Terzo Giorno
Hermione
ancora non ci poteva credere.
Stava
lì nel museo da più di mezzora, e solo cinque minuti prima aveva scoperto che
nella tela dell’Autore sconosciuto, vi erano altre persone.
Erano
confuse con lo sfondo scuro, ma dopo un po’ le notavi.
Una
ragazza bionda mortalmente pallida con gli occhi persi nel vuoto, ma che
combatteva, e insieme a lei un ragazzo castano, con gli occhi che esprimevano
insicurezza.
Una
ragazza rossa che lottava con le mani nude contro un giovane biondo. Un giovane
che sembrava più sofferente perché era il male che altro.
Poi,
più distanti, più stanchi, vi erano due ragazzi. Lui aveva corti capelli rossi
e lei capelli ispidi.
Lottavano
contro una crudele strega.
Hermione
scosse la testa, come aveva potuto non notarli prima? Certo erano sbiaditi e
sembrava proprio che l’Autore non volesse farli notare in un primo
momento...ma non vederli per ben due volte di seguito!
“Oh,
prego signor Paciock!” la voce allegra del responsabile la distolse dai suoi
problemi.
Il
ragazzo castano del giorno precedente era ritornato. Indossava un completo
elegante di color avorio e si appoggiava elegantemente all’ombrello che quella
volta si era portato dietro.
Accanto
a lui stava la ragazza rossa che aveva visto un paio di giorni prima.
I
capelli erano legati in un due infantili trecce.
Ascoltavano
attenti le parole appena sussurrate del responsabile.
Il
sorriso di lei scomparve all’improvviso.
Hermione
capì che aveva appena dato la brutta notizia ai giovani, e improvvisamente si
sentì in colpa.
Il
responsabile la chiamo con un dolce sorriso.
Ecco,
la rossa la stava già fulminando con lo sguardo.
“Signorina
Granger il signor Paciock voleva conoscerla...” sembrava imbarazzato, “Beh
io vi lascio chiarire la faccenda tra di voi.”
Se
ne stava andando, e la lasciava lì da sola con quattro occhi la scrutavano con
ira.
Si
sentì piccola, piccola.
Ma
il ragazzo svelto si voltò per richiamare l’attenzione del responsabile,
“Non c’è problema, glielo pago il triplo!”
Sembrava
infuriato mentre tirava fuori dal taschino il proprio portafoglio estraendo più
banconote del previsto.
Hermione
si domandò come mai non avesse mai sentito il nome Paciock, perché nel vederlo
sembrava un tipo molto ricco.
La
rossa tornò a sorridere allegra.
“Grazie,
Neville” e alzandosi in punta di piedi lo baciò dolcemente sulla guancia.
Hermione
si sentì una perdente.
Vide
Paciock pagare il quadro e la rossa uscire fuori dal museo alla ricerca di
qualcuno, ritornò poco dopo con il ragazzo rosso...com’è che si chiamava?
Era
completamente fradicio eppure non sembrava preoccuparsi più di tanto.
Fu
lui a seguire le operazioni del responsabile mentre gli altri due andavano a
recuperare la macchina per non bagnare il quadro.
“Ah,
la ragazza So-tutto!” esclamò con tono incolore.
Hermione alzò lo sguardo dal quadro che presto se ne sarebbe andato. Il rosso le stava a qualche passo di distanza.
adcb
Non
aveva voglia di entrare nel museo, ne aveva piene le scatole. In realtà non
voleva nemmeno uscire, ma sua sorella lo aveva stressato per tutta la mattinata.
Ed
ecco perché ora, Ronald Weasley stava sotto la pioggia con le mani nelle tasche
dei jeans scuri e con lo sguardo basso.
“Ron,
entra, io e Neville andiamo a prendere la macchina tu assicurati che quella
Granger non ci rubi il quadro!”
Lui
la guardò annoiato, la pioggia lo metteva ancor di più di cattivo umore,
“Chi?” lei lo trascinò nel locale.
Poi
quando lo avevano lasciato solo la aveva notata.
Stava
osservando tristemente il quadro di Fleur. Sembrava capirlo. Ronald decise di
avvicinarsi.
“Ah,
la ragazza So-tutto!” si ritrovò a esclamare, senza volerlo... Lei lo guardò
confusa.
La
vide piegarsi ancora una volta sul quadro, “Stai bagnando il tappeto.”
Rispose stanca.
E
improvvisamente come per magia, Ron si ritrovò la giovane ancora più vicina
con in mano un fazzolettino bianco.
Glielo
stava porgendo, “Ti prenderai anche l’influenza se resti in queste
condizioni ancora a lungo...”
Ron
la paragonò a sua madre.
Così
preoccupata sempre per la loro salute.
Così
superficiale sulle cose vecchie di casa, ma a cui teneva moltissimo.
Involontariamente
prese il delicato fazzoletto e si asciugo con lentezza il viso, “Grazie.”
Lei
alzò le spalle, “Sai, avrei voluto portarlo come tesina questo quadro...”
era ritornata con passi veloci vicino la tela, “Posso fargli una
fotografia?” gli occhi color cioccolata che non si volevano staccare dalle
figure.
“Non
credo sia il caso...” con due passi la raggiunse, lei sospirò un “Oh...”
Poi
vi solo silenzio.
Il
responsabile tolse il quadro dalla parete e lo incartò con grazia, sotto gli
occhi dei due ragazzi.
“Ah,
Ron, hai conosciuto la Granger!” sua sorella era appena entrata con Neville.
Lui
annuì annoiato.
Ginevra
sorrise allegra, mentre afferrava il pacchetto tra le mani. “Mamma sarà
contenta di riaverlo a casa!” esclamò senza nemmeno accorgersi di aver
parlato troppo.
Ronald
voleva quasi strozzarla.
“Scusate,
voi conoscete l’Artista?” la ragazza riccia gli si era avvicinata curiosa.
Ron
lanciò uno sguardo di fuoco verso la propria sorella, “Ginny, è meglio che
vai in macchina!” era la prima volta che alzava la voce.
Ma
Ginevra non si spostò di un millimetro.
Vide
suo fratello girarsi di nuovo verso la ragazza, “Mi spiace...ma non possiamo
dirle...” lei annuì piano.
Suo
fratello sorrise.
Era
la prima volta dopo anni che lo rivedeva sorridere. E sorrideva a una babbana.
Lo
vide parlarle sottovoce e anche sul volto della Granger si dipinse un bel
sorriso.
E
finalmente uscirono, sotto la pioggia che piano, piano diminuiva.
“Ah!”
Ron si era voltato verso l’uscita del museo, dove stava la riccia, “Io sono
Ronald Weasley!” lo aveva esclamato, perché ormai erano in macchina, e
proprio mentre stavano chiudendo le porte sentirono la risposta della giovane.
“Hermione
Granger!”
E
la pioggia finì.
Le
nuvole scomparvero e subito un bel sole illuminò la giornata.
Ron
osservò il piccolo fazzoletto che stringeva ancora nella mano destra emanava un
buon profumo di bosco.