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Autore: Kairi Skywalker    04/05/2012    5 recensioni
Dramione. [Timeline: Quarto Anno]
Atto I: Tra sguardi, baci, litigate e prime emozioni ci sono Draco ed Hermione. Lui Serpeverde, lei Grifondoro. Totalmente differenti, incompatibili. Ma se ci si mette in mezzo un progetto di Pozioni in coppia che li costringesse a lavorare fianco a fianco? Due ragazzi all'inizio dell'adolescenza che cercano la loro strada, iniziando un cammino di cui non conoscono la meta.
Hermione venne scossa da un brivido: non le piaceva come la stava guardando. Le faceva quasi paura.
“Ascoltami bene, piccola Mezzosangue: per me quel bacio non ha significato niente”
“Beh, se per questo anche per me non aveva significato. Mi ruga solo che fosse il mio primo bacio e che sia stato tu a darmelo. Mi chiedo ancora perché tu l’abbia fatto” puntualizzò lei.
Lui si fece più vicino e il suo ghigno si allargò “Penso sia colpa degli ormoni”
“Beh, vedi di tenerli a bada i tuoi ormoni”
“Non so se ci riuscirò”
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Pansy aveva ragione: la Granger e Krum stavano in qualche modo ‘insieme’. Negli ultimi tempi non era strano vederli girovagare per la scuola fianco a fianco, lui che le portava i libri e la aspettava fuori dall’aula finita la lezione. Era solito ricoprirla di fiori ed attenzioni, cosa che faceva invidia a tutta la popolazione femminile di Hogwarts. Ormai l’anno scolastico stava terminando e chi poteva sapere cosa ne sarebbe stato della coppia più famosa della scuola? Lavanda Brown e Padma Patil, le ficcanaso per eccellenza, avevano già messo in circolazione dei pettegolezzi riguardanti un presunto fidanzamento segreto, ma nessuno poteva dare la notizia come certa. Quella mattina tutte le lezioni erano state sospese, poiché era il giorno della Terza Prova. Nonostante l’estate si avvicinasse, il tempo non era stato per nulla clemente: nuvole nere minacciavano pioggia e nell’aria vi era un’umidità che sembrava entrare nelle ossa. Draco uscì dalla Sala Comune per fare quattro passi. Uscì dal Viadotto e si avviò verso uno dei Cortili. C’erano alcuni ciliegi in fiore e con il vento si staccavano dei petali rosa che davano colore alla giornata grigia. Aveva già incaricato Tiger e Goyle di distribuire in giro un po’ di spille anti-Potter e Blaise era andato dai gemelli Weasley per scommettere 100 galeoni sulla vittoria di Diggory. Si passò una mano tra i capelli biondi ed un gruppo di ragazze gli lanciò delle occhiate fameliche.
Come diceva suo padre: “Un Malfoy deve essere sempre al centro dell’attenzione”.
In quel momento si ricordò della lettera che aveva appena ricevuto il giorno prima: era stata sua madre a scrivergli e sembrava in agitazione per qualcosa, ma il ragazzo non sapeva quale sarebbe potuto essere il motivo. Tirò fuori la lettera dalla tasca della giacca nera e riprese a leggerla per l’ennesima volta.
 
Caro Draco,
sono così felice che tu stia terminando il tuo quarto anno, mi manchi molto.  Sono sicura che porterai a casa degli ottimi voti in tutte le materie e mi hanno anche detto che sei migliorato come Cercatore. Sono fiera di te, e lo è anche tuo padre. Ultimamente è stato trattenuto dagli impegni e non è stato molto presente a casa. Non vedo l’ora che tu torni a casa, il Manor è così vuoto e silenzioso…la signora Greengrass viene a farmi spesso visita per un the pomeridiano, così le giornate passano più velocemente. Tu come stai? Hai bisogno di qualcosa?
A presto,

tua madre

Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si accorse di stare per scontrarsi con qualcuno. Improvvisamente venne urtato da…un mazzo di rose?
“Ehi, guarda dove vai! Mi rovini i fiori!” gli disse una voce.
Si tolse di dosso i petali che erano caduti e si sporse per vedere chi fosse il suo interlocutore. Gli venne naturale stamparsi sulla faccia un ghigno sarcastico.
“Faresti meglio a concentrarti sulla Terza Prova, Krum
Il bulgaro abbassò il mazzo per dargli un’occhiataccia “Che dire tu, moscerino?”
Draco fece un cenno con la testa nella sua direzione. “Dico solo che invece di stare dietro alla Granger, dovresti allenarti”
“Oh, tu sei gentile…” disse con sarcasmo l’altro “Fatti i fatti tuoi, ragazzino. Ti vedo come la guardi, cosa credi?” disse puntandogli un dito contro il petto.
“Toglimi le mani di dosso o muori” gli ringhiò di rimando il biondo.
“Io conoscere incantesimi che neanche tu immagini, pulce. Ma oggi io buono” gli rispose ridendo Krum, allontanandosi per la sua strada.
“Dov’è la Granger, ora?” gli chiese dietro, Draco.
“Si sta preparando per me. Ho ancora un po’ di tempo prima della Prova”
Non gli piaceva lo sguardo che aveva. Non gli piaceva per niente. Doveva sapere che cosa aveva in mente, così, senza nemmeno pensarci, estrasse la bacchetta e la puntò contro di lui.
Legilimens!
Protego!”
Una barriera azzurrina lo parò dall’attacco di Draco, che fallì miseramente.
“Stupida pulce, Legilimanzia non ti fa leggere i pensieri veri e propri di una persona.
Essa è basata sui ricordi o su intenzioni, ma tu non può saperlo. Il tuo era attacco deboluccio, se io essere sincero”
Dannazione.
“Beh, dato che tu essere così incapace con tuoi incantesimi, ti dirò io cosa ho intenzione di fare con la tua compagna: ho intenzione di portarmela a Durmstrang per passare l’estate insieme”
Draco scoppiò a ridere.  “E tu credi che lei possa accettare?”
“L’ha già fatto” gli rispose l’altro con un sorriso smagliante.
Draco rimase paralizzato, osservando il pavimento, e lo sentì avvicinarsi.
“Ah, mi stavo dimenticando…Questo è per il Petrificus Totalus del Ballo del Ceppo” e gli assestò un pugno sul naso che lo scaraventò a terra. Il biondo si rotolò per il dolore, mentre lo sentiva allontanarsi a passi veloci. Una serie di petali di rosa caddero a terra lentamente, adagiandosi sulla pozza di sangue formatasi sul pavimento.
 
Nell’ultimo mese lei e Viktor avevano passato molto tempo insieme: facevano passeggiate giù al lago e andavano in biblioteca. Non parlavano molto, Viktor era più un tipo “fisico”, nel senso che la guardava studiare, gli piaceva abbracciarla e tenerla per mano.
Era lusingata da tutte quelle attenzioni che il ragazzo le dava, non ci era abituata.
Non riusciva ancora a comprendere come un Campione si fosse minimamente interessato a lei. Viktor andava per i 18 anni, era un uomo, e rispetto a lui i compagni di Hermione erano ancora molto infantili. La ragazza strinse a sé i suoi libri e si avviò verso il luogo dove avrebbe dovuto incontrarsi con Viktor…circa mezzora prima. Era nervosa, non sapeva ancora cosa rispondere alla sua proposta che le aveva fatto il giorno prima…
Girò l’angolo e non poté fare a meno di strizzare gli occhi più volte.
Non riusciva a credere ai suoi occhi: poco più in là, Draco Malfoy, sdraiato sul pavimento, stava cercando di mettersi in posizione seduta, dal naso gli usciva il sangue, copioso.
Lasciò cadere i libri a terra con un tonfo e si precipitò verso di lui.
“Draco! Che ti è successo?” chiese preoccupata, accovacciandosi a terra vicino a lui e prendendogli il viso tra le mani.
Il ragazzo alzò gli occhi grigi per incontrare quelli color cioccolato della ragazza: l’aveva chiamato Draco. Non Malfoy. Non Malferret. Non Furetto. Draco.
Continuava a toccarlo con le sue piccole mani in viso, sulle braccia e anche sul petto, temendo che fosse ferito da qualche altra parte. Se fosse riuscito ad ignorare il dolore pungente al naso, l’avrebbe trovato tremendamente piacevole.
“Tranquilla Granger, è una cosa da niente” le disse, cercando di alzarsi.
La ragazza gli posò le mani sulle spalle, per farlo rimanere seduto.
“Una cosa da niente? Credo che il tuo naso sia rotto! Non preoccuparti, ci penso io”
“Granger, sto bene. Spostati e lasciami andare!”
“Non c’è niente di male a chiedere aiuto, ogni tanto! Oh, capisco…se l’aiuto viene da una Mezzosangue…”
“Ehi, questo l’hai detto t…”
La ragazza prese dalla tasca del maglioncino la sua bacchetta e la puntò contro il ragazzo. Draco sbarrò gli occhi, che cosa credeva di fare? Schiantarlo?
Rimase molto sorpreso, invece, nello scoprire che l’incantesimo non era affatto un Confringo. Hermione enunciò la formula a grande voce: “Epismendo!”
Si sentì un sonoro “crack” e il ragazzo gemette per poi toccarsi il naso, sbalordito.
Epismendo, eh? Dovrò ricordarmelo, la prossima volta”
“Un ‘grazie’ sarebbe anche gradito” gli disse sbuffando.
Lui le regalò un sorriso sghembo “Grazie”
Lei tirò fuori dalla tasca un fazzoletto bianco di stoffa ed incominciò a pulirgli il sangue via dalla faccia. “Allora, come è successo?”
“Oh, sono inciampato. Un Tassorosso mi è venuto addosso ed io sono caduto a terra” mentì.
“E non si è fermato ad aiutarti?” gli chiese, sorpresa.
“No, è fuggito via non appena si era accorto che era Draco Malfoy, quello che aveva travolto. Gli ho urlato dietro che gliel’avrei fatta pagare e se l’è data a gambe levate” rispose con un ghigno.
Lei terminò di pulirgli il viso e con un Tergeo ripulì anche la pozzetta di sangue che si era formata sul pavimento. Poi la sua attenzione fu catturata da alcuni petali di rosa, intorno al ragazzo. Ne raccolse uno, leggermente più rosso per essere stato a contatto col sangue.
“Che ci fanno dei petali di rosa qui?”
Draco fece spallucce e un forte vento si alzò, portandosi via con sé centinaia di petali di ciliegio.
Hermione rimase a bocca aperta, una mano ancora sul petto del ragazzo.
Lui si schiarì la voce e le sollevò la mano. “Ok, Granger. So che sono talmente bello da rimanere senza parole e che non vedi l’ora di mettermi le mani addosso, ma ti pregherei di guardare e non toccare per ora”
Lei lo guardò senza capire e poco dopo un rossore le inondò le guancie e si alzò di fretta.
Si stiracchiò i vestiti e fece un respiro profondo. “Ehm, sì. Io devo andare, ora”
Lui si alzò e la guardò divertito. “Uhuh”
“Ho tante di quelle cose da fare e…oh, per la barba di Merlino! Io dovevo vedermi con Viktor…un’ora fa!” disse guardandosi intorno spaesata.
"Sopravviverà" le disse il ragazzo, avvicinandosi.
"No, tu scherzi, ma sarà furioso! Tra poco ha la Terza prova e sarà agitatissimo e non vedendomi lui..." riprese, incominciando a parlare velocemente.
Lui si avvicinò a lei e le sollevò il mento con due dita, per poi appoggiare delicatamente le sue labbra sulle sue. Durò pochi secondi, ma fu molto dolce. Fu lui il primo a staccarsi e, senza dire nulla, si avviò verso una meta sconosciuta.
Per tutta risposta la ragazza rimase impietrita per qualche secondo, per poi voltarsi verso di lui, vedendolo allontanarsi.
“Malfoy!” gli urlò dietro, scandalizzata.
Il ragazzo non si voltò e un largo sorriso gli comparve sul volto.
 
Fu dopo qualche minuto che si ricordò delle parole di Krum:
Ti dirò io cosa ho intenzione di fare con la tua compagna: ho intenzione di portarmela a Durmstrang per passare l’estate insieme”
Odiava ammetterlo, ma aveva bisogno di lui. Doveva parlare con Potter.
Salì le scale fino al settimo piano e si fermò davanti al ritratto della Signora Grassa.
Trovare Potter. Un gioco da ragazzi, certo. Come diamine faccio ad entrare, adesso?
Si ravviò i capelli e sfoderò il suo sorriso migliore.
“Ehm, salve”
“Salve giovanotto” rispose cordiale il ritratto.
“Senta, io sto cercando Potter. È dentro?”
“Sì, caro. Ma non posso farti entrare senza parola d’ordine. E poi Harry si sta concentrando, ha la Terza Prova tra qualche ora, sai?”
“Scommetto che se la starà facendo sotto! Al diavolo la Terza Prova, si tratta di un’emergenza! Non potrebbe chiudere un occhio?”
“Serpeverde dei miei stivali, sei solo un ragazzino arrogante! E molto fortunato…”
“Perché?”
“Perché Harry sta uscendo proprio ora” e con questo la porta si aprì rivelando il ragazzo. Non appena si trovò davanti Malfoy, si fermò. Potter aveva gli occhi cerchiati di nero e i capelli scompigliati da tutte le parti. Indossava una maglia rossa e nera con il suo cognome sopra, probabilmente la divisa per la Prova.
“Malfoy? Che ci fai qui?”
Draco voleva essere il più diretto possibile e arrivò subito al punto.
“Senti Potter, non mi piace per niente il modo in cui Krum guarda la Granger”
Harry alzò un sopracciglio, non capendo.
“Che? E a te cosa importa? Scusami, ma io devo trovarmi giù col Professor Silente tra 10 minuti e non posso stare qui con te a…aspetta: Krum ha fatto qualcosa ad Hermione?” incominciò a dire sorpassandolo e scendendo per le scale.
Draco lo seguì. “Sì e…no. Voglio far scendere quel bulgaro dal piedistallo, mi sta rovinando la reputazione di ragazzo più popolare qui a scuola! E in più…la tua amica vuole andare via con lui.”
Harry si fermò un secondo per guardarlo con occhi sgranati. “Che??!”
“Non te l’ha detto? Ascolta, sono sconvolto quanto te, ok?”
“Non glielo possiamo permettere! Aspetta che lo venga a sapere Ron!”
“La Weasley sa qualcosa?”
“Non ne ho idea, proviamo a cercarla…eccola là! Ginny!” chiamò a gran voce.
La rossa, che stava parlando con delle sue amiche, si sentì strattonare per un braccio verso un angolo buio.
“Harry…cosa?”
“È vero che questa estate Hermione la passerà con Krum?” disse il ragazzo con gli occhiali.
La ragazza si morse il labbro inferiore ed incominciò a dondolarsi su un piede e l’altro.
“Ehm, non so se posso dirtelo…”
“Ginny!”
La ragazza sbuffò e si guardò attorno con fare circospetto.
“Ok, d’accordo…l’ha invitata e le ha proposto di essere la sua ragazza” confessò tutto di un fiato, sottovoce.
“Stai scherzando, spero!” le urlò di rimando Harry, sconvolto.
“Ma che belle notizie oggi, mi dicono!” replicò Draco con tono ironico.
“Harry!”
Albus Silente si fece strada tra gli studenti e raggiunse il gruppetto.
“Non c’è un minuto da perdere, ragazzo mio. Devi seguirmi verso l’Arena, i tuoi sfidanti si trovano già lì.”
“Professore, io devo…”
“Nessuna scusa, Harry. Se già in ritardo, vai! Noi ti raggiungiamo tra un minuto.” gli disse Ginny, spingendolo via.
Il ragazzo le lanciò un’occhiata malinconica e seguì il professore.
Draco stava per aprir bocca quando Ginny gli puntò un indice sul petto, proprio come aveva fatto Krum poco tempo prima.
“Malfoy, ma che ti è saltato in mente? Oggi Harry ha la Terza Prova! Con questa bella trovata l’hai messo in agitazione! Scommetto che l’hai fatto apposta!”
“Spiacente Weasley, niente piani oscuri e malefici per oggi. Ora datti una calmata, per favore. E muoviti, se vuoi trovarti un posto a sedere sugli spalti” le disse, gelido, avviandosi verso l’uscita.
 
“Oggi i nostri Campioni avranno il compito di attraversare il Labirinto e di trovare la Coppa del Torneo. Il primo che la toccherà sarà il vincitore! Se uno dei concorrenti dovesse trovarsi in difficoltà, sparerà scintille dalla bacchetta”
Un maestoso ed allegro motivetto riempì l’aria. Il professor Vitius agitava la bacchetta come un forsennato, dettando il tempo alla piccola banda di ottoni che aveva davanti.
Hermione prese posto sugli spalti, vicino a Ron, ed incominciò a torturarsi le mani.
Harry e Cedric sarebbero stati i primi ad entrare nel labirinto, dato che si trovavano a pari merito. Il successivo sarebbe stato Viktor e l’ultima, Fleur.
Vide avvicinarsi i primi due a delle entrate differenti, un colpo di cannone segnò l’inizio della Prova e la musichetta accompagnò i due ragazzi fino a quando i due “sentieri” non si richiusero dietro di loro. Hermione notò che Draco era qualche fila più in basso di dove era seduta lei, accompagnato da Tiger, Goyle e Blaise Zabini. Sembrava molto contrariato del fatto che le sue due guardie del corpo avessero la scritta “Krum” segnata sulla fronte.
Distolse lo sguardo, per poi soffermarsi sull’entrata di Viktor e Fleur nel Labirinto.
Non avrebbe saputo spiegare a parole la situazione di tensione che si era andata a creare nell’attesa del Vincitore: si intonavano cori in favore del proprio beniamino, allegre fanfare e si passava il tempo a scommettere. All’improvviso un lampo rosso inondò il cielo nuvoloso ed un cupo silenzio calò sull’Arena. Quando vide il corpo di Fleur Delacour portato su una barella da due assistenti, si sentì mancare. La ragazza aveva perso conoscenza, per poi risvegliarsi pochi minuti dopo in lacrime.
“Era terrible…l’ultima chose che ho visto sono stati i suoi occhi appannati, quasi bianchi! Mi ha attaccata, ma qualcuno deve avermi trovata…i suoi occhi, les yeux!” continuava a ripetere fra i singhiozzi.
Gli occhi? Gli occhi di chi? Chi l’aveva attaccata?
Si sentì un grido, alla vista di altri due personaggi che uscivano dal Labirinto.
“L’abbiamo preso, Silente! È stato lui!” disse un uomo robusto pelato, trascinandosi dietro Viktor Krum. Il ragazzo ripeteva frasi sconnesse in una lingua sconosciuta, forse il bulgaro. Si agitava come una bestia in gabbia e cercava di divincolarsi dalla presa dell’uomo. Hermione strinse la mano di Ron, terrorizzata. Che cosa gli stava succedendo?
Igor Karkaroff corse incontro al suo Campione e, quando lo vide negli occhi, capì all’istante che cosa era successo. Il ragazzo digrignò i denti, per poi accasciarsi a terra, come addormentato.
“È stato stregato, Albus! Una maledizione Imperius molto potente!”
Il panico si scatenò nell’Arena, mentre Krum veniva visitato da alcuni MediMaghi.
Draco strinse i pugni e rivolse uno sguardo ad Hermione. Era sbiancata in volto e si passava di tanto in tanto un dito sotto gli occhi, per mandare via le lacrime.
All’improvviso si smaterializzarono come per magia, Potter, Diggory e la Coppa del Torneo. Lui la vide sorridere, sollevata. Si era alzata e stava per raggiungere il suo amico.
Fu allora che sentirono tutti l’urlo disperato di Fleur. Posò lo sguardo sul gruppetto al centro dell’Arena: Potter abbracciava Diggory, affondando il viso nella maglia del ragazzo. Piangeva, urlava.
“È tornato! Voldemort è tornato! Ha ucciso Cedric, io ho tentato di salvarlo, mi dispiace!”
Il grido di dolore di Amos Diggory risuonò nell’Arena mentre tutti si coprivano il viso con le mani. C’era chi piangeva, chi scuoteva la testa, e chi, come lui, rimaneva semplicemente immobile, troppo scioccato per proferire parola.
Fu allora che la vide.
Hermione aveva raggiunto il limite, si portò una mano alla testa mentre sentiva le ginocchia cederle.
Cedric…morto? Voldemort? Che cosa sta succedendo?
Non fece in tempo a finire il ragionamento che le si chiusero gli occhi, e lei cadde nel buio.
 
L’ultimo giorno di scuola avevano celebrato il funerale di Cedric. Non aveva saputo trattenere le lacrime. Cedric Diggory, Tassorosso dell’ultimo anno, uno degli studenti più dotati della scuola che probabilmente sarebbe diventato un potente mago, non c’era più. Era un ragazzo gentile, da quello che raccontavano. Lei aveva avuto l’occasione di parlarci per la prima volta alla Coppa Mondiale di Quiddicht. Sorrideva sempre, un sorriso sincero e aperto che aveva fatto innamorare mezza scuola. Chiuse il suo baule e scese le scale, per dare l’ultimo saluto agli studenti stranieri.
E anche per lei era arrivato il momento di dare l’ultimo saluto anche a Viktor. Lui si fece largo tra la folla che si era ammassata in giardino e le regalò un ampio sorriso. Non riusciva a capire come facesse a stare sotto al sole ricoperto da un cappotto di pelliccia pesante, senza prendere fuoco.
“Allora, tra una settimana ci vediamo in Bulgaria, vero?”
Lei prese un grande respiro. “Viktor, noi…abbiamo corso troppo. Io non verrò quest’estate. E…non posso nemmeno essere la tua ragazza”
Lui la guardò sconcertato “Perché?”
“Perché io…non sono innamorata di te, mi dispiace” disse guardandolo negli occhi e cercando di essere il più tranquilla possibile.
“Io fatto qualcosa?” chiese, preoccupato.
“No, no! Tu sei stupendo, ti ringrazio moltissimo per tutte le tue attenzioni e sono sicura che troverai una ragazza più bella e intelligente di me”
“Questo non potere dire…” disse lui in un sussurro.
Lei gli poggiò una mano sulla spalla.
“Non avrebbe mai funzionato fra di noi. Tu sei famoso e io sono una normalissima studentessa. E poi ci divide una distanza enorme”
“Forse tu ragione…però tu importante, Hermione. Ti auguro il meglio” disse baciandole il dorso della mano.
Qualcuno picchiettò sulla spalla del ragazzo.
“Che scena toccante. Sono veramente commosso. Krum, ho bisogno della Granger, se non ti dispiace” chiese Draco, ravviandosi i capelli.
“Addio, moscerino” gli sputò l’altro lanciandogli un’occhiata omicida.
Il biondo allargò le braccia. “Ehi Granger! Ottimi voti in Pozioni, eh? Non avevo dubbi che saremmo stati i migliori.”
“Già, fantastico…”
“Tutto merito mio, no? Senza di me non saresti nemmeno riuscita a creare una Pozione Curabolle…” le rinfacciò lui con un sorrisetto irritante.
Lei gli tirò un pugno sul braccio “Ma piantala, Malfoy!”
Improvvisamente i due trovavano le punte dei loro piedi molto interessanti, poiché non sapevano cosa dirsi.
“Senti…”
“Senti…”
“Ehm, no, parla tu. Dimmi” la incoraggiò Draco.
“Ti volevo ringraziare per avermi presa al volo quando sono svenuta…Ron mi ha raccontato tutto”
“Dovere, Granger! Non potevo lasciare una povera donzella in pericolo!” le disse aggiustandosi la cravatta della divisa con fare spavaldo. “Ci vediamo…e attenta a non pensarmi troppo!”
“Molto divertente! Molto maturo da parte tua, Malfoy! E comunque quest’estate avrò altro a cui pensare, credimi” gli rispose lei scuotendo la testa.
All’improvviso udirono il rumore di un cannone che annunciava l’imminente partenza del vascello degli studenti stranieri.
“ ‘Mione! Dai, scendiamo giù alla rimessa!” le urlò dietro Ron, spuntando da un gruppo di studenti con Harry, facendole un cenno con la mano.
Hermione si voltò e ricambiò il saluto. “Arrivo subito, ragazzi! Comunque, Malf…” non riuscì a terminare la frase perché quando si voltò il ragazzo non c’era più. Lo cercò con lo sguardo tra la folla, ma pareva essersi dileguato.
Raggiunse i suoi amici con una corsa e scese velocemente le scale verso il lago. Il sole fece capolino da dietro alle nuvole ed illuminò la superficie dell’acqua, facendola scintillare.
L’enorme vascello incominciò ad immergersi nell’acqua poco a poco, finché non vide scomparire anche l’albero maestro. Con lui, una parte di ricordi fuggiva via.
Hermione non voleva dimenticare.
Tutto sarebbe cambiato da lì in poi: il ritorno di Voldemort ne era la prova.
Aveva paura di dimenticare.
In fondo i ricordi bisogna tenerseli stretti, altrimenti svaniscono via come il sole tra le coltri di nubi. Bisogna fissarli nel nostro cuore e loro saranno sempre con noi, silenziosi, nascosti.
E capiterà che basterà un’immagine, una melodia, un profumo per riattivarli e per farli tornare alla luce. Siamo noi che ci dobbiamo tenere vivi, forti, per riuscire a trafiggere le nubi per far risplendere la nostra luce, come il sole quando squarcia le nuvole con i suoi raggi. Si strinse ai suoi due migliori amici, mentre un forte vento si alzava, portando con sé dei petali di ciliegio. Osservò il luccichio del sole sull’acqua e chiuse gli occhi, godendosi la brezza. Sorrise.

 


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E' dunque finito il primo atto di "Memory of Lightwaves".
Sigh...Ho iniziato a scrivere questa fanfiction a Settembre e ora, dopo 8 mesi, è terminata. Realizzarla è stato un vero e proprio parto, fatto da alti e bassi, attimi ricchissimi di ispirazione mentre altri di vuoto totale. Sono contenta di averla scritta, è nata quasi per caso, ascoltando una melodia al pianoforte ("Memory of Lightwaves", appunto) e appuntandomi alcune scene che mi passavano nella mente sui quaderni di scuola. Ecco, ci tenevo a ringraziare:
- Tutti voi che avete inserito la fanfic in una delle liste e tutti quelli che mi hanno lasciato una recensione o inviato dei messaggi personali con le loro impressioni. :)
- Le mie amiche, con il loro straordinario supporto, critiche, scleri ecc...Grazie per avermi sopportato mentre vi raccontavo con occhi stralunati le idee che avevo per questa fanfic.
- Ultimi, ma non meno importanti...Scusate quaderni, libri di Dante, Letteratura Italiana e Biologia. Non volevo riempirvi di appunti per questa storia, è solo che l'ispirazione sembrava spuntare durante le vostre ore.
Sto già lavorando al seguito, rimanete sintonizzati :) Memory of Lightwaves non finisce qui.
xoxo Kairi


UPDATE Gennaio 2021: Non vi sarà un seguito. Molte delle idee che avevo si sono tramutate in quello che è diventato il mio progetto più lungo e corposo, The Junior Death Eaters, che trovate tra le mie storie. Grazie per l’attenzione.

   
 
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