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Autore: JaneA    05/05/2012    2 recensioni
Come si può insegnare ad amare? Soprattutto, come si può insegnare ad amare a qualcuno che non sa, a qualcuno che è vuoto?
Jane è una bambina di 5 anni. Sarà proprio lei ad insegnare a Draco Malfoy ad amare? Tensione, rancore, assenze, tristezza porteranno a quello che è il fine, porteranno all'amore?
Ma soprattutto Draco Malfoy riuscirà a farsi amare?
Cerchiamo di scoprirlo in questa nuova fan fiction! Vi ringrazio immensamente sin da ora :)
Un abbraccio, JaneA
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Sometimes it seems that the going is just too rough
And things go wrong no matter what I do
Now and then it seems that life is just too much
But you’ve got the love I need to see me through.

Florence and the Machine – You’ve got the love

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Due donne passeggiavano per la Londra magica. Con loro una bambina dai boccoli castani gustava il suo gelato alla fragola.

“Non ci posso credere! –quasi urlò la rossa- tu uscirai con Malfoy!”

“Ginny, smettila! Non è un appuntamento!” rispose piccata Hermione mentre con una mano si sistemava nervosamente i capelli.

“Si certo come no! questo è proprio un appuntamento! Dovrei congratularmi con Zabini e consorte!” rise la donna.

Hermione le lanciò uno sguardo torvo.

“Cosa indosserai?” le domandò poi la rossa.

“Non ne ho idea. Spero di trovare un bell’abito per me e per Jane.”

“Ne sono certa.”

“Mamma?” domandò la bambina attirando l’attenzione delle due donne su di sé.

“Dimmi tesoro.” Le chiese la riccia accovacciandosi suoi tacchi per guardare negli occhi la sua copia in miniatura.

“Posso avere un abito blu?”

“Da quando ti piace il blu furbacchiona?” le domandò la rossa

“Da quando Draco ha detto alla mamma che stava bene con il vestito blu.” Rispose la bambina abbassando lo sguardo sino alla punta dei suoi piedi.

Le due donne si sorrisero e poi Hermione stringendo la bambina a sé, le disse

“Se ti piace il blu, avrai un bellissimo vestito blu.”

Jane alzò lo sguardo di fretta per poi abbracciare di slancio la madre e riempirla di baci.

Hermione si lasciò stringere. Si lasciò invadere dal profumo di lavanda che aveva sua figlia.

No, non poteva esserle tolta. Non poteva.

 

 

 

 

 

-

 

 

 

“Alla fine l’hai invitata, eh?”

Domandò la donna seduta accanto al moro, mentre soffiava sulla bollente tazza di caffè.

Il biondo avanzò elegantemente sino alla sua scrivania e si accomodò alla sua poltrona. Un lieve sorriso sulle labbra.

“Non trovi sia strano vedere Draco sorridere, amore?” chiese il moro all’elegante donna a cui stringeva la mano.

“In effetti sì. Ride solo con James. Deduco che quella bambina ti abbia strappato il cuore..”

“O la madre.” Proseguì Blaise.

“Smettetela entrambi. Non osate mettere in imbarazzo le Granger questa sera. Già non so come la Granger abbia fatto ad accettare.”

“Semplice: le piaci e piaci a sua figlia. Sua figlia piace a te. A te piace lei. Semplicissimo. Non avrebbe potuto fare altrimenti ,no?”

Sul volto del biondo si formò un’espressione di confusione.

“Cosa c’è ora?”

“Non so se la Granger mi interessi. Nel senso, della piccola m’interessa tantissimo, davvero. È meravigliosa. Ma la Granger, la Granger è la Granger.”

“Ti attrae?” domandò la donna

Il biondo annuì.

“Non solo fisicamente.”

I due coniugi si guardarono e sorrisero in direzione del loro migliore amico, poi in coro dissero

“Ti piace.”

Draco scosse il capo.

Provava davvero qualcosa per la Granger? Solo il tempo avrebbe potuto rispondere.

 

 

 

 

 

-

 

 

 

 

“Jane, ti prego non continuare a saltare! O ti rovinerai l’abito e saremo costrette a utilizzare un vestito bruttissimo!” disse esasperata la donna guardando con occhi severi la bambina che correva in lungo e in largo per la sua camera da letto.

Quella mattina era stata una vera tortura trovare l’abito adatto per lei e Jane. Ma alla fine, dopo pranzo erano riuscite nella loro missione.

Jane aveva un vestitino blu mare. Un corpetto con delle perline a manica corta e poi una gonna a ruota di tulle blu. Era bellissima. Sulle spalle un maglioncino bianco come le scarpette.

Era davvero bella. Anche i capelli erano stati acconciati da Ginny in una splendida treccia laterale.

La donna si avvicinò alla bambina e l’avvolse nel suo abbraccio per poi posarla sul letto.

“Resta qui e non ti muovere. Altrimenti andrai a stare da zia Ginny questa sera.”

La bambina serrò gli occhi e improvvisamente stette immobile, con somma soddisfazione dalla madre.

“Mi faccio una rapidissima doccia. Arrivo subito, tesoro.”

La bambina annuì per poi riprendere a giocherellare con un peluche.

 

La donna scivolò rapida sotto la doccia, sperando di cancellar via dal suo corpo i segni della stanchezza.

Doveva ammetterlo che si era divertita. Guardare Jane indossare tanti abiti e poi fare altrettanto lei dinanzi alla sua migliore amica e la sua bambina era stato uno spasso. Le aveva ricordato tanto le scene dei film babbani che lei adorava.

Sorrise coprendosi con un ampio asciugamano e poi tornare in camera dove vide Jane intenta a giocherellare con il suo peluche preferito.

 

“Ti va di spalmarmi un po’ di crema profumata sulle spalle?” domandò sorridendo alla bambina che annuì immediatamente.

Si fece aiutare da lei. E poi dopo qualche attimo indosso l’abito beige che aveva acquistato per l’occasione.

Notò Jane osservarla strabiliata.

L’abito le fasciava interamente il corpo, mostrando le sue forme, senza esagerare. Indossò delle decolté nere.

Decise di allisciare i capelli con l’uso della magia, lasciando la figlia ancora più a bocca aperta.

Un velo di trucco sul viso, un lucido sulle labbra, che mise anche alla sua bambina ed era pronta.

“Sei bellissima mamma.” Le disse la piccola guardandola dolcemente.

“Mai quanto te.” Le rispose ammiccando Hermione.

Poi la prese tra le braccia e scesero al piano inferiore.

Proprio in quel momento un bussare alla porta annunciava l’arrivo del loro cavaliere.

Hermione perse un battito.

Era davvero un appuntamento?

Guardò la sua bambina e sorrise

“E’ qui. Siamo state bravissime.”

Jane sorrise e annuì.

La donna aprì piano la porta e si ritrovò dinanzi un bell’uomo biondo, slanciato, in un elegante abito da sera blu notte.

Fece scorrere i suoi occhi sulla slanciata figura, non badando alla maleducazione verso cui si stava trascinando. Staccare gli occhi da quel corpo, da quell’uomo, fu particolarmente difficile, soprattutto quando questi si incontrarono con quelli grigi del biondo.

“Buona sera.” Lo sentì dire mentre anche i suoi occhi pervadevano il suo corpo, proprio come qualche attimo prima aveva fatto lei.

“Ciao Draco!” urlò la bambina sbilanciandosi tra le braccia della madre.

L’uomo le si avvicinò e lasciò che la bambina si buttasse letteralmente tra le sue braccia.

“Sei bellissima, Jane.” Le disse

La bambina sorrise vistosamente

“Anche tu sei molto bello.”

Poi scese e corse al piano di sopra.

“Dove è sparita?” domandò l’uomo

Hermione era sbalordita. Non era riuscita ancora a spiccicare una parola. Ridestatasi dalla voce dell’uomo, scosse le spalle.

Il biondo le si avvicinò pericolosamente, scrutandola a fondo, pervadendo con quei suoi occhi il suo corpo e la sua anima, come solo lui sapeva fare.

Le si avvicinò ancora. Avvicinando la sua bocca al suo orecchio.

“Sei splendida Granger.”

Il respiro sul suo collo, le procurò brividi per tutto il corpo.

Avrebbe voluto saltargli addosso. Ma la sua maledetta testa glielo impediva.

Cosa aspetti?

Cosa aspetti?

Bacialo.

Stringilo.

E se arrivasse Jane?

Sentiva ancora il suo respiro sulla sua pelle. Le sue labbra a poca distanza.

Inspirò.

“Grazie Malfoy.”

Aveva scelto di non agire.

L’uomo le si allontanò, giusto in tempo per l’arrivo della bambina.

“Siamo pronti per andare!” enunciò la piccola con aria saccente.

I due sorrisero a quegli occhi castani che la scrutavano e poi si smaterializzarono.

 

 

 

-

 

 

 

Villa Zabini era splendida.

Un giardino ricco di fiori rari precedeva la bella villa bianca. Hermione fissava il tutto ad occhi spalancati. Mentre Jane procedeva tenendo la mano a Draco e ponendo domande su chi fossero i proprietari di quella casa.

“Blaise e Daphne sono due miei amici, Jane. Hanno un figlio, James. Ti starà simpatico.”

La bambina annuì continuando a camminare.

In breve erano giunti all’entrata dell’elegante villa.

Sulla soglia, sorridenti i coniugi Zabini li attendevano.

“Ben arrivati!” enunciò sorridente Daphne Greengrass in Zabini abbracciando una sorpresa Hermione Granger e baciando la piccola Jane.

“Sei splendida Jane! Aveva ragione Draco!”

La bambina leggermente imbarazzata, sorrise.

“Vieni, ti faccio conoscere James!”

Draco fece entrare prima Hermione  e le posò una mano sulla schiena.

Il cuore di Hermione vibrò ancora a quel contatto.

Quanto tempo era che nessuno la toccava, l’accarezza?

Non ricordava nemmeno di averlo mai fatto. Non ricordava nessuno che fosse stato così presente.

 

“Tutto bene?” le domandò Draco, notando la sua espressione assente, mentre un entusiasta Blaise faceva da Cicerone per l’intera villa.

Lei annuì e sorrise a quell’uomo.

Cosa le aveva fatto Draco Malfoy?

 

 

La cena era trascorsa in perfetta armonia. Hermione si aspettava che quella sera ci sarebbe stata l’intera elitè magica, invece erano solo loro quattro con i piccoli James e Jane che sembravano andare d’amore e d’accordo.

Avevano chiacchierato dei vecchi tempi, senza rancore. Sorridendo degli errori provocati dall’influenza dei vecchi genitori. Hermione era stata sorpresa di vedere quanto amore la vecchi algida Daphne Greengrass provava verso il marito.

Aveva visto Draco giocare con i bambini, entrambi pazzi di lui.

“James lo adora.” Disse Daphne sedendosi accanto alla ex Grifondoro e offrendole una tazza di caffè.

Hermione annuì.

“Sì, glielo si legge in faccia.”

“Anche Jane sembra straveda per Draco.”

Hermione sorrise alle parole della signora Zabini.

Era vero, sua figlia stravedeva per quell’uomo. Lo stava osservando, vedeva i suoi occhi sereni, lo vedeva stringere le mani di quei due bambini, fare delle magie per loro. Scherzare. Era così diverso dal vecchio Malfoy.

Delle note soavi pervasero l’aria.

Vide Draco ridere e spingere James verso la piccola Jane. L’aveva spronato ad invitare la piccola Granger a ballare con lui.

Hermione sorrise ancora. Poi il cuore perse un colpo quando vide la slanciata figura del biondo avvicinarsi alla sua.

“Ti va di ballare, Granger?” le chiese dolcemente

L a sua mano tesa verso di lei. I suoi occhi che la guardavano e scrutavano speranzosi.

Avrebbe ceduto?

Avrebbe dovuto farlo?

Guardò sua figlia sorridere tra le braccia del piccolo Zabini.

Inspirò e afferrò la mano del biondo che sorrise al suo indirizzo.

L’attirò a se per i fianchi.

“Non pestarmi i piedi, Malfoy.” Sussurrò lei contro la camicia dell’uomo.

Aveva un meraviglioso profumo.

Lo sentì ridere contro i suoi capelli.

La sua stretta sempre più salda, ma al tempo stesso delicata. Calda.

Le loro mani erano strette. I loro cuori battevano forte.

Draco non scostava mai lo sguardo da quello della giovane donna. Era bellissima. La vedeva mordersi il labbro, come di consueto, quando era evidentemente imbarazzata. Vide le sue labbra imporporarsi quando i loro sguardi s’incontrarono.

Strinse ancora più la sua mano nella sua.

“Granger non sarai mica imbarazzata?” la stuzzicò

Lei lo guardò torva

“Ho solo paura che possa risvegliarsi qualcosa, Malfoy.” Rispose ammiccando la donna.

“Touchè.”

Scoppiarono a ridere assieme.

La musica era terminata. I coniugi Zabini da perfette serpi avevano portato in giardino le due pesti.

Restavano solo loro, le loro mani intrecciate, i loro corpi vicini in quella stanza finemente decorata.

Hermione aveva il respiro accelerato.

“Vorrei baciarti.” Sussurrò l’uomo contro l’orecchio della donna.

Giù tutte le barriere. Giù, le paure, i timori. Giù quelle maschere che non avevano portato a nulla.

Avevano ragione Blaise e Daphne lei gli piaceva, la desiderava. Non desiderava il suo corpo, non solo quello. Desiderava guardarla, viverla, vederla imbarazzarsi. Desiderava toccare le sue labbra. Inspirare il suo profumo. La desiderava nella sua totalità. La desiderava.

La sentì inspirare tra le sue braccia.

I loro occhi si incontrarono, il suo mordersi il labbro.

Con il pollice accarezzò quel labbro ora arrossato.

Lei chinò il capo.

“Non nasconderti.” Le sussurrò

Tornò ad accarezzarle il viso, mentre i suoi occhi castani lo scrutavano sorpresi.

Delicatamente le si avvicinò. Senza forzarla. Lasciando che le loro labbra si incontrassero. Lei indietreggiò titubante, poi si abbandonò a quel tocco. A quelle mani sulla sua pelle. A quella sensazione di sicurezza. Si perse in quella danza con la sua lingua, con il suo sapore.

Si staccarono per qualche istante.

“Voi Granger avete uno strano fascino. Cosa mi avete fatto?”

La strega sorrise non staccandosi dall’abbraccio del biondo.

“Mamma?” una vocina alle loro spalle li ridestò.

Hermione si staccò immediatamente dall’abbraccio del biondo, che rimase quasi scottato dall’atteggiamento della donna. Sentiva già il suo calore e profumo mancargli.

“Jane, tesoro!” disse Hermione prendendola in braccio.

“Perché non vi abbracciate più?” domandò innocentemente la bambina

Hermione e Draco si guardarono sorridendo.

L’uomo si avvicinò alla piccola e le domandò

“Vuoi far parte di un abbraccio a tre?”

La bambina sorrise e annuì esageratamente facendo sorridere i due.

Così, il biondo si avvicinò a loro e le strinse tra le sue braccia.

“Cosa mi avete fatto, Granger?” ripetè ancora sorridendo.

  
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