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Autore: MudbloodDreams    03/05/2012    7 recensioni
Storia liberamente ispirata al colossal Titanic.
La guerra è terminata, Lord Voldemort ha vinto. Harry Potter è rimasto ucciso nella guerra e con lui molti altri si sono sacrificati. La Londra magica è avvolta da un'atmosfera cupa ed è ormai impossibile vivere serenamente. I Nati Babbani sono perseguitati e i Purosangue sono tornati agli antichi splendori. In tutto ciò viene costruita la più imponente nave che il mondo magico abbia mai visto, il Poseidon. Draco Malfoy, accompagnato dalla sua famiglia e dalla sua futura moglie nel viaggio verso l'America, non potrebbe essere più scontento. D'altro canto Hermione Granger desidera a tutti i costi il biglietto che potrebbe consentirle di ricominciare da zero. Una versione tutta nuova del Titanic il cui finale non sarà poi così scontato.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Eccomi finalmente con l'aggiornamento, scusate se vi ho fatti aspettare, ma l'università occupa ultimamente gran parte del mio tempo! Spero di essermi fatta perdonare, buona lettura!





Capitolo 2






Il Poseidon era chiamata "la nave dei sogni", ma ai miei occhi di giovane arrogante e tormentato non era altro che un incubo.
Giunto alla pienezza dei miei vent'anni cominciai a boicottare ogni cosa nobile e altolocata che mi circondasse. Non mi importava nulla dei soldi e degli abiti confezionati su misura e, se non fossi stato aducato magistralmente all'odio per i Babbani, avrei anche trascurato i dettagli sulla purezza del sangue.
Osservavo i miei genitori compiacersi della ricchezza ipocrita della prima classe e godere del potere correlato alla nostra casata, assistevo impotente al dipingersi di un sorriso beffardo sui loro volti nel notare l'approssimarsi di un tristo timore reverenziale nello sguardo di chi gli passava a fianco. Evitavo in ogni modo di passare del tempo con Astoria Greengrass: non nutrivo alcun interesse nei suoi confronti, nemmeno quello carnale, e d'altro canto lei di me amava discretamente l'aspetto e troppo il nome. Sfuggivo alle sue mute richieste di passare la notte insieme, la ignoravo quel tanto che mi era permesso prima che mio padre giungesse per minacciarmi, talvolta anche con l'utilizzo della Maledizione Cruciatus.
Chiunque sarebbe stato onorato di essere nei miei panni: evitavo gli sguardi adulanti delle nobili donne di ultima generazione, arricchitesi chissà come, e le sorprendevo fissare invidiose la minore delle sorelle Greengrass al mio fianco.
Perfino la feccia dal sangue sporco si sentiva in diritto di invidiare la mia vita dal basso del ponte di terza classe, peccato che di questa non sapessero assolutamente nulla, che ne intuissero a malapena gli aspetto positivi ma che fossero del tutto all'oscuro dell'ascia che pendeva in quegli anni sopra la mia testa. Avrebbero davvero desiderato essere me, pur sapendo che stavo andando in America a farmi marchiare come una vacca, destinato a diventare il più sottomesso dei servi?



Concedersi una debolezza babbana, nell'ultimo periodo travagliato della sua vita, era diventato un mantra rilassante per il solo erede rimasto in vita a Malfoy Manor.
Affacciato alla poppa della nave con le pallide dita affusolate intrecciate alla ringhiera metallica, Draco Malfoy si godeva la vista sull'oceano aspirando di tanto in tanto da una sigaretta, lo sguardo fisso sulla schiuma generata dall'imponente presenza del Poseidon.
- Per quanto intendi ancora spiarmi, Sanders? - La ragazza tentennò, dondolandosi sulle gambe, spostando così il peso dall'una all'atra e viceversa.
- Se volessi spiare qualcuno di certo sceglierei un soggetto più interessante, Malfoy.
Il ragazzo esplose in una risata amara e la sua risposta scortese non si fece attendere - Allora come si sta nelle bettole di terza classe? La cara vecchia Eloise si gode le raffinatezze esclusive della nostra sala ristorante mentre tu fraternizzi con quei cani Sanguesporco. Forse sei ancora in tempo per il dolce... E per un posto nel testamento. - Ghignò questo serafico, la soddisfazione nel grigio turbinio degli occhi.
- Come ben sai il denaro non rientra nelle mie prerogative e sono certa che mia madre stia a meraviglia anche senza di me.
- Se non altro - riprese lui col preciso intento di esasperarla - ho notato che ti ha concesso di portare con te una sguattera di servizio.
- Chi è che spia chi, adesso? - La giovane assottigliò gli occhi grandi fino a ridurli in piccole fessure, e fissò interlocutore che nel frattempo si era voltato concedendole una delle sue espressioni più maligne.
Draco tamburellò le dita scheletriche sulla ringhiera così che il tintinnio che ne ricavò divenne un palese segno dell'impaziente attesa di una risposta.
- Non è una serva, bensì mia cugina Eve Sanders.
- Non vi assomigliate - constatò lui con la voce annoiata.
- Neanche tu, per grazia di Morgana, assomigli a tua zia Bellatrix.
Il ragazzo si concesse di incurvare le labbra in un debole sorriso - Ma che brava, Sanders, accudisci giovani Babbane in difficoltà. Ammirevole da parte tua.
- E' mia cugina ed è una Purosangue! - sbottò spazientita.
- Sì, e io sono il figlio illegittimo di Albus Silente, pace all'anima sua! - recitò il giovane teatralmente, lo sguardo rivolto al cielo come per dedicare una solenne preghiera al defunto preside.
- Beh, pensala come vuoi, non è mio interesse convincerti di nulla. - Ella girò sui tacchi ben intenzionata a concludere la conversazione nel modo più brusco possibile ma la voce di Malfoy la bloccò.
- Oh, ma tu non devi convincermi di nulla. Saprei riconoscere la più lurida Mezzosangue anche se si trovasse dall'altra parte dell'oceano. Il puzzo è inconfondibile... E l'atteggiamento altezzoso anche. Prega solo di essere un buon cane da guardia, Ella. - Draco Malfoy si rivelava come sempre figlio di suo padre. Era un lago il ragazzo, una pozza arida e desolata. Niente in lui si muoveva, le convinzioni e gli atteggiamenti sarebbero rimasti sempre quelli di quel ragazzino snob e importentinente di undici anni convinto di poter ottenere tutto solo col suo nome. C'era poca acqua in quel fosso che era Draco. Secco era, privato di tutto quello che un giovane di vent'anni avrebbe dovuto avere. Draco era uno stagno morto, tanto che niente sarebbe più nato da esso. Era ricolmo di fango, non d'acqua. Draco Malfoy era arido come nessuno lo era stato a quell'età, Draco Malfoy era un lago, sempre fermo, sempre nello stesso punto, sempre immobile e ripetitivo. Draco era un lago, ma non c'erano immissari ne emissari per lui. Era solo.


Elizabeth Donovan, nel suo abito bluette ornato di fronzoli e trine, non si curava di apparire fuori luogo. Tuttavia il suo vestiario non era la causa principale degli sguardi fissi su di lei ma oltremodo lo era la sua presenza sul ponte di terza classe, dove nessun altro nobile osava spingersi.
Miss Donovan, vedova di Pherguson Donovan, ex membro del Winzegamot tragicamente avvelenato dopo un'udienza, amava il popolo. Inutile precisare che, grazie al nome del marito, apparteneva alla classe dei nuovi ricchi che tanto i Malfoy disprezzavano. Liz adorava passeggiare tra i più poveri, non tanto, come dicevano malevoli pettegolezzi, per ostentare il suo patrimonio di fronte agli unici che potessero invidiarne il ridotto valore, ma per la spiccata sensibilità del suo carattere che faceva di lei la paladina dei più deboli. L'unica sua figlia, inoltre, era rimasta uccisa nel corso della guerra di tre anni prima e ora Miss Donovan nutriva l'irrefrenabile bisogno di sentirsi madre di nuovo.
Quando lo sguardo pervinca della donna si puntò su una testa arruffata completamente china tra le pagine di un libro, stabilì che aveva camminato abbastanza e si accomodò sulla panchina a fianco dell'insaziabile lettrice in questione.
Attese che la giovane prendesse coscienza di non trovarsi più sola e che riponesse il segnalibro tra le pagine, dopodichè cominciò a parlare.
- E' interessante? - Domandò allungando il collo taurino per leggere il titolo sulla copertina - Non ho mai capito granchè di Antiche Rune - Hermione la osservò ridacchiare e nella premura che affollava le sue iridi acquose rivide per un attimo Molly Weasley.
- Elizabeth Donovan - si presentò, la mano paffuta rivolta verso di lei. Portava i capelli boccolosi raccolti in una crocchia ingioiellata, così che gli orecchini di perle impreziositi da un contorno di gemme turchesi risaltavano all'occhio come astri nel cielo terso. Indossava un abito di velluto blu, orlato di pizzi all'altezza del collo e dei polsi. Nonostante non corrispondesse ai canoni di eleganza che aveva distinto osservando il ponte di prima classe, non tardò a comprendere di trovarsi di fronte a una nobile Purosangue con l'insopportabile smania di mettere in mostra qualsiasi cosa che la rendesse invidiabile agli occhi di un comune mortale.
Hermione le strinse comunque la mano, non priva di una certa diffidenza - Eve Sanders, piacere.
- Oh, ma allora tu sei una Purosangue, devo aver conosciuto una tua parente proprio ieri. E di grazia cara, cosa ci fai in terza classe? - Le domandò sorpresa e scandalizzata al contempo.
- Scelte - sibilò serafica, l'offesa ben evidente sul suo viso corrucciato - io e mia cugina Ella non abbiamo esattamente gli stessi principi del resto sei Purosangue.
- Oh! Ti capisco - sorrise di nuovo Elizabeth - Bisogna stare dalla parte dei Nati-Babbani! Periodo brutto per loro.
Hermione deglutì inconsciamente, sperando che l'amarezza che l'aveva colta d'improvviso non trasparisse nei suoi occhi.
- Perchè non vieni con me a fare una passeggiata in prima classe, vorrei conoscerti meglio, ragazza. Se siamo fortunate incontreremo anche qualche tuo parente! - Cinguettò la donna come se avesse avuto l'idea del secolo e picchiettandole una mano sulla spalla.
- Grazie ma... Non credo che sia il caso, un'altra volta magari!
- Non essere timida, Eve! Forza vieni. - La donna non esitò a prenderla sottobraccio e a trascinarla su per le scalette che evidentemente portavano al ponte superiore. Non ammise repliche e pochi istanti dopo si ritrovarono davanti a un cancelletto che fungeva da spartiacque tra la richezza e la miseria. Un uomo fasciato da una lunga veste viola chiusa da alamari dorati gli si parò davanti.
- Questo - esordì - è il ponte di prima classe. Certe persone non possono nemmeno annusare l'aria che spira da queste parti.
Hermione, fortemente indecisa se fare dietro front o rispondere a tono, avrebbe brillantemente optato per la seconda.
Hermione Granger era un fiume in piena. Continuamente percorreva nuove lande, attraversava laghi. Hermione era una corrente implacabile, disperata, ma continua. Non si bloccava mai, non si arrestava. Era un fiume in continuo cambiamento, era irruente e indomabile. Non c'erano argini per la regina dei Mezzosangue, nè un oceano da raggiungere: solo un viaggio infinito.


Draco Malfoy era un lago inaridito, Hermione Jean Granger l'immissario irruente che l'avrebbe attraversato.
   
 
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