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Autore: A Midsummer Night_s Dream    03/05/2012    11 recensioni
Inghilterra, 1535.
Una storia da riscrivere. La loro.
Enrico VIII Tudor e Anna Bolena.
Sovrani d’Inghilterra.
"Una donna è disposta a tutto, pur di non perdere l'uomo che ama.
E Anna ne è consapevole, adesso più che mai. Vede, giorno dopo giorno, la passione svanire negli occhi del suo amato signore, quell'attrazione quasi selvaggia che aveva animato il loro rapporto un tempo, adesso sembra essere svanita, affievolita nel nulla.
Ma Anna Bolena è una donna, in fondo, e la seduzione è un'arte piena di misteri, tutti da scoprire."
Riuscirà la Regina d'Inghilterra, con le doti che solo una donna può possedere, a riscattare la passione del suo amato sovrano, il suo amore, e riscrivere così un'intera storia? 
Genere: Erotico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti, eccomi su questo fandom con la mia prima long romantica.
E' una storia nata a tarda notte, chissà perchè, ma l'ispirazione sceglie sempre i momenti più adatti per fare la sua comparsa!
Ma tornando a noi, è un genere di trama che non credo di aver mai letto su efp e i suoi personaggi saranno due grandi icone della storia: Enrico VIII Tudor e Anna Bolena.
Non voglio aggiungere altro -e rubarvi così altro tempo!-, perchè troverete tutto giù, leggendo!Non mi resta che augurarvi buona lettura, sperando che vi piaccia e di sapere cosa ne pensate! ^ ^
Un bacio,
M.!









*


Enrico VIII Tudor e Anna Bolena.

Sovrani d’Inghilterra.

Una storia nata dal fuoco della passione, la loro.

Un matrimonio nato dal desiderio di Enrico Tudor di divenire padre di un erede maschio, per mantenere il trono e la dinastia.
E fu quando il sovrano capì che la moglie non avrebbe avuto altri figli,
oltre la bambina nata anni prima e di nome Maria, che decise di sciogliere il suo matrimonio con Caterina d’Aragona
e sposare una giovane fanciulla che aveva incendiato il suo cuore.

Per Anna Bolena, invece, tutto era nato sotto la scelta e le ambizioni di un padre.
Una scalata verso un potere che neanche quest’ultimo avrebbe mai immaginato di poter ottenere.
Non avrebbe mai immaginato quale sarebbe stato il futuro della giovane figlia che, dopo aver infiammato il cuore del re Enrico VIII,
lo sposò nel 1533 e gli diede una figlia, ma non un erede maschio.

Ed è proprio qui, che la nostra storia ha inizio.


Una storia da riscrivere. La loro.





- Prologo -








Osservò l’uomo dinanzi a sé, Anna.

Si concentrò sul blu dei suoi occhi, freddi e impassibili in quella circostanza, ma capaci di animarsi di calore e brama nei momenti di passione.

Questo lo sapeva bene, lei.


Enrico.

Il suo amato sovrano.

Un uomo che all’inizio aveva pensato di sposare per beneficio personale, sfruttare la sua posizione e permettere così al padre di raggiungere le sue ambizioni.

Ma ben presto, la giovane dama era stata costretta a ricredersi.

Non avrebbe sposato il Re d’Inghilterra per mero interesse, ma per qualcos’altro di ben più importante: per amore.

Sì, amore. Perché nel tempo aveva imparato a vedere oltre l’aspetto fisico e il ruolo di sovrano dell’uomo che la corteggiava come il più innamorato e assennato degli amanti.

Quante volte, la sera, nel lieve chiarore delle candele che rischiaravano e rendevano torpida l’aria intorno a lei , aveva riletto le sue lettere. Parole pregne di un amore così profondo, vivo, quelle del suo amante.

E lei, in quegli istanti, non poteva fare a meno di stringerle forte al suo petto, quelle lettere, dove il cuore le balzava ogni volta in gola, al solo pensiero di due profondi e intensi occhi blu posarsi su di lei.

Tempi in cui anche una sola carezza pareva proibita, eppure era quel brivido d’eccitazione per una cosa tanto illecita quanto bramata che li spingeva sempre più ad avvicinarsi, cercarsi e, infine, sfiorarsi.

Ma adesso cosa rimaneva di quei momenti?

Ricordi. Dolorosi e dolci ricordi, quelli che custodiva nella sua mente Anna, ma soprattutto nel suo cuore.

Perché quell’irrefrenabile attrazione che li aveva legati all’inizio, uniti poi durante il loro matrimonio, sembrava essersi dissolta nel nulla.

Come una candela consunta, la cui fiamma man mano si affievolisce, fino a spegnersi e morire solitaria nelle sue stesse ceneri.

E Anna sapeva bene il motivo di quella lontananza: non era riuscita a donargli un erede maschio.

Così come la sua precedente moglie, Caterina d’Aragona.

Come quest’ultima, era riuscita a partorire soltanto una bellissima bambina, nata due anni prima. Una creatura che lei amava con tutto il suo cuore e che sapeva -sperava- anche Enrico amasse.

Nei mesi successivi avevano provato, tentato di avere quel tanto desiderato figlio maschio, ma ogni prova si era rivelata un fallimento.

Un dolore che aveva più volte gettato Anna nella più completa disperazione, perché la morte di un bambino avvenuta ancor prima che questo potesse vedere la luce della vita faceva male, molto male.

Il cuore pulsava ancora doloroso, quando ripensava all’ultimo aborto spontaneo avuto poche settimane prima.

Quella notte aveva urlato tanto, Anna.

Aveva stretto nelle sue mani la veste pregna di sangue, così come le lenzuola intorno a lei, simbolo di un’altra vita andata via, che non avrebbe mai visto la luce del sole, sentito le braccia di una madre stringerla a se e sussurrarle più e più volte quanto l’amasse.

Alle sue urla si erano ben presto unite le lacrime, copiose e dolorose lacrime per quel bambino mai nato.

Perché sarebbe stato una maschio, quel neonato.

Ma il colpo finale al suo povero cuore era arrivato quando aveva visto Enrico accorrere agitato nelle sue stanze, a causa delle sue urla, e aveva visto il suo volto riempirsi di orrore e dolore.

Si era sentita morire, in quel momento, Anna.

Aveva sentito il gelo invadere quella stanza, gli occhi di Enrico divenire lucidi, ma non una sola lacrima di dolore era sgorgata da essi.

Sapeva che avrebbe dato sfogo a tutta la sua sofferenza una volta solo, nel silenzio delle sue stanze.

E, in quel momento, Anna, sapeva che oltre ad aver perso un figlio, aveva anche perso l’uomo che amava.

Con una smorfia di dolore, causata da quei ricordi, la giovane Regina ritornò al presente, mentre immobile continuava a guardare l’uomo dinanzi a se.

Dopo quell’ennesimo aborto, Enrico non aveva più giaciuto nel suo letto, ma bensì in quello di innumerevoli amanti.

Si era allontanato, giorno dopo giorno, lasciandola sola nel suo dolore.

Nella sua solitudine.

E, anche quella volta, Anna era ben consapevole di quello che stava accadendo.

Enrico cercava un’altra donna.

Una nuova Regina che avrebbe preso presto il suo posto, e che avrebbe potuto donargli un erede maschio.

E lei avrebbe fatto la stessa fine di Caterina, ripudiata e allontanata dalla corte.

No, lei non poteva permetterlo!

Era Anna Bolena, una donna forte, dalla volontà di ferro, fedele, dal grande intuito politico e con un cuore capace di amare, con tutto se stesso, senza limiti.

Era la Regina d’Inghilterra.

E non avrebbe mai permesso che una qualsiasi sgualdrina le portasse via l’uomo che amava, no!

Avrebbe lottato, difeso ciò che era suo anche con i denti, se fosse stato necessario.

Piegò le labbra seducenti in un ghigno malizioso, la giovane Anna, mentre le parole del padre risuonavano nella sua mente.

“Sei una donna, bambina mia. Una splendida fanciulla nel fiore dei suoi anni. La seduzione sarà la tua arma vincente, in questa battaglia.”

 



 

   
 
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