***
Gli alberi erano di un
verde brillante, ordinaria amministrazione data la stagione primaverile.
La natura stava poco a
poco risorgendo con i propri colori, prendendo il posto dell’inverno che, il
precedente anno, non era stato poi molto rigido.
Le sue iridi
percorrevano i particolari di quel giorno, non sapeva neppure lei perché. Trovò
particolarmente interessante un granello di polvere che, leggero, volava libero
sopra la sua testa, illuminato dai raggi solari si vedeva particolarmente bene.
Soffiò, e il granello
si perse alla sua vista mentre un’altra folata di vento l’aveva sicuramente
trasportato lontano. Poco lontano, un tranquillo cinguettio le donò ancora più
calma; non ne poteva più.
Sospirò annoiata, era
una bella giornata ma non aveva la volontà di fare nulla, qualunque idea le
venisse in mente la trovava inutile e per niente soddisfacente.
Era passato qualche
giorno dalla sua ultima missione e cominciava ad annoiarsi, oltretutto quello
era il giorno libero dagli allenamenti e il team poteva fare ciò che voleva.
Infatti lei qualcosa la stava facendo; niente.
Certo, allenarsi non
era sempre il massimo, ma a dirla tutta era meglio di che starsene tutto il
tempo a rilassarsi. Ogni tanto giovava starsene in panciolle, ma un tipo come
lei preferiva qualcosa che la tenesse occupata, e magari la divertisse.
Riconobbe dei passi
avvicinarsi. Scostò il viso fino a che non vide il volto del suo compagno di
squadra uscire dal bosco; tornò a guardare il cielo.
- Che ci fai qui?
- È questo il punto,
non faccio nulla.
- Intendi che non sai
cosa fare?
- Già.
Calò il silenzio, non
era capitato molto spesso che si trovassero soli in una situazione che non
fosse simile ad una missione, in certo senso le suonava ancora un po’ strano
nonostante fossero compagni di squadra da diverso tempo.
Fu poi lei a rompere il
silenzio.
- Neji, tu in genere
cosa fai quando non sei in missione? -
Il ragazzo guardò un momento la sua compagna di squadra come per capire
dove volesse arrivare, si sedette al suo fianco e rispose.
- Medito o mi alleno -.
Sentì uno sbuffo scocciato.
- A parte quello?
- Chiese con un po’ di fastidio.
- Che intendi?
- Ma scusa, quando non
hai allenamento, ti alleni?
- In genere, ma perché
mi fai questa domanda? - Tenten
s’imbronciò a quella frase, parlare con Neji era così noioso delle volte. Le
venne in mente se avesse mai sorriso in vita sua.
- Non ho nulla da fare,
così ho pensato di capire cosa piace fare a te, ma a quanto pare non ho
scoperto molto -. Dichiarò sbrigativa, per poi mettersi a sedere e spolverarsi
la tunica.
- Leggiti un libro,
faccio anche quello in genere.
- Ci avevo pensato, ma
non ne ho voglia -. Ammise con una smorfia.
- Dimmi cosa ti
piacerebbe fare, magari in un modo o nell’altro si potrà realizzare -. Disse
semplicemente il ragazzo, ricevendo un’occhiata perplessa di Tenten. Cosa
voleva? Bella domanda.
Ci pensò un po’ su, ma
non le veniva nulla di concreto in mente, ogni cosa le sembrava banale.
Neji si girò per poi
aggiungere: - Qualunque cosa ti venga in mente, dai prova -. Il ragazzo
manteneva sempre la sua aria distaccata, però Tenten lo conosceva bene e sapeva
quando voleva dare una mano, e quello era uno di quei momenti.
Un po’ la stupiva
questo lato semi-premuroso del compagno, non ci aveva fatto l’abitudine e
qualche volta non sapeva come interpretarlo, comunque decise di accontentarlo e
ci pensò per bene finché non le venne un’idea.
- Mi piacerebbe fare
una passeggiata, ma non sola, sia
chiaro! - Affermò sorridente, lasciando
però Neji perplesso.
- E in compagnia di
chi?
- Beh, vedi qualcun
altro oltre a te? - Ironizzò la frase a
dovere, cosa che le fece prendere una frecciatina seccata dal ragazzo. Sospirò,
si alzò in piedi, spolverò la tunica per poi porgere la mano alla sua compagna.
- E passeggiata sia,
però decidi tu la meta.
Quella mano che la
invitava era un qualcosa che la imbarazzò un po’, d’altronde, anche se Neji lo
faceva con disinvoltura, era comunque un gesto che lo raffigurava in modo
diverso. Accettò la mano e, chi sorridendo e chi indifferente, presero insieme
un sentiero costeggiato da alberi e cespugli.
Si poteva dire che Neji
non parlasse molto di cose di poco conto. Nelle missioni era un ottimo oratore
e stratega e non lasciava nulla al caso, mentre nei giorni normali in genere
parlava poco, forse perché non aveva nulla da riferire.
A Tenten non piaceva
molto il silenzio, tranne quando invece le sembrava piacevole, ma in compagnia
di Neji non c’era bisogno di ascoltare il nulla; il ragazzo si era
incredibilmente dimostrato amichevole anche in cose di poco conto come “ti
ricordi quando…” o “quell’albero è qui da decenni…”. Non era noioso.
Semplicemente diverso da quello che Tenten credeva, non pensava di conoscere
così poco la vita privata del suo compagno.
Quasi non si accorsero
di essersi allontanati parecchio oltre le mura del villaggio, il tempo li aveva
completamente avvolti nella sua rete scaccia pensieri.
Si fermarono, intorno
solo alberi e cespugli.
- Forse ci siamo
allontanati troppo, dovremmo tornare indietro -. Fece notate Tenten, voltandosi verso il suo
compagno. Neji non si scompose più di tanto e annuì.
Stavano per tornare
indietro, quando distrattamente, Tenten notò un luccichio attraverso la
vegetazione. Perplessa, disse di aspettare.
Vide di nuovo il
luccichio, cambiava attivamente forma e dimensione, come succede alla
superficie acquatica colpita dal sole.
Scostò un paio di
cespugli e decise di andare a vedere. Neji chiese cosa avesse visto, non
ricevendo risposta la seguì.
Non ci misero molto ad
arrivare ai piedi di un piccolo lago. L’acqua era di un azzurro cristallino e
sul fondale si potevano vedere numerose pietre. Una piccola rana su una foglia
che subito si gettò in acqua alla loro vista. L’erba era corta e di un verde
acceso, intorno gli alberi costeggiavano perfettamente tutta la forma simile ad
una mezza luna e alcuni grossi massi erano posti in alcune zone erbose quasi
volessero fungere da seggiole per poter ammirare meglio quel piccolo angolo di
pace.
Gli occhi di Tenten
brillarono di meraviglia e stupore, un ampio sorriso si estese sul suo viso,
prova dell’entusiasmo che la stava pervadendo. Quanto amava la natura,
soprattutto quando si ritrovava circondata in un piccola angolo di paradiso
come quello, per lei non c’era niente di meglio.
Certo, la compagnia
dava i suoi vantaggi. Condividere qualcosa di prezioso con una particolare
persona ci fa sentire più leggeri, sicuri e fiduciosi. Questo è quello che
Tenten provava.
Non aveva bisogno di
parlare, le era bastato uno sguardo entusiasta al suo compagno, per fargli
intendere quanto quel posto gli piaceva e che nessuno lo avrebbe dovuto sapere
oltre a loro due.
- È bellissimo, vero?
- Saltò su un ramo li vicino ed osservò
il tutto dall’alto, riempiendo lo spazio con un’espressione di gioia. Neji,
alla base dell’albero, la osservava tra il divertito e il rassegnato, però
doveva ammettere che quel posto era davvero bello, lo conosceva già ma non ci
era stato molte volte, quasi mai. Per Tenten invece era una novità, e quanto
pareva era un qualcosa che non gli dispiaceva affatto, lo dimostrava la
paralisi facciale al suo sorriso e all’euforia che non smetteva di avvolgerle
il corpo e la mente.
- Se ti piace così
tanto potremmo venirci altre volte, che ne dici? - Propose Neji, regalando a Tenten l’ennesimo
urlo di gioia, seguito da un decina di “sì”. Il ragazzo cominciò a pentirsi di
quella proposta, non sapeva quanto potesse diventare ostinata certe volte la
sua compagna. Probabilmente lo avrebbe costretto a venirci anche di notte ad
osservare il riflesso della luna o altre particolarità simili.
Tenten saltò da ramo in
ramo, fino a fare il giro completo del laghetto. Poi scese, annunciando che
quel posto le piaceva tantissimo, tanto che istintivamente abbracciò di slancio
Neji.
Il ragazzo restò
paralizzato a quell’azione e cercò di richiamare l’attenzione della sua
compagna.
- Tenten, che stai
facendo? - Chiese con una evidente nota
di disagio nella voce. Sentì la presa farsi più debole.
- Ti ho abbracciato,
scusa ma ero così felice... - si separò
lentamente dal ragazzo ma rimanendo però davanti il suo viso. - Scusa, è stato
istintivo - sussurrò con un sorriso
imbarazzato, per poi lasciare la tunica del compagno e dirigersi sulla sponda
del laghetto.
Neji non sapeva cosa
pensare, non dava importanza a gesti affettivi o cose del genere, non facevano
parte dei suoi ordinari pensieri, però dovette riconoscere il piacere che quel
semplice gesto gli aveva provocato in pochi istanti. Era sempre così? O
dipendeva dalla persona?
Le sue bianche iridi
percorsero una corta distesa d’erba, finché non raggiunsero una la figura china
di Tenten, intenta a bagnare le dita nell’acqua. Quali complessi pensieri la
stessero attraversando in quel momento, non ne aveva idea, però sapeva che
proprio come lui, anche lei era confusa sui suoi sentimenti.
Pensò al team, di come
sia importante la collaborazione completa di tutta la squadra, dove una sola
decisione presa con scarsa lucidità può risultare fatale.
Ora, entrambi avevano
la mente pervasa da emozioni e domande perenni, che non trovavano risposta o
magari l’avrebbero ricercata nel tempo, ma cosa importante, era necessario in
quel momento evitare che in futuro si presentassero decisioni dettate dai
sentimenti e non dalla ragione.
- Tenten? - La chiamò, mentre fece alcuni passi per
raggiungerla. La ragazza sembrò non sentire, forse preda dei suoi pensieri. Si
accorse del ragazzo solo quando lo vide accovacciarsi vicino a lui.
- Oh Neji, scusa ma
stavo pensando - tornò con lo sguardo
all’acqua, dove istantanei luccichii creavano un concerto di luci davvero meraviglioso.
- A cosa pensavi?
- Cercò di sembrare disinteressato,
mentre con una mano, strappava alcuni fili d’erba dal prato. Scrollò le spalle,
indifferente.
- Nulla di importante
-.
- So quando menti -.
- Lo so -.
Calò il silenzio.
L’aria entusiasta che vigeva fino a poco prima, ora sembrava essere stata
rimpiazzata con un’altra, carica di una tensione che ti poteva tagliare con il
coltello. Per un po’ non si sentì molto, se non il leggero sibilo del vento e,
di tanto in tanto, qualche cinguettio. Neji non aveva proprio idea di come
affrontare quella situazione. Quando era all’accademia si era dimostrato il
migliore nella psicologia usata con gli interrogatori, ma quel caso non gli
sembrava adatto alla situazione; mica doveva estorcere informazioni. Per meglio
dire, doveva creare l’atmosfera adatta per fare in modo che si rivelassero.
Si guardò un po’
intorno, come a cercare un qualche aiuto esterno o qualcosa che gli suggerisse
un’idea da attuare. Fece una lista.
- “Il lago, delle
foglie galleggianti, gli alberi, il vento, dei fiori, delle api, un tappeto
d’erba, Hinata e Naruto, un masso, cannucce di bambù, un… eh?! -.
Si mise in piedi di
scatto, tanto da spaventare la ragazza al suo fianco che per poco non cadde in
acqua. Con un gesto di stizza si alzò anche lei, già pronta ad attaccar briga.
- Ma sei scemo!? Che ti
prende? - Ma il ragazzo non rispondeva,
intento ad osservare davanti a sé. Tenten assunse un’aria incuriosita e cercò
di inquadrare dove il ragazzo stesse guardando; sembrava contrariato.
- Che guardi? - Si sporse un po’ di più, finché, oltre gli
alberi, non vide due figure che riconobbe quasi subito, e che si stavano
dirigendo verso di loro.
- A quanto pare Naruto
si è ripreso, è in meglio aggiungerei! -
Disse con un ghigno divertito, cosa che però non tramutò l’espressione
poco felice di Neji.
- Che staranno facendo
quei due insieme? - Chiese più a se
stesso che alla ragazza al suo fianco, che scosse la testa rassegnata.
- Vedi Neji, se osservi
bene noterai che Naruto ha in mano un cesto da picnic, questo vuol dire solo
una cosa: cacciano cinghiali! - Sentenziò
con tono pacato e solenne. Dopodiché non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a
ridere, lasciando però Neji interdetto e basito.
Ormai le voci dei due
ragazzi cominciavano a udirsi sempre più, tra poco sarebbero giunti al
laghetto.
- Dai nascondiamoci!
- Disse con tono allegro Tenten,
prendendo per una manica il compagno e trascinandolo tra i cespugli. Poco dopo
arrivarono Hinata e Naruto, ignari di essere osservati da due paia di occhi
scrutatori.
- Secondo te è un
appuntamento? - Ipotizzò Tenten.
- Per la vita di
Naruto, spero che non sia così - disse
leggermente burbero mentre i ragazzi stendevano una tovaglia a quadri rossi e
bianchi sull’erba. Tenten trattenne una risatina.
- Andiamo, geloso di
tua cugina? Ma per favore! - sussurrò
più del solito per non farsi sentire.
- Naruto sarà anche un
bravo ragazzo, ma se tocca Hinata lo decapito!
- Questo per te è
concetto di protezione familiare? -
Ironizzò freddamente Tenten.
- Certamente, devo
proteggerla - disse guardando un momento
la ragazza per poi tornare con la vista ai due spiati che stavano parlando
tranquillamente.
- Secondo me non
dovresti stargli addosso, Hinata ha aspettato tanto questo momento, e di certo
non ti permetterò di rovinarglielo - ghignò
allegra, intrecciando il braccio di Neji con il suo e stringendolo forte. - Tu
non ti muovi di qui - aggiunse.
Neji dovette
riconoscere che di forza Tenten ne aveva parecchia, stringeva con una tale
pressione da, quasi, non permettergli l’afflusso di sangue. Non sapeva se
esserne sorpreso o preoccupato. Sbuffò.
- D’accordo, non mi
muovo, ma lasciami! - Cercò di liberarsi
dalla presa ferrea, ma Tenten non accennava minimamente a lasciarlo andare,
sembrava quasi divertirsi.
- Non ci penso nemmeno,
non ti lascerò mai! -.
Attimi di silenzio.
- Sai che le tue parole
potevano essere equivocate? - Ammise
Neji leggermente perplesso, mentre Tenten sembrò nascondersi dal suo sguardo.
- Lo so… ma non intendo
correggermi -.
Quella frase, ebbe
l’effetto di una bomba scagliata su un grumo di sensazioni che si liberarono in
una volta sola. Tenten non accennava a mollare il braccio di Neji, però i suoi
occhi castani non trovavano il coraggio di sollevarsi e controllare la reazione
di lui. No, non ce la faceva.
Hinata e Naruto non si
erano accorti di nulla, troppo intenti a chiacchierare e ridere quando il
ragazzo faceva una qualche battuta, senza contare che si stava letteralmente
divorando le prelibatezze che la ragazza aveva cucinato. Ad ogni complimento,
il sorriso di Hinata sembrò illuminare ancor più quel posto magico e isolato da
tutto e tutti, anche se, talvolta, il suo rossore creava una macchia in mezzo a
quel verde tanto candido e perfetto. All’ombra degli alberi e dei cespugli, un
ragazzo sollevò lo sguardo di lei, troppo teso per potersi opporre. La sua
mano, capace di essere fredda e spietata, ora era calda e confortevole per il
suo viso e lenta, lo attraversava con delicatezza.
Tenten non seppe
definire i suoi occhi, la guardavano con una tale dolcezza da provocargli dei
piacevoli brividi lungo la schiena.
Sorrise appena, mentre
con la propria mano prendeva quella poggiata sul suo viso, stringendola.
- Secondo te era
destino? - Sussurrò Neji.
- Ma smettila, così
rovini il momento - Lo rimproverò
dolcemente Tenten.
Intanto, vicino la
sponda del lago.
- Hinata, i tuoi piatti
sono favolosi, dovresti darmi qualche ricetta! - disse con entusiasmo Naruto, mentre addentava
l’ennesimo boccone.
- N-non sono niente di
speciale, ma sono contenta che ti piacciano. Però questa è la diciottesima
volta che me lo ripeti, ho capito sai? -
rispose con un sorriso forzato, mentre con un fazzoletto si asciugava la
fronte. Sorridendo, Naruto chiese scusa per la sua monotonia.
Così, tra una battuta e
un guaio chiamato “brodo bollente sui pantaloni”, tra i cespugli, neppure
l’urlo con conseguente tuffo nel lago ruppe l’unione dei loro respiri e delle
loro labbra.
Angolo
autore:
Salve! ^^
Scusate il ritardo mostruoso, ma quando
l’ispirazione manca, si può fare ben poco =(
Allora, questo cap è un altro
intermezzo nella trama vera e propria, spero non vi dispiaccia u.u
E con loro, siamo a due coppie formate
XD
Non ci mettono molto eh? Chissà perché
gli altri ci impiegano così tanto .-.
In pratica sto scrivendo One Shot nella
Long, che cavolata! XD
Ringrazio: _sweetygirl_, Ernesto507,
Bea_Malik, NaruHina4ever, TheCristopher94, JunoEFP, JEYMI, ENDOINA95 e
Anonima4ever per le loro recensioni.
Sono contento che, nonostante qualche
ritardo, continuate a seguirmi, continuate a darmi il vostro appoggio ^^
Ciao!
Matt