvvisa voglia di andare lì e usare quel lenzuolo per strozzarli entrambi. Invece riuscì a dominare quell'istinto e tutto a un tratto si calmò. Fece un sorriso gelido e lanciò un'occhiata ai due nel letto, la stessa occhiata che avrebbe lanciato un gatto a un topo in trappola. Oh sì, gliel'avrebbe fatta pagare a tutti e due, ma soprattutto alla sua fidanzata. Si voltò e uscì velocemente dall'appartamento, sbattendo la porta.

Izzy si svegliò di botto. Si mise a sedere e cercò di vedere qualcosa, nonostante fosse circondato dal buio. Aveva l'inquietante sensazione che qualcuno fosse stato lì, anche se anche con le orecchie tese non sentiva niente. Cominciò a sudare freddo. Era sicuro di aver sentito un rumore prima, ma non riusciva a capire cosa. Jodie, accanto a lui, si svegliò

«Ehi...che succede?» gli chiese, ancora mezza addormentata

Lui si schiarì la voce «No, no, niente, non ti preoccupare..torna a dormire..» disse tentando di rassicurarla.

 

Quando Jodie aprì la porta di casa sua, la mattina dopo, non fece neanche in tempo a fare un passo che sentì qualcuno che le afferrò un braccio e la scaraventò per terra. Si lasciò sfuggire un grido di paura e sorpresa, che però fu fermato quando sbattè contro la parete, restando senza fiato. Neanche il tempo di rendersi conto di cosa stava succedendo, che Axl le si inginocchiò davanti e le prese il viso fra le mani, costringendola a guardarlo. Era tutto sporco di sangue e non sembrava essere in sé. Le fece lo stesso sorriso gelido che aveva fatto l'altra sera, facendola rabbrividire. Ma che cazz..?

«Allora, Jodie» esordì, senza smettere di sorridere «come andiamo?»

«Axl, che stai facendo?» chiese lei, spaventata dal suo comportamento e da quell'aria da pazzo.

«Ti ho solo fatto una domanda» disse, continuando a sorridere «divertita stanotte?»

«Ma che cazzo stai dicendo? E lasciami, per favore!» esclamò lei, tentando di liberarsi. Il rosso però non la lasciò andare, anzi, la fece alzare e la sbattè contro il muro, cercando di farla stare ferma. E le mise anche una mano davanti alla bocca tentando di farla smettere di urlare.

«Ti ho fatto una domanda, Jodie, e vorrei sapere la risposta» ringhiò il ragazzo, che sentiva sempre più forte la voglia di spaccarle quel bel faccino. Cominciò a sbatterle la testa contro il muro, sempre più forte, facendolo diventare a poco a poco rosso, sempre più rosso. Jodie si mise a piangere e a scalciare mordere e graffiare, senza però riuscire a liberarsi. A un certo punto però, riuscì a tirare un calcio nelle balle al ragazzo, che si inginocchiò con un verso di dolore e la lasciò andare. Lei cominciò a correre...e era quasi riuscita a arrivare alla porta, quando sentì una mano che le afferrava il polso. Sì voltò, disperata, e vide Axl dietro di lei, ancora mezzo piegato, che si teneva una mano sul pacco per sicurezza. Le rivolse un altro di quei sorrisi inquietanti e Jodie si ritrovò a chiedersi se quel ragazzo sporco di sangue fosse davvero il suo fidanzato. Il suo fidanzato? Suo padre? Suo fratello?
Era così terrorizzata che non riusciva neanche più a urlare, e si lasciò trascinare senza quasi protestare fino al divano. Axl la costrinse a sdraiarsi e le si mise sopra cominciando a slacciarsi i pantaloni. A quel punto la ragazza si riprese e ricominciò a urlare

«Lasciami, lasciami, porco schifoso!» gridò, cominciando a piangere

«Jodie» disse lui, tentando di restare calmo «se non ti tappi subito quella bocca, il porco schifoso te lo faccio vedere io, chiaro?-

 

Izzy, da quando era uscita Jodie, si sentiva molto nervoso. Molto molto nervoso, tanto che non aveva fatto altro che fumarsi sigarette una dietro l'altra, camminando su e giù per la casa. Quando finalmente era arrivato Slash, gli era corso in contro, decisamente agitato

«Slash! Hai visto Axl?!»

«Chi? Axl? No, perchè avrei dovuto?»

«Ma sei sicuro?»

«Sì, sono sicuro, cazzo, sono sicuro, non sono ancora del tutto scemo!» esclamò il riccio, irritato. Vedendo però il suo amico riprendere a camminare avanti e indietro come un'anima in pena, decise di
assecondarlo
«Ma che hai? E perchè cerchi Axl?» gli domandò, cercando di fingersi preoccupato.

«Beh, sai come sta in questi giorni, no? E ieri sera è venuta qui Jodie, con l'aria distrutta, perchè non riusciva più a sopportarlo, poverina, e..»

«No no no, aspetta un attimo. Cosa avete fatto voi due?!»

«Non abbiamo fatto niente, Slash!» disse guardandolo male «abbiamo solo dormito insieme, ok?»
Però l'altro continuava a guardarlo con aria complice «Non ti preoccupare, Izzy, guarda che a me puoi dirlo...»

«Non abbiamo fatto niente, cazzo! Hai capito o ti devo fare un disegno?»

«Oh, va bene, va bene, calmati! Ma allora perchè sei così nevrotico?»

«Io non sono nevrotico! Sono solo in pensiero per Jodie!»

«Ma se hai detto che non avete fatto niente...»

«Sì, lo so, ma ho una brutta sensazione...senti, non è che potresti accompagnarmi a casa sua, per vedere come sta?»

«Andare adesso fin là, solo perchè tu hai una sensazione?! NO»

«Eddai, per favore, solo cinque minuti, ti prego!»

Slash alzò gli occhi al cielo. Ma che, erano andati tutti fuori di cervello?

«Ok, dai, però muoviamoci...»

 

Quando arrivarono a casa di Jodie, i due ragazzi sentirono perfino da fuori le urla, così cominciarono a correre e si precipitarono dentro. Appena entrarono in soggiorno, videro Jodie distesa sul divano che piangeva e gridava e cercava di liberarsi e Axl sopra di lei, mezzo nudo, anzi nudo del tutto, sporco di...sangue?, che cercava di farla stare ferma, e zitta e che tentava di spogliarla. Si fermarono entrambi sulla soglia della porta, con gli occhi spalancati, a osservare la scena. Dopo un attimo, però, si riscossero e corsero in aiuto della ragazza. Ci vollero gli sforzi di tutti e due, ma alla fine riuscirono a staccare Axl da Jodie, che nel frattempo si era raggomitolata sul divano, piangendo sempre di più. Izzy corse a vedere come stava, ma Slash non riusciva, da solo, a tenere fermo Axl, così alla fine furono costretti a tirargli un pugno e lui si accasciò sul pavimento, mezzo svenuto.

«Jodie, Jodie, stai bene?» le chiese Izzy, preoccupato -sei ferita?»

Lei non rispose, si limitò a passarsi una mano fra i capelli, ma quando lo fece sentì una sensazione di bagnato e appiccicaticcio in testa. Stava...stava sanguinando? Anche Axl era pieno di sangue..ma era quello di lui o di lei? E quello sul muro? Era di entrambi?

  
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