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Autore: Matt2291    06/05/2012    2 recensioni
Una storia in cui Naruto e Sasuke, ormai ultraventenni, decidono di prendere le redini della loro vita e andare a vivere per conto proprio; per meglio dire insieme, come coinquilini ^^
Scopriremo che la quotidianità da affrontare è più difficile di quanto si crede per due ragazzi alle prime armi con la loro vita autonoma!
Tra introspezioni di vita e risate a tutto spiano, scopriremo che convivere è davvero un'avventura!
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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***

 

- Io prendo il DVD. Tu accendi la tv e spegni la luce.

- Naru, mi viene da vomitare.

- Chiaro, ti sei bevuto due damigiane di rosso a stomaco vuoto.

- Non è vero! Ho spizzicato anche un paio di tramezzini giusto per tappare il buco.

- Con quello che hai bevuto, per tappare il buco ci vuole un quintale di cemento armato.

- Ma se abbiamo bevuto la stessa cosa!

- Sì, ma io l’alcol lo reggo.

- Anch’io il vino lo reggo bene.

- No, sono io che ti reggo, e neanche tanto bene! Ogni volta che bevi mi tocca offrirti la spalla.

- Sei un amico.

- Lo sono un po’ quando mi vomiti addosso, ed è già successo un po’ troppe volte.

- Dai, Naruto, sto malissimo!

- Che posso fare?

- Mi sento stanco.

- Ci credo! Dalle Colonne a casa è un bel pezzo. Ecco spiegata la tua stanchezza.

- No, mi sa che ho anche un po’ di febbre. Sai dov’è il termometro?

- No.

- Pensaci bene! L’ultima volta che l’ho visto lo stavi usando per vedere se l’acqua della pasta supera i 40 gradi… lo scienziato pazzo di Ritorno al futuro.

- Intanto l’impianto elettrico della casa l’ho fatto io. Ne vogliamo parlare?

- È meglio di no, visto che quando accendi la luce in sala parte la lavastoviglie del nostro vicino. Eccolo. Trovato. Comunque non mi va di discutere, sto malissimo.

- Allora stammi lontano! Potresti infettarmi, non sappiamo ancora bene cos’hai.

- Dai, infame, lo sai che sono facilmente suggestionabile.

- Guarda, dopo che hai superato indenne la prova della tua immagine allo specchio al mattino, non può più succederti nulla.

- E già, perché tu appena sveglio sei fresco come un fiore.

- No, non dico questo, ma neanche devo fare un make-up alla faccia.

- La prima volta che esci di casa con il segno del cuscino ti facci un culo così. Passami una Tachipirina così me la piglio e non ci penso più.

- Aspetta che leggo la scadenza.

- Io mi provo la febbre intanto. Ce l’avrò altissima!

- Allora, vediamo un attimo… puoi prenderla tranquillamente perché scade nel 2014.

- Ma va presa prima o dopo i pasti?

- Aspetta che leggo. Allora… Tachipirina… antipiretico per malattie esantematiche, affezioni del tratto respiratorio, cefalee, nevralgie, mialgie… ah, ecco, per affezioni febbrili quali influenza… per gli adulti una compressa al giorno… non dice niente di particolare per cui puoi prenderla quando vuoi.

- Sai che è bello sentirti leggere e avere la certezza che non sai quello che stai dicendo?

- Non sono medico, per cui non posso conoscere certi termini e comunque non è necessario. Sai che sballo usare le parole per un senso diverso dal loro!

- Tipo?

- Eh, non so, tipo… Ieri mi sono troppo antipiretico. Dove? Fai 100 metri poi svolti per paracetamolo, fai due affezioni, la seconda cellulosa svolti a destra e trovi eccipienti. Salutami sodio, saccarina e non fare supposta.

- Io non sto bene, ma tu hai il cervello in divieto di sosta.

- Sta febbre ce l’hai o no?

- 38 e mezzo, ce l’ho sì.

- Ma cosa ti senti di preciso?

- Ma, non lo so, mi sento debole, mi gira la testa, mi fanno  male le ossa, ho delle vampate di calore. Che dici, chiamiamo il medico?

- Con tutta questa roba che hai meglio chiamare il coroner. Poi per l’autopsia non ti preoccupare, faccio io uno squillo a quelli di CSI.

- Sei veramente un amico.

- Sai che sei una lagna quando stai male?

- Ma se sto male!

- Io il dottore però non lo chiamo. Quello qualsiasi cosa tu abbia ti dà sempre l’Aulin. E poi fa le ricette a caso. Secondo me pensa che siano schedine dell’Enalotto.

- Il problema non è cosa ti prescrive, ma come lo scrive. Che ortografia hanno i medici? Sarei curioso di sapere come fanno i farmacisti a capirli.

- Saranno abituati.

- Magari scrivono peggio dei dottori.

- Che poi hai fatto caso che nel taschino tengono sempre una penna che non usano mai?

- Beh, ma la penna fa molto dottore.

- Cosa vuol dire! Allora il fabbro dovrebbe girare con il martello nella camicia.

- Oppure l’impiegato con il mouse nella giacca.

- Cosa c’entra?

- Vedi, è la febbre che mi fa straparlare. Mi gira la testa e non mi va più il sangue al cervello.

- Che novità! Piuttosto, fai una bella cosa, fila sotto le coperte e fatti una bella dormita così ti passa tutto.

- Mi prepari una tazza di latte e miele?

- E magari ti vengo a rimboccare le coperte!

- Se conoscessi qualche bella favoletta sarebbe splendido.

- Come no, sono qui apposta! Senti questa che bella: c’era una volta una bambino con la febbre che stava male. Era nel suo lettino al calduccio quando a un certo punto arrivò la fatina. Il bambino le chiese di aiutarlo e lei, che risolve tutti i problemi, prese un cuscino, lo mise sulla faccia del bimbo e iniziò a spingere sempre più forte. Dopo qualche minuto il bimbetto non disse più niente e la fatina tornò a dormire soddisfatta.

- Se volevi farmi stare sveglio da qui al prossimo congiuntivo azzeccato di Biscardi ci sei riuscito!

- Ma secondo te potrò mai mettermi a raccontarti la favola per farti addormentare?

- Se fossi un vero amico lo faresti.

- Senti, io ti preparo latte e miele e tu vattene a letto che non ti reggo più!

- Va bene! Tu però, mi raccomando, quando apri il frigo stai attento!

- Perché?

- No, è che la notte la lì sento provenire degli strani rumori.

- saranno le poche cose che ci sono dentro che urlano per richiamare la nostra attenzione. Non è un frigo, è il deserto dei tartari. Fare la spesa noi non  se ne parla vero!

- Ah, non guardare me, io sono ammalato! E poi spetta a te ricordi? Il cucino, tu fai la spesa.

- Chiaro. Senti, tu vai a letto, io apro il frigo: se senti delle urla chiama il 118.

- Vado. Ah, Naru?

- Dimmi.

- Ricordati che ti ho voluto bene.

- Se vuoi che mi commuova dammi un pugno e rompimi almeno i quattro denti davanti, così mi esce qualche lacrima. Stai andando a letto, non stai partendo per una missione in Iraq!

 

Cosa si può dire del frigorifero? È l’elemento che rispecchia fedelmente lo stato d’animo e la vita degli abitanti della casa. È il segnale che ti tiene aggiornato sulle condizioni su chi fa uso… insomma, il frigo ha il polso perfetto della situazione!

In una famiglia molto spesso è straripante di prodotti e di colori e aprirlo è una vera e propria gioia per gli occhi, ma nel nostro caso, come del resto in quello di migliaia di giovani che vivono soli, la realtà è ben diversa. Lo scenario è quello del film 2001: Odissea nello spazio e la colonna sonora è affidata ad Alan Parsons Project.

Non è come sul set di Friends dove i protagonisti, tipici trentenni, aprono un frigo sempre pieno! È diverso! Lui è un mostro di alluminio che sputa freddo e ogni volta che lo aprì ti ci vuole una sciarpa perché il vuoto provoca delle correnti di aria gelida che l’Alaska al confronto è un nuovo tipo di ghiacciolo. Ci sono sempre e solo poche cose mirate, tipo l’acqua, le uova, il burro, qualche confezione di sottilette e di affettato per i toast e, qua e là, dei pomodori e delle foglie d’insalata abbandonate dalla Valle degli Orti che si guardano intorno terrorizzate e si fanno coraggio a vicenda.

Perché fare la spesa se le possibilità di mangiare senza cucinare, spendendo poco, sono parecchie?

Ci sono i fast food, i già citati happy hour, i kebbabari, le fagotterie, le piadine rie, le rosticcerie… e altro che termina per “RIE”?

Per i più pigri la soluzione sono i cibi precotti che vanno solo riscaldati con il microonde capace di scongelare anche l’orso bianco: i “Quattro salti in padella” oppure il “Pronto, buongiorno è la Pizza” ovvero la possibilità di farti portare a casa la pizza da un ragazzo in motorino evitando così di uscire.

Ci saremo sicuramente dimenticati qualcosa ma ormai le possibilità sono talmente tante che è difficile ricordarsele tutte.

Fate attenzione a Pizzarito Pastarito! A parte che non mi puoi chiamare un  posto così e poi, capisco che si tratta di una catena famosa in tutta Italia,ma allora vediamo di cambiare architetto; sembra di mangiare in un grande magazzino di abbigliamento dove avanzava dello spazio per delle sedie e per una cucina.

Mangiate, voi che potete!

 

 

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A: Voi

Da: La vostra splendida ninfea(Ino ovviamente), e quell’altro (Sai)

Oggetto: Ci avete dato buca!

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Ma dove cavolo siete finiti!

Noi vi invitiamo ad una festa fantastica e voi non vi presentate neppure! Ma andate a giocare a briscola tra i vecchi allora!

Comunque vi siete persi una serata che non vi dico. Tante gente di ogni tipo, bravi ragazzi a mio dire, alcol come se piovesse e musica stellare.

Abbiamo incontrato Shikamaru e Temari, quanto tempo che non li vedevo, almeno un anno. Temari ci dava dentro mentre Shika era il solito; o su uno sgabello a sorseggiare qualcosa o su un divanetto. Il problema è che poi si addormentava!

Allora nullafacenti, ho una cosa da dirvi. Questi due ci hanno regalato quattro biglietti per la prima di un film che mi sembra si chiami “To Rome with Love” e siccome nessuno di quelli che abbiamo invitato può venire, abbiamo pensato di dirlo a voi. Siamo gentili eh!

A noi del film non che ci importi poi molto, magari è bello non so, ma siccome è gratis, si diventa un tutt’uno con le poltrone e ci si rimpinza di popcorn, meglio di niente no?. Benissimo! Se volete venire fatecelo sapere, anzi vi aspettiamo punto e basta. Muti!

 

La vostra “madre” adottiva!

Ciao!

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- Ben tornato! Si può sapere che fine hai fatto?

- Ero al super a fare la spesa.

- E non potevi avvisarmi, mi sono svegliato, la macchina era parcheggiata al suo posto e tu non c’eri.

- La macchina è ferma perché non c’è la benzina e poi lo sai che ho la batteria del telefono scarica.

- Un messaggio almeno. Ero in pensiero.

- Ma scusa, perché non mi hai chiamato tu?

- Si certo, adesso mi metto a spendere dei soldi solo perché non ti vedo tornare. Mi sembra un po’ esagerato.

- Guarda, Sas’ke, che sei tu quello che stava in pena. E poi io esco per fare la spesa visto che tu non stai bene e quando torno mi devo sorbire questa scenata! Mi sembra troppo.

- Vatti a preoccupare per gli amici e questo è il ringraziamento.

- Sas’ke, guarda che ho ventiquattro anni. Penso di essere capace ad uscire da solo, non pensi?

- Si ok. Comunque, cos’hai preso al super, fammi vedere.

- Io vado un attimo in camera a cambiarmi la maglia che con le buste della spesa ho portato a casa anche un paio di litri di sudore.

- Fermo, non provarci, ho appena messo la cera.

- Ma se abbiamo la moquette.

- Allora mettiti le pattine.

- Per camminare sulla moquette? Allora sei scemo! Per fare tre metri cosa ci metto, venti minuti? A furia di strofinare, minimo faccio le scintille!

- La casa va tenuta in ordine, mio caro!

- Ma cos’è questa predica da massaia! Io mica ti ho detto di non pulire, me se lo devi fare usa un po’ di criterio.

- Ha parlato quello che per la lavastoviglie, siccome aveva finito le pastiglie, ha usato  le aspirine effervescenti.

- Non tocchiamo questo tasto!

- Cosa vorresti dire, sentiamo.

- È vero che serve per lavare i piatti, ma vanno prima svuotati, se non l’hai ancora capito.

- E chi lo dice?

- Nessuno, però devi riconoscere che una coscia di pollo che sbatte sul cestello dopo un po’ disintegra i testicoli.

- Non me ne ero accorto.

- Ok! E degli ossibuchi cosa mi dici? Quando ho aperto la lavastoviglie sono partiti tipo sassi e a momenti perdo l’uso dell’occhio destro.

- Dai, Naru, usare la lavastoviglie è un casino! Non ci capisco una mazza!

- In che senso?

- Per esempio, con che criterio si dividono le cose per i due cestelli?

- Sopra ci vanno le tazzine, i bicchieri e le cose piccine, mentre sotto si mettono i piatti, le potate e le pentole.

- E fin qui ci arrivo.

- Poi c’è il lavaggio sporco e quello molto sporco e puoi scegliere di far funzionare solo quello di sopra o quello di sotto, oppure insieme. Ti devi anche ricordare di fare ogni tanto dei lavaggi senza stoviglie per disinfettare, e di mettere un deodorante per eliminare i cattivi odori che potrebbero crearsi dopo un uso prolungato dell’elettrodomestico.

- Sembri Mastrota quando fa le telepromozioni.

- Peccato che lui ha sempre vicino una bella donna e io invece mi porto appresso te, il signore oscuro, neanche quello degli anelli.

- Ma te come fai a sapere queste cose?

- C’è un libretto di istruzioni. Do you know “istruzioni”, lobotomia in libera uscita?

- Tentativo di simpatia, I know but I didn’t find il libretto. È un libricino bianco. Tu non l’hai visto in giro?

- No, non mi pare.

- Scusa un attimo, cos’hai usato ieri sera per segnare i punti del Taboo?

- Un libricino bianco.

- Vuoi sceglierla tu l’offesa o mi lasci carta bianca?

- Vista l’immensa cazzata, a te la scelta.

- Siccome sono uno che ha stile… anzi oserei dire definirmi una persona con classe da vendere…

- …e con  cervello da acquistare, possibilmente non in svendita poi!

- Dicevo che passerò sopra a tutto, a patto che tu venga a una prima di un film. Ho letto una mail di Ino e Sai.

- Ma durante il giorno fanno qualcosa o passano tutto il tempo davanti il computer?

- Dai, questa volta non possiamo mancare. Già non siamo andati alla festa alla discoteca Konoha.

- Mandagli una mail e inventati una scusa.

- No, io non me la sento di raccontagli una balla. Mandagliela tu.

- Ma di che film si tratta?

- Il titolo dovrebbe essere To Rome with Love e la regia di…

- Woody Allen.

- Esatto, sembri vestito con l’inutile e invece!

- E poi gli attori sono Penelope Cruz e Roberto Benigni, due tra i miei preferiti. Grande! Ma a che ora inizia?

- Sulla mail c’è scritto alla 18:00.

- Basta partite un po’ prima perché a piedi ci si impiega di più. E poi abbiamo ancora tempo.

- Dovremmo rispondere a Ino e Sai per ringraziarli.

- Pensaci tu che io intanto metto via la spesa.

- Vediamo! Grande, hai preso le caramelle al limone. Ne prendo una.

- Prendile, solo che io posso mangiare solo quelle e costano parecchio, comunque se ti vanno prendile pure.

- Non importa. Al massimo mi prendo uno yogurt.

- Fai fai, anche se sono quelli magri e io ne ho presi pochi perché pensavo fossero solo per me, comunque mangialo uno, se ti va.

- Dai, mi mangio una barretta energetica e non se ne parla più.

- Va bene, solo che ne è rimasta solo una e se io non la prendo dopo gli allenamenti… muoio… comunque prendila.

- Se bevo l’acqua del cesso ti sta bene o hai qualcosa da dire? Guarda che la spesa la facciamo con la cassa comune.

- Che ricarico solo io, tra l’altro!

- Cosa mi metto per uscire?

- Sì, bravo, quando ti conviene cambi discorso, vero!

- Eccomi, sono pronto, andiamo?

- Eppure nessuno mi ha obbligato a venire a vivere con te! Devo chiedere ai miei se quando l’ho deciso facevo uso di funghi allucinogeni!

  
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