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Autore: Dreamersan    06/05/2012    2 recensioni
Dopo l'ennesima lotta contro un demone, Angel si ritrova catapultato nel 1750, tre anni prima che fosse trasformato e dopo tanto tempo sarà costretto a far nuovamente i conti con la sua famiglia,
la stessa famiglia che più di duecento anni prima, ricorda di aver ucciso...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angel, Cordelia Chase, Liam, Wesley Wyndam-Pryce
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1- Galway


Una famigliola irlandese, dopo aver fatto una breve preghiera al Signore, era ormai sul punto di pranzare quando, dal nulla, apparve uno strano cerchio viola che con un rumore assordante, sputò fuori una figura scura.

Molto più che sconvolti madre, padre e figlia guardarono l’ombra venir lanciata velocemente verso il tavolo e finir contro la parete della cucina e non sapendo assolutamente cosa fare, rimasero ad aspettare che il portale si richiudesse.

Così, dopo essersi fatti istintivamente il segno della croce, deglutendo spaventati rivolsero la loro attenzione all’uomo apparso dal nulla e che ora si stava massaggiando la testa gemendo.

Il capo famiglia turbato, afferrando un coltello dalla tavola rovesciata, si diresse sospettoso verso lo sconosciuto che fra l’altro indossava degli abiti così scuri, da fargli pensare che prima di arrivare da quella... cosa fosse stato a un funerale.

Tuttavia quando fu ormai a pochi passi dall’uomo, quest’ultimo alzò il volto e il signore, all’immediato riconoscimento del ragazzo, non poté fare a meno di sussultare e di lasciar cadere l’arma dalle mani ormai sudate.

«Liam?» Domandò, incredulo e vide immediatamente il giovane sobbalzare, spalancare gli occhi in stato di shock e guardarlo come se avesse appena visto un cadavere.

Dal suo canto, alla vista dell’uomo e del resto dei presenti, Angel se possibile diventò ancora più pallido e subito si ritrovò a sbattere più volte le palpebre a ritmo irregolare.

Era stato appena risucchiato da un enorme cerchio viola, questo è vero, ma non era ancora diventato pazzo e, da uomo razionale qual era, sapeva che quell’uomo che ora lo stava fissando come se fosse un alieno, non potesse essere suo padre.

Perché suo padre era morto e sotto le sue zanne per giunta!

E la medesima sorte era toccata a sua madre, sua sorella ed anche ad Anna, pensò disgustato da se stesso.

«Liam?» Ripeté anche Kathy, gli occhi scuri pieni di domande.

Il vampiro ansimò, non sapendo proprio cosa rispondere.

Era sconvolto e inoltre erano più di duecento quarant’anni che nessuno l’aveva più chiamato con quel nome e perciò, incapace di proferir parola, il non morto riuscì solo ad annuire debolmente, prima che nella stanza calasse il silenzio più totale.

Oddio, questo non può succedere davvero, pensò disperato, guardando la sua famiglia e iniziando immediatamente a sudare freddo quando rivolgendo lo sguardo alle finestre, si accorse di essere spacciato.

Infatti era pieno giorno e a meno che non avesse voluto fare un bel falò, sarebbe stato costretto ad affrontare quella che si preannunciava essere una bruttissima conversazione.

«Da dove diavolo arrivi? E che hai fatto ai capelli, per non parlare dei vestiti…» gli disse suo padre con un cipiglio, facendogli ricordare che loro due non avessero mai avuto un buon rapporto.

Così cercò in fretta qualcosa da dire, ma nonostante ciò realizzò istantaneamente che raccontare la verità sarebbe stato decisamente fuori discussione, poiché se avessero saputo quello che era realmente, suo padre avrebbero cercato di ucciderlo e, probabilmente, non avrebbero nemmeno ascoltato, né il fatto che venisse da duecento quarantasei anni nel futuro, né tantomeno che ora avesse un'anima.

«Ehm, Io…» parlò incerto, cercando di ricordarsi il suo vecchio accento; infatti se si fosse messo a parlare come un americano, avrebbe dovuto inventarsi una storia ancora più assurda di quella che stava per rifilare.

«Tu cosa, ragazzo?» Gli chiese, con tono accusatorio suo padre e Angel si sforzò di non ridere per il modo in cui l’aveva chiamato: “ragazzo”, un termine ridicolo se si pensava al fatto che ormai avesse più del quadruplo della sua età.

Ma il vecchio, vedendolo sorridere si infuriò e prese il fucile che teneva sempre lì vicino, rimanendo tuttavia sorpreso quando il ragazzo a tale gesto non batté ciglio; a differenza delle due donne che lo guardarono sconvolte.

«Sei un diavolo?» Domandò minaccioso e vedendolo in risposta deglutire.

Era un diavolo?

Beh, un diavolo no, ma un demone sì.

In ogni caso non era necessario che suo padre lo venisse a sapere, non in quel momento almeno.

«No, certo che no. Come vi vengono in mente certe idee? Lo giuro, non so proprio come sia finito qui, ricordo solo che c’era una... strega... che ha pronunciato alcune parole e beh, il resto lo sapete» disse provando ad essere convincente e ringraziando mentalmente il fatto che vivendo così a lungo avesse imparato a mentire decentemente, cosa che Liam con suo padre non aveva mai saputo fare del tutto.

«Una strega...» ripeté il genitore scettico, guardandolo dritto negli occhi scuri. 

«Che anno è?» 
Osò chiedere allora, con un tono di voce alquanto esitante.

Il padre gli lanciò un'occhiataccia, incrociando le braccia al petto e sempre più convinto del fatto che il figlio nonostante tutto stesse nascondendo qualcosa.

Era tutto troppo... assurdo.

«È l'anno del Signore millesettecento cinquanta» rispose la moglie al posto suo, guardando preoccupata un'ombra scura comparire sul volto del ragazzo.

Tre anni prima che fossi trasformato, fantastico, non posso nemmeno cambiare il futuro, pensò Angel.

«Perché hai quella faccia, Liam? Non verrai mica dal futuro, non è vero? Non è possibile, anche se mi sembri più grande rispetto all'ultima volta in cui ti ho visto.»

Non sai quanto hai ragione Kathy...

«Ho ventisei anni» le rispose dispiaciuto del fatto che avesse dovuto mentirle, anche se dopotutto quel che le aveva detto era una mezza verità.

«E chi ci dice che tu non ci stia solo prendendo in giro?» Sbottò suo padre, sempre sospettoso e scrutandolo con gli occhi ridotti a due fessure.

Si aspettava davvero che credessero a una simile assurdità?

«Beh, il portale l'avete visto anche voi…» replicò lui prontamente, facendo abbassare per un momento lo sguardo al genitore, che cercò in tutti i modi possibili di nascondere il fatto che gli occhi di Liam lo avessero fatto rabbrividire.

Infatti, i suoi occhi erano simili a quelli dell'ultima volta in cui l'aveva visto, ma al tempo stesso diversi, erano spenti e seri, come quelli di un vecchio che nella sua vita aveva visto troppe cose.

E anche se probabilmente era solo una sensazione, il capo famiglia percepiva che in suo figlio ci fosse qualcosa di terribilmente sbagliato.

Angel tirò un sospiro di sollievo quando si accorse che suo padre si era bevuto l'intera storia o, che almeno aveva deciso di lasciar cadere l'argomento, ma poi guardando i freddi raggi del sole di dicembre si chiese cosa sarebbe potuto succedere in quelle quattro ore che mancavano al sole per tramontare.

Non poteva restare lì, era troppo rischioso, tuttavia, nonostante tutto si accorse che ciò che non avrebbe dovuto fare era anche ciò che in quel momento si era ritrovato a desiderare maggiormente.

Inoltre temeva che questa volta sarebbe stato molto difficile, se non impossibile, comportarsi da bravo ragazzo, perché desiderava ardentemente passare del tempo con la sua famiglia e la parte più irrazionale di lui sperava anche che così facendo, avrebbe potuto alleviare i sensi di colpa per aver squarciato loro la gola.

«Hai un posto dove stare?» Gli chiese sua madre, sapendo benissimo che se avesse detto il vero, si sarebbe trovato solo in un mondo ormai "diverso" da quel che conosceva.

Angel sospirò, ma scosse la testa mordendosi il labbro inferiore, sapeva cosa stessero per offrirgli.

«Puoi restare qui...» gli propose il padre, accogliendo la richiesta della moglie e il vampiro si ritrovò ad accettare docilmente l'offerta, non sapendo dove altro avrebbe potuto nascondersi durante le ore di giorno.

A quel tempo infatti i demoni non erano solo parte dei film dell'orrore, ma erano un qualcosa di molto più che reale.

Quel che sospettava però, era il fatto che il vecchio gli avesse proposto di rimanere lì soltanto per osservarlo meglio e in fin dei conti, come avrebbe potuto non biasimarlo?
                                                                                                                         

Era già calata la notte quando, dopo la cena lui e Kathleen salirono al piano superiore della grande casa.

La bambina fissava curiosa il volto di suo fratello, era così pallido, come se non avesse visto il sole per mesi e il suo sguardo era terribilmente triste.

«Liam, perché sei triste?» Si decise a chiedergli con innocenza, facendolo sussultare.

Perché fra meno di tre anni ti ucciderò, pensò il ragazzo, mostrandole un sorriso forzato che portò Kathy a chiedersi da quanto tempo non ne facesse uno vero.

Arrivati alle rispettive camere dopo aver dato un bacio sulla fronte alla sua sorellina, Angel si chiuse la porta di camera sua alle spalle appoggiandosi contro il muro bianco della sua stanza.

La camera era proprio come la ricordava, non troppo piccola, ma neppure troppo grande e per sua fortuna mai illuminata dal sole.

Chissà se anche il resto della città era come la ricordava...

Beh, perché non ci vai allora? Giusto per toglierti lo sfizio, gli suggerì una vocina nella sua testa e così una volta che tutti si furono addormentati, il vampiro saltò giù dalla grande finestra che dava sul cortile e corse per più di un chilometro nel boschetto che circondava la casa, prima di riuscire a scorgere le prime case della città.

Angel si aggirò sorridendo per le piccole stradine ricoperte di ciottoli, era tutto così surreale e dopotutto per certi aspetti gli mancava il secolo in cui era cresciuto.

Niente cellulari, niente computer, niente poliziotti che aspiravano a trafiggergli lo stomaco con un asse di legno...

Insomma, libero dai doveri e dalle responsabilità che aveva a casa, non poteva fare a meno di sentirsi più tranquillo e, soprattutto, più libero.

Le abitudini però, si dice, sono dure a morire e senza che se ne accorgesse veramente, in poco tempo Angel si ritrovò a camminare lungo le stradine più buie di Galway, alla ricerca di qualche demone da uccidere.

I suoi sensi erano all'erta e così, quando sentì una mano afferrarlo per la spalla, con un ringhio e con una velocità a dir poco sorprendente, afferrò il povero malcapitato per la gola, sbattendolo contro un muro.

«Liam, amico, che ti prende?» Si lamentò l'uomo, con un forte accento irlandese e dall'odore di alcol che emanava, probabilmente ubriaco fradicio.

Il vampiro, realizzando immediatamente che quello che gli si trovava di fronte non fosse un demone ma un essere umano, lo lasciò andare e con un sforzo riuscì a riconoscere in quell'individuo uno dei tanti "amici" con cui spesso, in passato, era andato a bere e a puttane.

«Nolan?» Domandò di rimando, pregando affinché ne avesse indovinato il nome.

«Ma di che ti sei fatto, amico? I tuoi occhi sembrano gialli!» Esclamò lui, ridendo sguaiatamente e con le guance così rosse da apparir sanguinanti.

Angel fece un profondo respiro per cercare di rilassarsi, ringraziando mentalmente il fatto che il giovane quella sera fosse talmente ubriaco da non riuscire neppure a camminare in linea retta.

«Sei ubriaco, vieni ti porto a casa è pericoloso girare in queste strade di notte» disse dopo un po', mettendosi il braccio dell'amico in spalla e aiutandolo a camminare.

L'ultima cosa che desiderava, era che a qualcuno potesse toccare la sua stessa sorte...

Le stradine di Galway erano piene di piccoli ladruncoli e non era da escludere che in città ci fosse anche qualche demone.

«Oh Liam, avanti non fare il guastafeste! Che ti succede e che hai fatto ai capelli?» Ridacchiò non capendo il perché proprio Liam O'Connor, la persona più irresponsabile e libertina che conoscesse si stesse mettendo a fargli la paternale.

Forse ho solo bevuto troppo, pensò Nolan.
                                                                                           
                             

«Mascalzone! Come osi ripresentarti di nuovo alla mia porta!» Urlò il padre del ragazzo al povero vampiro una volta che furono giunti alla casa del giovane e questa volta nonostante gli sforzi, Angel non riuscì proprio a ricordarsi il perché quell'uomo ce l'avesse tanto con lui.

«Nolan è ubriaco» disse semplicemente, notando il colorito dell'uomo diventare tendente al rosso.

«Certo che è ubriaco, vi ubriacate tutte le sere! Disgraziati,
 siete il disonore delle vostre famiglie» sputò fra i denti, aspettandosi da Liam un commento sarcastico, che però non arrivò.


Il ragazzo quella sera sembrava terribilmente serio e anche perfettamente sobrio.

Un momento... sobrio?

Liam O'Connor sobrio?

Il padre di Nolan stentava a crederci, ma tuttavia non disse niente e lanciando un'occhiataccia al vampiro e afferrando il figlio per il colletto gli sbatté la porta in faccia.

Alle sei del mattino, iniziando ad essere assonnato e desiderando anche non incrociare il cammino dei primi raggi di sole, Angel decise di tornare a casa, ma una volta aperta la porta principale, trovò ad attenderlo una brutta sorpresa.

«Dove sei stato?» Gli chiese adirato suo padre e con in volto un cipiglio terribilmente familiare.

Merda, lo sapevo che sarei dovuto passare dalla finestra...

«In giro» rispose evasivo; si era ripromesso di non permettere al genitore di trattarlo come se fosse un ragazzino.

«Dove sei stato!?» Ripeté di nuovo il signor O'Connor, con un tono che non ammetteva repliche e avvicinandosi minacciosamente al figlio.

Angel era più alto di suo padre e se in vita il suo atteggiamento l'aveva intimorito, ora l'unica cosa che sentiva per quell'uomo era il dispiacere di non avergli dato un figlio migliore.

«Stavo solo controllando che nulla fosse cambiato» confessò dopo un po' e ammettendo in cuor suo che, paradossalmente, gli fossero mancate anche le loro litigate.

«Non sei ubriaco» continuò il padre guardandolo meglio, la confusione sul suo viso più che evidente.

Il vampiro si avvicinò al fuoco, cercando di scaldarsi le mani fredde.

«No, non lo sono» ridacchiò.

Possibile che sia realmente cambiato?

«Vai a dire ad Anna di svegliare tua sorella» ordinò poi brusco, desiderando chiaramente cambiare argomento.

Angel scosse la testa sospirando, ma per quella volta decise di obbedire, andando tuttavia in crisi quando si accorse di non ricordare molto né di dove si trovasse la stanza della ragazza, né di lei in generale, se non il fatto che in passato l'avesse molto divertito vederla arrossire ai suoi complimenti.

«Anna? Sono Ang... Liam» disse, bussando alla prima porta sulla destra e correggendosi all'ultimo momento.

Trovare la stanza era stato più facile di quanto si aspettasse, era bastato soltanto seguire il profumo che sapeva per certo non appartenere a uno dei suoi familiari.

Dopo un attimo la cameriera gli aprì, era già vestita e le sue guance si colorarono di rosso alla vista del vampiro.

«Master Liam…» lo salutò, sistemandosi imbarazzata la lunga gonna.

«Mio padre dice che dovresti andare a svegliare Kathy» le disse, tenendosi ben lontano della soglia della porta, ormai inondata di luce.

«Ora vado, Signore» gli rispose, arrossendo ancor di più quando lui le rivolse un debole sorriso.


         

Dopo appena un'ora, sbadigliando il vampiro decise che sarebbe stato meglio andare a dormire almeno qualche ora, rimanere sveglio giorno e notte l'avrebbe distrutto e in più doveva cercare di non pensare alla fame...

Così, entrando nella sua camera, chiuse la porta a chiave e tirò bene le tende, non poteva rischiare che suo padre entrasse mentre stava dormendo e lo buttasse fuori dalla stanza, nel corridoio ormai quasi ricoperto dalla calda luce del sole.

Chissà se Cordelia e Wesley stessero cercando un modo per riportarlo indietro...

Per sua fortuna ricordava che per quel Natale l'altro se stesso, dopo una brutta litigata con suo padre, avesse deciso di passare le vacanze dagli zii a Dublino.

Sarebbe stato troppo traumatico per lui rivedersi umano e guardare come avesse sprecato tutta la sua vita.

Suo padre aveva fatto bene a disprezzarlo, Liam era stato un poco di buono e c'erano voluti centinaia di migliaia di morti sulla coscienza per spingerlo a maturare e con questi pensieri il vampiro si addormentò, sperando per una volta di non fare incubi.

 

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Salve a tutti ;)

Mi scuso per il mio ritardo nell'aggiornare, ma avendo avuto il computer pieno di virus, purtroppo ne son stata privata per un bel po' di tempo...

La storia, mi son dimenticata di dire, è ambientata fra la prima e la seconda stagione e... Niente, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e
che lascerete una piccola recensione per farmelo sapere :)

Dreamerchan
 

   
 
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