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Autore: Linny    27/11/2006    2 recensioni
Antefatto de "Lo Specchio Dell'Anima"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9

Capitolo 9

Era riuscita ad evitarlo dall’attimo in cui aveva rimesso piede nel palazzo, in quel momento non voleva vedere nessuno. Soprattutto lui. Calde lacrime le scorrevano sulle guance leggermente graffiate, aprì la porta della sua stanza e si diresse verso il bagno, doveva assolutamente disinfettare quella maledetta ferita, quella volta Yoko c’era andato pesante.

Era la prima volta che capitava.

Afferrò un asciugamano pulito e lo bagnò con dell’acqua fresca, dopo essersi sollevata la maglia premette il panno sulla pelle per pulire la lacerazione. Cadde in ginocchio, stringendo gli occhi, il dolore era allucinante.

Lentamente riaprì gli occhi e si guardò attorno, constatando di trovarsi nel suo letto avvolta solo dalla vestaglia che aveva indossato prima del ‘piccolo’ scontro avvenuto con il kitsune.

-Ma cos…-

-Shhh- le appoggiò un dito sulle morbide labbra –Non parlare sei ancora debole-

-Chi sei?-

Non ottenne nessuna risposta, l’individuo avvolto nel mantello nero si sedette sulla poltroncina che evidentemente aveva spostato accanto al letto in precedenza. Yumi lo guardava con aria interrogativa, chi era? Cosa ci faceva in camera sua?

-Tranquilla non ti farò del male- le disse con un sorriso inquietante –Non ancora- aggiunse subito dopo

La ragazza si irrigidì immediatamente sentendo quelle poche parole, e fluidamente portò la mano sotto al cuscino. “Ma dove accidenti è finito?” si chiese disperata. Il pugnale che era solita tenere nascosto sotto il suo guanciale era sparito. A quel punto doveva solo sperare di avere le forze necessarie almeno per alzarsi dal letto.

-Cercavi questo?- chiese candidamente giocherellando con l’arma

“Yoko aiutami” gridò dentro di lei. Rotolò dalla sponda opposta del letto di dove si trovava lui, e scese, del dolore che provava non le importava, corse alla finestra e la spalancò, poi guardò in direzione del ragazzo che si era tranquillamente alzato, non poteva fare altrimenti. Si aggrappò a tutto il coraggio che possedeva e saltò.

L’atterraggio fu più tragico di quanto avesse sperato, la ferita si era riaperta ed ora a malapena riusciva a reggersi in piedi, ma dov’era Yoko quando aveva bisogno di lui?

Dalla finestra il giovane osservava il suo sole in difficoltà, iniziava a pensare che ucciderla in quel momento non fosse la cosa migliore da fare, ma il tempo stringeva, e la scelta era tra portare la testa di quella creatura o tornare a casa a mani vuote ed affrontare la condanna per non aver portato a termine il lavoro.

Non era il momento dei sentimentalismi, la piccola era sola e ferita, non si sarebbe presentata una situazione migliore di quella. Le lanciò il pugnale, che si conficcò nel terreno a pochi centimetri dai piedi della kitsune dorata. Non voleva ucciderla senza darle l’opportunità di difendersi.

-Chiunque tu sia, esci immediatamente dalla mia stanza- gli intimò la ragazza per mostrare che non era del tutto spaurita da quella situazione

Sorrise, non era più una fragile ragazzina. Balzò trovandosi a pochi passi da Yumi. Solo allora la ragazza lo osservò attentamente, ed intravide due occhi azzurri con sfumature sul grigio. Quegli occhi. Una fitta le trafisse il cuore. Era forse giunto il momento di affrontare il passato una volta per sempre? Ne sarebbe uscita vincitrice? A quella domanda inarcò un sopracciglio: era debole, grondava di sangue e come unica arma a disposizione aveva il pugnale che gentilmente gli era stato concesso dal suo nemico. Non voleva assolutamente pensare alla risposta, come il suo maestro le aveva insegnato non bisognava mai andare in battaglia con il pensiero di aver già perso in partenza. Belle parole, ma nella realtà non era così facile seguirle.

Deglutì ed afferrò la sua arma.

-Pronta?- chiese sarcastico

-Forza. Fatti avanti- rispose con fermezza mentre con la mano sinistra fece segno di avvicinarsi

-Allora saluta il Makai, perché domani non potrai più vederlo-

   
 
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