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Autore: hellosunshjne    05/05/2012    3 recensioni
Questa storia racconta di un gruppo di amiche che tutto si aspettavano ma tranne di coronare il loro sogno!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Consiglio questa: http://www.youtube.com/watch?v=hOStF4q0zZI
Leila’s mind

“Amore ma che hai combinato, vieni qui” . Presi in braccio mio figlio dal box e gli aggiustai la maglietta.
“Mamma mi sono ppoccato!”
“L’ho notato e non capisco come. Dani rimani qui, vado a prenderti un’altra maglietta” dissi ridendo.
Con il cuore ancora a mille andai in cameretta a prendere il cambio per Daniel, avevo sentito dopo due anni la voce di Hope e ancora dovevo rielaborare.
Passai per il corridoio della mia nuova casa e guardai le nostre foto, asciugai una lacrime e corsi da mio figlio che urlava il mio nome.
“Mamma perché piangi?” disse appoggiando una manina sulla mia guancia.
“Non sto piangendo, mi è entrata una cosa nell’occhio. Alza le braccia” dissi sfilandogli la maglietta sporca di succo di frutta e mettendogli quella pulita. Daniel cominciava a grattarsi l’orecchio e a strofinarsi gli occhietti, segno che aveva sonno. Lo presi e lo portai nella culla.
“Non voglio dommire mamma, raccontami la favola del cantante”. Sì, esattamente. Non gli avevo mai raccontato favole con principe azzurro o principessa, ma sempre e solo la favola dei suoi genitori. Come ogni sera iniziai a raccontare di un ragazzo scuro di pelle, con gli occhi color nocciola ed i capelli nero corvino.
“Come i miei mamma”
“Si, come i tuoi” tirai su con il naso e gli diedi un bacio sulla fronte. Mi alzai lentamente e rimasi a guardarlo per qualche minuto. Era identico al padre, da far impressione. Appena mi ero trasferita molti mi chiedevano se fosse mio fratello adottato o qualche parente alla lontana. Io con coraggio rispondevo che era mio figlio e che aveva preso tutto dal padre. Il colore della pelle, i capelli, i modi di fare ma di mio aveva gli occhi e il carattere solare.
Conosceva i suoi nonni, materni naturalmente. Mi avevano accolto con un pancione e allo stesso tempo mi hanno acconsentito di farmi trasferire a New York, lontano da tutto e da tutti.
Daniel conosceva tutte le canzoni dei One Direction, non potevo non fargliele ascoltare. Gli mostravo le loro foto e costantemente fingevo che qualcosa mi fosse entrato negli occhi.
Andai nel mio letto e presi il telefono. Volevo chiamarlo ma non ne avevo le forze così composi il numero di Tay.
“Si? Pronto?”
“Tay..” le lacrime cominciarono a scendere al suono della sua voce.
“….” Percepivo la sua emozione “ Leila..Dio Leila!”
“Si sono io..Oh Tay” scoppiai letteralmente a piangere sentendo i suoi singhiozzi.”Tay se piangi tu piango anche io”
“Come stai? Hope ci ha detto tutto. Cazzo quanto mi sei mancata, quanto mi manchi”
“Non dirlo a me! Mi mancate tutti, sono sempre super informata sui vostri spostamenti. Due anni di fidanzamento avete fatto! Liam e Chanel che si sposano”
“Oh c’è dell’altro, fidati! Ma dimmi tu come stai? Dove stai? Vediamoci!”
“Io sto bene..ho preso una casa in affitto qui” dissi a bassa voce mentre uscivo dalla camera.
“Perché parli a bassa voce?”
“Daniel dorme e non voglio svegliarlo”
“Oh Daniel..Quella foto che mi hai mandato l’ho sempre tenuta per me, come ti avevo promesso. Immagino sia cresciuto!”
“Oh si..è identico a..insomma hai capito. Lui come sta?”
“Meglio parlarne di persona”
“Accennami qualcosa..”
“Oggi ha avuto una crisi.. E’ difficile da spiegare così”
“Senti ma loro ora hanno un concerto giusto?”
“Sisi, dovremmo raggiungerli tra poco”
“Capito, ora devo proprio andare. Ti chiamo domani okkei?”
“Va bene..ti aspetto eh! Leila..”
“Dimmi Tay”
“Mi sento terribilmente in colpa”
“Chiudi quella boccaccia e non pensarci minimamente. Mi manchi da morire, a domani. Dani piange!”
“A domani tesoro”
Daniel non piangeva ma io avevo bisogno di pensare, di riflettere. Volevo evitare di incontrarlo ma in questi due anni ero maturata parecchio.
Avevo affrontato una gravidanza e stavo crescendo mio figlio con le mie forze. Avevo molte amiche dove mi ero trasferita ma casa mi mancava molto. Zayn mi mancava molto.
Presi delle riviste vecchie ed inserii il loro ultimo cd nello stereo. Abbassai il volume e rilessi quegli articoli che ormai sapevo a memoria. Zayn mi aveva cercata molto, aveva fatto anche delle follie per farsi notare. C’erano foto che lo ritraevano in condizioni pietose, o piangeva o era ubriaco. Poi c’erano quelle foto in cui stava tra le braccia di qualcuna e facevano terribilmente male. Anche io ero uscita con qualcuno ma inutilmente, l’unica mia ragione di vita era diventata mio figlio.
Era il mio tutto, non ci sono altre parole per descrivere il nostro rapporto. A volte mi veniva voglia di chiamare qualcuno di loro e scambiare qualche chiacchiera, ma a cosa sarebbe servito? Nelle interviste i ragazzi anche parlavano di me e io sorridevo quando le sentivo. Mi avevano cercata tutti.

“Mamma!Mammaaaaaaaaaaaaaa!Mammaaaaa!” urlò Daniel dalla culla. Saltai all’in piedi e sentivo un mal di schiena incredibile, mi girai e notai che mi ero addormentata sul pavimento e lo stereo era ancora acceso. Corsi in camera da letto e presi Daniel in braccio.
“Sono qui, tranquillo” gli diedi un bacio sulla fronte, sul nasino e poi cominciai a fargli il solletico sul letto.
“No mamma ti pregooo” disse tra una risata e l’altra. Poggiò una manina sul mio collo facendo a me il solletico e così mi sdraiai al suo fianco.
“Sei pronto?”
“Per cosa?”
“Oggi ti porto a conoscere i One Direction”
“C-cosa?”
“Si amore, non sei contento?”
“S-si mamma, tono contentissimo. Ma tu ppesso piangi, sei pronta tu?”
“Oh..amore di mamma vieni qui”. Lo strinsi forte tra le mie braccia e gli diedi tanti piccoli bacetti.
“Adesso basta eh. Ho fame” sorrisi e lo portai in cucina. Gli preparai il biberon e lo feci mangiare.
Dopo 10 minuti io ero pronta e stavo vestendo Daniel. Bermuda blu e una polo bianca. Si guardò allo specchio e si alzò il colletto. A quella scena scoppiai a ridere.
“Un metro di uomo, guardatelo!”
“Mamma non pppprendermi in giro! Come sei bella mamma”. In effetti mi piacevo. Mi ero preparata bene, non so neanche io perché ma dovevo sentirmi bene. Avevo un pantaloncino di jeans, una maglia bianca larga, ballerine blu e bianche e una collana con il simbolo della pace. Andammo tutti e due in bagno e gli feci il ciuffo, mi truccai anche io ed eravamo pronti.
Chiusi a chiave la porta di casa e tirai dalla macchina il passeggino.
“No mamma, niente passeggino oggi”
“Se poi ti stanchi?”
“Non mi stanco giuro mamma”. Sbuffai e posai il passeggino. Passammo davanti alla solita edicola ambulante e il proprietario mi sorrise appena mi vide.
“Buongiorno signorina, Daniel. Cosa prendete oggi?”
“Mi dia questo e il solito per Daniel”. Pagai quello che avevo comprato, ovvero un giornale in cui parlavano dei One Direction a New York e il giocattolo quotidiano di Daniel, e andai a sedermi su una panchina mentre Dani stava sullo scivolo.
Sentii un chiasso tremendo e mi alzai dalla panchina, presi per mano Daniel e ci avvicinammo alla folla.
“Ma che succede?” chiesi ad una ragazza.
“Ma come! Ci sono i One Direction!”. A quelle parole sentii un giramento di testa ma mi trattenni dal svenire, ero diventata evidentemente pallida dato che la madre della ragazza mi chiedeva come stavo. Io sorrisi flebilmente e presi in braccio Daniel. Lo strinsi forte a me, come se fosse la mia ancora e cercai di inoltrarmi nella folla.
Erano lì, a pochi passi da me. Sperai che non si accorgessero che c’ero anche io in mezzo a quelle fan urlanti ma Harry rimase immobile, piantando i suoi occhi nei miei.
“Leila..” mimò con le labbra. Io scappai dalla folla e cominciai a correre. Sentivo la gente urlare il nome di Harry, avevo paura di girarmi. Sentivo il suo sguardo sui miei capelli che affrontavano il vento. Correva dietro di me.
  
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