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Autore: _Cosmos_    04/05/2012    1 recensioni
La pacifica e lussureggiante terra di Equestria è sta per conoscere il periodo più oscuro della sua storia. Una nuova razza di creature sconosciuta è venuta da una lontana terra per prenderne possesso.
Sono creature avide ed egoiste.
Sono creature violente e senza pietà
Sono umani.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Capitolo 2-

Avevo camminato per quelle mi sembravano ore, la luna era ormai alta sopra alla mia testa e i suoi raggi filtrando fra le chiome dei verdi alberi illuminavano a tratti il mio cammino. La foresta era di un silenzio incredibile, inframezzato solo dal lieve fruscio delle foglie sospinte dal vento che dava al paesaggio una atmosfera surreale.

*mi sembra di essere in un sogno* pensai continuando a camminare, il suono di acqua che scorreva mi giungeva alle orecchie dalla mia destra, potevo sentirlo distintamente ma nonostante la sete non avevo il coraggio di avventurarmi sulla strada, per quanto ne potevo sapere i miei “amici” potevano essere proprio dietro di me.

Andai avanti il più possibile ma la stanchezza iniziava a farsi sentire, dovevo fermarmi e dovevo farlo subito o sarei crollato a terra, iniziai quindi a cercare un posto adatto.

Ci misi molto a trovare un rifugio per la notte, mi inoltrai per qualche centinaio di metri nella foresta evitando di fare bruschi cambi di direzione per non perdermi. Trovai infine un posto piuttosto riparato sotto le radici di un grosso albero, il luogo non era dei più confortevoli, l’umidità rendeva il terreno bagnato ed era onnipresente un forte odore di muschio, sospirai, per quella notte non avrei trovato di meglio.

Deposi delicatamente Applebloom al di fuori del rifugio perchè potessi prepararlo. Stesi la mia giacca per terra e lì adagiai il corpicino esanime della creatura, avvolgendola in essa, per evitarle di prendere freddo.

Ero rimasto in maniche corte ma il freddo stranamente non mi dava alcun fastidio, cercai di mettermi più comodo ma il duro terreno era scomodo e sopratutto zuppo d'acqua "...non dormirò questa notte" pensai ma come poche ore prima il sonno mi colse improvvisamente, facendomi sprofondare in un nuovo sogno

- “Ora Alex, ti racconterò la storia di un luogo magico, un luogo chiamato Equestria” la voce proveniva da un vecchio uomo ricurvo su una ancor più vecchia sedia di legno. Era mio nonno, me lo ricrdavo bene, ma quello che non ricordavo erano quelle sue parole. Annuii veementemente, adoravo le sue storie.

“molti anni fa, prima ancora che tua madre nascesse io ero un grande avventuriero, nel più lungo e fantastico dei miei viaggi sbarcai su una terra chiamata Equestria”. Il vecchio si fermò un istante e tirò fuori dal taschino della camicia un pacco di sigarette.

Ne accese una e trasse una lunga boccata da essa, lasciandosi poi scivolare con la schiena sulla sedia, espirando una grossa nuvola di fumo “Era una terra fantastica, c’erano alberi fantastici e l’erba era verde e il suo fresco profumo permeava l’aria”.

Il vecchio allungò le gambe, le sue vecchie e stanche ossa scricchiolarono debolmente “Non avevo mai visto una terra così bella, quindi decisi di esplorarla e non puoi immaginare quello che trovai” Il me stesso bambino sgranò gli occhi “cosa hai trovato nonno?”

L’uomo si allungò dallo schienale e piazzò il suo rugoso viso di fronte a me, potevo sentire il pungente puzzo di fumo provenire dalla sua bocca quando la aprì “delle fantastiche creature, ma non come quelle di qua, parlavano piccoletto...parlavano!” Il vecchio si rimise comodo sulla sedia ed aspirò un altra boccata di fumo che lasciò uscire lentamente dal naso.

“Conobbi molte di quelle creature e credimi, la più giovane di loro ha più cervello del nostro “amato” presidente e di tutti i suoi consiglieri messi assieme” la sua mano libera strinse spasmodicamente il bracciolo della sedia, faceva sempre così quando cercava di contenere la rabbia.

Lentamente sembrò calmarsi, la sua mano lasciò in pace la sedia e rivolse di nuovo lo sguardo a “me” parlandomi dolcemente “e fu lì che conobbi la più magnifica di tutte loro: Celestia, la sua magnificenza era tale che chiunque altro sembrava...Come posso dire?...Ah, si. Banale al suo cospetto.”

“Mi accolse nel suo fantastico palazzo e cenai alla sua tavola come ospite d’onore, ero il primo della mia razza a giungere in quel luogo e fui trattato come un principe...ma non durò per molto” Sorrise, un sorriso estremamente triste e malinconico.

“Avevo degli obblighi qua, tua nonna mi aspettava e portava in grembo tua madre, non potevo lasciarle, neanche per una così fantastica terra” Gli occhi dell’anziano ora erano chiusi e giurai di vedere una lacrima solcargli la guancia per poi perdersi nella sua grigia barba.

“Così tornai e non feci più ritorno in quel luogo” Terminò bruscamente, alzandosi dalla sedia e lanciando la sigaretta in un bicchiere. Senza una parola si avviò alla porta infilandosi il cappotto ed il cappello, ma prima di varcare la soglia si girò verso di me “Il giuramento è stato infranto, Equestria è in pericolo e io farò ciò che deve essere fatto anche se ciò mi costerà la vita...Alexander non dimenticare mai queste mie parole, proteggili...proteggili con tutto te stesso, non permettere a nessuno di fargli del male, perchè loro sono tutto ciò che c’è di buono a questo mondo” E se ne andò, sbattendo la porta alle sue spalle.

Trasalii svegliandomi da quello strano sogno, un tornado di emozioni prese a vorticare nel mio animo, per prima arrivò la malinconia, mi mancava quel burbero vecchio, poi fece capolino la consapevolezza, le mie azioni avevano sempre avuto una motivazione. Sopraggiunse poi la vergogna...avevo permesso che migliaia di povere creature venissero massacrate...un occhio mi cadde sulla puledra color panna e un lieve sorriso increspò il mio viso, forse non avevo fallito del tutto.

Ed infine arrivò lei, la rabbia, i ricordi ora erano vividi nella mia mente, mio nonno era scomparso per giorni dopo quel momento, lo trovarono solo dopo tre settimane, nel folto di una foresta, con una pistola in mano ed un buco sulla tempia che passava da parte a parte, non ci fu bisogno di ulteriori controlli, i medici dissero che si trattava di suicidio.

ERA UNA CAZZATA! non poteva essere vero, lui conosceva troppe cose...e andava eliminato, ora sembrava tutto chiaro, lui sapeva a cosa andava incontro e le sue ultime parole erano state rivolte a me, quella era stata la sua eredità.

Strinsi spasmodicamente l’impugnatura del fucile automatico così forte che le nocche sbiancarono, quando lasciai la presa ansimavo lievemente *devo alzarmi...o va a finire che impazzisco* .

Mi alzai e camminai in circolo attorno all’albero fino a che non trovai una posizione che mi permettesse di vedere l’orizzonte, un bagliore rossastro lo tingeva, forse stava già sorgendo l’alba, osservai il cielo...la luna era sopra di me, quella non poteva essere l’alba ma allora cosa...

“Maledizione!” esclamai sferrando un pugno all’albero con tutta la mia forza, la dura corteccia mi ferì le mani ma non ci feci caso, sapevo cos’era quel bagliore “quei figli di cagna stanno facendo saltare in aria la città!” sussurrai quasi per confermare i miei pensieri.

Pieno di rabbia tornai all’albero con l’intenzione di riprendere subito il mio viaggio ma quando il mio sguardo si posò all’interno di esso fù come se l’intero mondo mi fosse crollato sulle spalle.

Applebloom era scomparsa.

-Cosmos-
  
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