Vorrei ringrazie tutte le persone che hanno letto e recensito il capitolo precendente :D vedo che neanche a voi stà molto simpatico Paul (come a Stefy dopo tutto ahahahah) ma fidatevi di me, non farà parte della storia ancora per molto ;)
Detto questo vi lascio al capitolo...che sarà una sorpresa anche per la mia co-autrice, perché mentre scrivevo mi sono venute un paio di idee per renderlo più interessante...spero vi piaccia!! Un bacione a tutte voi!!
ps. in questo capitolo ho voluto mettere una traccia sonora, cosa abbastanza nuova, ma visto l'argomento e visto che mi sono fissata con quella canzone, ho voluto metterla :)
Capitolo 5
La
festa andò più che bene, nonostante i vari
“problemi” che si erano creati. Tutti i clienti
erano rimasti soddisfatti,
anzi, ci chiesero se avremmo ripetuto l’evento, quindi sul
fronte lavorativo
tutto andava bene. Il fronte personale, invece, sembrava una semi
catastrofe.
Paul non si era ancora fatto sentire dopo che lo avevo
“sgridato”, mi sembrava
un bambino che non vuole affrontare la situazione. Con i ragazzi,
invece, avevo
instaurato un bellissimo rapporto, a parte Styles ovviamente. Avevo
iniziato a
conoscere anche gli altri componenti del gruppo, e dovevo ammettere che
non
erano per niente male. Infine c’era Stefy. Da quando aveva
“scoperto” che mi
ero sentita con Louis era
diventata un
po’ distante, ed ogni volta che si toccava
l’argomento ragazzi s’innervosiva.
Stefy’s
Pov
Mi
ero inventata una scusa per andare via qualche
giorno dal locale. Dissi ad Helena che volevo andare a trovare i miei
genitori
a Montecarlo, ma in realtà non mi mossi da Londra, cambiai
solo zona, in modo
da non farmi vedere. Perché fare questo? Perché
ogni volta che la vedevo
prendere il telefono per rispondere ad un messaggio mi veniva voglia di
lanciarglielo
fuori dalla finestra. Non sono mai stata una persona gelosa, ma vedere
come lei
iniziasse a legare con Louis mi dava fastidio…che mi stessi
segretamente
innamorando di lui? (talmente segreto che non lo sapevo neanche
io)…non so…l’unica
cosa che sapevo era che avevo bisogno di un paio di giorni per
schiarirmi le
idee e Londra era la città perfetta per farlo. In qualche
modo trovavi sempre
un “angolo di mondo” in cui potevi passare le
giornate. È vero, era una città
abbastanza chiassosa, soprattutto in certe zone, ma non
l’avrei scambiata con
niente al mondo. Ormai era casa mia.
Per
quei giorni avevo affittato una camera all’Holiday
Inn hotel a Camden, era uno dei posti in cui sicuramente nessuno
sarebbe venuto
a cercarmi. Avevo organizzato tutto in modo che non dovessi inventarmi
scuse
per non essere portata all’aeroporto, perciò
appena Helena uscì con London per
andare al locale io mi avviai verso la stazione metro più
vicina per arrivare a
Camen Town. Una cosa bella di quella zona, oltre ai modi eccentrici
delle
persone che ci vivono, è che nessuno fa domande.
Era
sabato mattina, uscii dall’hotel per andare a
far colazione allo Starbucks vicino. Ero intenta a bere il mio
caffè quando mi
sentii toccare sulla spalla. Quando mi girai, inizialmente, pensai che
fosse
qualcuno che avesse sbagliato persona, ma osservandolo bene intravidi
degli
occhi verdi nascosti dietro gli occhiali da sole (nonostante fuori
minacciasse
di piovere) ed un sorriso che molto difficilmente si dimentica.
“Harry..?”
– dissi a bassa voce, lui mi fece
cenno di sì con la testa – “vuoi
sederti?” – gli chiesi.
“volentieri,
grazie :)” – disse spostando la
sedia davanti a me – “cosa ci fai da queste parti?
Non è un po’ fuori “mano”
dal vostro locale?” – mi chiese.
“sono
in “vacanza”…però potrei
farti la stessa
domanda…cosa ci fai qui? E così presto per di
più!” – gli risposi.
“mi
piace passeggiare per queste vie…è più
facile
passare inosservati e quindi riflettere…”
– mi disse abbassando gli occhi sulla
sua bevanda.
“vedo
che la pensiamo allo stesso modo…sono qui
proprio per lo stesso motivo, tranne che io ho affittato una camera per
un paio
di notti…” – risposi.
“ci
sono problemi con Helena?” – disse sporgendosi
un pochino verso di me.
Come
era possibile che avesse capito subito che
centrava lei? Potevo avere mille problemi…ma no! Lui aveva
subito centrato il
punto. Forse era davvero una persona migliore e più attenta
di quello che
credeva Hele.
“i
casi sono due…o mi hai spiato per tutti questi
giorni, oppure non lo so…come hai fatto a capire subito che
centrava lei?” –
gli chiesi appoggiandomi per bene allo schienale e incrociando le
braccia.
“ahahahahah
ti posso assicurare che non ti ho
seguito…ma credo che abbiamo qualcosa in comune noi due,
oltre all’aver scelto
la stessa zona di Londra per nasconderci ahahahah”
– mi rispose, seriamente divertito.
Gli feci dunque segno di continuare, ero interessata a quello che
pensava – “beh…siamo
accomunati dall’essere “gelosi” di un
nostro amico..nel tuo caso amica..e
guarda caso il mio amico si sente con la tua amica e viceversa..non so
se hai
capito…” – disse aggrottando le
sopracciglia.
“è
piuttosto contorto…ma hai centrato il punto! È
solo che io non so se sono davvero gelosa di lei…e poi non
ne capisco il motivo…”
– dissi alzando le spalle.
“tu
lo conosci benissimo il motivo! È solo che
non sei ancora pronta ad ammetterlo…neanche a te stessa! Ma
tranquilla, lo
capirai! Anch’io ci ho messo un po’…e
devo ammettere che non mi è ancora chiaro
al cento per cento…ma so che tutte le mie flippe mentali
dipendono da una persona…”
– disse semplicemente.
Devo
ammettere che mi “spaventava” un pochino il fatto
che io ed Harry
avessimo lo stesso problema, nello stesso momento.
“E
lei cosa consiglia di fare dottore? Intendo
per riuscire a venirne a capo?” – chi chiesi in
modo quasi serio.
“semplice…evitare
di pensarci! Tutti i problemi
avranno una risposta prima o poi, e fidati, di solito è
più facile risolversi
senza starci a pensare tanto…è come quando non ti
viene una parola, più tenti
di ricordarla, più lei ti sfugge…però
appena smetti di pensarci: eccola che
arriva!” -
mi rispose sorridendo.
“mi
sembra un ottimo modo…avrei solo una piccola
cosa da aggiungere :)” – gli dissi.
“e
sarebbe?” – mi chiese curioso.
“visto
che abbiamo lo stesso problema perché non
evitiamo insieme di pensarci? Devo ammettere che dalla prima volta che
ti ho
visto ho sempre cercato un modo per riuscire a conoscerti meglio
:)” – dissi.
“sono
più che d’accordo con la tua idea! Si sa che
divertirsi in due è sempre meglio che farlo da
soli…ti propongo un bel giro per
le vie del Candem Market!” – disse ammiccando.
Fu
così che ci alzammo e ci avviammo verso il
mercato pronti a passare una fantastica giornata.
In
quelle ore parlammo di tutto, del nostro
passato, delle nostre speranza per il futuro, dei nostri gusti in fatto
di:
vestiti, musica, cibo ragazzi/e. Era come se ci conoscessimo da sempre,
anche
se in realtà ci stavamo conoscendo per bene solo in quel
momento. Di fianco a
me non avevo il famoso Harry Styles, ma semplicemente Harry, il ragazzo
che
lavorava in una panetteria ad Holmes Chapel. Ci facemmo centinaia di
foto, una
più buffa dell’altra ridendo come matti. Dire che
Harry era il ragazzo che
tutte desideravano era riduttivo, sapeva far ridere come pochi ed era
un vero
gentlemen. Helena si sbagliava alla grande sul suo conto (come chiunque
lo
giudicava senza conoscerlo), beh tanto meglio per me! ;)
Per
concludere quella splendida giornata andammo
a mangiare da Nando’s, visto che era vicino al mio hotel, e
furono inutili
tutte le proteste che feci per poter pagare la mia parte.
“eccoci
qui…” – mi disse una volta arrivati
all’albergo.
“eccoci
qui…grazie per la splendida giornata” –
si creò uno strano imbarazzo tra di noi, come se il nostro
fosse stato un
appuntamento ed ora fosse arrivato il momento del bacio della
buonanotte.
Mi
sporsi verso di lui per dargli un bacio sulla
guancia, ma all’improvviso lui si spostò facendo
combaciare le nostre labbra.
Rimasi un momento spiazzata ma poi ricambiai il bacio. Fu breve, ma
intenso. Le
nostre lingue iniziarono a giocare tra di loro, come se non
aspettassero altro
che quel momento. Quando ci staccammo rimanemmo a guardarci per qualche
istante, senza sapere bene che dire.
“vuoi
salire in camera per parlare ancora?” –
dissi all’improvviso. Lui mi guardò e poi
annuì.
Arrivammo
alla reception per avvisare del
cambiamento, per fortuna avevo preso una camera doppia, quindi non
c’era
bisogno di far tanti cambiamenti. Una volta in camera mi cambiai per
prepararmi
a dormire, mentre lui si spogliava, rimanendo soltanto in boxer.
L’ho già detto
che quel ragazzo era perfetto?
Ci
mettemmo sotto le coperte e parlammo ancora
per molto, finché non mi addormentai sul suo petto, mentre
lui mi accarezzava i
capelli.