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Autore: Arwenlight    04/05/2012    1 recensioni
una goccia di argento in un mare di puro oro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nonostante nessuno commenti, io la scrivo lo stesso.

Devo liberarmi di milioni e milioni di parole che mi balzano in testa continuamente.

Con la speranza che a qualcuno piaccia, lascio il quarto capitolo.

 

 

 

 

 

 

 

<< TU cosa? >>  un urlo riecheggiò per la Tana.

Uno stormo di uccelli si alzò dall’albero più alto del giardino.

Hermione si aspettava la reazione del suo migliore amico - per essere precisi si aspettava molto peggio - e per questo stava ridendo senza preoccuparsi troppo di offendere il suo amico, che mai come prima la stava guardando con un misto di sorpresa unito a ribrezzo.

Il ragazzo se ne stava seduto sul davanzale della finestra di Ron; in assenza di quest’ultimo, chiamato dalla madre per fare chissà quale cosa in cucina, Hermione aveva approfittato di quei minuti per introdurre il discorso che avrebbe poi condiviso anche con il rosso.

<< oh Harry non farmi la paternale solo perché voglio rendere la vita di qualcuno meno ripugnante di quello che è!  Tu non puoi capire e questo lo sai bene! Hai sempre avuto qualcuno accanto pronto a darti calore, sia prima della guerra che adesso.

Cos’ha lui? Un castello immenso e vuoto, un camino da cui non verrà fuori nessuno e elfi talmente spaventati dal suo cognome da non rivolgergli nemmeno uno straccio di parola che non sia “padrone”.

Non merita una possibilità di riscatto? >>

 

Harry non si aspettava una risposta talmente infervorata da parte di Hermione.

Sapeva che lei vedeva il bene in ogni cosa, ma non pensava  fino a quel punto.

 

<< ha fatto uccidere Silente. Era un Mangiamorte >>

Hermione non era sorpresa di sentire queste accuse, aveva passato mesi e mesi a sentire quella parola, che ormai non aveva senso se non in ricordi lontani, in ogni discorso riguardante il ragazzo.

 

“Mangiamorte”.

No, non lo era, e di questo ne era assolutamente certa. Almeno non volontariamente.

Per esserlo dovevi credere in Voldemort, credere che la morte potesse essere sconfitta con la violenza, credere che il male fosse la luce per sconfiggere la monotonia cupa del bene.

Poteva anche esserlo stato fisicamente, e questo Draco stesso non lo aveva mai negato, ma la seduzione intellettuale che Voldemort aveva esercitato su tutti i suoi discepoli, non aveva avuto successo con lui.

- No. Non lo era – disse a se stessa a conclusione di quel pensiero.

 

<<  Harry, mi dispiace che tu la pensi cosi. >> abbassò lo sguardo frustrata.

Perché nessuno riusciva a capire?

<< dammi un motivo, uno solo, per cui dovrei cambiare idea su di lui, e sarò pronto ad incontrarlo, seppellire l’ascia di guerra e cominciare a considerarlo uno di noi. >>

<< non lo so, e tuttavia so che non è quello che ha sempre fatto credere di essere. Non voglio sentirmi giudice della sua vita decidendo se condannarlo o no come Mangiamorte , solamente in base a ciò che lui ha fatto a me, senza vedere ciò che realmente lo ha spinto a comportarsi cosi.

Non giustifico ciò che ha fatto, non potrei mai, ma non penso che Draco Malfoy, preso da solo, così com’è sia una grande minaccia per noi. >>

 

<< Discorso degno di un Magiavvocato Herm, mi chiedo perché non vuoi ricominciare gli studi… >>

Harry sorrise orgoglioso a quel piccolo tesoro che aveva davanti, ogni giorno ringraziava il cielo per quella sorella che non aveva mai avuto ma che aveva trovato in lei.

<< stai sviando il discorso Harry Potter >> un mezzo sorrisino spuntò sulle sue labbra.

<< ti ricordi cosa ti dissi quando ci attaccarono dai Lovegood ? >>

Hermione se lo ricordava eccome.

Semplici  parole all’apparenza ma di un significato tanto intenso da farla piangere.

 

<< Mi fido di te. >>

<< Esatto. E sempre sarà cosi, ragion per cui, se tu lo vuoi aiutare, lo aiuterò anche io. >>

Hermione non aveva bisogno d’altro per sapere quanto affetto provasse nei confronti di quel testone, si alzò, corse attraverso la stanza e si gettò tra le braccia di Harry. Il porto sicuro della sua anima.

 

<< anche noi ci fidiamo di te Herm. >>

Una voce fuori campo intervenne in quel quadretto pacifico.

Sulla porta due figure tanto uguali fisicamente quanto opposte caratterialmente facevano ingresso nella stanza, la prima dopo aver camminato con disinvoltura fino a raggiungere Harry baciandolo gentilmente sulle labbra, si sdraiò sul letto.

L’altra si avvicinò ad Hermione le baciò la guancia, facendola arrossire e si sedette per terra incrociando le gambe, distraendosi con una papera di gomma trovata li vicino.

Da quando la loro storia era finita, seppure in modo tranquillo e pacifico,  vivevano in una sorta di bolla di sapone in cui ogni gesto era calcolato, misurato, ponderato.

 

<< avete sentito tutto? >> aveva paura a chiederlo, non voleva che gli altri due pensassero che lei volesse tenerlo nascosto proprio a loro.

 

<< ogni parola, ogni pausa, ogni domanda, ogni risposta >> la voce rilassata e calma di Ginny Weasley arrivò chiara e netta alle orecchie della ragazza.

 

<< non hai bisogno di spiegazioni Herm, specialmente non con me. Già una volta ho fatto l’errore di non credere nella bontà delle tue azioni, non ci sarà una seconda volta. >>

questa volta era stato Ron a parlare, e gliene fu tanto grata.

Non avrebbero mai immaginato quanto lei reputasse importante la loro opinione. Per quanto questa potesse essere discordante dalla sua.

 

E continuò  << se sei sicura di quello che fai, e ne sei convinta al cento per cento, beh, penso che nessuno ti possa fermare.

Beh, devo ammettere, questa futura e stretta convivenza con il nemico mi fa infuriare tanto quanto mi incuriosisce >>

 

<< non esagerare Ron, non ti ha mica chiesto di accettarlo in casa come fratello ne tantomeno  passarci il Natale insieme, anche se…anche se ce lo vedrei bene a cenare in cortile con noi, in mezzo ad un mare di capelli rossi, con un maglioncino giallo alla Molly Weasley con una D sul petto e  “ W Potter “ sulla schiena. “

 

La voce melodiosa della rossa ruppe quella strana tensione carica di aspettative che si era creata dall’entrata dei due fratelli nella stanza.

Tutti e quattro si lanciarono dei sorrisini maliziosi e scoppiarono a ridere a crepapelle contemporaneamente,  finendo tutti e quattro sul pavimento.

 

<< sarebbe una bella vendetta fargli fare una roba del genere ­­­­>>

 

<< sarei il primo ad invitarlo giusto per far divertire un po’ mamma e papà. >>

Disse Ron ancora spezzato in due dalle fitte allo stomaco dovute alla risate, ma con un ombra di malinconia negli occhi.

Nostalgia per la vivacità degli occhi di sua madre, affievolita ormai.

Nostalgia per la croccante voglia di vivere di suo padre, affievolita ormai.

 

Nessuno, Hermione in primis,  ebbe la forza di intavolare un discorso per cercare di convincere Ron che tutto questo un giorno sarebbe passato.

Un giorno questo dolore ti sarà utile . – pensava Hermione osservando il volto triste dell’amico che ormai conosceva come il palmo della sua mano.

Non so come , ma sarà utile.

 

Il pomeriggio passò velocemente tra chiacchiere e domande interessate di Ginny su cosa avrebbe fatto con il furetto rimbalzante o su dove sarebbero andati o su quanto sarebbero rimasti lontani da loro.

Hermione rispondeva ad ogni domanda con la stessa risposta:

- non lo so. –

<< e perché lo fai allora se non hai nemmeno una chiara idea su cosa andrai a fare? >> si domandava Ron  tra sé e sé evitando calorosamente di chiederlo alla diretta interessata per paura di essere sbranato.

– dovrei parlarne con Draco ma visto che non si è fatto ne sentire ne vedere magari sta prendendo tempo per poi rinunciare o sta semplicemente mantenendo le distanze. -

 

Hermione era rimasta delusa da quella totale mancanza di interesse da parte di Draco su ciò che avrebbero affrontato di li a breve. Arrivati a questo punto la ragazza era dell’opinione che delle tante parole di Draco non se ne sarebbe fatto niente. D’altronde erano passate quasi tre settimane e del ragazzo nemmeno l’ombra, nessuna lettera, nessun segnale, niente di niente.

Nessun viaggio.

Nessun opera buona.

Nessuno “ ritrova me stessa”.

 

Non ebbe il coraggio di rivelare i suoi timori agli amici, tuttavia loro compresero molto di più di quello che lei stessa censurava e osava ammettere.

Avevano capito che dietro alla facciata di “ smascheriamo Draco Malfoy” c’era qualcosa di più profondo, di più radicato nei bisogni della ragazza: aveva bisogno di qualcuno che non la conoscesse cosi come la conoscevano loro, aveva bisogno di ripartire da zero.

 

 

 

 

 

                                                                                                  - - - - - -                                                                                                - - - -

 

 

 

 

Arrivò l’ora di andare a letto, ed Hermione più sconsolata che mai, si gettò tra le calde lenzuola del letto della sua stanza alla Tana – la vecchia stanza di Percy – sazia e assopita dall’enorme quantità del delizioso cibo preparato dalla signora Weasley quando un ticchettio eccitato sul vetro della finestra la disturbò dal suo stato di trance.

 

Un magnifico gufo reale la osservava curiosamente  al di là del vetro; non si interrogò molto sull’appartenenza di tale animale. Un occhiata bastò a decretare il mittente: un gufo solitamente non viaggia con un papillon verde con ricamate due lettere nel mezzo.

D.M.

 

Con un sospiro che poteva assomigliare a sollievo, Hermione aprì l’anta e lasciò che il gufo planasse dentro la stanza, per poi  appollaiarsi sul sedile della poltrona della scrivania.

Con un passo incerto si avvicinò allo splendido animale e con grazia e cautela sfilò il bigliettino che aveva legato alla zampa. 

 

Osservo per un attimo l’aspetto della missiva e rimase estasiata come solo una so tutto io come lei poteva esserlo: 

La carta era di fattura fine e pregiata, la ceralacca simbolo di importanza e rinomanza perfettamente impregnata del simbolo della sua casata, la scrittura elegante e signorile.

 

“ destinata ad Hermione Granger,

Tana, Abitazione Famiglia Weasley.

 

Ti porgo le mie scuse per questo imperdonabile ritardo.

Draco Malfoy. “

 

Hermione sorrise dell’ultima frase.

- ti dovrai fare perdonare stupido furetto –  disse arricciando il labbro divertita.

 

Afferrò il pesante tagliacarte appoggiato sulla scrivania del maniacale ex Caposcuola Percy, e attenta a non rovinare né la lettera, né la sua stessa mano, riuscì a estrarre i fogli che conteneva.

- due fogli, tanti prendendo in considerazione il fatto che negli otto anni passati il massimo che ci siamo scambiati è stato “lurida Messosangue, zannuta, Furetto, fottiti ” – pensò lei di primo acchito.

 

 Hermione

Non c’è bisogno che tu mi dica quanto sei arrabbiata con me per farmi comprendere il tuo disappunto per il catastrofico ritardo, ma vorrei spiegarti le motivazioni di tutto ciò.

Partiamo dal presupposto che non ho intenzione di rinunciare a quello che mi hai proposto, ne tanto meno rimandarlo.

Subito dopo la fine della guerra, ho scoperto di aver ereditato numerose proprietà nascoste dei miei genitori, che non sapevo nemmeno di possedere in realtà: coltivazioni e piccole imprese, abitazioni sparse nella nazione ed oro per una valore totale che nemmeno menziono. Come se mi interessasse.

Come pensi possa essere stata per me la scoperta di una cosa talmente insapettata?

Non sono riuscito a gestirmi nemmeno una relazione d’amicizia in tutta la mia vita figurati te gestire delle imprese e case abbandonate.

In queste tre settimane ho lavorato giorno e notte con magiavvocati , notai e funzionari del ministero per sistemare ciò che è mio di diritto ma che mi sento in dovere di cedere ben volentieri.

Ho predisposto un fondo per aiutare le famiglie colpite dalla tragedia della guerra, e calcolando la somma di denaro che mi è stata donata, sono dell’opinione che questo fondo non finirà mai.

Per quanto riguarda le abitazioni, la vicenda è stata un po’ più complessa.

Ho offerto la tenuta nello Yorkshire al ministero come alloggio e college di formazione per Auror e Spezzaincantesimi.

Ti piacerebbe quel castello, ne sono sicuro, sperso in mezzo alle montagne, circondato da foreste, laghi, praterie e cielo dai mille colori.

Non hanno saputo darmi una risposta sul momento ma stanno prendendo in seria considerazione l’dea, d’altronde sarebbe un luogo ideale per test d’addestramento e abilità e questo il ministro della Magia Shakelbolt lo sa benissimo.

Cosa ne pensi?

Mi sento più libero e soddisfatto adesso che ho contribuito a qualcosa che non faccia stare bene solo me stesso.

Non mi va di dialogare con te tramite uno stupido foglio di carta, che ne dici se mi vieni a trovare qui al Manor domani?

So che la casa ti spaventa dall’ultima volta che ci sei entrata, ma con me non dovrai avere paura.

Ti mostrerò il lato buono di queste mura e dalla quale sono convinto, non ti vorrai più allontanare.

 

Con.. si può dire “ con affetto” date le nostre circostanze?

Beh, con quello che vuoi,

DracoMalfoy.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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