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Autore: Elisir86    27/11/2006    6 recensioni
Quel giorno però, al posto di un dipinto che lei stessa aveva comprato, stava un nuovo quadro. Ritraeva un ragazzo alto e moro, con la montatura degli occhiali rotonda. Vestiva in modo bizzarro e lo sguardo verde era pieno di rabbia. Puntava una mano verso un uomo adulto e sfigurato. L’uomo era assai magro e indossava un nerissimo mantello, il cappuccio gli copriva il capo. L’unico occhio dipinto faceva notare solo malvagità. Anche lui puntava la mano verso il giovane. Una luce accecante stava tra di loro. Una luce che copriva le mani che allungate sembravano darle forza.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terzo Giorno

 

Hermione ancora non ci poteva credere.

Stava lì nel museo da più di mezzora, e solo cinque minuti prima aveva scoperto che nella tela dell’Autore sconosciuto, vi erano altre persone.

Erano confuse con lo sfondo scuro, ma dopo un po’ le notavi.

Una ragazza bionda mortalmente pallida con gli occhi persi nel vuoto, ma che combatteva, e insieme a lei un ragazzo castano, con gli occhi che esprimevano insicurezza.

Una ragazza rossa che lottava con le mani nude contro un giovane biondo. Un giovane che sembrava più sofferente perché era il male che altro.

Poi, più distanti, più stanchi, vi erano due ragazzi. Lui aveva corti capelli rossi e lei capelli ispidi.

Lottavano contro una crudele strega.

Hermione scosse la testa, come aveva potuto non notarli prima? Certo erano sbiaditi e sembrava proprio che l’Autore non volesse farli notare in un primo momento...ma non vederli per ben due volte di seguito!

“Oh, prego signor Paciock!” la voce allegra del responsabile la distolse dai suoi problemi.

Il ragazzo castano del giorno precedente era ritornato. Indossava un completo elegante di color avorio e si appoggiava elegantemente all’ombrello che quella volta si era portato dietro.

Accanto a lui stava la ragazza rossa che aveva visto un paio di giorni prima.

I capelli erano legati in un due infantili trecce.

Ascoltavano attenti le parole appena sussurrate del responsabile.

Il sorriso di lei scomparve all’improvviso.

Hermione capì che aveva appena dato la brutta notizia ai giovani, e improvvisamente si sentì in colpa.

Il responsabile la chiamo con un dolce sorriso.

Ecco, la rossa la stava già fulminando con lo sguardo.

“Signorina Granger il signor Paciock voleva conoscerla...” sembrava imbarazzato, “Beh io vi lascio chiarire la faccenda tra di voi.”

Se ne stava andando, e la lasciava lì da sola con quattro occhi la scrutavano con ira.

Si sentì piccola, piccola.

Ma il ragazzo svelto si voltò per richiamare l’attenzione del responsabile, “Non c’è problema, glielo pago il triplo!”

Sembrava infuriato mentre tirava fuori dal taschino il proprio portafoglio estraendo più banconote del previsto.

Hermione si domandò come mai non avesse mai sentito il nome Paciock, perché nel vederlo sembrava un tipo molto ricco.

La rossa tornò a sorridere allegra.

“Grazie, Neville” e alzandosi in punta di piedi lo baciò dolcemente sulla guancia.

Hermione si sentì una perdente.

Vide Paciock pagare il quadro e la rossa uscire fuori dal museo alla ricerca di qualcuno, ritornò poco dopo con il ragazzo rosso...com’è che si chiamava?

Era completamente fradicio eppure non sembrava preoccuparsi più di tanto.

Fu lui a seguire le operazioni del responsabile mentre gli altri due andavano a recuperare la macchina per non bagnare il quadro.

“Ah, la ragazza So-tutto!” esclamò con tono incolore.

Hermione alzò lo sguardo dal quadro che presto se ne sarebbe andato. Il rosso le stava a qualche passo di distanza.

 

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Non aveva voglia di entrare nel museo, ne aveva piene le scatole. In realtà non voleva nemmeno uscire, ma sua sorella lo aveva stressato per tutta la mattinata.

Ed ecco perché ora, Ronald Weasley stava sotto la pioggia con le mani nelle tasche dei jeans scuri e con lo sguardo basso.

“Ron, entra, io e Neville andiamo a prendere la macchina tu assicurati che quella Granger non ci rubi il quadro!”

Lui la guardò annoiato, la pioggia lo metteva ancor di più di cattivo umore, “Chi?” lei lo trascinò nel locale.

Poi quando lo avevano lasciato solo la aveva notata.

Stava osservando tristemente il quadro di Fleur. Sembrava capirlo. Ronald decise di avvicinarsi.

“Ah, la ragazza So-tutto!” si ritrovò a esclamare, senza volerlo... Lei lo guardò confusa.

La vide piegarsi ancora una volta sul quadro, “Stai bagnando il tappeto.” Rispose stanca.

E improvvisamente come per magia, Ron si ritrovò la giovane ancora più vicina con in mano un fazzolettino bianco.

Glielo stava porgendo, “Ti prenderai anche l’influenza se resti in queste condizioni ancora a lungo...”

Ron la paragonò a sua madre.

Così preoccupata sempre per la loro salute.

Così superficiale sulle cose vecchie di casa, ma a cui teneva moltissimo.

Involontariamente prese il delicato fazzoletto e si asciugo con lentezza il viso, “Grazie.”

Lei alzò le spalle, “Sai, avrei voluto portarlo come tesina questo quadro...” era ritornata con passi veloci vicino la tela, “Posso fargli una fotografia?” gli occhi color cioccolata che non si volevano staccare dalle figure.

“Non credo sia il caso...” con due passi la raggiunse, lei sospirò un “Oh...”

Poi vi solo silenzio.

Il responsabile tolse il quadro dalla parete e lo incartò con grazia, sotto gli occhi dei due ragazzi.

“Ah, Ron, hai conosciuto la Granger!” sua sorella era appena entrata con Neville.

Lui annuì annoiato.

Ginevra sorrise allegra, mentre afferrava il pacchetto tra le mani. “Mamma sarà contenta di riaverlo a casa!” esclamò senza nemmeno accorgersi di aver parlato troppo.

Ronald voleva quasi strozzarla.

“Scusate, voi conoscete l’Artista?” la ragazza riccia gli si era avvicinata curiosa.

Ron lanciò uno sguardo di fuoco verso la propria sorella, “Ginny, è meglio che vai in macchina!” era la prima volta che alzava la voce.

Ma Ginevra non si spostò di un millimetro.

Vide suo fratello girarsi di nuovo verso la ragazza, “Mi spiace...ma non possiamo dirle...” lei annuì piano.

Suo fratello sorrise.

Era la prima volta dopo anni che lo rivedeva sorridere. E sorrideva a una babbana.

Lo vide parlarle sottovoce e anche sul volto della Granger si dipinse un bel sorriso.

E finalmente uscirono, sotto la pioggia che piano, piano diminuiva.

“Ah!” Ron si era voltato verso l’uscita del museo, dove stava la riccia, “Io sono Ronald Weasley!” lo aveva esclamato, perché ormai erano in macchina, e proprio mentre stavano chiudendo le porte sentirono la risposta della giovane.

“Hermione Granger!”

E la pioggia finì.

Le nuvole scomparvero e subito un bel sole illuminò la giornata.

Ron osservò il piccolo fazzoletto che stringeva ancora nella mano destra emanava un buon profumo di bosco.

 

 

  
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