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Autore: Elouise    05/05/2012    1 recensioni
"Caro Diario,
non ci crederai mai! Ricordi il ragazzo occhi-cielo di cui ti ho tanto parlato? Bè...fa strano anche a me dirlo,ma l'ho incontrato! Questa volta da vicino. Così vicino che mi sono persa nell'azzurro dei suoi occhi mentre mi rivolgeva un semplice 'ciao'."
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ok. Ero un' impedita!

Non sapendo cosa fare mi siedo su una panchina all'angolo verde e fredda,
Inizio a torturarmi i capelli con le mani.
Mi guardo intorno spaesata.
Come avevo fatto a perdermi?
Pian piano vedo che si avvicina a me un ragazzo alto, dagli addominali leggermente scolpiti che si intravedevano dalla maglietta bianca. Indossava dei jeans e un paio di Converse bianche. In testa aveva un cappello grigio. Non so perchè lo portasse visto il caldo che faceva quel giorno. Da esso fuoriusciva un riccio castano che gli cadeva sulla fronte.
I suoi occhi avevano un nonsochè di misterioso. Non riuscivo a capirne il colore visto che erano coperti da un paio di occhiali da sole.
Arrivò fino alla mia figura.
Stette lì fermo per qualche secondo e poi mi disse  :

"Ci sono problemi signorina?"
"In realtà sì. Mi sono persa e non riesco a tornare al mio Hotel"dissi con una voce leggermente imbarazzata.
"No Problem! Ti accompagno io se vuoi..."
"Sì, grazie!" dissi entusiasta senza nemmeno lasciargli finire la frase.

Mi fece un sorrisetto permettendomi di vedere due fossette adorabili agli angoli delle carnose labbra rosse.
Aveva un qualcosa di familiare, ma per il panico e la leggera agitazione, non mi soffermai su quel pensiero.
Iniziammo a camminare.
Un silenzio di vari minuti ci fu tra di noi che in seguito venne interrotto da lui.

"Allora qual è il tuo Hotel?" disse.
"L'Hotel Central Park" risposi io.
"Non ti ho mai vista in giro. Non sei di qui vero?" chiese incuriosito.
"Infatti io sono italiana e sono qui per una vacanza" dissi.
"Ah..Capisco! Italiana dici? Mi piacciono le italiane" disse con un tono malizioso.
Per risposta improvvisai una leggera risatina.
"Io ho fame, ti va di fermarci qui e pranzare insieme?" mi propose indicando un locale.
"Avrei un certo languorino anche io e penso di essere ormai in ritardo per il pranzo all'Hotel" dissi.
"Deduco che è un sì " rispose soddisfatto.
Io annui semplicemente.

Entrammo in quel locale dal look molto rustico.
Ci accomodammo a un tavolo in un angolo.
Dopo nemmeno cinque minuti si avvicinò a noi il cameriere chiedendo le ordinazioni.

'Veloce il servizio!' pensai.

Si allontanò e per rompere il silenzio decisi di fare la prima mossa e di presentarmi.

"Comunque io sono Hope,piacere"
"Piacere mio Hope!" rispose
"E tu non mi dici il tuo nome?" domandai confusa.

'So get out, get out, get out of my head and fall into my arms instead!...'

Era la suoneria del mio cellulare, ovviamente una canzone dei miei idoli.
Subito iniziai a cercare come una forsennata l'apparecchio dentro quella borsa senza fondo.
Intanto la musica continuava e l'imbarazzo aumentava.
Finalmente lo trovo!
Lo prendo e rispondo. Era mia madre che voleva sapere come stessi.
Riposi il telefono nella borsa.
Guardai il ragazzo e lui iniziò a ridacchiare.

"Perchè ridi?" chiesi infastidita.
"No,niente" rispose.
Per cambiare discorso dissi: " Allora? Non hai ancora risposto alla mia domanda"
Mi rispose con un semplice "non importa"

Lo guardai stranita sempre più. Volevo ribattere, ma lasciai stare.
Dopo qualche minuto ci portarono ciò che avevamo ordinato.
Mangiammo.
Lo guardai mangiare. Era molto educato!
Più lo guardavo più mi sembrava di averlo già visto, ma pensavo di apparirgli una sciocca dicendogli 'Sai penso di averti visto da qualche parte, chi sei?' .
Lui notò che lo stavo fissando e sorrise.
Subito staccai imbarazzata il mio contatto visivo da lui.
Dopo una ventina di minuti finimmo di mangiare.
Lui insistette per pagare e io non obbiettai più di tanto.

Riprendemmo a camminare verso l'Hotel.
  
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